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Autore: Mave    25/02/2015    0 recensioni
Sono personaggi "secondari" ma senza di loro non avremmo avuto i grandi talenti del Giappone d'oro. Una raccolta di one-shot incentrata sul rapporto tra i nostri campioni e i loro genitori.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ha riso quando ha segnato il primo gol e ha pianto a fine partita. Ha ancora un cuore che batte, che si commuove, che si intristisce, che vibra di emozioni.

Non è bastato il signor Bale ad incattivirlo, non sono bastate le lunghe spranghe di ferro della gabbia nella quale lo teneva rinchiuso, come un animale, a fargli perdere l'umanità.

Francisco non è più un cyborg, bravo, freddo e spietato con il pallone tra i piedi. Francisco è ancora un essere umano.

Così credeva. Ora che se la ritrova d'innanzi, negli spogliatoi del Maracanà, minuta, curvata su sé stessa, incapace di alzare gli occhi a guardarlo, un brivido di disprezzo e di livore gli fa tremare la mano.

Francisco cerca di controllare il tremolio aspettando che sia Ines a fare il primo passo. Che sia sua madre a parlare.

Quella mamma che non ha mai conosciuto. Quella mamma che lo ha abbandonato ancora in fasce.

Quella mamma che non l'ha voluto. O non ha potuto tenerlo con sé.

La sua vita fatta di vessazioni, di umiliazioni e di preghiere non esaudite gli scorre davanti agli occhi come un flashback, come il film che racconta la vita di qualcun altro: le derisioni dei ragazzini più grandi, l'incidente mortale dei suoi nonni, i maltrattamenti dei signor Bala.

Sarebbe facile voltare le spalle, andarsene. Additare quella responsabile come responsabile della sua travagliata esistenza e, in una sorta di ritorsione, lasciarla lì senza una parola.

Francisco non lo fa. Resta inchiodato con i piedi sul medesimo punto, con i polpacci contro le panchine, teso e dritto. Ines vince la codardia, i sensi di colpa, le paure e finalmente si concede di osservare suo figlio: la carnagione olivastra, il fisico asciutto ed allenato e gli occhi duri e sprezzanti di chi è stato duramente segnato dalla vita.

Allunga la mano e le dita ghiacciate carezzano, esitanti, la guancia di Francisco. Lui non arretra.

"Perdonami!"

Sussurra Ines con un filo di voce. Sapendo di non meritarselo, sapendo di chiedere l'impossibile.

Il ragazzo scosta la mano della donna, e l'angoscia di un rifiuto paralizza il cuore di Ines, poi la tiene saldamente nella sua e la guida contro il suo petto. Su quel cuore che batte.

"Voglio conoscerti mamma. Voglio imparare a perdonarti!"

Dice con voce ferma, la voce di un uomo.

È un primo, importantissimo, vitale passo. E, per il momento, basta ad entrambi.

   
 
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