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Autore: Alhena Devon    21/03/2015    3 recensioni
Dalla storia:
-Harry ragazzo mio, non ti posso spiegare niente per ora, non ho tutte le informazioni, e prima di spiegarti quello che ti sta succedendo io preferirei cercare alcune informazioni ma...- continuò il preside - tieni questo e non lo togliere mai mi hai capito?- io annuì e lui mi consegnò un ciondolo, rappresentava due fenici incrociate una rossa scarlatta e una nera.
Quella nera portava una spada con un serpente attorcigliato sulla zampa e quella scarlatta portava tra le zampe un'altra spada con dei rubini incastonati nell'elsa e infine dietro c'era uno strano simbolo, una stella a 8 punte metà bianca e metà nera. Infine mi disse di indossarlo sempre e che lo avrei dovuto avvertire per ogni singola cosa fuori dal normale.
Cos'è che mi nasconde?
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-Mira, Mira è mezzora che ti chiamo mi vuoi dare ascolto e smettere di sbavare!!- ecco la guastafeste di mia sorella
-Che c'è?- rispondo seccata
-Volevo solo chiederti di venire con me a fare un giro, ma vedo che sei impegnata- disse con aria maliziosa
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Questa è la mia prima ff è spero che possiate aiutarmi e l'unico modo per aiutarmi è RECENSIRE (è un'ordine)
Buona Lettura
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, James/Lily
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo revisionato dalla mia bravissima beta: Lady_Kid

Diagon Alley- parte II



Pov Harry
 
 Era stata una settimana estenuante, pensavo nel mentre che attendevo seduto davanti a quell’antica scrivania.
 Prima l’attacco di quegli esseri simili a dissennatori, poi la comparsa di Mira e le chiacchierate con lei nel giardino e infine la scoperta che lei era una strega e che avrebbe frequentato Hogwarts.
 Già sospettavo che lei avesse dei poteri, altrimenti non avrei dovuto avvertire alcun nucleo magico in lei e poi c’era qualcos'altro che mi attirava, il suo viso, la sua pelle, quelle labbra, quegli occhi così bui e splendenti… ALT! La conoscevo appena.

 In più il mio potere fremeva per uscire e avevo capito che quello stupido limitatore per bloccare i miei poteri attingeva forza dal mio stesso nucleo, e questo mi indeboliva sia fisicamente che mentalmente infatti la mia occlumanzia stava peggiorando e non riuscivo a concentrarmi adeguatamente.
 La mia mente era ormai allo sbaraglio, non riuscivo a concentrarmi, poi mi ricordai del mio incontro notturno con Mira.


 
  Inizio Flashback
 
Era da ore ormai che cercavo di dormire, ma farlo significava perdere quel poco di concentrazione che avevo e perdere la concentrazione significava incubi e incubi significava notte in bianco. Bella merda veramente!
 Decisi allora di andare in cucina e senza nessun incantesimo addosso scesi le scale nel più completo silenzio.
 Alla fine delle scale affacciata allo stipite della sua stanza stava Mira.
 I capelli le ricadevano dolcemente sulle spalle e sulla schiena, i suoi occhi brillavano alla luce della luna che cercava di entrare dalla finestra sporca nel corridoio e infine quel meraviglioso corpo perfettamente modellato e bianco come il latte coperto solamente da …oh dio santissimo, tutto d’un tratto il mio amichetto nei pantaloni aveva deciso di risvegliarsi e maledissi Silente e quel suo stupido amuleto che non mi permetteva di gestire le mie emozioni e… ehm… reazioni.
 Lei era vestita con solo una canottiera e pantaloncini che lasciavano ben poco all’immaginazione, credo che, anche se fossi stato nel pieno delle mie forze il mio corpo avrebbe reagito ugualmente di fronte a quella meraviglia.
«Harry?» Chiese intontita.
«Si?» Domandai con voce strozzata.
«Ma che ci fai sveglio a quest’ora?» Mi interrogò incredula.
«Potrei farti la stessa domanda.» Ribattei, va bene che il suo corpo non aiutava ma non sarei stato lì fermo come un pesce lesso ad osservarla, non ero più quello di un tempo.
 Tutto un tratto lei arrossì rendendosi conto di com’era vestita ed io mi maledissi mentalmente per aver fatto trasparire l’imbarazzo.
«Non riuscivo a dormire.» Mi rispose con la testa china.
«Neanch’io.» Dissi non sapendo cosa rispondere e distogliendo lo sguardo da quella visione.
Tra noi calò un silenzio imbarazzante interrotto solo dai battiti dei nostri cuori che pompavano il sangue in sincronia.
 Ad un certo punto, spinto da non so che coraggio, mi avvicinai piano e prendendole il mento ancora abbassato con due dita glielo sollevai ammirando quel viso perfetto. Sembrava un angelo, un angelo nero, con le guance arrossate dall’imbarazzo, con quei capelli castano scuro tendente al rosso cremisi che le incorniciavano perfettamente il viso, quegli occhi di un intenso blu con venature argentante, quel corpo, quelle labbra, tutto mi diceva: BACIAMI! PRENDIMI!
«Sei bellissima.» Le sussurrai con voce roca dal desiderio, avvicinandomi e assaggiando dolcemente quelle labbra tanto agognate fin dalla prima volta che i miei occhi vi posarono sopra lo sguardo, un bacio casto e puro, come lei, che si approfondì sempre più fino a diventare carico di passione e desiderio, portandomi fino a quel pericoloso e proibito punto di non ritorno che solo un bacio dannato sa dare.
 Quando finimmo ossigeno ci staccammo e con tutti i sentimenti in subbuglio le dissi l’unica cosa che mi venne in mente.
«Buonanotte mio angelo.» Mi staccai e me ne andai sentendo una debole aura osservarci, ma con tutte quelle emozioni in tumulto non riuscii ad identificarla.
«Buonanotte Harry.» Mi rispose Mira da lontano.
 Nel buio sorrisi, di un sorriso che non avevo dalla rinascita di Voldemort.
 
Fine Flashback



 
E in quel momento ero lì ad aspettare che lei e il professor Silente arrivassero per poterci far rivelare qualche segreto ancora nascosto.

 Ma erano quelle parole che ancora mi tormentavano, un bacio dannato, un bacio pericoloso, un bacio proibito, un bacio che non avrebbe mai dovuto esserci, chi era veramente Mira White? Chi erano i suoi antenati?

 Ad un certo punto la porta si aprì e il Goblin salutò i nuovi arrivati.
 Mira si sedette nella sedia accanto alla mia, era uno spettacolo mozzafiato, quei capelli neri risaltavano la sua carnagione pallida e quelle labbra rosse erano così invitanti… ORA BASTA!! Dannazione era solo una ragazza, stupidi ormoni, dovevo mantenere il controllo.
 Quasi non mi accorsi che Silente aveva parlato per rassicurarla, era agitata ma sarei stato sorpreso del contrario; prese un profondo respiro e si mise seduta con leggerezza ed eleganza aspettando le risposte, che anch’io volevo.


 
Pov Mira
 
 Mi ero seduta comodamente sulla sedia, dovevo stare calma, sicuramente era qualcosa da niente ed io stavo ingigantendo la cosa, sì sicuramente era così.
 Nel mentre il Folletto o Goblin aveva incominciato a parlare.

«Vede Signorina White dopo numerose ricerche fatte da me e dal Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts Albus Silente, siamo riusciti a comprendere le sue vere origini - disse per poi continuare con la notizia che in seguito mi avrebbe cambiato letteralmente la vita - Sono lieto di informarla, come lei forse già saprà, della sua natura di strega e mi chiedo se lei sappia delle distinzioni che, ahimè, ci sono nel mondo magico.» Mi domandò.
«Cosa intende dire scusi?» Chiese Harry accigliato.
«Vede Signor Potter, il suo momento delle spiegazioni verrà dopo, quello che intendevo è: la Signorina sa delle divisioni tra maghi Purosangue, Mezzosangue e Nati Babbani?»
Annuì accigliata, certo che le sapevo certe cose, me le aveva spiegate Harry il giorno della nostra lunga chiacchierata, ma questo che centrava?
«Bene secondo la logica lei Signorina dovrebbe essere una Nata Babbana poiché i suoi genitori sono Babbani - altro mio cenno d’assenso - ma i suoi genitori sono in realtà tutti e due dei maghi, maghi Purosangue per precisare.» Finì guardandomi.

«Cosa? - gridai alzandomi di scatto dalla sedia- No è impossibile, quindi io dovrei essere stata adottata?»

No, non era possibile, mamma e papà? Elena e Christian? No, non potevano non essere i miei veri genitori, mi avevano amato sopra ogni cosa, mi avevano dato tutto quello di cui avevo bisogno, non potevano essere semplicemente i miei genitori adottivi, vero?! Ma allora chi erano i miei veri genitori?
 Mi risedetti sulla poltrona, tutto d’un tratto stanca e affaticata, quando sentii qualcuno stringermi la mano.
 Era Harry.
 Mi guardò con occhi preoccupati e una semplice domanda impressa in quel mare verde: Tutt’okay?
 Annui tenendo stretta la sua mano, non m’importava che ci conoscessimo da poco ma sentivo che in quel momento avevo bisogno di lui o mi sarei spaccata, il mio mondo sarebbe andato in pezzi e io non credevo di avere la forza di poterlo ricostruire.
 Sapevo che c’era qualcosa di sbagliato in quel contatto, c’era qualcosa di sbagliato nel bacio di ieri notte, come un muro che ci impedisse di avvicinarci e ieri notte ci avesse messo alla prova abbassandosi e noi, facendo quel gesto, era come se fossimo caduti in peccato.
 Ma questo per ora non mi importava, avevo cose più grosse da affrontare. Un problema alla volta è l’unico modo per superarli tutti mi diceva sempre mio padre, cioè Christian, cioè il Signor White… ahh stavo impazzendo!
 Quasi non mi ero accorta che l’esserino che mi stava di fronte mi aveva posto una domanda.
«Scusi cosa ha detto?» Chiesi sbattendo le palpebre confusa.
«Le avevo precisato che adottata non è il termine più adatto alla sua situazione, vede non si sa per quale motivo lei fu strappata dalla sua famiglia e abbandonata davanti alla porta della famiglia White, purtroppo non si hanno più notizie loro dalla sua scomparsa. Ora le stavo chiedendo se vorrebbe sapere di più sulla sua famiglia biologica o vorrebbe aspettare per poter assimilare meglio le informazioni ricevute.»
Concluse lui raddrizzandosi per tutta la sua misera statura.
«Io credo di voler sapere di più, è l’unico modo per poter veramente comprendere.» Dissi io incerta appoggiandomi di più allo schienale.
«Beh, allora credo di doverle raccontare una storia Signorina White.» Intervenne il Professor Silente.
«Vede secoli fa, ai tempi delle prime comunità magiche, per meglio dire nell’epoca di Merlino e Morgana, c’erano quattro importanti famiglie o casati, essi erano: i Devon, i Potter, i De La Mort e i Malfoy. Ora i De La Mort e i Devon erano contro i Malfoy e i Potter per colpa di un’antica disputa avvenuta molti anni prima.
Merlino ad esempio era un Potter e Morgana una De La Mort, anche i quattro fondatori appartenevano a due di queste casate.
 Godric Grifondoro era un Potter così come Priscilla Corvonero invece Salazar Serpeverde e Tosca Tassorosso erano due Devon.
 La particolarità di queste quattro casate è che ogni suo discendente ha un dono in comune con tutti gli altri appartenenti alla propria famiglia; ma è anche importante il sangue perché se per caso un membro di questa famiglia si sposa o si unisce con un non-magico o con un mago inferiore, per così dire mezzosangue, la magia del sangue in esso contenuta si diluisce per poi scomparire.
 Negli ultimi secoli queste quattro famiglie sono andate via via scomparendo, in vita tuttora ci sono solamente cinque loro discendenti.»

Io lo guardai ad occhi aperti per poi girarmi verso Harry, non era possibile (sono ripetitiva lo so, ma vorrei vedere voi al posto mio), Harry era un discendente di Merlino e di due dei Fondatori. Lui era altrettanto sorpreso ma non lo faceva vedere, un giorno me lo dovrà insegnare come fare, mi rigirai verso il Professor Silente sbigottita.

 «Chi sono?» chiesi con voce flebile.
«So che siete molto confusi e non vorrei fare altra confusione nelle vostre giovani menti, ma se proprio lo volete sapere - sospirò per poi mettersi comodo sulla sedia – Partiamo dai Malfoy, ovviamente gli unici ancora in vita sono Lucius Abraxas Malfoy e suo figlio Draco Lucius Malfoy, per i De La Mort invece c’è lei Signorina, con il suo vero nome cioè: Michelle Lareau De La Mort, per i Devon abbiamo la Signorina Granger anche lei nella sua stessa situazione Signorina De La Mort, con il vero nome di Daiana Alexandra Devon e infine lei Signor Potter che è il discendente sia dei Potter che dei Devon.» Finì lui.
«Come può essere?» Chiese lui esterrefatto.

«Vedi Harry tua madre fu abbandonata così come Hermione o meglio Daiana e Michelle. Purtroppo negli ultimi secoli, come ho detto poco fa, queste famiglie si stanno man mano estinguendo e l’unico modo per far andare avanti la dinastia è che le donne di queste quattro famiglie si sarebbero dovute sposare con un mago perfettamente Purosangue; purtroppo a differenza delle vostre famiglie non ci sono più maghi di questo genere e così le suddette famiglie abbandonavano alla nascita le bambine. Alcune come la famiglia De La Mort sono stati costretti ma ahimè i Devon no.» Rispose il Preside.

«E cosa succede se queste famiglie si sposassero tra loro?» Domandai io sbigottita.
«Niente di particolare Signorina De La Mort, l’unica cosa è che i bambini della coppia saranno molto potenti.» Disse con sguardo divertito vedendo le nostre mani intrecciate, io ovviamente arrossii (e quando mai?).
«Ehm, come mai non si sono sposati tra loro per continuare la dinastia, al posto di abbandonare le bambine, s’intende.» Dissi io esternando i miei dubbi.
 «Purtroppo le famiglie, come ho detto, si odiavano e non intendevano cooperare.» Disse tristemente.
«Come mai ci ha detto tutto questo solo adesso?» Chiese Harry impettito.
«Caro Harry, oh quanto sei cresciuto, vedo in te i tratti dei Potter e dei Devon, acuto, furbo, intelligente, potente ma leale e coraggioso. Avrete tutte le restanti informazioni quando anche la Signorina Devon e il Signor Malfoy saranno informati, cioè ad Hogwarts.» Gli rispose Silente.
«Perché ci ha fatto venire qui allora?» Lo interrogò nuovamente Harry spazientito.
«Vedi Harry siamo venuti qua per semplici problemi burocratici d’ordinanza che però si dovranno comunque eseguire. Inoltre quando saremo ad Hogwarts cercherò di informarvi di più sulle vostre famiglie e sul loro ruolo fondamentale.» Rispose pazientemente.
«Perfetto allora che dobbiamo fare?» Domandai io al limite della pazienza, avevo il cervello che scoppiava.
 Silente sorrise.
 «Perfetto per prima cosa dovrete prendere conoscenza di tutti i vostri averi, visitare i vari Manieri e riabilitare i vostri fondi, per poi andare al Castello.» Disse il Goblin professionalmente.
«Al Castello?» Chiesi io.
«Beh, Signorina De La Mort questo purtroppo…» incominciò il Preside, ma non ebbe il tempo di finire che Harry lo interruppe.
«Ad Hogwarts, vero?» Affermò Harry convinto.
«Esatto Harry - sorrise tristemente il Preside - per le altre cose come visitare i Manieri e riabilitare i vostri fondi potranno benissimo farlo i vostri Elfi Domestici che sono al servizio delle famiglie, invece per la conoscenza degli averi penso che potremmo farlo subito. No?» Chiese infine il Preside al Goblin.

«Perfetto, vado a prendere le carte.» Disse per poi scomparire dietro una porta laterale.
«Preside posso farle una domanda?» Chiese Harry.
«Certamente, me ne hai già fatta una ma posso concedertene un’altra.» Disse sorridendo (ND. Autrice Quanto odio quando fa così, sempre la solita zolfa).
«Ma Harry James Potter è il mio vero nome?» Continuò il moretto.
 Non ci avevo pensato ma poteva essere probabile.
«No, il tuo nome per intero è in realtà molto lungo: Alistair Harry James Devon Potter, cioè Alistair Potter ma credo che per poter nascondere meglio la tua discendenza abbiano usato soltanto i nomi essenziali.» Rispose cordiale.

 Per non farvi annoiare spiegherò in breve quello che io e Harry, pardon Alistair, abbiamo fatto nelle due ore a seguire:

1.Scoprimmo di essere le due persone più ricche del pianeta, Harry per due volte poiché aveva sia i beni dei Potter che dei Devon.

2.Avevamo in totale sette castelli ciascuno in Gran Bretagna e un’altra centinaia nel mondo.

3.Firmammo tante, tante, tante carte.

4.Visitammo una decine di camere blindate grandi come l’intera stazione di New York e altrettanto piene.

 Dopo un bel po’ uscimmo dalla Gringott pieni zeppi di informazioni e con un bel voltastomaco per i giri su quelle specie di montagne russe.
 Harry ritornò subito a casa per poter mantenere la sua farsa da “malato”, io invece tornai dai Weasley che, avendo prelevato dei soldi da una mia camera blindata, mi avevano gentilmente comprato tutto il necessario per Hogwarts.

 Allora io, Ron, Hermione e Ginevra-Antipatica-Oca-Weasley, ci dirigemmo da Florian Fortebraccio a mangiarci un gelato, mentre gli altri erano in giro per negozi.
 «Allora che ti ha detto Silente?» Mi chiese Ron.
«Niente di che, solamente affari burocratici.» Risposi con sufficienza, va beh infondo era in parte vero.
«Voi che avete fatto?» Non l’avessi mai detto: Ron incominciò a parlare a macchinetta di nuove scope, di Quidditch, di come lui fosse bravo a giocare e di tutte le sue “eroiche” avventure ecc.

 Hermione mi guardo con aria di scuse e di compassione, mentre quella st****a di Ginevra se la rideva.
«Ma davvero Ron? Beh, allora Hermione che mi dici della scuola? Ho sentito parlare di case.» Domandai sperando di spegnere quella macchinetta spara parole.

«Vedi Mira, Le quattro case di Hogwarts prendono il loro nome dai quattro fondatori della scuola: Godric Grifondoro, Salazar Serpeverde, Priscilla Corvonero e Tosca Tassorosso. Le case competono fra loro per guadagnare punti, che vengono registrati in una delle quattro clessidre poste nella sala d'ingresso della scuola che si aggiornano magicamente ogni volta che un insegnante aggiunge o toglie punti. Ogni clessidra è dedicata ad una casa. I punti possono essere vinti o persi a seconda degli eventi che si susseguono durante l'anno: la maggior parte di essi viene inteso come premiazione o punizione di un comportamento di uno studente, come rispondere correttamente ad una domanda o arrivare tardi a lezione. I punti possono essere tolti e assegnati da insegnanti, prefetti, caposcuola e preside.
 Nei primi anni di Hogwarts i quattro fondatori smistavano loro stessi i nuovi studenti, ma pensando a come si sarebbe potuto fare dopo la loro morte, Godric Grifondoro decise di incantare il suo cappello dando ad esso una mente che gli conferisse capacità di smistare gli studenti in base alle loro qualità. Le case ad Hogwarts fungono soprattutto da comunità per gli studenti, ogni casa ha un dormitorio separato insieme ad una Sala comune all'interno di esso nella quale gli studenti della stessa casa possono socializzare. Il resto del dormitorio è diviso sia per anno che per sesso, con un totale ideale di quattordici camere per ogni casa.» Finì lei. Sembrava un’enciclopedia, beh infondo era una Devon.

«Ragazzi andiamo?» Disse una voce da lontano, era il resto del gruppo e solo in quel momento mi accorsi che era già il tramonto.
«Arriviamo mamma.» Gridò Ginevra.
 Pagammo il conto e ci avviammo al Paiolo Magico per poi ritornare con la macchina a Grimmauld Place.
 Entrando in casa Ginevra scappò al piano di sopra gridando a squarciagola una frase che in seguito le fece guadagnare il titolo di “La più odiata da Michelle (Mira) del mese”

«Mamma vado a vedere come sta il mio Harry.» Ovviamente la madre scoppiò a piangere dicendo “Oh la mia piccola Gin, sta crescendo” oppure “Saranno una bellissima coppia proprio come me e Arthur”. Ok a quel punto avevo bisogno di vomitare e sfogarmi.
 In quel momento due coppie di mani mi presero per la vita trascinandomi e gridando:
«Oh la nostra bellissima Mira come sta oggi...» Disse un gemello.
«…la nostra dolce principessa...» Continuò un altro.
«Se continuate così vi mozzo le mani.» Li minacciai con un risolino per quella scenetta.
 Loro ovviamente continuarono.
«…con il dente avvelenato.» Dissero in coro per poi scoppiare a ridere seguiti a ruota da me.
 Quei due erano veramente un tesoro, riuscivano a farmi sorridere anche quando avrei voluto piangere o gridare dalla rabbia e dalla frustrazione.
 Quella sera a cena andò tutto liscio, Harry si presentò con un sorriso mozzafiato sempre bellissimo e cosa più importante di tutte…
 Rullo di tamburi… Ginny non si presentò alla cena e salita al piano di sopra la trovai a piangere nella sua stanza… alleluia.
 Un po’ mi dispiaceva, ma ehi, ero una De La Mort che vi aspettavate.



 
   
 
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