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Autore: zaynseyes_    24/03/2015    2 recensioni
Alexander Sullivan è ricco, ha un bell'aspetto, ha carisma, è astuto ed ha sempre un costante senso di noia. Quando l'aggressivo Neo Bartosz cattura la sua attenzione, decide di farlo diventare la sua principale fonte di divertimento. Ma Alexander non sa quanto Neo sia complicato, testardo e perspicace. Inoltre Neo trova l'occasione perfetta per vendicare un suo amico, che Alexander in passato aveva ferito, quando Alexander incomincia ad avvicinarsi sempre di più a lui.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Ero nel corridoio e ignoravo completamente la vibrazione del mio telefono. Sapevo che Scott e Bennett mi stavano cercando, ma adesso ero impegnato.

Quando vidi la mia preda, mi avvicinai e gli afferrai il braccio non appena mi passò accanto. La sua testa scattò verso l'alto e immediatamente si mosse per mordermi la mano. Con calma la tolsi dalla sua spalla, per evitare che mi mordesse.

"Oh, sei tu" borbottò Neo.

"Il tuo primo istinto è sempre quello di mordere le persone?" chiesi.

"Si" disse per poi incominciare ad allontanarsi. Io però gli afferrai di nuovo il braccio, facendolo ritornare indietro.

"Qualcuno è entrato in una rissa, a quanto vedo" dissi, sollevando la mano e accarezzandogli gentilmente il nuovo livido sulla sua mascella.

Lui sobbalzò e mi colpì la mano "Ricordi quella piccola lezione sul toccare in modo imbarazzante le persone? Bene, tienila a mente, trecce d'oro"

"Il tuo occhio sembra molto meglio rispetto agli altri giorni" affermai. Stava un pò scomparendo il livido intorno all'occhio. Adesso era un mix di giallo chiaro, blu e viola.

"Buono a sapere che hai preso il ruolo del mio medico personale." disse "Adesso puoi lasciarmi in pace?"

"Con chi hai fatto a pugni?" gli chiesi, facendo un cenno alla mascella.

"Un ragazzo del mio quartiere" mugugnò "Perchè ti importa?"

"Curiosità. Mi piace sapere le cose"

"Vedo che stai combattendo contro lo stereotipo dei 'biondi sono delle zucche vuote'. Buon per te, ma ho degli amici da incontrare" disse.

"Sei arrabbiato" affermai, afferrandogli di nuovo il braccio.

In risposta, affondò i denti nella mia mano, guardandomi male. Sobbalzai ma mantenni la presa su di lui, ghignando.

"Pervertito" dissi.

Allontanò la bocca dalla mia mano, facendo una faccia disgustata "Disgustoso. Quella è l'ultima cosa che voglio che tu pensi, Lascia me e i miei momenti sexy fuori dai tuoi pensieri"

"Non hai mai fatto sesso" dissi, sghignazzando.

"No, non l'ho mai fatto," confermò lui "ma questo non significa che voglio che tu mi pensi mentre lo fai"

"Donnie era abbastanza bravo" dissi.

"WHOA, FERMATI QUI." disse Neo alzando le mani "Non voglio assolutamente sapere della vita sessuale di Donnie! Non voglio sapere della vita sessuale di nessuno!"

"Come ti sei fatto quella cicatrice sul labbro?" chiesi.

"Wow, cambi argomento molto velocemente. Sono stato colpito sulla bocca, ovviamente." disse "Hai finito di interrogarmi? Voglio andare dai miei amici e smetterla di parlare con te"

"Continua" dissi, facendo correre le mie dita sul suo braccio con delicatezza.

Lui mi guardò intensamente, preso alla sprovvista. Mi lanciò poi un'occhiataccia e corse lontano da me ed io ghignai alle sue spalle. Qualcosa mi diceva che non era così forte come cercava di apparire.

Camminai lungo il corridoio, dove Scott e Bennett mi aspettavano. Il primo alzò un sopracciglio quando mi avvicinai.

"E poi dici che sono io quello ad essere sempre in ritardo" disse.

"Ero impegnato" risposi, dirigendomi verso il mio armadietto e mettendo la combinazione.

"Questo spiega perchè Neo camminava lungo il corridoio con un espressione confusa sul viso." disse Bennett sospirando "Immaginavo che lo stessi aspettando per parlargli, nell'atrio principale"

"Fidatevi delle mie tecniche" dissi, chiudendo l'armadietto e girandomi verso i miei amici.

"Lo facciamo sempre. Stasera andrai a cena con i tuoi genitori?" mi chiese Bennett.

"Certo. Scott, tu invece verrai?" chiesi.

"Si, purtroppo" mi rispose lui.

"Non sarà così male" dissi nel momento in cui suonò la campanella.

Entrammo in classe. La mattinata si trascinò con lentezza fino all'ora di pranzo. Mi sedetti al mio tavolo, dando un morso al mio pranzo mentre guardavo Clifton e Neo entrare nella caffetteria insieme. Si sedettero con Donnie e incominciarono a parlargli.

"Bennett, voglio sapere come si è procurato quel livido sulla mascella" dissi.

"Perchè non gliel'hai chiesto questa mattina?" chiese.

"L'ho fatto. Mi ha risposto solo che ha fatto a botte con un ragazzo del suo quartiere." affermai "Voglio sapere chi era e perchè si sono presi a pugni. Neo non me lo direbbe"

"Va bene." disse Bennett facendo spallucce "Però non coinvolgerti troppo nella sua vita. Hai cose migliori da fare con il tuo tempo"

Mi alzai, lasciando i miei amici e ignorando Bennett. Mi diressi al tavolo di Donnie, sorridendo compiaciuto quando Neo mi lanciò un'occhiataccia.

"Di nuovo tu. Oh che gioia, il principe reale è qui per unirsi a noi per il pranzo" disse Neo con un drammatico sospiro.

Donnie si alzò, afferrandomi la mano e trascinandomi fuori dalla caffetteria. Poi mi lasciò e incrociò le braccia al petto.

"Che cosa stai facendo?" domandò.

"Niente di niente" dissi, sorridendogli amichevolmente.

"Neo mi ha detto che oggi l'hai fermato all'ingresso della scuola. Stai lontano da lui" ringhiò lui.

"Protettivo?" sorrisi.

"Neo non è un tuo giocattolo, perciò stagli lontano" disse seccamente.

"Come se volessi andare dietro a quel pezzente." dissi, agganciando i pollici nelle sue tasche e strattonandolo più vicino a me, le nostre labbra quasi a toccarsi "Conosci i miei gusti meglio di chiunque altro, Donnie"

Mi allontanò bruscamente "Stai solo lontano da lui, Alexander"

Ridacchiai sotto i baffi e lo superai, spintonandolo, ritornando alla caffetteria. Sorrisi a Neo quando passai vicino al loro tavolo, diretto verso il mio. Mi sedetti con i miei amici. Bennett sospirò ma non disse nulla, prendendo un pò del suo cibo dal piatto.

La campanella suonò, annunciando la fine del pranzo, e perciò ritornammo in classe. Donnie mi fissava durante la nostra ultima ora, ma non mi disse nulla.

Arrivò la fine della giornata scolastica ed io salutai i miei amici prima di dirigermi verso casa. Entrai nel vialetto e sospirai seccato quando vidi che mio padre aveva occupato il mio posto auto.

Uscì dalla macchina ed entrai in casa. Link corse verso di me, abbaiando contento. Gli diedi una pacca sulla testa e lasciai che mi guidasse in cucina, dove c'erano i miei genitori.

"Alexander, sei qui! Vai a prepararti, dobbiamo andare ad una cena stasera" disse papà, alzando lo sguardo non appena entrai nella stanza.

"E Alexander, fai scendere il tuo gatto dal tavolo!" disse mia madre, indicando Vesper.

"Vieni qui Vesper" dissi appunto, alzandolo dal tavolo. Lui miagolò contrariato e si accucciò fra le mie braccia.

Salì le scale e poggiai il gatto sul mio letto. Mi tolsi i vestiti che avevo addosso e indossai un bel vestito, sistemandomi i capelli di fronte allo specchio. Scesi le scale solo dopo che mi ritenni soddisfatto del mio aspetto.

"Sei così bello!" disse mamma, ammirandomi "Andiamo caro, prima che arriviamo in ritardo"

"Perchè, è così importante?" chiesi.

"Alexander, puoi ritardare nelle cene che organizza la tua azienda, ma non in una come questa. Dimostra solo che il tuo stato sociale è più elevato rispetto a quello degli altri e tu non vuoi davvero fare una cosa del genere, dimostrandoti arrogante. Lì ci sono persone con uno stato sociale superiore al nostro. Stai al tuo posto, figlio mio" disse papà, dandomi una pacca sulla spalla e spingendomi leggermente verso la porta.

Uscimmo di casa, entrando nella macchina di mio padre. Guidò verso il ristorante più elegante della città dove c'era un evento di beneficienza tenuto dalla società in cui lavorava mio padre. Anche Bennett e Scott sarebbero stati lì, con i loro genitori. In realtà, tutti quelli importanti sarebbero stati lì.

Una volta arrivati, scendemmo dalla macchina ed entramo nel locale. Una cameriera ci accolse all'entrata e ci accompagnò al nostro tavolo, dove vi erano alcuni colleghi di mio padre. Bennett mi fece un cenno con la testa a mò di saluto, anche lui era vestito elegante. Non ero nemmeno sorpreso che Scott non fosse ancora arrivato.

"Ciao Alexander!" mi salutò il padre di Bennett.

"Buonasera signor Winslow" ricambiai educatamente il saluto, stringendogli la mano, per poi prendere posto.

"Marcus, vieni con me" disse il signor Winslow rivolgendosi a mio padre "voglio farti conoscere un mio amico!"

Si allontanò con mio padre e nel frattempo mia madre si sedette vicino a me. Alzai lo sguardo nel momento in cui vidi entrare Scott con a seguito i suoi genitori. La sua maglietta era un pò stropicciata ma, a parte quello, stava bene lo stesso. Si sedette poi al nostro tavolo.

"Alexander, da quanto tempo non ci vediamo" disse lui.

"Ciao Scott," lo salutai "buonasera signore e signora Anderson"

I genitori di Scott mi sorrisero salutandomi, per poi girarsi e mettersi a parlare con mia madre. Mio padre si avvicinò, appoggiandomi una mano sulla spalla e facendomi cenno di alzarmi dalla sedia.

"Voglio che tu incontri l'amico del signor Winslow. Non fa male incontrare nuove persone" disse lui facendomi l'occhiolino e guidandomi attraverso il ristorante dove potevo vedere il signor Winslow in piedi insieme ad un uomo e un ragazzo.

Gemetti mentalmente quando ci avicinammo a loro. Grazie alla vicinanza, potei vedere che quel ragazzo aveva gli occhi neri, un livido sulla mascella e labbra sfregiate.

Quando Neo mi riconobbe, sospirò pesantemente.

"Alexander Sullivan, non sono neanche sorpreso che tu sia qui" disse.

"Voi due vi conoscete?" chiese mio padre curiosamente.

"Neo va nella mia stessa scuola." risposi "Abbiamo un...amico in comune"

"Questo non è proprio come lo definirei ma fai come ti pare, vostra altezza" disse Neo.

"Neo! Non essere maleducato!" lo sgridò severamente l'uomo accanto al ragazzo. Si girò verso di me e sorrise, tendendomi la mano "Professore Eryk Bartosz, piacere di conoscerti" aveva un accento più forte rispetto a quello di Neo.

Presi la sua mano nella mia, scuotendola con sicurezza "Alexander Sullivan, piacere di conoscerla signore"

"Beh, conosci già mio figlio Neo" disse, indicando il ragazzo.

"Infatti, signore" dissi, rivolgendo un sorrisetto a Neo.

"Quanto sono fortunato" mormorò lui. Dopo sogghignò "Beh, che piacere vederti, Alex"

Il mio viso si incupì, ma rapidamente mi ripresi e gli rivolsi un'affascinante sorriso "Neo, preferirei essere chiamato Alexander. Mi danno fastidio i nomignoli"

"Oh, davvero? Devo averlo dimenticato. Le mie scuse, vostra altezza" disse Neo, facendo un piccolo inchino.

"Neo!" disse il signor Bartosz.

Mio padre tirò fuori il suo portafoglio e mi porse dei soldi "Alexander, perché non vai insieme a Neo a prendere qualcosa da bere a me e al signor Bartosz? Dovete solo dire ai baristi di chi siete figli e loro sapranno che fare"

"Ridotto a fare il fattorino" disse Neo sospirando e seguendomi nel retro del ristorante.

"Non mi sarei mai aspettato di vedere un pezzente com te ad un evento del genere" dissi.

"Mio padre non è un ricco avvocato o il proprietario di una compagnia, ma di certo è un professore rispettato e capo del suo dipartimento." disse Neo facendo spallucce "A differenza di te e della tua famiglia, noi non ostentiamo un'insignificante status sociale"

"Non ci si può pavoneggiare di qualcosa che non si ha" dissi, arrivando al bar e ordinando i due drink. Tesi i soldi al barista ed io e Neo afferrammo le bibite e ritornammo dai nostri genitori.

Gli consegnammo i drink e diedi a mio padre il resto. Neo si mosse per andarsi a sedere ad un tavolo, ma il professore Bartosz lo fermò.

"Neo, siamo seduti con il signor Sullivan! " disse contento.

"Mi sa che mi è venuta la febbre." affermò il ragazzo "Meglio che ritorni a casa!"

"Neo, smettila" disse suo padre alzando gli occhi al cielo.

Mio padre ci guidò al nostro tavolo e Neo malvolentieri si sedette vicino a me, Bennett e Scott. Gi adulti incominciarono a parlare tra di loro, prestandoci a mala pena un pò di attenzione.

"Questo è un incubo" disse miseramente Neo.

"La tua mascella," disse Bennett, indicando il suo livido "Axle Larson ti ha conciato così dopo che hai cominciato una rissa con lui"

"Mi stalkeri per caso? Dovresti scrivere una biografia su di me." disse Neo "'La Vita e Le Risse di Neo Bartsosz'. Diventerebbe un best seller"

"Perchè ha iniziato la rissa?" chiesi.

"Axle ha chiamato Donnie e Neo 'froci' quando li ha visti. Neo lo ha attaccato e Axle ha vinto" disse Bennett con un pò di interesse.

"Allora mi stalkeri davvero" disse Neo, alzando un sopracciglio.

"Sono una persona molto informata" rispose semplicemente Bennett, alzando le spalle.

"Guardati Alexander: scegli gli amici in base a quanto possano esserti d'aiuto per i tuoi interessi! C'è il sapientone e- beh, non so che cosa fa quel ragazzo" disse Neo, indicando Scott.

"'Quel ragazzo' si chiama Scott" rispose lui "E non servo i suoi bisogni. Sono un suo amico solo perché mi piace il suo cane"

"La parte triste è che probabilmente è vero." dissi con un sospiro "E Neo, bel tentativo, ma sono un loro amico da quando eravamo dei bambini"

"Congratulazioni, sei un amico di Clifton e Scott da quando eravate dei bambini. Ti piacerebbe se avessi preso Scott, me lo fossi scopato e gli avessi spezzato il cuore?" chiese Neo amichevolmente.

"Beh, quello sarebbe un problema di Scott" risposi.

"Lasciate Scott fuori da tutto questo." affermò Scott, appoggiandosi contro la sedia "Scott non si è scopato Donnie"

"Quello che c'è tra di noi è reale, tranquillo" lo assicurò Neo.

"Bene. Se mi tradisci, chiederò il divorzio" disse Scott.

Diedi una gomitata al mio amico "Sta zitto Scott" mi girai verso l'altro ragazzo e "Neo, vieni con me" affermai.

Mi alzai e Neo, cautamente, fece lo stesso. Lo guidai verso le toilette, nella parte posteriore del ristorante. Lo feci entrare e chiusi la porta a chiave.

"Non so cosa facevate tu e Donnie, ma non ho intenzione di farti un pompino in bagno." disse Neo, incrociando le braccia al petto "Cosa vuoi?"

"La tua cravatta è messa male. È una cosa che mi infastidisce." dissi avvicinandomi e slegandogli la cravatta "Sai almeno come si fa una cravatta?"

"A mala pena," disse, scacciando via la mia mano "però se la devo fare, ho con me Google. Forse incomincerò ad indossare il papillon come te"

Ghignai e camminai verso di lui. Lui indietreggiò fino a quando si scontrò con il muro. Procedetti ancora e mentre gli legavo la cravatta, mi avvicinavo sempre di più a lui.

"Oh dio," grugnì lui "sono il tuo nuovo bersaglio, non è vero?"

"Tu non sei un bersaglio. Sei solo interessante." sorrisi, stringendogli la cravatta "Ci vediamo al tavolo, Neo" gli feci l'occhiolino e lentamente feci correre le mie dita sul suo petto prima di uscire dal bagno, lasciando Neo a fissarmi con un'espressione incredula e confusa sul viso.


__________________

Ehii

Mi piacerebbe sapere quello che ne pensate della storia perchè se non volete non la continuo, non c'è problema.

Alla prossima :)


  
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