Tabella:
Pasticceria
Prompt: Torta al cioccolato
Cap.3
Giornata al parco
Steve
allacciò la cintura a Tony, gli passò una
mano tra i capelli castani scompigliandoli e sorrise.
"Vedrai
che adesso al tuo papà passa
l'arrabbiatura. Avrà avuto una giornata difficile"
sussurrò. Baciò la
guancia di Tony.
"…
E poi è venuto a casa come ti avevo
detto, ci porta addirittura fuori. Lo so che non ti piacciono i
soldati, ma in
una fiera ti divertirai" sussurrò. Chiuse lo sportello, si
sedette accanto
al posto del guidatore, e chiuse anche il proprio di sportello.
Tony
dondolò le gambe, e sbuffò sonoramente,
gonfiando le guance.
“Non
ho capito perché si è arrabbiato. Sono
stato il più bravo!” si lamentò.
Steve
si allacciò la cintura e si mordicchiò il
labbro.
"Perché
hai preso quella nota di condotta,
ma vedrai che ora lo convinco a compranti una bella torta al cioccolato
o alla
panna. In fondo è vero, a scuola vai bene e vai premiato,
visto che è un po'
che non tenti più di uccidere nessuno". Aggiunse.
<
In fondo è normale
che abbia agito così. Sua madre ha tentato nuovamente di
ucciderlo. L’hanno
dovuta ricoverare per quello in un istituto. Ai miei tempi, neanche si
parlava
di concetti come ‘depressione post-partum’. Eppure
fanno così tanti danni >
pensò.
Si
voltò e guardò Howard entrare in macchina,
mettendosi dietro il volante.
Howard
fece partire la macchina, Tony si nascose
dietro il sedile di Steve.
Howard
sospirò, e allentò
la presa sul volante.
“…
E così” disse “qualcuno è
troppo sveglio per
fare la prima elementare”.
Tony
arrossì, si strinse le gambe al petto.
Howard
guardò Steve,
grugnì.
“Fiera?
Non ho alcuna intenzione di portarvi
alla fiera. Non è un posto per donne e bambini”.
Steve
si massaggiò le tempie ed espirò
rumorosamente.
"Prima
di tutto mi hai detto tu che ti
servivo. Secondo non vedo donne. Terzo non puoi sempre dire qualcosa
per poi
rimangiartelo" ribatté. Allungò le gambe,
sbattendo con le ginocchia
contro il cruscotto.
Howard
sbuffò, s'infilò in un vicolo
accelerando.
“Penso
che mio figlio preferisca qualcosa di più
esaltate di un paio di scimmie ballerine”.
Tony
poggiò il capo sul sedile di Steve, e si
sporse.
“Vuol
dire che posso scegliere io?” domandò, con
tono basso.
Howard
si voltò, tenne il volante con una mano
spingendo il figlio seduto con l'altra.
“Solo
se la tua baby sitter la smette di
tormentarmi ogni volta che fai i capricci”.
<
Da quando Maria si è ammalata, mantenere
i contatti con la realtà è sempre più
difficile.
Se
Steven non fosse arrivato dal futuro,
probabilmente mi sarei già ammazzato guidando
l’aereo completamente ubriaco
> pensò.
Tony
arrossì, stringendo i pugni.
“Io
non faccio i capricci!”.
Steve
guardò fuori dal finestrino, vedendo la
casa allontanarsi.
"Tony
non ti lamentare e decidi"
ribatté.
Tony
si morse la lingua, e storse il labbro.
“Possiamo
andare al parco?” chiese, con tono
flebile.
Howard
sogghignò e tirò una gomitata a Steve,
ridacchiando.
“Possiamo
andare al parco?” ripeté, guardandolo
con gli occhi socchiusi.
"Solo
se gli compri anche una torta alla
panna" rispose Steve. Arrossì e guardò il
tettuccio della macchina.
Howard
fece lo slalom tra le macchine.
“Al
caffè” rilanciò.
Tony
si sporse, sorrise.
“Posso
averla davvero al caffè?”.
Steve
congiunse le mani, sporse il labbro
inferiore e annuì.
"Vada
per quella al caffé" capitolò.
Tony
saltellò sul sedile, Howard lo guardò dallo
specchietto e addolcì lo sguardo; rallentò, e
tossì ripetutamente.
“Sta
seduto, o ti portò alle Stark Industries,
nella sezione segreta degli esperimenti sui bambini”.
Steve
sospirò e negò con il capo.
-
Non ho a che fare con un uno, ma con due
bambini - pensò.
Tony
si sedette con le mani sulle ginocchia.
“Tanto
lo so che non esiste, questa sezione”
borbottò.
Howard
s'infilò in una strada principale,
accelerò e socchiuse gli occhi.
“Questo
lo dici tu”.