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Autore: piccolo_uragano_    22/03/2015    3 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Martha non riuscì a dormire. Rimase ferma, nel buio, ad ascoltare il respiro di Sirius, che dormì solo qualche ora. Era tutto diverso, tutto bello, ma tutto spaventoso.
Come prima cosa, lei e Lily erano a casa di James Potter. Sebbene per lei ormai lui fosse un fratello, solo un anno prima lo detestava. Anche Lily lo detestava, e Martha aveva avuto spesso l’impressione che lei lo detestasse ancora, sebbene si fosse dimostrato simpatico, comprensivo e gentile, ma pur sempre egocentrico, sbruffone e rompiscatole.
Si era innamorata di Sirius Black, il fratello di James Potter, e lui le aveva regalato un ciondolo bellissimo appartenente a persone che ora erano Mangiamorte.
La mattina prima, il giorno di Natale, erano stati attaccati in mezzo a ventitré Babbani innocenti, tra cui il suo unico amico Babbano. Era stata Cruciata per tre volte dalla cugina del suo ragazzo, e, chiudendo gli occhi, riusciva ancora a vedere, senza alcuna fatica, gli occhi grigi di Bellatrix, tremendamente simili a quelli di Sirius, pieni di odio.
Aveva ricominciato a cantare, e aveva anche accettato di cantare davanti ad un numero indefinito di persone, la notte di Capodanno. Stupido, stupido James.
Rose era stata lì con loro, il giorno di Natale, e sarebbe tornata la mattina dopo. Remus, invece, dormiva nella stanza accanto a Lily.  Il fatto che sua sorella stesse legando con i Malandrini, dopo la litigata per colpa di ciò che c’era stato tra lei e Sirius, era bellissimo. Si respirava aria di vera famiglia, ed era questo che cercava di far capire a Sirius, anche se lui a volte era talmente testardo che sarebbe stato più semplice sbattere la testa più volte contro il muro.
Quando sentì, sopra la sua testa, i passi leggeri inconfondibili di Lily, decise che si sarebbe potuta permettere di alzarsi. Appoggiò i piedi nudi sul parquet della camera di Sirius e si fece una veloce doccia ghiacciata. Indossò un largo maglione azzurro di Sirius, che portava il suo buonissimo profumo, scollato a V così da mostrare il ciondolo, con dei pantaloni bianchi a zampa di elefante. Raccolse i  capelli in una treccia che cadeva dolcemente sulla spalla.
Si chinò su Sirius, dandogli un leggero bacio sulla fronte. Lui si mostrò già sveglio.
“Amore.” le disse, con voce comunque assonnata.
“Buongiorno.”  Rispose lei, con un sorriso.
“Dove vai?”
“Di sopra, tu dormi.”
Lui, in tutta risposta si girò dall’altra parte e disse che avrebbe provato a dormire solo per altri cinque minuti. Martha sorrise, sapendo che, se fosse riuscito ad addormentarsi, quei cinque minuti sarebbero diventati delle ore.
In cucina si aspettò di trovare Lily, ma trovò James, seduto sul divano, guardando il fuoco del camino senza vederlo. Erano le sei del mattino e lei ebbe l’impressione che lui non si fosse mai mosso da lì.
“Buongiorno.”  Sussurrò, avvicinandosi.
Lui ebbe un sussulto. “Che ci fai già sveglia?”
“Non ho dormito molto, e scommetto che tu non hai nemmeno messo piede in camera tua.”
“Temo che tu abbia vinto.”
“Ovviamente.” Rispose lei, e lui la guardò per la prima volta da quando le era piombata in salotto.
“Come stai?” le chiese.
“Bene.” Rispondere era così automatico, che solo dopo si rivide per terra nella cabina della London Eye.
“Sicura?”
“Sembri Sirius ieri sera. Sto bene. Starei peggio se al posto mio ci fosse stato uno di voi.”
“Allora puoi immaginare come stiamo noi, no?”
Lei rimase a bocca aperta. Non aveva ancora guardato l’altra faccia della medaglia. Loro stavamo peggio di lei, che aveva ancora male ai muscoli e alle ossa.
“Mi sono spaventato a morte, ma non credere che lo ripeterò mai più.” Riprese lui, in un sussurro.
“Sirius dice che … che non sarà l’ultima volta.”
“Certo, è per questo che m sono spaventato a morte. Perché era solo un assaggio, era … era solo l’inizio.”
“Credo che non metteremo mai più piede nella Londra Babbana.” Scherzò lei, per cambiare discorso. Lui la guardò di nuovo, vedendo il ciondolo brillare alla luce del fuoco.
“Alla fine te l’ha dato, il ciondolo.”
“Si.” Rispose lei con aria fiera. “Si, ed è … bellissimo.”
“Sembri già la signora Black.”
E ricominciarono a ridere, ridere come fratelli, come se il mondo fosse nelle loro tasche e non si stesse preparando ad una guerra.

Poco dopo, tenevano in mano due tazze di caffè bollente ed amaro.
“Lily … ha davvero promesso a sua sorella che sarebbe tornata?” chiese James, di punto in bianco.
“No.” Rispose Martha con un sorriso. “Cioè, si, in un certo senso. Diciamo che l’ha più minacciata.”
“Non vanno d’accordo?”
“No. Petunia la odia da … beh, da quando ha scoperto di essere una strega.”
“Perché?”
“Petunia … lei odia ciò che va oltre l’ordinario, ecco. E Lily è … beh, è straordinaria.”
“Si, lo è.” Affermò James. “Se le chiedessi i uscire rifiuterebbe, vero?”
“Si. Ma questo non vuol dire che tu non ci debba provare. Però, se fossi in te, aspetterei di tornare al castello.”
“Okay.” Rispose lui, tornando a fissare il fuoco.
 
Quando Remus li raggiunse con aria assonnata e gli occhi di chi ha dormito poco, li trovò a discutere come bambini per la notte di Capodanno.
“Non ci staranno mai tutti qua sotto, James!”
“Rose farà un dannato incantesimo per allargarla ancora di più!”
“Oh, certo, perché questi muri non sono già imbrattati d’incantesimi, vero?”
“Che c’entra?”
“Che è già incantata, la taverna!”
“Allora useremo il giardino!”
“Peggio ancora!”
Remus li guardava divertito. “Buongiorno.” Disse, entrando in cucina. Loro stavano ognuno ad un lato del bancone.
“Buongiorno, Remus.”  Salutò cordialmente Martha. “Immagino di non poter contare su di te per far ragionare il tuo amico.”
Lui alzò le mani in segno di resa. “Spiacente, Martha. Solidarietà Malandrina.”
“Io … io me ne ricorderò, Remus.” Lo minacciò, puntandogli il dito contro.
“Potresti ascoltare la mia grande idea?”
“Se proviene dalla tua materia grigia, James, dubito seriamente che sia una grande idea.”
“Martha, per favore, ascoltami per un secondo!”
Lei incrociò le braccia sul petto. James capì che era il segnale, il segnale che aveva tre secondi per parlare.
“Invitiamo sesto e settimo anno di Grifondoro, Tassorosso e Corvonero, okay? Musica, Burrobirra, balli. Poi ad un certo punto compari tu su un palco e canti, canti ciò che vuoi, con la tua chitarra, incantandoci tutti. Poi usciamo in giardino a guardare i fuochi d’artificio babbani, accogliamo l’anno nuovo e poi si ricomincia a ballare.”
“Facciamo un karaoke!”  intervenne Remus.
“Remus, sono sicura che tu non sia lucido in questo momento.” Ribatté Martha, con tono freddo.
“Che cosa dovremmo fare?”
“Un karaoke!” ripose Remus, entusiasta.
“E che cosa sarebbe?”
Martha sbuffò, portandosi una mano sulla fronte. Poi lei e Remus si guardarono divertiti, ed iniziarono a sparare parole babbane a raffica per il semplice gusto di far impazzire James.
“Supermercato?”
“Televisore?”
“Lavastoviglie!”
“Pallavolo!”
“Audiocassetta.”
“Film?”
“Telefono!”
“Ristorante.”
“Crociera!”
“Aspirapolvere?”
“Pallacanestro.”
“Motocicletta!”
“Altalena?”
“Termosifone?”
“Frigorifero!”

Fu Sirius a mettere fine al tutto, irrompendo in cucina, chiedendo se Remus e Martha fossero impazziti. James aveva le mani nei capelli: lui odiava non sapere le cose.
“Remus ha proposto un taratote.” Sospirò James a Sirius.
“Credo parlasse di un karaoke, fratello.”
“Si, insomma, quella cosa lì. Poi hanno deciso di farmi impazzire!”
“Oh, no, non siamo stati noi” replicò Remus, ridendo “devi essere caduto da piccolo.”
“E avere sbattuto la testa molto, molto forte.” Aggiunge Martha.
James guardò il suo migliore amico, implorandolo di spiegargli cosa fosse un dannato taratote. Quando Sirius ebbe finito, James saltellava per la felicità in giro per il salotto. Erano le otto del mattino, quando Rose entrò nella taverna con delle scatole di ciambelle ricoperte di cioccolato tra le mani. Guardò James con aria incuriosita.
“Credo sia impazzito.” La tranquillizzò Martha.
Rose sorrise, e, in quel momento Lily spuntò dalle scale. Osservando James, rise, e poi Remus le disse ciò che Martha aveva appena detto a Rose.
Lily annuì, e quando fece per salutare Rose, notò le scatole che aveva in mano. “Hai fatto i biscotti?!”
I biscotti di Rose, per i Redfort e per Lily, erano una festa. Era davvero brava, e, spesso, si trovarono ad implorarla di cucinare di nuovo.
“Mi sono evoluta, in realtà.” Rispose Rose, facendo spallucce. “Sono ciambelle. Ciambelle ricoperte di cioccolato.”
Remus sorrise e Rose gli strizzò l’occhio con complicità, comunicando che ce ne sarebbero state tre a testa.
“Miseriaccia, Rose” commentò Remus, mentre tutti si sedevano al tavolo “non riuscivi a dormire?”
“Non ci ho nemmeno provato.” Rispose lei, distribuendole. “Qualcuno recuperi James!”
Ramoso, in effetti, stava ancora saltellando felice come un bambino.
“James?”  chiamò Martha. “James! Dannazione, fermati!”
Sirius osservò divertito il suo tentativo, poi urlò “GRIFONDORO PERDE CONTRO SERPEVERDE!”
Gli bastò questo, per tornare in sé, estrarre la bacchetta e gridare “CHE COOOSAAA?!”
“No, intendeva che Rose ha fatto le ciambelle.” Rispose Remus, visto che Sirius stava già mangiando.
Martha, dal canto suo, fissava la gigantesca ciambella davanti a sé con diffidenza. Sirius, da bravo cane, mangiava come se non ci fosse un domani, ma James si accorse della diffidenza della ragazza.
“Dì un po’, Martha” le disse “hai intenzione di aspettare che cammini verso la tua bocca?”
Lei sembrò riprendersi da un mondo tutto suo.
“Non ho fame, in realtà.” Rispose con aria stranita.
“Non mangia da ventiquattro ore, Martha.” La richiamò Lily.
“ … ‘agione Lily!” esclamò Sirius, con la bocca piena. “ … ‘evi ‘angiare!”
“Non ho fame.”  Ripeté Martha.
“Martha, ti mangio io se non mangi le tue ciambelle.”  La avvisò James.
Lei sbuffò. “Scusate.”  Disse poi.
“Non devi scusarti. Credo sia colpa delle Cruciatus, sai, la … perdita d’appetito.” La tranquillizzò Remus.
“Oh.” Riuscì solo a dire Martha.
I segni di quel Natale erano ancora fisici. Guardava quella ciambella e voleva mangiarla, ma poi era come se il suo stomaco ricordasse le lame bollenti che l’avevano trafitta lungo tutto il corpo il giorno prima, e quella ciambella perdeva d’importanza. Sirius, dal canto suo, non aiutata affatto la situazione, ingozzandosi come se avesse un totale di secondi da non superare.
Ma Martha riuscì a mordere quella ciambella, e Remus aveva anche capito perché. Non voleva darla vinta alla Maledizione Cruciatus. Così come la mattina prima non aveva urlato, ora addentava lentamente quella ciambella. Perché lei era più forte di qualsiasi maledizione.
Sirius, la cui faccia era in parte nascosta dai boccoli castani, le baciò la tempia con amore. Lei, intanto, addentava un altro pezzo di ciambella. “Non guardatemi!” borbottò imbarazzate, poi, e ognuno riprese la sua ciambella.
“Dobbiamo andare a prendere della Burrobirra.” Sospirò James, dopo un po’.
“E del Whisky Incendiario.” Aggiunse Sirius.
In quel momento, un gufo grigio picchiettò alla finestra. Rose si alzò di corsa e prese la busta. “Martha, è … è da parte di papà.”
Martha si ingozzò con la ciambella che aveva fatto tanta fatica ad addentare. “Glielo hai detto?!” sbraitò contro sua sorella.
“No!” si difese lei. “Certo che no!!”
“Aprila, Rose.” La invitò Lily.
Rose, con mano tremante, aprì la busta. Dentro, vi trovò la prima pagina della Gazzetta del Profeta. Un titolo in caratteri eleganti diceva Mangiamorte nella Londra Babbana, attaccata una Mezzosangue minorenne con amici. Sotto, una foto del Marchio Nero sopra la London Eye.
Sotto, ai piedi della pagina, la calligrafia di Robert.

Voi state bene, vero? Ne sapete qualcosa? Fatevi sentire! Papa’

“Vuole solo assicurarsi che stiamo bene.” Sospirò Martha.
“Ma … perché non glielo dite?” chiese James.
“Per Marie.” Rispose Lily.
“Lei … lei non reggerebbe.” Riprese Martha “Per lei il mondo magico è fatto di Creature Magiche e Gratta e Netta, James. Mio padre le ha sempre detto così, non sa nemmeno della rivalità tra noi e le Serpi.”
“Perché?”
“Perché è bello che qualcuno creda ancora che questo mondo sia fatto solo di cose belle.”
“E perché non lo dite solo a lui?”
“Lui non ha saputo nemmeno tenere segreto a mia madre che il cane stava male, James.”
James ci rifletté su qualche secondo. “Voi … voi non avete un cane!”
Appunto.” Sottolineò Rose.
“Oh.” Si limitò a dire James, addentando la sua ciambella. “Mi … dispiace per il cane, allora.”
Martha sorrise. “Non fa niente, James.”


Rose comprò alcolici, alcolici e altri alcolici, nonostante mancasse una settimana a Capodanno. Per ogni cassa di Whisky Incendiario o Burrobirra che faceva apparire all’interno della taverna, Martha spalancava sempre di più la bocca, mentre i sorrisi dei Malandrini si allargavano. James aveva detto che sarebbe stato un tranquillo Capodanno in compagnia ma con tutti quegli alcolici, se ci fossero state solo le persone che volevano farle credere, sarebbero andati tutti in coma etilico.
“Dì un po’, Rosie. Quante persone abbiamo invitato?”
“Quelle che ti abbiamo detto.” Rispose.
Quando delle casse di vodka babbana comparvero accanto alle altre, Martha iniziò a pensare di uccidere James a mani nude.
Lui iniziò a ridere, insieme a Sirius, mentre Peter sogghignava tra loro e Remus scuoteva la testa. Lily era chiusa in camera sua mentre Rose continuava a estrarre casse di alcolici dalla borsa.
“Abbiamo solo detto di portare qualcuno.” Disse James, scrollandosi nelle spalle con aria innocente.
Martha ringhiò irritata. “JAMES CHARLUS POTTER!
Lui smise di ridere, terrorizzato da quel ringhio. “Sembri la signora Felpato, quando ringhi così, Martha Marie Redfort. Comunque, manca ancora una settimana …”
Martha estrasse la bacchetta e la puntò con rabbia contro il suo migliore amico. “Io. Non. Canterò. Davanti. A un mare. Di persone.
“Lo hai promesso, Martha. E sei una dannata Grifondoro. Il tuo orgoglio non ti permette di venir meno alle promesse.”
“Lo hai fatto apposta! Dannato idiota! Dillo che lo hai fatto apposta, Potter! Dillo, o giuro che ti Cru …” si bloccò di colpo.
Crucio! Ripeté la voce di Bella Black nella sua testa, e, per un secondo, rivide la moquette della London Eye macchiata dal sangue del suo naso.  Sentì di nuovo quelle spade bollenti trafiggerla da cima a fondo. La sua  bacchetta era a pochi millimetri dalla gola di James, che la guardava con aria terrorizzata ma divertita, poi, però, parve ricordarsi di una cosa.
 “Hai ancora sedici anni, Redfort. Niente magie fuori da Hogwarts.” Disse, ignorando il ricordo del giorno prima.
Oh, vogliamo scommettere?!
Martha faceva davvero paura, quando era arrabbiata.
Sirius provò a difendere il suo migliore amico. “Martha, tesoro, non …”
Lei si scagliò contro di lui. “Tu lo sapevi, Sirius! Domani arriverà un mare di gente!”
“Tesoro, io …”
Non chiamarmi tesoro se sono arrabbiata, Black!”
Ringhiava proprio come Felpato.
“Okay, Redfort, non …” ma fu interrotto da Lily, che si aggiunse al gruppo, chiedendo, basita, dove avesse trovato della vodka babbana.
“A proposito, che cosa è?” chiese James.
“Beh” rispose Rose “l’unica volta che ho visto Martha ubriaca al punto da non ricordarsi dove fosse casa nostra, è stato grazie a quella. E ne aveva bevuta …”
Non è importante.” Tagliò corto Martha, ringhiando di nuovo, ma Sirius aveva già ululato un wow! E gli altri Malandrini stavamo già ridendo.
“Martha, mettila così.” La richiamò Lily, sedendosi sul divano con aria beata “Con quella in circolo, nessuno sarà così lucido da chiederti di cantare, se non ti va di farlo.”
“Sarebbe uno spreco.” Intervenne Remus. “Alla fine, la festa è per te e quella chitarra.”
“Metteremo un palco, e Allargherò la stanza …”
“Rose, dovresti aspirare ad organizzare matrimoni, non a diventare Pozionista.” Le disse sua sorella.
“Non amo i matrimoni.”
“Oh, al nostro ci verrai.”  Intervenne Sirius “Tua sorella avrà una crisi isterica quando metterà il vestito se non prima, e James non sarà di nessun aiuto.”
“E perché?”  chiese Ramoso.
“Perché sei una primadonna egocentrico e narcisista, James.”
Narcichecosa?
“Non c’è fine al peggio!” esclamò Martha.
In quel momento, qualcuno bussò alla porta. Martha si bloccò, con la bacchetta ancora in mano. Charlus e Dorea avevano detto che sarebbero passati la sera, per assicurarsi che fosse tutto a posto, che stessero bene, ma non di prima mattina. Gli elfi domestici si Smaterializzavano, ma non troppo, perché James non li voleva, diceva che gli sembrava di sfruttarli. Lo stesso Ramoso corse ad aprire, senza dare troppa importanza al fatto che avessero bussato, e si trovò davanti Charlus e Dorea, affiancati da Robert Redfort, che, per la barba di Merlino, aveva stampata in volto un’espressione di puro terrore.
“Martha! Rose! Lily!”  esclamò.
“Entri, Robert, penso che dovremmo chiacchierare un po’ con i nostri figli.” Sospirò Dorea. La sua faccia non prometteva nulla di nuovo.
Martha si irrigidì, cercando Sirius con lo sguardo. Lui la stava già guardando, annuendo sicuro. James rimase impassibile, mentre Lily e Rose avevano dipinto sul volto lo stesso dubbio di Martha.
“Mamma, eravamo d’accordo che non gli avremmo detto nulla, e …”
“Che cosa avrebbe dovuto dirmi, ragazzo?” chiese Robert, entrando.
James si bloccò a sua volta. “Ehm …”
“Che cosa vuoi sentirti dire, papà?” chiese Martha, con voce fredda e distante.
“La verità, solo la verità.” Rispose lui.
“Allora siediti.” Gli disse Rose. “Devi sapere un bel po’ di cose.”
Lui si sedette con aria impaurita, seguito dai Potter. Sirius, James, Rose, Lily e Martha si sedettero davanti a lui, mentre Peter e Remus rimasero a guardare la scena, non sapendo cosa aspettarsi.
“Eravate voi, non è vero? I ragazzi minorenni attaccati dai Mangiamorte a Londra.” Chiese Robert.
I cuori dei ragazzi si fermarono. Era comunque giusto che lui sapesse tutto?
“Si.” Sospirò Martha.
“È stata colpa mia, non …” iniziò Sirius.
“Smettila, Sirius.” Lo fermò Dorea.  “Non è stata per niente colpa tua.”
“Perché credi che lo abbia fatto, sennò?”
“Perché sono una Mezzosangue, ricordi?” lo schernì Martha. “E tu stai con me, e sei felice con me, e questa è la tua unica colpa.”
“Che ti hanno fatto, Martha?” intervenne Robert.
Martha, di nuovo, si bloccò, e borbottò qualcosa.
“Non ho capito.” Rispose Robert, sempre più spaventato.
Cercò lo sguardo di ognuno dei Malandrini, quello di Lily, quello di Rose, e persino quello di Charlus e Dorea. “Maledizione Cruciatus.”  Disse, poi, con un filo di voce.
Robert scattò in piedi. “CHE COSAAA?! Pensavo che al massimo ti avessero Schiantata, voglio dire, in centro il giorno di Natale!”
“Papà, calmati, non …”
“No che non mi calmo, Martha! Ti hanno Cruciata!”
Anche Martha si alzò. “Papà, guardami! Sto bene! Sono qui, stiamo bene, ce la siamo cavata!”
“Si muore di Cruciatus, Martha!”
“Papà, tre Cruciatus non hanno mai ucc-“
TRE?!
Martha fece la faccia da bambina imbronciata.
“Dimmi chi è stato. Dimmi chi è stato, Martha, e giuro che lo vado a prendere, e …”
Non ti dirò chi è stato.” Tagliò corto lei, ringhiando di nuovo.
“Perché no?”
“Perché non mi va di vederti chiuso ad Azkaban, la mamma non lo reggerebbe!”
“Oh, andiamo, pensi che quando tornerò a casa e le dirò che la sua bambina è stata torturata, non …”
Non lo dirai alla mamma.” Intervenne Rose. “Lei non c’entra niente.”
“Certo che c’entra, insomma, lei è …”
“Lei è una Babbana. Sai quanto ci metterebbero ad ucciderla?” ringhiò di nuovo Martha.
“Potremmo proteggerla.” Intervenne Dorea. “Potremmo tenerla nascosta.”
“Dorea, ti ringrazio, ma non puoi tenere nascosti tutti i Babbani che …”
“Ma lei non è tutti, Martha.” La voce di Dorea era calda e piena d’amore. “Lei è la tua mamma, e tu sei la ragazza del nostro Sirius. Deve sapere cosa sta succedendo, e deve anche essere protetta da questa guerra, che indirettamente è anche la sua. Non è tutti i Babbani, anche se sai che mi piacerebbe poterli proteggere tutti.”
“Dorea ha ragione, Martha.” Sospirò Sirius.
“Siete le sue figlie, alla fine. E siete in pericolo.” Continuò James.
“Tutti noi siamo in pericolo, James!” obbiettò Martha.
“Hai detto tu che combatteremo, Martha, lo hai detto tu che voi quattro avreste combattuto anche per me, anche se mi fossi chiusa in casa e avessi lasciato che la paura mi mangiasse, perché penso che, comunque vada, non ne usciremo tutti vivi … o erano solo parole, per te?!”
“Rose! È proprio perché non ne usciremo tutti vivi che devi tenerla lontana da questa guerra!”
“Credo che siano due modi diversi per proteggerla.” Iniziò Dorea. “Ma da madre, Martha, ti dico che se i miei figli vivessero in un mondo diverso e io sentissi che in quel mondo c’è qualcosa che non va – e fidati, una madre certe cose le sente- vorrei essere informata di ogni cosa, e sarei disposta a rischiare la vita per sapere. Alla fine, se ci pensi, rischia di più stando a casa senza sapere.”
“Dorea, tu e mia moglie siete più simili di quanto sembri. Anche lei, sicuramente, condivide il tuo pensiero.”
“Grazie, Robert. Se siamo tutti d’accordo, direi che …”
“Marie.” Le suggerì Sirius.
“Ecco, che Marie può venire a stare qui, ed essere messa al corrente di ogni cosa.”
“Sarà ancora più in pericolo!” protestò Martha.
“Forse hai ragione, Martha, ma almeno saprà!” urlò James. “Saprà i pericolo che abbiamo deciso di correre, e della guerra che abbiamo deciso di combattere!”
Martha guardò James con un’espressione indecifrabile, per poi guardare il suo ragazzo. “Sirius?”
“Io sono d’accordo con James.” Rispose lui, cercando di tranquillizzarla con lo sguardo.
Lei lo ignorò.“Lily?”
“James.” Borbottò lei, per quanto le costasse ammetterlo.
“Peter?”
Lui si sentì rabbrividire per lo sguardo freddo di Martha. “Io c-credo che abbia r-ragione James …”
“Remus?”
“Io …” lui guardò bene negli occhi tutti. “Io capisco il tuo bisogno di difenderla da tutto questo, Martha, ma lei merita di sapere. Quindi sto con James e Rose, e … tutti.”
Martha portò le braccia al petto. “Bene.” Disse, a testa alta. “Pare che abbiamo deciso.”
“Ehi, aspettate!” esclamò James, scattando in piedi. “Possiamo organizzare comunque la festa di Capodanno, giusto?” ne parlò come se fosse una priorità.
“Si, certo. Okay, allora … Robert, di quanto tempo hai bisogno per …”
“Penso che in cuor suo lo sappia già.” Rispose Robert, fissando il nulla.
“Okay. Andiamo a prenderla, allora.”


Martha se ne stava sdraiata per terra a guardare il soffitto, mentre Sirius, che non si era mai mosso dal divano, guardava lei. James camminava nervosamente avanti e indietro in modo isterico, Lily si era di nuovo chiusa in camera, e Rose si era di nuovo messa a cucinare alla Babbana dei dolci, questa volta dei muffin. Remus e Peter stavano giocando agli Scacchi dei Maghi, con l’orecchio sempre teso.
“Ramoso.” Lo richiamò Sirius. “Metti ansia, fratello.”
“Come spiegheremo a una povera donna Babbana cosa è una Cruciatus, Felpato?”
“Così impari a darmi contro, Potter.” Lo schernì Martha.
“Sei arrabbiata, Redfort?”
“Io? Arrabbiata? No! Diciamo solo che se tu andassi a fuoco e io avessi dell’acqua, la berrei.”
“E io avrei una bacchetta e …”
“No. Non contestarla quando è così arrabbiata.” Lo bloccò Sirius. “Ora parlerà per un po’ da sola, parlerà malissimo di te come se tu non fossi presente, e tu dovrai dire solo ‘hai ragione, Martha, perdonami ’ altrimenti potrebbe picchiarti alla Babbana e farti davvero del male.”
“Non dirò solo ‘hai ragione, Martha, perdonami ’! Ho un dannatissimo orgoglio, io!”
“Si, e anche lei. E siccome lei, in quanto femmina, non si abbasserà mai a darti ragione, non ne verremo mai a capo fino a quanto tu non la illuderai di avere ragione.”
Remus ridacchiò. “Sirius Black e le verità sulla guerra dei sessi, prossimamente in tutte le librerie.”
“Siete solo gelosi, sono anni luce più avanti di voi. Non si alzerà nemmeno da quel pavimento, fino a quando James non le darà ragione.”
“Sirius, perché parli di me come se non fossi qui?” gli chiese lei, guardandolo dal basso verso l’alto, non riuscendo a fare a meno di pensare, che anche visto sottosopra e con i piedi grandi tre volte la faccia fosse bellissimo.
“No, tesoro, torna a guardare il soffitto.” le disse lui, strizzandole l’occhio.
Rose canticchiava una canzone Babbana, mentre James cantava quella di Martha, cosa che faceva da tre giorni.
We’ll forget those red eyes, and silly alibies …”
Io, che non vivo più di un’ora senza te …
We’ll say life is a song, and it’s one you could whistle and …”
“Come posso stare una vita senza teee?”
“Dance to it, dance to it, dance to it …”

“Siete nausenati, ragazzi!” intervene Sirius.
“Si spaventerà a morte.” Intervene Martha, con l’aria di parlare più con sé stessa che con gli altri.
“Per la Cruciatus?” chiese Sirius, capendo ch  si stava riferendo a Marie.
“Per la storia della purezza del sangue. Nel mondo Babbano, c’è stata una cosa simile, in Germania …”
“Credo che Lord  Voldemort sia più forte di  Adolf Hitler.” Aggiunse Remus, senza togliere lo sguardo dalla scacchiera.
“Allora siamo fottuti davvero, gente.” Rispose Martha con un sorriso alquanto finto e spaventato.
Nella taverna regnò il silenzio per qualche istante, prima che Lily salisse le scale con aria pensierosa. “Perché quelle facce?” chiese.
“Evans, non ho la minima idea di chi sia, ma … Voldemort è più forte di Adolf Hitler?” chiese James, con aria dubbiosa.
Lei ci pensò qualche secondo, prima di sedersi comodamente a debita distanza da Sirius. “Non lo so, in realtà però, se ti può consolare, Adolf Hitler quando ha perso la guerra mondiale Babbana e si è reso conto di essere nei guai, si è ammazzato.” Poi parve accorgersi di Martha. “Perché sei per terra?”
“Non lo so, mi andava.”
“E poi sarei io quello strano?” borbottò James.
“Non come quel lunatico di Remus, almeno.” Rispose Sirius.
Martha ridacchiò, arricciando il naso. “Lunatico.” Ripeté, scuotendo la testa.
Sirius si alzò di scatto e si chinò su di lei per baciarla dolcemente.
“Guarda che rimango arrabbiata.” Rispose lei, quando si staccarono, rimanendo a pochi centimetri dal suo viso, ma ridendo.
“Mmh. Troverò il modo per farmi perdonare, piccola.” Rispose lui, baciandola di nuovo, e poi si stese accanto a lei, a guardare il soffitto, bianco e regolare. “Che ci trovi di bello?” le chiese.
“Beh, è semplice. E puro. Fa pensare, sai, vorrei che il nostro mondo fosse così. Semplice e puro.”
Sirius fece la sua espressione da okay-Martha-hai-ragione-anche-se-non-ho-capito,  mentre James smise di fare su e giù per il salotto e li guardò incuriosito. Dopo qualche secondo, scavalcò il divano e si sdraiò accanto a Sirius, facendo spallucce e passandosi le mani tra i capelli, mentre si sistemava gli occhiali tondi sul naso. Pochi secondi dopo, Lily era stesa accanto a Martha, i loro capelli (fuoco contro caramello) si sfioravano e si mischiavano, e Remus era già steso accanto a lei, con accanto a sua volta Peter. Rose, ancora in piedi in cucina, li guarda ridendo, e, dopo meno di un minuto, si stende accanto a James, sospirando divertita.
“Siate il più Malandrini possibile.” Sospirò Martha.
“Noi siamo sempre-“ cominciò James.
“Nel senso che dovete cercare di far sembrare tutto meno importante e meno pesante di quanto in realtà non sia.”
“Dobbiamo mentirle?” chiese Sirius.
“No, dovete … dovete giurare solennemente di non avere buone intenzioni.”
Fatto il misfatto, signora Felpato.” Rispose James, mentre Rose li osservava senza capire.
Ripresero a guardare il soffitto, bianco, puro e semplice, ognuno immerso nei propri pensieri, tutti diversi ma in qualche modo legati.
“Comunque, fottetevi tutti, era una mia idea.” Sbuffò Martha, ed il gruppo scoppiò in una risata.
Qualcuno bussò alla porta, ma tutto sapevano perfettamente chi si sarebbero trovati davanti quando James corse ad aprire la porta rossa e Marie Redfort entrò nella taverna incantata, con gli occhi gonfi di paura, seguita dal marito e dai Potter.
“Vi prego, ditemi cosa sta succedendo.”


Solito piccolo angolo autrice per ringraziare sinceramente le tredici persone che hanno messo questa storia tra le preferite ... grazie davvero! A presto :)
 
   
 
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