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Autore: Euridice100    15/03/2015    3 recensioni
- Accendi il tuo MP3, mettilo in modalità casuale e fai partire tutte le canzoni che ci sono;
- Scrivi qualcosa che si ispiri a questa canzone, anche rischiando di rendere i personaggi OOC.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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G., compagna di innumerevoli passioni,
di chiacchierate-fiume
e di deliri da fangirl:
questo è per te!
Buon compleanno! ♥♥♥
 
 
 
Once Upon A Song
 
- About music, fairy tales and love -
 
II - RumBelle edition!
 
 
 
“- Accendi il tuo MP3, mettilo in modalità casuale e fai partire tutte le canzoni che ci sono;
- Scrivi qualcosa che si ispiri a questa canzone, anche rischiando di rendere i personaggi OOC.”
 
 
 
1. “Last night I dreamt that somebody loved me” - The Smiths
 
Last night I dreamt 
that somebody loved me.
No hope, no harm,
just another false alarm.”
 
Rumpelstiltskin non si illude.
Resta lì a fissare il bicchiere davanti a sé, le dita impegnate a tracciare arabeschi distratti sulla polvere.
È solo una risata – il fantasma di una risata – a riportarlo alla realtà.
Alza il capo senza riuscire a soffocare il barlume di speranza che vorrebbe gli fosse estraneo e che, lo sa già, svanirà nell'istante esatto in cui i suoi occhi si poseranno su Belle – o Lacey, come si fa chiamare ora. A volte si rifiuta di rivolgersi a lei in un modo che non le appartiene – resterà fedele a Belle, almeno nel nome: per lui, la giovane dai capelli raccolti che ancheggia tra sconosciuti mezzi ubriachi è un'estranea che ha della sua Sweetheart solo l'aspetto fisico, solo un guscio di carne avvolto in un vestito che lascia vedere più di quanto copra; ma Lacey non è – non è mai stata, non potrà mai essere – Belle.
Rumpelstiltskin la osserva esultare dopo aver mandato l’ultima palla in buca, lanciare le braccia al collo di un uomo che se non smetterà di sbirciarle la scollatura si ritroverà presto in una bara, e una mano di ghiaccio gli stringe il cuore.
In quello sguardo vittorioso ha scorto per un istante la fiducia e la gioia di vivere della sua Belle.
Solo un riverbero della luce, o uno scherzo della mente stanca: per quanto possa negarlo, Belle non c'è più. Regina gliel'ha portata via di nuovo – e la pagherà, stavolta la pagherà amaramente: la farà pentire di essere nata, dovesse essere l'ultima cosa che fa.
Se Belle scoprisse simili propositi non smetterebbe più di rimproverarlo, poco ma sicuro.
Ma Belle non c'è più.
Al suo posto ora c'è Lacey, che lo guarda con adorazione quando sfoggia la sua prepotenza, Lacey che gli ricorda all'orecchio i nomi di chi l'ha infastidita suggerendogli come vendicarsi; Lacey, i cui baci sono il morso di un serpente, un veleno dolcissimo che ottenebra i sensi e a cui non sa – non vuole – resistere.
Nel corso della sua lunga vita Rumpelstiltskin si è spesso sentito diviso tra due scelte.
Tra la viltà e il valore, tra la fuga e la vittoria, il potere e la sincerità.
Stasera si sente diviso tra due donne che sono una.
Tra due parti di se stesso.
 
 
 
 
 
2. “Hoppipolla” - Sigur Rós
 

Completamente bagnati,
dalla testa ai piedi,
non indossiamo stivali,
corriamo dentro di noi
e vogliamo uscire dal nostro guscio.1

 
Nei mesi di permanenza al Castello, Belle ha scoperto di saper fare tantissime cose.
Per esempio, quando non dimentica qualche ingrediente fondamentale come lo zucchero, le sue torte non hanno nulla da invidiare a quelle dei pasticcieri di Avonlea.
(Sono solo un po’ – molto – più bruttine, ecco; ma non si può voler tutto dalla vita, e comunque l’apparenza non conta certo quanto la sostanza.)
Se non si perde in un’avventura di carta e inchiostro, è in grado di rassettare anche un intero piano del maniero nell’arco di ventiquattr’ore – e tutto si può dire meno che l’Oscuro sia ordinato, anzi: la giovane si chiede spesso come reagirebbero dinanzi a quel caos le domestiche del Palazzo Reale che tanto si lamentavano del suo disordine organizzato, come lei e sua madre amavano definirlo.
Ma la cosa più importante che Belle ha scoperto di saper fare è osservare.
Il merito, lo sa bene, è del suo padrone: Rumpelstiltskin alterna momenti in cui dà prova di un’incomprensibile e quanto mai sconcertante platealità a giorni in cui tace e sprofonda in una dimensione remota e arcana cui solo lui pare aver accesso.
È per questo che Belle ha iniziato a spiarlo in silenzio, a studiarne il reticolo di rughe sulla fronte, la piega della bocca, lo sguardo di giaietto che segue febbrile il vorticare dell’arcolaio; e proprio in quegli occhi la giovane ha letto un dolore che non sa spiegarsi, una sofferenza che – come un velo sottile, impalpabile, ma presente – distanzia il folletto dal resto del mondo, lo allontana dal prossimo facendolo perdere ancora di più in se stesso.
Nonostante la convivenza, nonostante le chiacchierate sempre più frequenti, Belle sa che qualcosa la separa da Rumpelstiltskin: una barriera che solo il mago potrà abbattere con un processo lento e faticoso cui lei potrà assistere, che lei potrà agevolare, ma non compiere per lui.
Belle vorrebbe dirgli di osare – di provare a muovere un passo verso il mondo, verso lei, verso la vita di cui tanto ama farsi ciniche beffe per saggiarla prima di giudicarla; vorrebbe fargli capire che le maschere non proteggono, isolano, facendolo apparire come un mostro e non come l’uomo che lei ha scorto in più di un’occasione: un uomo forse fragile, che forse ha commesso mille errori e forse è caduto mille volte, ma che non per questo è meno degno d’esser definito tale.
- Dearie, quel libro ti ha rubato l’anima o cosa? È la terza volta che ti ordino di ritirarti in camera!
Belle si riscuote di colpo udendo una ben nota voce acuta. Una rapida occhiata alla pendola le suggerisce che è il caso di obbedire: mezzanotte è suonata da un pezzo e lei dovrà svegliarsi tra una misera manciata di ore; meglio andare a riposarsi…
- Perdonatemi, Rumpelstiltskin. Stavo osservando.
Lo stregone le rivolge un’occhiata diffidente, che lei sostiene finché non è lui a distogliere lo sguardo – e Belle trova quanto mai difficile nascondere un sorrisetto di vittoria.
- Osservando? I giardini sono interessanti da osservare, se si è lumache e non si ha nulla da fare tutto il giorno. Se non vai subito in camera, te ne darò presto una dimostrazione…
 
 
 
 
 
3. “Boom, clap!” - Charlie XCX
 

No silver or no gold
could dress me up so good,
you’re the glitter in the darkness of my world.
Just tell me what to do,

I’ll fall right into you.
We’re going under,

cast the spell,
just say the word.

 
Rumpelstiltskin odia la neve. Quand'era umano, quei fiocchi bianchi indicavano tempi di magra in cui il lavoro era poco o nullo e gli stratagemmi cui ricorrere per procurarsi di che mangiare sempre più ingegnosi. Neanche Bae amava la neve: preferiva l’estate, la dolce indolenza del caldo e i pomeriggi trascorsi sotto la frescura di un albero dall’ampia chioma.
L’Oscuro spera solo che nel mondo senza magia in cui si trova il suo ragazzo il sole regni perenne.
È per questo che, dinanzi allo spettacolo che gli si para davanti al ritorno dall’ennesimo accordo che lo porterà più vicino al figlio, non riesce a formulare che un pensiero.
È pazza.
Come spiegare altrimenti il fatto che Belle stia ginocchioni sulla coltre immacolata, avanzando come se stesse cercando qualcosa?
Sì, la prima impressione che il mago ne trae è questa: del resto, il volto della giovane è teso in una smorfia di concentrazione, i denti di perla che mordicchiano le labbra color ciliegia e le mani che si muovono senza requie...
Negli ultimi tempi, quando guarda la sua governante Rumpelstiltskin è colto da una bizzarra sensazione: non lo ammetterebbe mai, ma è come se quella ragazza piccina e sempre allegra gli facesse battere più rapidamente l’organo che ha provato a dimenticare di possedere e che chiamano cuore. Quando Belle compare nelle stanze canticchiando antiche ballate, non prova più il fastidio iniziale: l’astio è stato sostituito da una sorta di calore che viene dal profondo, che quasi lo spinge a sorridere, che quasi s’azzarderebbe a definire “gioia” se potesse provare ancora tale sentimento, e che – soprattutto – non ha alcuna giustificazione.
Rumpelstiltskin sospira: non ha senso fingere di non conoscere la natura e la portata delle sensazioni che quelle formidabili iridi celesti, trasparenti come torrenti di montagna, causano. La Principessa d’Avonlea sta diventando pericolosa; o forse è lui a renderla tale, perché è un debole e, come direbbe qualcuno, l’amore è una debolezza.
È in quel momento che Belle alza il capo e lo sorprende ad ammirarla – ammirarla? Che razza di scelta verbale, idiota di un folletto. Tu sei il Signore Oscuro e lei la tua inetta domestica, devi controllarla perché non trami contro di te.
(E per evitare che si ammali a furia di stare in mezzo alla neve.)
- Rumpel! – il timbro della giovane è ancora più cristallino di quanto ricordasse. È solo un’impressione o davvero i suoi occhi brillano più intensi ora che sono posati su di lui? E la piega apparentemente corrucciata della bocca è realmente sfumata in un sorriso capace di illuminare il buio che lo circonda – capace di sciogliere il ghiaccio che si porta dentro da troppo tempo? – Siete tornato, finalmente! Non vedevo l’ora, ho sofferto la solitudine in questi giorni.
- Conoscendoti, Dearie, avrai ammorbato anche i mobili col tuo chiacchiericcio incessante.
- Non sono chiacchierona! – sbuffa indignata – Semplicemente, trascorrere tanto tempo senza compagnia mi rattrista. Poi ieri ha nevicato, e ho pensato che magari potremmo gio…
- Mi correggo, infatti: non sei chiacchierona. Sei peggio, molto peggio.
Nell’istante stesso in cui le dà le spalle per rifugiarsi nel Castello, Rumpel avverte qualcosa di gelido raggiungerlo ed esplodergli sulla schiena.
Resta basito realizzando cosa ha osato fare quell’impudente; si chiede se sia davvero tanto sprovveduta da non capire che a ogni azione corrisponde una reazione, e che lanciare una palla di neve allo stregone più temuto della Foresta Incantata non ha certo come effetto il plauso o chissà quale altra sorta di premio.
Ma neanche liberare i prigionieri dell’Oscuro dovrebbe portare a una biblioteca come ricompensa.
Si volta con lentezza ben studiata e la fissa inespressivo. Non un’ombra di pentimento le attraversa lo sguardo, no: la giovane tiene ben alto il mento e pare sfidarlo, perfettamente pronta ad assumere la responsabilità del gesto e patirne le conseguenze.
Conseguenze imprevedibili; perché Rumpelstiltskin fa qualcosa che Belle non si sarebbe mai aspettata.
Con un cenno delle dita non strozza la sua cameriera, non la trasforma in rospo né la fa materializzare nella parte opposta della tenuta, no: semplicemente, le fa cadere addosso la neve raccoltasi sul ramo sotto cui ella si trova.
- Ihhhhh! – la sente lamentarsi mentre saltella sul posto – È gelidaaa!
- La neve calda sarebbe in effetti un’autentica novità.
- Ma Rumpel, non siete stato corretto! Io ho tirato una manciatina di neve, non una valanga!
- Guarda, Dearie, pur di non sentire le tue ramanzine oggi potrei essere tanto clemente da ammettere la mia maleducazione e concederti persino una rivincita, – Belle lo ascolta stupefatta, come se non potesse credere alle sue orecchie – Uno scontro ad armi pari. Sempre se hai il coraggio di correre il rischio di essere battuta, cosa su cui francamente dubito…
La replica non si lascia attendere: un’altra palla di neve impatta contro la pelle di drago del suo cappotto.
E a lui quella pare la replica più bella.
 
 
 
 
 
4. “In joy and sorrow” - H.I.M.
 

“Oh girl, we are the same,
we are strong and blessed and so brave,
with souls to be saved 
and faith regained,
all our tears wiped away.”

 

Per un istante, Belle si è illusa: sconfitta Zelena, celebrato il matrimonio, sarebbe iniziata una nuova fase della sua vita con Rumpelstiltskin; una fase dominata solo dalla serenità, in cui la massima preoccupazione sarebbe stata scegliere il film da iniziare a vedere per poi, inevitabilmente, non concludere mai.
Per un istante ha saggiato il sapore tenue della speranza, pur sapendo che le cose sarebbero andate in modo ben diverso.
Non è tanto questione di nuovi nemici o minacce sconosciute che tramano nell’ombra in attesa di balzare all’attacco, no: è il passato a bussare alle porte della loro casa, della loro vita.
Belle è stata prigioniera: conosce sulla propria pelle gli effetti del vedere il mondo ridotto a uno spicchio di cielo, del sentire i giorni scivolare uno dopo l’altro in un’agonia priva di senso, impossibile da spiegare. È stata rinchiusa in una cella, intrappolata in se stessa e bloccata nei ricordi di un’altra, e ancora quelle immagini – vere o false che siano, i piani si confondono nel sonno della ragione – le fanno visita, ospiti indesiderate di sogni e memorie.
Solo il tempo l’ha curata; il tempo e gli abbracci timidi, ma saldi, di Rumpelstiltskin.
Fino a quando i ruoli non si sono invertiti.
In fondo al cuore Belle lo ha sempre saputo: quell’anno non svanirà, non si confonderà tra i tanti che affastellano l’esistenza del suo Vero Amore; le sue conseguenze si riverbereranno in eterno, cercando di spezzarlo ancora e ancora. Anche se lui non sempre lo dice, lei sa di non essere più la sola a svegliarsi con in bocca il gusto di ferro dono sgradito degli incubi, a provare il familiare crampo di panico nel ritrovarsi in ambienti chiusi e a sentire l’urlo di un’anima incapace di fronteggiare il presente senza ripiombare nel passato.
Però Belle sa cosa fare.
Lo sa perché ha avuto lui come maestro le sere in cui chiudeva gli occhi e dimenticava chi fosse, dove fosse. Ogni volta lui la stringeva forte, come se ne andasse della sua vita, e la cullava fino a placarla, fino a quando i singhiozzi lasciavano il posto a un sonno senza fate né demoni. Rumpelstiltskin, quelle notti, non parlava mai: teneva le labbra tenacemenente premute contro la sua fronte, le carezzava piano la schiena, ma taceva.
Eppure, in quei silenzi non c’era mai il vuoto.
Non c’era l’indifferenza del disinteresse, non c’era la confusione di chi non sa come affrontare la situazione o la rassegnazione che pur tante volte ha ingrigito la vita del mago, no; in quei silenzi, Belle leggeva sempre e solo amore.
Rumpel non è espansivo: la maledizione e il dolore l’hanno costretto a ritagliarsi addosso una corazza che solo il ricordo di un figlio e l’amore per una donna riescono a penetrare. Con lei e lei sola osa dar voce alle proprie emozioni; e non sono i “Ti amo” che le rivolge o i doni che le fa, ma istanti come questi a dare realmente prova del suo amore.
Quando si fida di lei e la lascia entrare nel suo mondo.
Quando i suoi abbracci si rivelano capaci di riparare il cuore più ferito.
Quando, sdraiati nel buio e derubati dal sonno, si sfiorano le mani e ricordano – ancora una volta capiscono – che il Vero Amore è la magia più potente di tutte.
 
 
 
 
 
(SPOILER 4x06!)
 
“Heron Blue” - Sun Kil Moon
 

“Don't cry, my love, don't cry no more,
it overwhelms my breaking heart.
A minor swell of violins,
I cannot bear to hear them.”

 
- Sai che non potrei mai farti un torto.
- Ma io l’ho fatto. Ti ho tenuto all’oscuro di un terribile segreto…
La senti parlare, ma non l’ascolti davvero. Ti racconta di Anna e di quanto si senta in colpa per la sua scomparsa, del suo pentimento e delle sue paure; ma il tuo cuore è altrove da minuti interi, ormai.
Dall’istante in cui le hai detto l’ennesima bugia.
“Non potrei mai farti un torto”: come definiresti ciò che le hai fatto, che continui a farle giorno dopo giorno? Non è stata lei a pretendere il Pugnale: sei stato tu a offrirglielo, a chiederla in sposa consegnandoglielo.
Un matrimonio che si regge su una bugia, che traballava prima ancora di essere celebrato.
L’ami, quanto l’ami. Di questo sei certo. Sai che se perdessi anche lei sarebbe la fine: lei è l’unica gioia che ti resta, e il pensiero di dirle addio per l’ennesima, definitiva volta ti annichilisce – annichilisce ciò che di umano rimane in te.
- … Non so nemmeno se merito ancora di stare con te.
Siete diversi, non è una novità, e le parole che sta pronunciando lo confermano. Non è lei a non meritare di stare con te, ma il contrario; e temi come il fuoco la sua reazione quando scoprirà tutto. Perché lo scoprirà, questo è certo: si fida di te e forse anche per questo è ingenua, ma non è stupida, e per quanto tu possa ripetere a te stesso che quanto fai è necessario, sai che se a oggi la verità non è ancora emersa potrebbe sempre emergere domani, o tra una settimana o tra un mese, ma emergerà; e quando accadrà sarà la fine.
La consoli, provi a dirle di non scusarsi per aver fatto ciò che riteneva giusto; ma sai di star parlando più a te stesso che a lei.
- Ti ringrazio per avermi raccontato tutto, – le dici.
E sono le parole che vorresti sentirle pronunciare se.
Ti si getta al collo quando la perdoni – come se potessi davvero portare rancore a lei, lei che è ha fatto per te ciò che nessun’altra persona al mondo ha mai fatto e che tu non ringrazi, continui a ferire, portare sull’orlo del baratro fino a vederla smarrire nel tentativo di aiutare te.
- Non avrei mai dovuto tenerti nascosto un segreto, soprattutto perché so che tu non faresti mai una cosa del genere a me.
Ogni frase colpisce sempre più a fondo.
Belle è tanto brava a leggere da essere andata oltre – da aver abbandonato i libri ed essere passata alle persone, essere passata a te. Anche quando non sa, anche quando ignora la verità, centra la situazione, fa emergere la realtà con lucidità infallibile.
Per un istante desideri spiegarle tutto. Dire basta alla doppia vita, marito perfetto e burattinaio senza scrupoli in un corpo solo, svelarle il tuo piano anche se questo significherà perderla.
(Significherà anche smettere di mentirle, darle la possibilità di ricominciare daccapo senza di te.
Qualcosa che non tu sarai in grado di fare.)
È un istante; e, come ogni tua buona intenzione, annega nel mare della vigliaccheria.
- Ti amo, Rumpel.
Una volta, hai sentito un viaggiatore mettere in guardia il prossimo dagli abbracci.
- È solo un modo per nascondere il volto, – aveva detto. 2
Solo oggi capisci appieno il significato delle sue parole.
- Ti amo anch’io.
 
 
 
 
 
1: “Rennblautur / allur rennvotur / engin gúmmístígvél / hlaupandi inn í okkur / vill springa út úr skel” - http://www.testitradotti.it/canzoni/sigur-ros/hoppipolla;
 
2: “Never trust a hug. It’s just a way to hide your face” - “Doctor Who” 8x12.
Il dialogo è tratto dalla 4x06 di OUAT; “vederla smarrire nel tentativo di aiutare te”, invece, richiama la battuta “I lost my way trying to help you find yourself” della 4x11.
                    
 
 
 
 
N. d. A.: ritorno a sorpresa con la raccolta di song-fic!
Avevo promesso un aggiornamento rapido e invece non la tocco da oltre un anno: mi scuso con tutt* voi che magari lo avete aspettato per tutto questo tempo! Se siete ancora qui e non avete perso le speranze siete davvero semplicemente meraviglios*! ♥
Non ho granché da dire, se non che volevo dedicare un capitolo alla mia sempre più bistrattata OTP – ma “I’ll never stop fighting for RumBelle! Never!”, supereremo anche gli ultimi eventi, vedrete! –, e questo è il risultato: rimetto a voi il giudizio. Come se al momento non ne avessimo già abbastanza, predomina l’angst; a mia parzialissima discolpa posso dire solo di aver scritto queste brevi storie prime della 4B. X’D
Il terzo brano è la rivisitazione di una scena del cartoon Disney “La bella e la bestia”, la visita nei Giardini innevati con relativa battaglia di palle di neve: spero vi piaccia!
Nel quarto frammento ho poi toccato uno dei tanti aspetti finora mai approfonditi, gli strascichi delle prigionie vissute dai protagonisti: psicologicamente avranno pur lasciato un segno, e ho provato a immaginare quale.
Ringrazio Erin00 che mi ha permesso di aderire a questa splendida iniziativa e chi ha letto e/o recensito il primo capitolo della raccolta, l’ha aggiunta a una categoria o magari lo farà stavolta! Per non illudervi, non prometto nulla circa il futuro aggiornamento: scrivo solo prima o poi arriverà – ovviamente confido nel “prima” più che nel “poi”!
Tanti baci, Dearies, e appuntamento a sabato prossimo con quant* seguono “Coming back as we are”… E ancora auguroni, super G. ! ♥ :):* ♥
Euridice100
   
 
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