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Autore: heliodor    20/03/2015    3 recensioni
Nel palazzo di Minosse si nasconde il mostruoso Minotauro, metà uomo e metà toro. Da quando la creatura ha preso possesso della reggia, una maledizione è calata sull’isola. Solo il sacrificio di un innocente potrà spezzarla. Teseo, l’eroe venuto dal mare, affronterà il mostro con l’aiuto di Arianna e Icaro.
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Teseo cammina a testa bassa. Si avvicina alla porta socchiusa da cui filtra una luce fioca. Dall'interno si sentono delle voci. ― Senti Piritoo, ho dimenticato le mie cose... ― Inizia a dire. Si ferma e si appoggia con la schiena al muro.
Dall'interno giunge la voce di Grodyon. ― ...Scopo.
― Di che stai parlando? ― domanda Piritoo.
― Parlo di una maledizione che affligge la nostra amata isola da anni.
Teseo si acciglia.
― Ne ho sentito parlare ― dice Piritoo.
― Allora ti sarà giunta anche voce del mostro che abita nel palazzo reale.
― Ho sentito qualcosa venendo qui. Girano delle brutte storie.
― Mostro? ― sussurra Teseo.
Grodyon ride. ― Ti assicuro che sono tutte false.
― Non si scherza con i mostri e le maledizioni ― dice Piritoo serio.
― Non sto affatto scherzando, mercenario. Io voglio che tu e i tuoi guerrieri vi prendiate cura di quell'essere.
― Non vedo abbastanza oro in giro per pagarci.
― L'oro si trova nel palazzo reale.
***
Piritoo lo guarda stupito. ― Un palazzo... pieno d'oro?
― Un intero livello ― dice Grodyon passeggiando avanti e indietro. ― Accumulato moneta dopo moneta dal vecchio re Asterione e dai suoi antenati. Ce n'è abbastanza per comprare tutta la Grecia. A te ne darò la metà se mi porterai quel mostro.
― Vivo?
― E sano. Voglio che tutto il popolo lo veda quando lo trascinerete fuori in catena.
― Sarà una bella impresa.
Grodyon ride. ― Sarà una passeggiata per guerrieri esperti come voi. Il mostro è solo un ragazzino deforme. Se gli abitanti di quest'isola sventurata fossero meno paurosi e superstiziosi avremmo fatto tutto da soli anni fa. ― Scuote la testa. ― Minosse non deve saperlo. Lui non è d'accordo con i miei metodi.
― Non ha paura di quel mostro?
― Se ne vergogna, piuttosto. È suo figlio.
Piritoo sgrana gli occhi.
― È una lunga storia ― dice Grodyon agitando la mano nell'aria. ― Non c'è bisogno che tu sappia altro. Affare fatto?
Piritoo gli stringe la mano. ― Domani ci occuperemo di quel mostro.
― Lo farete adesso.
― Subito? I miei guerrieri devono riposare.
― Non aspetterò fino a domattina. Minosse e sua figlia dormono e io voglio agire a loro insaputa.
― Devo mandare qualcuno alla nave per prendere armi e armature.
― Ne abbiamo a sufficienza per armare un esercito qui a palazzo ― dice Grodyon. ― E di ottima fattura. Prendete quello che vi serve ma fate in fretta, intesi?
Piritoo annuisce.
***
Teseo si stacca dalla parete e sgattaiola via nascondendosi dietro un angolo. Grodyon esce dalla stanza e si richiude la porta alle spalle.
Non appena sparisce dietro una svolta, Teseo salta fuori e si avvia nella direzione opposta.
Arianna compare all'improvviso da un corridoio laterale e quasi va' a sbattergli addosso. Teseo sobbalza alla vista della ragazza ― Sei solo tu ― dice respirando a fatica.
― Stavo proprio venendo da te per parlarti.
Teseo si guarda le spalle. ― Andiamo da un'altra parte. Non mi trovo a mio agio al chiuso.
***
Teseo e Arianna camminano sotto un colonnato che circonda il cortile. Alberi dalla chioma frondosa e piante dai colori vivaci occupano il rettangolo racchiuso tra le colonne.
― Che cosa volevi dirmi? ― domanda Teseo nervoso.
Arianna si tormenta le mani. ― Mi chiedevo. ― Ridacchia. ― Lo so che è una follia ma...
Teseo le lancia un'occhiata languida. ― Lo sai che hai degli occhi stupendi? Hanno il colore sia del tramonto che dell'alba.
Arianna arrossisce. ― Grazie. Nessuno me l'aveva mai detto.
― Davvero? ― domanda con tono stupito.
Arianna annuisce. ― Come ti stavo dicendo, so che sembra una cosa folle ma... ho una richiesta da farti.
― Sentiamo.
― Ecco... so che sei un eroe e quindi hai molti impegni. Sei sempre in viaggio da una parte all'altra del mondo...
― Non me ne parlare. Certe volte vorrei essere una persona comune.
― Non dire così. Tu sei eccezionale.
― Grazie. ― Teseo gonfia il petto e raddrizza la schiena.
― Mi chiedevo se, nonostante questo, tu potresti...
― Cosa?
― Portarmi via sulla tua nave.
Teseo la fissa sbalordito. ― Che cosa? ― chiede con voce stridula.
― Posso pagarmi il viaggio, se vuoi.
Teseo scuote la testa. ― Non è una questione di denaro. Porta sfortuna avere una donna a bordo di una nave di eroi.
― Ma io posso fare tanti lavori. Spazzare il ponte, rammendare vestiti...
― Di quello me ne occupo già io. Voglio dire, c'è una persona che lo fa. Non sarebbe bello cacciarla via.
― Ti prego, Teseo ― dice Arianna con tono supplice. ― Io devo lasciare quest'isola a ogni costo.
― Perché vuoi andartene? Qui sei una principessa. Hai tutti i privilegi. Davvero vorresti imbarcarti su di una nave piena di rozzi uomini di mare?
Arianna sospira.
― Non c'è un principe che ti attende in un palazzo sontuoso?
― Credo di no.
― Tutte le principesse hanno un principe che le attende.
Arianna diventa triste. ― Nessuno vorrebbe una principessa maledetta.
― Ma tu non sei...
Arianna indica un punto oltre le mura che racchiudono il cortile.
― Giusto. Quella maledizione.
― Fin da quando ero piccola ho desiderato andarmene da Creta per cercare una persona saggia e sapiente che potesse aiutarci ― spiega Arianna. ― Nessuno viene più qui e le nostre navi non sono bene accolte nei porti stranieri. Hanno paura che la maledizione colpisca anche loro. Ma se viaggiassi sulla nave di un grande eroe, nessuno avrebbe niente da ridire. Potrei trovare qualcuno che ci aiuti.
Teseo scuote la testa. ― Io non credo che esista quella persona e, se proprio vuoi saperlo, è inutile andare alla sua ricerca proprio ora.
― Perché?
Teseo si morde il labbro inferiore. ― Temo di aver parlato troppo.
― Continua, ti prego.
Il ragazzo sospira rassegnato. ― D'accordo, ma io non ti ho detto niente, intesi?
Arianna annuisce.
― Stanotte stessa ci occuperemo della maledizione. Piritoo e gli altri guerrieri entreranno nel palazzo e, insomma, prenderanno la creatura, quello che è.
Arianna lo fissa sbalordita. ― Tu... voi...
― Non io, no di certo. È un'idea di Piritoo.
― E cosa gli faranno?
― Temo niente di buono.
Arianna lo afferra per il bavero. ― Glielo devi impedire.
― Io non credo che...
― Ma tu sei il capo. Ordina a Piritoo di non fare del male a...
― Le cose non stanno esattamente così... ma perché ci tieni tanto a quel mostro? Insomma, prima parlavi di eliminare la maledizione e ora ci hai ripensato?
― Lui non è un mostro ― esclama Arianna. Prende Teseo per mano e lo trascina via. ― Andiamo da mio padre. Quando lo saprà impedirà questa follia.
***
Due guardie sorvegliano il corridoio. Quando Arianna cerca di superarle, la respingono.
― Che cosa fate? ― domanda la ragazza. ― Non mi riconoscete?
― Il re ha ordinato di non lasciar passare nessuno ― dice una delle guardie.
― Io sono sua figlia.
― Soprattutto la principessa Arianna ― aggiunge il soldato.
Arianna guarda Teseo. ― Cosa aspetti?
Teseo si stringe nelle spalle.
― Tu sei un eroe. Non hai un colpo segreto, una mossa particolare?
― Sono disarmato.
― E allora? Hai combattuto mostri di ogni genere a mani nude, che vuoi che siano due guardie?
I soldati lo squadrano minacciosi.
Teseo trascina via Arianna. ― Scusatela, è solo un po' confusa.
Arianna si divincola e lo guarda a muso duro. ― Che razza di eroe sei tu?
― Sono del tipo che vive a lungo ― risponde Teseo. ― Senti, non posso affrontare due guardie armate fino ai denti senza nemmeno un coltellino. Non sono mica Ercole, io.
― Ma Piritoo ha detto...
― Piritoo racconta un sacco di frottole.
Arianna lo fissa delusa. ― Che facciamo ora?
― Niente sarebbe l'ideale.
La ragazza stringe i pugni. ― Andremo al palazzo.
― Cosa? Non se ne parla nemmeno. Quel luogo è maledetto.
― Io so come entrare. C'è un passaggio che conosco solo io e... un'altra persona. Ti prego, almeno accompagnami. Non ti chiedo altro.
Teseo sospira rassegnato. ― E va' bene. Andiamo.
***
Davanti al cancello mezza dozzina di soldati montano di guardia.
Arianna si sporge da dietro un angolo, fa una smorfia e si ritrae. ― L'entrata è sorvegliata ― dice a Teseo.
― Visto? Meglio tornare indietro.
― No, aspetta. Arriva qualcuno.
I due ragazzi si nascondono in un portone.
Davanti ai loro occhi sfilano Grodyon e Piritoo, seguiti dai guerrieri. Armi, armature e scudi tintinnano al loro passaggio.
Arianna li segue con lo sguardo.
Grodyon e Piritoo si fermano davanti a cancello.
― Portatelo qui ― dice l'alto sacerdote.
Tre soldati partono di corsa.
― Dobbiamo trovare un'altra via per entrare ― dice la ragazza.
― E come? È tutto sbarrato e sigillato.
― So io a chi chiedere. Vieni.
***
I soldati sfilano lungo la strada. Tra due di essi marcia un uomo dai capelli brizzolati e l'espressione triste suk volto. Sotto al braccio porta diversi rotoli di carta.
Arianna e Teseo attendono che i soldati si siano allontanati prima di gettarsi di corsa nel vicolo.
― Dovrebbe essere qui ― dice guardandosi attorno. La maggior parte delle porte e delle finestre sono sbarrate, ma da una di esse giunge un leggero chiarore che illumina la strada.
― Eccolo ― dice Arianna indicando un carretto appoggiato al muro. Lì vicino, rinchiusi in un stalla, due buoi riposano sul pagliericcio.
Arianna e Teseo si fermano davanti alla porta. La ragazza bussa.
― Forse non c'è nessuno in casa ― dice Teseo voltandosi.
― La luce è accesa.
La porta si apre facendoli trasalire. Dall'altra parte appare il viso di un ragazzo. ― Che cosa volete ancora?
― Icaro? ― domanda Arianna. ― Sono io. Mi riconosci? Apri, devo parlarti.
― Arianna? ― Icaro spalanca la porta. ― Che ci fai in giro a quest'ora? E chi è quel tizio?
Arianna lo spinge da parte ed entra. Teseo chiude la porta. ― A dopo le domande ― dice con tono concitato. ― Devo parlare con tuo padre.
― Arrivi tardi ― dice Icaro indicando l'esterno. ― I soldati sono venuti a prenderlo poco prima del vostro arrivo.
***
Arianna si tocca la fronte con la mano. ― Perché? Cosa vogliono da lui?
― Non l'hanno detto ― dice Icaro con rabbia. ― Loro prendono e basta. Come al solito. Hanno detto di venire in nome di re Minosse.
― Ti assicuro che non ne sapevo niente ― dice Arianna dispiaciuta. ― E nemmeno mio padre è responsabile di quanto accaduto.
― Tu sai qualcosa? ― chiede Icaro.
― Temo di sì. ― Arianna annuisce grave. ― Vogliono tuo padre come guida all'interno del palazzo.
***
Icaro si appoggia al tavolo. ― Non può essere. Perché proprio lui?
― Quel posto è un labirinto ― spiega Arianna. ― Nessuno ne uscirebbe mai senza una guida. Tuo padre l'ha costruito e progettato. È l'unico che potrebbe farli entrare e uscire di lì.
― Ma perché? ― domanda Icaro arrabbiato.
Arianna guarda Teseo, il quale allarga le braccia. ― Piritoo e gli altri vogliono eliminare il mostro.
Arianna gli scocca un'occhiata torva.
― Insomma, l'essere.
Altra occhiata.
― C'è un modo in cui posso chiamarlo che non ti offenda? ― domanda Teseo esasperato.
― Asterione. È questo il suo nome.
Teseo sospira rassegnato. ― Insomma, vogliono prendere Asterione ed eliminare la maledizione. L'alto sacerdote...
― Grodyon ― dice Icaro.
― Proprio lui. Gli ha offerto una grossa ricompensa. Metà del tesoro contenuto nel palazzo.
― Metà del... ― Arianna lo guarda incredula.
Teseo annuisce. ― Proprio così. È una somma mostruosa, ma credo che sia proporzionata al valore dell'impresa.
― Non capisci ― dice Arianna scuotendo la testa. ― Non esiste alcun tesoro. Venne portato tutto via quando lasciammo il palazzo.
― E che fine ha fatto l'oro? ― domanda Teseo.
― È stato speso, credo. Con la fine del commercio mio padre l'ha usato per pagare i debiti.
Teseo si fa cupo. ― Piritoo si arrabbierà molto quando lo scoprirà.
― Grodyon non ha nulla da temere ― dice Arianna livida in viso. ― Lui ha le guardie che lo proteggono.
― Ma mio padre no ― dice Icaro.
***
Icaro getta sul tavolo un mucchio di rotoli di carta. ― Deve essere qui ― dice aprendoli e buttandoli alla rinfusa.
― Senti ― dice Arianna. ― Mi dispiace per tuo padre.
Icaro le fa un cenno con la mano. ― Lascia perdere. Non è colpa tua.
― In un certo senso lo è. ― Si siede su di uno sgabello, l'espressione affranta. ― Sono stata io a scatenare la maledizione. Se non fosse stato per me... ― Tira su col naso. ― Che stai cercando?
― La copia dei progetti del palazzo.
Il viso di Arianna si illumina. ― Esiste una copia?
Icaro annuisce. ― Mio padre. Fa sempre una copia dei suoi progetti. A volte anche due.
― Ti do una mano ― dice Arianna.
Icaro le scocca un'occhiata furtiva e le passa una dozzina di rotoli. ― Tu controlla questi.
Teseo si guarda attorno. In un angolo adocchia una cassa di legno con sopra riprodotta una scacchiera. Lungo dei solchi intagliati nel legno si muovono delle pedine di legno di colore scuro e bianco. Quando ne sposta una, un ingranaggio all'interno gracchia e scricchiola. Un pezzo si colore diverso si sposta di lato.
Teseo ritrae la mano di scatto. ― C'è qualcosa o qualcuno qui dentro?
Icaro sospira. ― È del tutto automatico.
― Auto che? ― Teseo guarda perplesso la scacchiera.
― Muove da solo le pedine ― spiega Icaro. ― E risponde alle tue mosse come un giocatore vero. Da piccolo non avevo molti amici, così mio padre lo costruì per insegnarmi il gioco.
― Nemmeno io avevo molti amici ― dice Arianna sfogliando un pacco di fogli.
Teseo fa spallucce. La sua attenzione si sposta su di un uccellino fatto di metallo e legno che se ne sta appollaiato sulla spalliera di una sedia. ― Che carino ― dice allungando la mano.
L'uccellino si muove e lo sfiora col becco proteso in avanti.
Teseo sobbalza. ― Anche questo è meccanico?
Icaro ridacchia. ― Quello è Lapyx.
Lapyx picchietta col becco sopra la spalliera.
― Che sta facendo ora? ― chiede Teseo perplesso.
― È così che si esprime. Mio padre gli ha insegnato a parlare. Dice che non gli sei simpatico.
― Ah sì?
Arianna rivolge un'occhiata divertita a Lapyx. ― Ma dici sul serio? È fantastico.
― Pensa che l'ha costruito nei ritagli di tempo ― dice Icaro.
Teseo si allontana perplesso. ― C'è qualcosa in questa casa che non si muova da sola? ― Gli occhi cadono su due coppie di ali buttate in un angolo. ― E queste?
― Le ha costruite mio padre quando aveva la passione per il volo ― dice Icaro scrollando le spalle. ― Le piume le ho aggiunte io. Le ho attaccate con la cera.
― E se si scioglie? ― domanda Teseo controllando le cinghie che formano l'imbracatura.
― Non devo mica volare in un forno.
Arianna lo guarda sbalordita. ― Vuoi dire che funzionano?
― Mio padre dice di sì. Non ha mai avuto il coraggio di provarle.
Teseo ripone le ali al loro posto e rimuove un velo che copre una figura di aspetto umano. Sotto appare il viso di una ragazza dai lunghi capelli annodati in una treccia che le scivola lungo la schiena. La scultura è realizzata in una sostanza simile a creta. ― Carina. ― Quando si volta, incontra lo sguardo di Icaro. ― Somiglia a lei, non trovi?
Arianna guarda la statua. ― È vero. Mi somiglia.
Icaro arrossisce. Strappa il velo dalle mani di Teseo e ricopre la statua. ― È solo una prova ― dice tornando al bancone con gli occhi bassi. ― Mi serviva un modello e...
― Non ti vedi giustificare ― dice Arianna divertita. ― È molto bella.
Il viso di Icaro si illumina. ― Ti piace?
Teseo raccoglie dei fogli da un tavolo e li mostra ad Arianna. ― Guarda qui.
Una mano abile ha tracciato i contorni di una ragazza con poche pennellate. Un corpo slanciato sembra danzare nell'aria.
Icaro, esasperato, prende i fogli e li rimette a posto. ― La smetti di toccare le mie cose per favore?
Teseo alza le mani come in segno di resa. ― Scusa, non volevo rovinarli. Quindi sei una specie di artista?
Icaro risponde con un mugugno.
Lapyx picchietta col becco sul legno.
― Che ha detto? ― domanda Arianna.
― Trovato ― esclama Icaro facendoli trasalire. Apre il foglio sul tavolo. Linee che si intrecciano formando quadrati e rettangoli formano una ragnatela che occupa tutta la superficie.
Teseo si acciglia. ― Ci capisci qualcosa?
Icaro segue una linea con l'indice. ― Abbastanza da potermi orientare. Qui c'è l'entrata da cui si accede attraverso il cancello. Ma se è sorvegliato, dobbiamo passare di qui. ― Picchia col dito su di un quadrato che si congiunge al resto della figura con una linea retta.
― Cos'è? ― chiede Arianna.
― Un pozzo ― risponde Icaro arrotolando il foglio.
Quando fa per andarsene, Teseo gli blocca la strada. ― Dove credi di andare?
― A salvare mio padre ― risponde Icaro a muso duro.
― Tutto da solo e disarmato? C'è un mostro lì dentro.
Occhiataccia di Arianna
― Un... essere. Insomma, è pericoloso. Non puoi andare da solo.
― Vuoi venire anche tu? ― domanda Icaro.
― Andremo tutti insieme ― dice Arianna.
Teseo scuote la testa. ― Non è un luogo per ragazzine, quello.
Arianna incrocia le braccia sul petto. ― Guarda che ci sono già entrata centinaia di volte. Diglielo anche tu.
Icaro annuisce.
― D'accordo ― dice Teseo. ― Ma avremo bisogno di armi.
― Io non ho mai usato un'arma ― dice Icaro.
― Nemmeno io ― gli fa eco Arianna.
― Le armi servono a me, non a voi. Sono io l'eroe, l'avete dimenticato? Allora, dove la trovo un'armeria aperta a quest'ora di notte?
Icaro fa schioccare le dita. ― Da nessuna parte. Ho quello che fa per te.

 
  
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