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Autore: IllySan    03/03/2015    0 recensioni
Questa FanFiction riprenderà dalla fine della Stagione 7 di Buffy The Vampire Slayer, raccontando le avventure della Cacciatrice di Vampiri e della sua scooby - gang, anni dopo, portando alla vita, una nuova ed imperdibile Stagione: la numero 8!!!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, Dawn Summers, Un po' tutti, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti, sono IllySan, la creatrice di questa FanFiction.
Voglio solo dirvi un paio di cose prima di lasciarvi alla trama: NON COPIARE,
questa storia è un RACCONTO CON DIRITTI D’AUTORE.
STA PER ESSERE PUBBLICATO, quindi qualsiasi cosa, CONTATTATEMI!
Detto ciò, spero che vi piaccia, e...Buona Lettura, ci vediamo sotto :-*

 
 

                                                                  -1-
 
In questa nuova stagione , ritroveremo i membri rimanenti della nostra amata Scooby-Gang sparsi per il mondo: partendo dalla Cacciatrice per eccellenza, Buffy, che si trova a vivere oramai in Italia, precisamente a Roma, con sua sorella Dawn, in un piccolo appartamento.

Buffy , sembrava essere la persona più serena del mondo e questo preoccò Dawn,
convinta che dietro a tanta calma potesse nascondersi un’improvvisa ed imminente esplosione,
dovuta alla perdita del suo Spike...

Non era passato molto tempo dalla sua scomparsa e così, si guardò bene dal nominarlo!


Xander e Robin Wood invece, (ex fidanzato di Faith), si erano recati in Austria
per reclutare altre potenziali apparse, mentre Willow e Kennedy, si ritrovarono in Francia.

Il loro rapporto però,  non era più lo stesso.


Intanto Faith, selvaggia e solitaria qual’era,  si era decisa di andare a Cleveland, da sola,
per distruggere quell’altra Bocca Dell’Inferno, scoperta già, durante l’ultima Apocalisse,
ma trovò logicamente, alcune difficoltà...



Per quanto riguardava Giles, ed Andrew (quest’ultimo intanto divenuto un giovane Osservatore), si trovavano in Inghilterra , per il raduno dei nuovi Osservatori,
manifestazione che si svolgeva, praticamente da sempre, ogni anno.



Buffy si trovava molto bene a Roma: si era abituata a quel caos e a quella frenesia,
aveva il minimo indispensabile, non poteva lamentarsi di nulla e la sua nuova vita, tranquilla,
(forse anche fin troppo piatta e normale),  in fin dei conti, le piaceva moltissimo.
Doveva ammetterlo almeno a se stessa.

Sapeva di poter finalmente vivere la vita che aveva sempre desiderato, ma sapeva anche,
che ormai era troppo tardi per tornare indietro...e riparare agli errori fatti in passato...

Spike compreso.
Era morto per salvare lei e il resto del mondo, e l’idea che gli attuali esseri viventi
non ne fossero a conoscenza, le provocava una tale rabbia da voler desiderare di essere morta lei stessa...quella collana era destinata a lei, non doveva rimetterci lui...

Perché si, giorno dopo giorno si struggeva per quel biondino; lei lo amava veramente,
ma purtroppo per entrambi, se ne era resa conto troppo tardi, ed ormai Spike, non c’era più.

Ogni notte, nella sua camera buia, vuota e fredda, non faceva altro che rivivere quella maledettissima sera, quando lei gli confessò di amarlo e lui, con quel suo solito sorrisino provato, che però cercava di controllare, non le aveva creduto e l’aveva ringraziata però di averlo detto...
Stava impazzendo; i sensi di colpa e la frustrazione, la stavano assalendo, e lo scorrere del tempo non l’aiutava affatto, anzi, sembrava peggiorare il suo stato d’animo...

Questo “finale” ormai, impediva la realizzazione di un possibile futuro insieme.
Si odiava per aver reso all’epoca, a Spike, il tutto più complicato ed invivibile.
Non riusciva a spiegarselo, a perdonarsi di aver fatto la stornza, la superiore con lui,
perché in cuor suo, sapeva di aver torto e di aver sbagliato fin dall’inizio, rovinando così,
il loro rapporto...

...Solo per paura...

A distoglierla da questi pensieri però, ci pensava la sua piccola sorellina Dawn,
ormai adolescente, che le stava dando molti problemi dovuti proprio all’età.

Infatti come tutte le ragazze di 17 anni, Dawn era piuttosto ribelle, testarda e difficile
da gestire e a differenza sua, Buffy, quando si ritrovò nel tunnel dell’adolescenza,
era totalmente diversa: molto più assennata e responsabile.
Ritenendosi così, in dovere di controllarla per evitarle guai, da perfetta sorella maggiore, cominciò a seguirla ovunque, tutte le volte che questa usciva, ma quella situazione durò poco; fin quando una sera, Dawn, si accorge della cosa e decide, appositamente, di fargliela pagare.




Si ricordò che durante l’estate, la sua amica Willow, le aveva insegnato alcuni incantesimi,
leggeri, non troppo complicati e pericolosi, così pensò che quello fosse il momento adatto
 di far pratica ed usarli contro la sorella, in modo di togliersela dai piedi.



Creò un demone davvero mostruoso, con tanti di quei tentacoli che Buffy, girando un angolo,
se lo ritrovò davanti improvvisamente e per difendersi da questi, perse non solo tempo,
ma anche le  tracce di Dawn, che seminata la più grande, si era nel frattempo recata in una discoteca, intenta a godersi quella serata, come non mai.



Infatti, qui Dawn, conobbe un tizio, il primo che le capitò sotto tiro:
affascinante, intelligente e piuttosto misterioso, dal nome: Alan.

Lei rimase subito colpita da questo ragazzo: era alto e snello, dai capelli rossi,
occhi di color giallo grano ed uno sguardo penetrante e misterioso...

Per non parlare poi, del suo abbigliamento; indossava una camicia verde molto attillata , tenendo i primi 3 bottoni aperti, giubbotto e pantaloni di pelle beige.
Inusuale, ma il modo di vestire di Alan, a Dawn sembrò piuttosto familiare, ma non ci diede molto peso e lasciò correre.
Alan era seduto tutto solo al bar, a bere qualche Drink di tanto in tanto,
mentre osservava con attenzione la folla di gente che si scatenava al centro della pista da ballo, strofinando lentamente le dita sul bordo del bicchiere, e fù proprio in quel momento,
che Dawn, avendo assunto fin troppi alcolici, (mischiati) e addirittura alcune pillole di estati, gli andò vicino, sorridendogli.
Iniziò a strusciarsi contro il corpo del ragazzo, muovendosi sempre a ritmo di musica,
per poi, senza pensarci due volte, offrirgli senza alcun ritegno e pudore, una notte infuocata.




Lui ovviamente accettò e durante la notte , proprio durante il post-sesso,
gli venne voglia e l’idea, di lasciarle l’ennesimo ricordino...



Dawn il mattino dopo, al sua risveglio, sentì immediatamente un forte dolore alla testa , dovuto alla sbornia (e non solo), della sera prima, si guardò intorno e  si rese conto di essere in un posto che non conosceva...
Strinse gli occhi e abbassò la testa cercando di pensare, di ricordarsi qualcosa, qualsiasi cosa...ma niente, il vuoto...
Si passò la mano sul volto e tra i capelli, ed ecco che alcuni flash le tornarono in mente,
anche se sfuocati: “Alan...”

Di scatto si voltò per guardarsi meglio intorno, ma del ragazzo, non c’era nessuna traccia.

Sospirò alzandosi a fatica dal letto e andò dritta ad aprire le tende; voleva vedere e godersi
un po’ di luce, soprattutto, voleva svegliarsi del tutto da quello stato catatonico in cui era caduta, ma quando i primi raggi del sole sfiorarono la sua pelle... Un bruciore fortissimo
la invase, come se si stesse bruciando.

Sembrò esattamente quello, anche perché un odorino di cenere,  si sparse nella stanza
e la sua attenzione, fù catturata dalla sua stessa pelle fumante...

Una lampadina le si accese e sgranò incredibilmente gli occhi, dopo aver messo insieme
i pezzi del puzzle.

Corse davanti allo specchio e (come aveva intuito), la sua immagine non si riflesse,
era come se lei non esistesse...

Di rimando ci provò ancora, non potendo credere a quello che le stava accadendo;
si portò la mano al collo, toccandosi il perimetro di pelle bianca alla ricerca di ...e sbam,
di lato, sotto i lunghi capelli, sentì la presenza di  due piccoli  fori, ancora molto doloranti.

Preso atto dell’accaduto, a Dawn non restò che crollare a terra e piangere;
era davvero disperata, non era sua intenzione arrivare a tanto...


<< Come le dirò quello che mi è successo? Come reagirà? Visto che sono sta io a seminata, lasciandola a combattere con un demone, particolarmente  pericoloso, con mille tentacoli?>>
 
Avrebbe voluto solo trascorrere un sabato sera diverso dal solito, provando esperienze nuove,
e per una volta, essere più “divertente” della sorella maggiore, ma la situazione le era completamente sfuggita di mano, ed ormai non poteva fare niente per rimediare... lo sapeva... L’unica cosa giusta che le venne in mente e fece, fù capire che era arrivata l’ora di comportarsi da adulta e, facendo un gran respiro, decise di affrontare quel casino in cui lei stessa si era ficcata, e chiamò Buffy...

 
Uno, due, tre, quattro squilli al vento, e al quinto squillo, ecco che la bionda rispose.

<< Buffy, devo parlarti... >>

<< Dove sei? >>

<< Ci vediamo a casa...Ho una cosa importante da dirti... >>


Buffy, conoscendola e percependo che nell’aria non vi era l’ombra di notizie positive,
sia dal tono di voce che dalle parole usate, si allarmò e si catapultò a casa, in pochi minuti.



Nel frattempo la “piccola peste”, si era rivestita, sistemata e avviata verso il loro appartamento, dove a breve, avrebbe dovuto confessare tutto a Buffy.


La più piccola aprì la porta di casa con molta lentezza, e appena varcata la soglia,
incrociò immediatamente gli occhi verdi della sorella:



<< Cosa c’è? Perché tutta questa fretta? >>

Urlò Buffy, alternandosi e preoccupandosi , mentre Dawn spaventata,
non riusciva ad aprire bocca...


<< Allora...?! Dove sei stata ieri sera? Che hai combinato? Parlami, cazzo, Dawn! Rispondimi! >>

A quel punto, la giovane prese coraggio e alzando lo sguardo verso la sorella, disse:

<< Sono andata a letto con uno... Non chiedermi particolari di questa nottata,
perché non ricordo nulla...ho bevuto e...credo di aver assunto anche delle pillole...
Però c’è dell’altro... >>



Buffy, rimase scioccata da quelle rivelazioni e dal tono diretto e tranquillo con cui le aveva parlato; conosceva Dawn  e sapeva che avesse un comportamento irresponsabile,
ma non non poteva immaginare che arrivasse a tanto...
L’aveva realmente sconvolta e non poteva dargliela vinta.


<< Io non posso crederci, davvero. Sei soltanto una bambina e...che hai fatto?
Hai buttato al cesso la tua prima volta come se niente fosse.

Con un perfetto sconosciuto, in discoteca, e puff... Senza precauzioni poi...
Sei in rischio di malattie, gravidanze... lo sai questo? Ti sei drogata e ubriacata...
Con quale coraggio? Perché? Sei un’irresponsabile, testarda, stupida ragazzina, alla deriva.
E la colpa non è mia, ma soltanto tua. Io non ho fatto altro che starti dietro in questi ultimi anni, da quando la mamma è morta, cercando di non farti mancare niente...
Ma tu non hai fatto altro che remarmi contro e puntarmi il dito ogni volta che potevi...
Ma chi diavolo sei tu? Che ne hai fatto di mia sorella Dawn?>>


La rimproverò duramente Buffy, dopo essersi ripresa dallo shock.
Dawn non aveva la forza di ribattere, non poteva perché nonostante le parole della sorella le fossero entrate dentro, ferendola, Buffy aveva ragione quella volta.
Anzi, in realtà, aveva sempre ragione Buffy...


Non l’aveva più guardata in faccia, aveva camminato avanti ed indietro e aveva preso a calci la sedia, che ruppe in più pezzi e calciato il cestino, che roteò a terra disfacendosi.

<< Mi hai delusa! >>

 Non sosteneva il contatto visivo.

<< Buffy, mi dispiace...I-io non volevo, credimi. >>

Tentò a dire Dawn, con la voce tremolante, sentendo i suoi occhi farsi lucidi, nuovamente.

<< No, non scusarti. Non serve... >>

Come sempre Buffy andò dritta al sodo, pungente, facendo sentire Dawn malissimo;
era delusa da se stessa...

Poteva notare, con la coda dell’occhio, che Buffy sembrava iper attiva.

<< Lo so, ho perso la tua fiducia, ma ora calmati per favore, c’è dell’altro... >>

Buffy si fermò un attimo e la guardò con sguardo indagatore...

<< Altro? Può andare peggio di così? >>

<< Forse si... >>

Soffiò in difficoltà Dawn, sentendo il peso aumentare a dismisura.

<< Parla! >>

Ordinò determinata l’altra, non immaginandosi cosa c’era ancora.
Sapeva solo che il suo sesto senso, stava impazzendo, e Buffy non era molto famosa per la sua calma ...


<< Ti sto dicendo che quello con cui sono stata a le...>>


Ma Dawn non fece in tempo a finire la frase che Buffy aveva tirato le mani in avanti scuotendole insieme alla testa, negando per non sentire...

<< Ho capito, basta! Non voglio che le immagini nella mia testa prendano a muoversi,
mi ci vorranno tante sedute per dimenticarmi questo... che schifo!>>


Dawn sbuffò e continuò...
<< Insomma, quello che stavo cercando di dirti è... che non posso essere incinta.
E’ praticamente impossibile...>>



<< E perché di grazia? Sentiamo un po’... >>


Ribattè la bionda, incrociando le braccia sotto al seno.

<< Perché Alan è un vampiro e mi ha vampirizzata! >>

Buffy rimase impassibile, ipnotizzata, immobile, non riusciva a pensare,
a respirare e le parole le morirono di gola.


<< So che sono sembrata troppo...ma non sapeva come dirtelo... >>


Sottolineò Dawn, non volendo essere così cruda.


<< Mi dispiace Buffy! Ho fatto un errore madornale. Imperdonabile e irrimediabile, ma tu...
Ti prego... Non odiarmi... Se puoi... e perdonami...>>

Esordì la più piccola, lasciandosi andare in un pianto irrefrenabile,
quasi nevrotico più che altro; non se lo sarebbe mai immaginata una cosa simile,
tanto meno lei riusciva ancora a metabolizzarlo.


<< BASTA FRIGNARE DAWN. STAI ZITTA UN ATTIMO... >>

Buffy stava sull’orlo di non si sapeva cosa.
I battiti cardiaci alternavano; irregolare era a dir poco...da un momento all’altro il suo cuore sarebbe potuto saltare fuori, strappandole il petto.
Dawn tirò su col naso e si coprì lentamente il volto, massaggiandoselo, mentre Buffy cominciò a camminare in modo frenetico ed isterico, su e giù per la camera, sbraitando, imprecando e pregando...

<< Ci dovrà essere un modo... >>

Soffiò ancora la Cacciatrice, cercando di concentrarsi e trovare una plausibile soluzione.

<< E se vedessimo il bicchiere mezzo pieno? >>

Esordì Dawn, sorridendo forzatamente, sperando di alleggerire quella tensione che si era innalzata, ma peggiorò solamente il malumore della sorella, che capì al volo,
cosa volesse intendere l’altra.


<< Ed io dovrei essere contenta che mia sorella, sia diventata una creatura della notte?
Una succhiasangue senza cuore che, andrà a togliere la vita a povere persone innocenti?
Dovrei essere contenta di venirti a cacciare per poi ucciderti? >>



Come darle tutti i torti?
<< Immagino ti dovrai abituare fin da subito... >>

Commentò Dawn, sorrise malinconicamente e scansandosi i capelli da un lato,
in modo da mostrarle, oltra alla sua nuova faccia, anche i due piccoli fori.


La fronte aggrinzita e i denti appuntiti, pieni di sangue, furono per la Cacciatrice,
la cosiddetta “goccia che fece traboccare il vaso”: gli occhi fuori dalle orbite e la mascella spalancata.

Ora Buffy non sapeva né cosa fare, né cosa dire e si ritrovò completamente spiazzata da tutta quella strana storia; neanche lei sapeva come comportarsi.
Si sentì improvvisamente come se un’immensa bolla di sapone l’avesse intrappolata,
i suoni erano ovattati, il volume era basso, le gambe tremarono e si appesantirono,
L’aria cominciò a mancarle ed il corpo paralizzato…

Capì in quell’istante che avere davanti a sè Dawn, era solo che peggio, per entrambe,
così in un momento di follia e di rabbia esplosa, fuggì da quella stanza,
allontanandosi il più possibile da tutto ciò che la circondava e la stava opprimendo.

Non era pronta ad un simile problema.
Era stato come...un affronto.
 
Corse e corse e corse, via, velocissimamente, senza guardarsi indietro e ripensarci.

Perse sia la cognizione del tempo che dello spazio e senza che se ne accorgesse,
si ritrovò stremata, priva di forza alle gambe, (oltre all’assenza improvvisa di forza psicologica), accanto alla famosa e bellissima fontana di Trevi.

Lì, piuttosto sconsolata, si lasciò cadere a terra, in ginocchio; era  distrutta,
veramente molto amareggiata...



<< ...Basta, sono stanca di tutto questo: prima mia madre, poi Sunnydale,
poi Spike, ora Dawn, i miei amici sparsi ovunque ed io sono rimasta senza nessuno... Questa vita deve essere soltanto un bruttissimo incubo...oa mi sveglio,si...
Devo svegliarmi! >>



Continuava a ripetere Buffy, tra un singhiozzo e l’altro, mentre il suo viso era continuamente rigato dalle calde e pesanti lacrime!


Pian piano però, percepì la sua vitalità, abbandonarla, anch’essa,
rendendole ogni senso offuscato, i muscoli deboli, quasi totalmente impossibile
da poter contrastare...
Cosa le stava succedendo?
Stava per svenire; troppe emozioni contrastanti tra di loro e troppo intense;
non era riuscita a reggerle e l’avevano alla fine, surclassata.


Solo a quel punto si rese realmente conto di quanto fosse ancora innamorata di Spike
e di quanto le mancasse.

Continuava ad avere gli occhi di lui stampati nella sua mente, la sua voce che risuonava limpida nelle sue orecchie,
ed il suo pensiero fisso, continuava ad essere che, se fosse stato ancora in vita, lui si sarebbe catapultato da lei, per aiutarla;
le avrebbe dato certamente una mano, perché Spike, era il suo principe azzurro,
la sua persona.


<< Spike... resta...con me... >>


Bofonchiò giusto prima di perdere completamente i sensi.
Ora, come non mai, ne era più che certa.
Lui c’era sempre stato per lei...e ovunque fosse adesso, sarebbe sempre stato con lei...

“La mancanza è la più grande presenza che si possa sentire.”
  
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