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Autore: Lidia00love    15/03/2015    1 recensioni
Fra gli intrepidi c'è davvero aria di voler infrangere le roìegole e mantenere i segreti, ma cosa accadrà se il capo-fazioìne Eric non riuscisse a controllare l'attrazione sviluppata per Chistina, e cosa accadrà se l'istruttore Quattro e la ex rigida Tris non potessero più riuscire a frenare i loro sentimenti?
Molto Erina(Eric e Christina) e Fourtris!!!Dedicata a loro e spero piaccia alle persone cha laleggeranno!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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CAP 4 Attacco a sorpresa e un rifugio Quattro a volte li capitava di camminare per i corridoi della sede della sua fazione senza una reale destinazione, a volte lo faceva solo per poter pensare oppure i primi giorni in cui era venuto lì solo per conoscere meglio la sede. Ma dato che ormai conosceva ogni singolo angolo come gli Intrepidi più anziani volle approfittare del suo tempo libero per pensare. Si era svegliato come in pratica tutta la fazione sul pavimento del Pozzo con una bottiglia di birra in mano, Zeke accanto a lui e la testa che vacillava ed era pesante. Si ricordava ben poco di quello che era successo la sera prima, o almeno dopo quello che era successo insieme a Tris ogni volta che ci ripensava sorrise, il modo con cui per quasi un'ora aveva ballato con la ragazza lo faceva sentire sollevato. In quel momento la maggior parte degli iniziati interni stava pulendo il casino che era rimasto nel Pozzo, Eric era sparito già da un pezzo e lui non faceva altro che girare in tondo, come se ci fosse un nastro trasportatore circolare che li faceva percorrere lo stesso tragitto. Forse quel nastro era dentro la sua testa. Mangiò, fece due chiacchiere con Zeke e poi era tornato a vagare per la sede, fino a tarda sera. Mentre attraversava i corridoi che portavano al suo dormitorio, avvenne qualcosa, intorno a lui c'era una strana aria di silenzio assolutamente sospetta, che non aveva mai sentito in tutta la giornata. C'era qualcuno che lo osservava, ma per la prima volta Quattro non capì da dove proveniva lo sguardo e maledì Zeke e la sua tentazione con l'alchol che ancora si faceva sentire bene. Poi accadde, un pugno forte lo colpì al torace, ma non era un semplice pugno, perchè sentì anche qualcosa di caldo scorrerli lungo il torace che cominciò a macchiare la maglietta. Sangue. D'istinto si portò una mano allo stomaco, e subito si macchiò di rosso-Oh cavolo- alzò lo sguardo e vide un altro pugno arrivare che però riuscì a fermare con la mano libera, li torse il polso e lo fece cadere a terra. Poi in quel nano secondo di tempo in cui il suo aggressore era a terra lo osservò, indossava una divisa blu e nera, due colori che non aveva mai visto addosso alla stessa persona, ma non riuscì a vedere il volto perchè coperto da un passamontagna. Era grosso si, ma non era abbastanza alto come Quattro. Tornò subito alla carica cercando di colpire Quattro di nuovo in faccia, ma lo mancò di nuovo, così li diede una gomitata sulle costole e subito Quattro pensò a Tris e al modo in cui aveva seguito il suo consiglio durante i combattimenti della prima fase d'iniziazione. Quattro cercò di togliersi di dosso l'uomo, ma la ferita al torace bruciava sempre più intensamente, però riuscì a metterlo K.O con un colpo ben assestato alla testa. Una volta caduto a terra non ci pensò nemmeno a toglierli il passamontagna, doveva assolutamente cercare di tamponare la ferita altrimenti sarebbe morto dissanguato nel giro di poco tempo. Non poteva andare in infermeria, avrebbero fatto troppe domande su come fosse accaduto e l'ultima cosa che voleva era venire coinvolto in una specie di tribunale. Si guardò intorno era nell'ala degli iniziati dove stavano gli appartamenti assegnatoli, sapeva che era una vera e propria pazzia se lo avessero scoperto sarebbe stato un vero casino ma non perse tempo e spalancò la porta dell'appartamento di Tris. Non c'era nessuno o almeno non nel piccolo soggiorno, l'appartamento era esattamente come il suo solo leggermente più ampio. La cucina era intatta come la sua, e i cuscini del divano non avevano forma. Le luci erano tutte spente quindi dedusse che Tris o non era in casa oppure stava dormendo, e dato che non l'aveva vista in giro con i suoi amici scelse la seconda opzione. Infatti la vide stesa sul letto, con le coperte fino alla vita e una maglietta a spalline nera. I capelli biondi sciolti e sparsi intorno al suo viso, sembravano seta. Quattro si dimenticò per un attimo del dolore nel vederla così, mentre dormiva era la cosa più pacifica che avesse mai visto ma riusciva sempre a darli quell'impressione guerriera che vedeva tutti i giorni in palestra. Dovette interrompere i suoi pensieri sulla ragazza, quando il dolore tornò a divorarlo, era un dolore lancinante, come se ti stessero facendo un bagno nella lava incandescente. Emise un piccolo urlo che svegliò Tris. L vide aprire gli occhi spaventata e alzarsi di scatto dal letto, come un fulmine e prendere in mano qualcosa, una lampada ma Quattro urlò-No ferma sono io Tris!- La ragazza blocco il braccio ad un millimetro da Quattro e sospirò abbassandola, la buttò sul letto la accese in modo da avere un po' più di luce. Quando vide Quattro rimase di stucco, con la maglia inzuppata di sangue il volto sudato e pallido. -Oh santo celo Quattro cosa diavolo è successo?Chi ti ha fatto questo?- si avvicinò velocemente senza nemmeno pensarci e posò una mano sul torace, non sentì solamente il sangue che li sporcò la mano ma anche gli addominali contratti sotto la maglietta. -Qualcuno mi ha assalito mentre stavo tornando al mio appartamento, aveva un passamontagna non ho visto chi era-spiegò mentre Tris lo aiutava a mettersi a sedere sul letto, odorava dello stesso profumo di Tris, lavanda lo stesso profumo che si respirava negli Abneganti. A pensarci sentì come una morsa al cuore che li fece ancora più male della ferita. Tris alzò la maglietta del ragazzo e osservò la ferita, era molto profonda e il sangue usciva ancora e parecchio. -Dio, è profonda-commentò Tris disgustata, dalla ferita sicuramente non dal fisico scolpito di Quattro. -Devo tamponarla, prendi quel kit dentro ci sono garze e disinfettante- indicò un scatolina appesa al muro con sopra disegnata una croce rossa e il segno degli Intrepidi e mentre la prendeva Quattro si sfilava la maglietta, si appoggiò al muro con dietro un cuscino morbido in modo da stare più comodo,. Tris quando lo vide tentò di non bloccarsi a fissare i muscoli e il suo viso, che anche sudato e pallido era un volto angelico. Si mise in ginocchio sul letto accanto a Quattro che la osservava sfilare dalla scatola alcune garze e il disinfettante. Mentre ne stendeva una lunga striscia sulla ferita, Quattro osservò le sue mani, erano tremanti, come se avesse paura di farli del male. Cominciò a pulirli il torace dal sangue facendo scorrere il fazzoletto sui lati della ferita, per poi stendere un altra striscia di garza sulla ferita e la agganciò con un nodo. Il sangue non scorreva più ma Quattro sentiva ancora il bruciore della ferita che però veniva alleviato dalle mani candide e delicate di Tris coperte di lividi, e quando le vide distolse subito lo sguardo. -Grazie- sussurrò Quattro facendo un leggero sorrise. Tris alzò lo sguardo mentre rimetteva tutto a posto dentro la scatolina-Di niente, non sono così crudele da lasciare che tu muoia dissanguato-disse scherzando. Quattro ridacchiò, una risata profonda come la più dolce delle melodie e Tris chiuse per un secondo gli occhi per poi riaprirli e vedere che Quattro si era avvicinato e la guardava, gli occhi posati sulle labbra, le guance e gli occhi. Portò una mano al labbro inferiore e cominciò ad accarezzarlo dolcemente, con la stessa dolcezza con cui l'aveva guardata la notte prima. Tris si avvicinò in parte perchè la mano del ragazzo appoggiata sulla sua schiena la incitava ad avvicinarsi,a prendere coraggio e sentire ancora una volta il fiato caldo di Quattro contro le sue guance.-Ti fa ancora male?-chiese lui guardando le sue mani, che prese dolcemente fra le sue e baciò le nocche, poi i palmi fino a scendere ai polsi. Sicuramente non sentiva dolore, con le labbra di Quattro posate sulle sue mani piene di lividi. -Sei tu che ha una ferita aperta lo sai vero?-mormorò lei facendo un sorrisetto mentre lo guardava, il suo volto era velato di tenerezza ed eccitazione, e Tris in quel momento non desiderava altro che baciarlo oppure perdersi nell'infinito dei suoi occhi azzurri. -Non mi importa- Mentre lo diceva portò la bocca vicino all'orecchio di Tris così quando parlò Tris sentì il suo respiro solleticarli il collo, poi Quattro li scosse i capelli dal collo, e lei se li mise da una parte mentre Quattro aveva cominciato a baciarli anche la clavicola dove c'erano i corvi tatuati. Le sue labbra erano una cosa nuova, così delicate e dolci, era come se stesse immergendo il viso in un bacinella di miele, miele dolce. Era così avvolgente il suo respiro e Tris ebbe la conferma dell'attrazione che doveva provare per lei, un'attrazione che molto probabilmente era molto di più. Quattro li accarezzò le braccia facendo attenzione a qualche livido qua e là e poi si staccò di qualche centimetro per vedere la sua espressione, che da spaventata e preoccupata si era tramutata in un'espressione addolcita e coinvolta. -Non voglio che tu ti faccia male, lo sai-mormorò Quattro tirando un lungo sospiro, non sapeva perchè lo aveva detto, forse perchè sapeva che era una Divergente e quello era un modo per farglielo capire. -Ah si?-il suo tono era tanto sorpreso quanto allarmato, perchè doveva farsi del male?Se in quel momento era con l'intrepido migliore della città. -Non mi staccherò da te nemmeno per un attimo- A quelle parole Tris si sentì quasi sciogliere, non aveva mai provato una sensazione così intensa, non era mai stata tanto vicina ad un ragazzo e non si era mai fatta baciare il collo in quel modo, tutte esperienze nuove che non si era nemmeno aspettata di provare in una volta così velocemente. Entrambi si avvicinarono talmente tanto l'una all'altra che le loro fronti si toccarono e Quattro sembrò quai che volesse cercare di strofinare la sua guancia contro il suo naso, come fanno di solito i gatti, Tris si teneva aggrappata alle spalle di Quattro come se fosse il suo salvagente es tesse per affogare da un momento all'altro, poteva dare la colpa al colore intenso degli occhi di Quattro oppure alle braccia forti del ragazzo che la facevano affogare in un bicchier d'acqua. Passarono un tempo indeterminato così, praticamente attaccati, a respirare lo stesso profumo di lavanda mischiato ai loro respiri profondi, e nonostante il freddo che proveniva dalla finestra aperta Tris non sentiva più freddo, si fece cullare dalle braccia e il calore che il corpo ancora trasandato di Quattro emanava. Bene ecco un altro capitolo tutto per voi, ho deciso di cambiare gli avvenimenti che porteranno alla storia dei miei amati Fourtris, e spero che vi piaccia mi sono davvero scorticata per scriverla e spero davvero che vi piaccia...alla prossima un bacione a tutti :)!!!
   
 
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