Dopo aver deciso di portare di nuovo Gold fuori dai confini della città, Regina ed Emma avevano lasciato la stazione di polizia ed erano andate alla biblioteca da Belle. L'orologio dell'edificio segnava le 8:20 del mattino, Emma iniziava a sentirsi stanca, ma l'adrenalina la teneva in piedi. Regina accanto a lei la fissò quando scesero dal maggiolino giallo.
“Stai bene?” chiese la bruna con tono preoccupato.
“Sì, ma appena chiudiamo questa storia ci fiondiamo da Granny a mangiare, sto bramando un sandwich con formaggio grigliato.” disse Emma sorridendo, Regina roteò gli occhi ma stava sorridendo.
“Incredibile come tu riesca a pensare al cibo persino in questi momenti.”
“Che c'è di male?” Emma sorrise innocentemente, poi aprì la porta della biblioteca e fece segno a Regina di entrare.
“Almeno sono sicura che sei in te in questo momento” lanciò uno sguardo provocatorio alla bionda e la anticipò dentro l'edificio. Belle era già lì, Will era con lei e stavano bevendo un caffè e consultando un libro quando le due entrarono.
“Non è mai un buon segno quando vi presentate insieme qui.” disse la rossa sospirando e chiudendo posando il bicchiere con il caffè.
“Già... ci serve il tuo aiuto.” Emma lanciò un'occhiata a Will e lui capì: volevano privacy.
“Io vado a prendere qualcosa al Granny, chiamami quando avete finito.” disse il giovane sorridendo alla bibliotecaria, la baciò sulla guancia e si avviò all'uscita lasciando le tre donne da sole. Ci volle un po' per ragguagliare Belle su quello che stava succedendo.
“Tremotino è qui?” chiese Belle, il suo viso impallidì.
“Sì, è riuscito ad entrare nei nostri confini grazie a Lilith. Devo chiederti se puoi venire con noi e portare il suo pugnale.” Emma era preoccupata per la sua reazione, ma sapevano di dover insistere.
“Io non...” le mani di Belle tremarono e strinse più forte il libro che aveva tra le mani.
“Belle, capisco che sia difficile per te, ma abbiamo bisogno di quel pugnale per essere sicure che non succeda nulla.” intervenne Regina, cercò di incoraggiare la rossa stringendole delicatamente il braccio. Emma era stupita, non era esattamente da Regina fare la persona calma e comprensiva, ma del resto entrambe erano state manipolate da quell'uomo sebbene per ragioni distinte.
“Vi darò il pugnale, ma non voglio esserci. È stata sufficiente l'altra volta per me, non riuscirei a rivederlo e ripetere una cosa simile, sto cercando di andare oltre.” Belle sospirò e lasciò il libro sul bancone vicino al registro dei prestiti, prese la giacca e andò con loro al negozio di antiquariato che era di Gold. Presa una chiave da lì si diressero verso la vecchia fattoria di Zelena. Emma e Regina non dissero nulla durante il tragitto, continuarono semplicemente a seguirla. La rossa si fermò al limitare del bosco, contò alcuni passi e si chinò per smuovere la terra e dissotterrò uno scrigno in legno. Si capiva che fosse di buona fattura nonostante la terra che si era incrostata sulla superficie, aveva delle incisioni geometriche sul coperchio e una piccola pietra chiara era stata incastonata per spiccare sul legno scuro. Belle lo aprì con la chiave presa dal negozio e ne tirò fuori un panno. Ne estrasse il pugnale del Signore Oscuro e si voltò a guardare le altre due donne con tristezza mentre glielo porgeva.
“Grazie, Belle.” disse Emma, prese il pugnale e lo riavvolse nel panno prima di infilare il fagotto sotto la giacca.
Quando furono di nuovo sedute nel maggiolino Emma si voltò verso Regina prima di avviare il motore e fissò la donna intensamente.
“Che c'è Swan, vuoi andare ora al Granny per caso? Non mi sembra il momento di mettere il tuo stomaco in cima alla lista delle priorità.” Regina guardava Emma con aria perplessa, ci fu un momento di silenzio e, dagli occhi dell'altra donna, la bruna capì che non si trattava della fame della bionda che si sarebbe dovuta preoccupare.
“Sei ancora decisa a tornare alla Foresta Incantata?” una domanda diretta, senza giri di parole, che richiedeva una risposta altrettanto diretta. Emma fissava i profondi occhi nocciola di Regina e vi lesse incertezza, in mezzo a un agitato mare di emozioni che lottavano tra di loro.
“Ti sembra il momento di discutere di questa storia, davvero? Pensavo che dovessimo salvare la città.” Regina cercò di controllarsi e restare lucida.
“È importante. Lo è per Henry... e lo è per me.” quell'ultima parte Emma l'aveva detta tirando fuori il proprio coraggio. Pensava che entrambe avessero capito ormai e, anche se non c'era mai il momento di parlare chiaramente, da qualche parte bisognava iniziare. Regina non riusciva a sostenere l'intensità di quello sguardo, si concentrò nel levarsi i guanti e sospirò mentre decideva cosa rispondere. Non poteva fare a meno di pensare alle migliaia di volte che li aveva ammirati in silenzio, in cui il loro verde brillante l'aveva incoraggiata a cercare la parte migliore di sé, quella che riuscivano sempre a vedere, quella che Emma cercava sempre di proteggere. Non poté nemmeno fare a meno di ricordare il terrore che aveva provato quando quelle iridi erano diventate scarlatte la notte anteriore, quando erano degli occhi freddi e distanti che non la riconoscevano, svuotati di qualsiasi emozione. Regina era convinta che poche cose l'avessero spaventata così nella sua vita, che l'avessero fatta sentire persa e finita come quegli occhi, che aveva sempre visto pieni di emozioni, essere totalmente vacui. La bruna non era più sicura di quello che doveva fare, sapeva cosa volesse, ma non se avrebbe potuto ottenerlo e questo la spaventava. Ancora una volta si trovava a un passo dalla felicità, ma aveva talmente tanta paura di poter credere di ottenerla per poi vedersela scivolare tra le mani, che pensava sarebbe stato più facile chiudere gli occhi davanti a quello barlume di speranza.
“Non lo so” disse sinceramente, cercando di controllare il tremore della voce “E tu rimarrai accanto a Lily?” non era riuscita a trattenersi dal chiederlo.
“Cosa? No.” Emma sembrò scioccata da una simile ipotesi “In primis, non ho mai voluto stare con lei...”
“Ma quel tatuaggio?” chiese Regina confusa indicando il polso della bionda.
“È un segno di amicizia e forse era anche per non dimenticare l'errore che avevo fatto con lei, ma non significa nient'altro, da tempo ormai.” il suo tono era calmo, sicuro ed Emma scrollò le spalle. Regina si sentì confortare da quelle parole e immediatamente capì perché Emma era riuscita a resistere all'incantesimo di Lilith. L'altra donna pensava di poter sfruttare l'affetto che Emma nutriva per lei, pensando fosse amore, invece... Sapevo che mi avresti vista. Le parole che le aveva sussurrato la succube all'orecchio la notte prima, riferite al bacio con Emma, le echeggiarono nella mente. L'aveva fatto per separare Emma e Regina, in questo modo aveva pensato di poter controllare definitivamente la bionda, ma non era stato così. Quel pensiero scaldò il cuore della bruna e le sue labbra si allargarono nell'accenno di un sorriso.
“Che c'è?” chiese Emma vedendola sorridere.
“Penso che abbiamo buone probabilità di successo.” quella frase poteva riferirsi a molte cose, Regina non specificò cosa ed Emma non lo chiese, le bastava vederla sorridere. Nei suoi occhi castani ora Emma riusciva a leggere serenità, forse... Speranza? Emma si sentì contagiare da quello sguardo e sorrise, pensando che forse ci sarebbe stato un modo per sistemare tutto, per avvicinarsi a lei.
"Sì, insieme possiamo farcela" disse Emma. Accese il motore e in quel momento si sentì il boato di una forte esplosione, una colonna di fumo si alzava dalla direzione della stazione dello sceriffo.
“Gold!” dissero le due donne contemporaneamente.
Emma scese dalla macchina e si diresse correndo verso l'edificio in fiamme della stazione. Dovette superare diversi detriti e sfondare ciò che restava della porta con un calcio per riuscire a passare. Un'ondata di fumo l'avvolse mentre si addentrava negli uffici. Tenne il braccio sul viso a tapparsi naso e bocca, ma l'odore acre del fumo le bruciava comunque la gola. Il muro delle celle era in parte crollato nell'esplosione, di Gold non c'era traccia. Maledizione.
“Lily!” urlò Emma mentre faceva zigzag tra i resti dei mobili saltati in aria per arrivare alla stanza degli interrogatori. La porta era scardinata, non sapeva dire se per l'impatto dell'esplosione o da Gold, ma Lily non era lì dentro. Tra imprecazioni varie, Emma prese l'estintore che c'era in quella stanza e se lo portò dietro. Effettivamente le tornò utile perché le fiamme all'ingresso stavano peggiorando, così lo usò per spegnere quelle più piccole che c'erano intorno alle celle e passare dalla stessa via di fuga di Gold.
Mentre Emma era corsa nella stazione, Regina aveva fatto il giro largo intorno all'edificio. Sentiva le sirene dei vigili farsi più forti, dovevano essere in arrivo. La bruna camminò a passo svelto, aveva avuto la giusta intuizione: Gold stava trascinando Lily fuori passando dal retro della stazione; sebbene prima non ci fosse un'uscita sul retro, Gold l'aveva creata con l'esplosione.
“Fermo!” intimò Regina.
“Mia cara, non metterti ancora sulla mia strada.” disse lui.
“Pare che ci fossi già.” Regina scagliò un incantesimo verso l'uomo, ma lui lo deviò.
“Vuoi davvero sfidarmi?” l'uomo rise e scomparve, trasportandosi alle spalle di Regina per attaccarla ma anche lei deviò l'incantesimo che venne lanciato contro di lei.
“Immagino che scopriremo se l'allieva ha superato il maestro.” la bruna sorrise. Il tempo di un battito di ciglia sembrò dilatarsi. La scarica di adrenalina stava attraversando il corpo di Regina, che sentiva il sangue scorrere veloce e pulsare sotto la pelle insieme al lieve formicolio dato dalla magia. L'aria era carica di elettricità statica, l'odore del fumo riempiva i polmoni di entrambi e il calore delle fiamme che avvolgevano l'edificio accanto a loro scaldava i loro visi. Il lieve sorriso di Gold si spense ed entrambi lanciarono il proprio incantesimo: una luce amaranto e una nera si scontrarono creando una deflagrazione di fulmini intorno a loro, che andarono a colpire l'asfalto, gli alberi e i lampioni danneggiandoli irrimediabilmente.
Emma uscì dalla stazione tossendo e faticando a riprendere il respiro normale. Si poggiò contro un albero che c'era più avanti per riprendersi. Tra occhi, gola e polmoni non sapeva cosa le si fosse infiammato di più. Uno schianto sul tronco a cui era appoggiata la fece balzare di lato, guardò verso la strada, il fumo intorno a lei fortunatamente era meno denso adesso, permettendole di mettere a fuoco una scena che la lasciò basita: Regina stava affrontando Gold. Emma lasciò cadere l'estintore e corse verso di loro, ma Gold la vide, si spostò deviando l'incantesimo di Regina e lanciandone immediatamente un altro per rallentare la bionda. Emma lo contrastò facendosi scudo e raggiungendo la bruna.
“Che stai facendo?” chiese Emma preoccupata.
“Lo tenevo occupato mentre mi raggiungevi.” disse lei senza distogliere lo sguardo dall'uomo, ma non ebbero molto altro tempo perché Gold scagliò un incantesimo nella loro direzione. Le due donne si mossero contemporaneamente, i loro incantesimi si scontrarono singolarmente contro quello di Tremotino.
“Non ce la farete!” urlò Tremotino tra le risate. Il suo incantesimo in effetti era molto potente e si stava man mano avvicinando alle due donne, stavano opponendo una strenua resistenza, ma Gold riuscì a sopraffarle con un impeto di forza. Le due donne vennero proiettate all'indietro, Regina andò a finire contro una macchina incrinandone il vetro del parabrezza, mentre Emma cadde sull'asfalto e rotolò per terra. Il pugnale del Signore Oscuro le cadde dalla manica in cui lo aveva infilato finendo a un metro e mezzo da lei.
“Cosa?!” la voce di Gold tuonò vedendo la daga dalla lama ondulata in grado di controllarlo, corse a raccoglierla, ma le due donne si rialzarono e si scambiarono un cenno di assenso lanciando un altro incantesimo. Questa volta i raggi di magia si intrecciarono e fusero mentre arrivarono a colpire Gold, lui reagì troppo tardi e venne colpito in pieno, per essere poi scagliato lontano e sbattere la testa contro il marciapiede. Emma corse a raccogliere il pugnale mentre Regina teneva sott'occhio l'uomo, pronta a coprire le spalle della bionda.
“Direi che è il momento di approfittarne. Stai bene?” chiese Regina.
“Sì, ma dov'è Lily?” chiese Emma guardandosi attorno e tergendo il sangue che le stava scendendo dalla fronte.
“Sono qui.” rispose una voce. Lily si era riparata dietro delle macchine durante lo scontro, Emma ebbe una strana sensazione, le sembrò che il suo sguardo fosse diverso dal solito. Le sue iridi nocciola sembravano quasi nere, come pozzi di cui non si potesse scorgere il fondo e la salvatrice distolse lo sguardo avvertendo una strana sensazione, come se qualcosa la stesse risucchiando. Respirò lentamente e, quando alzò, lo sguardo vide Regina avvicinarsi a lei e si sentì meglio.
“Senti, ci sono i soccorsi sul davanti dell'edificio, aspetta con loro e non sparire” le disse Emma lasciando il proprio telefono a Lilith, quella annuì e andò via senza dire nulla.
“Sarà meglio per lei che ti dia retta, o le farò rimpiangere i pochi momenti in cui Gold l'ha terrorizzata.” disse Regina, Emma non poté fare a meno di sorridere a quelle parole.
In seguito le donne, insieme a Tremotino, furono avvolte da una nuvola viola e ricomparirono al confine di Storybrooke, dove l'insegna cittadina, che alcuni anni prima aveva avuto uno spiacevole incontro ravvicinato con il maggiolino giallo di Emma, dava il benvenuto ai presenti.
Salve a tutt@.
Mi duole annunciare che questo sia il penultimo capitolo della fanfiction, spero vi sia piaciuta fin qui e che attendiate con ansia l'ultimo capitolo!
Non prometto nulla, ma mi è venuta la vaga idea per un seguito.
Scrivetemi e fatemi sapere la vostra opinione su cosa vi sia piaciuto e cosa no, e grazie di aver seguito la storia!
Ci vedremo presto per l'ultimo capitolo.
Nemo