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Autore: Yumeji    27/02/2015    1 recensioni
“Ha cambiato le regole del gioco” ciò che Kirigiri aveva detto era vero
Ancora una volta Monokuma ha stravolto le vite degli ultimi studenti della Kibougamine, è venuto meno alle sue stesse regole - ha ucciso un innocente al posto di un colpevole -, e ciò solo per farli cadere in una Disperazione ancora più profonda.
Ogni atto del preside orso persegue la disperazione, i ragazzi proveranno presto sulla loro pelle quanto questo desiderio può spingere alla follia lo stesso Burattinaio, e rimpiangeranno amaramente gli "incentivi" che Monokuma gli proponeva.
Perché, se prima solletticava i loro desideri (libertà, denaro, ecc..), ora punta al cuore. Nessuno verrà risparmiato.
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Prologo - concluso
Parte I - conclusa (I / V)
Parte II - conclusa (VI / XI)
Parte III - (XII / ???)
Genere: Generale, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naegi Makoto, Oowada Mondo, Togami Byakuya
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo XIII


Non fu uno dei suoi risvegli migliori, non che ne avesse avuti molti di meglio di recente (soprattutto negli ultimi giorni), quello però era di certo il peggiore.
Durante il dormiveglia, quando la coscienza faticava ancora a formarsi e rimaneva isolata in un angolo in alto a destra del suo cervello, non gli riuscì di ricordare il proprio nome.
Fu una sensazione orribile. Per quanto si sforzasse, per quanto tentasse, non gli veniva in mente, ciò durò solo una manciata di secondi, ma gli parvero secoli.
In quel breve lasso di tempo arrivò persino a chiedersi se non fosse morto.
Infondo, i cadaveri perdono la loro identità, dopo il trapasso un uomo scorda il modo con cui lo chiamavano quand’era in vita, per questo necessità di un nome nuovo, così da comprendere il proprio stato e adattarsi.
Dubitava però che, nel morire durante il folle gioco di Monokuma, qualcuno di loro avrebbe vista rispettata una tale cerimonia... E se era veramente accaduto questo, allora, cosa gli sarebbe capitato d'ora in avanti?
Sarebbe forse finito come spirito errante a calpestare la terra sino a quando la sua anima consumata, privata della possibilità di reincarnarsi, si sarebbe dissolta nel nulla?
Fu con quei cupi pensieri che finalmente recuperò del tutto la coscienza di se stesso e, con essa, anche ciò da cui era stato tanto angustiato: il suo nome era Kiyotaka Ishimaru, ricordò; e fortunatamente (o sfortunatamente, a seconda dei casi), per lui, occupava ancora un posto nella tribuna dei viventi, tra le altre pedine ancora utilizzabili dalla malsana e raccapriciante mente del Burattinaio.
Il capoclasse tossì, trovandosi a prendere lunghi respiri, avvertendo una massiccia mancanza di ossigeno causargli un forte bruciore ai polmoni, sembrava dovessero scoppiargli tanto era il dolore che lo attraversava mentre rantolava, singhiozzando simile ad un affogato che riprendesse finalmente a respirare. Un senso di nausea gli graffiava la gola, accompagnata dall’acido sapore della bile, il suo stomaco gorgogliava, minacciandolo di svelare il suo contenuto, ma non teneva nulla che Ishimaru potesse rimettere, in più un disagio maggiore lo avrebbe colpito a breve perché se ne preoccupasse.
Un forte dolore alla testa lo colse non appena tentò di aprire le palpebre, una cecità bianca lo avvolse, rendendolo a col tempo sordo alla sua stessa voce. Sapeva di aver urlato, o forse grugnito, colto alla sprovvista dalle fitte che, simili a leggere scosse, erano partite dalla nuca per poi percorrergli tutto il corpo, ma non era stato in grado di udirsi.
Nuovamente le gelide dita della paura lo artigliarono, facendolo sprofondare in un mare denso, color nero pece.
La mente di Kiyotaka percepiva la realtà a sprazzi, faticava a comprendere quale fosse il sogno e dove cominciasse la veglia, se stesse per scivolare nell’oblio dell’incoscienza o se invece fosse sul punto di svegliarsi. Ora sapeva solo che un’acqua di tenebra lo sovrastava, bloccandogli i movimenti, sottraendogli l’aria. Non riusciva a respirare, non riusciva a muoversi.
I muscoli si contrassero nel tentativo di ribellarsi, di riemergere dal pozzo in cui era caduto, il corvino cercava una superficie, ma lo sguardo, da prima avvolto da un alone bianco, ora vedeva solo oscurità.
Un penetrante bruciore si aggiunse alla sofferenza che già provava, capace però di ridare un po’ di lucidità al suo cervello provato, destandolo dall’incubo indottogli da un panico folle e malato, provocato dalla febbre che gli aveva annebbiato i sensi.
Quello era un dolore sopportabile, quasi piacevole, era il familiare bruciore di quando si metteva del disinfettante su una ferita aperta - solo che in quel caso era più esteso di quanto avesse mai ricordato di provare. Recuperata una sorta di calma, regolarizzò il respiro, concentrandosi e riconoscendo quell’odore tipico di asettico e disinfettante di un ospedale. Aprì le palpebre, e per la seconda volta fu accecato da una luce, piantata proprio di fronte ai suoi occhi, durò solo pochi istanti e presto si rese conto di star fissando le lampade al neon di un soffitto sconosciuto. Non faticò però a comprendere dove si trovasse, "un'infermeria" constatò, ma per un qualche motivo, il ritrovarsì lì, non gli procurò alcun sollievo.


- Tu... tu lo sapevi?! Vero, Kirigiri? - trovare il proprio migliore amico, creduto morto, in fin di vita all'interno di un'aula aveva alterato al quando la mente di Owada, il quale aveva preso a sbraitare come il cane rabbioso che era quando incitava la sua banda a scontrarsi con quella rivale.
- No, non lo sapevo - negò la ragazza, evitava di incrociare il suo sguardo, persa nei propri pensieri, rifletteva, cercando di ricordare ciò che era accaduto durante l'imprevista esecuzione del capoclasse, in quel momento le era forse sfuggito qualcosa? Come poteva un cadavere fatto a pezzi ritrovarsi ora ricomposto e, per di più vivo, di fronte ai suoi occhi?
- Non dovremmo avvertire gli altri? - intervenne Sakura, interrompendo la discussione trai due, un modo anche per distrarre il motociclista dal comportamento apparentemente indifferente di Kyouko.
La lottatrice era stata chiamata perché già in precedenza si era dimostrata la più esperta nell'occuparsi di malati e ferite, sul momento Owada era poco lucido a causa della confusione e dell'irritazione ad essa mescolata per pensare ai bendaggi con cui ricoprire i tagli riportati dall'amico, il quale, pur avendo perso molto sangue - abbastanza da causarsi un'anemia-, non era in pericolo di vita.
- E per quale motivo?.. Così che Hagakure se ne possa uscire con una teoria del tipo: "whaaah! E' come il mostro di Frankenstein!" oppure "whaa! Un fantasma"? - fu l'ironico commento di Togami, per un qualche motivo se ne rimaneva leggermente in disparte rispetto a Kirigiri e a Mondo, occupando il posto più vicino alla porta dell'infermeria - erano usciti in corridoio per discutere della situazione -, rimasta leggermente socchiusa per poter sentire se fosse accaduto qualcosa all'interno. Non erano sicuri di quale fosse lo stato mentale del capoclasse e, a dirla tutta, non erano neppure certi di potersi fidare di lui, o almeno questo valeva per l'ereditiere, trovava sospetto quel suo ritorno dal regno degli inferi.
- Allora hai intenzione di tenerglielo nascosto? - gli domandò Oogami, scrutandolo con quello sguardo severo e stoico che la caratterizzava,
- Dico che prima sarebbe meglio parlare con il diretto interessato, e poi agire di conseguenza - si spiegò sbuffando, il tono saccente ed irritante che, nell'ultimo periodo, trovava di aver usato raramente per i suoi canoni. Non sopportava gli occhi di quel gorillone in gonnella, sembravano sempre aspettarsi che, la persona a cui li rivolgeva, facesse la cosa giusta, qualunque essa fosse e qualsiasi prezzo comportasse.
- Cosa credi di scoprire interrogandolo? - c'era difatti un tono d'accusa nella sua voce, Byakuya doveva avergli dato la risposta sbagliata,
- Dov'è stato per tutto questo tempo, per esempio - replicò facendosi acido ed irritato, quasi che la rabbia di Owada fosse una malattia trasmissibile e lui ne fosse il primo contagiato, -... com'è riuscito a sopravvivere all'esecuzione, o in che rapporti è con il Burattinaio. Ognuna di queste domande sarebbe un ottimo inizio -
- Non credo che, quando si sveglierà, sarà in grado di risponderti - la voce della lottatrice si era fatta ancor più profonda e greve del solito, - Hai visto le sue condizioni...- e sta volta, quello sguardo, fece definitivamente uscire Togami dai gangheri,
- E se quelle ferite se le fosse procurate da solo? - sbottò, non sapeva il motivo per cui lo infiammasse tanto quella discussione, ma aveva la necessità che quell'energumeno di donna comprendesse i suoi sospetti.
- Ne dubito - l'intervento di Kirigiri smorzò l'eccessiva animosità dell'ereditiere, per quanto persa a riflettere, aveva allungato abbastanza l’orecchio per origliare la conversazione dei due, - .. C’è una certa similitudine tra le lame da cui è stato ferito Ishimaru e quelle che hanno ucciso Enoshima - affermò, sedando allo stesso tempo anche Owada. Il ragazzo necessità di alcune risposte da sua e, forse, finalmente gliene avrebbe concessa qualcuna,
- Scherzi..?- esclamò, un senso d’incredulità sul volto -un'ombra che non lo aveva abbandonato da quando si era affacciato all'aula di trasmissione dati -, ricordava bene quel che era successo a Junko solo un paio di settimane prima, rivedeva ancora il suo corpo martoriato attraversato da una miriade di lance, il sangue che schizzava, il suo sguardo incredulo prima di essere avvolto dalle tenebre. - Bro' ha subito la quella cavolo di lancia non-mi-ricordo-gun-ché? - non era possibile sopravvivere a qualcosa di simile!
Ma in realtà era impossibile pure uscire vivi da un’esecuzione di Monokuma, quindi...
- Sapete cos'è la Vergine di ferro? - ignorò la domanda Kirigiri, preferendo spiegare le cose per bene così da rendere tutto chiaro,
- Certo -vi fu un'unica affermazione di assenso proveniente, come c'era d'aspettarselo, da Togami, - E' un tipo di tortura medievale, per farla breve si tratta di un sarcofago pieno di spuntoni, lame affilate ricoprono tutta la superficie interna. Si fa entrare il malcapitato al suo interno, la si chiude e quando si riapre..-
- Lo sfigato ne esce fuori tipo groviera - lo interruppe Owada, dando segno di aver capito l'antifona. - Ma questo adesso cosa c'entra?-
- Una cosa che pochi sanno della Vergine di ferro e che c'erano due modi per usarla - di nuovo Kirigiri sorvolò sulle sue proteste, riprendendo la spiegazione - ... la prima ve l'ha già esposta Togami, in cui la vittima finisce per essere uccisa dalle spade dell'armatura. La seconda, invece, comporta che la persona al suo interno finisca ferita, in modo doloroso, sanguinolento, ma non mortale - sapendo di non dover temere un’ulteriore aggressione verbale da parte sua, Kyouko incrociò finalmente lo sguardo del motociclista,
- Ed è il trattamento che stato riservato al capoclasse -
Per un istante, un senso di gelo attraversò il corridoio, quasi qualcuno si fosse dimenticato una finestra aperta in pieno gennaio, evento in realtà assai improbabile non essendo gennaio, e sopratutto perché ogni possibile via di uscita dall'edificio era stata murata con pesanti lastre di ferro.
- Sì, ma perché..?- fu la domanda che gli pose successivamente Mondo, basta rabbia, basta irritazione, solo il bisogno di sapere. Lui che aveva spinto Ishimaru a sacrificarsi, non poteva rimanere all'oscuro di cosa avesse portato all'amico una simile decisione,
- Questo... non lo so - ammise Kirigiri, -... però, riflettendoci, ho ricordato una sorta d’incongruenza durante l'esecuzione di Ishimaru - sembrava cercasse di soppesare, con quell'ultima informazione, la sua mancanza.
- A parte il fatto che quell'idiota non fosse colpevole di alcun omicidio? - e lo sguardo che i tre rivolsero a Togami fu abbastanza eloquente da fargli comprendere di tacere, se doveva limitarsi a fare commenti degni di Hagakure, senza dare alcun contributo alla conversazione. Il biondo si schiarì un paio di volte la gola, scacciando l'imbarazzo, -... cioè, del tipo? - ma non era da Kirigiri dare una risposta diretta quando poteva far lavorare il cervello dei suoi "assistenti". Naegi ne sapeva qualcosa.
- Ripensate alle esecuzioni di Kuwata e Asahina... - Sakura ebbe un leggero sussultò a sentir pronunciare il nome dell'amica, ma il suo viso duro ed impassibile non tradì alcuna emozione, per le lacrime ci sarebbe stato tempo in futuro, ma ad agire ci poteva pensare solo adesso. - Cos'è c'è di diverso rispetto a quella del capoclasse?-
- La location, il metodo di esecuzione e la vittima... - e l'elenco sarebbe stato lungo, ma Kirigiri fece segno all’ereditiere di tacere,
- Sì, è esatto, ma c'è un elemento particolare, un minimo comun denominatore che incorre alla conclusione di entrambe le esecuzioni di Kuwata ed Asahina, ma che manca in quella di Ishimaru - si fece più specifica, sperando che qualcuno acciuffasse l'osso da lei lanciato.
Owada chinò il capo, sforzandosi di pensare, azione a cui non era per nulla abituato, come gli era accaduto un momento prima con la fine di Enoshima, ora era la morte (non così definitiva), di Kiyotaka a pararsi nuovamente di fronte ai suoi occhi. Rivide il cemento che ricopriva l'amico, Monokuma che ne scolpiva la statua con picca e martello, il nuvolone di polvere che ne era seguito e poi... la palla da demolizione.
- Il sangue -
E simile all'eroe che torna dopo un lungo pellegrinaggio, la figura di Naegi si presentò un poco pallida e sciupata davanti a loro, il solito sorriso innocente e ingenuo a colorargli leggermente le guance del volto stanco.
- I malati non dovrebbero stare a letto a riposare?..- fu il rimprovero che subito Makoto ricevette da Kirigiri, la quale fu costretta a voltarsi per vederlo, il suo tono e la sua espressione tradivano però un certo sollievo nel vedere il ragazzo, tutto sommato, in buone condizioni,
- Temevo che mi avreste lasciato indietro se mi fossi perso troppe cose - osservò lui nell'avvicinarsi ulteriormente, prendendo posto al fianco di Kyouko, e fu in quel momento che l'atmosfera da cui erano circondati cominciò a farsi strana. Lo sguardo verde e largo di Makoto non lasciò neppure per un secondo quello più sottile e viola di Kirigiri, sembravano legati da un potente magnetismo, il quale li rendeva incapaci di distogliere gli occhi l'uno dall'altra. Avvolti da una bolla di sapone, piombati in un universo tutto loro, per una decina di secondi abbondanti si estraniarono completamente da tutti gli altri.
Senza conoscerne il motivo, Owada avvertì una sorta d'imbarazzo nell'osservare la situazione, l'umore di Togami invece sembrò peggiorare di colpo, facendogli pronunciare un secco "Tsk...", e persino Sakura iniziò a provare un po' di disagio.
- "Ohi, mentre il moccioso era ammalato, è successo qualcosa?" - domandò a bassa voce il motociclista alla lottatrice affiaccandola, approfittando del momento in cui Kyouko aggiornava Makoto sulla stituazione, in lui c'era un’emozione simile a quella che gli suscitava vedere il fratello pomiciare con la ragazza di turno - una profonda invidia mista alla vergogna di averli colti sul fatto -,
- "Più o meno..."- rimase sul vago Oogami, assumendo l'aria di una perfetta ragazza liceale trovatasi ad affrontare un argomento "spinoso", ovvero, in certa se dover rivelare i fatti accaduti la sera prima o tacere. Ma infondo, Kirigiri non le aveva intimato di mantenere il segreto. - "... ieri sera, dopo che ho portato Naegi nella mia camera, Kirigiri è venuta a farmi visita"-
- "uhm.."- mugugnò Togami unendosi a loro per confabulare, interessato al pettegolezzo, e pensare che aveva creduto fosse stata sveglia tutta la notte ad investigare,
- "... sì, è successo dopo che vi siete parlati"- spiegò, -" era venuta per chiedermi se poteva occuparsi lei di Naegi. Visto che mi sembrava davvero in pensiero per lui ho accettato, ma sarebbe stato scomodo spostarlo, quindi gli ho lasciato a disposizione la mia stanza mentre io sono andata in quella di Naegi (di cui avevo ritrovato la chiave)"-
- "Quindi quei due hanno passato la notte insieme..?"- realizzò Togami,
- "...e da soli?"- sottolineò Owada,
- "E' sospetto"- ritennero entrambi.
- Se state supponendo che io e Naegi abbiamo avuto un qualche tipo di rapporto solo a causa della situazione in cui eravamo, devo ricordarvi che anche voi due avete passato la notte “insieme” e “soli” - non era molto intelligente parlare alle spalle di qualcuno se questo ti era proprio davanti, difatti il commento di Kirigiri giunse puntuale a coglierli in flagranti, facendo sussultare biondo e il motociclista dallo spavento. -.. In più non era Togami quello che sta mattina ti occupava il letto, Owada?- aggiunse, causando la comparsa di un'accesa tinta porpora sul volto del ragazzo,
- Sì, ma non c'abbiamo dormito assieme! - protestò vivamente Mondo, ma con scarso risultato, la parentesi comica psedo-romantica si era già conclusa, si tornava ai discorsi seri.
- Potresti spiegare come sei arrivato al sangue, Naegi? - sembrava che la strana atmosfera di poco prima fosse scomparsa, quasi se la fossero immaginata, ma c'era ancora un genuino rossore a tingere il viso solitamente tanto imperscrutabile di Kyouko, rendendola particolarmente bella.
- Le palle da baseball che avevano colpito Leon erano ricoperte di sangue, l'acqua in cui era immersa Asahina si è tinta dello stesso colore. Ma quando la statua di Ishimaru è stata fatta a pezzi... non ce ne era traccia - e nel dirlo, nelle menti di tutti si palesò l’immagine dei pezzi scomposti del capoclasse mentre rotolavano a terra, alla fine dell’intervento di Monokuma. L'unico colore era quello del cemento, nessuno ricordò frammenti di carne o budella.
- Ora che mi ci fai pensare..- ammise Togami, da quando vi era costretto ad assistervi aveva sempre ritenuto inutile prestare troppa attenzione a quei macabri spettacoli - mai avrebbe ammesso che a una parte di lui si rivoltava lo stomaco dal malessere ad osservare -, ciò lo aveva portato a trascurare una simile stranezza,
- Ma allora, cosa significa? - non riusciva invece a capire Owada, osservando il volto dell'ereditiere come se su di esso potesse leggervi la risposta,
- Ciò significa che dentro alla statua, non c'era alcun corpo - gli fece chiarezza la ragazza dall'espressione impassibile, smettendo di girarci intorno,
- Il tuo amichetto è stato fatto sparire prima di diventare un blocco di cemento - aggiunse Byakuya, per un qualche motivo la sua irritazione non spariva.
- M...ma è possibile? - si trovò l'altro ancor più incredulo,
- E' di certo più plausibile che credere che Monokuma si sia rimesso a ricucirlo - non fu meno acido il biondo, le braccia incrociate al petto in un segno inequivocabile del suo stato umorale,
- Ishimaru era stato piazzato sopra ad un piedistallo, se supponiamo che in esso fosse nascosta una botola, è facile pensare che, quando il cemento ha cominciato a colare, sia stata aperta facendo cadere il capoclasse al suo interno...- il ritorno di Naegi rese più rapida la ricostruzione dei fatti, evitando che fosse Kirigiri a prendersi un simile compito. Aveva l'orribile difetto di spiegare gli eventi in modo che fossero chiari solo a lei stessa, per non parlare della sua abitudine di tralasciare quella o quell’altra cosa, così da poterla utilizzare a piacimento più tardi.
-... allora ciò gli ha salvato la vita - commentò Togami, e vi era qualcosa nel suo tono, e nell'atteggiamento che aveva tenuto sino a quel momento, che urtò sensibilmente i nervi di Owada,
- Se hai da dire qualcosa, allora fallò, non ti sei mai fatto problemi in questo o sbaglio!? - lo incitò ricominciando a sbraitare, mai una volta in cui riuscissero ad avere una conversazione normale.
- Tsk... Sei proprio uno scimmione ottuso, il tuo QI deve essere più basso di quello di una pianta di granoturco - aveva quel sorrisino da serpe con il quale sembrava supplicare Mondo di picchiarlo, essendo ben consapevole di quanto lo irritasse, - Se Ishimaru è vivo, significa che il Burattinaio non è poi così disposto a contravvenire alle sue stesse regole! - alzò la voce, perdendo il sorriso e quell'ultima traccia di compostezza che, solitamente, manteneva anche nella rabbia,
- Quindi, nessuno ha ancora pagato per l'omicidio di Fujisaki - l'impassibilità del tono di Kirigiri, messo a confronto con l'irritazione espressa dall'ereditiere, fece subito comprendere ad Owada quanto seria fosse la questione appena sollevata, sopratutto per lui, essendo il fautore di quell’assassinio.
- Oh, merda...- si lasciò sfuggire comprendendo la propria situazione, avvertendo il vuoto formarsi sotto ai suoi piedi.

Se fosse stata sua abitudine farlo, in quel momento Ishimaru avrebbe preso ad imprecare peggio di un turco ubriaco a cui avevano appena scippato il portafogli. Come se non bastassero le varie ferite che gli ricoprivano tutto il corpo, ora gli era sorta anche una martellante emicrania, le cui fitte di dolore si accentuavano ogni qual volta le voci all'esterno della stanza facessero sentire la loro chiassosa presenza.
Se prima la discussione dei suoi compagni era stato un mormorio indefinibile, ora i toni si erano animati, causando un turbolento vociare che gli urtava il cranio, simile un martello pneumatico che perforava il cemento.
Perché quei quattro dovevano stanziare proprio di fronte alla porta dell'infermeria? Non sapevano che il regolamento scolastico vieta di schiamazzare nel corridoio? Cominciò a chiedersi per deformazione professionale. Un simile comportamento indisciplinato andava punito in qualche modo, se solo avesse avuto il registro di classe, e il tremore alla mano si fosse acquietato quel tanto che bastava da permettergli di scrivere, gli avrebbe messo una nota di demerito, poco importava se una fosse la figlia del preside, un altro l’erede della famiglia più influente del Giappone e l’ultimo il suo Kyoudai.
Sì, aveva subito riconosciuto i compagni indisciplinati, associando ad ogni voce un volto, tra tutti il più animato era Togami, le sue parole tenevano una nota di preoccupazione mal celata che si sopraelevava sulle altre, allarmato come poche volte doveva essersi mostrato - nel periodo in cui non lo aveva incontrato sembrava essersi fatto più isterico, giudicò. Owada ben si distingueva per il suo linguaggio colorito, che ribatteva ad ogni battuta dell'ereditiere con risposte secche e rabbiose, non suonava diverso dal suo solito. Kirigiri invece era l'unica a non avere un volume eccessivamente alto, se non la si conosceva poteva sembrare che i suoi interventi fossero calmi e controllati, ma la velocità con cui pronunciava le parole mostrava quanto il discorso l'avesse infiammata.
Infine, c'era lo squittio indistinto che non poteva appartenere ad altri se non a Naegi, allo sfortunato super ultra fortunato liceale doveva essere capitato l'ingrato compito di rappacificatore, infatti sembrava cercare di riportare la calma tra quelle tre belve, in cui lui era solo un innocuo topino.
Poco prima ad Ishimaru era sembrato di udire anche la voce di una quinta persona, ma la sua doveva essere stata una frase di congedo, di seguito infatti aveva sentito dei passi che si allontanavano. Forse in previsione di quella discussione che sarebbe esplosa, lo sconosciuto aveva preferito filarsela, così da non finire coinvolto, oppure gli era sorto un altro impegno.

- Ra...ragazzi, calmatevi! -
- Owada, le obbiezioni sollevate da Togami sono sensate -
- Lo capirebbe anche un essere dal cervello monocellulare come Hagakure che ho ragione -
- No, sono delle scempiaggini! Solo delle cazzate! -
- Allora non venire a piangere da me quando ti ritroverai un coltello piantato nello stomaco, idiota -
- Se mai mi dovesse succedere, di certo non verrò da te, serpe -
- Ora sarebbe meglio discutere sulle varie possibilità che questa eventualità comporta -
- Ha ragione Kirigiri, forza smet-...-
- Testa a granoturco -
- Stupido bimbetto viziato -
- Gorillone pompato! -
- Signorina con le braccia a stecco! -
- Brutt...-
- FATELA FINITA! - l'improvviso richiamo all'ordine di Kyouko fece calare un silenzio tombale nel corridoio, azzittendo i due ragazzi che per poco non erano venuti alle mani, i quali ora la fissavano stupiti, del tutto colti alla sprovvista da una simile reazione da parte sua.
Anche Makoto la guardava leggermente sconvolto, lo aveva spaventato.
- Bene - si schiarì la voce, - Come dicevo, ritengo che le osservazioni di Togami aprano una serie di possibilità per nulla improbabili - ammise, riprendendo a parlare prima che l'ereditiere o chiunque altro potesse commentare. - Però è anche vero che non bisogna prendere per vere delle semplici supposizioni - l’occhiata che Owada riservò al biondo valeva più di mille parole “hai capito, stupida serpe arrogante?” - Non abbiamo prove che dimostrino la sua teoria, quindi, al momento, ritengo che la cosa migliore da fare sia di parlare con Ishimaru. A seconda di ciò che ci dirà, potremmo decidere come agire... Tutti d'accordo? - e fissò allungo i due, trovandoli sul momento a fucilarsi tra loro con lo sguardo, - Siamo tutti d'accordo? - ripete, il tono pesante,
- Siii..- affermò con un timido cenno Naegi, mentre Owada grugniva e Togami scuoteva leggermente il capo.
Kirigiri sbuffò, esausta, sapeva che al momento non avrebbe ottenuto di meglio, anzi, doveva già ritenersi fortuna per essere riuscita a sedarli, vista la situazione difficile che si trovava a risolvere temeva di non essere ascoltata. Bastava un passo falso perché la sua autorità crollasse come un castello di carte, un unico errore, dall'una o l'altra parte, per perdere l'appoggio del motociclista, dell'ereditiere o di entrambi, proprio ora che cominciava a ritenerli meno inutili di quanto sembrassero assieme.
L’era capitata proprio una bella gatta da pelare, tra le mani aveva finalmente la possibilità di trovare risposta a tutte le proprie domande e ai misteri che avvolgevano la scuola e la figura del Burattinaio. Guardandola oggettivamente teneva delle ottime carte, ma se le avesse giocate male avrebbe perso tutto, quasi certamente anche la vita.
Chissà se Celestia provava la stessa frenesia, che in quel momento attraversava Kirigiri, quando giocava d'azzardo, se era così la ragazza cominciava a capire cosa la attirasse tanto.
- Ora non dobbiamo far altro che aspettare che il capoclasse si svegli e...-
La porta a scorrimento dell'infermeria, prima leggermente socchiusa, con uno spiraglio di appena un paio di centimetri, si spalancò del tutto, mostrando un Ishimaru al quanto malandato, il torace quasi totalmente coperto dalle bende bianche e una fasciatura attorno alla fronte - a causa della quantità di medicazioni si portava addosso un pesante odore di disinfettate -, la camicia che indossa era stata gettata, ridotta ormai a brandelli, si presentava con indosso solo i pantaloni, stracciati però dal ginocchio in giù.
- Comprendo la fretta... - parlò mentre si sorreggeva alla soglia con entrambe le mani per tenersi in piedi, il fiato corto a causa dello sforzo. - ... ma non accetto di rimanere in queste condizioni all’interno dell’ambiente scolastico - e fu come se le sue parole uscissero dalla voce registrata in una vecchia cassetta che nessuno si aspettava di riascoltare, per la prima volta da quando lo aveva trovato, Owada si rese conto che l’amico era davvero vivo, che era di fronte a lui. "Non è morto..." si trovò a ripetersi, "non è morto per colpa mia.." e anche se era un mister muscolo di un metro e ottanta, ci mancò poco che non piangesse dal sollievo, gli era appena stato tolto un macigno dal cuore.
- Traduco: mi vorrei vestire - si trovò ad aggiungere Kiyotaka, credendo di non essere stato capito visto le facce allibite che accolsero la sua richiesta, forse aveva detto qualcosa di sbagliato o si era spiegato male (per un qualche motivo gli succedeva spesso), non comprendeva gli occhi sgranati di Naegi e il volto improvvisamente scuro di Mondo.
"Ho... ho finto di essere tranquillo quando Kirigiri me l'ha detto, ma, ma ora che c'è l'ho davanti" pensava Makoto in uno stato confusionale, era stato appena informato di quella novità e il suo cervello non aveva avuto ancora il tempo di metabolizzarla. Per qualcuno creduto morto, Ishimaru se la passava piuttosto bene, seppur non sembrasse aver avuto molto tempo per riposare viste le profonde occhiaie scure che gli cerchiavano gli occhi.
- Certo - si riprese rapidamente dallo stupore, il quale non le aveva attraversato il viso, Kirigiri, aveva giudicato che il capoclasse avrebbe impiegato almeno un paio di giorno per riprendersi dalle ferite, o per lo meno per recuperare abbastanza lucidità da riuscire a parlare, e di solito su questo non si sbagliava. Doveva però ammettere di essere più ferrata a fare le proprie osservazioni sui cadaveri, che su qualcuno di vivo. - Owada, accompagnalo alla sua stanza, dubito che riesca ad arrivarci da solo - acconsentì, trovandosi ancora leggermente incredula per il proprio errore di valutazione,
- Owada..? Sicura sia una scelta azzeccata? - intervenne con tono ironico Togami, dopo tutta la discussione avvenuta poco prima non pensava che lasciare quei due da soli fosse un’idea molto sensata,
- Ti stai proponendo per accompagnarli?- gli riservò un'occhiata eloquente lei, che però rimbalzò sulla superficie dell'ereditiere, ci aveva fatto l'abitudine.
- E rovinare il momento idilliaco trai due con la mia meschinità?.. Ma non sia mai. Propongo Naegi - si tirò subito indietro, usando l'asso nella manica che, essendo stato momentaneamente indisposto, non aveva potuto sfruttare da un po',
- Proposta accolta - accettò Kirigiri, senza pensare neppur per un momento di interpellare l'interessato. Naegi aveva provato quasi una certa nostalgia per il trattamento con cui quei due erano soliti trattarlo, quasi però, poiché alla fin fine lo urtava un po' essere usato come una pezza da piedi.  - Owada, Naegi, accompagnate Ishimaru alla sua stanza - riformulò l'ordine il caporale Kirigiri, - Fate però attenzione, non sappiamo ancora in che genere di situazione siamo capitati, Monokuma potrebbe saltare fuori da un momento all'altro con una delle sue sorprese -
- No, non credo che al momento interverrà...- s’intromise Ishimaru, il volto già bianco fattosi di un colore cereo.
- Perché lo dici?- non ebbe modo di trattenersi Byakuya, per quanto avessero appena tacitamente concordato di rimandare le domande a più tardi,
- Perché non c'è abbastanza... Disperazio-ne - e con quell'ultima parola ancor a fior di labbra Kiyotaka collassò, scivolando lentamente lungo lo stipite della porta, perdendo i sensi.


Togami e Kirigiri rimasero soli dentro l'infermeria, dopo che il capoclasse era svenuto lo aveva rimesso a letto, questa volta premurandosi di attaccargli una flebo al braccio, era più sicuro che fargli una trasfusione di sangue, viste le loro scarse conoscenze in campo medico, e di certo male non gli faceva.
- Dov'è che Oogami ha imparato tutte queste cose? - domandò il biondo, rivelando i pensieri che lo assalivano in quel momento,
- Chissà...- fu la risposta di Kirigiri, - Non serve molta esperienza per infilare un ago in un braccio, basta prendere la vena... Se si fosse trovata ad assistere qualcuno in ospedale, non le ci sarebbe voluto poi molto per imparare - osservò limitandosi però a questo, a differenza dell'ereditiere non aveva alcun interesse di sapere il passato della lottatrice. - Non penso comunque che sia diventata tanto pratica perché si dopa - puntualizzò azzeccando i pensieri dell'ereditiere con la stessa precisione con cui leggeva quelli di Naegi. - Non ha alcuna cicatrice tipica di chi ne fa uso, né ha mostrato i disturbi da crisi d’astinenza... e poi non sembra il tipo - l’ultima affermazione non era molto logica, ma dopo quelle settimane di prigionia Kirigiri, come tutti gli altri, non poteva evitarsi di cominciare a provare un reverenziale rispetto nei confronti di Sakura.
- Muscolosa com'è... qualche dubbio è normale - borbottò Byakuya colto in fallo, lasciando che la conversazione cadesse nuovamente nel silenzio, avvertendo il disagio tipico di chi sa di aver detto qualcosa di sciocco. "Ma quanto ci mettono quei due?!" cominciò a rimpiangere l'assenza di Naegi e del motociclista, i quali erano stati incaricati di andare nella camera di Ishimaru (usando il passepartout del preside), a recuperare i vestiti che quest'ultimo aveva richiesto - un capoclasse degno di tale titolo non poteva certo mostrarsi senza divisa a scuola -, con loro presenti si sarebbe rapidamente tolto d'impiccio, invece di stanziare in quel sottile imbarazzo.
- Allora è vero che hai una fissazione per la muscolatura - il commento successivo di Kirigiri non lo aiutò a sentirsi meno a disagio,
- E questa da dove ti è uscita? - ebbe un moto d’irritazione ad attraversagli la fronte, trattenendosi però dall'esternarlo troppo, non doveva certo comportarsi come uno stupido scimmione violento e pompato di sua conoscenza.
- Fai continui riferimenti alla stazza di Owada -
- Per nulla! - si difese, forse con eccesiva veemenza,
- Ultimamente il tuo insulto preferito nei suoi confronti è "stupido scimmione pompato" - e Togami qui non aveva modo di ribattere, avendolo appena pensato - ... in più ti ricordò che ho origliato il vostro discorso nello sgabuzzino - sì, questo aveva preferito scordarselo.
- Kirigiri...- all'improvviso a Byakuya sorse un dubbio, - Ti stai annoiando? -
- Il tuo intuito ultimamente lascia al quanto a indesiderare, Togami. Sei distratto - evitò di rispondergli, segno che il biondo aveva visto giusto, e che lei aveva preso a punzecchiarlo di proposito,
- E questa per te è una buona scusa per irritarmi? -
- Sì, se ciò ti riporta a ragionare lucidamente - "oh, sta per farmi la predica" intuì Byakuya, sbuffando interiormente, ricordando come il discorso di poco prima fosse degenerato a causa sua, - ... lo so che come rapporti umani, noi due non sia poi tanto dissimili - ovvero, "non siamo affatto in grado di rapportarci con gli altri", - Ma, visti i trascorsi, è lampante che Owada non possa tenere un pensiero logico se si tratta di Ishimaru, sopratutto ora che è appena ricomparso -
- Anche tu hai affermato che non ho detto nulla di sbagliato - ribatté lui, punto sul vivo, sapeva dove la ragazza volesse andare a parare e non gli piaceva,
- Non sto dicendo di non trovare "possibili" le tue teorie, sto affermando che non dovevi esporle di fronte ad Owada - il viso di Kirigiri appariva impassibile come al suo solito, ma c'era qualcosa nella sua voce che tradiva una qualche emozione, irritazione sopratutto.
- Non puoi aspettarti che qualcuno si fidi di te se tu continui a tenergli nascosto qualcosa, Kirigiri! - sbottò Togami, solo poi avrebbe compreso il peso delle proprie parole, - Devi smetterla di avere dei segreti per poi rivelarli quando ti fa comodo! - era qualcosa che lo aveva sempre urtato, poiché credeva fosse solo suo il diritto di farlo, e da tempo desiderava confidarglielo. -.. anche con quello scimmione - riprese - C’è la possibilità che Ishimaru abbia sempre collaborato con il Burattinaio, e che gli eventi del processo per l’omicidio di Fujisaki siano stati solo una farsa, una finta per farci credere della sua morte - la voce gli calò, insieme alla furia che lo aveva spinto ad alzare il tono, era strano, per quella parte menefreghista di lui, prendere tanto a cuore una situazione che non lo toccava direttamente. - ... se ciò fosse vero -
- Allora l'esecuzione del colpevole Mondo Owada è solo stata rimandata, non cancellata - concluse per lui Kirigiri, sorridendo all'esitazione del biondo, - Cosa c'è, ti sei fatto più sentimentale, Togami? -
- Diciamo che, ora che tu e Naegi avete consumato, mi sentire il terzo in comodo se quel babbione crepasse - rispose, deciso a punzecchiarla a sua volta,
- Che blando tentativo di cambiare discorso -
- Però sei arrossita -
- Quello che abbiamo o non abbiamo fatto io e Naegi non sono affari tuoi - puntualizzò, fissando il suo sguardo viola in quello dell'ereditiere, affermando la sua compostezza e autocontrollo, un po' di rossore sulle guance non dimostrava nulla.
- Vero...- ammise lui, divertito di aver trovato qualcosa che potesse alterarla a tal punto, - però ti faccio notate che non hai negato -
- Il silenzio ha molte interpretazioni, è da sciocchi credere che esso sia un sintomo di colpevolezza o una risposta affermativa - incrociò le braccia al petto, non mostrandosi particolarmente interessata dalla conversazione, per quanto le guance rimanessero di un rosso acceso,
- Stai facendo troppi giri di parole, anche per te Kirigiri - la derise Byakuya con quel sorriso ironico da serpe.
- Vi pregherei di fare questo discorso altrove - quel giorno sembravano andare di moda gli interventi a sorpresa, la voce di Ishimaru li colse per la seconda volta alla sprovvista, sorprendendoli a discutere,  il ragazzo si era nuovamente svegliato, ancora una volta a causa della confusione creata dai suoi compagni. - ... come capoclasse sarebbe mio dovere avvertire il docente, se venissi a sapere che all'interno della scuola sono avvenuti degli atti disdicevoli - aveva avuto tutto il tempo di ascoltarli, più o meno da quando l'ereditiere aveva finito per alzare la voce, destandolo. Approfittando del fatto che nessuno dei due sembrasse prestargli la minima attenzione, era rimasto in silenzio, con gli occhi sbarrati, fingendosi ancora addormentato. Origliandoli si era così fatto un'idea ben chiara dei loro sospetti, ma riteneva fosse più saggio, per il momento, fargli credere di non esserne al corrente.
- Continuo a trovare assurdo il tuo attaccamento al ruolo di capoclasse - commentò Togami, trattandolo freddamente, il modo in cui si rivolgeva a chiunque,
- Forse hai ragione...- non poté dargli torto Kiyo, l'aria leggermente impacciata nel grattarsi la guancia, solo nel muovere il braccio sembrò accorgersi della flebo a cui era stato attaccato. - ... ma se non mi aggrappassi al titolo che ricopro (e per cui sono finito qui dentro), credo che avrei perso da un pezzo la mia sanità mentale - aggiunse continuando a fissare, con sguardo assente, il tubicino trasparente colmo di quel liquido simile ad acqua, non si mostrava particolarmente colpito dal comportamento dell’ereditiere, ma solo stanco, con quegli occhi rossi incavati e cerchiati di nero dalle occhiaie, che rendevano ancor più evidente il colore scarlatto delle sue iridi.
- Poco fa hai detto che comprendi la nostra fretta..- intervenne Kirigiri, ricordandogli le parole che aveva pronunciato prima di svenire sulla porta dell'infermeria, -... quindi, ti chiederei di rispondere a qualche domanda - sarebbe stato meglio se, al posto dell'ereditiere, fosse stato presente Naegi, rifletté, riservando allo stesso tempo un'occhiata leggermente contrariata al biondo. Non sapevano quali torture il capoclasse avesse subito, e temeva che il comportamento troppo cinico (logico) e diretto di entrambi potesse portarlo a non voler più collaborale con loro. Il tatto tipico del piccoletto avrebbe fatto comodo a Kyouko, ma non poteva attendere il suo ritorno, perché con lui sarebbe giunto anche Owada, e riteneva fosse meglio che lui non vi assistesse. Un attaggiamento iperprotettivo alimentato dai sensi di colpa da parte sua, avrebbe complicato ulteriormente la faccenda, già di per sé non molto facile da risolvere.
- Va bene - acconsentì Ishimaru con un leggero sospiro, aveva smesso di fissare il sacchetto della flebo, riportando gli occhi a terra, facendoli poi vagare per la stanza, - Però ho una condizione -
- Del tipo? - non sembrò stupita della richiesta Kirigiri, mentre lo sguardo di Togami si assottigliava, sospettoso,
- Se volete sapere cosa mi è accaduto dall'istante immediatamente successivo alla mia "esecuzione", dovete promettermi che eviterete di far parola di alcuni fatti a kyou-... ad Owada - nel correggere l'appellativo con cui solitamente si rivolgeva al motociclista, arrivando a chiamarlo con il cognome, sembrava voler evidenziare il suo desiderio di tenerlo, per quanto possibile, fuori da quella storia.
- Ah, dimenticavo, in caso la risposta fosse negativa, non aprirò bocca - aggiunse subito dopo con un sorriso a labbra chiuse, all'apparenza innocente, ma che lasciava la sensazione di nascondere un dente avvelenato (c'era qualcosa di paurosamente familiare in quell'espressione, ma di certo non sul volto del capoclasse!). Vi era una nota stonata in quella situazione, ma né Kirigiri, né Togami si persero a cercare quale fosse, anche perché, con quell'ultima affermazione, il capoclasse non gli lasciava altra scelta se non quella di accettare l'offerta.
"Aveva un carattere così?" lo osservò l'ereditiere, non poteva far a meno di pensare che qualcosa non andasse, ma in realtà prima non aveva mai trascorso abbastanza tempo con Ishimaru da poter distinguere un suo comportamento ordinario e da uno insolito.

*Dlin... dlon... dlin*
-E' stato appena trovato un cadavere, che gli studenti si preparino,
tra poco si terrà il Processo di Classe -

- Eh?...- si trovarono tutti spiazzati da quell'annuncio, capace di congelare l'aria al tal punto da condensare il respiro di Kirigiri, trovatasi a sospirare, per una volta, visibilmente seccata e sfinita dalla situazione.
- Tsk... proprio adesso - si lamentò Togami mentre il capoclasse se ne rimaneva in silenzio, il volto di qualcuno sul punto di dare di stomaco, tra loro era lui quello ad aver accusato peggio il colpo,
- Chi... chi sarà - mormorò sovrappensiero, più rivolgendosi a se stesso che agli altri,
- C'è un solo modo per saperlo - non si perse in inutili congetture Kyouko, già andando verso la porta, bloccandosi però un istante prima di imboccarla, quasi si fosse rammentata di qualcosa d’importante solo all'ultimo momento.
- Togami - chiamò il ragazzo, già pronto a seguirla, il quale fu attraversato da un pessimo presentimento, - ... saremo io, Naegi ed Owada ad occuparci del caso - gli annunciò senza neppure degnarlo di uno sguardo, facendolo rabbrividì vistosamente, più dell'ennesimo omicidio era la prospettiva di rimanere fuori dalle indagini a spaventarlo.
- Chi ti ha mai dato il diritto di dispensarmi ordini? - fu l'ovvia replica di Byakuya, ricordando a se stesso che, se avesse voluto, una volta uscito da lì, avrebbe potuto rovinarla insieme a tutta la sua famiglia con una telefonata, togliendogli ogni cosa meno che le mutande (non era così cattivo).
- Passare troppo tempo con Owada deve averti rimbecillito..- commentò lei concedendogli di poterla guardare negli occhi, voltandosi e avvicinandosi con passo pesante, si aspettava una simile reazione da parte sua, ma non aveva tempo da perdere a discutere - ogni secondo lontano dalla scena del delitto era un secondo perso -, necessitava della sua immediata collaborazione. Neppure sotto tortura avrebbe ammesso di non potersi affidare ad altri se non a lui, era l'unico con abbastanza cervello di cui riuscisse (quasi) a fidarsi e cui potesse chiederlo. Era strano per lei essere costretta a chiedere tanto ripetutamente aiuto a qualcuno, ma non aveva alternative, - Ascolta...- doveva sbrigarsi.
- Lo so già - la interruppe, però, l'ereditiere, -... devo ascoltare il racconto di Ishimaru e assicurarmi che nessun Monokuma che passava da qui per caso, lo rispedisca nel regno dei morti da dove è appena tornato - fece, accennando al suo famoso sorriso da rettile, consapevole di aver colto nel segno dallo stupore che si era palesato negli occhi della ragazza. Kirigiri, doveva ammetterlo, se ne sentiva stupita, aveva davvero dimenticato che Togami non era lo sciocco che, accoppiato con Owada, sembrava essere... Forse era davvero influenzato negativamente dalla presenza del motociclista, giudicò. Il fatto che avesse usato dei piccoli accorgimenti verbali lo rivalutava ulteriormente ai suoi occhi, dire "racconto" piuttosto che "interrogatorio" le aveva fatto comprendere che si sarebbe assicurato di distinguere quale fosse la parte reale delle parole di Ishimaru dalle menzogne, senza però fargli sapere di essere sospettato. In più, il riferimento al Monokuma "che passava per caso" e al regno dei morti stavano ad indicare che non gli avrebbe permesso di fare mosse strane, con cui potesse intralciare in qualche modo le indagini.
- Bene - non aveva altro d'aggiungere Kyouko, trovandosi invece piacevolmente sorpresa, che Togami mostrasse una tale maturità, dopo il comportamento da moccioso capriccioso che solitamene teneva con Owada e con cui stava già protestando per partecipare alle indagini, la faceva ricredere sulle sue remore ad affidarsi agli altri per ciò a cui non trovava rimedio da sola.
Non era però nella sua natura non essere sospettosa per meno di un quarto di secondo, e già quando era ormai uscita in corridoio, alla ricerca di qualcuno che la potesse ragguagliarla sulla situazione, il dubbio che l’ereditiere stesse complottando qualcosa si era formato nella sua mente.

つづく
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Un ringraziamento speciale a miss yuri e blatt meister, senza di loro improbabile che questa FF sarebbe durata così allungo xD
Se vi chiedete il perché di つづく, un motivo non c'è mi andava di mettere "continua" xD
I miei NDA diventano sempre più inutili <.<
  
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