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Autore: _Rainy_    08/03/2015    1 recensioni
Estratto:
-Malfoy risparmiami i convenevoli e passiamo all'ordine del giorno: ho preso più di te!
Hermione sapeva che era un comportamento infantile, ma non le importava: l’aveva battuto e la delusione negli occhi del nemico era evidente.
[...]
Quella del voto era una scusa, voleva semplicemente parlare con lei e vederla impegnata per qualcosa che lo riguardasse, e ci era riuscito meravigliosamente.
Ormai non gli restavano più molti giorni da passare con lei.
E così eccolo in piedi nel corridoio, da solo, mentre ripensava a quell'unico errore nella sua verifica, scelto con cura tra le domande più difficili e commesso apposta, anche se sapeva la risposta...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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08.

<< Cosa accidenti ho fatto?! >> - Pensava il Serpeverde con la più alta opinione di sé di tutta Hogwarts. - << No, sul serio, cosa ho combinato, per Merlino?! >>

Non si dava tregua da quando era uscito da quel – maledetto – bagno.

Aveva raggiunto Zabini in camera sua dopo aver fornito un breve resoconto dei dettagli alla McGranitt e dopo che la professoressa aveva annunciato che quella sera non ci sarebbero state le ronde causa riparazioni.

Il moro si era immediatamente accorto che qualcosa non andava e si era divertito a osservarlo tormentarsi.
Draco era seduto sul letto, una mano sulla fronte e gli occhi chiusi, mentre sperimentava per la prima volta in vita sua sensazioni di insicurezza, dubbio e rimorso. Zabini, dal canto suo, era mollemente appoggiato alla scrivania, intendo a lisciarsi la camicia e i pantaloni e a mugolare quando Draco faceva un’osservazione ad alta voce.

Ad un tratto, però, Blaise non ce la fece più e alzò la testa di scatto, sospirando:
- Hai finito di fare così il… Il Tassorosso?!

L’insulto – perché di un insulto si trattava – raggiunse Draco con la forza di un pugno e quello scattò in piedi fulminando Blaise con uno sguardo:
- Stai zitto!
- E tu calmati, per Merlino! – Rispose esasperato Zabini. – Cos’è successo di così grave da ridurti in uno stato così penoso?!

Draco tacque.

- Oh, okay, siamo arrivati a questo punto? – Ridacchiò Zabini. – Deve proprio essere successo qualcosa di terribile se ti rifiuti persino di confidarlo a me. Già ci vuole tanto a resistere alla mia bellezza, addirittura non dirmi qualcosa…
- Piantala. – Sospirò Draco.
- Avanti, Dra’! Cos’è successo? – Insistette Zabini.
- Domani.

E detto ciò il biondo si infilò sotto le coperte fingendo di addormentarsi di colpo.

Era un comportamento infantile, lo sapeva, e quasi non si riconosceva, ma non era decisamente pronto per parlare con Blaise, forse l’unica persona della quale temeva il giudizio.

Dormì poco e male, svegliandosi spesso con un pensiero ricorrente: lei.

<< Draco, datti un contegno, per Salazar! Bisogna capire cos’è successo! Di sicuro ti ha fatto un incantesimo o qualcosa del genere: non l’avresti mai fatto da solo, no? >>

La triste verità, purtroppo, era un’altra e lo sapeva perfettamente.

Alla prime luci dell’alba si alzò e si infilò rapidamente nella doccia cercando di non svegliare Blaise, nonostante sapesse che non appena il moro avesse aperto gli occhi sarebbe tornato all’attacco.

Lasciò che l’acqua lo distraesse dai suoi pensieri, lavando via quel senso di agitazione e rimorso che sentiva in corpo.

<< Perché ti senti così per un dannato bacio?! Non è la prima volta che baci una ragazza, accidenti! >>

- Dra’, vorrei usare la doccia anche io prima delle lezioni, sai? – Sospirò Zabini da dietro la porta, ghignando.

Il biondo sbuffò e uscì il prima possibile dal bagno. Blaise lo squadrava a braccia incrociate, divertito:
- Allora, preferisci affrontare questa inevitabile discussione prima o dopo la mia doccia? E non provare ad andartene, codardo. Ho aspettato abbastanza. – Ghignò mettendo in mostra i lisci denti bianchi.
- Uff… Come vuoi Blaise. Non cambia molto. -  Sussurrò Draco.
- Non ti riconosco più… - Blaise divenne improvvisamente serio.

Il biondo sospirò rumorosamente e si sedette sul letto con i capelli ancora gocciolanti:
- Sai cos’è successo ieri, no? Del crollo? – Chiese a occhi chiusi, infastidito dalla difficoltà con cui si confidava, cosa che non era abituato a fare.
Blaise annuì.
- Bene. Sono rimasto bloccato dentro quel bagno con la Granger, ferita. L’ho curata e abbiamo parlato un po’ e alla fine… Lei mi ha baciato. - << Cosa?! >> Strillò subito la sua coscienza, prontamente messa a tacere.

Dopo estenuanti secondi di completo silenzio Blaise scoppiò a ridere fragorosamente:
- Amico, se pensi che dopo tutti anni questi anni io creda a una cosa del genere non mi conosci per niente! – Rise di nuovo.
- Si, fatti pure gioco di me, bastardo. – Scosse la testa Draco, fulminandolo.
- Avanti, è la balla più grossa che tu abbia mai raccontato! – Zabini si diede un contegno, smettendo di ridere. – Te lo chiedo un’altra volta: cos’è successo ieri sera?
- Okay, okay. – Sospirò Draco. – Io l’ho baciata, contento?
- Quindi? – Chiese Blaise con la massima indifferenza.
- Come sarebbe a dire “quindi” ?! – Lo fissò Draco, spalancando gli occhi. – Forse non ti è chiaro il concetto: io. Ho. Baciato. La. Mezzosangue.
- Ho capito. – Continuò a rispondere piatto Blaise.
- Per Merlino, Blaise! Una reazione da parte tua sarebbe gradita! – Draco era esasperato.
- Non capisco cosa ci sia di sconvolgente… Non è la prima ragazza che baci… - << Ah! Si è messo d’accordo con la mia coscienza allora… >> Pensò Draco.
- Si, ma… Dopo… Le ho chiesto… Scusa… - Il biondo abbassò la voce fino a renderla appena udibile.
- Cosa? – Chiese Blaise, incredulo.
- Si. Non so cosa mi sia preso, ma le ho chiesto scusa e le ho chiesto di dimenticarlo. Cos’è successo, Blaise? Non so perché l’ho baciata e non so perché le ho chiesto scusa. E’ stata una cosa anomala…
- Semplicemente perché era la Mezzosangue: è ovvio! Per quanto quella ragazza non mi faccia né caldo né freddo, non si può non ricordare che è una Mezzosangue e tu un Purosangue Serpeverde. Questo spiega tutto. – Rispose pacato Blaise.

Draco lo squadrò, scettico e capì che l’amico lo stava dicendo solo per rassicurarlo o farlo sentire meglio.

- Questa volta è diverso. Lei… Riesce a perdonarmi. Non vede quello che tutte vedono.
- Dio, Dra’! – Alzò gli occhi al cielo Zabini. – Se avessi saputo che ti saresti fatto tutte queste paranoie infarcite di frasi poetiche a causa di un semplice, insulso, insignificante bacio con la Mezzosangue l’avrei uccisa prima! – Ridacchiò, incapace di trattenersi.

Il biondo scosse la testa abbozzando un sorriso.

- E lei? – Chiese Blaise.
- Lei cosa?
- Lei che ha fatto? Ti ha tirato un pugno, ti ha insultato, ti ha scagliato un incantesimo che ti ha reso così noiosamente sensibile… ?
- Non ha fatto nulla. Non si è scostata. Nulla. Niente di niente.
- Il concetto è chiaro. Quindi lei quasi sicuramente pensa che quel bacio volesse dire qualcosa, giusto?
- Le ho dato un’illusione. Nient’altro che un’illusione. – Sussurrò Draco, sconsolato.
- Ti giuro che se dici un’altra frase con quel tono da cane bastonato ti spacco il naso. Sei Draco Malfoy, per favore, non Mister. Tenerosi Unicorni! Hai detto che era un’illusione?! Si! Perché lo è! Non lo so che caspita ti è successo o perché tu l’abbia fatto, ma non voleva dire nulla! Nulla! Altrimenti il Draco che conosco non si sarebbe limitato a un bacio. – Ghignò Blaise, trionfante.

Draco alzò la testa lentamente, fissando Blaise, mentre quelle parole erano come un balsamo per la sua mente:
- Per Merlino, hai ragione! Sono o non sono Draco Malfoy?! Deve ancora nascere la donna capace di mettere nel sacco me! Proprio me, cioè, è chiaro di chi stiamo parlando?! – Agitò il dito in aria, alzandosi e ghignando al vuoto.

Blaise osservò soddisfatto Draco Malfoy che tornava Draco Malfoy e ghignò:
- Mi ringrazierai più tardi.

Draco gli sorrise riconoscente e fece scontrare il suo pugno chiuso con quello di Blaise:
- Grazie, amico. Non so cosa mi sia preso.
- Non vivi senza di me, lo so. Anche io ti amo tanto, tesoro. – Rispose il moro con voce stridula e scoppiando a ridere.

-

Hermione si svegliò lentamente e intontita da un sonno profondo e senza sogni dovuto agli anestetici che le erano stati iniettati.

Madama Pomfrey le sorrise, gentile e chiese:
- Stai meglio, mia cara? Le tue ferite si sono chiuse meravigliosamente. D’altronde il signor Malfoy aveva già fatto un ottimo lavoro.

Malfoy.

Quel nome le fece venire in mente ricordi amari e violentemente riesplose nella sua testa quell’unico dolce ricordo della notte precedente. Cos’era successo?

Si, era decisamente stata baciata, ma di più non sapeva. Il perché rimaneva oscuro.

- Quando potrò uscire? – Chiese immediatamente.
- Non appena te la sentirai. Come dicevo le tue ferite sono a posto. – Sorrise di nuovo la Pomfrey.

La ragazza provò immediatamente ad alzarsi e ci riuscì, nonostante fosse un po’ scombussolata.

Nell’infermeria non c’era nessuno oltre a lei e la Pomfrey la lasciò sola con un ultimo gran sorriso.

Mentre si incamminava verso la sua stanza Hermione pensava, ovviamente, all’accaduto. Quel bacio sicuramente per Draco non significava nulla e lei non era così ingenua da pensare che volesse dire qualcosa, ma il ragazzo sembrava parecchio scosso tant’è che si era subito scostato e addirittura scusato. Perché aveva avuto quella reazione così poco Dracosa?
Che volesse seriamente dire qualcosa? Di sicuro avrebbe chiesto spiegazioni alla prima occasione utile.
Non poteva ignorare che, però, lei non aveva fatto niente per impedirgli di baciarla e, anzi, aveva molto apprezzato quell’iniziativa. Intenzionale o no, doveva saperne di più.

Arrivò nella Sala Comune di Grifondoro e si accorse solo in quel momento che le lezioni erano già iniziate da un pezzo e che magari sarebbe riuscita ad entrare per l’ora successiva, la penultima, che era anche, per fortuna, insieme ai Tassorosso.

Più tardi, lo sapeva, avrebbe dovuto dare spiegazioni a Ginny, ma non sapeva cosa sarebbe riuscita a combinare.

Si fece una rapida doccia e uscì di gran carriera per arrivare nell’aula di Divinazione.
Quando entrò nella grande stanza si accorse immediatamente di come tutti la fissassero e vide qualche Grifondoro sorriderle, come a esprimere sollievo per lei. Harry e Ron la guardarono, raggianti e andò subito a sederti vicino a loro.

- Come stai? – Chiese felice Harry.
- Sono stata meglio. – Sorrise. – Voi?
- Io a posto… Anche se in effetti non mi sono ancora fatto avanti con Ginny… - Hermione sospirò pensando che Harry era tanto coraggioso quando si trattava di salvare il mondo e poi non aveva il coraggio di andare a parlare con la sorella del suo migliore amico… - Per quanto riguarda Ron, invece… A quanto pare ci sono tuoni e lampi in Paradiso.
- Stai. Zitto. – Sibilò Ron, divenuto improvvisamente tutto rosso. – Semplicemente io e Lavanda stiamo affrontando una fase un po’… Difficile. Hermione, conto sempre su di te, eh!

Ah. Giusto.
Se n’era dimenticata, ma una promessa era una promessa.

Annuì e sorrise a Ron, mettendosi ad ascoltare la lezione con interesse inferiore al solito.

-

Al termine delle ore scolastiche Hermione si precipitò da Lavanda, decisa a risolvere quella faccenda il prima possibile, e venne raggiunta da Harry e Ron.

- Herm, vuoi venire con noi a Hogsmeade? – Chiese raggiante Harry.
- Purtroppo prima devo risolvere i casini sentimentali del qui presente tuo amico… - Sospirò Hermione.
- Grazie, Herm. – Sussurrò sconsolato Ron, poi udì un familiare strillo (“RonRon! Ronuccio caro! Dove seeeeei?”) dietro di sé e guardo Hermione, implorante.

Lavanda, perché di Lavanda si trattava, gli si avvinghiò al braccio e lo salutò con un bacio sulla guancia carico di saliva che provocò a Harry una smorfia di disgusto.

- Ciao Lavanda… - Disse Ron senza allegria.
- Oh, cosa succede Ronuccio mio? – Lo guardò carica di compassione Lavanda. – Ci penso io a farti tornare felice! Che ne dici se oggi andiamo insieme a Hogsmeade? Eh? Andiamo a fare un po’ di shopping insieme, che dici?
- Non penso sia una buona idea… - Sussurrò Harry ridacchiando e guardando con pietà Ron, che nel frattempo stava mimando la sua morte.

Lavanda però non aveva aspettato risposta e stava già per andarsene trascinando Ron con sé, quando Hermione la prese per un braccio, sospirando:
- Posso parlarti?
- Oh, ehm… Certo. – Rispose Lavanda incerta, guardando Ron che si illuminò immediatamente e annuì con foga.

La Grifondoro la trascinò un po’ più lontano dai suoi amici e ignorando i gesti d’incoraggiamento di Ron cominciò a farle il discorsetto che si era preparata:
- Dunque… Quello che Ron non vuole dirti per non ferire i tuoi sentimenti è che… A volte hai dei comportamenti leggermente fastidiosi e lui non riesce a capire se sia a causa sua. Pensa che abbiate bisogno di una pausa e non vuole che tu debba sentirti gelosa nei suoi confronti. Non si sente adatto a fare il tuo fidanzato, per cui vorrebb…
- Cosa?! – Strillò Lavanda, furente. Si era trattenuta, ma era da “leggermente fastidiosi” che rischiava di esplodere e ora la misura era colma.

Hermione arretrò, disorientata da quella foga.

- Ascoltami attentamente, sottospecie di pomodoro secchione! – Hermione fece una faccia perplessa: pomodoro?! – Se tu sei gelosa di me e Ron hai solo da stare zitta e inventarti una scusa migliore per farci lasciare, perché si da il caso che io e lui siamo fidanzati. Fi-dan-za-ti! Okay? Stampatelo in quella tua zucca vuota! Lui è il MIO ragazzo e questa storia del volermi lasciare per questi miei presunti – Fece delle ampie virgolette con le dita mentre calcava la parola “presunti” – comportamenti è a dir poco assurda. Tieni la tua invidia per te.

E si girò teatralmente tornando verso Ron, che nel frattempo si stava disperando, prendendolo per un braccio e urlando “Andiamo, Ronuccio!”, per poi baciarlo con fare esibizionista squadrando Hermione per studiare la sua reazione.
La Grifondoro, dal canto suo, la osservò, scettica, alzando un sopracciglio per esprimere le sue perplessità.

Harry, nel frattempo si rotolava dalle risate e sussurrò a Hermione, avvicinandosi:
- Non è andata molto bene, eh? Povero Ron… Comunque ora puoi venire con me a Hogsmeade, no? – Sorrise di nuovo, raggiante.
- No, mio caro. – Ghignò perfida Hermione. – Io vado a studiare e tu, visto che non hai nulla da fare, parli con Ginny, okay? – E senza aspettare risposta se ne andò da quel corridoio nel quale si era radunata una piccola folla richiamata dalle urla di Lavanda.

In quella folla, non visto dalla ragazza, un familiare Serpeverde guardava la scena apparendo divertito, ma sentendo una punta di gelosia verso Hermione e le sue attenzioni per Lenticchia, maledicendosi immediatamente per quelle sgradevoli sensazioni.

-

- Hai visto che sfrontatezza?! – Sibilò Lavanda ancora rossa di rabbia.
- Già, già… - Sussurrò poco convinto Ron, senza nemmeno sapere cosa avesse detto la sua fidanzata.
- Ha osato dire che tu avresti intenzione di lasciarmi! Pfui! Non ci crederebbe nessuno! E poi… - E continuò a sproloquiare da sola mentre trascinava Ron verso Hogsmeade.

<< Eh già: proprio nessuno… >> Pensò amaramente lui.

La verità? Vedere Hermione che faceva qualcosa per lui l’aveva riempito d’orgoglio.

Si, decisamente non amava Lavanda, ma non sapeva che la ragazza verso la quale provava quei sentimento così forti l’avrebbe mai ricambiato o, in effetti, se se ne sarebbe mai resa conto…

 


- CIAMBELLANGOLO -
Permesso?
Yes, I’m back.
Motivo della mia assenza? 0 voglia di continuare questa storia dopo il capitolo 7, ma ehi, sono di nuovo qua (segno che la voglia è, purtroppo per voi, tornata :3).
Spero che questo capitolo così immensamente OOC per Draco vi sia piaciuto c:
_Rainy_
PS: http://raggywords.blogspot.it
ORIGINALE:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2983736

   
 
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