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Autore: _Rainy_    26/03/2015    1 recensioni
Estratto:
-Malfoy risparmiami i convenevoli e passiamo all'ordine del giorno: ho preso più di te!
Hermione sapeva che era un comportamento infantile, ma non le importava: l’aveva battuto e la delusione negli occhi del nemico era evidente.
[...]
Quella del voto era una scusa, voleva semplicemente parlare con lei e vederla impegnata per qualcosa che lo riguardasse, e ci era riuscito meravigliosamente.
Ormai non gli restavano più molti giorni da passare con lei.
E così eccolo in piedi nel corridoio, da solo, mentre ripensava a quell'unico errore nella sua verifica, scelto con cura tra le domande più difficili e commesso apposta, anche se sapeva la risposta...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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09.

 

Harry non si sentiva affatto il ragazzo prescelto, il prodigio che tutti osannavano e il coraggioso salvatore del mondo magico, anzi: sudava, era in ansia e aveva pesino le gambe molli.

Non gli era mai successo di sentirsi così, nemmeno prima di un’importante battaglia o di un particolare esame, ma tutto cambiava quando entrava in gioco lei.

Lei, ovvio: Ginevra Weasley.

Bastava un suo sguardo a fargli battere il cuore all’impazzata, ma non comprendeva a fondo quel sentimento e non avrebbe saputo dire da quando aveva iniziato a provarlo, ma Hermione aveva ragione: era tempo di finirla.

Era sicuro che Ginny, la sua dolce Ginny, fosse nella Sala Comune di Grifondoro a chiacchierare con le sue amiche o a fare qualche altra attività da ragazza di cui ignorava i dettagli (le sue esperienze in merito erano piuttosto limitate), quindi si diresse a passo di carica verso la stanzetta rossa e oro per poi spalancare la porta e urlare:
- Ginevra Weasley, io e te dobbiamo parlare, ora!

L’entusiasmo però gli era morto in gola, perché la sala era deserta… Tranne che per Ginny, appunto, impegnata non in una sana chiacchierata con le sue amiche, ma sdraiata sul divano, con la camicia aperta, gli occhi chiusi, la cravatta per terra, la gonna alzata che lasciava intravedere le sue cosce e le labbra socchiuse in un mugolio di piacere. Sopra di lei, palesemente intento in attività di sicuro piacevoli, a petto nudo, con i pantaloni sbottonati e intento a baciarle languidamente il collo c’era nientemeno che Blaise Zabini, il donnaiolo Serpeverde amato da tutte le ragazze di Hogwarts, secondo solo al Principe Malfoy, e che si era tirato su di scatto sentendo la porta aprirsi.

- C-Cosa sta succedendo qui?! – Balbettò incredulo Harry, rosso in faccia.
- Non è evidente? E ti sarei molto grato se te ne tornassi da dove sei venuto, Potty. – Sibilò Zabini, palesemente scocciato di essere stato interrotto.
- Già, Harry… C’era un avviso sulla porta! – Mormorò Ginny, rossa in volto.

Harry spalancò ancora di più gli occhi, stringendo i pugni lungo i fianchi.

Un avviso?! Sulla porta che non si era neanche degnato di guardare tanto era deciso?!

- Cosa significa questo?! – Chiese, paonazzo, indicando con ampi gesti la scena che aveva davanti.
- Oh, ora sei geloso, Potty? Non mi pare tu ti sia mai dato da fare con lei… - Lo guardò perplesso Zabini, alzandosi e dandosi un contegno.
- Non significa nulla, Harry… - Sussurrò Ginny, imitando il Serpeverde e lisciandosi la gonna.
- Confermo. Niente. – Aggiunse sprezzate Zabini. – Io avevo voglia di divertirmi, lei anche, dato che probabilmente tra i Grifondoro non ottiene soddisfazione ai suoi più intimi bisogni, non che la cosa mi stupisca, chiaro… E non che io debba dare spiegazioni, ma era giusto per farti capire come stanno le cose, ora, se vuoi scusarmi… - E fece per uscire dalla porta davanti alla quale Harry era immobile, sconvolto.

- Ginny, cos’hai fatto?! – Urlò Harry.
- Oh, ti prego, risparmiatemi le vostre litigatucce da innamorati! Forse mirava semplicemente a qualcosa di meglio di… Be’, di te. – Concluse Blaise squadrando Harry dall’alto in basso, sprezzante. – E la capisco…
- Vattene, Blaise. – Sibilò Harry, guardandolo in faccia.
- Oh, volentieri, non ho alcun interesse a rimanere qui a sentire i vostri urletti e le vostre lacrime di riappacificazione. Vi auguro una sana scopata, come quella che io e la qui presente ci siamo appena gustati del resto… - Concluse, provocatorio.

Harry divenne, se possibile, ancora più rosso e Ginny ridacchiò, civettuola.

Zabini, accorgendosi della rabbia fremente di Harry caricò ancora di più la provocazione sillabando un “Chiamami” alla ragazza accompagnato da un eloquente gesto con la mano.

Non aveva ancora finito di scuotere il polso che la bacchetta di Harry era già levata in aria e gli stava lanciando uno Stupeficium debole e poco convinto, che difatti mancò il bersaglio alla grande.

- Potty, sei talmente emozionato che non riesci neanche a lanciare il più basilare degli incantesimi! Sarò felice di darti lezioni di autocontrollo, se vorrai! Ora, devi scusarmi Patty… No, Lucy… No, Roxy… No, com’è che ti chiamavi? – Chiese guardando Ginny, strafottente. – Be’, poco importa, adios!

Zabini uscì trionfante nel corridoio e sistemandosi la cravatta se ne andò con l’aria più soddisfatta del mondo e il suo miglior ghigno made in Serpeverde.

- Harry… - Iniziò Ginny. – Non è successo niente, davvero…
- Ginny, tu lo ami? – Chiese Harry a testa bassa.
- Cosa?! Ovviamente no… Cioè… Non lo so… - Rispose la ragazza, poco convinta, poi assunse un tono superbo e squadrò Harry con fare scocciato. – Comunque cosa eri venuto a dirmi di così urgente?
- Che… Ehm… Forse… - Balbettò Harry, persa completamente tutta la baldanza con cui era arrivato. - … Cioè… Sento di… Provarequalcosaperte. – Disse tutto d’un fiato, chiudendo gli occhi.
- Ah.
- Ah?! Cioè, tu vai a letto con uno così, che di sicuro non prova nulla per te, poi arrivo io con questa semplice seppur confusa dichiarazione e tutto quello che mi rispondi è “Ah”?! – Alzò gli occhi al cielo Harry, esasperato.

Ginny sorrise, maliziosa, si avvicinò ancheggiando al ragazzo, spingendolo contro la parete.
Harry inspirò bruscamente, sentendo il suo corpo che reagiva per lui.
La Grifondoro si avvicinò lentamente e sensualmente al suo viso, allentandogli la cravatta e sbottonandogli la camicia, facendo lentamente scivolare un dito sulla pelle nuda del ragazzo, rosso più che mai.

- Harry, cosa stai cercando? – Chiese, con voce roca.
- Io… Be’… - Rispose Harry con gli occhi socchiusi. – Di sicuro… Non questo!

Allontanò bruscamente la ragazza, afferrandola per i fianchi. Lei ridacchiò, civettuola:
- Questo cosa significherebbe? Mi stai rifiutando, forse? Avanti, Harry, sappiamo tutti e due quanto mi desideri…
- Questa non sei tu, Ginny. Mi dispiace. – Concluse Harry appellandosi a tutta la sua forza d’animo, per poi uscire sbattendo la porta e andarsene, sentendosi d’un tratto più pesante.

-

Draco Malfoy sapeva di essere un conquistatore, l’aveva sempre saputo e la sua famiglia non aveva fatto nulla per fargli smettere di crederlo, quindi era naturale che lui avesse una così alta opinione di sé ed era quello che gli altri si aspettavano da lui.

Era abituato alle occhiate fameliche delle ragazze, alle pacche sulle spalle degli amici Serpeverde e agli sguardi complici delle tante che si era portato a letto, poi mai richiamate. La sua fama lo precedeva e non si poteva dire che fosse delle migliori, ma forse era proprio quello a fare di lui una delle persone più temute e apprezzate, capaci di suscitare disprezzo e ammirazione che rivelavano la più genuina invidia.

Per questo, quando era entrato in biblioteca, si era stupito di non trovare nessuno ad attenderlo per passargli i compiti o chiedergli favori e neanche una ragazza ad ammirarlo e a sospirare al suo passaggio.

- Dove sono tutti? – Chiese a Nott, già intento a corteggiare una ragazza affiancato da Tiger e Goyle.
- Tutti chi? – Chiese Nott, distratto.
- Ma quelli pronti ad ammirarmi, ovvio! Il mio ego quotidiano ha bisogno di ammirazione fresca! – Ghignò Malfoy per poi fare un veloce gesto alla ragazza abbordata da Nott, che ubbidiente se ne andò.
- Ehi… - Sussurrò deluso Nott, seppur con un sorriso e non nascondendo affatto i suoi sguardi di apprezzamento verso il fisico della ragazza che si allontanava.
- Si, molto carina, ma non hai risposto alla mia domanda… - Ribatté Malfoy, fissandosi in mente i tratti della ragazza e promettendosi di avvicinarla in un secondo momento.

La porta si aprì di scatto, sbattendo rumorosamente.
- Forse è perché, mio caro… - Iniziò Blaise, arrivando alle spalle dei due Serpeverde e mettendosi davanti a loro. - … E’ perché con ‘sta storia della Granger stanno iniziando a girare alcune voci che… Be’, non contribuiscono ad migliorare la tua reputazione, anzi…
- Voci? – Indagò Malfoy.
- Già. – Annuì Blaise fingendo distacco, aggiustandosi la cravatta e scrutando intensamente l’amico. – Si dice che tu sia “contaminato”, ormai, non so se mi spiego…
- Cosa?! Io con quella?! Non ci posso credere… - Spalancò gli occhi il Serpeverde, nonostante il suo stomaco avesse fatto un leggerissimo movimento al sentire quei pettegolezzi di lui con la Granger.
- Blaise, sembri piuttosto… Soddisfatto. – Ghignò Nott, intromettendosi nel discorso.
- Effetti collaterali del divertimento migliore di questo mondo, credo. – Scrollò le spalle Blaise, strizzando l’occhio a Nott.
- Chi è la fortunata? – Chiese Theodore, ridendo.
- Una Grifondoro, signori! – Completò la frase con un breve inchino.
- Una Grifondoro? – Malfoy era improvvisamente interessato e cacciò quell’impercettibile contrazione di agitazione del suo stomaco senza esitazione.
- Si, ma non temere, non la tua pulzella. – Lo pungolò Blaise. – La sua amica Piattola.
- La Piattola?! – Strillarono Tiger e Goyle all’unisono.
- Che. Schifo. Cioè, so che fama ha, però… - Aggrottò le sopracciglia Nott.
- Oh, non fare lo schizzinoso! Tutti sappiamo delle vostre notti di passione! – Ridacchiò Blaise. – Quella ragazza ha un animo… Passionale.
- Lo credo bene! – Risero i Serpeverde.
- Piuttosto compiangi il qui presente Draco! – Ghignò Zabini. – Amico, da quand’è che non ti fa una sana scopata, eh? Troppo tempo…
- In effetti… - Ammise Draco, poi ghignò. – Ma rimedierò e non dire quello che stai pensando: non ho intenzione di portarmi a letto la Granger o l’avrei già fatto da molto tempo. Ehi, tu, vieni qui! – Urlò alla ragazza precedentemente corteggiata da Nott e che si era allontanata solo di qualche scaffale.

Fortunatamente Madama Pince non era in biblioteca, in quel momento.

- Ehi… - Provò a fermarlo Nott.

Ormai, però, l’infallibile Draco Casanova Malfoy aveva messo in atto tutta la sua tecnica su quella miserabile fanciulla per niente indisposta e che perciò era già vinta in partenza e sarebbe stata pronta a seguirlo ovunque, convinta chissà come di poter elevare la propria popolarità diventando qualcuno per un Serpeverde famoso in tutta Hogwarts.

Il ragazzo, però, non l’aveva ancora neanche sfiorata che le porte della biblioteca erano state spalancate nuovamente e una Grifondoro a lui familiare, Hermione Granger in persona, era entrata in biblioteca per tentare di studiare un po’.

Lo sguardo della ragazza corse immediatamente alla scena che le si parava davanti agli occhi: il solito gruppetto di Serpeverde spocchiosi con Malfoy in testa, intento ad abbordare una ragazza evidentemente invaghita di lui proprio dietro allo scaffale dei volumi che le servivano.

Draco Malfoy, dal canto suo, ebbe reazioni contrastanti: dentro di sé si sentì amaramente felice di rivederla, ma dall’altro lato il suo acuto intelletto capì che era un’occasione da non sprecare per dimostrare ai suoi compagni e alla Granger stessa quanto poco importasse per lui.

Per questo non esitò oltre e con un ghigno afferrò la biondina che stava cercando di conquistare per i fianchi e la baciò violentemente e appassionatamente, senza provare,  però, il minimo sentimento. Assaporò la sua bocca e accarezzò il suo volto con lentezza, come solo lui sapeva fare, mentre Nott sbuffava e Blaise ridacchiava.

- Cosa sta succedendo qui?! – Tuonò Madama Pince, tornata proprio nel momento in cui Draco Malfoy voleva essere interrotto per dare ancora più teatralità alla scena.
- Nulla, Madama Pince. – Ghignò Malfoy, staccandosi con lentezza estenuante e scrutando negli occhi annebbiati della ragazza per ancora qualche secondo.
- Ah si? Fuori! – Ordinò la Pince, indicando la porta.

Il gruppetto uscì sbuffando e borbottando insulti contro Malfoy mentre quest’ultimo salutava la ragazza con un bacetto e una falsa promessa di richiamarla. Poi il Principe delle Serpi seguì i suoi compagni e sfilò accanto alla Granger con un ghigno di superiorità stampato in volto. Quando fu sufficientemente vicino da essere sentito esclusivamente da lei le sussurrò, ammaliante:
- Cosa succede, tesoro?

Hermione girò lentamente la testa, trovandosi a pochi centimetri dal suo volto e piegò la testa di lato, sorridendo:
- Mi dispiace che la Pince ti abbia interrotto prima di una grande conquista.
- Tesoro, non essere gelosa, anche se non posso dire di non adorarlo. – Ghignò lui, per poi concludere freddamente. – E a proposito di quel bacio… So che vuoi saperlo, non negare… Non è stato niente, giusto per essere chiari e non dover subire le tue mille conseguenti paranoie mentali. Nulla, okay? Sfruttare le ragazze per scopi… Uhm… Piacevoli… - Ridacchiò. - … E’ quello che faccio, perché io sono io. Ora, se vuoi scusarmi, puoi andare a disperarti in un mare di lacrime… - E se ne andò, con la vittoria stampata in faccia.

-

Harry aveva subito raggiunto Ron dopo l’ “inconveniente” di Ginny, ma aveva saggiamente evitato di parlargliene vedendo l’amico già abbastanza scosso per colpa di Lavanda che inevitabilmente si era rintanata in camera dopo il breve viaggetto a Hongsmeade, troppo scossa dalla discussione con Hermione.

- Amico, ho parlato prima con Hermione e ci siamo messi d’accordo per studiare insieme oggi pomeriggio, in biblioteca.
- Grazie, Merlino! – Esultò Ron, per poi salutare velocemente Lavanda e trascinare di peso Harry verso la biblioteca. – Grazie, amico, ora puoi dirmi cosa dobbiamo realmente fare. Sconfiggere qualche Mangiamorte? Andare a caccia di strani artefatti magici? Mangiare fino a scoppiare?
- Ehm… Ero sincero. – Sorrise Harry, insicuro.
- Ah. – La delusione era palpabile, ma presto il volto di Ron si aprì al sorriso. – Pazienza, tutto va bene se esclude Lavanda! Harry, non ne posso più… Forse potresti…
- Andiamo in biblioteca, lì nel parleremo con Hermione. – Concluse frettolosamente l’amico, sicuro di non volersi prendere degli impegni.

Il tragitto fino alla biblioteca fu breve, perché Ron era ansioso di allontanarsi il più in fretta possibile da Lavanda e quando arrivarono appena in tempo per vedere il gruppetto di Serpeverde che amavano di più allontanarsi venendo dalla loro parte.

- Aria, Potty. – Ghignò Zabini. – O forse vuoi che tutta Hogwarts sappia di come persino le sorelle del tuo migliore amico piuttosto che divertirsi un po’ con te scelgano qualcuno della Casa rivale?
- Stai zitto, Zabini. Ginny non l’avrebbe mai fatto con uno di voi. – Sibilò Ron.
- Ah no? – Blaise rise sguaiatamente, fissando Harry. – Vedo che qui qualcuno non è sincero con la mammina!
- Taci, Zabini. – Sibilò Harry, a testa bassa.
- Harry, di cosa sta parlando? – Chiese Ron, scuotendo la testa, scettico.

I Serpeverde risero e si allontanarono urlando insulti alla casa di Grifondoro.

- Te lo spiego dopo. – Tagliò corto Harry dirigendosi spedito verso la biblioteca e vedendosi passare davanti Malfoy in persona.

- Attento, Potter. – Sibilò il Serpeverde, sprezzante, raggiungendo i suoi compagni.

I due Grifondoro entrarono in biblioteca salutando velocemente Madama Pince evidentemente seccata e videro che Hermione era in piedi davanti a loro e gli dava le spalle, immobile.

- Herm, tutto bene? – Chiese accorato Ron.

La ragazza si ricosse e annuì, sfoderando un bel sorriso e indicando un tavolo libero nel reparto di Storia della Magia.

In realtà, però, nulla andava bene: Malfoy si era messo in mostra così per prenderla in giro, eppure lei non riusciva a dimenticarlo e ad odiarlo totalmente. Lo odiava, certo, ma la sensazione di quel bacio proibito non la abbandonava mai del tutto e ciò rendeva complicato tornare con la mente all’immagine di quel ragazzo stronzo e superficiale a cui era abituata.

Studiarono per qualche ora e Hermione spiegò distrattamente ai due ragazzi alcuni passaggi di qualche Pozione che non capivano, ma era evidente che stesse pensando ad altro.

Ad un tratto Ron, spazientito, batté le mani sul tavolo (lanciando poi un’occhiata di scuse a Madama Pince) e sbraitò, rosso in volto:
- Insomma, Herm, vuoi dirci cosa c’è?!
- Già… - Rincarò la dose Harry. – Si vede che non sei completamente tranquilla. Cos’è successo?
- E allora voi?! – Scattò subito sulla difensiva la ragazza. – Non siete messi meglio, eh! – Sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

Ron e Harry si squadrarono per qualche secondo e si sorrisero brevemente, poi Harry dichiarò, raggiante:
- Che ne direste se ci sfogassimo un po’?

 

- CIAMBELLANGOLO -
Eccoci qui: aggiorno con un congruo ritardo e mi scuso di ciò.
Vi comunico che sto per concludere due mie long e ciò significa che probabilmente gli aggiornamenti di questa ficcy arriveranno più spesso di ora (spero…), scuola permettendo.
Vi ringrazio per la lettura,
_Rainy_
PS: Hai mai pensato a quanti clichè sono contenuti nelle storie romantiche proprio qui su EFP? Si? Allora, se ti va interessa e vuoi farti due risate, leggi la mia ficcy-parodia di tutte le suddette > http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3056658&i=1
ORIGINALE SCI-FI > http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2822907&i=1

   
 
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