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Autore: gateship    01/03/2015    1 recensioni
La prima volta che lei lo aveva incontrato, lui le aveva dato un diario. Un diario blu come il TARDIS per poter scrivere tutte le avventure che avevano vissuto, per ricordare. E lei, fino alla fine, lo avrebbe fatto; Leggendo e rileggendo quelle storie che erano state la sua vita.
Insieme di one-shot, drabble e flash su River e il Dottore.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ambientato durante l'8x01, mentre il Dottore si sta ancora riprendendo a letto, a casa di Vastra, Jenny e Strax.

 


"Ti preferivo con la frangia." La voce gli arrivò confusa, mentre la mente, nuova e al contempo vecchia, ritornava cosciente. "Ma anche con i capelli grigi sei sexy. Peccato che non siano rossi."

"Mmm?" biascicò stiracchiando le braccia, nuove e lunghe, indolenzite.

"Ciao dolcezza." rispose lei sorridendo delicatamente.

"River?"

"Sono felice che ti ricordi di me."

"Non dovresti essere qui, torna a fare i biscotti." sussurrò confuso mentre lei continuava ad accarezzargli i capelli spettinati.

"Ci ritornerò presto, ho tre bambini che vogliono vedere la loro mamma."

"Avremo dei figli?"

Il sorriso le scomparve, mentre al suo posto si formava una smorfia di puro dolore. "No."

 "E allora cosa...?"

"Shhh. Devi riposarti."

 "Mi manchi, perchè non torni a casa?" chiese con occhi innocenti e tormentati, come se ancora lei fosse davvero lì, come se ancora potesse dargli ciò che chiedeva. Ma non era così, non più, non da un lungo, lungo tempo.

"Non posso."

"Certo che puoi, il TARDIS è meglio di Stormcage." Così indietro, con la memoria. Ancora alle loro avventure spericolare, ai tempi dei Pond, ora finiti con tanti rimpianti. Quando erano uniti, insieme alle lontre, oppure agli zygon, o con la loro strana e speciale famiglia, l'unica che avevano. Il tempo di River e il Dottore. E ora era finito, lei ogni volta ad aspettare, come avevano fatto i suoi genitori, lui, ogni volta con un senso di colpa che lo uccideva. E adesso era lì, a chiederle di ritornare, senza ricordare un trauma nascosto in un oscuro e malevolo angolo del subconscio freudiano. Ma lo avrebbe fatto, lui lo faceva sempre. Perchè i ricordi non si dimenticano, sono solo difficili, e atroci, da ricordare. E lei non voleva esserci, avrebbe fatto troppo male. Non soltanto a lui, anche a lei.

"Non posso - rispose tremante mentre lo guardava sciogliersi sotto i suoi occhi - non posso, ho... ho una partita di poker con le guardie. Dieci a uno per me. Ma sai come sono fatti in prigione, vogliono sempre la rivincita." finì. Perchè River Song mentiva. E non solo per gli spoiler, per non alterare il passato, il presente o il futuro. C'erano giorni, uno su un milione, nei quali aveva la possibilità di essere chi era realmente. E in quei giorni, mentiva per se stessa. Perchè faceva troppo male essere River Song, ma soltanto a volte, quando alla fine di un'esistenza condannata da decenni non vedeva che il buio. Quando non c'era altro che aprire il suo diario malmesso e rileggere racconti di una vita passata, serva impotente del tempo.

E ora, ora che lo vedeva su quel letto, disteso, che dimostrava gli stessi anni che aveva lei. Quando entrambi avevano il tempo che meritavano, quando il tempismo era perfetto, lui non ricordava.

Tortura infinita, senza via di uscita.

  
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