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Autore: Saja    25/02/2015    3 recensioni
100 prompts tutte categoricamente Rumbelle!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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98. Scelta libera –Incontro-

Storia a più capitoli (98. Scelta libera –Incontro-; 02. Pomeriggio; 74. Timidezza; 52. Anarchia; 72. Insensibilità; 11. Vista; 77. Collera; 95. Scelte)

Il ragazzo cercò di correre più in fretta che poté. Mentre il gruppetto che lo seguiva sembrava sempre più vicino. “Torna indietro, codardo!” lo schernì uno, mentre lui voltava la testa per testare con gli occhi la distanza. “Guardate come corre!” continuò un altro. “Dove pensi di scappare?” sentì da un altro ancora. Rumple si gettò a casaccio nel bosco che costeggiava il villaggio, qualche rovo gli ferì le caviglie, ma lui continuò a correre. Se quei ragazzi lo avesso preso ne sarebbe uscito con ben più di qualche graffio sulle gambe, quindi preferì correre. Tutto questo pensò, mentre le prime lacrime facevano capolino e i polmoni iniziavano con insistenza a chiedere aria, perché era il figlio di suo padre. Lui a quei ragazzi non aveva mai fatto nulla, nulla. Loro amavano schernirlo solo perché suo padre era stato articolato come il più grande codardo del villaggio. Codardo d’un padre, che lo aveva abbandonato circa dieci anni prima.

Quando ormai pensava di morire, perché il cuore aveva iniziato ad accelerare in modo frenetico, il respiro a farsi corto e le gambe pesanti, l’attenzione di quei ragazzi venne attirata da altro. Alcuni uomini a cavallo si stavano dirigendo all’interno del villaggio e dal modo in cui erano vestiti non dovevano di certo arrivare dai bassi fondi. Così dopo averli sentiti confabulare e le loro voci disperdersi sempre più lontano, verso il villaggio, si appoggiò ad un albero ed ispirò forte. I polmoni iniziarono a bruciargli in modo inverosimile e la gola si seccò all’istante. Di li a qualche metro doveva esserci il fiume dove gli uomini prelevavano acqua da portare alle capanne e le donne l’acqua che serviva per lavare i panni. Guardò, tra un respiro e l’altro, la tunica che sua zia gli aveva dato in mano prima che uscisse di casa. Era l’ultimo lavoro finito che lui doveva consegnare a Fred l’orbo. Per arrivare alla sua capanna avrebbe dovuto tornare da dove era venuto e proseguire per il limitare del villaggio. Sperò che Fred non gli facesse perdere altro tempo con le sue stupide storie di guerrieri che nessuno voleva mai ascoltare. Per questo la sua capanna era al limitare del villaggio. L’uomo era tornato qualche anno prima da una guerra, Rumple non si ricordava per nulla quale, vivo, ma orbo. E sempre più logorroico, per questo la gente, se anche lo salutava con gentilezza cercava di evitarlo il più possibile. Scosse il capo, che giornata no e fatto un altro profondo respiro si decise a mettersi in marcia per arrivare al fiume, ma un rumore di rami spezzati attirò la sua attenzione, alzò il viso giusto per vedere qualcosa o qualcuno cadere su di lui.

Si sentì schiaffeggiare poi un dolce peso gli compresse il petto. Aprì gli occhi giusto per vedere una testolina di capelli castano ramati, intenta ad ascoltare il battito del suo cuore. Lei voltò la testa, pronta a schiaffeggiarlo di nuovo e con stupore si accorse che lui era tornato tra i vivi. Rumple pensò di essere in paradiso o nel nirvana o in un sogno o in qualsiasi posto le zie gli raccontavano che poteva essere felice, quando i suoi occhi si rispecchiarono negli occhi turchesi della ragazza. “Ah! Meno male! Stavo iniziando a pensare che fossi morto” gli disse allargando le labbra in uno stupendo sorriso. “Come?” chiese lui cercando di tirarsi su, allora lui non era morto e quello non era un angelo. Anche la ragazza si alzò e batté le mani per pulirle tra loro per togliere la terra. “Ti sono volata addosso e tu sei svenuto”. Rumple si morse l’interno della guancia. Che bel biglietto di presentazione! Complimenti! Degno di un eroe! “Comunque…” continuò l’altra “grazie per bè… aver attutito la mia caduta” finì arrossendo. Poi si chinò a raccogliere qualcosa. “Ti è caduto questo, prima”. Il ragazzo la prese dopo che lei l’aveva battuta un po’ per togliere la terra che si era posata sulla tunica.

“Grazie” riuscì a farfugliare non capendo ancora bene cosa effettivamente fosse successo. Si sentiva un po’ stralunato.

“Stavi scappando da quei ragazzi?” chiese lei riprendendo la conversazione dopo che i due erano rimasti in silenzio per qualche minuto. L’altro non rispose subito. Cosa le avrebbe potuto dire “si, stavo scappando, come un codardo?” no, già svenire perché lei gli era letteralmente “volata addosso” era più che sufficiente, così si inventò una storia. “No…” si schiarì la voce “era solo un gioco che facciamo, bè… sempre. Uno di noi scappa e gli altri devono trovarlo… giusto per tenerci in allenamento”. L’altra scosse il capo e arricciò le labbra. Come bugiardo non valeva neanche una moneta di rame pensò. Ma sorrise di rimando preferendo non commentare. Rumple si sentì venire meno vedendo di nuovo quel sorriso e quegli occhi illuminarsi con esso. Pensò che fosse la creatura più bella che avesse mai visto, più bella addirittura della figlia del ciabattino, Milah.

“Comunque… sai per caso dove sono andati?” chiese con un leggero tremore nella voce. L’altra alzò le spalle “molto probabilmente saranno tornati al villaggio”. Gli ritornò alla mente il trotto dei cavalli e i cavalieri che forti delle loro cavalcature entravano al villaggio a testa alta. Tra i due scese di nuovo il silenzio.

“Forse dovresti raggiungerli” gli suggerì lei. O forse no, pensò lui. Poi guardandola si accorse che lo stava ancora scrutando e sorridendole le tese la mano “Ah! Piacere, comunque, sono Rumpelstiltskin” lei strizzò gli occhi ad un nome così strano, ma lasciò andare il pensiero e tornò a sorridere “Belle” ammise porgendogli la mano anche lei. Rumple si chiese da dove venisse, non l’aveva mai vista al villaggio, se lei abitasse lì sicuramente se ne sarebbe accorto e lei, a dire il vero, avrebbe associato il suo nome all’ormai intramontabile appellativo di “codardo”. Pensò che aveva già sentito però quel nome da qualche parte, cercò nella sua memoria e un’espressione di stupore si dipinse sul volto senza che lui potesse prevenirla. “Belle? La principessa Belle?” chiese mentre la gola gli si chiudeva e la voce, per questo gli uscì un po’ strozzata. L’altra sorrise di un sorriso amaro. “Ora tornerai al villaggio a dire ai cavalieri dove mi nascondo, immagino” ammise abbassando lo sguardo.  Lui scosse la testa. Aveva sentito che qualche volta la “capricciosa” principessa usciva da sola dal castello per evadere e darsi “all’avventura”. “Sarà perché non  ha ancora vent’anni” aveva sentito commentare dalle zie una volta “quando si sposerà, metterà su famiglia e dovrà prendere in mano le redini del regno, questo suo fuoco per l’avventura le verrà sicuramente meno”.  Rumple conosceva bene anche la ricompensa indetta da Re Maurice per chi gli riportava la figlia e gli diceva dove questa si “nascondeva” così spesso. Ma l’idea di tradirla non valeva nessuna moneta d’argento o d’oro. “No” disse. L’altra lo guardò esterrefatta. “No” sottolineò con più impeto. Lei tornò a sorridere. “Solo se mi prometterai che ci potremmo vedere domani e anche dopo domani e poi…” lei annuì con la testa. “Certo, ogni giorno che vorrai, io sarò qui ad aspettarti” le piaceva quel “gioco”, le piaceva parlare con lui, così la promessa era uscita senza neanche tanto combattere. Quel ragazzo le ispirava fiducia, senza contare che la attirava un poco, come nessun suo pretendente aveva mai fatto.

Rumpelstiltskin sorridendo alzò la tunica a mo’ di scusa. “Ora devo andare” disse, ma c’era del risentimento nella sua voce. Belle annuì “a domani, allora”.
“A domani” disse lui mentre si incamminava tra gli alberi ed ogni tanto si voltava per assicurarsi che lei fosse lì, che non fosse stato solo un sogno. Belle dopo averlo visto sparire, si mise a correre con un enorme sorriso sulle labbra ed il cuore più leggero. In pochi secondi raggiunse la radura dove aveva lasciato il suo cavallo e salita in sella, tornò felice al castello.

ANGOLO DELL’AUTRICE:
 
Ciao a tutti!
Come state? ^^
Questa è la fanfic a più capitoli a cui stò lavorando, avevo pensato di postarla tutta insieme, ma visto che Elema mi chiedeva una fanfic a più capitoli ho deciso di postare il primo capitolo ora.
Spero di averti incuriosito!

Inutile dirvi che è una AU ambientata ai tempi che Rumple era un ragazzo, prima che si sposasse con Milah e diventasse l’Oscuro ^O^.

A presto!
Saja
  
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