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Autore: Bianca987    11/03/2015    3 recensioni
Dopo due anni dalla seconda guerra magica/ pace.
Draco e Hermione sono costretti a recitare in un film d'amore nella Londra Babbana. Dovranno far finta di amarsi, ma... Se il sentimento si espandesse anche nella vita reale?
Le cose sarebbero molto semplici se Malfoy fosse l'unico contendente, ma purtroppo non è così, e la testardaggine di lui non aiuta per niente.
Mille intrecci e complicazioni. Come andrà a finire?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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YOU WERE IN MY HEART 
CAP. 28
 
 
 
 
 
•26 Dicembre 
 
 
 
 
Draco rientrò in casa in tarda nottata.
La camicia bianca fuori dai pantaloni neri. I capelli biondi che tradivano la lacca uscendo fuori posto. Le occhiaie scure, lo sguardo disorientato, assente.
Hermione era rimasta alzata tutta la notte ad attendere la sua rincasata. 
Si alzò in un attimo appena udì Draco smaterializzarsi davanti a lei in salotto. Sgranò gli occhi sbattendo più volte le palpebre che tendevano a chiudersi vogliose di riposo.
Lo raggiunse in pochi passi con espressione inquieta, le mani protese in avanti per abbracciarlo.
-Allora...?-
Lui quasi la scansò evitando il suo sguardo. Poi sprofondò nel divano.
-Sta bene. Cioè, no. Sta meglio, non bene.- 
Silenzio.
-Ha avuto una ricaduta ma... Le hanno somministrato dei farmaci sperimentali che sembrano attenuare, o per lo meno rallentare il propagarsi del morbo nel suo corpo. Ancora non sappiamo cosa succederà.-
Hermione annuì. 
Non conosceva Narcissa ma le dispiaceva molto vedere Draco in quello stato. La sofferenza degli altri diventava la propria e questa sua empatia innata la faceva soffrire più di quanto in realtà non dovesse.
-Potevi raggiungermi all'ospedale Babbano- disse Malfoy.
-Ci avevo pensato, ma temevo di disturbarti- 
Lui scosse la testa.
I primi raggi mattutini fecero la loro entrata nel salone. Entrambi si volsero in cerca del sole, che ancora però non mostrava il suo volto.
-È mattina, vai a riposarti. Hai bisogno di dormire nello stato in cui ti trovi- asserì Draco cercando di addolcire la voce.
Hermione abbozzò un sorriso.
-Vado- 
-Aspetta-
-Si?-
-Oggi non è più Natale-
-Lo so...- Hermione non voleva che Draco si sentisse in colpa per non aver passato quel giorno assieme a lei. Non dipendeva da lui la malattia di sua madre.
-Beh?- aggiunse un po' perplessa.
Draco mostrò il suo primo accenno di sorriso da quando era tornato, e sembrava più sincero di quanto lei non si sarebbe aspettata.
-Buon ventisei dicembre-
Triste, ma dolce.
 
 
 
•17 Gennaio
 
 
 
-Eccola Signora. Sta crescendo a vista d'occhio, eh?- 
-Già... Sta proprio crescendo a vista d'occhio...- disse Hermione tra sé e sé. 
Prese il foglio della sua terza ecografia in mano, con l'altra si accarezzò la pancia.
Draco non era con lei quel giorno. Aveva un impegno che gli avrebbe occupato l'intera giornata, perciò arrangiandosi era dovuta andare da sola.
Stretta di mano veloce dopo le solite raccomandazioni, dopoché la visita del mese si concluse.
Non mangiare questo, non bere quello, non fumare. Lo sapeva benissimo.
 
 
Si smaterializzò ai piedi dell'edificio in cui abitava. Aprì la portiera e cominciò a salire le scale energicamente. Quel giorno si sentiva in forze, e felice. Il bambino stava bene, dall'ultima difficoltà nella gravidanza che aveva riscontrato risaliva a tre mesi prima, quando aveva scoperto di aspettare un piccolo. 
Non vedeva l'ora di dirlo a Draco, ne sarebbe stato contento anche lui. 
Teneva in mano i fogli del l'ecografia come se fossero preziosi tesori e li sfogliava sorridendo. Immaginò l'espressione di Malfoy una volta tornato a casa. 
 
Mentre era immersa nei suoi pensieri e con gli occhi incollati sulla piccola pallina nera e grigia stampata sul foglio bianco, andò a sbattere contro qualcosa. Alzò lo sguardo troppo tardi, distratta, e per poco non rischiò seriamente di finire com la faccia sul pavimento. Si riprese all'ultimo, mollando la presa sui fogli che gelosamente custodiva nel pugno. Questi si sparpagliarono per terra e lei si aggrappò alla prima sporgenza che incontrò. 
-Ahia- 
-Tutto... Tutto apposto?- 
Alzò il mento. Era Matt.  
Silenzio. Si guardarono negli occhi; lei sorpresa, lui preoccupato.
-Matthew...- mormorò Hermione.
-Come stai?-  si scostò.
-Io... Bene, tu?-
-Bene anche io grazie- 
Non poteva stare lì a parlare. Se avesse abbassato lo sguardo cosa sarebbe successo? I fogli con le fotografie della visita del giorno giacevano a terra ognuno rivolti dalla loro parte più rivelante. 
Imprecò nella mente.
-Scusa Matt, deduco che tu sia qui per vedere Draco, ma oggi aveva un impegno e non rientrerà prima di sera. Io devo andare adesso, anche io ho un sacco di cose da fare.- lo informò, poi il più naturalmente possibile si chinò per cercare di raccogliere l'ecografia. 
-Lascia fare, faccio io-
 
*No, no, no...*
 
Lo sentì avvicinarsi e agguantare un foglio prima che lo facesse lei. 
 
Era evidente. Anche troppo evidente. 
Matt non potette che non notarlo, e come biasimarlo?
Da prima, schiuse le labbra increspando gli angoli in un'espressione tra il sorpreso e lo sconcertato. Inarcò le sopracciglia e senza alzare la testa, dopo aver esaminato tutto sollevò gli occhi posandoli sue quelli di Hermione, affamati, per non dire arrabbiati. 
 
Matthew non disse niente, aspettò qualche istante attendendo che lei aprisse bocca per prima, ma non successe.
-Sei incinta.- 
Non era una domanda.
-Matt io...- attaccò subito sulla difensiva ma venne interrotta.
-Tu...-
-Matt ascoltami..-
-...sei incinta?-
-Lascia che ti spieghi per un secondo!-
-Hermione ma che diavolo...-
-Te l'avrei detto! Giuro!-
-È uno scherzo o cosa?- 
Le voci si accavallavano tra di loro creando un interseco di parole indistricabile e incomprensibile. 
Si alzarono in piedi, e davanti al portone di Hermione dove si trovavano, iniziò la discussione; quella che Hermione teneva più di tutte. Prima o poi era consapevole che sarebbe dovuto accadere.
 
Ed eccola lì, cimentata a trovare il modo migliore per raccontare a Matt tutta la storia, e dirgli che forse era il padre, e che era innamorata di Draco, e che non sapeva cosa sarebbe successo, e che si trovava in un mare in burrasca con una scialuppa di salvataggio sgonfia e che presto, se senza soccorsi, sarebbe annegata. 
-Calmati! Ti prego!- 
Lui si zittì, arrestando il braccio con in mano l'ecografia spiegazzata bloccata a mezz'aria.  
Lui era sono euforico per la notizia, Hermione era quella veramente in panicata e nervosa come non mai.
-Ti prego... Fammi spiegare- aveva quasi il fiatone. 
-Ma non qua fuori...-
 
 
 
 
 
27 m later
 
 
 
 
 
Sbatté la porta con aria ferma. Una figura minuta lo seguì a ruota.
-Ma allora?- gridò con le lacrime agli occhi che smaniavano per assaggiare il pallore delle guance. 
Lui nemmeno parve aver sentito. 
-Matt!- 
Lo raggiunse scendendo le scale furiosamente e lo afferrò per un braccio voltandolo con veemenza. 
-Ma che fai? Adesso che ti ho spiegato ogni cosa, cosa stai cercando di dirmi? Che se il figlio sarà tuo non ci sarai? Che non vuoi problemi o preoccupazioni? Perché non parli, perché stai zitto? Dii qualcosa, dannazione!- 
Mostrava i denti come un'animale feroce, ma di feroce Hermione aveva ben poco. L'espressione digrignata non per la ferinità ma per disperazione, i piedi scalzi. 
 
Lui la fissava portando allo stremo i muscoli del volto al fine di risultare una maschera impassibile, immutabile. Non umana.
-Mi hai deluso, Hermione.- disse infine con fare da padre autoritario che rimprovera la figlia.
-Che avrei dovuto fare? Cosa credi, che sia stato facile?- 
-E tu cosa credi, che per me sia facile pensare adesso? Dovevi avvertirmi subito. Fino ad ora mi hai lasciando in disparte in tutta questa storia, come se non fossi importante, mentre aspetti nel ventre un figlio che potrebbe essere il mio!- 
Guardò in alto, alzò gli le braccia e si mise ancora una volta le mani tra i capelli. Dalla bocca gli uscì un verso di gola, quasi di rabbia.
 
Lei piangeva. Si sentiva in colpa, troppo in colpa. Avrebbe dovuto, era vero. Solo che le era mancato il coraggio di dirgli la verità, e temeva che così facendo avrebbe peggiorato le cose.
-Avremo fatto il test, lo faremo tra un mese...- 
-Adesso parli anche al plurale...- disgustato. Lei lo ignorò.
-Se non fosse stato tuo, non ci sarebbe stato motivo di averti messo preoccupazioni senza motivo, capisci?...-
-No, no Hermione non capisco.- gesticolava in modo frenetico.
-Perché Draco doveva sapere e io no? In fondo io e lui abbiamo la stessa probabilità di essere il padre.-
-No... Non del tutto-
-Da quando mi hai spiegato si.-
-C'è dell'altro.-
 
Matt si ammutolì.
Il silenzio durò pochi secondi ma fu intenso.
-Sai cosa? Non lo voglio sapere.-
Hermione scosse la testa e abbassò gli occhi coprendosi la faccia con la mano. Le scappò un singhiozzo.
-Auguri. Fammi sapere quando ti sarai decisa a farmi sapere se è mio, oppure quando nascerà. O che so... che ha compito il suo diciottesimo compleanno.- 
Lei non rispose. Era inutile continuare. Matt aveva le sue ragioni per arrabbiarsi con lei, ma avrebbe potuto reagire diversamente. Senza aggredirla, senza farla piangere, senza darle troppo contro. Non nello stato in cui si trovava...
-Ti saluto.-
 
Si voltò, ma prima di sparire dalla sua visuale aggiunse senza voltarsi a guardarla:
-E porta i miei saluti anche al tuo fidanzato-.
Ma non era serio, dalla sua bocca fluiva veleno, lo steso che ammalava il suo cuore. 
 
-
 
 
"Gli toccò la pancia, fissandola come si fa con un tesoro. 
-Ancora non si sente niente.- aggiunse lei." 
 
Si rigirò, un sudore freddo le ricopriva la pelle facendogliela fremere a causa del freddo.
 
"Lo osservò mentre si passava una mano tra i capelli, distogliendo un attimo lo sguardo sgomento dal suo di chi non ha parole ma solo perplessità.
-Ancora un mese, ancora un mese. Sapremo tutto tra poco. E festa finita.-
-Io... Stento a crederci.- 
Parole semplici e fluide, ma a tempo steso dure come il marmo."
 
I capelli sul volto, incollati alla faccia bagnata. Le palpebre che ballavano, benché sempre serrate.
Denti digrignati.
 
"-Sai la storia, ho detto tutto, adesso cerca di capirmi... Mettiti nei miei panni. Ti ho raccontato le cose come stanno, perfino quelle con Draco.-
Niente.
-Matt... Matt, Matthew! Dove stai andando?-"
 
Un tocco lieve ma deciso. Brivido, urla.
-Hermione... Sshhh, Hermione sono io- 
Lei aprì gli occhi, e incontrò quelli di Draco che la guardava da sopra di lei.
Sospirò cercando di calmarsi. Il suo petto si alzava e abbassava con irregolarità.
-Draco- lo salutò dicendo il suo nome. 
-Hai fatto un incubo? Sei tutta sudata- 
L'altra chiuse gli occhi, si portò i capelli scompigliati dietro la nuca raccogliendoli in una coda bassa, poi si scoprì le gambe scostando il piumone.
Faceva freddo ma quell'aria fresca fece riavere la sua pelle in fiamme.
-Si ma adesso sto... sto bene- mormorò. 
Malfoy si mise a sedere sull'orlo del letto e poggiò una mano sulla schiena ardente dell'altra.
-Tu quando sei tornato? Narcissa come sta?-
-Adesso abbastanza apposto.- 
 
Annuì da una parte sollevata.
-Credo che dovresti riposare, domani voglio portarti in un posto...-
-Che posto?- 
-È una sorpresa, ma ti piacerà. Vedrai..-
Lei invece il giorno seguente, avrebbe dovuto riferirgli tutto l'accaduto con Matt, e non aveva idea da dove iniziare. Che caos.
Non ci voleva pensare in quel momento, lo avrebbe fatto poi.
-Buonanotte-
-'notte-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                 **************************
 
 
 
 
 
 
 
 
               23 giorni dopo
 
 
 
L'ago penetrò nella carne come se fosse burro. Hermione strinse i denti, e sentì la presa di Draco sul braccio farsi più forte.
La siringa si riempì velocemente di un liquido pallido, che rifletteva la luce della lampada a neon. 
-Abbiamo quasi finito...- 
Il dottore sfilò con premura l'ago dalla pancia di Hermione, prendendoci subito dopo un batuffolo di cotone idrofilo. 
-Passato-
Quando l'altra aprì gli occhi era tutto come prima, allentò il morso e sollevò gli occhi su Malfoy che le sorrise sollevato.
 
La sua pancia stava crescendo. Un bambino, il suo bambino, si stava formando. Una nuova e splendida vita. Che meraviglia. 
-Ti ha fatto molto male?- le chiese lui.
Come risposta scosse la testa e si coprì l'addome scoperto con la felpa. Fece per alzarsi ma venne arrestata dal medico.
-Meglio se aspetta ancora un po'- le consigliò.
-Tra quanto sarà pronto il risultato del test?- domandò Draco.
-Circa quattro giorni, ma prima devo avere il suo e quello del presunto altro padre- 
-È in ritardo si vede. Strano, è la persona più puntuale dopo Hermione che conosca- 
Lei rise guardandolo di sottecchi. 
-Possiamo iniziare col suo se non le dispiace?-
-Nessun problema. Hermione ti va di aspettarmi fuori? Si tratta solo di un prelievo di sangue.-
-Certo- 
 
Si alzò, e lasciò soli Draco e il medico chiudendo la porta piano. 
-Hermione!- 
Questa si fece sfuggire un'urlo e sobbalzando si girò a rimproverare con lo sguardo un Matt tutto bagnato.
-Scusami, ho fatto il prima possibile ma fuori piove e c'è traffico, allora sono sceso dal taxi che era rimasto intasato nel viale, e gli ultimi duecento metri li ho fatti a piedi...- 
-Tranquillo Matt, calmati santo cielo- 
Lui si zittì. Si guardarono negli occhi dopo quella volta di quasi un mese fa nella quale se ne era andato senza farsi più risentire. O meglio, fino al giorno prima. 
Matt aveva avuto bisogno di riflettere, digerire il tutto, inquadrare la situazione, prendere le sue scelte. Era pronto. 
 
-Come stai?- la sua voce era quasi atonale, non esprimeva una domanda.
-Bene- rispose l'altra.
 
Cos'era quella freddezza della sua voce? Hermione non lo faceva nemmeno di proposito, forse voleva vedere se fosse stato Matt ad andarle incontro quella volta, ma non era arrabbiata. 
 
-Lui è dentro. Tra poco sta a te, io invece ho già finto.- deglutì.
Nessuno dei due abbassò lo sguardo. Per il corridoio passavano infermieri, pazienti e dottori in camice bianco. Un telefono cominciò a squillare nella stanza accanto. Un bambino piangeva rifiutando il vaccino. 
L'occhio di Matt calò di scatto sulla sua pancia, e lo sguardo si addolcì. Tornò al volto.
-Hermione... Mi dispiace- le sue parole erano un soffio.
-Per ogni cosa che ho detto, per le cattiverie... Seriamente, io.. Ero arrabbiato questo è vero. Ma adesso ti perdono e sto cercando di guardare avanti. Ora che so come è andata sono pronto per sostenerti in qualsiasi cosa accadrà.-
Hermione quasi sorrise, il groppo alla gola si sciolse un poco.
-Matthew... Grazie.- La sua mano calò ad accarezzagli il braccio in segno di riconoscenza. 
Ma chissà se con Draco si sarebbe comportato allo stesso modo.
 
Proprio in quel momento, la porta si aprì.
-Ho finito... Ah, buongiorno Matthew, puntuale come al solito...- 
-E tu sarcastico come sempre Draco, buongiorno anche a te-
Sguardi pieni di intesa.
-Beh io vedo di entrare, prima si inizia prima si finisce- concluse l'altro affrettandosi ad oltrepassare la porta. Malfoy lo lasciò passare ma dopoché lo seguì all'interno.
Matt si voltò e disse: -Preferirei rimanere da solo, sempre se non ti dispiace.-
Non rispose, ma uscì e chiuse la porta sospirando in direzione di Hermione che si stringeva la braccia facendo spallucce. 
 
-
 
-Preferisce lasciare un campione di saliva, piuttosto di un capello o il prelievo di sangue?-
-Vada per il capello- 
Si passò una mano sulla testa e portò all'altezza degli occhi il palmo he conteneva un sottile capello castano scuro.
-Tenga- 
Il medico lo prese facendo uso delle pinzette, e lo rinchiuse dentro un sacchetto ermetico. 
Poi si sistemò meglio gli occhiali sul naso, alzò lo sguardo e prese una penna.
-Lei è il signor...?-
-Sono Matthew Stembasky.-
Inquieto.
 
 
-
 
 
Matthew Stembasky camminava freneticamente avanti e indietro per un vicolo cieco, distante un centinaio di metri dall'entrata dell'ospedale. 
Si mordeva il labbro. 
Semi nascosto nella penombra, lanciava continue occhiate ad una giovane coppia che parlava seduta su una panchina del piccolo prato situato al lato destro dell'edificio. 
"Sono ancora lì"
Fece retro front tornando a ripercorrere i passi che ormai quasi da dieci minuti ricalcava e ricalcava.
Tormentandosi le mani, cercava di scansare la spazzatura lasciata a terra. 
"Che squallido quartiere" 
Un uomo stava fumando sull'uscio di un bar e lo osserva interessato ormai da un po'. 
Quando notò che lo stava fissando, cercò di farsi più disinvolto. 
Ma la verità, era un'altra.
"Dove sono le mie sigarette?" 
 
-
 
-Dobbiamo solo aspettare e... il resto verrà da sè-
-So che l'attesa mi snerverà-
-Abbiamo passato quasi quattro mesi, supereremo anche pochi giorni, non credi?-
-Credo-
Hermione posò una mano sul ginocchio di Malfoy.
-Oggi è una splendida giornata- sorrise nella sua direzione. Ma lui era cupo, ne si coglievano i segnali in ogni dettaglio del suo volto.
Le sopracciglia leggermente inarcate, gli angoli della bocca rigidi, lo sguardo distante.
Si guadava le scarpe, con una mano sullo schienale della panchina a circondare le spalle di Hermione.
Questa sospirò.
-Che effetto ti ha fatto?-
-Cosa?- Draco si voltò a guardarla.
-Rivederlo, dopo questo tempo.-
Ridistolse lo sguardo dubbioso.
-Non lo so. Non penso niente.-
-Come te, va saputo prendere. L'ho capito.-
-Non l'ho ancora perdonato, tutto qua Hermione.-
-Per come mi ha trattata quella sera? Sai come la penso, io credo di poterlo superare, dopotutto lui ha fatto lo stesso con me. Si è scusato, e ricordati che siamo stati noi ad aver sbagliato per primi...-
Hermione ricordò il giorno seguente all'accaduto, quando Draco dopo il suo racconto era andato su tutte le furie e stava quasi per smaterializzarsi a casa di Matthew per "parlare". Ma lei non glielo aveva permesso, non a testa calda come si trovava.
-Si ma dalla ragione è passato al torto.-
-Quindi è per quello?-
Malfoy storse la bocca, poi quegli occhi di ghiaccio si posarono finalmente su di lei. 
-Per troppe cose-.
 
-
 
Si baciarono, poi dopo pochi secondi si alzarono e allontanandosi insieme scomparvero dietro l'angolo della strada.
Matt uscì allo scoperto. 
A passo svelto attraversò la strada senza aspettare che scattasse il verde.
Una macchina suonò il clacson rumorosamente frenando di colpo.
-Deficiente!-
 
Non c'era fretta, eppure si ritrovò a correre ed era agitato.
Entrò nel corridoio principale e ricordò dove precedente era passato per raggiungere lo studio.
Arrivò. Bussò alla porta.
-Avanti-
Quando entrò, lo stesso uomo col quale appena venti minuti prima aveva avuto una breve conversazione lo guardò con aria sorpresa.
-Salve- disse Matthew rompendo l'imbarazzo.
Adesso il suo cuore batteva con ritmi regolari.
-Mi scusi per l'interruzione ma mi sembrava di aver lasciato qua la mia penna.-
Il dottore controllò il piano della scrivania e scosse il capo. 
-Non mi sembra di vederla, mi spiace.-
 
Matthew fece due passi avanti ed entrò nella stanza chiudendo la porta che cigolò.
-Senta,- aggiunse con torno calmo e scandendo le parole. -Io non sono qua per una penna, ma per farle una proposta- 
Gli venne vicino. Posò una mano sul vetro del tavolo coperto di fogli e circolari.
L'altro strinse le labbra in una linea sottile. Gli occhi si ridussero ad una fessura.
-Che tipo di proposta?-
Matt si controllò alla spalle, anche se sicurissimo di essere solo con l'uomo, poi estrasse dai pantaloni un mazzo di banconote. 
Le posò sul tavolo, allontanò la mano che ritornò dentro la tasca. 
Gli occhi del dottore da piccoli si fecero enormi, sbigottiti da tale somma di denaro.
Silenzio per qualche secondo.
-Tremila sterline.-
Lui non disse niente, alzò solo lo sguardo per un attimo dai soldi e scrutò Matt, che quasi sorrise compiaciuto.
-Sono veri, controlli. Se vuole li conti pure.-
Matt si specchiò allo specchio alle spalle del medico, ancora impegnato a pensare sul da farsi, e a valutare la cifra.
 
La mania di vestirsi sempre elegante non era mai passata, i capelli mori tirati all'indietro come li aveva sempre portati, e anche adesso che ne aveva ventisette di anni amava quella pettinatura.
Affascinate, misterioso, ombroso ma dall'aria impertinente. 
 
-Allora? Che ne pensa?- insistette.
L'altro si tolse gli occhiali, che poggiò accanto al mazzetto, poi protese la mano verso di questo e lo allontanò da sé portandolo più vicino a Matt, sull'orlo.
-Con chi crede di parlare lei? Se ne vada immediatamente da qui.- 
Matthew ruotò gli occhi al cielo.
-Sapevo che non sarebbero bastati, d'altronde, quando si ottiene la mano si pretende anche il braccio, non è così?-
Senza nemmeno finire la frase, aveva già lanciato con mal grazia altre banconote sulla scrivania.
Le posizionò accanto a quella già presenti, con la mano le portò avanti riposizionandole al cento del tavolo.
-Sono  settemila sterline.- fece una pausa.
-Ci pensi bene, sono un mucchio di soldi.-
 
Il medico sfiorò la carta verde con le dita tozze. Le labbra ancora sottili e contratte.
-Per cosa?- chiese d'un tratto.
-Io, il risultato del DNA, deve risultare il mio.- 
-Il padre? Il padre deve essere lei?-
Matt sospirò umettandosi le labbra.
-Si, esattamente.- 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
***************
 
 
 
Non allarmatevi!! Ma sopratutto non uccidetemi ahahahahaha 
 
Allora, dopo più di un mese (diciamo molto molto più di un mese) aggiorno... Scusate :(
Comunque sia, il capitolo non è lineare, credo l'abbiate notato. Ci sono sbalzi temporali, penso sia meglio così: descrivere le parti più interessanti della storia senza allungarla ulteriormente (siamo già a 28 capitoli✌️) 
A parte questo, sono felice di dirvi che la fine si sta pian piano avvicinando. 
 
 
Alla prossima, spero vi sia piaciuto 
 
La vostra bianca ❤️
 
 
 
 
 
 
 
  
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