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Autore: eppy    08/03/2015    6 recensioni
Quando presente e passato si fondono, le convinzioni vacillano, le barriere si spezzano, desideri mai conosciuti sconvolgono, vecchi sospiri ritornano, e inevitabilmente, cominciano i casini.
Emma è testimone dell'esistenza di un passato che per lui è stato troppo breve e bello, e lo ha lasciato con l'amaro in bocca.
Ethan è semplicemente il ragazzo che è stato capace di farle tremare le ginocchia senza aver mai incrociato i suoi occhi, e che lei, a distanza di anni, ha inserito in una parentesi della sua vita che considera conclusa.
Londra è la meravigliosa città che ospita la vecchia biblioteca che inneschera' i sopracitati casini.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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ETHAN

A discapito di tutta la sfrontatezza e la grinta che aveva mostrato fino a quel momento, non appena facemmo il nostro ingresso nello studio del dottore, Emma si guardò intorno spaesata e disorientata, e probabilmente senza nemmeno accorgersene del tutto, cercò la mia mano.
Anche io mi sentivo più o meno come lei, anche se per motivi nettamente diversi. Non ricordavo più, quando avevo iniziato ad alzarmi la mattina prima dell'alba, per riuscire ad aprire l'Old London prima ancora che sorgesse il sole a Londra, a parte quelle volte in cui a casa non ci tornavo affatto; e non ricordavo più nemmeno da quanto tempo aspettassi che la città fosse avvolta dalle tenebre della notte, per uscire da quello che a tutti gli effetti consideravo il mio nascondiglio. Una volta sola avevo infranto la regola, ed era accaduto quando insieme a zia Meg ero andato dall'antiquario per acquistare quei tavoli che ora riempivano e rendevano più accogliente la biblioteca.
Comunque, era stato piacevole uscire e godermi la mia città..non lo facevo da troppo tempo, e poi Emma, mentre spingeva la sedia a rotelle, non aveva smesso di parlare nemmeno per un istante, e io avevo capito che lo aveva fatto non solo per impedirsi di rimuginare e non pensare al fatto che stessimo andando da un ginecologo, ma anche per distrarmi al punto tale da indurmi a ignorare chiunque che non fosse lei, e l'aria che stavamo respirando.
Una volta arrivati, ci accomodammo nella sala d'attesa, insieme ad altre quattro o cinque signore, accompagnate dai mariti, dal pancione, e da un dolce sorriso sulle labbra. 
Si vedeva lontano un miglio che erano felici di diventare madri, gli brillavano gli occhi; e poi compivano ogni movimento con una delicatezza unica, come se temessero di far male alla creatura che si portavano dentro, e posavano di continuo le mani sull'addome accarezzandolo lievamente, quasi a tranquillare il bambino prima della visita dal dottore.
Quelle scene ebbero su Emma un certo impatto, lo capii subito,e non ci pensai due volte prima di stringerle di più la mano, e spostarle una ciocca di capelli dal viso per poterla guardare negli occhi.
Okay, a quel punto ebbi la certezza che fosse sul serio terrorizzata: mi guardava con quegli occhioni come un cucciolo smarrito, e senza parlare, mi disse che lì dentro si sentiva un'intrusa e non voleva starci. Me lo disse il suo guardo fisso nel mio, e desiderai tanto poterla abbracciare, ma mi trattenni, perchè sapevo che stavamo già alimentando pettegolezzi tra quelle quasi-mamme.
Restammo occhi negli occhi per un po', senza spiccicare parola, parlandoci in quel modo tutto nostro, e a poco a poco, notai un sorriso farsi spazio tra le sue labbra; attimo dopo attimo quella piega sulla sua bocca si fece sempre più definita e convincente, e io a quel punto non riuscii a fare a meno di chiederle che cosa le fosse successo, così repentinamente.
" Tu non hai la minima idea di cosa sanno farmi i tuoi occhi" sussurrò sospirando, sconfitta, e stando attenta a non farsi sentire da nessuno. Bastarono quelle dieci parole messe in fila a incendiarmi il cuore. 
Non ebbi il tempo di replicare perchè arrivò il nostro turno, ma pure quando fummo in compagnia della dottoressa (si, il ginecologo era una donna sulla quarantina) non riuscii a prestare ascolto alle parole di quest'ultima, continuando a crogiolarmi nel dolce suono di quelle pronunciate da Emma.
Soltanto quando la dottoressa la fece accomodare su un lettino collegato a dei macchinari, mi scossi e ripresi contatto con la realtà. La donna, probabilmente per la privacy, domandò alla mia amica se preferiva che restassi ad assistere all'ecografia, o se voleva che l'aspettassi fuori, ma Emma non le diede nemmeno il tempo di finire la frase che mi tirò verso di sè, sedia a rotelle compresa.
Mi strinse di nuovo forte la mano, e tornò a guardarmi, come se davvero i miei occhi fissi nei suoi potessero far qualcosa per tranquillizzarla.
La dottoressa ci squadrò entrambi per un istante, si concesse un sorrisetto sotto i baffi, e poi disse a Emma di stendersi e rilassarsi; la ragazza obbedì, almeno a metà, dato che rilassarsi in quel momento doveva sembrarle un'impresa titanica. Una volta che si fu stesa e io mi posizionai accanto a lei, la donna le alzò il maglione e la canotteriera  fino a sotto il seno, e le abbassò i jenas e gli slip di quel tanto necessario a lavorare senza intoppi.
I miei occhi caddero subito sull'addome, che presentava una leggera protuberanza in avanti, appena accennata, che però non aveva ancora nulla a che vedere con la gravidanza; mentre i suoi si incollarono al soffitto. Avevo la netta sensazione che desiderasse scomparire in quel momento, perciò mi feci più vicino e presi a carezzarle lentamente il viso e i capelli, senza smettere di stringere la sua mano.
Non mi ero mai trovato in una situazione simile prima di allora, e non sapevo esattamente cosa fosse meglio fare per rendermi utile, così agii d'impulso fino alla fine della visita.
" Non si vede ancora" le sussurrai all'orecchio, riferendomi al pancione, e sporgendomi subito dopo per darle un bacio su una tempia
" Sicuro?" mi domandò, tenendo ancora gli occhi rivolti verso l'alto
" Si..c'è solo la tua adorabile pancetta" le sorrisi, poggiando il palmo sulla sua guancia in una tenera carezza
" Adorabile?" il suo viso si contrasse in un'espressione titubante e buffissima
" Si, è adorabile! Te lo posso assicurare" sussurrai ancora, desideroso che lei mi credesse.
Emma posò finalmente gli occhi sul proprio addome, giusto in tempo per accorgersi di una specie di sonda medica che era sul punto di sfiorarle la pancia.
" Bugiar-" lasciò la frase a metà, per concedersi un gridolino che emise nel momento esatto in cui l'aggeggino ferro-metallico entrò in diretto contatto con la sua pelle. 
"Dicevi?" la provocai scherzosamente "è fredda" si lamentò subito dopo, parlando sempre della sondina. Io le sorrisi, e lei si rilassò ancora un po'.
La dottoressa intuì facilmente i nostri stati d'animo, e dopo aver dato alcune indicazioni e chiesto delle domande di routine, ci disse che potevamo chiacchierare a nostro piacimento, come in effetti stavamo già facendo, se questo ci avesse aiutato a lenire l'ansia per la visita.
" E' il prezzo da pagare perchè mi hai detto che sono un bugiardo" esclamai convinto
" Ah quindi, è colpa tua se questa cosa che mi cammina sulla pancia è più fredda di un ghiacciolo?" mi rispose a tono, e ne fui felice, perchè significava che aveva ritrovato la voglia di scherzare
" Indirettamente" ammisi "ma stai zittto, scemo!" mi zittì lei, immergendo una mano tra i miei ricci e tirandomeli indietro, liberandomi la fronte come se quella fosse la cosa più naturale del mondo, e sorridendomi mentre giocava con i miei capelli.
A quel punto risi di cuore, e lei mi seguì a ruota per qualche istante, prima che la dottoressa richiamasse entrambi.
Quella situazione era..surreale: c'era Emma, fino a due minuti prima terrorizzata, che adesso scherzava e rideva distesa su quel lettino mentre la dottoressa ultimava l'ecografia, e poi c'ero io, accanto a lei, che ridevo e scherzavo a mia volta, per far sorridere lei. E chissà come ci stavo pure riuscendo.
Dopo un'ultima occhiata divertita che ricevemmo da parte della ginecologa, ci zittimmo tutti e due, richiamati sull'attenti.
" Ci scusi..pensavamo di aver capito di poter parlare.." Emma si rivolse gentilmente alla donna, la quale senza prestare attenzione allle sue parole, ci guardò entrambi e con un tenero sorriso, ci disse semplicemente: "guardate ragazzi!"
" Questo è di solito il momento che i futuri genitori attendono con maggior trepidazione e impazienza...è ancora troppo presto per riuscire a distinguere qualcosa all'interno di questa specie di biscotto allungato che diventerà il vostro bambino, ma siamo all'inizio della sesta settimana di gravidanza e il cuore già batte."
Okay, quella tipa non aveva capito che non eravamo esattamente i futuri genitori, e che il bimbo non era propriamente nostro, ma solo suo. Comunque non me ne importai, perchè da quel momento in poi, gli occhi di Emma e i miei si spostarono in modo intermittente dalla sua pancia allo schermo, e per minuti interi, non fummo più in grado di dire nulla, sopraffatti dall'emozione. Sentimmo davvero quel battito, e soltanto alla fine dell'ecografia, mi accorsi delle nostre mani sudate e ancora perfettamente unite, e degli occhi lucidi.
Pochi minuti dopo uscimmo dallo studio con la promessa di ritornarci presto, ci recammo in un caffè poco distante, ci accomodammo in un posto un po' appartato, e soltanto allora, davanti a uno spuntino con i fiocchi, riuscimmo a dar voce ai nostri penseri. Dal momento esatto in cui la ginecologa aveva richiamato la nostra attenzione e ci aveva invitato a guardare quello schermo e sentire quel battito, qualcosa nello sguardo di Emma era cambiato.
Non avevo idea di che cosa fosse successo, ma mezz'ora più tardi, tratteneva ancora le lacrime.
Era stato..strano quell'incontro, dall'inizio alla fine, e aveva scosso anche me, pure se non centravo niente.
Lei si era rilassata e tranquillizzata sempre di più con lo scorrere dei minuti, ma quando aveva trovato il coraggio di posare gli occhi sul proprio addome, e dopo sullo schermo, l'avevo vista letteralmente sciogliersi. Quando mi aveva guardato, avevo notato nei suoi occhi una luce che prima non esisteva, e avevo pensato che fosse davvero bellissima. Più tardi mi aveva confessato di aver capito di non poter essere triste e abbattersi per una cosa così bella, perchè c'era una creatura che stava crescendo dentro di lei, per la quale sarebbe stata la persona più importante al mondo, e non l'avrebbe delusa, non l'avrebbe respinta, non l'avrebbe rifiutata, no, tutto il contrario: avrebbe imparato ad accoglierla, a proteggerla, e ad amarla di tutto l'amore del mondo.
Non credevo che le sarebbe bastato così poco per accettare un cambiamento che le avrebbe capovolto le abitudini e la vita, ma evidentemente, Emma aveva soltanto avuto bisogno di vedere con i propri occhi, e toccare con mano l'emozione di aspettare un bambino.
Forse era stato anche merito della dottoressa che le aveva parlato con dolcezza e senza spaventarla inutilmente, e dell'atmosfera che si respirava là dentro, che all'inizio l'aveva addirittura infastidita, ma era riuscita a cambiare atteggiamento, e io ero sicuro che sarebbe stata una mamma meravigliosa.
E io..beh, anche io durante quella visita avevo capito un po' di cose. 
Soprattutto avevo capito di essere stato un completo idiota a prendermela così tanto con Dylan. Ma non avrei mai potuto capire come doveva essersi sentito lui, se non lo avessi provato sulla mia pelle, e ancora una volta, anche se a sua insaputa, il merito era di Emma.
" A che pensi?" mi scossi soltanto nell'udire la sua voce
" La stessa cosa che stai pensando tu" le sorrisi dolcemente, guadagnando tempo
"Mm..non credo, a meno che tu non stia pensando di andare a vedere il tramonto sul Tamigi" esclamò lei, stringendosi nel cappotto per il freddo
" Ok..allora no" ammisi "io stavo pensando che..che tu sei una forza della natura! In un solo giorno hai lasciato il tuo ragazzo, hai preso in mano la situazione e hai deciso di voler andare dal gincecologo; hai costretto me a mettere il naso fuori dall'Old London, hai tenuto duro fino a quando non abbiamo messo piede in quello studio, poi hai cercato la mia mano, io te l'ho stretta forte, e tu hai ritrovato la grinta necessaria ad affrontare l'ecografia..ci siamo addirittura messi a ridere, scherzare e battibeccare mentre eri stesa su quel lettino, ma il gioco è durato fino a quando non hai visto il tuo bambino, o la tua bambina, in quello schermo. A quel punto hai sorriso, mi hai guardato incredula, hai trattenuto le lacrime, e hai accettato quella creatura. E adesso sei qui, non ancora stanca dopo una giornata del genere, e pronta a mostrarmi ciò che mi sono perso durante tutti questi mesi.
Ha dell'assurdo il fatto che sia tu a volermi mostrare la città in cui sono nato...ma sai che ti dico?  Che non mi importa! Mi sono reso conto che non mi importa di niente... basta che tu mi stia accanto" 
" Ma guarda che sei tu, la mia forza, in questo momento e da sempre..solo che non sapevi che tra quei dieci, venti milioni di fan sfegatate, c'ero anche io, e ti amavo, ti amavo più della mia stessa vita, e avrei fatto qualunque cosa  pur di poterti guardare negli occhi, anche se solo per un istante.E quando ero triste, o arrabbiata con tutto il mondo per fatti miei, pensavo sempre a te e mi dicevo che avrei dovuto tenere duro ancora un po', perchè poi saresti venuto a prendermi e mi avresti portato con te dove io sognavo di vivere"
" Cioè, dove?" mi icuriosii
" Qui, a Londra" sorrise con un luccichio negli occhi
" Ma mi sarei fatta andare bene pure il perù, la russia, barcellona o la groenlandia, a patto che tu non mi avessi lasciato mai" aggiunse un attimo dopo
" Mi piacerebbe saperne di più su quel periodo della tua vita nel quale mi consideravi il tuo eroe" ammisi divertito
" Forse un giorno te lo racconterò" rispose in modo vago "perchè non oggi?" mi stavo davvero incuriosendo
" Perchè il tramonto non ci aspetta" disse, alzandosi in piedi e facendomi segno di seguirla fuori dal locale nel quale ci eravamo ristorati dopo la visita
" Bella scusa!" la provocai affiancandola 
" Non è una scusa..se davvero avessi il potere di comandare il sorgere e tramontare del sole-" "sarebbe fichissimo!" la anticipai
" Esattamente! E potrei decidere di bloccare lo scorrere del tempo..." ipotizzò con sguardo sognante
" Facciamo un gioco: quale istante della tua vita congeleresti, e rivivresti all'infinito?"
" Domanda da un milione di dollari!" scherzò divertita
" Io..non lo so, ce ne sono diversi" spiegò

" Ma come siamo misteriose!" la presi in giro, fingendomi offeso
" No..non lo so sul serio..probabilmente quando i miei piedi hanno toccato il suolo di Londra per la prima volta, quando mi sono diplomata, o quando-" la vidi esitare qualche istante "-quando ti ho incontrato, e quando ti ho abbracciato per la prima volta..per me eri la realizzazione vivente di un sogno!" sussurrò prendendo coraggio
" Io congelerei quella sera in cui sei arrivata all'Old London tutta in tiro, e abbiamo fumanto, ci siamo ubriacati e..beh, insomma quello" parlai di getto, senza rendermi nemmeno conto delle implicazioni di ciò che avevo appena confessato
" E ovviamente tutto il periodo trascorso come membro degli 'Uk Hearts'" non le diedi il tempo di metabolizzare e continuai a parlare a ruota libera, almeno per salvarmi la faccia dopo averle fatto intendere che fare l'amore con lei era stato indescrivibilmente bello. Dovevo farle dimenticare quella frase, prima di essere costretto a sbottonarmi ancora di più, e in attimo, capii come fare per prendere due piccioni con una fava.
" E' stato tutto meraviglioso, e quando è finito, volevo morire" continuai, riferendomi al mio passato nella band
"Mi ricordo come se fosse accaduto ieri, quel giorno in cui Dylan ci disse che usciva dal gruppo, perchè la sua ragazza era incinta, e lui voleva sposarla al più presto, e non perdersi nemmeno un istante della sua bambina.
Io e Derek lo prendemmo per pazzo, gli proponemmo di finire il tour in corso, e poi di organizzare le nozze e la sua nuova vita, ma lui ci piantò di punto in bianco, e da quel giorno non si è mai più sentito parlare degli 'Uk Hearts'.
Io e Derek non eravamo affatto preparati a una fine tanto imminente, e ce la prendemmo a morte con Dylan..non gli parlammo più, e ci perdemmo sia il matrimonio che il giorno in cui diventò padre. Derek decise di partire, e credo non sia ancora tornato, mentre io mi rifugiai all'Old London. E' grossomodo così che sono andate le cose, ed è questo è il motivo il quale la band si è sciolta...capisci..è finito tutto in una bolla di sapone, ed è successo dall'oggi al domani; è stato terribile, una doccia fredda, ghiacchiata, in piena regola. Il giorno prima cantavamo e urlavamo a squarciagola negli stadi, e il giorno dopo, non eravamo più nemmeno una band..lo avrei ammazzato. Adoravo Dylan, ma ti giuro che se lo avessi rivisto dopo quel giorno, lo avrei gonfiato di botte." mi bloccai per studiare la sua reazione, per poi proseguire, perchè avevo altro da dirle, e ormai non mi sarei più fermato...avevo da poco scoperto di avere un disperato bisogno di condividere con lei la mia storia.

" Però se lo incontrassi adesso, gli chiederei scusa, perchè ero un ragazzino innamorato di quella vita, e non capivo un tubo. Poi oggi, in quello studio medico, ho provato sulla mia pelle soltanto una piccola parte di quelle emozioni che lui diceva di non essere disposto a perdere, e dopo anni, sono riuscito a perdonarlo"
" Cosa hai provato?" domandò con voce tremante
" Qualcosa di..straordinariamemente intenso, sensazioni alle quali non so dare un nome e-" "non le so chiamare nemmeno io" sorrise, gli occhi di nuovo lucidi.
A quel punto mi fermai a metà del ponte che stavamo percorrendo, e feci sedere Emma sulle mie ginocchia. Lei mi si spalmò addosso legandomi le braccia al collo e posando la testa sul mio petto. Io la strinsi forte, parlandole sottovoce, mentre entrambi ci godevamo lo spettacolo offerto dalla natura.
" Penso che Dylan sarebbe felice di sapere che hai cambiato idea" sussurrò, sempre stretta tra le mie braccia
" Non è così facile...ormai abbiamo perso i contatti, e non so nemmeno in quale parte del mondo sia finito..per non parlare di Derek..eravamo quasi come fratelli, ed è bastato così poco, a renderci degli estranei. Da quando si sono sciolti gli 'Uk Hearts', per rabbia, non ho mai più cantato.
E pensavo che non sarei mai riuscito a perdonarlo per averci mollato di punto in bianco, e invece, oggi, con te, ho capito quanto posso essere stato idiota a non mettermi nei suoi panni..se avessimo trovato un compromesso, chissà come sarebbe la mia vita adesso"

" Mi venderei l'anima per sentirti cantare ancora, per vedervi di nuovo come ai vecchi tempi: pazzi, scapestrati, e uniti"
" E' troppo tardi" mi uscì quasi come un sussurro strozzato, e l'attirai ancora di più a me
" Non è troppo tardi, Ethan. Pensa alla mia situazione: anche io dovrei chiedergli scusa per tutte le volte che l'ho maledetto" si indicò il ventre "e in questo momento sono felice perchè posso farlo, perchè ho la possibilità di chiedergli scusa per aver reagito così male alla prospettiva di diventare sua madre. Sai quando sarebbe stato troppo tardi sul serio? Se avessi scelto di abortire..soltanto alla morte non c'è  rimedio, e voi tre siete perfettamente vivi e vegeti, e lo sarete ancora a lungo, quindi potete sistemare le cose" 
Le presi una mano tra le mie, e la guidai verso il suo addome; Emma sussultò, perchè sapevo che non lo aveva mai fatto prima, ma mi lasciò fare, e soltanto quando avvertì il mio palmo carezzarle dolcemente la pancia, sorrise con le lacrime agli occhi.
Ormai fuori era buio, ma a noi non importava più..era stata una giornata a dir poco impegnativa, per entrambi, ma quando lei mi baciò la guancia sussurrandomi che avrebbe congelato anche quell'esatto istante, e io le sorrisi sghembo, capii di essermi messo in un grosso e meraviglioso guaio. Mi ero innamorato.





BUONSALVEEEEEEE :))
Devo veramente scappare, perciò mi limito a dirvi che spero che il capitolo vi sia piaciuto, e che ci aggiorniamo la prossima settimana.
Grazie di cuore a chi ha recensito fino ad adesso e a chi vorrà farlo...apprezzo tantissimo ogni singola parola che mi scrivete, perciò recensite, recensite, recensiteeeeeeeee <3<3<3
Un bacione a tutti, buona festa delle donne, anche da parte di Emma...e a prestooo!! :DDDD ♥














  
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