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Autore: heliodor    17/03/2015    3 recensioni
Nel palazzo di Minosse si nasconde il mostruoso Minotauro, metà uomo e metà toro. Da quando la creatura ha preso possesso della reggia, una maledizione è calata sull’isola. Solo il sacrificio di un innocente potrà spezzarla. Teseo, l’eroe venuto dal mare, affronterà il mostro con l’aiuto di Arianna e Icaro.
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Minosse e Grodyon raggiungono il cortile.
Il comandante delle guardie gli va subito incontro. ― Mio re ― dice piegandosi su un ginocchio. ― Devo dare l'ordine di sbarrare le porte del palazzo?
Minosse guarda Grodyon, che solleva un sopracciglio. ― Posso consigliare una certa prudenza? Si tratta pur sempre di stranieri che giungono senza farsi annunciare.
― Si tratta pur sempre di ospiti ― dice il re facendogli eco. ― Prendi una dozzina di soldati e portali qui ― aggiunge rivolto al comandante. ― Voglio vederli di persona.
Il comandante si rialza. ― Ai vostri ordini. ― Si volta e indica un drappello di soldati sull'attenti. ― Voi con me. Gli altri restino a difesa del palazzo.
Grodyon rivolge uno sguardo severo a Minosse.
***
La nave si avvicina al molo sotto lo sguardo attento di marinai, pescatori e curiosi che si accalcano sulla banchina.
Delle cime vengono lanciate e la nave legata alla pietra del molo prima che una passerella venga tesa.
Il primo a scende a terra è Piritoo, che si guarda attorno con sguardo baldanzoso. ― Sembra un posto decente ― dice con voce profonda.
Dietro di lui, sei uomini di stazza enorme si allineano sul molo di pietra.
L'ultimo a sbarcare è Teseo. ― Niente male ― dice con tono allegro. ― C'è persino un vero porto.
― E magari si mangia anche del vero cibo ― dice uno dei guerrieri.
― Chissà se hanno le arance ― dice un altro guerriero con voce stridula. ― È così difficile trovarle in questa stagione. Sarebbe meraviglioso se le avessero, dico bene amici?
Gli altri guerrieri annuiscono.
― Issione, Ceneo ― sbraita Piritoo facendoli sobbalzare. ― Vi ho forse dato il permesso di parlare? E anche tu, pulce ― dice rivolto a Teseo. ― Un'altra parola e ti lego a quella gomena per tutto il tempo in cui resteremo qui. ― Si volta verso la folla. ― Allora, villici ― grida con voce sguaiata. ― Qualcuno di voi parla la mia lingua? In che posto siamo capitati? Chi è che comanda qui?
I presenti si scambiano sguardi pieni di timore. Un vecchio si fa avanti su gambe malferme. ― Voi siete a Creta, stranieri. Questo è il regno di re Minosse.
― Creta? ― Piritoo si passa una mano sul viso irsuto. ― Creta ― esclama. Prende Teseo per la collottola e lo sbatacchia. ― Ragazzo, ci hai fatto attraccare in un'isola maledetta.
Teseo allarga le braccia. ― Come potevo saperlo?
― Che vuol dire maledetta? ― domanda Issione.
― Vuol dire che non troveremo niente di buono ― Dice Ceneo tremante. ― La maledizione ricadrà anche su di noi e vagheremo per sempre nel Tartaro cercando una via d'uscita.
― Io non voglio vagare nel Tartaro ― si lamenta Issione.
Piritoo lascia Teseo e afferra Issione per il collo. ― Nessuno vagherà per il Tartaro se io non glielo ordinerò, capito?
― Che facciamo allora? ― chiede Ceneo.
Piritoo si volta e risale la passerella. ― Per il momento torniamo sulla nave. Devo riflettere.
I guerrieri lo seguono sul vascello, tranne Teseo che si attarda sul molo.
Arianna si fa strada a spintoni tra i curiosi. Quando riesce a passare si ritrova quasi faccia a faccia con Teseo. ― Salve ― dice imbarazzata.
Teseo la fissa sornione. ― Salve a te.
― Siete ― Arianna indica la nave. ― Siete appena sbarcati?
Teseo annuisce.
― E ripartite subito?
― Non lo so. C'è qualcosa da vedere qui?
― Non molto in verità. Voi siete mercanti?
― Posso essere tutto quello che vuoi ― risponde Teseo languido.
Arianna saltella. ― Eroi? Ti prego, dimmi che siete degli eroi.
― Eroi? ― esclama Teseo. ― Ma certo che lo siamo. I più famosi della Grecia e del mondo conosciuto.
― Davvero? ― squittisce Arianna. ― E come vi fate chiamare?
Teseo si morde il labbro. ― La... ciurma di Teseo. Che sarei io ― conclude toccandosi il petto.
― Davvero? ― Arianna lo guarda perplesso. ― Non ho mai sentito parlare di voi. E tu mi sembri troppo giovane per essere un eroe già così famoso.
― Scherzi? ― Teseo le cinge le spalle col braccio. ― Achille era già famoso a tre anni e Ulisse a tredici aveva già compiuto sette delle sue dodici fatiche...
― Ulisse? ― Arianna si acciglia. ― Non erano le fatiche di Ercole?
― Guarda che io ero presente a ben due di quelle imprese. ― Ride sicuro. ― Ricordo quella volta che Perseo...
― Non era Ulisse?
― C'era anche lui.
― Ulisse?
― No, Ercole.
― Ma ― protesta Arianna.
― Ora ti spiego...
Soldati armati di lancia disperdono la folla e puntano minacciosi verso la nave.
Teseo sgrana gli occhi, lascia Arianna e si volta di scatto.
― Dove vai? ― domanda la ragazza.
― Ho dimenticato la spada sulla nave ― dice Teseo senza voltarsi. ― Vado a prenderla e torno. ― Accelera il passo mano a mano che si avvicina alla passerella, che sale di corsa.
Arianna lo guarda interdetta. I soldati la sorpassano diretti all'imbarcazione. Il comandante si ferma sul molo di pietra. ― Voi della nave. Re Minosse desidera avervi come ospiti a corte.
Piritoo, Ceneo, Issione e gli altri guerrieri li osservano da sopra la murata della nave,
― È Teseo il loro capo ― sussurra Arianna al comandante. ― Quella è la sua ciurma.
L'uomo fa una smorfia. ― Ciurma di Teseo, sbarcate o sarò costretto a usare la forza.
I guerrieri si voltano verso Teseo, che mostra un sorriso imbarazzato. ― Stavo scherzando.
Piritoo lo afferra e lo spinge sulla passerella. ― Tu parlamenterai per noi con Re Minosse ― sussurra alle sue spalle. ― E cerca di essere convincente se non vuoi perdere la testa. Qui non sono teneri con i bugiardi.
Teseo si ferma davanti alle lance spianate e deglutisce a vuoto. ― Portatemi dal re ― dice ai soldati.
***
― Così tu sei il famoso Teseo ― dice Minosse. Seduto sul trono di pietra, le gambe accavallate, osserva con occhi attenti Teseo ritto a qualche passo di distanza.
Il ragazzo si guarda attorno spaesato.
Nella sala cala il silenzio. Qualcuno tossisce.
Arianna cammina fino a Teseo. ― È uno dei più grandi eroi del mondo, padre ― dice entusiasta. ― Ha compiuto molte imprese.
Teseo si schiarisce la voce. ― In verità, per essere esatti, sono stato testimone di alcune imprese. E di molte altre ho sentito solo parlare.
― È lo stesso ― fa Arianna.
― No, no, no ― dice Teseo. ― C'è una gran differenza.
― E cosa vi ha spinti fino alla mia isola? ― domanda Minosse.
Teseo si schiarisce la gola. ― Subito dopo aver lasciato Atene siamo incappati in una tempesta. E poi ci siamo persi nella nebbia.
Arianna lo guarda delusa.
― Quindi ― prosegue Minosse. ― Non siete qui per compiere qualche grande impresa.
― Grandi imprese? Ma certo. Sono il nostro pane, in un certo senso ― Teseo tossisce. ― Il fatto è che veniamo da una serie di imprese e siamo un tantino stanchi. Sa, fare a pezzi mostri e altre creature infernali è un lavoraccio. Stavamo giusto facendo rotta verso casa prima di sbarcare sulla vostra isola.
― Potete restare tutto il tempo che volete. ― Minosse si alza. ― Da questo momento, dichiaro che l'eroe Teseo e tutti i suoi compagni sono i benvenuti ― dichiara con tono solenne.
― Noi in verità vorremmo solo tornare a casa, maestà ― dice il ragazzo.
― Non prima di aver cenato con me ― risponde Minosse. ― Vai a dire ai tuoi compagni eroi che stasera sarete miei ospiti.
― Ti consiglio di non contraddirlo ― sussurra Arianna a Teseo. ― A mio padre non piace essere contraddetto.
― Tuo padre? Il re è tuo padre?
Arianna annuisce.
― Potevi dirmelo prima che eri una principessa ― dice Teseo offeso.
Arianna si stringe nelle spalle. ― Scusa. Ero distratta.
Minosse lascia la sala seguito da Grodyon. Prima di sparire dietro una porta l'alto sacerdote lancia un'occhiata severa a Teseo.
Arianna segue il ragazzo fuori dalla sala del trono fino al cortile, dove un picchetto di soldati attende sull'attenti.
― La vostra scorta ― dice il comandante delle guardie.
― Vi assicuro che non ce n'è bisogno ― dice Teseo alzando le mani. Il comandante lo squadra severo. ― Ho capito. Andiamo. ― Prima di andarsene lancia un'occhiata ad Arianna. ― Ci vediamo a cena. Forse.
Arianna lo saluta agitando la mano, poi corre via ed entra nel palazzo.
***
Grodyon cammina al fianco di Minosse, l'espressione corrucciata. ― Maestà ― dice con voce solenne. ― È sicuro ospitare questi sedicenti guerrieri? Potrebbero essere solo l'avanguardia degli invasori di cui vi parlavo prima.
― E se invece fossero un segno degli dèi?
L'alto sacerdote inarca un sopracciglio. ― Che genere di segno?
― Magari è il loro modo di dirmi che mi hanno perdonato. Che la maledizione è stata rimossa. Insomma, erano anni che una nave straniera non attraccava ai nostri moli e ora all'improvviso, eccone una piena di nobili guerrieri.
― Non mi sembrano molto nobili. A dire la verità quel Teseo mi convince poco. Mi sembra troppo giovane per essere famoso.
― Ad ogni modo, ormai ho preso la mia decisione. Aspettiamo stasera per emettere un giudizio.
Grodyon china la testa. ― Come volete.
***
Teseo entra nella sala seguito da Piritoo, Ceneo e gli altri in fila. I guerrieri indossano tuniche dalle maniche larghe e sandali aperti. Nessuno di essi è armato.
Piritoo si guarda attorno. Alle pareti di pietra sono appesi stendardi che oscillano al tocco di una leggera brezza. Torce e candelabri corrono lungo la parete dove sono allineate armi e scudi dall'aspetto rugginoso e dimesso in bella mostra.
― Non mi sembra che se la passino molto bene ― sussurra Piritoo a Teseo.
― Ricordati che è un luogo maledetto ― dice Ceneo.
― Ci chiederanno di compiere qualche impresa pericolosa, lo so ― dice uno dei guerrieri.
― Io non vedo né oro né oggetti preziosi ― dice Issione. ― Come faranno a pagarci?
― Ci hai messi in un bel guaio ― aggiunge Piritoo a Teseo. ― Spero che tu sappia come tirarci fuori da questo posto.
― In verità contavo su di te ― risponde il ragazzo con un sorriso forzato.
Piritoo sbuffa. ― Come al solito devo fare tutto io. Lascia parlare me. Tu non dire una parola, intesi?
Teseo annuisce.
Un tavolo rettangolare occupa il centro del pavimento. Su ogni lato si contano dodici sedie, ma solo tre sono occupate.
Seduto a un'estremità del tavolo, Minosse si alza e fa un ampio gesto con le braccia. ― Benvenuti. Sedete, sedete pure.
A sinistra del re siede Grodyon e accanto a lui Issione. Alla destra Arianna con accanto Teseo e alla sua sinistra Piritoo. Gli altri guerrieri si accomodano alla rinfusa.
I servitori portano vassoi pieni di frutta e verdura.
Teseo prende un frutto e lo soppesa nella mano. È tutto macchiato e rinsecchito.
― Non ti piace? ― domanda Arianna sottovoce.
Teseo addenta il frutto. ― È buono ― dice con la bocca piena.
― Allora ― dice Grodyon rompendo il silenzio. ― Siamo in attesa di ascoltare alcune delle vostre imprese. Scommetto che il prode Teseo ne ha parecchie da raccontare.
Teseo si schiarisce la gola. ― In effetti noi...
― Il prode Teseo ― dice Piritoo interrompendolo. ― Non è tanto abile con le parole quanto lo è con la spada.
Grodyon gli rivolge un'occhiata interdetta. ― E tu chi sei?
― Piritoo. Sono il suo... ― esita. ― Consigliere, se così si può dire.
Ceneo ghigna. Piritoo gli rivolge un'occhiataccia.
Teseo annuisce. ― È vero, non sono molto bravo con le parole. Di solito è Piritoo che conduce la conversazione.
Gli sguardi dei presenti puntano su Piritoo.
Il guerriero si schiarisce la voce. ― Sono molte le imprese che abbiamo compiuto. Una volta assaltammo una nave carica di spezie che...
― Non mi sembra un'azione eroica ― lo interrompe Arianna.
Piritoo si morde il labbro.
― Era una nave pirata ― dice Teseo. ― E le spezie in realtà erano ingredienti magici che una strega malvagia usava per opprimere il popolo.
Arianna lo guarda con occhi sgranati.
― Vero ― dice Piritoo. ― Insomma, per farla breve, noi raggiungemmo la nave a nuoto, ci issammo sul ponte con delle corde e...
― E Teseo sgominò la strega cattiva a colpi di lancia ― lo interrompe Arianna.
Ceneo esplode in una sonora risata. ― No lui se ne stava sulla nave a... ― Un'occhiata torva di Piritoo lo azzittisce.
Teseo deglutisce a vuoto. ― Io rimasi sulla nave per osservare la situazione. Sapete, era una strega di basso rango e non c'era onore a sporcarsi le mani con lei, così decisi di lasciare ai miei uomini un po' di gloria.
Piritoo annuisce imbarazzato. ― Sì, è vero. Teseo è proprio un bravo... capo. Generoso e sincero come pochi.
Teseo lo ricambia con un sorriso forzato.
***
― E così ― dice Piritoo a voce alta. ― Riuscimmo a tornare sani e salvi a casa.
Minosse annuisce compiaciuto. ― Davvero notevoli le vostre imprese. Sono onorato di avervi come ospiti.
Piritoo fa un leggero inchino. ― Per noi è un onore sedere alla vostra stessa tavola.
― Vuol dire che domani vi concederò lo stesso onore.
L'espressione di Piritoo si fa seria. ― Non vorremmo approfittare della vostra ospitalità.
― Insisto.
― Noi non...
Minosse inarca un sopracciglio.
Piritoo fa per alzarsi. ― D'accordo, domani saremo di nuovo qui. Ora ce ne torniamo alla nave. È buio e i rematori si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto.
Minosse si alza. ― Non vi preoccupate. Ho dato ordine di distribuire cibo e vivande anche a loro. Stanno bene. Voi piuttosto, stanotte sarete miei ospiti a palazzo.
Piritoo scuote la testa. ― Non possiamo accettare.
Minosse gli rivolge un'occhiataccia. ― Rifiutate l'ospitalità di un re?
― Noi...
― ...Non oseremmo mai ― dice Teseo al posto di Piritoo. ― Saremo onorati di passare la notte a palazzo.
Piritoo annuisce. ― Certo. Ovvio. Stavo per dire proprio la stessa cosa.
Minosse sorride. ― Bene. Faccio preparare le vostre stanze.
Piritoo afferra Teseo per il braccio. ― Che ti è saltato in mente? Non voglio dormire su questo suolo maledetto. Attireremo la collera degli dèi anche su di noi.
Teseo si divincola. ― Che cosa dovevo fare?
― Ne riparleremo domani.
Piritoo, Teseo e gli altri guerrieri lasciano la sala.
***
― Niente male ― dice Piritoo guardandosi attorno.
La stanza ha un'ampia balconata che affaccia sul cortile del palazzo. Tende rosse ricamate in argento si agitano sotto la leggera brezza che spira attraverso l'unica apertura. Un letto a baldacchino occupa il lato opposto. Casse di legno finemente cesellato sono allineate contro la parete.
― È una stanza degna di un vero capo ― dice Teseo avvicinandosi al letto.
Piritoo lo afferra per le spalle e lo trascina verso la porta.
― Aspetta ― dice il ragazzo. ― Hai dimenticato chi comanda?
― Io no ― risponde Piritoo duro. ― E tu?
Teseo sbuffa ed esce. Piritoo gli sbatte la porta in faccia. Si volta verso il letto e ne saggia la morbidezza affondando la mano nelle soffici coperte. ― Niente male davvero. Ci voleva dopo tanti sacrifici.
Qualcuno bussa alla porta.
― Vattene ― risponde Piritoo con tono rude.
Altra bussata.
― Ti ho detto di andare via.
Bussata più decisa.
Piritoo spalanca la porta. ― Sei sordo oltre che stupido? Ti ho detto di andare via, ragazzino.
Il viso di Grodyon lo fissa impassibile.
Piritoo arrestar di un passo. ― Ah. Sei tu.
― E chi ti aspettavi che fossi? Teseo?
Il guerriero scuote la testa. ― In verità io...
Grodyon entra nella stanza. ― Ti sei preso la sua stanza. È un caso?
― A lui non piace molto il lusso. Sai, è piuttosto modesto.
Grodyon gli rivolge uno sguardo annoiato. ― Smettiamola con questa commedia, Piritoo. Sappiamo tutti chi è che comanda qui.
Piritoo ghigna. ― Parliamo da capo a capo?
Grodyon risponde snudando i denti storti e giallastri. ― Vedo che ci intendiamo alla perfezione. Voi non sembrate i tipi da gesta eroiche. Piuttosto, direi che appartenete alla categoria opposta. Di solito sono gli eroi a dare la caccia a quelli come voi. O sbaglio?
Piritoo scrolla le spalle. ― Eroe o brigante, che differenza fa? Siamo degli onesti mercenari. Lavoriamo per soldi. Dobbiamo forse vergognarci di quello che siamo?
Grodyon passeggia fino al balcone. ― Assolutamente no.
― Immagino che ora andrai di corsa da Minosse per dirglielo.
― Non dico al re tutto quello che faccio. Anzi, ultimamente trovo che sia più saggio non tenerlo informato sulla mie mosse.
― Se non ti manda lui, allora che vuoi da me?
― Parlare d'affari. C'è una certa questione che deve essere risolta e voi siete il mezzo attraverso il quale io raggiungerò questo scopo.

 
  
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