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Autore: piccolo_uragano_    17/03/2015    4 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Piccolo angolo autrice per dirvi che è un capitolo un pò strano. A metà, troverete un piccolo cambiamento di forma di scrittura, che spero sia gradito. Per il resto, grazie a chi mi ha letta, mi segue e recensisce, rendendomi davvero felice! A voi il capitolo, a presto. 


 

Martha, Rose e Lily avevano fatto in modo di procurare a Remus quantità industriali cioccolato svizzero come regalo, e lui ne fu dannatamente felice. Sirius gli regalò un maglione di lana rossa dall’aria davvero morbida, mentre James gli regalò un paio di camicie nuove, visto che le sue erano da buttare. Remus indossava sempre vestiti usati, ma non sembrava che la cosa gli importasse troppo. Lui regalò loro due libri di Storia della Magia, la sua materia preferita, e mentre loro sbuffavano, lui continuava a cercare di convincerli che, in realtà, avrebbero gradito.
Sirius regalò a James un berretto rosso, con le treccine per legarlo sotto al mento, visto che alle partite si lamentava sempre dei suoi capelli. Lui lo indossò con aria divertita, facendo finte pose da modello. James regalò a Sirius una giacca di pelle nera che gli calzava a pennello ed evidenziava gli occhi grigi e la bellezza quasi divina del Black.
Martha, invece, regalò a James un libro contenente tutta la storia del Quidditch. Lui sorrise entusiasta.
Martha regalò a Lily una piuma, ultimo modello, rossa come i suoi capelli e dei boccetti d’inchiostro colorato.
Quando Martha aprì la scatola di cartone che Lily le aveva messo sulle gambe, e vi trovò una gattina grigia, bianca e nera, quasi pianse di gioia. Il suo gatto, Blue, era morto il Natale prima.
La estrasse dalla scatola come se si potesse rompere, mentre lei miagolava  spaventata. Martha se la posizionò su grembo, tenendosi le mani sul petto, ridendo come una bambina.
“Tu lo sapevi?” chiese, guardando Sirius.
“Più o meno si.” Ammise lui.
“Da parte di tutti!” esclamò Rose.
“Beh, di sicuro questo Natale non lo dimenticherò mai. È il primo con voi, stamattina sono stata Cruciata tre volte, e mi avete regalato un gattino!”
Il fatto che ne parlasse come se fosse una cosa normale, o comunque senza la minima importanza, spaventò un po’ tutti. Ma la forza dei Malandrini era la risata.
“E come vuoi chiamarla, Cruciatus?” scherzò James, mentre Remus gli rivolgeva uno sguardo di rimprovero.
“No, Cruciatus no. Ma Crux si.”
Crux.” Ripeterono tutti.
“Non è male.” Ammise Rose.
“Redfort.” Disse Sirius, puntando il dito malandrino contro la sua ragazza. “Può dormire con noi se dai il tuo consenso per la festa di Capodanno.”
“Questo è un ricatto, Black!” replicò con sguardo divertito.
“Si, è un ricatto in piena regola.”
“Ti odio.”
“Invece mi ami, mi ami a tal punto che il trentuno qui ci sarà una grande festa!”
“E il tuo ego sta raggiungendo le dimensioni di quello di James.” Gli rispose lei.
“Il mio ego si ritiene offeso.” Si Intromise James.
“E non si è sentito offeso quando mi hai urlato …”
Non dirlo!”
“ … per favore?” il sorriso di Martha, così puro ma furbo, anche dopo aver subito una delle peggiori torture del mondo magico, illumina tutti, un po’ come un sole.
James si tenne la testa tra le mani come se scoppiasse. “Era per un buon motivo, alla fine. Canti divinamente.”
Martha spalancò la bocca e lasciò la mascella penzolante. “James, dovrei farmi torturare più spesso, sai? Il tuo amico ha chiesto due volte  ‘per favore’, tu una, ma lo hai urlato, il che vale come due, e mi hai fatto un dannato complimento!”
Idiota.” Borbottò James alzandosi dal divano “Mia sorella è assolutamente idiota.”
Il fatto che si chiamassero fratello e sorella come se fosse ovvio, naturale, riempiva il cuore di tutti ogni volta. Il loro legame era fatto di complicità, insulti, scherzi e sguardi. Ma, alla base di tutto, era tremendamente evidente che si volessero davvero bene.


Come la sera prima, Sirius uscì dal bagno indossando quei pantaloncini elasticizzati larghi babbani, guardando Martha rannicchiata sul letto. Questa volta, però, guardandola, per un istante la rivide contorcersi  a terra torturata da Bellatrix. Il suo naso era tornato a posto grazie a Dorea, certo, ma sarebbero rimasti altri segni, non visibili, e non se ne sarebbero andati mai. Sapevano anche che ce ne sarebbero stati altri, di segni, che quello era solo l’inizio.
Lei incrociò il suo sguardo, mentre Crux stava seduta sulla poltrona accanto al comodino di Sirius.
“Ora puoi dirmi seriamente come stai.” Le disse lui.
“E tu come stai?”
Io non sono stato torturato dodici ore fa, Martha.”
“Io sto bene, Sirius. Davvero. Mi fa un po’ male il naso, e credo che non mi avvicinerò mai più alla London Eye, ma sto bene. Francamente, starei molto peggio se fosse successo a te, o a James, o a Lily.”
Sirius se ne rese conto in quel momento. Lei teneva molto più alla loro vita che alla sua. Era, paradossalmente, felice che ad essere stata presa di mira da una Maledizione Senza Perdono per tre volte quella mattina fosse stata lei. Lei e non Lily, James o lui o Rose. Era felice che fosse stata lei, perché per lei era più facile soffrire in silenzio che vedere le persone che amava soffrire senza poterci fare nulla. “Ti amo, Martha.” Le disse, in un sospiro.
“Beh, indovina: ti amo anche io.”
Lui tirò fuori dal comodino una scatolina rossa con un nastro oro, e gliela porse con l’eleganza che solo lui sapeva avere. “Allora buon Natale, buon Natale comunque, amore mio.”
Lei sorrise e, a sua volta, tirò fuori dal suo baule un pacchetto incartato da una carta grigia e bianca.
Nel pacchetto di Martha, Sirius trovò un piccolo libro Babbano di poesie.
“Leggilo.” Si raccomandò lei. “È la mia raccolta preferita.”
Lui sorrise, sorrise davvero. Perché nonostante avesse sempre odiato i libri, quelle poesie le avrebbe lette tutte.
Nel pacchetto, di Sirius, Martha trovò una collana d’argento, con un ciondolo a forma di cuore, un cuore piccolo e tempestato di piccoli diamanti. Il ciondolo, indossato, arrivava alla base del collo, ponendosi esattamente alla base delle due clavicole, come se fosse fatto apposta.
“Sirius, è … è meraviglioso.”
“L’idea era, se possibile, renderti ancora più bella.”
Gli chiese di allacciarglielo dietro il collo, mentre si girava e teneva i capelli alzati con le mani. Quando lo ebbe allacciato, si girò, guardandolo con gli occhi di chi ama davvero.
“Si, sei ancora più bella. Perché ora hai qualcosa di mio da portare sempre con te.”
“Tuo?”
“Appartiene alla stupidissima casata dei Black. L’ho preso quando me ne sono andato, sai. Non sapevo se dartelo lo stesso, dopo oggi, ma …”
Lei lo guardò e capì. “Tu ci tieni a loro.”
“Ma non dire sciocchezze!”
“Si! Ci tieni al punto da regalarmi il ciondolo dei Black come se sia io che te facessimo parte di quella famiglia, ci tieni a tal punto che ti senti in colpa per stamattina!”
Era vero, pensò guardandola. Si sentiva dannatamente in colpa, perché Bellatrix Black era comunque sua cugina, era comunque la ragazzina che a casa sua stava seduta sul divano insieme a sua sorella Narcissa, ogni Natale. Era comunque parte del suo passato, e, in qualche modo del suo presente. Condividevano il cognome, i ricordi, le caratteristiche tipiche dei Black. Erano comunque legati, e quella mattina lei aveva torturato nel peggiore dei modi la ragazza che lui amava, per una questione assolutamente idiota.
“Non devi sentirti in colpa.” Gli disse.
“Si, ma …”
“No, non voglio ascoltare le tue stupide ragioni, Felpato. Non devi sentirti in colpa per ciò che hanno fatto, ne per quello che hai fatto tu. Hai semplicemente preso una strada diversa da quella a cui ti avevano destinato loro. Sei felice così, giusto?”
“Con te e James accanto, sarei felice anche all’Inferno.” Rispose lui, e lei capì che era sincero.
“Bene. Perché è questo che conta, alla fine. Che tu sia felice.”
“Si, ma lei ti ha …”
“Non m’importa! E sai perché? Perché ce la siamo cavata. Perché siamo ancora qui, siamo ancora noi, ne siamo usciti sani e salvi.”
“Martha, non … non sarà l’ultima volta. Non si fermeranno.”
“Lo so.”
La consapevolezza nei suoi occhi verdi lo spaventò. Lo sapeva. Sapeva che le avrebbero fatto ancora del male, per il semplicissimo fatto che sua madre fosse una Babbana, e per il semplicissimo fatto che si fosse legata a lui. Ma il legame tra loro era più forte anche della guerra. Lo sapevano, lo sapevano bene. Solo gli altri Black non se ne rendevano conto. Se in qualche modo fossero riusciti a portargliela via, lui non si sarebbe unito a loro comunque. Non si sarebbe mai unito a loro, nemmeno quando l’unica alternativa sarebbe stata quella di farsi uccidere.
“So anche che comunque andrà” continuò lei, interpretando il suo silenzio “io ti avrò dalla mia parte. Perché ci amiamo, e questo amore vincerà su tutto.”
Lui la baciò con passione, sorridendo e gettandosi il libro alle spalle, colpendo in pieno la gattina Crux.



**************************************************************************************


Me ne resto qui, ferma, cercando di respirare con calma, fingendo di dormire. Mi fa malissimo il naso, e tutti i muscoli. È Natale e sono stata sottoposta alla Maledizione Cruciatus per ben tre volte, stamattina, dalla cugina del ragazzo che amo, che mi ha regalato un ciondolo appartenente alla sua famiglia. La stessa famiglia che mi vorrebbe morta, probabilmente. Accarezzo la superficie del ciondolo, quasi a controllare che ci sia ancora.
Amo Sirius, lo amo moltissimo. Ma quanto sarà disposto a rischiare, lui, prima di rendersi conto che la mia presenza nella sua vita lo mette in pericolo?
È ancora la notte di Natale, dopo tutto. Anche se sono le quattro passate, è ancora la notte di Natale, forse. Di questo Natale bizzarro, strano, nuovo.
Sono nella taverna dei Malandrini. Un anno fa, io e Sirius a malapena ci salutavamo. L’ho sempre considerato un ragazzo carino, certo. Alla fine, chi non l’ha mai pensato? Con quegli occhi grigi, quei riccioli scuri, che gli danno un che di tenebroso, e questo che di tenebroso fa a pugni con il suo sorriso caldo. Ma è un contrasto più che piacevole.
Lo credevo l’idiota che si è rivelato essere, certo. Lui e James hanno questa passione per gli scherzi che sembra un’ossessione. Però so (dopo oggi, lo so con certezza) che sono persone coraggiose, e che non hanno paura di nulla, se non di perdere l’altro. Ed è per questo che James è un fratello, ed è per questo che amo Sirius come non credevo fosse possibile amare.
Lo sento muoversi accanto a me, e so che è sveglio. Ma non mi sento di dire nulla. Non voglio rovinare questo silenzio pieno di pensieri. Gli do le spalle, coperta dal piumone fino alle guancie. Sentirlo accanto a me è come sentirmi al sicuro. Con lui, sarei a casa anche all’inferno.
Se lui mi lasciasse, mi ritrovo a pensare, penso che impazzirei, impazzirei come una belva in gabbia. Impazzirei e mi sentirei sola, sola in un mondo troppo grande.
Ma che stai dicendo, Martha? Sirius ti ama. Te lo hanno detto tutti. Anche Lily. Si, ecco, Lily. Lily vuole bene a Sirius, si vede. Mi rende felice e lei lo sa. È la migliore amica di Remus, perché si somigliano talmente tanto, che, beh, sarebbe impossibile per loro non essere amici. È il suo legame con James che mi preoccupa. Lei gli piace: questo è palese. James non me l’ha ancora detto, ma so che è così. E, da qualche parte, lui sa che io lo so. Forse anche Sirius lo sa. Vedo come la guarda, la guarda come ci guardavamo io e Sirius, quando ci guardavamo di sottecchi la mattina a lezione dopo le notti passate a ridere davanti al camino. La guarda come se fosse qualcosa di meraviglioso, quasi divino. Se solo lei se ne accorgesse! Lei crede che James sia la persona superficiale ed ignorante che lui vuole far credere di essere. Ma io so che lui ha un grande cuore. Prima o poi, se ne accorgerà anche lei … come me ne sono accorta io per Sirius. Non potrei mai amare nessuno come amo lui. Più di ieri e meno di domani, mi ripeto, stringendomi nel piumone.


Sento Martha respirare e il suo respiro mi tranquillizza. Sentirla accanto mi fa sentire a casa, protetto da ogni cosa. È comunque la notte di Natale, mi dico. Oggi era comunque Natale, anche se mia cugina ha torturato la mia ragazza sotto i miei occhi. Se non fosse stata così codarda da scappare, le avrei restituito il piacere. Torturare Martha, a chi verrebbe in mente?
Mi rigiro nel letto. So che è sveglia, sento il suo cervello lavorare.  La guardo, ma da la schiena. Dorme sul fianco, un po’ come i bambini, un po’ come chi ha bisogno di raggomitolarsi  su sé stesso per trovare la forza di reagire.
Se sta pensando di lasciarmi giuro, giuro che salgo sulla torre di Astronomia e mi butto di sotto.
Vederla contorcersi sul pavimento, oggi, è stato come sentire il mio cuore stretto in una morsa senza dargli l’opportunità di battere. D’altra parte, io non sapevo nemmeno di averlo, un cuore, fino a quando Martha non mi ha sorriso, e ho sentito questo strano muscolo al centro del petto accelerare in un modo assurdo.
Bellatrix me la pagherà, me la pagherà cara.
Bellatrix era la ragazzina, poco più grande di me, che passava con noi il Natale ed i compleanni. Beh, bel Natale che mi ha fatto passare, quest’anno. Se ne stava seduta sul divano a parlare con Narcissa, sua sorella, che poco fa si è unita in matrimonio a quell’idiota di Malfoy.
Oh, andiamo, Narcissa, come fai a baciare un uomo con i capelli più lunghi dei tuoi?
Per fortuna James mi ha adottato, altrimenti, se non fossi fuggito qui, in casa Black sarei impazzito. Sono piombato qui senza preavviso, l’estate scorsa, dopo solo una settimana di vacanze estive. Mio padre mi aveva detto che sono la vergogna dei Black, così avevo detto che io odio essere un Black, ho preso le mie cose e ho fatto giusto in tempo ad incrociare lo sguardo di Regulus, che se ne stava in piedi in cima alle scale, prima di uscire di casa sbattendo la porta. Ho aspettato il Nottetempo e sono corso qui.
James è un fratello fantastico. Non solo mi ha accolto in casa sua, cosa non scontata, ma ha accolto Martha come una sorella, come se sapesse che prima o poi anche io, Sirius, il più tremendo Malandrino, quello che cambiava ragazza come cambiava i boxer, anche io mi sarei innamorato.
Oggi, quando Martha cantava, la guardavo e vedevo il mio mondo. Poi ho guardato James, Lily, Remus e Rose, e ho trovato la mia famiglia. Mancava solo Peter, che, ne sono certo, ha avuto paura.
Lui è così piccolo, indifeso, timido ed impacciato. Ecco perché ha paura della guerra, ed ecco perché non ci ha raggiunti qui in casa Potter, oggi. Perché ha paura.
Anche noi siamo spaventati, certo. Lui ha paura di morire, io ho paura di perdere Martha, o James o gli altri.
Lui ha paura di ciò che succederà quando ci schiariremo, invece.
Ma non si rende conto che, dopo oggi, siamo già schierati. E forse lo siamo sempre stati, alla fine.


Non ci ho nemmeno provato, a spogliarmi e mettermi nel letto. Se c’è una cosa che odio, è rigirarmi nel letto senza riuscire a chiudere occhio. Non devo fingere di dormire, non devo farlo con nessuno. Non sono al castello, nel dormitorio, non devo fingere. Posso rimanere qui, guardando questo camino, guardando in faccia la realtà. Sirius sta di là con Martha, Remus nella sua stanza e Lily nella sua. Non devo fingere con nessuno di addormentarmi felice. Sono rimasto qui, sul divano, in mezzo ai regali. La chitarra di Robert Redfort è ancora qui, Rose ha detto che tornerà domani mattina. E so che lo farà. Ormai la conosco, e posso dire che per lei non ci sia persona al mondo più importante di Martha. E il fatto che lei oggi sia stata torturata penso implichi la presenza di Rose nella mia taverna ancora per un po’.
Continuo a pensare che sia una Cacciatrice tanto pignola su dettagli inutili da risultare insopportabile, ovviamente. Però dopo oggi è cambiato qualcosa.
Sfoglio distrattamente il libro che Martha mi ha regalato, tenendo il testa il capello di quell’idiota di Sirius, ma in realtà fisso il fuoco, senza vederlo. Cerco solo di allontanare dalla mia testa le immagini di Martha piegata a terra dalle Cruciatus e di Lily piegata su di lei.
Lily.
Lily, Lily Evans, la rossa, la secchiona, la rompiscatole isterica, il Prefetto perfezionista, sta diventando il mio punto debole, e, dannazione, non va bene. Non voglio, non voglio che mi piaccia nessuna. Non voglio una ragazza, non la voglio. Voglio continuare a cambiare bersaglio ogni settimana, perché, dannazione, è così semplice.  Con Lily Evans, nulla è semplice. Nulla.
E poi … Sono troppo bello per appartenere ad una sola!
ma Lily … Lily è unica nel suo genere. I capelli, gli occhi, lo sguardo assassino che mi rivolge.
Ma cosa stai dicendo, James?
Dopotutto, questa è la notte di Natale, e non voglio pensare alla Evans.


 
 
Faccio finta di dormire. Okay, io odio fare finta di dormire. Mi giro e mi rigiro in questo letto della taverna di James Potter, e mi ritrovo a fissare il soffitto, sbuffando.
Fanculo, Lily, fanculo tutto. Questa è comunque la notte di Natale, la notte più magica dell’anno e bla bla bla … allora perché non riesco a crederci? Non ci credo più. Non credo più in nulla, nemmeno nella magia del Natale.
Ripenso involontariamente a Martha, piegata sulla moquette, gli occhi di Bellatrix Black ed il panico negli occhi di Sirius quando l’ha raccolta da terra. Poi cantava, cantava nel giardino, e solo lei poteva rimettersi a scrivere dopo essere stata torturata.
Rabbrividisco. A me accadrà di peggio. Lei è stata torturata perché sua madre è Babbana e suo padre un mago Nato Babbano, ma io, io che sono l’unica strega degli Evans? Cosa accadrà a me?
Forse morirò. Mi fa arrabbiare l’idea di dover morire per via del sangue sporco. Volevo dei figli, un marito, una casa. Volevo diventare Auror. Volevo crescere e portare i miei figli a cena da Martha e Sirius e dai loro bambini, e morire nonna, piena di rughe e con i capelli grigi. E invece dovrò morire per questa stupida guerra! È una guerra di folli. Idee folli, persone folli che torturano persone che non se lo meritano.
Mi giro di nuovo. Le lenzuola sanno di lavanda e pergamena nuova. No, non mi va. Voglio combattere. Se devo morire, voglio morire da soldato, non da civile. Voglio morire facendo qualcosa di utile, non mentre scappo e mi nascono. Ho paura, dannazione, ho davvero paura.
Alzati, Lily. Alzati e scappa. Mi dice una voce nella mia testa.
No. Le rispondo. Scappare non è nelle possibilità.
Martha. Martha è stato torturata. Per Sirius, perché sta con lui. Quanto è subdola la guerra. Martha è stata torturata perché si è innamorata di un Black.  E non lo merita. Si sono trovati e innamorati, non meriterebbero che gliene venga fatta una colpa.
Per un secondo, rivedo Martha piegata sul baule in dormitorio, quando Sirius non era riuscito a dirle che era geloso. Non credevo che si potesse stare male per amore, prima di vederla così. E non l’avevo mai vista piangere, prima. Non credevo fosse in grado di farlo, lei sempre così forte, così dura, così lei. Eppure per lui si è sciolta,  mostrando al mondo di avere un cuore.
Che buffo, l’amore.


Sono un Lupo Mannaro. Sono un dannatissimo Lupo Mannaro.
 La ragazza di uno dei miei migliori amici è stata torturata, stamattina, ed è solo l’inizio. Succederanno un mare di cose. Forse morirò, forse no. Se non riuscirò a trovarmi in un bosco o alla Stramberga Strillante le notti di Luna Piena, ucciderò qualcuno, e nessuno può garantire che non sarà uno dei Malandrini, o le Redfort, o Lily. Persone che fanno parte della mia vita, e che per farlo mettono a rischio la loro. Maledetto te, Remus. Sei un pericolo pubblico!
Martha non meritava tre scariche di Cruciatus. Non le meritava affatto.
Forse le avrei meritate io. Sono io, la creatura dannata, no?
Ma James ha costruito una famiglia, anni fa, la famiglia dei Malandrini. E ha accolto anche me, anche se sono una creatura dannata. Poi, mesi fa, ha accolto Martha, Lily, e ora anche Rose, come se fosse normale, naturale. Ma come fa? Come fa, ad essere così … così James?
E Lily? Lily è in pericolo quasi quanto me. Perché Martha ha dalla sua parte Sirius, ha Sirius che si metterà sempre tra lei ed i Mangiamorte, ha Sirius che la difenderà sempre, a costo di morire lui stesso. Ma Lily? Lily ha James, ma nessuno dei due se ne rende conto. Lei a James piace, mentre lei lo odia cordialmente. Ed è per questo che gli piace, perché non è come tutte le altre ragazze della scuola, che per lui farebbero pazzie, perché lei è così Lily e lui è così James. Ecco perché.
Anche per Sirius e Martha era così, ma ho come l’impressione che qualcosa, non so cosa ma qualcosa, a quei due dovrà ancora succedere. Non lo so, lo sento così, a pelle.
 E poi c’è Rose. Rose, così bella e apparentemente sola, ma forte, credo sia più forte di tutti noi in un colpo solo, ma ha paura, paura di perdere la sua stabilità. Dopotutto, lei è Rose, e tanto basta …
Decido di provare a dormire solo quando mi rendo conto che questa è comunque la notte di Natale.

Mi giro nel mio letto, imponendomi di smettere di mangiare le Gelatine. È la notte di Natale, comunque vada, e ho mangiato fin troppo. E Martha è stata Cruciata, in centro Londra, solo stamattina. Credo che Remus abbia raggiunto gli altri nella taverna di James, ma io credo di avere bisogno di tranquillità, ed è questo che mi da la mia famiglia: tranquillità. Non che con i Malandrini io non sia in famiglia, ovviamente, ma forse ho solo bisogno di cambiare aria. Non mi sento in colpa per non essere corso verso casa Potter, e non credo che i ragazzi me ne faranno mai una colpa. Mi hanno sempre detto che ognuno fa le sue scelte, e si da il caso che io oggi abbia preso una scelta diversa da quella che ci si aspettava. Ho scelto i miei genitori, mia zia che vive qui, ho scelto questa piccola casa fuori città, ho scelto questa altra famiglia, e non me ne pento. Sto bene, sto bene con me stesso,  io. Dopotutto, sono un topo.  Sono solo un topo.
 

“Buonanotte, mamma.” Sussurro, rimanendo in piedi in cucina. Lei mi bacia la fronte e io decido di mettermi a cucinare. Lily e Martha hanno sempre adorato i miei biscotti, e io ho trovato una ricetta per le ciambelle. Potrei ricoprirle di cioccolato. Remus adora il cioccolato! Si, saranno contenti, mi dico. Preparo tutto, per domani mattina saranno pronte. Penso e ripenso, mentre impasto. La voce di James, oggi, nel panico, mi ha scossa. James è sempre stato così sicuro di sé, così pieno di ambizioni, che anche solo il fatto che conosca la paura un ò mi rattrista. Vuol dire che la Guerra è più vicina di quanto mi piaccia ammettere.
“Va tutto bene, Rose?”
Mi giro e trovo mio padre che mi osserva. “Si, papà, tutto bene. Ho pensato … di portare dei dolci a Martha e i Malandrini, domani.”
“Saranno contenti.” Mi dice, dalla sua vestaglia grigia.
Io apro il ricettario e cerco la ricetta. “Lo spero.” Cerco di liquidarlo.
“Sei sicura che vada tutto bene?”
Faccio uno dei miei più bei sorrisi, lo stesso sorriso con cui avevo stregato Sirius Black. “Certo! Cosa non dovrebbe andare, papà?”
“Non lo so, tesoro, non lo so. Buonanotte!” mi dice, tornando di sopra. Io rimango con il mio sorriso incastrato tra i denti, scuotendo la testa. È talmente preoccupato da non riuscire ad ammetterlo. Spero solo che non legga più il Profeta, sennò sente solo ciò che non va. Non sente di come le cose alle sue figlie vadano bene, con i Malandrini. Sono contenta che abbiamo loro, sono contenta davvero. Non ho mai visto Martha così felice, e sono felice anche del bel rapporto che sto costruendo con Sirius e James. Sono contenta anche perché questa è comunque la notte di Natale, e meritiamo di essere felici, perché non so dove saremo il prossimo Natale. I Malandrini mi fanno ridere, mi aiutano a non pensare. Non pensare alla guerra, agli esami, a Benjamin, a nulla. E Martha ha ripreso a cantare! Per un secondo, penso di correre di sopra e dirlo a mio padre, ma poi mi pento della mia stupida idea. Sarà lei a dirgli tutto, con il suo tempo. Martha ha sempre avuto bisogno del suo tempo, anche per innamorarsi. Ha bisogno di sbatterci il naso più volte, per rendersi conto che non stava facendo la cosa giusta.
Ma credo che per lei, per la mia sorellina, stare con Sirius Black sia la cosa più giusta da fare. 
   
 
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