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Autore: Torma    06/03/2015    4 recensioni
Immaginate i personaggi di Hunger Games in un contesto del tutto differente di quello di Panem. Niente guerra , niente dittatura, niente Hunger games come tutti noi li conosciamo. Solo semplice vita universitaria, amicizie, lezioni ,feste e amori. Una Katniss più aperta e socievole alle prese con un Petaa che le farà battere il cuore. Tutto condito con leggerezza e allegria. Buona lettura- Torma
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Katniss Everdeen, Madge Undersee, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Ciao ciao :) Nuovo capitolo per voi. Gli Hunger Games continuano. Siamo arrivati alla terza giornata. Sono sempre molto contenta di vedere che continuate a seguire la storia. Le vostre recensioni mi fanno quasi commuovere. Grazie a tutti e Buona lettura ;) a presto -Torma.

 37.

La giornata di ieri l'ho passata interamente in compagnia di Lux. Quattro ore alla mattina e quattro ore al pomeriggio interamente trascorse al poligono. Abbiamo dedicato tutto il nostro tempo all' ultimo allenamento prima della gara e Johanna ci ha proibito di pensare ad altro. Il torneo di Beach volley per le AXO è stato includente. Johanna e Becca sono state eliminate dai ragazzi dell'Omega-chi durante la loro terza partita. Il quizzone è stato quasi un fiasco. Per tutte le ragioni possibili. Abbiamo perso e io ho perso quella stupida scommessa di Evans. Non so ancora con quale coraggio potrò presentarmi in mutande davanti a tutte quelle persone. Dovrei tenere a freno la mia vena competitiva in presenza di Thom, non mi è mai andata bene in passato e ora, dopo anni di amicizia e scommesse perse, mi ritrovo catapultata al liceo per la seconda volta. Che seccatura. Di certo non sarò molto intimidatoria con il sedere scoperto.
Ogni gara è importante per la classifica finale degli Hunger Games e Johanna si aspetta molto da questa giornata.  So benissimo che in questo momento non dovrei essere qui. Sotto a queste lenzuola blu. Sotto al fisico perfetto di Peeta Mellark. I nostri corpi fusi. La sua erezione dentro me. Cerco le sue labbra con desiderio mentre con lente spinte mi fa quasi raggiungere  il paradiso. Mi ritrovo più volte a sussurrare il suo nome mentre muovendo il bacino contro al suo non posso fare a meno di godere di questi attimi passati insieme a lui. -Ti amo anche io- dice mentre distribuisce avidi baci su tutto il mio collo. Mancano poco più di tre ore alla competizione. Mi dimentico dell'imminente gara quando raggiungo l'apice insieme all'amore della mia vita. Quando Peeta scivola fuori da me mi sento subito più vuota ma il panorama che posso osservare nel momento in cui, nudo, si alza per andare a preparare la colazione vale questa sofferenza. Lo osservo sparire oltre la porta e infilo la vestaglia di seta nera appoggiata sulla poltrona accanto al letto e lo seguo in cucina. Lo bacio prima di sedermi dall'altro lato dell'isola per guardarlo cucinare. - Buongiorno- Ci diciamo a vicenda e non posso fare a meno di sorridere guardandolo, nudo con indosso il suo grembiule preferito, rompere le uova -Dovresti prepararmi sempre la colazione vestito così.- Ammetto cercando di non arrossire.- E tu dovresti svegliarmi ogni mattina come hai deciso di fare oggi.- Mi risponde malizioso e sento le mie guance avvampare -Ogni giornata sarebbe migliore.- Incalza versandomi del caffè nella tazza, che afferro subito per nascondere il mio rossore -A che ora inizia la gara Dolcezza?- Chiede mentre con le sue natiche marmoree si siede accanto a me servendo le uova strapazzate, proprio come piacciono a me. Addento una focaccina e rispondo - Alle dieci.- Un lampo furbo passa nello sguardo di Peeta. -Allora abbiamo tempo per il bis...- Ammette malizioso e per poco mi soffoco con un pezzo di bacon per l'imbarazzo. Peeta ride e rido anche io con lui. Ho fatto molti progressi, pochi mesi fa non mi sarei mai immaginata di poter far colazione coperta da una sottile vestaglia di seta accanto a un ragazzo coperto solo da un bizzarro grembiule. E forse è proprio tutto merito suo e lo amo per questo. Lo amo non solo per chi è ma sopratutto per chi sono quando sono con lui.
Finita la colazione Peeta non mi da tempo neppure di sparecchiare, che slacciato il suo grembiule e sfilata la mia vestaglia, è subito dentro di me. È meno dolce ma più intenso e sono sopraffatta dalle emozioni quando riesce a possedermi anche sul piano della cucina. -Dopo dovremmo disinfettare.- Mi dice divertito mentre ansimante si fa strada dentro me.  -Forse si.-
 In queste settimane di preparazioni per gli Hunger Games la privazione più difficile da sopportare è stata senza dubbio quella di non poterlo vedere quasi mai. E' stata senz'altro la sua assenza la cosa peggiore. Morire di fame non sarebbe nulla a confronto a una morte senza Peeta.  Peeta è la persona che rende la mia vita migliore. So benissimo che a volte il desiderio per Peeta mi  sfinisce. A volte la sua assenza fa così male da spezzarmi il cuore, sono anche consapevole che questo desiderio può rovinarmi la vita. Da un momento all'altro lui potrebbe andare via , ma per quando possa essere spaventosa l'idea di perderlo non rinuncerei mai agli attimi passati insieme a lui... Sono sicura che qualunque cosa accada io vorrò sempre Peeta al mio fianco. Per una volta nella vita so cosa voglio ed è qui davanti a me. L'unica persona in grado di farmi sentire viva anche in una cucina dopo essermi rimpinzata di uova e focaccine. Il mio Peeta.
Senza lasciarmi per un secondo, con il mio corpo attorcigliato al suo, Peeta mi porta in braccio in bagno dove facciamo insieme una doccia veloce per ottimizzare i tempi. E' rilassante massaggiare lo shampoo sulla sua chioma bionda mentre mi pettina i capelli aiutato da un pettine. Anche i gesti più semplici in compagnia di Peeta diventano fantastici. Il mio amore per lui è così grande da fare male. Vorrei passare il resto della vita con lui. Potrei Morire se non fosse così.
Finiamo di prepararci mentre Peeta fa di tutto per stuzzicarmi. Scoppia in una fragorosa risata quando nota la biancheria che ho scelto per gareggiare e non può fare a meno di commentare -Non mi sarei mai aspettato di vedere tutti i sette nani in fila sul tuo sedere.- Ride e delle piccole lacrime si formano agli angoli dei suoi occhi. Gli lancio un cuscino in faccia -Si da il caso che queste culottes siano le più coprenti che ho, da quando Madge ha insistito per rivoluzionare il mio cassetto della biancheria.- Rispondo esasperata guardando torvo nella sua direzione e poi spostando l'attenzione sulle mutandine della Disney che coprono, per bene, il mio sedere. Nonostante le prese in giro continue neppure in ascensore il ragazzo biondo riesce a tenere distanti le sue labbra dalle mie.
 -Perderai per me?- Mi chiede malizioso -Scordatelo Mellark!- Gli rispondo facendogli una linguaccia e salgo in auto dopo aver  riposto il mio arco nel bagagliaio.
Accanto a me Peeta cerca di dissuadermi dal dare il meglio di me per favorire i Dtau: -Dai piccola... Dai modo anche agli altri di divertirsi, se non sbaglierai nemmeno un colpo sarà noioso.- Insiste ridacchiando -Di nuovo con questa storia?- Rido nella sua direzione mentre seduta sul sedile del passeggero sistemo la  treccia, che in ascensore ha avuto a che fare con le morbide mani di Peeta. -Ti ho osservato tutto il giorno ieri.- Mi ricorda- Puoi benissimo vincere anche sbagliando qualche colpo.- Sorride -Non sarà divertente se umilierai i tuoi avversari.- A queste parole scoppio a ridere mentre il desiderio di vittoria inizia a bruciare dentro me. -Vorrei solo ricordarti che ieri avevo i pantaloni.-  Il mio animo è fatto per le competizioni e non sarà di certo il fatto di gareggiare in mutande a distrarmi. -Almeno ci sarà qualcosa di interessante da guardare.- Ride Peeta -Non sei geloso che questo- e indico il mio sedere -Verrà ammirato da tutti?- Chiedo per sfidarlo -Non sono una persona gelosa signorina Everdeen. E poi sono sicuro che tu sei mia, quindi non c'è motivo di preoccuparmi del tuo bellissimo sedere.- dice lasciandomi di stucco.
Poco prima di arrivare al parcheggio del poligono passo in rassegna mentalmente le gare a cui ho partecipato in passato per concentrarmi. Arrivare prima in qualsiasi cosa facessi era l'unica cosa che mi dava sicurezza e che infondeva un po' di speranza e sollievo alla mia famiglia. Dare a Prim e mamma qualcosa in cui credere era di essenziale importanza prima di partire per Providence. Lottavo per loro. Eccellevo per loro. Vivevo e respiravo per loro.  Quando, arrivata all'ingresso degli spogliatoi, noto due chiome bionde ad aspettarmi , il mio cuore perde un battito. Sono qui. Sono qui per me. Corro ad abbracciare la mia sorellina lasciando a terra le mie cose. Profuma di casa la mia paperella, la stritolo in un abbraccio mentre caccio indietro le lacrime. Non posso piangere. La mia sorellina e mia madre sono a Providence per me. -Siamo venute a fare il tifo per te!- Mi confessa Prim sciogliendo il nostro abbraccio, osservo i delicati tratti del viso di mia sorella e non posso fare a meno di sorriderle, un sorriso dolce che raramente dedico a qualcuno, eccetto Peeta. - Nonna e nonno stanno cercando dei posti in tribuna. Hanno detto che ti saluteranno più tardi.- Aggiunge Prim. - Ah.. Emh... Cosa? Ok...- Ci sono anche loro? Bene.  Con quale coraggio li saluterò più tardi, dopo il mio spettacolo in biancheria intima? Vorrei sotterrarmi ma nel frattempo saluto mia madre. Il suo abbraccio mi infonde sicurezza, la sua stretta, però, è diversa da quella di Prim. Mia madre mi stringe come se fossi l'unica cosa che possa aiutarla a stare in piedi. Sono il suo sostegno in questo momento e capisco che in questo istante sta dando il massimo per non crollare. Se il campus per me rappresenta la via di fuga per non pensare a mio padre per lei è il contrario. Immagino come per lei ogni luogo e angolo di questa città possa ricordarle il suo amore perduto . La abbraccio più forte per farle capire che comprendo appieno cosa sta provando. La Brown senza Peeta sarebbe un incubo. Non potrei più aggirarmi tranquillamente tra queste mura. Ogni parte di questo complesso è legata irreversibilmente ai nostri momenti insieme. Il chiosco di Sea. La sede della AXO. La classe di storia. La sede della Dtau. Il parco. Ogni luogo racchiude in sé ricordi di Peeta e sicuramente ci saranno un' infinità di luoghi che ricorderanno, a mia madre, mio padre.
Decido di confidarle della scommessa per distrarla, non dice nulla, si limita a sorridere, ma questo mi basta. Sciolgo l'abbraccio e ammiro il coraggio di mia madre. Se fossi al suo posto non so se ce la farei.
-La gara inizia tra poco, ci vediamo dopo?- Le saluto mentre mia madre poggia le sue labbra sulla mia fronte. - Fagli vedere chi sei.- Quattro parole diciassette lettere e so per certa che oggi il mio arco non sbaglierà nemmeno un colpo. Per loro. Per nonna, nonno, Prim e soprattutto per mamma.
Entro a testa alta negli spogliatoi del poligono e non mi sorprende di vedere Jo seduta su una panchina ad aspettarmi. I capelli scuri le ricadono poco più sotto le sue spalle piccole e ossute. Mastica nervosamente una gomma e appena mi vede scatta in piedi lanciandomi il suo sguardo più feroce. -Dove sei stata? Quando pensavi di dirmi della scommessa?!- Mi chiede furiosa. Rimango immobile davanti a lei, riflettendo su quanto possa essere pericoloso raccontarle la verità... Alla fine alzo le spalle e lascio cadere le mie cose sulla panchina davanti a lei sorridendo. Non riuscirà a distruggere il mio buon umore. -Ovunque io sia stata posso assicurati che non influirà sulla mia prestazione. E di certo neppure il mio abbigliamento!- Le dico beffarda ,mentre lascio cadere ai miei piedi i pantaloni della tuta. Joh stupita per la mia risposta e sopratutto per la mia reazione non riesce a controbattere e mi risponde con un alzata di spalle -Sarà meglio per te Everdeen! Carine le culottes con gli Hobbit.- Dice ammiccando e lascia in fretta gli spogliatoi dopo avermi fatto un occhiolino. -Fagliela pagare!- Dice chiudendo la porta.
Rimango sola per pochi minuti per poi decidere di avviarmi. Scendo i pochi gradini che mi separano dalla zona di tiro e sono calma. Attorno a me vedo l'agitazione negli occhi degli altri concorrenti e non posso fare a meno di sorridere. Questo mi diverte. Il fatto che loro siano in difficoltà mi rende ancora più sicura di me. Nonostante il mio abbigliamento. Mi sento bene. Sono nel mio ambiente. Noto che molti stanno provando i cinque tiri concessi di prova prima dell'inizio della gara. Molti si girano a guardarmi e bisbigliano. Ma so essere superiore e li ignoro. Mi posiziono alla sinistra di Lux e la saluto con un semplice eih prima che lei centri il bersaglio quasi nella metà. Vedo frecce volare ovunque e sono rassicurata dalla presenza dei vetri di protezione posizionati di fronte al pubblico. Prim e il resto della mia famiglia è seduto accanto a Peeta. E' raggiante. Noto qualcosa di luccicante sul suo cuore, anzi su i cuori di tutti loro. Qualcosa luccica sul loro petto. Quando riesco a mettere a fuoco l'oggetto, sento le mie guance infuocarsi per l'imbarazzo . Spille d'oro con la mia faccia è una scritta di incoraggiamento. Dal sorriso che Peeta mi regala intuisco che è contento della mia reazione alla sua trovata, perché di certo é opera sua. Lascio perdere la mia tifoseria, che non sembra per niente colpita dalla mia uniforme, e do un ultima occhiata ai miei sfidanti. Gale è seduto a poche postazioni di distanza. Sicuro di sè. Il sorriso arrogante sul volto. I boxer grigi ben riempiti. Sa di essere uno dei migliori, non si degna neppure di fare i tiri di prova, limitandosi a guardare gli altri e a sfoggiare la sua biancheria firmata, sicuramente un regalo di Madge. 200 $ di mutande! Da pazzi. Mi avvicino alla mia postazione di tiro. Accarezzo il mio arco in cerca del mio bersaglio alternativo. Non voglio dare spettacolo prima del tempo. Voglio risparmiare i miei tiri perfetti per la gara. Scocco la prima freccia e va a infiltrarsi proprio sopra la testa dell'omino raffigurato sul cartello, che indica l'uscita di emergenza . Perfetto penso. -Maledizione!- Sbuffo esageratamente mentre le due ragazze delle Sigma Nu iniziano a ridere di me. Ridete pure. Sfoggio il mio migliore sorriso imbarazzato e solo Lux sembra impressionata. Si avvicina e sottovoce mi chiede: -Volevi colpire la testa di quel disegno?- Annuisco impercettibilmente. -Sei diabolica!- -Mai dare modo al tuo avversario di conoscere le tue capacità. Sono già abbastanza a nudo.- Le sussurrò scherzosa mentre mi accingo a scegliere il bersaglio successivo. Lo vedo e prima di scoccare la seconda freccia avverto Lux. -La lampadina!-  In un secondo la luce rossa, che illuminava l'uscita di emergenza è in mille pezzi. Mi scuso fingendo di essere mortificata mentre ormai Lux ha perso interesse nel tirare le sue frecce per osservare me. -Scegli qualcuno che sta tirando- le bisbiglio. Lei alza le sopracciglia confusa. -Tranquilla non colpirò nessuno.- La rassicuro. La bionda guarda a destra e poi a sinistra, per poi alla fine dire: -Robert.- Indica un ragazzo abbronzato a poche postazioni più in là di Gale. -Perfetto.- Lo guardo mentre sistema la  freccia sull'arco. Prendo la mia. La sua freccia viene scoccata ma non arriva al bersaglio perché la mia la intercetta prima, scagliandola lontano. Lux è a bocca aperta mentre Robert lancia verso di me insulti minacciosi: -Torna nella foresta Biancaneve!- Crede che sia stato un incidente. Che ingenuo. Mi siedo tranquilla mentre ormai gli altri ragazzi pensano che io sia un incapace. Vedo al di là del vetro Johanna battere le mani consapevole che i miei non siano stati sbagli e sorrido.
L'ordine di tiro oggi sarà casuale e quando estraggono i nominativi il mio nome è l'ultimo a essere chiamato. Ottimo! Non potrei essere più felice. La gara verrà divisa in due momenti: nella prima parte tutti e 24 avremo la possibilità di lanciare 12 frecce alla fine delle quali, i 12 con i punteggi migliori potranno proseguire il turno per scoccare nuovamente 12 frecce e decretare la classica finale. Sarà una gara facile ne sono sicura e quando i primi concorrenti si posizionano nelle rispettive postazioni ne ho la certezza. I sette tiri iniziali  sono scarsi. In ottava postazione c'è Lux. La osservò mentre cammina e si posiziona dritta davanti al bersaglio , allunga la corda con decisione ma dalla vibrazione impercettibile che posso cogliere , so già che la sua freccia si conficcherà circa 10 cm dal centro. Ed è così. Ho quasi paura di me stessa ora. Lux mi sorride tornando a sedersi accanto a me e dopo il tiro penoso di un certo Messalla è il turno di Gale. La concentrazione di quel ragazzo mette i brividi. Non ha accennato nemmeno un sorriso da quando ha messo piede nel poligono. Posso vedere i muscoli tirati sotto alla sua t-shirt blu. Nonostante le prese in giro e i commenti compiacenti di alcune ragazze sono certa che nel suo sangue scorre tensione mista a voglia di vincere. È sempre stato proprio di Gale questo atteggiamento. Lo conosco da una vita, so quanto diventa intrattabile se c'è di mezzo un premio. Madge no. Non conosce questo lato di Gale ed infatti incrocio il suo sguardo nervoso sugli spalti proprio pochi secondi prima che Gale scocchi la freccia e faccia centro. C'era da aspettarselo. Avrei potuto scommettere che non avrebbe sbagliato. Nonostante sia un giocatore di football durante la nostra infanzia Gale ha sperimentato tutti gli sport. Era un ragazzino vivace e a volte inquieto.  Consigliarono ad Hazel di fargli provare anche uno sport che potesse essere una valvola di sfogo senza scontro fisico, quindi venne al poligono con me per parecchio tempo. Si siede senza guardare nemmeno nella mia direzione e questo mi irrita un pochino ma lascio perdere all'istante. Non vincerà. Non mi lascerò distrarre da nessuno. Nemmeno da lui.
 L'attesa invece di innervosirmi inizia a caricarmi e mentre aspetto che la ragazza prima di me finisca il suo turno fremo di mettere le mani sul telaio del mio arco. Viene chiamato il mio nome al microfono e a passi lenti raggiungo la postazione. La pelle d'oca sulle mie gambe è piacevole. Devo trattenere l'impulso di correre e saltare per colpire il bersaglio mentre sono in movimento. Respiro regolarmente mentre con eleganza impugno la parte curva e pizzico le corde per un millesimo di secondo. Da regolamento ho diritto a prendermi tutto il tempo che desidero ma non riesco più ad aspettare. Individuo il cerchio giallo. Rigiro la freccia tra le dita velocemente e tiro. Il respiro si ferma mentre aspetto che la freccia colpisca il centro esatto del bersaglio. Il cuore batte nel mio petto ed è una sensazione viva, vera ed estremamente bellissima. Posso sentire alle mie spalle commenti maligni tipo: La fortuna del principiante . Solo culo. Saranno le mutande fortunate. Ma non li ascolto e  la gara prosegue. Alla settima freccia che scocco senza sbagliare la maggior parte ha capito il mio bluff, ma è troppo tardi. Capeggio la classifica al primo posto a pari merito con Gale, che non sembra intenzionato a sbagliare, mentre Lux è a pochi punti da noi in seconda posizione. Forza club degli arcieri! Yuppi! Dentro di me inizio una danza scatenata mentre impassibile rimango seduta a osservare gli altri.  Il resto dei concorrenti cerca di rimanere a galla ma sono pochi quelli che hanno piena coscienza di come usare l'oggetto chiamato arco. La gara prosegue per il resto della mattina lentamente, il pubblico va e viene,  non tutti hanno pazienza di assistere. Sono contenta di vedere che la mia famiglia e Peeta siano ancora sorridenti come lo erano al mio primo centro. Applaudono silenziosamente a ogni mio tiro e questo mi riempie di orgoglio. Dimentico anche di essere in mutande davanti all'intero campus. La lunga mattina termina con la dodicesima freccia e il dodicesimo centro. La voce al microfono ricapitola la classifica e il mio nome viene annunciato insieme a quello di Gale. Siamo in parità. Per ora. Veniamo congedati per il pranzo visto che la gara riprenderà nel pomeriggio. Ho fame e bisogno di riposare. Sia le braccia che le spalle sono indolenzite e sopratutto voglio mettermi un paio di pantaloni. Abbandono tutta la mia attrezzatura a bordo campo e corro dalla mia famiglia subito pronta a congratularsi con me. Abbraccio la nonna e il nonno che scherza con me: -Ragazza dove hai lasciato i pantaloni?- Mentre la nonna la prende più seriamente brontolando un po' e rimproverando la mia sfacciataggine. Mia madre a stento trattiene le lacrime appoggiata a Prim - Mamma?!- Le dico con il più tono dolce che possa emettere, e quello che dice mi colpisce dritta al cuore. -Tuo padre sarebbe fiero della sua bambina..- Papà... Uno dei motivi per cui mi avvicinai a questa disciplina... Un fiume di ricordi mi travolge e sento quasi il cuore scoppiare. È la mano di Peeta, che appoggiata sulla mia spalla, mi fa rinsavire - Allora mia piccola Robin Hood, o preferisci Biancaneve, cosa desideri per pranzo?- Mi domanda con amore. La mia riposta non tarda ad arrivare: -Pizza e patatine!- Noto Madge in disparte e decisamente poco a suo agio. Senza farmi notare dagli altri che iniziano a scendere dalle tribune mi avvicino. -Eih tutto bene?- So che la domanda è stupida, ma cosa altro potrei dire? -Vorrei risponderti di si.- La sua sincerità mi spiazza -Vorrei andare da Gale... Ma oggi sembra che lui mi consideri una distrazione.- E' triste e mi racconta di una beve discussione prima della gara. Cerco di consolarla ma quando i suoi occhioni verdi iniziano a inumidirsi per lacrime non so più cosa fare. -Piccola!- Alle mie spalle risuona la sua voce famigliare. Vengo superata dal mio migliore amico che abbraccia stretta Madge sussurrandole parole di scusa tra i capelli. -Scusa non è colpa tua se sono a capo di una confraternita di smidollati, non dovevo scaricare su di te il mio nervosismo. Scusami. Puoi perdonarmi?- -Sei un idiota Hawthorne, ma ti perdono.- Risponde Madge con il suo solito sorriso  e sono contenta che il peggio sia già passato. -Andiamo a mangiare?- Chiedo divertita -Si! Sto morendo di fame! Ma prima mettetevi dei pantaloni.- Ci invita Madge ridendo, iniziando a  scendere le scale.  Trascorriamo il pranzo pacificamente abbuffandoci di pizza farcita e patatine. Nessuno parla della gara in corso. E' strano vedere la mia famiglia radunata intorno al tavolo di un fastfood ma non mi disturba. Sono felice di vederli sorridere tra di loro. Come c'era da immaginare l'argomento principale di discussione rimane l'assenza dei nostri pantaloni, nonna non riesce proprio a digerire. Sono grata a Peeta di intrattenere mia madre con le sue storie, mi sembra serena.
 Dopo pranzo abbiamo anche il tempo di fare un breve giro della città e di far vedere a Prim la sede delle AXO. Sembra entusiasta e con orgoglio dice a nostra madre che si impegnerà per essere ammessa alla Brown finito il liceo.
 Arriva presto l' ora di tornare al poligono. Lascio la mia famiglia con Madge e Peeta per poi raggiungere Gale.  Con nostra sorpresa troviamo Thom ad aspettarci all'ingresso degli spogliatoi -Che piacere vedervi. Mi hanno riferito che avete dato spettacolo questa mattina. Mi è dispiaciuto non poter assistere, ma sapete, la mia vita accademica richiede che io studi.- Ammette divertito mentre io e Gale lo osserviamo con uno sguardo truce. -Sei venuto a goderti lo spettacolo del pomeriggio Thom?- Chiede Gale indicando il suo corpo perfetto. -Di sicuro apprezzerei di più lo spettacolo che ha da offrire Kat.- dice facendomi arrossire -Ma in realtà, sono qui per un'altra cosa. -Che cosa Evans?- Chiedo indispettita incrociando le braccia davanti al petto. -Sono venuto per sciogliervi dall'obbligo di onorare la scommessa.- Lo guardiamo senza capire. -Non fate quella faccia! Sembrate stupidi!- Dice ridendo -E perchè, se possiamo saperlo, ci faresti questa gentilezza?- Chiede Gale diffidente -Beh... Ho scommesso un po' di soldi sulla vostra vittoria, non vorrei che il vostro rendimento potesse risentire  del vostro abbigliamento.- Risponde ancora più divertito -Perderei solo per farti rimettere dei soldi Thomas!- Lo rimprovero. -Sei incorreggibile Thom!- Commenta Gale colpendolo con una pacca sulla spalla. -Ma accettiamo.- Conclude abbracciandolo -Spero tanto che qualcuno questa mattina vi abbia fatto delle foto.- Afferma scoppiando a ridere. Gli tiro una sberla sulla testa per farlo smettere e entro nello spogliatoio seguita da Gale, dopo avergli fatto una linguaccia. -Ci vendicheremo! Stai in guardia Evans.- Gli gridiamo in coro mentre lo osserviamo andare via.
La possibilità di gareggiare senza più preoccuparmi del mio sedere mi infonde più energia.
Peeta sembra dispiaciuto, nel vedermi entrare con i pantaloni, mentre la nonna sorride contenta del mio ritrovato buon senso. Noto che Thom si è seduto accanto a Madge e ci salutano divertiti. Hanno fatto amicizia in fretta quei due. Madge è una ragazza molto socievole. La sua personalità riesce sempre a emergere. Non viene mai eclissata da qualcuno. Questa sera dovrà anche ballare davanti al teatro pieno di persone. Non l'ho mai vista su un palco. Ho avuto diverse occasioni di osservarla danzare ma mai in serate ufficiali. Sono curiosa.
La gara riprende ed è il dodicesimo in classifica a tirare per primo. La tensione della mattinata è svanita. Mi lascio andare e inizio a divertirmi senza più nessuna preoccupazione. Ancora una volta i miei tiri sono perfetti. Al contrario Gale risente un po' della tensione. E il fatto che Thom rubi le attenzioni di Madge nei suoi confronti lo rende irritabile.  Sembra essere infastidito e credo proprio sia la gelosia a far sbagliare il settimo tiro del mio amico. Thom conosce Gale da anni, ma ignora il nuovo lato del nostro amico, il vecchio Gale non è mai stato geloso. Ma Gale non è mai stato innamorato prima di Madge.
Quando Madge è costretta ad andare a prepararsi per questa sera e lascia il poligono in compagnia di Thom Gale non ci vede più dalla rabbia.
 Approfitto della situazione per passare in vantaggio e forse dovrei ringraziare Thom quando alla dodicesima freccia non sbaglio e mi aggiudico la vittoria. Gale abbandona il poligono furioso.  Involontariamente Thom ha favorito la mia vittoria e festeggio con un stupido balletto insieme a Lux negli spogliatoi prima di raggiungere la mia famiglia.
Vorrei poter avvisare Madge del pessimo umore del mio amico ma ormai è già al teatro per provare le coreografia di questa sera.
 Poco prima di cena accompagniamo in stazione mamma e Prim mentre i miei nonni prendono un taxi per raggiungere l'aeroporto. E' stato bello averli qui al campus anche se per poche ore. Mi è dispiaciuto non poter passare con loro più tempo ma mi accontento.
 Sono in doccia quando Peeta entra in bagno per lavarsi i denti -Non hai un bagno tutto tuo nell'altra stanza?- Chiedo esasperata mentre sciacquo lo shampoo dai capelli -Nell'altro bagno non ci sei tu.- commenta tra uno spazzolamento e un gargarismo. Esco dalla doccia prima che lui possa unirsi a me, siamo abbastanza in ritardo e lascio che Peeta mi allunghi l'asciugamano, per avvolgere i capelli, dopo aver indossato il suo accappatoio -Quello non è mio?- Chiede osservando il tessuto di spugna che mi avvolge. -Si da il caso che tu stia indossando il mio- affermo indicando l'accappatoio porpora che circonda il suo corpo. -Può essere.- Sorride sornione prima di prendere il mio viso tra le mani e baciarmi. Il suo alito fresco sa di menta. E delizia il mio palato esplorando la mia bocca con la lingua. Adoro Peeta.
Ci prepariamo in silenzio. Peeta ha acceso lo stereo mentre ancheggia davanti all'armadio in boxer. Mi fanno male le guance a furia di sorridere.
La nonna mi ha portato un abito in regalo mi faccio aiutare da Peeta per allacciare la zip.  Guardo allo specchio il mio riflesso. E' un bel  vestito in chiffon senza spalline con la scollatura a cuore, faccio roteare la gonna che mi arriva sotto al ginocchio per farmi ammirare da Peeta,che ha appena indossato uno dei suoi abiti eleganti, e dopo aver preso la pochette siamo pronti per andare al teatro
       
Saluto Peeta prima di entrare e prendere posto nella platea vicino alle mie consorelle.
Vedo Johanna parlare animatamente con Finnick vicino al palcoscenico e quando mi nota mi saluta con un occhiolino. Johanna Mason di buon umore è una cosa più unica e rara e sono in parte orgogliosa che sia merito mio.
 Cerco un posto libero tra le poltrone riservate alle AXO e mi siedo vicino a Delly che interrompe subito il discorso iniziato con faccia di volpe per complimentarsi con me: -Ciao Katniss! Sei stata grandiosa questa mattina! Chi l'avrebbe mai detto che avessimo promesse anche nel il tiro con l'arco.- dice rivolgendo uno sguardo eloquente a Finch. -Emh. Grazie.- rispondo lisciando la stoffa del vestito in modo che non faccia grinze. -Lo prendo come un complimento.- Aggiungo mentre le due ragazze osservano il mio abito nuovo. -Ho visto un abito simile durante una sfilata in televisione... Ti sta benissimo!- Afferma civettuola Delly. Questa sera è in vena di complimenti. È troppo loquace. Vorrei poter godermi la serata in silenzio, ma non credo sia possibile. Finch e Delly iniziano presto a chiedere il mio parere per ogni argomento. Mi rassegno ad ascoltare distrattamente e annuire mentre osservo Peeta seduto accanto al fratello ridere e scherzare. La camicia azzurra e il papillon verde smeraldo gli donano un'aria fresca e allo stesso tempo molto sexy. Rimpiango di non poter essere seduta accanto a lui. Delly inizia a farmi domande su Madge   -In realtà non posso risponderti. Non so cosa ballerà Madge, sono stata un po' presa dai miei allenamenti.- Cerco di giustificarmi per non poter soddisfare la sua curiosità. Ma quando le luci stanno per abbassarsi e il sipario inizia ad aprirsi noto con orrore che la poltrona riservata per il mio migliore amico è vuota. Non può essere rimasto a casa. A Madge gli si spezzerà il cuore. Invio velocemente un messaggio senza farmi vedere. Aspetto un po' ma non risponde. Il primo ragazzo è già salito sul palco e sta tentando di improvvisare una coreografia di hip pop. Sono assalita da una sensazione di panico irreale. Non so bene perché ma mi sento in parte responsabile. Magari se non avesse perso si sarebbe arrabbiato di meno, ma di certo Madge non ha colpe. Madge era così contenta di poter danzare questa sera. Erano giorni che non parlava l'altro. E' il ricordo della suo buon umore  che mi fa agire di istinto. Non voglio che Madge rimanga delusa.  Questa mattina era già abbastanza triste. Senza pensarci due volte mi alzo in piedi e rapidamente sgattaiolo  nel foyer e provo a chiamare Gale. -Idiota- Rifiuta la mia chiamata e lascia rispondere la segreteria. Esco di corsa dall'edifico. Non so neppure quando Madge si esibirà. Spero solo di tornare in tempo. L'aria fresca della sera accarezza il mio viso piacevolmente mentre scendo i gradini di ingresso che mi portano in strada.  Per fortuna le  sedi delle confraternite non sono molto lontane. Svolto l'angolo e inizio a camminare a passo spedito nella loro direzione. I tacchi riescono solo a rallentarmi così, dopo pochi metri, decido di fermarmi per toglierli e a piedi scalzi inizio a procedere velocemente sul asfalto fresco. Arrivo trafelata alla sede dei Dtau. E senza prendere fiato corro al piano di sopra precipitandomi verso la stanza di Gale . Poggiò la mano sulla maniglia ma la porta non si apre. Sento la musica provenire dall'interno, segno che Gale è qui, e inizio a battere i pugni sulla porta. -Gale per la miseria aprimi e vieni al teatro!!- Gridò per farmi sentire sopra la musica che si blocca di scatto. La porta viene aperta all'improvviso e quasi cado a terra tutta distesa. - Cosa diavolo ci fai qui Katniss?- -Vieni al teatro- gli dico tirandolo per la manica della camicia. -Non ho voglia di vedere lo spettacolo pietoso dei Dtau anche questa sera. Sia Marvel che Will sono due pessimi ballerini. Arriveranno ultimi.- Ammette quasi ringhiando -Ma Non ha senso. E' un gioco. Non ha importanza se vincete o perdete, sei il loro presidente, dovresti stare con loro qualsiasi cosa accada.- dico sempre restando appesa al suo braccio mentre cerca di divincolarsi. -Non voglio sentirmi un perdente.- Grida Gale e quasi non mi fa di nuovo perdere l'equilibrio quando si libera dalla presa. Sono sconvolta. Non capisco questa assurda reazione. -Nessuno pensa che tu lo sia!- Grido in risposta -Voglio restare solo! Vattene Kat.- Dice cercando di chiudere nuovamente la porta tra di noi -Non hai nessun diritto di ferire Madge!- strillo poco prima che mi sbatta di nuovo fuori. Con queste parole smuovo qualcosa dentro lui. Al suono del suo nome si blocca e decido quindi di continuare -Madge si aspetta di vederti seduto tra il pubblico a tifare per lei. - Sgrana gli occhi come se lo avessi colpito con un pugno nello stomaco -Si è allenata più duramente del solito per riacquistare la forma fisica. Cosa pensi che penserà quando salita su quel palco non vedrà ne me, ne te? Sveglia Gale non stiamo parlando di me o di te. Di perdere o vincere. Ne della gara.  Stiamo parlando di sentimenti di Madge, e sappiamo entrambi come lei ci tenga a rendere orgogliose le persone che ama. Quindi ti prego vieni con me. Non perchè te lo sto chiedendo io, ma per l'amore che dici di provare per lei.- Non mi basta dire altro che è già sulle scale, che corre in direzione del teatro. Saltello dietro al mio migliore amico alzando con le mani la gonna del vestito. Entriamo velocemente senza prestare attenzione ai responsabili del teatro e quando raggiungiamo la platea ci fermiamo di botto vicino a una porta laterale. Io senza scarpe. Gale scompigliato. Entrambi accaldati. Madge è appena salita sul palco e ci cerca tra la folla un po' smarrita. Quando, per fortuna, ci vede prima di incominciare e ci dedica un caldo sorriso. -E' bellissima.- Mi sussurra Gale passandomi un braccio attorno alle spalle mentre ci appoggiamo uno all'altro per prendere fiato. Madge ha raccolto i capelli dorati in ordinato chignon sulla testa e indossa un tutù avorio mentre sulle punte agilmente si sposta a ritmo di musica sul palco. È straordinario come appare il tutto. Sembra quasi che sia la musica ad seguire il tempo che ogni passo di Madge gli conferisce. L'armonia con quale la mia amica si fonde con la musica è indescrivibile. Le note delle musica accelerano e con movimenti repentini Madge sposta tutto il suo peso su una gamba e inizia a girare. Nessuno fiata nella sala. Sono tutti estasiati dalla performance che la ragazza longilinea, sul palco, è in grado di regalarci. Ancora un paio di passi una giravolta. Un pliè. Chiude gli occhi. Un sorriso. E la musica finisce.
 -Grazie - mi sussurra Gale poco prima che un applauso senza fine riempia l'aria .
Anche questa volta è stata perfetta.
Ci regala un bacio soffiando sulla sua mano.
E dopo qualche inchino se ne va lasciando che il buio avvolga il teatro.
  
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