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Autore: Lily Liddell    14/03/2015    2 recensioni
Effie's POV | Hayffie
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Sequel di Ozone e prequel di Petrichor.
{Cercherò di fare in modo che possa essere letta anche senza tenere in conto il prequel. Anche se potrebbe essere utile per capire lo sviluppo del personaggio di Effie dai suoi primi Giochi a questi.}
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Avete letto Hunger Games dal punto di vista di Katniss, questi sono gli stessi avvenimenti visti attraverso gli occhi di Effie Trinket, capitolina DOC. Più o meno.
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Dal capitolo 1 [La mietitura]:
La sveglia suona incessantemente e mi costringe ad aprire gli occhi. La stanza è avvolta nell’oscurità più totale, potrebbe essere ancora notte fonda.
Ci vogliono svariati minuti prima che la nebbia che mi avvolge il cervello svanisca; non è notte fonda: sono quasi le sette del mattino.
Allungo un braccio per zittire quell’aggeggio infernale che continua a trillare e mi costringo a sedermi al bordo del letto.
Il treno in movimento continua a cullarmi e svegliarsi del tutto è incredibilmente difficile.
Qualcuno potrebbe pensare che dopo quindici anni di viaggi io mi sia abituata, e invece ogni volta è sempre tutto uguale.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Atmosphere'
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Non riesco a immaginare cosa avrà da insegnarmi Effie per quattro ore, facendomi sgobbare fino all'ultimo minuto. Andiamo nelle mie stanze e mi fa mettere un abito da sera lungo fino ai piedi e un paio di scarpe col tacco, che comunque non indosserò per la vera intervista, e mi istruisce sul modo di camminare. Le scarpe sono la parte peggiore. Non ho mai messo i tacchi alti e non riesco ad abituarmi a camminare praticamente in punta di piedi, barcollando.
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I tre giorni di allenamento trascorrono velocemente come al solito. Non vediamo spesso i ragazzi, se non a colazione e a cena ma io ed Haymitch facciamo di tutto per capire come stiano andando.
Non mi aspettavo una risposta del genere dal mentore, è la prima volta che si dà veramente così da fare e di questo sono contentissima.
Senza contare che per dare attenzioni ai due ragazzi non mi tormenta più di continuo.
È sempre più sobrio e la cosa si fa notare; non solo perché la sua mente è estremamente più lucida ma anche perché ogni tanto le sue mani tremano, il colorito della sua pelle è più spento.
Apprezzo il fatto che stia facendo tutto questo per i due ragazzi.
A quanto dicono Katniss e Peeta, gli Strateghi sono molto interessati a loro. Spesso li osservano e confabulano tra loro. È un ottimo segno, veramente un ottimo segno.
Durante la seconda mattinata, alle dieci, dopo aver accompagnato i ragazzi, raggiungo il grosso salone principale del Centro di Addestramento e incontro diverse delle mie amiche.
Velvet e Constantine, l’accompagnatrice dell’1 e l’accompagnatore del 2, stanno discutendo tranquillamente al bar e mi salutano cordialmente quando mi vedono arrivare, facendo cenno di avvicinarmi.
Come al solito parliamo un po’ di tutto, dalle nuove tendenze in campo di moda ai nostri tributi.
Dopo poco ci raggiunge anche Bartholomeus, l’accompagnatore del Distretto 4, assieme all’inseparabile amico Solomon, accompagnatore del 9. Come sempre, sono vestiti in modo praticamente identico, differenziandosi solo nei colori che indossano. Rosa confetto per Sol e blu cobalto per Bart.
« Gira voce che Antonia stia cercando di ottenere il tuo posto, è vero? » chiede all’improvviso Velvet a Constantine e lui per poco non si strozza con il drink che sta bevendo.
« Deve solo provarci! » risponde lui in tono drammatico. « I ragazzi che si offrono volontari sono sempre più difficili da trattare. Dubito che venendo dal 3 riuscirebbe a tener testa anche solo ad uno degli arroganti con cui ho a che fare io! »
Velvet e Sol la prendono sul ridere, io e Bart sorridiamo e annuiamo dandogli ragione.
Mi sono capitati più volte tributi difficili. Una decina di anni fa ci sono stati Laurel e Parsley – forse era meno di dieci anni fa. Non avevo mai incontrato tributi così testardi.
Haymitch non fece nulla per aiutarli e quando finalmente si decise a fare qualcosa, loro rifiutarono il suo aiuto.
Si buttarono a capofitto nel bagno di sangue, nonostante gli avvertimenti di Haymitch, senza riuscire a superarlo.
Spero che nessuno dei tributi di quest’anno abbia la stessa brillante idea.
Quando torno al nostro piano, Haymitch non c’è. Si sta dando un gran da fare; dà consigli ai ragazzi appena può e l’ho visto parlare con degli sponsor.
È difficile combattere contro l’astinenza da alcol, ma ce la sta mettendo tutta. Non è mai completamente sobrio, ma non l’ho mai visto provare così duramente.
Stando a quello che riferiscono Katniss e Peeta durante i pasti, non ci sono troppi tributi a cui prestare attenzione oltre ai Favoriti.
Il ragazzo dell’11 è molto grosso e forte, ma oltre a lui nessuno sembra eccessivamente minaccioso.
La mattina del terzo giorno siamo tutti un po’ nervosi.
A pranzo, mentre i ragazzi passano gli ultimi momenti tutti insieme, Portia e Cinna si rifanno vivi dopo essere spariti per tutto questo tempo.
Hanno finalmente finito i vestiti delle interviste e me li hanno mostrati, anche se sono stati vaghi riguardo i materiali usati – e soprattutto sul perché ci sia voluto così tanto – quindi immagino che ci saranno altre sorprese.
Dopo la cerimonia di apertura, ho deciso di fidarmi di loro.
Rimango un po’ nel salone principale finché non vedo che si sta facendo tardi e decido di tornare al dodicesimo piano.
Haymitch e gli stilisti sono in salotto, stanno parlottando fra loro seduti sul divano. Hanno tutti dei drink in mano e sembrano piuttosto concentrati.
Mi unisco a loro mentre Cinna sta chiedendo ad Haymitch se i ragazzi hanno già una strategia ma la risposta del mentore mi lascia molto perplessa. « Più o meno » dice, svuotando il suo bicchiere e abbandonando il contenitore vuoto sul tavolino di fronte al divano, poi torna a poggiare la schiena contro lo schienale. « Domani penso che dovrò fare una bella chiacchierata con entrambi. Voglio prima vedere come vanno con le sessioni private ».
Mentre parla, le porte dell’ascensore si aprono e Peeta entra con un’espressione stanca sul volto.
Tutti noi ci voltiamo nella sua direzione e lui si ferma, sentendosi osservato.
« Allora? » chiede Portia con un sorriso. « Come è andata? »
Il ragazzo si stringe nelle spalle. « Non lo so » risponde.
« Va a riposare » s’intromette Haymitch, alzandosi per andare a prendere altro da bere, facendo poi cenno a Peeta di lasciare la stanza. « Ne parliamo a cena ».
Peeta annuisce, visibilmente contento di potersene andare e si allontana.
Non è affatto un buon segno, ma cerco di non pensarci ancora. Avrò tempo di preoccuparmi dopo, quando sarà effettivamente il momento di conoscere i voti.
« Cos’avevate preparato? » gli chiede di nuovo Cinna, con apprensione.
È bello vedere che finalmente qualcun altro s’interessa a loro. Orion, lo stilista che c’era prima di lui, era un lavoratore eccellente e andava molto d’accordo con me e Portia. Faceva il suo dovere e lo faceva bene, cercava di aiutare i ragazzi e a qualcuno si era anche affezionato. Ma ora che vedo Cinna all’opera, mi accorgo che in Orion mancava qualcosa – una scintilla, forse. E mente questo pensiero si forma nella mia mente, mi ritrovo a chiudere gli occhi per cercare di non ridere da sola come una povera pazza.
Ancora una volta Haymitch resta sul vago, tiro con l’arco per Katniss e sollevamento pesi per Peeta, è l’unica cosa che dice.
Non passa molto prima che le porte dell’ascensore si aprano di nuovo ma questa volta non abbiamo nemmeno il tempo di salutare la ragazza, che sfreccia via diretta alla sua stanza.
« Katniss! » la chiamo a gran voce, inutilmente.
« Ehi! » mi fa eco Haymitch, cercando di rimettersi in piedi.
Sento la porta della sua camera sbattere e a quel punto mi alzo anche io. Scambio uno sguardo preoccupato con i due stilisti, che però ovviamente non possono avere una risposta alla mia domanda muta.
Torno a voltarmi verso Haymitch e gli stringo una mano attorno al gomito, spingendolo appena, prima di lasciarlo andare. Lui coglie il mio suggerimento e si avvia lungo il corridoio, io lo seguo.
Ci fermiamo di fronte alla porta della ragazza e lui prova ad aprirla ma è chiusa a chiave.
« Non pensavo potessero… » sussurro ad Haymitch e lui scuote la testa.
« Non possono, deve averci messo qualcosa davanti » prova a spingere di più ma non succede nulla. « Apri la porta! » alza la voce per farsi sentire da lei, continuando a strattonare la maniglia.
Così dubito che andremo da qualche parte. Sospiro, poi gli poggio una mano sulla spalla, per fermarlo e busso un paio di volte. « Katniss, va tutto bene? » chiedo, preoccupata.
C’è un momento di silenzio, in cui riesco a sentire il cuore battermi in gola e un miliardo di scenari orribili mi si presentano davanti agli occhi.
Lily, due anni fa, mi chiese che cosa sarebbe successo se fosse morta prima di poter entrare nell’arena.
La sola idea mi fece rabbrividire e ora il pensiero mi si ripresenta alla mente.
« Andate via! » ci grida contro e riesco a capire dalla voce che sta piangendo.
Io ed Haymitch ci scambiamo uno sguardo incerto, poi tentiamo ancora un po’ di convincerla, ma non c’è verso.
Alla fine, Haymitch mi mette una mano dietro la schiena e mi costringe ad allontanarmi. « Riproviamo dopo, lasciamola sfogare ».
Non vorrei, ma mi vedo costretta a fare come dice. Non so cosa sia successo, ma la situazione non mi piace affatto.
Quando torniamo in salotto Cinna e Portia si alzano, cominciando a fare domande, ma purtroppo noi non abbiamo le risposte.
Aspetto che si faccia ora di cena prima di riprovare a parlare con Katniss. Ha il viso arrossato e gli occhi gonfi, quando mi apre, quindi decido di non chiederle nulla per il momento.
La scorto fino a tavola, dove tutti gli altri stanno già aspettando. I senza-voce riempiono i nostri piatti con della zuppa di pesce e tutti cominciamo a mangiare.
C’è un po’ troppo silenzio, e dal momento che trovare un argomento di conversazione sicuro è un po’ difficile, decido di andare sul classico. « Ho sentito che nei prossimi giorni è prevista pioggia » dico, a nessuno in particolare e subito Cinna annuisce.
« Magari così si rinfrescherà un po’ l’aria » commenta, con un velo di speranza nella voce.
Effettivamente nelle poche volte che ho messo piede fuori dal Centro di Addestramento, ho fatto fatica anche solo a respirare.
« Se non fosse per il condizionatore penso che mi sarei già sciolta! » esclama Portia, facendoci ridere.
Continuiamo a mangiare e a chiacchierare cordialmente finché non arriva la portata principale, mentre la servono, poi, Haymitch decide che non ce la fa più a sentirci discutere, quindi si rivolge ai ragazzi e chiede loro come si andata durante la sessione privata.
Tutti vogliamo ascoltare la risposta di Katniss, ma lei resta in silenzio. È Peeta a cominciare e la sua risposta è un po’ deludente.
Gli Strateghi dovrebbero prestare attenzione a tutti i tributi! È il loro lavoro, non importa quanto siano stanchi dopo una giornata di esaminazioni… dovrò fare due chiacchiere con mio cognato Nolan, perché questo loro atteggiamento è inaccettabile.
Appena Peeta finisce di parlare, Haymitch si rivolge a Katniss. « E tu, dolcezza? » le chiede.
Non mi piace che la chiami così, penso, prima ancora che possa fermare la mia mente. Anche se trovo estremamente irritante quando mi chiama con stupidi nomignoli, questo non cambia il fatto che siano i miei nomignoli.
« Ho tirato una freccia contro gli Strateghi » risponde, secca.
La scena si congela.
Haymitch resta con un cucchiaio di zuppa a mezz’aria, Peeta la osserva con la bocca schiusa mentre i due stilisti non sanno se prenderla come uno scherzo o meno. Quando è chiaro che la ragazza non sta tentando di fare una battuta, rimangono anche loro a bocca aperta.
« Cosa?! » è un sospiro strozzato, carico di orrore.
Ma è impazzita? Che cosa pensava di fare? Voleva uccidere qualcuno? È impensabile…
Non riesco quasi a respirare, sentendo di nuovo il cuore che comincia a perdere battiti.
Vogliono proprio vedermi morta quest’anno!
Katniss si volta verso di me con uno sguardo di sfida. Non si rende conto della stupidità del gesto che ha compiuto? « Ho tirato una freccia contro di loro » ripete come se la mia non fosse una domanda assolutamente retorica. Il concetto mi era sembrato piuttosto chiaro, poi continua. « Non proprio contro di loro. Nella loro direzione » spiega, voltandosi poi verso il ragazzo. « È come ha detto Peeta, io tiravo e loro mi ignoravano, e io ho... ho perso la testa, e così ho fatto volare via la mela dalla bocca del loro stupido maiale arrosto! » conclude, e sembra anche soddisfatta di quello che ha fatto.
Non posso crederci, è completamente fuori di testa. Sento che le mani cominciano a tremare per il nervosismo, ma lascio le posate e le poggio in grembo per evitare che la cosa si noti.
« Che cos’hanno detto? » chiede finalmente Cinna, con un tono pacato.
Incrocio brevemente lo sguardo con Haymitch, lui però lo distoglie immediatamente.
Non è stata una sua idea, spero. Nemmeno lui sarebbe così incosciente.
« Niente » risponde subito Katniss. « O meglio, non lo so. Dopo sono uscita » dice, come se niente fosse.
Di male in peggio, penso, congiungendo le mani in grembo e facendo del mio meglio per rimanere calma. « Senza che ti congedassero? » le chiedo, sentendo che la mia voce regge a stento.
Ci saranno delle conseguenze per questo suo gesto? Tecnicamente è compito mio e di Haymitch tenere sotto controllo i tributi, ma una cosa del genere è talmente assurda che non penso possa essere attribuita ad una nostra mancanza… credo.
« Mi sono congedata da sola » mi risponde, distogliendo poi lo sguardo.
Haymitch inspira aspramente, poi si rilassa contro la sedia. Come può essere così calmo? « Beh, mi pare inutile starci a pensare » dice, afferrando pane e burro.
Deglutisco, cercando di ignorare il desiderio di mandare al diavolo tutti.
« Pensi che mi arresteranno? » oh, allora ce l’hai un cervello! Finalmente un pensiero sensato, dopo tanta idiozia…
Porto gli occhi sul mentore, che però non sembra nemmeno scalfito dall’idea che una cosa del genere possa succedere. Cerca di tranquillizzarla, come può, dicendole che per arrestarla o per fare qualcosa contro la sua famiglia dovrebbero in primo luogo rivelare ciò che è  successo e questo non possono assolutamente farlo.
Nonostante le parole dovessero servire a calmare la ragazza, in effetti calmano un po’ anche me.
Proprio mentre penso che finalmente possiamo mangiare un po’ in pace, Haymitch afferra una braciola di maiale con le mani e la inzuppa nel vino.
Rabbrividisco orripilata, chinando gli occhi sul mio piatto e concentrandomi sulla mia cena. Ci rinuncio.
« Che faccia hanno fatto? » chiede ridacchiando e continuando a masticare il suo pezzo di carne.
Non posso fare a meno di sollevare di nuovo gli occhi e poggiarli sulla ragazza.
Sta sorridendo, visibilmente divertita; io inarco le sopracciglia. « Sconvolta » risponde, poi aggiunge. « Terrorizzata. Anche ridicola, qualcuno » sembra essersi ricordata qualcosa e il suo sorriso si allarga ancora di più. « Un uomo è inciampato all’indietro ed è caduto in una coppa di punch ».
Tutti scoppiano a ridere e devo combattere per controllarmi. Non è carino ridere di queste cose, soprattutto quando quello che lei ha fatto è stato qualcosa di così avventato!
Anche se vorrei veramente sapere di chi si tratta…
« Beh, gli sta bene » commento, ricomponendomi velocemente. « Prestarvi attenzione è il loro lavoro. E il fatto che siete del Distretto 12 non è una buona ragione per ignorarvi » aggiungo, guardandomi attorno con circospezione. Non mi piace sparlare degli Strateghi, ma questa volta se la sono cercata. « Scusate, ma io la penso così » anche se si sarebbe potuta risparmiare la freccia.
Alla preoccupazione della ragazza di ricevere un brutto voto, Portia le spiega che solo i voti alti vengono presi in considerazione e che potrebbero anche pensare che si sia fatta dare un voto basso come strategia.
I miei pensieri non possono non andare a Johanna, mi chiedo se mi procurerà problemi anche quest’anno.
Non voglio ripensare a quando mi ha fatto la doccia con il suo drink solo per divertimento. Uno dei miei vestiti preferiti, da buttare. Ancora oggi se ci penso mi sento in imbarazzo e mi chiedo se, quando io non ci sono, qualcuno ancora ne parla.
Dopo cena ci spostiamo tutti in salotto e ci sediamo sul divano, appena in tempo per l’inizio della trasmissione.
È ancora peggio di quando abbiamo rivisto le mietiture sul treno. Prima almeno sapevo più o meno cosa aspettarmi, sapevo che cosa sarebbe successo una volta toccato a noi – adesso invece non posso fare altro che aspettare in silenzio, attendendo il giudizio.
Il gruppo dei ragazzi Favoriti, come al solito, prende voti alti – dall’otto al dieci.
Tutti gli altri si aggirano fra i quattro e il sei. Il ragazzo del Distretto 7 riceve un tre e faccio fatica a pensare ragionevolmente. Non credo che Blight e Johanna abbiano deciso di riutilizzare la stessa strategia, ma nulla è impossibile. Ora come ora è impossibile cercare di capirlo. Può darsi che ci capirò qualcosa durante le interviste. Johanna non mi aveva mai convinta, nemmeno all’inizio.
Il ragazzone dell’11 riceve un dieci e non è difficile capire come ha fatto a stupire gli Strateghi, quello che non mi aspettavo invece è il sette della piccolina. Anche lei avrà degli assi nella manica, immagino.
Finalmente tocca a noi e mi rendo conto di star trattenendo il respiro.
Non vedo l’ora che finisca. L’unica cosa che devo fare è non sperarci nemmeno, come ogni anno e non farà male.
Poi Peeta guadagna un otto e qualcosa mi si muove nello stomaco. Un otto – al Distretto 12 non si era mai visto! L’unico che ci era andato così vicino è stato Rook, due anni fa. E il pensiero di quel meraviglioso ragazzo per un momento mi fa rabbuiare. Finché sullo schermo di fronte a noi non compare il volto di Katniss e in sovraimpressione galleggia un undici.
Lì per lì penso di aver esagerato con il vino a tavola e che quello sia solo un uno che la mia vista sta sdoppiando – ma no, è veramente un undici e allora non riesco a contenere uno strillo eccitato, che copro subito portandomi le mani alla bocca.
Forse si sono sbagliati! Forse volevano veramente darle un uno e l’hanno battuto due volte…
Perfino Katniss non ci crede, mentre tutti si congratulano con lei e anche io mi volto verso Haymitch, come se lui potesse sapere quello che passa nella mente degli Strateghi.
« Immagino che gli sia piaciuto il tuo carattere » dice il mentore, con una scrollata di spalle. Sta tentando di non sembrare troppo impressionato ma lo vedo chiaramente che i suoi occhi stanno brillando. Quando si accorge che lo sto fissando, io distolgo subito lo sguardo e mi occupo di riempire i bicchieri per un brindisi, mentre lo sento aggiungere: « Hanno uno spettacolo da organizzare. Hanno bisogno di giocatori di forte temperamento ».
Cinna si alza e va ad abbracciare la ragazza, con un grosso sorriso sulle labbra. « Katniss, la ragazza in fiamme » dice, senza sforzarsi di contenere l’entusiasmo « Oh, aspetta di vedere il tuo vestito per l’intervista ».
Questo mi ferma, facendo passare gli occhi da lui a Portia, ma lei si limita a farmi l’occhiolino, prendendo dalle mie mani il bicchiere che stavo per porgerle.
La mia mente non riesce ad immaginare che cos’altro potrebbero avere in serbo questi due, quindi immagino che dovrò aspettare e vedere – tanto ormai non manca molto.
Quando i ragazzi tornano nelle loro stanze, noi rimaniamo ancora un po’ a parlare e a festeggiare, soprattutto. Quelli di quest’anno sono i punteggi migliori che il Distretto 12 vede da ben prima che arrivassi io.
Magari per la cerimonia di apertura il merito del successo poteva essere attribuito agli stilisti – anzi, sicuramente è così – ma ora è tutto merito dei due ragazzi!
Sono sicura che faranno un figurone alle interviste.
Non rimango molto in salotto, preferisco andare a letto e prepararmi a domani.
Dovrò insegnare a quei due come comportarsi davanti alle telecamere, farò bene a prepararmi psicologicamente.
Do la buonanotte a tutti e mi ritiro nella mia stanza. Dopo una giornata intera sui tacchi i miei piedi cominciavano a protestare. Mi cambio in fretta e prendo posto alla mia toletta, così posso struccarmi tranquillamente.
Qualche forcina rimane incastrata fra i capelli mentre cerco di levare la parrucca, ma con un po’ di pazienza riesco a liberarmi senza troppi danni collaterali.
La sistemo accuratamente sulla sua testa di porcellana e poi comincio a pettinarla per renderla come nuova.
Ho appena finito quando la porta della mia stanza da letto si apre. Dopo un momento di sorpresa, il mio corpo si rilassa e non perdo nemmeno tempo a voltarmi – solo Haymitch potrebbe comportarsi in questo modo.
« Quante volte ti ho detto che non è educato entrare così nelle camere altrui? » sospiro, andando a riporre la spazzola nel suo cassetto. « È veramente tanto difficile bussare? »
La porta si chiude e mi volto nella sua direzione, ha un’espressione scocciata sul viso. « Dovresti smetterla di provare » dice, avvicinandosi alla mia toletta e cominciando a toccare tutte le mie cose.
Lo so che lo fa solo per farmi infuriare. In quindici anni ho perso il conto di tutte le volte che ho cercato di insegnargli a comportarsi decentemente e non ci sono mai riuscita.
Parlare non serve a niente con lui; mi avvicino e gli prendo dalle mani la boccetta di costosissimo profumo che lui sta esaminando, rimettendola al suo posto e schiaffeggiandogli la mano quando lui prova ad agguantarne un’altra. « Devi dirmi qualcosa? » gli chiedo in tono cortese, anche se sta cominciando proprio a stancarmi.
Senza rispondere, lui prende un’altra ampolla e io porto entrambe le mani sui fianchi. Quando fa così è peggio di un bambino – e adesso non è nemmeno ubriaco!
Haymitch solleva il tappo alla boccetta e l’avvicina al naso, per poi contrarre il viso in un’espressione disgustata e rimettere subito il profumo dov’era.
« Hai finito? » chiedo, seccata.
Lui fa un passo indietro e io lo guardo con impazienza, aspettando una risposta alla mia prima domanda. Perdendo l’interesse verso la mia toletta, Haymitch porta lo sguardo su di me, schiudendo la bocca per parlare, ma subito prima di cominciare a rispondere si ferma, come se la sua attenzione sia stata sviata da qualcos’altro.
Vorrei fargli notare che sono ancora in attesa, e sto cominciando veramente a spazientirmi.
Il mentore di fronte a me socchiude gli occhi, fin quasi a farli diventare due fessure, il che mi fa corrugare la fronte. E adesso che cosa vuole?
« La tua faccia » dice, lasciandomi completamente spiazzata, tanto da farmi abbassare le spalle. Prima ancora che possa chiedergli che cosa significhi, lui solleva un braccio e porta l’indice della mano destra vicino ai miei occhi, ma io mi ritiro bruscamente, evitando il contatto. « È un po’ che non ti vedevo senza tutto quel trucco da sobrio » aggiunge mentre cerco di capire dove vuole andare a parare.
Devo alzare gli scudi contro un insulto o preparare un sorriso per accogliere un complimento? Con Haymitch non si sa mai… e spesso le due cose non sono divisibili. « Non sei affatto male » dice con un tono neutrale, ma io rimango impassibile. « Però non ricordavo tutte queste rughe ».
Batto un paio di volte gli occhi, pensando ad una risposta adeguata da dare. Non mi sento nemmeno più offesa, ormai.
Respirando a narici strette, incrocio le braccia al petto, cercando di fare l’indifferente. « Devi dirmi qualcosa? » ripeto, decidendo di ignorare tutto il resto.
Fortunatamente questa tecnica funziona quasi sempre, e questa è una di quelle volte. « Il ragazzo è venuto a parlarmi » dice. Mi sembra un po’ tardi per una chiacchierata fra tributo e mentore… « Vuole che lo alleni separatamente, quindi domani mattina tu cominci con la ragazza e dopo pranzo facciamo a cambio ».
La notizia arriva un po’ improvvisa, ma c’era da aspettarsi qualcosa di simile a questo punto. Per quanto non voglia pensarci, soltanto uno può vincere e quest’anno per la prima volta la prospettiva di una vittoria non è poi così impossibile.
Annuisco, non sarà un problema per me lavorare con loro separatamente.
Quando Haymitch lascia la mia stanza mi metto subito a letto e spengo la luce, dopo tutte le emozioni di questa giornata faccio fatica ad addormentarmi.
Al mattino mi faccio una doccia veloce prima di prepararmi – anche psicologicamente. Non sarà facile, non è mai facile. In genere o finisce con il tributo di turno che molla tutto e si ritira in camera sua, oppure finisco per essere assalita verbalmente – e qualche volta anche fisicamente – quando mi tirano dietro un po’ quello che trovavano a portata di mano. Ho come la sensazione che Katniss ricada nella seconda categoria.
Mentre Haymitch e Peeta fanno colazione insieme, la intercetto nel corridoio e la riaccompagno nella sua stanza. Per il momento sembra voler collaborare, è già qualcosa.
Ho fatto preparare un abito lungo e un paio di tacchi. Quando Portia ha visto che scarpe avevo scelto, mi ha detto che era una follia, che anche io avrei fatto fatica a camminarci.
Un tacco a spillo quindici senza plateau è effettivamente un incubo, ma se riuscirà a stare in piedi su queste trappole allora non avrò alcun timore a farle indossare un qualsiasi altro tipo di scarpe…
Mi siedo sul letto, mentre la guardo barcollare sui tacchi e tirarsi il vestito sulle caviglie. La rimprovero, ripetendole fino allo sfinimento quello che deve fare. Devo però riconoscere che si sta impegnando sul serio e nonostante sia visibilmente provata, sta resistendo molto di più di quanto mi aspettassi.
« Un piede davanti all’altro, Katniss » le dico, sospirando e portandomi una mano alla fronte. « Come se stessi camminando su un filo… »
La ragazza cerca di seguire i miei suggerimenti e vacilla pericolosamente, allargando poi le braccia per restare in equilibrio. « Ci sto provando » ringhia fra i denti, prima di tornare in piedi.
« Sta un po’ dritta, per favore! » squittisco, alzandomi in piedi e raddrizzandola tenendole una mano sulle spalle. « Guarda qua, sei tutta storta! »
Dio, sembro veramente mia madre.
Un brivido mi percorre la schiena a questo pensiero, mentre mi tornano alla mente le mie dolorose lezioni di portamento.
Mia madre mi guardava dal fondo della stanza, seduta su una sedia che metteva lì appositamente per osservarmi meglio.
« Punta, tacco! » strillava. « Punta, tacco. È così difficile da capire, Euphemia? »
Era veramente un incubo, ero continuamente sotto pressione.
Non è mai stata il massimo della gentilezza, ma ricordo che il passaggio all’adolescenza è stato il momento più difficile per noi.
Ogni giorno dal mio quattordicesimo compleanno mi ha fatto indossare tacchi scomodi, facendomi camminare con pesanti libri sulla testa e se li facevo cadere avrei fatto meglio a sparire.
Quando finalmente sono soddisfatta del modo in cui Katniss cammina, cominciamo una nuova lotta. Devo cercare di insegnarle a stare composta su una sedia.
« Ti prego, Katniss » sospiro, guardandola negli occhi con un’espressione affranta « tieni dritta quella testa, sembra che ti stia pesando sulle spalle… »
E di nuovo mi sembra di sentire la voce squillante di mia madre che mi strilla contro. « Schiena dritta mentre si è a tavola » diceva sempre. Io finivo di mangiare prima degli altri e cercavo di restare immobile e in silenzio mentre aspettavo. Ogni tanto mi accorgevo delle occhiatacce di mia madre e mi rendevo conto di avere i gomiti sul tavolo.
Spesso rimanevo a fissare discretamente mia sorella e mio padre. Entrambi sembravano delle statue mentre mangiavano, a mio padre veniva naturale, ad Allie lo aveva insegnato nostra madre.
Quando eravamo piccole ci metteva dei libri sotto le braccia e se li facevamo cadere dovevamo restare a tavola per un’ora dopo aver finito di mangiare.
Ricordo che generalmente riuscivo a restare composta, ma nel periodo degli Hunger Games la mia mente era da tutt’altra parte, poi, in particolare durante la seconda Edizione della Memoria, ero talmente emozionata che ho finito per rovesciare l’intera brocca di acqua e mia madre mi ha impedito di accendere la televisione per un giorno intero. Non lo aveva mai fatto prima, non durante i Giochi. Da quel momento ho prestato molta più attenzione a tavola.
All’ennesima occhiataccia di Katniss, decido che è il momento di dedicarsi ad altro.
« Sembra che tu stia per saltarmi al collo » le dico, seccata. « Perché non provi a sembrare un po’ più rilassata? » le suggerisco. « Un po’ più cordiale. Sorridi! »
Allo scadere delle quattro ore, ho un mal di testa martellante ma almeno mi sembra di aver fatto qualche progresso con la ragazza. « Bene, » sospiro « questo è il meglio che posso fare » alla fine non sono poi così delusa, lei si è data da fare e almeno ci ha messo la buona volontà, anche se il suo atteggiamento non è proprio dei migliori. « Però ricordati, Katniss: tu vuoi piacere agli spettatori » è un concetto che non sembra aver afferrato.
« E tu non credi che sarà così? » mi chiede e devo riflettere un attimo prima di rispondere.
« Non se li guardi con aria truce » è la risposta più sicura che potrei dare. Un no secco la demoralizzerebbe solamente. « Quel modo di fare conservalo per l'arena » le dico, e già la vedo sbuffare. « Devi pensare che sei tra amici ».
« Scommettono su quanto vivrò! Quelli non sono miei amici! » sbotta e io chiudo gli occhi per un istante, irritata. Non serve a molto.
Allora non vuole proprio capire che questo è uno show televisivo. « Beh, prova a fare uno sforzo! » la rimprovero con severità, perdendo il controllo per un attimo. Lo ritrovo subito e le offro uno dei miei migliori sorrisi da lavoro. « Vedi? » dico, senza smettere di tenere tirati i muscoli del viso. « Così. Io ti sorrido anche se tu mi irriti ».
« Sì, sembra molto convincente » gli angoli della bocca precipitano velocemente e gli occhi mi si stringono a fessura, mentre lei si allontana, togliendosi le scarpe calciandole via. « Vado a mangiare » e mentre marcia verso la sala da pranzo vedo che si solleva la gonna fino alle ginocchia.
Non vedo veramente l’ora che sia il turno di Haymitch con lei. Se non la strangola allora siamo a cavallo.
Ordino il pranzo in camera mia e subito dopo vado a bussare alla porta di Peeta.
Prima di cominciare con lui gli chiedo come sia andata con Haymitch e lui mi sembra enormemente soddisfatto.
« Bene! » esclama mentre ci sediamo su due poltrone una di fronte all’altra. « Haymitch dice che ho un’autoironia innata e che devo concentrarmi su quello durante le interviste ».
Annuisco e finiamo per continuare a chiacchierare ancora per un po’. Mentre parliamo di quello che è successo con il suo mentore, mi assicuro di dargli dei suggerimenti di postura.
Il modo in cui si siede denota un atteggiamento nervoso, glielo faccio notare e gli spiego come sedersi per sembrare più sicuri di sé.
Una volta che la postura è corretta, fa gran parte del lavoro da solo. Devo solo mostrargli alcune piccole cose, come un modo di gesticolare piuttosto che un altro.
È estremamente più piacevole e facile lavorare con Peeta – e anche più gratificante.
Faccio cambiare anche lui, facendogli indossare qualcosa di un po’ più elegante e poi lo faccio sfilare. La sua camminata è stabile ma un po’ troppo rigida, quindi gli do qualche dritta su come avanzare in modo da sembrare più spavaldo.
Alla fine, le quattro ore con il ragazzo volano e andiamo a cenare.
Al tavolo da pranzo ci trovo solo Haymitch e dalla sua espressione non credo che il colloquio con Katniss sia andato benissimo.
Tento di fare un po’ di conversazione mentre servono la prima portata, ma dopo pochissimo mi rendo conto che è meglio se non dico nulla.
Mangiamo in silenzio, e non posso fare a meno di notare come Haymitch non si contenga affatto sulla quantità di vino che ingerisce durante il pasto.
Assieme al dolce arrivano anche Portia e Cinna, sorridenti e spensierati, stanno confabulando fra loro. Quando avvertono l’atmosfera pesante che c’è in sala da pranzo, ci studiano un po’ preoccupati ma si aggiungono a noi, rialzando un po’ il morale a tutti.
Dopo cena, Haymitch cerca di svignarsela subito nella sua stanza e io non perdo tempo a seguirlo. Katniss non si è nemmeno presentata a tavola, deve essere successo qualcosa.
Prima che possa chiudersi la porta alle spalle, lo fermo e gli chiedo spiegazioni.
« Non sarà una passeggiata » mi dice, gli occhi annebbiati dall’alcol. « Al ragazzo viene naturale, lei dovrà impegnarsi parecchio » biascica le parole, ma sembra sapere quello di cui sta parlando.
« Vedrai che se seguirà i tuoi e i miei consigli andrà tutto bene » cerco di rassicurarlo. « Questa mattina non è andata malissimo! » non è proprio sbagliato, non è andata molto bene, ma sarebbe potuto andare peggio. « Mi ha ascoltata fino alla fine e non mi ha nemmeno mandata al diavolo! »
Sembra seriamente sorpreso dalle mie parole, il che mi fa pensare che a lui sia andata peggio. Immagino che dopo quattro ore con me fosse abbastanza frustrata. È decisamente stato un bene cominciare con lei. « Che avete fatto? » gli chiedo, sperando in una risposta.
Haymitch si appoggia allo stipite della porta, stanco. « Niente » risponde, chiudendo gli occhi. « Dopo quattro ore completamente buttate le ho detto di fare come le pare e di rispondere alle domande » si massaggia le palpebre respirando lentamente e automaticamente io mi sento più avvilita di prima.
La sua stanchezza, mentale e fisica, mi demoralizza incredibilmente. Chino lo sguardo e prendo a fissarmi la punta delle scarpe. « La situazione è così disastrosa? » chiedo senza sollevare la testa, abbassando il tono di voce, quasi come se avessi paura che qualcuno mi senta.
Prima che Haymitch possa rispondere, in direzione della camera da letto di Katniss arrivano una serie di rumori più o meno attutiti. Sembra quasi il rumore di vetri che s’infrangono.
Scatto in un attimo, ma Haymitch mi ferma, dicendomi di lasciar correre.
« Ma potrebbe ferirsi! » esclamo, e in verità penso che potrebbe approfittare della situazione per commettere qualche follia.
Lui sembra capirlo perfettamente e mi risponde con un tono inquietantemente calmo che è stupida ma non fino a questo punto. « Insabbierebbero la cosa e prenderebbero sua sorella seduta stante. Si sta solo sfogando, meglio ora che in diretta tv, di fronte all’intera nazione » dice.
Le sue parole sono pesanti e rimango immobile, con la sua mano ancora attorno al mio polso. « Ma, ieri hai detto- » comincio, ma lui mi interrompe.
« Lo so quello che ho detto, Effie » è sempre un pessimo segno quando usa il mio nome di battesimo. Non lo fa quasi mai. « Ma loro hanno bisogno di un tributo femmina dal Distretto 12 » dice e i miei occhi si allargano appena, mentre la sua presa attorno al mio polso si stringe. Da quando voi è diventato loro? Non ho il coraggio di interromperlo. « Hai già estratto il nome di sua sorella, lo definirebbero volere del destino » conclude con un tono amaro, e mi lascia andare, entrando nella sua stanza e sbattendomi quasi la porta in faccia.
Decido di fare come mi ha detto e torno in camera mia, cambiandomi velocemente e mettendomi a letto senza nemmeno struccarmi. Domani mattina avrò la giornata libera, i ragazzi saranno degli stilisti e poi la sera ci saranno le interviste, spero che la buona sorte non decida di voltarci le spalle proprio adesso.
La mattina mi assicuro che i due team di preparatori siano in orario e che Portia e Cinna abbiano tutto sotto controllo, fatto questo, non ho nessun impegno fino a stasera.
Haymitch ha fatto colazione con me e gli stilisti. Abbiamo un po’ parlato della situazione in generale, ma loro due sono fiduciosi e la cosa mi ha rasserenato notevolmente. La curiosità di vedere che cosa hanno preparato cresce sempre di più.
Dopo colazione Haymitch sparisce – immagino abbia passato tutto questo tempo con Chaff, Johanna e Finnick…
Io ne ho approfittato per passare una giornata all’ordine del riposo. I prossimi giorni saranno infernali, quindi ho preferito approfittarne finché ho potuto.
Ormai manca veramente poco e comincio a sentire l’agitazione che mi annoda lo stomaco – devo combattere contro la voglia di portarmi le mani alla bocca e mangiarmi le unghie, alla fine opto per indossare un bel paio di guanti ed evitare di impazzire.
Portia e i suoi collaboratori arrivano per aiutarmi a rendermi presentabile. Il miracolo di Katniss durerà ancora a lungo, ma per i ragazzi ci vuole quasi sempre la metà del tempo, quindi posso sfruttare i suoi preparatori.
La stilista mi fa indossare un semplice tubino verde acceso, con una striscia di piccoli diamanti luminosi cuciti alla scollatura. Al di sotto dell’abito porto un corpetto nel quale per farmici entrare hanno dovuto combattere in due. Mentre Portia stringeva i lacci Daphne mi teneva insieme i due lembi. Respiro a fatica, ma purtroppo ci sono abituata.
È da quando ho sedici anni che mia madre mi costringe a metterli – i miei fianchi apparentemente sono troppo larghi.
Nonostante io tenti di evitarli il più possibile, se si tratta di dover fare apparizioni pubbliche preferisco comunque non rischiare.
Una volta che abito e scarpe sono andati, Daphne mi sfila i guanti e comincia a farmi le mani, mentre Carius si occupa del trucco e Percy mi acconcia la parrucca che indosserò.
Sono perfettamente in grado di prepararmi da sola, ma devo ammettere che abbandonarmi così a mani altrui e non dover fare nulla se non rilassarmi, è estremamente piacevole.
« Per favore, assicurati che Haymitch sia pronto » chiedo a Portia, e lei annuisce con un sorrisetto.
Poco dopo sono pronta anche io e ringrazio i preparatori, uscendo tutti insieme dalla mia camera.
Incrociamo i preparatori di Katniss e sono tutti eccitatissimi, parlano fra loro e quando ci vedono cominciano ad esaltarsi ancora di più.
« È splendida! » cinguetta Octavia.
« Dovete vederla! » le fa subito eco Venia.
« Una meraviglia! » concorda Flavius annuendo con vigore.
Ecco, adesso sono veramente curiosa di vedere che razza di miracolo hanno fatto loro tre e Cinna. Sono quasi tentata di andare a bussare alla sua porta e di sbirciare di persona.
Quando raggiungiamo l’ascensore, mancano solo Katniss e il suo stilista.
Portia e il suo team hanno fatto un lavoro splendido su Peeta. Indossa un completo nero semplice ma molto d’effetto con un motivo fiammeggiante. Faccio i miei complimenti a tutti e lui arrossisce appena.
Mi prendo qualche secondo per osservare bene Haymitch – non vorrei che avesse qualcosa fuori posto. Gli hanno fatto mettere un completo grigio perla, che gli mette incredibilmente in risalto gli occhi. Sotto indossa una camicia bianca, un panciotto dello stesso colore della giacca e una cravatta blu notte. Non mi sembra che sia annodata male e i bottoni sono tutti abbottonati nel modo giusto. Sicuramente c’è lo zampino di Portia.
Non posso evitare di pensare che così tirato a lucido è decisamente più attraente del solito – e qualche volta anche “il solito” purtroppo è sufficiente. I capelli sono puliti e sistemati, quindi immagino che si sia anche fatto una doccia.
Si volta nella mia direzione – se lo fa per guardarmi o perché si sente osservato, non posso saperlo. Per un attimo i nostri sguardi si incrociano, lui ghigna in quel suo modo arrogante e io porto gli occhi al cielo, scuotendo impercettibilmente la testa, senza riuscire a trattenere un sorriso.
Penso che non potrebbe andare meglio di così…
Poi finalmente Katniss e Cinna ci raggiungono e non posso non rimanere a bocca aperta.
La ragazza è meravigliosa.
I capelli sono intrecciati su una sola spalla, e tra le ciocce ci sono dei nastri rossi.
L’abito che le ha fatto Cinna è da togliere il fiato – interamente di pietre preziose, rosse gialle e bianche. Con ogni suo movimento sembra inghiottita dalle fiamme.
Ai piedi indossa un paio di sandali parecchio più bassi delle scarpe che le ho fatto indossare io.
« Katniss, sei bellissima! » le faccio i miei più sinceri complimenti, avvicinandomi per poter sfiorare il suo abito, poi mi volto verso Cinna. « È un capolavoro… » adesso ne sono certa: andrà tutto bene.
Haymitch non dice niente, e lei non lo considera minimamente. Chissà se veramente il loro incontro sia stato così disastroso o se sono solamente due teste dure.
Una volta che le porte dell’ascensore si aprono davanti a noi, troviamo tutti gli altri tributi e li accompagniamo fin sotto il palcoscenico che hanno creato dal nulla in queste ore.
Ci sono telecamere ovunque mi giri, i curiosi si accalcano e allungano le loro mani verso tutti e ventiquattro i ragazzi.
Non posso fare a meno di notare come molti vogliano l’attenzione dei miei tributi.
Cinna e Portia ci salutano e si avviano verso i loro posti a sedere e vedo con la coda dell’occhio che Katniss e Peeta si stanno preparando a sfilare assieme agli altri.
Faccio un breve cenno ad Haymitch di avvicinarsi e poi lo indirizzo verso i ragazzi, così potrà dirgli qualcos’altro per tranquillizzarli prima che salgano sul palco e si siedano al loro posto nel semicerchio di sedie.
Il mentore poi si allontana, andando a cercare il suo posto e io decido di andare a cercarne uno accanto agli altri accompagnatori, sulla tribuna sopraelevata. Mentre cerco un posto a sedere, vedo le dita di una mano sventolare cercando di attirare discretamente la mia attenzione e riconosco Constantine. Mi avvicino con un sorriso, salutando il piccolo gruppo di accompagnatori attorno a lui. Elphaba del 7 e Alastor del 5 – gli altri immagino siano rimasti al Centro di Addestramento.
« Hai deciso di goderti lo spettacolo? » mi chiede Elphaba.
« Beh, è un’occasione speciale » le rispondo, mentre mi siedo fra lei e Constantine. « I miei tributi sono stati fenomenali, non voglio perdermi nemmeno un secondo » aggiungo raggiante.
È strano vederla seduta qui. Da un paio di anni a questa parte si sedeva sempre accanto agli Strateghi. Tecnicamente nessuno potrebbe, ma Seneca glielo lasciava fare essendo la fidanzata di suo fratello. Anche se quando ero io la fidanzata di Lysander, non avrei mai chiesto una cosa del genere. Mi chiedo se il fatto che sia seduta fra i comuni mortali abbia qualche significato; se si fossero lasciati qualcuno me lo avrebbe detto, forse la cosa è recente o hanno solo litigato. Non che mi interessi…
Allungo un po’ il collo per vedere se riesco a scorgere Haymitch nella folla, ma ormai è sparito, quindi non ci do molto peso.
« Il tuo vestito è incantevole » la voce di Alastor mi fa quasi sobbalzare, ma mi volto verso di lui e mi sporgo un po’ per ringraziarlo, oltre Constantine.
« Aspettate solo di vedere quello che Cinna ha fatto per la mia ragazza! » esclamo, eccitata e di nuovo abbasso gli occhi sul palcoscenico per vedere se sta succedendo qualcosa, ma c’è ancora calma piatta.
« Certo che non perdi occasione di vantarti… » mi punzecchia l’accompagnatrice del Distretto 7, con quella pellaccia verde sembra che si stia per sentire male. Ha decisamente esagerato. Il verde pisello di Octavia è sobrio ed elegante, questo –  quasi smeraldo – di Elphaba è osceno.
In mio soccorso arriva Constantine, che con una risatina commenta: « Perché può farlo! Santo cielo dopo tanto lavoro finalmente ha la possibilità di lavorare con due gemme come quei due, insomma nessuno poteva togliergli gli occhi di dosso! Ci daranno sicuramente filo da torcere! » nella sua voce non c’è gelosia o rancore, almeno non in apparenza.
Fra i mentori – soprattutto fra quelli dei distretti 1 e 2 – si crea un po’ di rivalità, ma fra noi accompagnatori è raro che succeda. Possiamo essere gelosi di un tributo piuttosto di un altro, in genere bramiamo tutti quelli più affabili e disposti a collaborare, ma non andiamo oltre.
Finalmente i tributi fanno la loro entrata sul palcoscenico e il pubblico impazzisce. Quando sfilano e si siedono, i tre accompagnatori ammirano sicuramente il lavoro di entrambi gli stilisti, ma l’abito di Cinna li cattura.
Caesar Flickerman, identico da quando io ero bambina, dà il via alla trasmissione. Tutta Panem ci sta guardando. Un brivido di eccitazione e orgoglio mi percorre – i miei ragazzi stano brillando sotto i riflettori grazie alle pietre preziose di Cinna e alle fiamme di Portia.
Grazie al cielo Caesar ha ben deciso di allontanarsi dal rosso e da ogni sua sfumatura – l’anno scorso era indecente, ricordo di averlo addirittura sognato. Il celeste è decisamente più nelle sue corde.
Dopo qualche battuta chiama sul palco Glimmer, la ragazza del Distretto 1.
È bella da togliere il fiato, con quei capelli biondi e gli occhi verdi. Si siede accanto all’intervistatore e il suo abito dorato sotto i riflettori diventa semitrasparente. Mi ricorda incredibilmente Cashmere agli inizi. Non ricordo se è Alana a farle da mentore o Gloss, in ogni caso sono sicura che non avranno avuto alcun problema con lei.
I suoi tre minuti hanno inizio e secondo il pubblico passano troppo in fretta, ma quando arriva il suo compagno di distretto, Marvel, sembrano adorarlo già.
Qualche tributo è molto spiritoso, qualcuno meno. I due del 3 sono incredibilmente nervosi, ma Caesar come al solito fa del suo meglio per metterli a loro agio.
Quando chiama Finch, la ragazza del distretto 5, lei appare estremamente sicura di se stessa.
Ogni tanto porto gli occhi alle mie due lucciole. Peeta sembra abbastanza tranquillo, Katniss ogni tanto lancia qualche occhiata preoccupata nella mia direzione – o meglio, verso la zona riservata a tutti e ventiquattro gli stilisti – ma sta sedendo perfettamente composta, come le ho fatto vedere questa mattina e di questo sono immensamente fiera.
Dall’intervista non mi sembra che ci sia nulla di speciale riguardo il ragazzo del 7 e inspiro profondamente quando sul palco sale la piccola del Distretto 11, Rue. La sua stilista l’ha fatta diventare un piccolo angioletto, di una dolcezza indescrivibile. Sono contenta che non mi sia capitato nulla del genere quest’anno. Poi mi fermo un attimo a riflettere, perché mi rendo conto che ci è mancato veramente pochissimo…
Caesar è particolarmente gentile e premuroso con lei, Rue sembra essere un po’ intimidita dalla folla. Ma ha comunque guadagnato un sette con gli Strateghi.
E poi arriva il turno del suo compagno di distretto e le cose si fanno più serie – è veramente gigantesco. Continuo a pensare che lui sarà un osso duro.
Mi rendo conto che sto trattenendo il respiro quando chiamano Katniss. È arrivato il momento della verità… deve solo restare calma e fare tutto quello che le abbiamo detto di fare. Non può essere così difficile, immagino.
Sembra un cucciolo smarrito quando deve rispondere alla prima domanda dell’intervistatore e vedo che i suoi occhi tornano di nuovo alla mia tribuna sopraelevata, cerco di seguire la traiettoria del suo sguardo e trovo Cinna e Portia, seduti uno di fianco all’altro a guardare verso il palco.
« Lo stufato di agnello » risponde, e torno a guardare su di lei, con un mezzo sorriso. Poteva trovare qualcosa di meglio, ma ricordo con che voracità mangiava – anche se preferirei non farlo.
Quando le chiede del vestito, c’è un piccolo lampo di luce nei suoi occhi e so che sta per dire la cosa giusta. « Vuoi dire dopo che mi è passata la paura di bruciare viva? » un altro sorriso, più largo, si fa strada sul mio viso mentre il pubblico scoppia a ridere.
Se soltanto sapessi il colpo che mi avete fatto prendere… pensavo di avervi perso entrambi prima ancora di cominciare!
Lancio un’occhiata di traverso nella direzione di Cinna, ma lui è troppo concentrato a guardare Katniss per notarmi.
Inspiro profondamente, dicendomi che sta andando tutto bene. La ragazza sta andando magnificamente, molto meglio di quanto mi potessi aspettare. Non so perché Haymitch si sia lamentato tanto…
Poi lei continua, con un sorriso raggiante di cui non la credevo capace. Se me ne avessi regalato anche solo uno così questa mattina, avremmo finito molto prima, penso. « Ho pensato che Cinna era fantastico e che quello fosse il costume più spettacolare che avessi mai visto e che non potevo credere di essere io a indossarlo. Non riesco nemmeno a credere di essere io a indossare questo » dice, sollevando la gonna. «Insomma, guardatelo! » esclama e torna a guardare da queste parti.
Katniss poi comincia a fare una piroetta dopo l’altra e sotto la luce dei riflettori l’effetto è spettacolare. Sembra essere avvolta da lingue di fuoco, le pietre preziose brillano e riflettono la luce, sprigionando tantissime sfumature di rosso, giallo e bianco. Il pubblico è in delirio e il mio cuore si alleggerisce; applaudo con gli altri quando lei si ferma, disorientata ma decisamente contenta della sua esibizione. Da dove diavolo è uscita questa ragazza? Non è la stessa che voleva piantarmi un tacco fra gli occhi di questa mattina!
Nel frattempo che lei si riprende, cercando di combattere contro le vertigini, Caesar la tiene salda e ne approfitta per fare qualche altra battuta. « Non preoccuparti. Ti tengo. Non posso permettere che tu segua le orme del tuo mentore » dice, e alla mia mente torna il volo che ha fatto dal palco, rischiando di farsi veramente molto male. Le telecamere vanno su Haymitch e il pubblico comincia a fischiare. Che bisogno c’è?
Un fastidioso nodo si annoda nel mio stomaco, mentre lui fa cenno alle telecamere di staccare e di tornare sulla ragazza.
Allora le chiede del suo undici e mi innervosisco un po’, ma lei ancora una volta se la cava più che bene, rivolgendosi direttamente agli Strateghi, e chiedendogli conferma del fatto di non poter dire nulla.
Vedo Plutarch alzarsi e praticamente urlare al palco. « Certo che no! Non può dire una parola! » e questo chiude definitivamente la questione.
Dall’enfasi che ci ha messo e soprattutto dal colore paonazzo che ha assunto il suo colorito, mi chiedo se non fosse proprio lui il famoso uomo del punch di cui ci ha parlato Katniss a cena. Magari se lo chiedo in confidenza a mio cognato Nolan, lui potrà dirmelo…
La conversazione poi si fa più seria quando Caesar le chiede di parlare di sua sorella.
Nell’Anfiteatro cittadino cala il più rispettoso dei silenzi, mentre Katniss mette in ordine i pensieri.
Forza, penso, un ultimo sforzo. Sei stata meravigliosa fino ad adesso, manca veramente poco.
« Si chiama Prim. Ha dodici anni. E io le voglio bene più che a ogni altra cosa al mondo » risponde e mi si contrae di nuovo dolorosamente lo stomaco.
« Cosa ti ha detto? Dopo la mietitura, intendo » le chiede Caesar, ma il suo tono non è invadente.
Riesco a sentire gli ingranaggi muoversi nel cervello della ragazza. « Mi ha chiesto di fare di tutto per vincere ».
L’intervistatore incalza, senza mai essere scortese, ma sempre con una certa delicatezza invidiabile. « E tu cosa le hai risposto? »
In un attimo lo sguardo di Katniss si trasforma. Si trasforma e la ragazzina dolce e divertente apparsa sugli schermi fino ad ora svanisce, rivelando seppur brevemente la sua vera natura, e finalmente riconosco la persona con cui ho avuto a che fare fino ad oggi. Il suo sguardo è gelido, la sua voce più decisa. « Ho giurato che l'avrei fatto » e io ci credo, ci credo veramente adesso. Può farcela, lei può vincere sul serio…
Cerco di concentrarmi su Peeta adesso, mentre sale sul palco e viene accolto dal pubblico.
Solo uno può tornare indietro, mi dico. E conosco Haymitch. Punterà su di lei, anche se sembra che non vadano per niente d’accordo.
Il ragazzo sembra assolutamente a suo agio durante l’intervista e comincia a paragonare tutti i tributi al pane dei loro distretti. Gli spettatori trovano particolarmente divertente la cosa e sembrano veramente adorarlo.
Non mi sembra possibile che tutti e due i miei tributi stiano riscuotendo successo quest’anno. Così rendono le cose incredibilmente più difficili… ma ormai è inutile, penso. Ormai mi ci sono affezionata comunque. Che ci si affezionino anche loro, non mi interessa.
« Altro che il fuoco degli stilisti! » ride ad un certo punto Peeta, rivolto all’intervistatore. « Stavo per bollire sotto una delle vostre docce! » dice, e il pubblico comincia a ridere mentre lui continua. « Ci sono troppi pulsanti, troppa scelta! Però devo ammettere che i saponi sono veramente profumati! » poi si sporge verso Caesar, abbassando un po’ la voce ma stando attento a farsi sentire perfettamente. « Dimmi, profumo ancora di rosa? » l’intervistatore gli dà corda, annusandolo e facendosi annusare mentre tutti gli spettatori impazziscono e anche io faccio fatica a tenere una risatina intenerita, vendendoli così.
Non riesco a non adorare quel ragazzo; non che non apprezzi Katniss, ma lui è un ragazzo così dolce e gentile e vorrei poter fare qualcosa, ma mi sento incredibilmente inutile.
Caesar comincia a chiedergli della sua vita privata, insistendo sulla sua situazione sentimentale.
Peeta nega, ma è chiaro che stia mentendo. Dopo un po’ l’intervistatore riesce a cavargli qualche informazione da bocca e la sua storia è molto triste.
« Non c'è problema, ti suggerisco io cosa puoi fare. Vincere e tornare a casa. A quel punto, non potrà respingerti, ti pare? » lo incoraggia Caesar e lui sembra ancora più demoralizzato.
« Non credo che funzionerà. Vincere… non servirebbe, nel mio caso » ammette, e appena gli viene chiesto il motivo risponde: « Perché… perché… lei è venuta qui insieme a me ».
Quindici anni di bugie, di falsi sorrisi e farse per le telecamere. So riconoscere una recita quando la vedo, anche delle più ben fatte. Johanna non mi ha imbrogliato nemmeno per un minuto, e lei era molto brava. Quindi qui le cose sono due: o Peeta è il più grande attore che io abbia mai incontrato, oppure non sta affatto mentendo. E delle due alternative spero proprio che sia la prima…
Le telecamere si puntano immediatamente su Katniss, è confusa ma china subito lo sguardo, arrossendo appena. Non riesco a capire se l’imbarazzo sia per l’improvvisa attenzione su di sé oppure se condivide il sentimento. Di certo nei giorni che abbiamo passato insieme non mi sembravano affatto affiatati, anzi!
Il dialogo successivo fra Peeta e Caesar mi leva ogni dubbio. Katniss non ne sapeva niente, mi chiedo se Haymitch invece ne fosse al corrente o meno… insomma, nelle quattro ore che hanno passato insieme dovrà essere venuto in mente ad uno dei due che la domanda sarebbe potuta saltare fuori. In genere ci si appiglia agli amori lasciati a casa quando non si sa bene come continuare. Certo, con Katniss il suo undici e la sorella, gli argomenti dell’intervista non sarebbero mai potuti essere diversi, ma Peeta prima di adesso aveva ben poco da dire.
L’intervista finisce e l’inno di Panem comincia a suonare. Tutti gli schermi sono sui miei due tributi, che hanno assolutamente rubato tutta la scena agli altri – di nuovo.
Il cuore mi martella nel petto mentre assieme agli altri accompagnatori comincio ad avviarmi verso il Centro di Addestramento, scendendo dalla tribuna.
Ricevo qualche complimento e qualche parola di conforto per i due ragazzi; sorrido, ringrazio e rispondo garbatamente.
Poi mi ricongiungo con Haymitch e appena lo vedo infilo il mio braccio sotto al suo, e marciamo dritti verso l’entrata – cercando di evitare ulteriori domande. « È opera tua? » gli chiedo, appena siamo abbastanza lontani da orecchie indiscrete.
« Non so di cosa stai parlando » mi risponde, ma non mi fido per niente.
Ho già perso di vista i ragazzi, ma vedo che tutti gli altri stanno entrando negli ascensori, quindi aspettiamo che l’atrio si sfolli e nel frattempo veniamo raggiunti dai due stilisti. Appena li vedo faccio scivolare il mio braccio via da quello di Haymitch e mi liscio un po’ il vestito, aggiustando qualche diamante dalla scollatura che non aveva alcun bisogno di essere aggiustato.
Prendiamo tutti e quattro un ascensore assieme a Chaff, Seeder ed Hestia. L’accompagnatrice non la smette nemmeno un secondo di ciarlare, e io sono costretta a darle corda quando vorrei solo raggiungere i miei due tributi.
L’ascensore si ferma all’undicesimo piano, salutiamo tutti e penso di essermela cavata, quando Chaff mi agguanta e mi tira a sé, ma ormai lo conosco e reagisco abbastanza in fretta da schivare un bacio sulle labbra – e a stento mi colpisce l’orecchio. Si congeda con una risata, una pacca sulla spalla di Haymitch, che sembra sul punto di esplodere, e un: « Ci vediamo, Bambolina » al quale io non rispondo nemmeno. Ma sorrido a Seeder quando prima che le porte dell’ascensore si richiudano mima con la bocca un muto “scusa” – ordinaria amministrazione.
Quando finalmente raggiungiamo il dodicesimo piano, la scena che ci aspetta è agghiacciante. Il mio cuore si ferma dopo aver battuto così velocemente.
Peeta è a terra, assieme a centinaia di cocci che appartengono a quello che fosse un vaso di ceramica. « Che succede? Sei caduto? » strillo quando i miei occhi vedono il sangue che gli esce dalle mani.
« No, » risponde e io mi affretto subito a raggiungerlo e Cinna fa lo stesso « è lei che mi ha buttato per terra ».
Sento quasi le forze che mi mancano, mentre mi assicuro che Peeta stia bene. Gli afferro una mano insanguinata, ma la ferita non sembra troppo profonda e lui si toglie da solo un coccio che si era conficcato superficialmente nel palmo.
I miei occhi vanno direttamente su Haymitch, proprio mentre lui riprende duramente la ragazza.
« È stata un’idea tua, vero? Farmi passare per una specie di stupida davanti a tutto il paese? » ha quasi ammazzato il suo compagno di distretto e questo è quello che pensa? C’è un campanello nella mia testa che mi dice “è quello che dovrebbe fare” ma non adesso, mi dico. Non adesso, è proibito scontrarsi con i tributi fuori dall’arena. Ha già creato abbastanza guai, non oso immaginare che cosa farà dopo…
« È stata un'idea mia » risponde Peeta, e lo lascio andare, mentre lui continua ad esaminarsi le ferite. « Haymitch mi ha solo aiutato ».
Lo sapevo che c’era il suo zampino. Torno a guardarlo e i suoi occhi sono fiammeggianti, carichi d’ira rivolti alla ragazza, che adesso sta sbraitando di nuovo.
« Pensi che ti abbia danneggiato? Quel ragazzo ti ha dato qualcosa che non saresti mai riuscita a realizzare da sola »
« Mi ha fatto apparire insicura! »
« Ti ha fatto apparire desiderabile! » ringhia Haymitch, facendomi indietreggiare. « E guardiamo in faccia la realtà: ti serve tutto l'aiuto che puoi ottenere, in quel campo. Eri romantica come una cacca finché lui non ha detto che ti voleva. Adesso ti vogliono tutti. Parlano solo di voi. Gli innamorati sventurati del Distretto 12! » le urla contro, in una maniera che non mi piace affatto.
« Ma noi non siamo innamorati sventurati! » ribatte lei urlando nello stesso modo.
Proprio mentre penso che finirà male, Haymitch la afferra per le spalle e la sbatte al muro. « E chi se ne frega! » grida, istintivamente faccio un passo avanti, ma Cinna mi afferra e mi impedisce di avvicinarmi. Forse ha paura che Haymitch aggredisca anche me. « Sta tutto nello spettacolo. Sta tutto nel modo in cui ti percepiscono » Katniss comincia a spingerlo via ma Haymitch non si muove. Cerca di farle capire che adesso potrà trovare un mucchio di sponsor disposti a pagare per lei, perché la vedranno come una seduttrice. Mi divincolo di nuovo, ma la presa di Cinna si stringe.
Perché nessuno fa niente? Questa situazione è surreale!
Katniss riesce a liberarsi di Haymitch spingendogli via le mani e cerca di allontanarsi, allora finalmente Cinna lascia andare me per fermare lei. « Ha ragione, Katniss » cerca di farla ragionare.
Lei si lamenta del fatto che non fosse stata avvisata prima. Benvenuta nel club, penso, mentre Portia la rassicura dicendole che la sua reazione è stata perfetta.
È vero, lo è stata – la sorpresa e l’imbarazzo erano genuini, non sarebbe riuscita a fingerli altrimenti.
« È solo preoccupata per il suo ragazzo » commenta Peeta, seccato.
Un rossore si espande istantaneamente sulle guance di Katniss. « Io non ho un ragazzo ».
Oh, sono veramente stanca di sentire questi due che discutono di cose assolutamente inutili. Parleremo della gravità di quello che è appena successo oppure no?
Continuano a discutere fra loro, io rimango in silenzio ad osservare la scena ancora inorridita.
Non riesco a togliere gli occhi dal sangue sul pavimento. Perché nessuno è ancora arrivato a pulire?
Mi allontano, tanto nessuno sembra accorgersene. Avviso un senza-voce di andare a sistemare il macello accanto all’ascensore e quando ho fatto, gli altri si stanno radunando attorno al tavolo da pranzo. Evidentemente hanno deciso di ignorare l’argomento.
Ma l’argomento non può essere ignorato quando le mani di Peeta continuano a sanguinare ancora più copiosamente e Portia è costretta ad allontanarsi con lui e quando tornano, le mani del ragazzo sono fasciate.
Rimango in silenzio durante il pasto e durante anche le repliche. Non ho voglia di parlare con nessuno di loro, ma concedo ai due ragazzi un sorriso quando appaiono sullo schermo – a rassicurarli di nuovo sulle loro performances ci pensano gli altri.
Sto già pensando a domani…
Peeta è ferito, Haymitch ha di nuovo esagerato col vino, Katniss è una testa dura.
È incredibile come le mie aspettative per questi Giochi riescano a cambiare così repentinamente. Solo qualche ora fa ero così positiva, e adesso… adesso non lo so.
Ormai è tardi, devono andare a letto e domani non li vedrò, se non attraverso uno schermo.
Li guardo bene entrambi, Katniss Everdeen e Peeta Mellark. Uno dei due forse potrebbe non essere solo un altro nome da aggiungere alla lunga lista di tributi che ho visto morire nell’arena.
E mi rendo conto che se toccasse a me, non saprei veramente chi scegliere. Ma non è compito mio, è compito di Haymitch e ho – quasi – totale fiducia in lui. Saprà cosa fare…
Come quasi ogni anno, mi sono affezionata a questi due ragazzi che hanno fatto parte della mia vita per meno di una settimana e quando è il momento, metto da parte la rabbia per gli avvenimenti di poco fa e li abbraccio entrambi, ringraziandoli di tutto.
« Siete stati i migliori tributi che ho avuto il privilegio di presentare » dico, controllando a stento l’emozione. Ed è un male, è assolutamente un male. Devo sbrigarmi a rimettere la maschera, prima che sia troppo tardi. « Non sarei per niente sorpresa se alla fine mi promuovessero a un distretto decente, l’anno prossimo! » aggiungo baciando entrambi sulle guance e tentando un sorriso ma poi devo allontanarmi perché sento che le lacrime premono contro gli occhi per uscire.
Conserva le lacrime, Trinket. Dico severamente a me stessa. Conservale per quando dovrai piangere la loro morte, aggiunge automaticamente una vocina nel mio cervello – e la vocina mi distrugge completamente, impedendomi di controllarmi ancora.
Mi sfogo per un po’, poi decido di andare a letto.
Avrei voluto raggiungere di nuovo Haymitch e rimproverarlo per il suo comportamento. Avrei voluto dirgli che ha più del doppio dei loro anni e che ha agito in maniera assolutamente impulsiva e sconsiderata – ma non servirebbe a nulla e non voglio farmi nemmeno vedere in questo stato, con gli occhi rossi e il viso gonfio.
Mi metto a letto, senza struccarmi e mi addormento quasi subito, stremata dalle ultime ore, ma dormo male. L’ansia per domani non mi permette di dormire per più di un’ora di fila, continuo a svegliarmi e a riaddormentarmi. Alle tre del mattino mi decido e prendo dei sonniferi, così dormirò almeno cinque o sei ore di fila.

 

A/N: Salve!
Allora siccome già il capitolo è lunghissimo ora dico solo qualche parola: pigna, pizzicotto, manicotto, tigre!
No, ok… seriamente.
Dal prossimo capitolo si entra nei Giochi e i capitoli saranno almeno – almeno – la metà di questo. Tenterò di aggirarmi intorno alle 3-4 mila parole.
Questo capitolo è stato molto intenso, ho tentato di inserirci un po’ di Hayffie, ma dai prossimi la cosa si evolverà… soprattutto nei momenti di calma.
Finalmente posso mandare Effie in missione e potrete conoscere il mondo dietro agli Hunger Games!
Anche se, credo che aggiornerò prima Petrichor…
Lasciatemi i vostri pensieri, grazie mille e alla prossima!!
 

x Lily
   
 
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