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Autore: piccolo_uragano_    27/03/2015    2 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Genteee, mi scuso con tutti visto che questo capitolo risultava (a tratti) illeggibile!  Sono mortificata! Così mi sembra a posto ... spero vada bene! So che il formato è diverso dagli altri, ma era l'unico modo per eliminare il problema! Forse è il mio computer difettato, non lo so, o, più semplicemente, io sono imbranata! In sintesi, ecco a voi il capitolo sistemato. Dunque, ehm ora vi lascio all'arrivo di Marie ... A presto!



"Siediti, mamma.”  Le disse Martha, accogliendo Marie nella taverna.

“Ci sono un paio di cose che dovresti sapere.” Proseguì Rose, con lo stesso tono deciso ma caldo della sorella. Marie le guardò con aria preoccupata, salutò Sirius e James con un cenno, e si sedette sul divano. I ragazzi si sedettero sul divano davanti.
Martha prese un bel respiro prima di iniziare a parlare. “Sono successe delle cose. Mamma, vedi, il … il mondo magico non è tutto rose e fiori.  Non esistono solo maghi buoni, ne esistono anche di cattivi, e di molto cattivi. Negli ultimi anni, un mago, uno di quelli molto cattivi è riuscito a fare circolare delle idee … idee sulla purezza del sangue magico.”
“Vedi, mamma, secondo questo mago e i suoi seguaci, i cosiddetti Mangiamorte, secondo loro non tutti i maghi sono uguali. Sono divisi in tre categorie, e solo una di queste merito di sopravvivere. Sirius e James appartengono alla prima categoria. I Purosangue, sono cioè figli di maghi … Purosangue si intende chi ha i genitori ed i quattro nonni maghi e streghe. Infatti, io e Martha apparteniamo alla seconda categoria, i Mezzosangue, cioè persone con metà albero genealogico Babbano. Lily appartiene alla terza categoria, i Sanguesporco o Nati Babbani, cioè ... l’unica strega della famiglia. Alcuni credono che i Sanguesporco siano addirittura del ladri, che abbiano rubato la magia.” Sospirò Rose.
“Quindi voi tre ragazze …”
“Apparteniamo alle categorie da eliminare, si. Secondo questo Mago Oscuro, chiamato Lord Voldemort, beh … mamma ti ricordi il nazismo?”
Lei rimase spiazzata. “Ma non finirà così, giusto? Non correte rischi così grandi?”
“No, no. È per farti capire.” Mentì Rose. “Noi siamo ebree, mentre loro sono ariani. E Lord Voldemort è Hitler.”
“Rose, tesoro, gli … gli ebrei sono stati sterminati.”
“Nel mondo magico esistono torture ben peggiori di una camera a gas, mamma. Sono dette Maledizioni Senza Perdono.”
“Senza Perdono?”
“Sono tre.” Intervenne Martha. “E il solo uso di una di queste, in teoria, porta all’arresto. La prima è la Maledizione Imperio, che elimina la forza di volontà, e ti rende praticamente uno schiavo, schiavo della volontà di chi applica il maleficio. Lui … Voldemort la usa, crediamo, contro chi rifiuta di fare ciò che lui chiede.”
“Oddio.” Sospirò.
“La Maledizione Cruciatus, che …” Si fermò. O forse si bloccò? Si perse negli occhi di sua madre per qualche secondo. “Ti fa provare dolori allucinanti, mamma. Come se mille spade affilate ti trafiggessero ogni muscolo e ogni organo. A lungo andare, la persona torturata implora la morte. Nei casi più fortunati, viene uccisa, o muore per la stessa maledizione. Altrimenti … altrimenti perde il lume della ragione.”
Sirius posò una mano sulla spalla di Martha e ei gli rivolse un flebile sorriso.
“Ne manca una.” Sospirò Marie. “Sirius … Sirius dimmi qual è l’ultima.”
Sirius si irrigidì e aprì la bocca per parlare, bloccandosi. Ci riuscì al secondo tentativo. “È chiamata … Anatema Che Uccide. Beh, perché … uccide, in modo freddo e diretto, con un lampo verde.”
Marie annuì, cercando di capire. “Usano … le Maledizioni Senza Perdono sui Mezzosangue e i Sanguesporco, vero? I Mangiamorte, intendo.”
“I Mezzosangue sono leggermente più al sicuro, ma di questo passo, non lo saranno per molto. Soprattutto considerando che papà è un Nato Babbano, noi siamo Mezzosangue per definizione, ma praticamente Sanguesporco.” Aggiunte Rose.
“Oh.”
Dorea la guardò, sorridendo con compassione. “Pensavo che sarebbe stato molto più complicato spiegartelo, cara.” Marie sorrise flebilmente, e Martha e James ebbero l’impressione che sarebbero diventate molto amiche. Dorea rispose al sorriso, per poi tornare a guardare i ragazzi.
“Hanno usato uno di questi incantesimi contro di voi?” domandò Marie.
Loro si guardarono. Aveva capito, Robert aveva ragione. In cuor suo, sapeva già tutto. Nessuno di loro riuscì a dire una parola. Robert le strinse un braccio attorno alle spalle, baciandole i capelli, mentre lei capì che il loro era un silenzio assenso.
“Quando è successo?” chiese guardando James, capendo che sarebbe stato l’unico a rispondere.
“Il giorno di Natale.” Sospirò lui.
“Dove?”
“A Londra. Stavamo sulla … come si chiamava?”
“London Eye.” Riprese Lily. “Stavamo sulla London Eye, quando si è bloccata, si è fatto tutto scuro, e …”
“Sono arrivati i Mangiamorte.” Proseguì Sirius. “Cercavano me.”
“E che cosa volevano da te, figliolo?”
“Beh …” cominciò Sirius, ma fu interrotto da Charlus.
“Marie, vedi, Sirius è come un figlio, per noi, ma fatto sta che non è nato in questa famiglia.”
“Io mi chiamo Dorea Black. Ti dice nulla?”
Maria annuì convinta. “Black, Sirius Black. Siete imparentati?”
“Esatto, tutti i Purosangue lo sono. I Potter ed  i Black sono tra le più antiche famiglie Purosangue. In questo caso, Sirius è figlio della figlia di mia sorella. Noi abbiamo un destino molto simile, sai? Siamo fuggiti dai Black.”
“Che hanno fatto i Black?”
“Beh loro” proseguì Sirius, sorridendo leggermente per la tenera ingenuità di Marie “diciamo che sostengono molto le idee di Lord Voldemort.”
“Sono dei Mangiamorte?”
“Alcuni di loro sì, e chi non lo è incoraggia molto gli altri.” Rispose Sirius, in modo freddo.
“Ed è per questo che ve ne siete andati?”
“Beh, erano le loro idee in generale.” Rispose Dorea.
“La mania del sangue puro, e sciocchezze simili, come le Case.” Continuò Sirius.
“Case?”
Fu Charlus a rispondere. “Gli studenti ad Hogwarts sono divisi in quattro Case, che portano i nomi dei quattro fondatori della scuola. Corvonero, Tassorosso, Grifondoro e Serpeverde. I dormitori, le lezioni ed tavoli per i pasti sono divisi secondo le Case. Ogni casa accumula o perde punti a seconda del comportamento dei suoi alunni, e alla fine di ogni anno alla Casa con più punti viene assegnata la Coppa delle Case. Tra gli studenti dello stesso anno e della stessa Casa tende a crearsi un legame speciale, come quello del Malandrini.” Indicò i quattro ragazzi, che sorrisero con aria fiera. “Gli studenti vengono Smistati nelle Case dal Cappello Parlante, la prima sera del primo anno, secondo alcune caratteristiche, come l’orgoglio, la nobiltà d’animo,la pazienza, o la furbizia. Ci sono alcune rivalità tra le Case, soprattutto tra Grifondoro e Serpeverde.”
“Alcune famiglie tengono molto che la Casa di appartenenza si mantenga sempre la stessa, generazione dopo generazione. Soprattutto i Purosangue.” Sospirò James.
“Soprattutto i Black.” Continuò Sirius.
“Sirius, tu sei … sei dei Grifondoro, come James, Lily, Martha e Rose. Lo avete detto a cena da noi.”
“Si, Marie, io sono un Grifondoro. Sono il primo Grifondoro della famiglia Black, e questo ha generato …”
“Diciamo che non ha fatto piacere.” Completò Dorea. “Io sono stata la Serpeverde meno Serpe della storia, credo.” Disse, con un sorriso.
“Quindi,” riprese Marie “te ne sei andato di casa, anche per questo. Ma cosa c’entrano le Maledizioni senza Perdono? E La London Eye?”
“Beh, mamma.” Toccava a Martha. “Una parente di Sirius, una dei Mangiamorte, è entrata nella nostra cabina con la magia, cercando Sirius.  Non ti dirò il nome, altrimenti papà andrebbe a prenderla, rimettendoci la pelle. Comunque, quando ha visto che era con me, una Mezzosangue, ha usato la Maledizione Cruciatus su di me, per tre volte.”
Marie si portò le mani (che avevano iniziato a tremare) alla bocca per soffocare un urlo. Dorea le poggiò delicatamente una mano sul ginocchio, mentre Robert le accarezzava la schiena.
Non volevano coinvolgerla perché coinvolgere Marie voleva dire rendere la guerra quasi ufficiale, renderla vera e attuale, e doversi prendere la responsabilità di combattere. Non si sarebbero tirati indietro per nulla al mondo, ma si sa, anche io più coraggiosi Grifondoro ogni tanto hanno paura.
Mi dispiace, mamma, avrebbe voluto dirle Martha non avrei mai voluto che tu fossi coinvolta in questa guerra di folli, di idee folli e con principi basici da difendere. Mi dispiace, mamma. Sirius le prese la mano, con amore, e iniziò a giocherellare con le dita, senza mai distogliere lo sguardo da Marie. Anche lui era profondamente dispiaciuto di vederla così, ma era convinto che fosse la cosa più giusta da fare.
“Ma … scusatemi un secondo.” Si riprende Marie. “Come si distingue, a prima vista, una Purosangue da una Mezzosangue?”
“Perché?” chiese Martha, spiazzata della domanda.
“Beh perché … questa parente di Sirius … come ha fatto a capire che sei una Mezzosangue, cosa le ha detto che non sei … una Purosangue? Voglio dire, non l’hai scritto in fronte!”
I maghi si irrigidirono, spaesati dalla domanda.  “Non ci abbiamo pensato.” Rispose Charlus, con sguardo pensieroso.
Regulus.” Sussurrò Sirius con odio, a denti stretti.
Regulus. Talmente simile a Sirius da fare impressione, Regulus che se ne stava sempre nel suo, Regulus che presto avrebbe seguito le orme della cugina, Regulus che cercava sempre lo sguardo di Sirius, anche se nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso, Regulus che stava preparando i G.U.F.O. e Regulus che, alla fine, aveva lo sguardo da persona buona.
Martha lo guardò. “No …” rispose. Non poteva credere che si odiassero a tal punto.
“Chi?” chiese Marie.
“Regulus Black, è … il fratello minore di Sirius.” Spiegò James. “Frequenta il quinto anno.”
“Tutta Hogwarts sa di noi, Martha.” Le disse Sirius. “E Regulus era lì quando … quando non sono riuscito a dirti che ero geloso di Jones. Lo ha detto lui agli altri, non è difficile venire a sapere che sei …”
“No.” Ripeté Martha. “Io mi rifiuto di credere che un ragazzo di quindici anni possa fare una cosa del genere a suo fratello, Sirius.” Tagliò corto.
“Tu non conosci i Black, Martha. E io non sono più suo fratello.” La liquidò lui velocemente.
“Non possiamo cambiare ciò che è stato, comunque.” Disse Remus, parlando per la prima volta. “Non sappiamo se sia stata colpa di Regulus, e sicuramente nessuno di noi gliela farà pagare.” Sibilò, indicando James e Sirius, che si lasciarono cadere sul divano con l’aria di due bambini ai quali viene impedito di giocare nel fango.
“Hai ragione.” Gli disse Marie. “Chiedo scusa, non mi sono presentata. Sono Marie Grace Wilson, in Redfort.” Sorrise, rivolgendosi a Remus e Peter e loro si alzarono per stringerle la mano.
“Io, Sirius, Peter e Remus, siamo i Malandrini. I ragazzi più belli della scuola!” esclamò James, con l’intento di strappare una risata.
“E i più idioti.” Aggiunse Martha.
“Tu ci ami, in realtà.” La schernì James.
“Si, si, vai convinto, Ramoso.” 
Lui sporse il labbro inferiore, guardandola con gli occhi da cervo. “Vuoi dire che non mi vuoi bene?”
Martha rise di cuore, spingendo amichevolmente il suo migliore amico che rimase impassibile, mentre il cuore di Marie si riempiva di gioia nel vedere che le sue bambine avevano trovato una seconda famiglia, e che ridevano come se il mondo al di fuori di quella taverna non esistesse affatto. Perché era così che sarebbe dovuto essere, e forse sin da subito. Ma, guardandoli, capì che nessuna guerra li avrebbe mai abbattuti, finché fossero rimasti tutti insieme.

Nella cucina di casa Potter, Marie osservava divertita Dorea cucinare con la magia, mentre Charlus e Robert discutevano di quanto fossero idioti alcuni impiegati del Ministero. I ragazzi erano stati invitati a cenare “ai piani alti”, insieme a loro, e i Malandrini arrivarono nel giro di poco, mentre un elfo domestico apparecchiava la tavola saltellando.
“Oh, buonasera Sirius!” esclamò Marie, vedendolo, davanti a tutti gli altri.
Lui sorrise con gentilezza e fascino tenebroso.
“Dove sono rimaste le mie figlie e la dolce Lily?”
il sorriso di Sirius divenne un ghigno. “Si stanno litigando i vestiti per Capodanno, Marie. Fossi in lei, non scenderei per controllare.”
James scosse la testa. “Non le ho mai viste così agguerrite.”
“Che cosa cambia da un paio di scarpe all’altro? Insomma, non le vede nessuno, le scarpe!” esclamò Remus.
“Lunastorta, ti ho detto cosa devi fare, con Martha quando è così, giusto?” domandò Sirius.
“Dirle che ha ragione!” rispose il Lupo Mannaro.
Marie rise. “Ma nemmeno così starà mai zitta, temo.”
Sirius alzò le spalle. “Almeno non urla.”
“Sirius, figliolo, valle a chiamare.” Intervenne Dorea.
Lui scosse la testa con sguardo spaventato. “Io là sotto non ci torno.”
James alzò le mani in segno di resa, mentre Peter e Remus scuotevano la testa.
“Sembrano tre diavoli.” Squittì Peter.
“Due. Lily ha già vinto le sue scarpe nere.” Replicò Remus.
“Quindi sono solo le mie ragazze?”
I quattro annuirono, mentre Marie si scusava con Dorea e faceva segno ai Malandrini di seguirla di sotto. James le aprì la porta, e quando trovarono il salotto vuoto, per un attimo pensarono che fosse successo qualcosa, ma poi, si sentì Martha strillare.
“Vattene, Rose! È mio! E questa è camera mia!”
“Non me ne andrò di qui fino a quando quel vestito non sarà nel mio baule!”
“Credo che siano in camera.” Disse Sirius, con aria divertita, facendo strada lungo le scale. Le urla provenivano dalla sua stessa stanza. Quando aprì la porta, trovò Rose con la bacchetta puntata verso la sorella, la quale era in pantaloni e reggiseno, con in mano una scarpa che teneva per il tacco come se la volesse lanciare e i capelli ancora umidi dalla doccia, e Sirius l’avrebbe trovata estremamente sexy se non fosse stato rapito da uno spettacolo ben peggiore. Il suo letto era ricoperto da vestiti, esattamente come quello di Lily e quello di Martha nel dormitorio femminile, quando lui e James vi si erano intrufolati. Martha non sembrò notare che cinque persone erano entrate nella stanza, fino a quando Sirius non strillò “Il mio letto, Redfort!” ed era rivolto ad entrambe le sorelle.
Lily, intanto, prendeva e apriva vestiti dalla superficie del letto come se fosse un negozio, ignorando Sirius e il suo strillo.
“Dopo sistemo, Black!” rispose Martha, senza degnarlo di uno sguardo. “Quel vestito è mio, mio, Rose. E a te sta malissimo.”
Rose fece la peggiore delle facce da ragazza offesa, ma, chissà come, riusciva ad essere bellissima anche così. “Come ti stanno malissimo tutti i maglione che mi rubi! O quelli che rubi a Sirius!”
“Non ti ho chiesto un parere, e non ce li siamo mai litigati, i tuoi maglioni! Per quanto riguarda Sirius, invece Rose, provo solo a sfiorarlo di nuovo, lui o i suoi maglioni, e ti giuro che te ne pentirai, piccola brutta …”
Smettetela!” urlò Marie. Loro si fermarono e la osservarono, mentre l’ira pian piano spariva dai loro occhi. “Nessuna di voi due metterà mai quel vestito, se andate avanti così!”
Rose abbassò la bacchetta, mentre Martha posò la scarpa.
Tu” urlò, guardando Martha “signorina, vestiti, perché sennò al tuo ragazzo qui dietro impazzisce l’ormone, e tu” e si rivolse alla maggiore  “fila in camera tua, qualunque essa sia, veloce. Tra tre minuti di sopra si mangia, e non farò brutta figura con quella cara donna di Dorea perché le mie figlie si litigano un dannatissimo vestito! Sono stata abbastanza chiara?”
I Malandrini rimasero a bocca aperta: nessuno, nemmeno la McGranitt, era mai riuscito a zittire un litigio delle sorelle Redfort. Lily, come se fosse del tutto normale, si sedette sulla poltrona, accanto al gatto.
“Martha” sussurrò Sirius, mentre Marie e Rose uscivano dalla stanza. “credo di essermi appena innamorato di tua madre.”
Martha stava parlando da sola, come faceva spesso quando era arrabbiata, borbottando qualcosa come ‘ingratitudine’, e ‘casa nostra’, mentre sceglieva una maglietta a caso e raccoglieva i capelli in una treccia. Poi, stranamente si calmò da sola, baciò leggermente Sirius sulle labbra, ma lui la attirò a sé e ne fece un bacio passionale.
“Mh.” Mormorò lei. “Sono comunque arrabbiata perché hai acconsentito che mia madre venisse qui.”
Lui sorrise Malandrino, baciandola di nuovo, mentre lei ridacchiava.
“Scommetto che stasera mi perdonerai, piccola.”
“Ehi!” esclamò Lily. “Io sono sempre qui, sapete?”
Loro, con due sorrisi che parlavano da soli, si girarono a guardarla, e lei non poté fare a meno di rispondere al sorriso con uno sguardo ironicamente stufo.
“Marie ha ragione, ci sono troppi ormoni in giro …” sospirò poi, alzandosi.
“Forse dovresti iniziare a liberare i tuoi!” le rispose la sua amica, e Lily rispose con una boccaccia. Martha baciò di nuovo Sirius, poi gli prese la mano e lo portò di sopra, dove li aspettava la cena.

“Quindi … state se delle scope, e volate?” Marie sembrava tanto stupita quanto entusiasta. James, intanto, gesticolava, cercando di spiegare lo strano gioco del Quidditch. Ogni volta che Rose cercava di facilitare la cosa, lui la metteva a tacere, ricordandole che il Capitano era lui. Lily, Martha e Sirius ridevano della scena, mentre Charlus, Peter e Remus osservavano Dorea e Robert sfidarsi agli Scacchi dei Maghi.
“E tu che cosa fai?”
“Io sono un Cercatore.”
“E che cosa cerchi?”
“Il Boccino d’Oro, ovviamente!”
Marie lo guardò come se avesse parlato in una lingua straniera. “E che cosa sarebbe?”
“Beh, è …”
Sirius si alzò. “Marie, James le mostrerà un Boccino d’oro se lei ci spiegherà che cosa è, esattamente, il cubo di Kubir.”
“Sirius, figliolo, credo che tu stiamo parlando del cubo di Rubik.”
“Si!” esclamò James. “Rose, settimane fa, mi ha detto che sono più stupido del cubo di Rubik!”
Marie si girò verso la primogenita. “Rose! Ti sembrano cose da dire ad un bel giovanotto come James?!”
James si passò una mano tra i capelli e sorrise a Rose in maniera Malandrina. Lei fece una faccia arrabbiata (e con tutta l’aria di una che si sarebbe vendicata) resse il colpo, promettendo che se ne sarebbe ricordata. La serata trascorse, mentre Rose aveva procurato ai due Malandrini due cubi di Rubik, e loro urlavano in modo isterico e decisamente poco virile per quanto fosse complicato il gioco, e, soprattutto, per quanto le ragazze riuscissero a risolvere i loro in pochi secondi.
“Come diamine fai?” urlò Sirius, guardando la semplicità con cui Martha risolveva l’enigma.
“Ci ho passato l’infanzia, Sirius.” Rispose lei, ridendo.
“Secondo me il mio è truccato.” Sbuffò James. “insomma, è impossibile! Una casella esclude l’altra!”
“Credi davvero che si possa truccare un cubo di Rubik, Potter?” lo schernì Lily, che aveva completato il suo da un pezzo.
“Evans, ti giuro che questo coso è truccato!”
Lei gli porse la mano, mostrando il palmo. “Permetti?”
Lui le porse il suo cubo con aria di sfida. Lei lo osservò per qualche secondo, per mezzo secondo guardò James di sottecchi, poi, tornò a guardare il cubo, e, in meno di un minuto, con le sue mani piccole e veloci, lo aveva risolto. La faccia di James era qualcosa di impagabile: per la prima volta, era senza parole.

“Renditi conto! Doveva essere il nostro Natale!”
“Oh, beh, scusa, l’anno prossimo scrivo a mia cugina di Cruciarti a Capodanno, così i tuoi arriveranno dopo!”
Martha incrociò le braccia sul petto, osservando Sirius ed il suo pigiama (o, più semplicemente, quei pantaloncini) con rabbia, in piedi dalla parte opposta del letto.
Non è per la Cruciatus.” Sibilò.
“Non vorrai dirmi che è per tua madre, allora!”
“Hai idea di quanto la sua vita sia stata messa a rischio da questa cosa, Felpato?”
Lui allargò le braccia, come ad indicare la stanza. “Siamo in casa Potter!  Non c’è posto più sicuro per lei!”
“Oh, perfetto! Allora cosa farai, a gennaio, la porterai con noi al castello?”
Sirius uscì dalla stanza con degli insulti a Salazar Serpeverde, e Martha lo sentì chiaramente entrare in camera di James, sbuffando. Si sedette sul letto con aria colpevole, giocherellando con il ciondolo.

“Che hai al collo?”
“Un ciondolo, mamma.”
“Te lo ha regalato Sirius?”
“Si.”
“È molto bello.”
“Si.”
“Lo ha comprato in uno di quei negozi dei maghi?”
“Non lo so, mamma.”

Quando Marie aveva chiesto del ciondolo, Sirius si era irrigidito come se fosse stato sottoposto ad un esame, e dopo poco se n’era andato di sotto. Capire ciò che legava Sirius a quel ciondolo era difficile anche per lei. Aveva detto di averlo preso prima di andarsene, ma lo aveva detto in un modo strano. Si sistemò sotto le pesanti coperte.  Forse perché lei era cresciuta in una famiglia apparentemente perfetta, ma non poteva credere che si potesse odiare la famiglia in cui si era nati. Se gliene avesse parlato, Sirius avrebbe risposto qualcosa come “Tu non sei nata Black.” e lei non gli avrebbe dato importanza. Erano diversi in molte cose, ed era questa la loro forza, era questo a fare si che si completassero. Lui era la sua forza,  e non sarebbe riuscita nemmeno a respirare senza averlo accanto. Era così l’amore, quando hai sedici anni ed il mondo accanto a te sta inevitabilmente per esplodere. Vivi per l’altro, che vive per te. È un gioco d’amore un po’ difettoso ma bellissimo allo stesso tempo. Loro erano così, difettosi ma bellissimi.
Provò a dormire, ma quel letto era troppo grande senza Sirius, quindi rinunciò. Si limitò a fissare il soffitto, in attesa che lui si decidesse a tornare. Passarono le ore, il soffitto era sempre più noioso, Sirius non tornava. Crux era raggomitolata sulla sua solita poltrona, dormendo con le orecchie alzate. Alle tre in punto, si alzò, senza una meta. Doveva cercare Sirius, dirgli che era dispiaciuta di averlo trattato male e chiedergli di tornare in camera, perché aveva sonno, e aveva bisogno di lui per addormentarsi. Dalla camera di James non proveniva alcun rumore.
Entrò, stando ben attenta a non fare rumore. James dormiva tranquillo nel suo letto matrimoniale. Sbuffò, senza preoccuparsi di svegliarlo.
“Sirius?”  chiamò, nel buio. Non ricevette alcuna risposta. “Oh, andiamo, Felpato, non è divertente!”
Escluse a priori le camere di Lily e Rose: loro sapevano che lei odiava muoversi al buio e non avrebbero permesso a Sirius di farle uno scherzo del genere. Entrò nella camera di Peter e Remus. Niente.
“Dannazione, Sirius!” esclamò, sottovoce.
Salì le scale, per andarlo a cercare in giardino, quando vide una figura sdraiata su uno dei divani. Sobbalzò appena la vide.
“Oh, sei qui!” escamò, vedendolo. Era completamente buio e lei non aveva intenzione di usare la bacchetta, mancavano ancora due mesi alla sua maggiore età.
“Martha?” chiese la voce di Sirius, nel buio.
“E chi altri? Dormono tutti!” si avvicinò al divano. “Perché non sei tornato in camera?”
“Pensavo che fossi arrabbiata con me.”
Lei sorrise. “Sirius, io sono sempre arrabbiata con te.”
E il sorriso di Felpato illuminò tutto, anche al buio.

 

   
 
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