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Autore: Hermione Weasley    13/02/2005    6 recensioni
In genere una gitarella scolastica dovrebbe portare pace e serenità al povero studente oppresso dalla quotidianità dei compiti e delle lezioni. E se vi dicessi che ancora devo riprendermi da quella che è stata la mia gita scolastica, mi credereste? Questa è la mia storia e se l'ascoltate, vi farete solo un piacere. [ Questa FF è una Round Robin, per info leggete il primo capitolo ^_^ ]
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Burattini e Rivelazioni



Ci sono momenti in cui un uomo deve prendersi le proprie responsabilità e fare quello che è più giusto fare. Ci sono momenti in cui un uomo deve scacciare la paura e dimostrare coraggio per difendere i più deboli.

Quel momento non era uno di questi.

Attualmente la mia unica volontà era quella di gridare come una donna, con la voce acuta agitando le mani davanti al viso. Ma l'unica espressione che dovevo avere in quel momento è quella di un uomo a cui è appena stata fatta una ceretta totale. Questo dovrebbe darvi un'idea della mia faccia in quel momento. Io personalmente non la vidi di certo, ma Hermione non tralascia mai questo particolare quando racconta questa storia, inutile che stia a dirvi quanto ci hanno ricamato su Fred e George, spenderei una vita intera a raccontarvelo, perciò, siccome ne ho una sola preferisco usarla meglio.


Sentivo il sudore freddo colarmi dalla fronte e poi lungo il viso.

Tremavo, oh si se tremavo. Le catene emettevano un sinistro, macabro tintinnio. Voi vi chiederete "Ma che cosa ha mai visto questo povero stinco di santo?"

Ecco per rendervi decentemente l'idea, dovete immaginarvi il professor Piton in perizoma. Rende abbastanza l'idea? Harry ha giurato più volte di si, quindi spero che sia altrettanto efficace con voi. Però per quanto tremendo potesse essere non c'era il caro Severus con indosso biancheria intima femminile davanti alla porta, ma Curdy il proprietario del cottage.

Facendo un confronto tra lui e la McGrannit, l'unico modo appropriato per descrivere la professoressa sarebbe "Bocciol di rosa", più deperiti di lei io non ne avevo mai visti, ma Curdy in quel momento ebbe il primato. Credevo che da un momento all'altro si sarebbe sgretolato sotto i nostri occhi senza troppi complimenti. Era pallido, molto pallido, un qualcosa che potesse fare invidia a Nick-Quasi-Senza-Testa. In effetti era proprio bianco come un fantasma. Aveva il viso solcato da un'enorme quantità di rughe e uno strano colorito verdastro che mi fece venire una gran voglia di vomitare.


Voltai lo sguardo verso Hermione che per uno strano scherzo del destino aveva recuperato la calma. Chissà perchè sono sempre io quello che fa le peggio figure del cavolo in queste occasioni, ma che vi devo dire: non ricevo gli stimoli giusti per fare uscire il coraggio Grifondoro che è in me, o che almeno dovrebbe essere intrinseco della mia personalità.

Hermione aveva la strana abilità di sapere immobilizzare i muscoli della faccia. Non batteva ciglio, una cosa impressionante, per un attimo mi balenò in testa l'idea che potesse essere seriamente morta sul colpo, ma il suo petto faceva ancora su e giù, quindi respirava. E non chiedetemi perchè le guardavo il petto, sono un adolescente maschio e dovevo accertarmi che la mia migliore amica fosse viva, sempre a pensare male eh!?


Un qualcosa nella mia testa mi diceva che Hermione aveva già capito tutto. Sapete come succede sempre, ci siamo io, Harry e lei, viene fuori un mistero, un colpevole che si nasconde e poi all'improvviso la Mente del gruppo scopre chi è stato, perchè l'ha fatto, come l'ha fatto, con chi l'ha fatto e dove. E quella che aveva stampata in faccia in quel momento era un'espressione di esultanza repressa, proprio così. Lei sapeva, lei aveva capito tutto, e chiaramente come al solito io non aveva capito nulla, impegnato com'ero a mantenere inutilmente la calma per dar man forte a lei, che evidentemente non ne aveva alcun bisogno.


Dicevamo però che non eravamo soli in quella angusta stanzetta di quel maledettissimo cottage. C'era anche Hannah Abbott, la povera Tassorosso. Indossava la divisa di scuola, il viso era nascosto dai folti capelli biondicci , l'unica parte visibile del suo corpo era una giallastra mano avvizzita che spuntava dalla tunica nera. Deglutii a fatica, avevo paura che all'improvviso Hannah o per lo meno quello che restava di Hannah si sarebbe alzato e io avrei visto una schifosa mummia bavosa avanzare verso di me...

Rabbrividii all'idea, i miei succhi gastrici facevano andata e ritorno initerrottamente dal mio stomaco al cervello da circa una decina di minuti ormai, e io non potevo fare nulla per impedire tale spostamento.


Curdy senza una parola (anche perchè penso che gli sarebbe caduta la bocca se avesse provato a parlare) si avvicinò brancolando verso Hermione, con un colpo di bacchetta staccò le catene del muro, dopodichè le si mise dietro e puntandogliela tra le scapole la costrinse ad avanzare verso la porta. Volevo dire qualcosa, urlare, cantare ma Curdy mi impedì qualsiasi di queste azioni fulminandomi con lo sguardo.

Richiuse la porta, la luce scomparve.

Adesso eravamo solo io e la mummia...insomma Hannah.

Rimasi in silenzio, anche perchè non avevo nulla da dire, tentai di rimanere calmo, ma come potevo? Ero chiuso al buio in una stanza, incatenato al muro, con una vecchia raggrinzita...

Oddio, questo mi ricorda un film dall'integrità morale alquanto discutibile che Charlie fece vedere a tradimento a Percy quando io avevo circa dieci anni. Era una bassetta...vassetta...insomma uno di quei cosi che i Babbani usano per vedere delle immagini che si muovono in una scatola, la Feletisione, presente? Ecco mio padre l'aveva trovata durante un sopralluogo non so dove e l'aveva portata a casa insieme alla misteriosa scatola.

La visione di quella cosa mi ha turbato per i successivi due anni, ma forse anche di più.


Chiusi gli occhi, respirando forte. Odiavo il silenzio, magari se avessi cantato qualcosa mi sarei rillassato un po', no? Ovviamente no.

Fu uno strano suono gutturale che mi fece trasalire dai miei pensieri. Un suono che proveniva dal punto in cui era distesa quella che fu Hannah Abbott.

In quel momento presi in seria considerazione l'idea di sbattere la testa al muro e morire sul colpo per evitare eventuali sofferenze... Ma fui troppo codardo anche per quello. E diciamo che per una volta la paura mi salvò. Sentii uno strano rumore, come del legno che rotola sulla pietra.

Un oggetto stava rotolando verso di me, ne ero sicuro. Quel rumore durò per circa una ventina di secondi per poi fermarsi a due centimetri dalla mia mano destra. Ero seduto sul pavimento, una gamba tesa e l'altra piegata. Feci un bel respiro. Strinsi gli occhi per riuscire a vedere qualcosa, cosa alquanto inutile. Presi improvvisamente una decisione. Cominciai a muovere lentamente centimetro per centimetro...ok millimetro per millimetro, la mano destra verso il punto in cui il rumore si era spento. Dopo circa due minuti, le mie dita toccarono qualcosa, era lungo, duro e...

Ma no! Non è un racconto erotico, per la miseria! Era una bacchetta, no? Ma credete che sia un maniaco sessuale? Ok ok, non credo di volere sentire la risposta.


Strinsi la presa attorno a quella bacchetta, me ne fregai altamente di sapere come ci era arrivata, sapevo inconsciamente che aveva a che fare con la mummia, laggiù. Di sicuro avrei guardato con occhi diversi la McGrannit se mai fossi uscito vivo da quella storia.


"Lumos" mi tremava la voce, ma un pizzico di coraggio mi invase, sentii uno strano calore salirmi per tutta la spina dorsale e poi colorarmi le guance e le orecchie.

Spostai la bacchetta a destra e a sinistra. La figura nera di Hannah era ancora là, tentai di non farci caso, mi liberai in fretta e furia dalle catene e aprii la porta. Sbattei più volte le palpebre per abituarmi alla luce che invase la stanza. Mi voltai un'ultima volta verso Hannah e lì mi ripromisi di andare a riprenderla anche in quelle condizioni.


Corsi fuori dalla cella, dovevamo essere ancora al secondo piano, dalla finestre non filtrava alcun filo di luce, la luna era oscurata dalle nubi e la cosa non mi rincuorava affatto.

Svoltai l'angolo, attualmente la mia unica idea era quella di ritrovare Hermione.

Passai davanti ad una stanza che ricordava molto l'ufficio del professor Piton, pieno di ampolle, barattoli di vetro, cervelli sotto spirito...insomma uno schifo.

Feci un passo, varcando la soglia di quella specie di laboratorio. Non c'era nessuno. Osservai minuziosamente i tavoli sperando di trovare chissà che cosa che mi potesse aiutare nel salvataggio di Hermione, non so che cosa avessi in testa in quel momento, era come se il cervello stesse a vedere quello che il corpo voleva fare, il che non era affatto regolare...insomma magari nel mio caso lo era, io non rifletto mai prima di agire, Hermione me lo ripete ogni volta, ma che vi devo dire la mia impulsività mi ha salvato parecchie volte la vita...tranne con quella storia del Tranello del Diavolo, lì sarei tranquillamente morto all'angelica età di 12 anni, ucciso da una pianta, ma ci pensate? Il grande Ron Weasley ucciso da una pianta? Naaaa...


Fu in quel momento che un armadio attirò la mia attenzione. Era socchiuso... Mi avvicinai con cautela, se fosse stato per me ci avrei messo un'ora e mezza a raggiungerlo ma l'idea di Hermione in pericolo in quel momento aveva la priorità su tutto, anche sulla mia stessa incolumità...l'avevo detto che sono un cavaliere, no? Ah no, ok.

Tesi una mano tremante verso l'armadio e con un gesto secco l'aprii.

Non potete immaginarvi il mio stupore quando mi trovai davanti quattro ripiani pieni di burattini di ogni forma e colore. Quelli delle ultima tre file erano distrutti, completamente distrutti e macchiati di uno strano colore rosso che molto probabilmente era sangue... Non mi chiedete come facesse ad esserci del sangue in quei burattini, non lo so sul serio, o almeno non lo sapevo in quel momento.

Ma ci furono due pupazzi che attirarono la mia attenzione, si trovavano sullo scaffale più alto, e grazie alla mia statura non ebbi nessuna difficoltà a guardarli, e vi giuro che in quell'attimo desiderai essere alto un metro e venti.


Il pupazzo a destra indossava una divisa di Grifondoro in miniatura, perfetta in ogni piccolo particolare, aveva la faccina seria e un cespuglio al posto dei capelli.

Vi spiego attentamente i miei ragionamenti in quella frazione di secondo:


Grifondoro + Seria + Cespuglio = Hermione


Non avevo dubbi quel burattino era la fedele riproduzione in scala di Hermione Jane Granger, e quella non fu la sola cosa che mi fece gelare il sangue nelle vene, perchè c'era un altro burattino più grande, un sorriso ebete stampato sulla faccia e una massa di capelli rossi.

Ebbene facciamo il solito ragionamento:


Grifondoro + Sorriso Ebete + Capelli Rossi = ME!


Quella era il mio burattino, ero io! La cosa fu alquanto macabra, non so che cosa ci trovi di divertente la gente nei burattini, a me fanno una gran paura, sono di pessimo gusto, ecco.

Insomma non sapevo esattamente che fare, ma mi cadde nuovamente lo sguardo su quelli trucidati dei ripiani più bassi e non ebbi più ripensamenti. Afferrai me e Hermione pupazzo e uscii da quella stanza. Quella storia mi piaceva sempre meno, e se non avessi avuto tanta fretta di uscire da quella stanza, avrei sicuramente notato un burattino con una divisa Tassorosso messo su un tavolo, in pessime condizioni.


Percorsi velocissimamente il corridoio tempestato di stanze che si apriva davanti ai miei occhi. Tentai di aprirle una ad una e con mio quasi sollievo erano tutte chiuse.

Quasi tutte, perchè giungendo davanti all'ultima porta della serie, e poggiando la mano sulla maniglia d'ottone, questa si aprì senza nessuno sforzo.

E capii subito perchè: qualcun altro l'aveva aperta dall'interno, Mi spiaccicai al muro sperando con tutto il cuore che chiunque fosse non notasse la mia presenza.

La porta mi arrivò ad un centimetro dal naso, stavo diventando come un sottile strato di burro spalmato su una fetta di pane troppo grande. La maniglia mi premeva...meglio che non vi dica dove, solo che ebbi il doppio della paura in quel momento, non solo potevo perdere la vita, ma anche la mia virilità, una cosa inconcepibile.


Ne uscì Curdy, sembrava meno deperito dall'ultima volta che aveva avuto il piacere di vederlo, teneva in mano un calice di vetro, pensavo che stesse bevendo vino, ma quel liquido rosso non era affatto vino. Lasciò la porta aperta e si diresse verso il laboratorio dal quale io era da poco uscito, ringraziai la mia buona stella per questo, se mi fossi trattenuto un secondo in più ci sarei rimasto secco, ancor prima di poter salvare Hermione.

Ero molto confuso, insomma quella sottospecie di essere umano beveva uno strano liquido rosso, e la cosa tremenda, che inizialmente imputai alla paura, era l'impressione che ogni sorso che beveva da quel bicchiere, mentre camminava, lo facesse diventare un po' meno gobbo, più diritto e prestante.


Ma non mi persi a esaminare quello schifoso bastardo qual era Curdy entrai nella stanza e senza farmi sentire chiusi la porta. Era una camera diversissima dalle altre. La carta da parati perfettamente attaccata ai muri, un tappeto sul pavimento, un fuoco scoppiettante nell'angolo destro e un enorme letto matrimoniale nel centro.

Distesa sopra c'era Hermione e non respirava.

Avete presente la mole di Hagrid? Ecco moltiplicatela per 120 e così capirete di che entità era il peso che mi cadde improvvisamente sul cuore...come sono romantico, eh?

Ma pensate a me, un povero deficiente che vede la sua migliore amica pseudo-morta davanti agli occhi, che diamine dovevo fare?

Una seria voglia di piangere si impadronì di me, come avrei fatto senza la mia Hermione? Come? Avete presente quando vi fanno un indovinello, la soluzione vi sembra impossibile e poi quando ve la dicono vi rendete conto di quanto palese e evidente fosse? Ecco in quel momento vedendola là distesa, inerme, capii quanto era importante per me quella piccola e minuta ragazza Grifondoro, secchiona e petulante, con la quale ingaggiavo almeno una volta al giorno una discussione.


Mi avvicinai senza parole. Tesi le mani tremanti verso il suo viso. Mi sembrava una scena molto toccante, io che scoprivo solo dopo 6 anni di convivenza quello che realemente significava per me la mia migliore amica, e lei che moriva troppo presto perchè io glielo potessi dire. Ne avrebbero scritto un libro, che si sarebbe tramandato di generazione in generazione, la triste storia di un ragazzo troppo cieco per accorgersi di quanto irrimedibilmente fosse...

Ecco in quel microsecondo mi sentii il ragazzo più stupido della Terra. Hermione aprì gli occhi, ma non era preoccupata né turbata, anzi era in piene facoltà pisichiche e fisiche.


"Che ci fai qui?" mi sbraitò contro.


Il mio sogno romantico finì lì. Hermione non era morta, Hermione non era in pericolo, Hermione sapeva perfettamente quello che stava facendo. Mi ripromisi di non sottavalutare mai più Hermione. E inoltre il tatto della ragazza mi aveva colpito sin dal giorno in cui la conobbi...


"Come che ci faccio qui? Sono venuto a salvarti!" le risposi acido.


Lei non disse nulla, si limitò ad inarcare un sopracciglio.


"Nasconditi, da un minuto all'altro sarà qui, Curdy pensa che sia svenuta!"

"Che cosa?"

"Accidenti"


Si alzò di scatto dal letto, mi prese per mano e mi trascinò davanti ad un armadio.

Lo aprì senza troppe cerimonie e mi ci infilò dentro.


"Rimani qui" dicendo questo le cadde lo sguardo sulla mia bacchetta...quella magica ovviamente. "Dove l'hai presa?" mi chiese.


Mi limitai ad un'alzata di spalle, seguita dal buio dell'armadio, dal legno che mi sbatteva sulla faccia, da Hermione che correva a gettarsi sul letto, dal cigolare della porta d'ingresso e infine da me che maledicevo il giorno in cui mi era stato proposto di passare le vacanze di Natale in un cottage sperduto, prossima festività alla Tana senza discussioni!

Trattenni il respiro. Appoggiai l'orecchio al legno tentando di sentire eventuali discorsi di quel pezzo di me... di Curdy.

Lo sentii tossicchiare mentre si avvicinava al letto.


"Tu rimani ferma qui, il tuo caro amichetto deve essersi liberato, vi odio stupidi insulsi mocciosi, mi fate schifo" gracchiò senza troppi complimenti. Mormorò uno strano incantesimo che sicuramente serviva a tenere Hermione ferma al letto.


Lo sentii allontanarsi fino alla porta. Fu in quel momento che ebbi la brillante idea, di alzarmi in piedi nell'armadio, e grazie alla mia statura battei una testata degna di questo nome, e chiaramente Curdy non era cosi sordo da non accorgersene, era quello che speravo, ma come al solito la fortuna non fu dalla mia parte.


"Forse non c'è bisogno che vada tanto lontano per trovarlo" disse tutto contento.


Ero convinto che in quel momento avesse un sorriso beota stampato sulla faccia, credeva di avere la vittoria in pugno, ma invece si sbagliava, si vedeva che non aveva mai avuto a che fare con me.

Modestamente sono campione di Sbatti L'Anta In Faccia, vi chiederete perchè, bè, quando il caro Curdy fu abbastanza vicino all'armadio, aprii l'anta con tutta la forza che avevo nella braccia. Come minimo gli avevo spaccato il naso.

Uscii in fretta e furia dall'armadio, la bacchetta ben stretta nel pugno destro, i pupazzi nell'altra.

Quel bastardo era fuori uso, svenuto per terra, il naso sanguinante. Chiaramente il campione, cioè io, non si era smentito nemmeno quella volta, una prestazione del genere l'avevo fatta solamente contro Percy anni e anni fa, credevano che bisognasse amputargli il naso, ma fortunatamente i Medimagi risolsero il problema, o almeno quello del caro Percival; mentre da una decina di sani scapaccioni di mia madre, non mi salvò nessuno, ahimè.


Hermione aprì gli occhi, mi guardò sconvolta.


"Ehi che c'è? Te l'avevo detto che ero venuto a salvarti, Herm" le disse sorridendo.


Notai con disgusto che avevo il tono di voce di Allock quando parlava delle sue quasi-gesta eroiche.

Non persi comunque tempo, con un colpo di bacchetta la liberai.


"Andiamo dobbiamo salvare Hannah" le dissi, dopotutto mi ero ripromesso di farlo. "Tieni questi"


Le appioppai i pupazzi, lei non fece nessuna obiezione.

La presi per mano e la trascinai fuori dalla stanza. Cominciammo a correre ma solo a metà corridoio mi ricordai che dovevo fare una cosa, una cosa di vitale importanza.

Mi bloccai, guardai Hermione negli occhi.

Bè un po' per gli ormoni, un po' per la mia precedente rivelazione, un po' perchè avevo sempre desiderato farlo; le presi il viso tra le mani e la baciai, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.

Non mi aspettavo nessuna reazione idilliaca, ma lei non si sottrasse alla mia presa né al mio bacio, il che mi rincuorava e non poco.

Durò poco, anche perchè attualmente le nostre vite erano in gioco.

La ripresi per mano e ricominciammo a correre, a dopo i convenevoli.


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CONTINUA


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Eh lo so che non è proprio niente di eccezionale, ma è veramente il massimo che sono riuscita a fare! In questo periodo, vuoi un po' per la scuola un po' per problemi miei, non riesco più a scrivere come vorrei! Spero che vi piaccia, ho fatto del mio meglio. *____*

Non so a chi tocca, magari ricominciamo il giro, la parola a Sanae!

Baciottoni ^O^

Sere

  
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