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Autore: piccolo_uragano_    10/03/2015    3 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Piccolo angolo autrice, per una cosa che mi sono dimenticata.
SO che i Malandrini nascono nel 1960, e che quindi questo è il Natale del '76, e che nel '76 i telefonini NON esistevano, ma ... okay, non ci sono scuse plausibili, prendetela come una licenza poetica! Ringrazio AnnA Black per aver recensito e Draco394 per ascoltare le mie folli idee :P
Detto questo, non so se il capitolo che state per leggere faccia della mia ff una SongFic, comunque, la canzone che Martha canterà è "Nostalgia" di Elisa Toffoli, canzone che consiglio ... non è difficile da tradurre se ci sono riuscita io ... non ricordo come è nato questo capitolo, semplicemente, stavo in auto con mia madre e ascoltavano un vecchi CD, è capitata questa canzone ... ed è capitato anche questo capitolo!
a presto.


Albus Silente e altre persone, tra cui Hagrid ed Alastor  Moody, entrarono in casa Potter quel Natale. Chiesero ai ragazzi un preciso resoconto dell’accaduto, e Martha si svegliò con James che non riusciva a ricordarsi come si chiamasse quella dannata ruota gigante.
“London Eye.” Disse, in un soffio. Si accorse di avere la testa sulle gambe di Sirius, e lui le baciò la fronte con amore.
“Ben svegliata, Martha.” Le disse Silente.
“Buon Natale, Preside.” Rispose lei, accennando un flebile sorriso. Il naso le faceva davvero male.
“Si, si, tutto questo è commovente, davvero.” Sbottò Moody. “Ragazza, quante volte la signorina Black ha usato la maledizione Cruciatus su di te?”
“Tre.” Rispose lei, senza esitare, cercando di rimettersi a sedere. Dopo un paio di tentativi ci riuscì, ma Sirius le tenne comunque una mano attorno alle spalle, mentre lei teneva una mano sulle sue gambe, e James spiegava nei minimi dettagli l’attacco. Lily puntualizzò solo che i Babbani presenti erano ventitré, e non una ventina come aveva detto lui.
“Preside” iniziò Martha “noi … noi possiamo fare qualcosa? Qualcosa di … concreto?”
Silente la guardò da sotto gli occhiali a mezzaluna. “Ci sono molte cose che potete fare, Martha. Tuttavia, avete già fatto molto. Avete dimostrato coraggio e tenacia da veri Grifondoro. Sono molto fiero di voi, ragazzi. La vita è una canzone, e voi avete scelto di farne una canzone allegra, da fischiettare e ballare.”
“Non ha risposto alla mia domanda.”  Rispose Martha, recuperando sempre più lucidità e ignorando lo sguardo orgoglioso ed il sorriso amichevole di Silente.
“Purtroppo, siete minorenni. E non c’è niente che non possiate fare da minorenni.”
“Io sono maggiorenne.” Si intromise Rose.
“Questo è vero, Rose, ma mi era sembrato di capire che tu non fossi pronta a combattere.” Ribatté prontamente Silente.
“Solo i sassi non cambiano idea, professore.” Rispose Rose, rivolgendo un luminoso sorriso alla sorella.

Si stava facendo sera e Martha se ne stava seduta sul dondolo nel giardino di casa Potter, con dei fogli in mano, osservando James, Sirius, Rose e Remus giocare a Quidditch allegramente. Lei non se l’era sentita e Lily, sebbene amasse il Quidditch, sulla scopa faticava a mantenere l’equilibrio. Se n’era andata dicendo che avrebbe fatto una doccia. La macchina grigia di Robert Redfort era parcheggiata ai bordi del cortile. Rose e Martha avevano deciso, di comune accordo con gli altri, di non avvertire i loro genitori. Non per Robert, che avrebbe capito, ma per Marie, perché per lei il mondo magico era fatto solo di cose belle, e Robert non sarebbe stato in grado di tenere nessun tipo di segreto, con lei.
Remus e Peter erano stati avvisati direttamente da Silente. Peter aveva detto che non poteva abbandonare la sua famiglia, mentre Remus li aveva raggiunti subito con aria preoccupata. Quando Martha l’aveva rassicurato almeno una ventina di volte, si era deciso a giocare a Quidditch, e Sirius le aveva chiesto per favore di non allontanarsi da lui. Era la seconda volta che lo sentiva dire per favore, e non era stata in grado di resistergli.
Rose e Remus erano in vantaggio, grazie alle abili doti di Cacciatrice della primogenita Redfort. James, tuttavia, come portiere non era per niente portato. Charlus aveva magicamente fatto apparire quattro anelli alti sei o sette metri nel bel mezzo del giardino.
Merda, merda James!” stava imprecando Sirius. “Stiamo dieci a cinquanta, ma dove hai la testa?”
Martha sorrise, quasi certa che stesse pensando a Lily. Era veloce come sempre sulla sua Nimbus, ma non riusciva a parare nulla con la punta della scopa. Sirius sembrava davvero infuriato.
Martha rise e riprese a scrivere.
“Oddio, Martha.” Disse una voce alle sue spalle. “Quelli sono spartiti musicali.”
Martha si girò, e quando vide Lily, nascose di scatto i fogli. “No.”
“Tu menti sapendo di mentire, Martha. ROSE!”
Rose si girò con aria scocciata.
“Sta scrivendo una nuova canzone!” urlò Lily a Rose.
“Una nuova che cosa?” domandò stupito Sirius.
“Canzone, idiota.” Gli rispose James, lanciandogli la pluffa.
“So cosa è una canzone, Ramoso.” Rispose lui, rilanciandogliela. “Ma Martha … Martha canta?”
“E anche molto bene.” Rispose Rose, facendo spallucce.
MARTHA REDFORT!” urlò lui “Quando avevi intenzione di dirmi che scrivi canzoni?
Non canto da un anno e mezzo, Sirius Black!” urlò lei, in tutta risposta.
Rose, con la velocità di una Cacciatrice e la regalità di una principessa, scese dalla scopa e corse verso la sorella, rubandole gli spariti dalle mani. Gli altri fecero la stessa cosa, ma l’unica che potesse comprendere ciò che Martha aveva scritto era sua sorella, che passò dal curioso all’entusiasta.
“Martha, è bellissima. Vado a prendere la chitarra!” esclamò felice.
“Rose, non ho intenzione di cantare!” rispose lei.
“Martha” la richiamò Sirius, con gli spartiti in mano “non capisco nulla di ciò che vedo scritto qui, quindi vorrei sentirti cantare.”
“Non avrai intenzione di dire di nuovo per favore, Felpato.” Lo schernì Remus.
“Se necessario, lo farò.”
Martha colse la palla al balzo. “Avanti, Sirius. Chiedimi per favore di cantare.”
Lui la guardò con aria di sfida e con tanto amore, e un ghigno orgoglioso dipinto in volto. “Martha, ti chiedo per favore di cantare questa canzone per me.”
“Miseriaccia, Sirius” esclamò Remus “devi esserti davvero spaventato a morte.”
“Rose” replicò Martha, senza smettere di guardare Sirius “vai a prendere la chitarra.”
Rose sussurrò Accio chitarra e in tre secondi si ritrovò in mano la chitarra di Robert.
“Era davvero difficile camminare per quindici metri?” la schernì James.
“È così divertente usare la magia liberamente in mezzo a voi minorenni.” Rispose, porgendo la chitarra alla sorella.
“Ti ricordo, Rose” replicò Martha, adagiandosi la chitarra sulle gambe “che anche tu, fino a cinque mesi fa, facevi parte di noi minorenni.”
Rose, in tutta risposta, si sedette ai piedi del dondolo, e gli altri la seguirono. In pochi secondi, avevano formato un cerchio di maghi su un prato magico, al tramonto di Natale, ognuno di loro portava con aria fiera la sua sciarpa rossa e oro, che li contrassegnava anche lontani dal castello.
Martha ridacchiò, prima di iniziare a strimpellare qualche accordo, schiarendosi la voce.

The night came down upon us
The brave were left alone.
Though life was loud and crowded,
Some people never spoke
The digging out the traumas
The growing of our hopes.


Sirius, James e Remus rimasero  a bocca aperta per la splendida voce dolce ma decisa di Martha. Rose e Lily la guardarono orgogliose. Aveva smesso di cantare e suonare quando, l’anno prima, aveva litigato con suo padre, che l’aveva accusata di non avere coraggio. Ma quel giorno aveva deciso di ricominciare a cantare, perché aveva capito cosa volesse dire essere davvero coraggiosi.
Quella mattina, avevano avuto solo un assaggio della guerra, certo, ma anche di quanto fossero potenti l’amore e l’amicizia. Sirius non avrebbe esitato un secondo ad attaccare sua cugina, insieme a James, se solo lei non si fosse dimostrata estremamente codarda, scappando. E Lily, Lily che era quella più in pericolo, non aveva mostrato debolezze, di nessun tipo.
Il ritmo della canzone si fece più allegro, vitale e svelto.

And we'll turn into a radio song,
We'll forget those red eyes and silly alibis,
We'll say life is a song and It's one you could
Whistle and dance to It,
Dance to It,
Dance to It,
Dance to It!

Sirius iniziò a battere le mani a tempo, seguito dai malandrini, mente Lily per poco non piangeva di gioia e Rose si teneva le mani sul cuore. Martha scambiò uno sguardo complice con ognuno di loro, e ripeté il ritornello, con aria entusiasta, regalando anche a Dorea e Charlus (che erano usciti per vedere chi stesse cantando) il dono della sua dolce voce. I Potter la guardavano fieri, tenendosi la mano e sorridendo. Le tensioni e la paura della mattina erano apparentemente scomparse, ma quel Natale sarebbe rimasto nella memoria di tutto.

The night came down upon us
We found ourselves alone
The hiding all the traumas
The reasons we'd asked for

 And we'll turn into a radio song
We'll forget those red eyes and silly alibis,
We'll say life is a song and It's one you could
Whistle and dance to It,
Dance to It,
Dance to It,
Dance to It!

Vedendo l’entusiasmo negli occhi di tutti, ripeté il ritornello, prima di strimpellare altri accordi e zittire la chitarra con un gesto. Rivolse a Sirius un sorriso malandrino che fu ricambiato da un occhiolino.
“È meravigliosa. Soprattutto se penso che l’hai scritta nell’arco di tempo in cui mi sono fatta la doccia!”
“Lily tu ci metti una vita a farti la doccia!” rispose Martha, ridendo.
Sirius si sporse quel tanto che bastava per baciarle le labbra. “Ti amo sempre di più.” Le sussurrò.
“Mi fate venire la nausea!” esclamò James.
“Tutta invidia, Ramoso. Tu non avrai mai una ragazza così!”
James sbuffò, alzando gli occhi al cielo. “Martha, potresti cantare di nuovo?”
Martha lo guardò con aria divertita. “James, sai quale è la parola magica per farmi cantare?”
James sbuffò di nuovo, mentre Remus esclamava “Per favore!
“Non tu, Remus! Tu lo dici fin troppo spesso! Deve dirlo James!”
James guardò Martha con odio, e, come fece Sirius mesi prima, non riuscì ad emettere alcun suono.
“Suvvia, James!” lo richiamò Dorea. “Ti ho educato, sai?”
“Mamma, è diverso!” esclamò lui. Era strano sentirlo pronunciare la parola mamma. “C’è in gioco il mio orgoglio, capisci?!”
“Avanti, James!” lo incoraggiò Sirius. “L’ho detto per due volte, io, oggi!”
Forse fu questo a convincerlo. Per la prima volta da quando si conoscevano, Martha sentì James sussurrare un flebile per favore.
“Non abbiamo sentito bene, Potter.”  Lo stuzzicò Lily.
Lui si alzò, si pose davanti a Martha, e strillò “PER FAVORE!
“Per un secondo ho temuto che volessi strillarmelo nell’orecchio come hai fatto quando cercavo di rubare il maglione a Lily.”
“Ti stava bene!” esclamò Rose.
“Si, okay, ora canta.” Tagliò corto James.
Martha rise e ripeté il ritornello della canzone, senza guardare la chitarra, ma guardando negli occhi ciascuno di loro.
“Martha, ho trovato cosa faremo a Capodanno.” Esclamò James, quando ebbe finito.
“Cosa?”
“Un concerto!”
“No.”
“No?”
“No, James. Canto davanti a voi, e basta. Non canterò davanti alle tue spasimanti perché tu ti possa vantare di avere una sorella dannatamente brava.”
“Ho ben altro di cui vantarmi, con le ragazze!” si difese lui.
“Tu ricordati solo che poco fa hai urlato ‘per favore’, James.”
James sfoderò la sua espressione da bambino offeso, facendo ridere tutti.
“Non è una cattiva idea, però.” Ammise Sirius.
Era un po’ come una legge fisica universale: se uno dei Malandrini trovava un modo per trasgredire alle regole, o, soprattutto, organizzare feste, gli altri avrebbero dovuto seguirlo.
“Non voglio cantare davanti a tutta Hogwarts!”
“Non sarebbe tutta Hogwarts.” Ammise Ramoso, facendo spallucce e passandosi la mano tra i capelli ribelli.
“Giusto” lo appoggiò Felpato “i Serpeverde non ci sarebbero.”
Questo, per loro, voleva dire eliminare Mocciosus, Mulciber, Avery, Regulus Black, e, nuovo acerrimo nemico di Sirius, David Jones.
“Ma cosa dovremmo festeggiare?!” domandò Lily.
“Beh, come prima cosa siamo vivi.” Le rispose prontamente Sirius.
“E come seconda cosa, è Capodanno, Evans. Buoni propositi e tanto Whisky Incendiario, belle ragazze con biancheria rossa fiammante e moltissimi fuochi d’artificio babbani.”
James sembrò dimenticarsi della presenza dei genitori, fino a quando Dorea non si schiarì la voce con della finta tosse.
“Dai, mamma! Sai che ho un debole per i fuochi d’artificio babbani!”
Sirius si intromise come un vero fratello. “Aspetta, Dorea. È per il Whisky Incendiario o per la biancheria rossa?”
“Entrambi!”
“Okay, Martha, tesoro” disse, indicandola con un sorriso malandrino “niente biancheria rossa!”
Lei rise, e in tutta risposta, mosse la mano con il plettro sulle corde tese, producendo un suono dolce.
“E io che per Natale vi avevo regalato le mutande uguali!” esclamò James, ridendo.
In quel momento, tutti parvero essere invasi dallo stesso lampo di genio.
Dobbiamo scambiarci i regali di Natale!” esclamarono, correndo tutti in taverna, seguiti da Rose, che non si era mai sentita così a casa prima di allora.
   
 
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