Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Nami93_Calypso    18/03/2015    4 recensioni
Law e Robin, due persone dal carattere e dal passato molto simile.
La storia della loro amicizia che dura per tutta una vita, analizzata in ogni fase di essa, dall'infanzia all'età adulta
(Law e Robin protagonisti accompagnati da molti altri personaggi secondari)
.
"Sette colori per un fandom [Anime e Manga] Challenge indetta da DoctorChi sul forum di EFP"
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Inchiostro

Law spense il televisore premendo il pulsante rosso sul telecomando per poi passarsi una mano sugli occhi stanchi.
Robin si sporse verso il basso tavolino di legno per riporvi la ciotola dei pop corn ormai vuota.
Erano rimasti svegli fino a tardi per vedere un film ma la cosa non era un problema in quanto il giorno dopo nessuno dei due avrebbe avuto scuola: erano le vacanze di Carnevale.
Anche se non frequentavano più lo stesso istituto i due erano rimasti molto legati e sfruttavano ogni occasione possibile per stare insieme. Le vacanze erano le loro preferite. Robin passava la maggior parte del suo tempo da Law, che ormai viveva praticamente da solo perché i suoi genitori avevano preso a viaggiare per lavoro, e passavano il tempo tra lo studio, le chiacchierate, i film e le varie attività domestiche. Se per caso facevano tardi, come quella sera, il ragazzo non aveva alcun problema ad ospitare l’amica nella stanza dedicata agli ospiti. Anche Sauro ormai si era abituato a quella situazione e si fidava dei due giovani e della loro maturità.
Robin si mise comoda sul divano rannicchiando le gambe al petto e osservò il moro. C’era una cosa che voleva chiedergli da giorni. Sapeva che una sua amica, nonché compagna di classe di lui, aveva una cotta per il suo amico. E sapeva anche che recentemente, con la scusa di San Valentino, aveva dichiarato a lui i suoi sentimenti. Ma lui ancora non ne aveva fatto parola.
-Allora…. C’è qualche novità?- gli chiese, circondandosi le gambe con le braccia.
Lui si voltò a fissarla con sguardo indagatore. Robin non era una che faceva domande tanto per chiedere, se domandava era perché voleva sapere qualcosa. E, soprattutto, se domandava in realtà conosceva già la risposta: voleva solo conoscere il suo punto di vista.
Riflettè un attimo su quale potesse essere l’oggetto del suo interesse.
-….Bibi?!- mormorò.
Lei annuì semplicemente in risposta.
Law sospirò ricordandosi dell’accaduto.
La turchina lo aveva fermato all’uscita da scuola mentre si trovava solo. Rossa in volto ma con un’ardente determinazione negli occhi gli aveva detto che era interessata a lui e gli aveva chiesto se voleva uscire con lei quella sera, la sera di San Valentino,  per bersi qualcosa al pub. Era rimasto piacevolmente sorpreso dalla sua audacia: sapeva di avere un discreto successo tra il genere femminile ma di solito le ragazze si limitavano a fissarlo da lontano, ridacchiare e confabulare tra loro. Fastidiose. Lei invece aveva avuto il coraggio di farsi avanti. Eppure non l’aveva mai vista in quel modo. Non sapeva nemmeno lui cosa in lei non lo convincesse. Forse il suo temperamento a tratti troppo pacato.
Si trovò a ghignare di fronte a tale considerazione. Ironico, lui era il primo ad avere un atteggiamento introverso e riflessivo eppure non era quello che cercava in una compagna, non era quello di cui aveva bisogno. Non sapeva di preciso cosa lo attraesse in una ragazza ma non aveva importanza. Al momento non sentiva la necessità quasi morbosa che contraddistingueva i suoi coetanei di avere qualcuno accanto.
-È inutile che ti racconti l’accaduto. Sicuramente sai già tutto- fece lui, scrutandola.
Lei, in risposta, chiuse gli occhi ridacchiando compiaciuta.
-Vorrei almeno conoscere il tuo parere- disse poi puntando i propri occhi azzurri nei suoi.
La maledisse mentalmente. Sapeva che quando lo guardava con quegli occhi cristallini non poteva sfuggirgli e mentirgli.
-Non rientra nei miei interessi- rispose solamente, distogliendo lo sguardo dal viso dell’amica.
Robin non fece in tempo a dir nulla che l’altro si alzò repentino dal divano.
-Arrivo subito- mormorò, uscendo dalla stanza.
La mora corrugò le sopracciglia interdetta. Cosa gli prendeva?
Dopo pochi secondi Law torno nel salotto: le mani dietro la schiena e un ghigno beffardo ad illuminargli il viso.
-Ho un regalo per te- disse, risedendosi accanto a lei e porgendole un pacchetto rivestito con carta viola.
Robin guardò prima lui e poi il pacchetto, sempre più accigliata.
-Ti avevo detto niente regali, mi sembra- gli disse duramente riportando lo sguardo su di lui.
-Avevi detto niente regali per il tuo compleanno. Non mi pare sia oggi- fece lui sostenendo il suo sguardo. Non aveva alcuna intenzione di perdere quella battaglia.
Un paio di settimane prima Robin aveva compiuto diciassette anni e, come ogni anno, gli aveva categoricamente imposto di non farle regali. E lui, come ogni anno, glielo aveva fatto lo stesso trovando una scappatoia ai suoi divieti. Non comprendeva affatto quella sua strana fissazione.
E ormai era più una ripicca a quel suo strano capriccio: nessuno poteva dargli un ordine credendo che lo rispettasse.
La ragazza lo fissò ancora qualche attimo con espressione severa ma quando capì che non avrebbe ottenuto nulla si lasciò andare ad un sospiro rassegnato, gesto che fece ghignare nuovamente l’amico, questa volta per la sua vittoria.
Ma invece di prendere il regalo la mora si voltò e si sporse oltre il bracciolo alle sue spalle per recuperare la propria borsa. Dopo essersela messa in grembo vi mise dentro le mani trafficando alla ricerca di qualcosa.
-E questo invece è per te- disse, estraendo e porgendogli un pacchetto ricoperto di carta argentata e sorridendogli eterea.
Law sollevò un sopracciglio scettico.
-Non è il mio compleanno- le fece notare. Il suo era a ottobre.
-Nemmeno il mio- rispose furbamente lei lanciandogli un’occhiata eloquente.
Il ragazzo la fissò interdetto ad occhi sgranati per qualche attimo prima di scuotere la testa arrendevole. Perché era così cocciuta?
Da parte sua, Robin, non capiva questa assurda tradizione di ricevere regali senza donare a propria volta nulla in cambio.
-Dai, apriamoli insieme- disse con tono che non ammetteva repliche mettendogli il dono tra le mani e prendendo il proprio.
I due scartarono i rispettivi regali silenziosamente.
Sotto la carta violacea Robin vi trovò un quaderno con la copertina in pelle nera con rifiniture argentate: era davvero bellissimo. Inoltre vi era anche una penna stilografica molto elegante.
-L’origine della specie di Charles Darwin?!- lo sentì dire accanto a sé. Non le fu difficile individuare una nota di emozione nella sua voce.
Sì voltò a guardarlo e lo trovò a fissare rapito la copertina prima di aprire il volume e sfogliarlo.
-So quanto ti piaccia la sua filosofia sull’evoluzione, la selezione naturale, la supremazia dell’adattamento e non della forza- spiegò con tono dolce, quasi materno.
Si voltò a guardarla raggiante. Era un regalo meraviglioso. Adorava leggere e adorava la scienza.
-Grazie- mormorò –Tu hai capito il significato del tuo regalo?- le chiese poi.
-Illuminami- fece lei riportando gli occhi sul quaderno.
-So quanto ti piaccia scrivere. Pensavo avessi bisogno di qualcosa di adeguato su cui farlo, al posto dei fogli che tieni sparsi in camera tua- le spiegò quasi beffardo.
Lei soffocò una risata. La conosceva molto bene. Adorava scrivere storie inventate, mettere su carta quello che la sua mente creava e vagare con la fantasia in luoghi lontani o fantastici, immedesimandosi nei propri personaggi. Ma di certo non avrebbe sprecato quel dono per le sue bozze. Lo avrebbe tenuto per un racconto importante.
Aprì il quaderno e fissando le pagine completamente bianche un pensiero la colpì.
Portò alternativamente l’attenzione su quelle pagine e su quelle del libro che Law teneva sulle gambe.
-Inchiostro…- borbottò flebilmente senza quasi rendersene conto.
-Come?- domandò Law che non aveva capito bene.
-Inchiostro- ripetè lei, con voce più chiara –Che cosa strana. È una cosa che ci accomuna- disse guardandolo sorridente. Sorriso al quale lui rispose sollevando un angolo della bocca.
Non c’era bisogno di dare altre spiegazioni: si erano capiti.
Lei dava corpo alle proprie fantasie scrivendo, attraverso l’inchiostro. Lui ampliava la sua mente leggendo, attraverso l’inchiostro.
Un mezzo che li univa.
Anche se lei ancora non gli aveva permesso di leggere alcuna delle sue storie.
Ma ora non aveva dubbi. Sapeva per cosa avrebbe usato quel regalo. Avrebbe scritto di loro. Una storia su loro due, sulle loro vite, sulla loro amicizia. Avrebbe suggellato quel loro rapporto con l’inchiostro, ancora una volta.
E, questa volta, glielo avrebbe fatto leggere.

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Nami93_Calypso