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Autore: CHAOSevangeline    27/03/2015    7 recensioni
{ Newtmas | School!AU }
A ricreazione, Thomas realizzò due cose: la prima, che era riuscito a sopravvivere fino a quel momento; la seconda, che Newt aveva tutta l’aria di essere il boss di quella classe.
Non appena gli aveva stretto la mano era stato come se tutti – e ci teneva a sottolineare tutti – avessero deciso di accettarlo nel loro branco.
Da un certo punto di vista Thomas ne era felice, ma dall’altro non poteva fare a meno di domandarsi dove fosse finito.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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#Capitolo 7
Oppure
“Convivenza, seconda parte.
I film sono decisamente complici del male.”
 

Newt aveva la sensazione che l’imbarazzo della sera precedente non li avesse mai abbandonati davvero; aveva sdrammatizzato, aveva minacciato Minho perché tutto sembrasse d’ordinaria amministrazione, ma Thomas gli era parso sempre distante.
L’unico momento durante il quale Newt non aveva avuto quella sensazione era stata la mattina, trascorsa a studiare gli ultimi appunti e a testare le conoscenze che teoricamente Thomas doveva aver acquisito il giorno prima.
Decisamente il loro studio intensivo aveva funzionato e decisamente si sarebbero potuti concedere la sera libera, magari guardando uno di quei film idioti che Thomas si era premurato di portare con sé il giorno prima.
Una seconda sensazione che Newt provava frequentemente, era quella pungente e subdola che i suoi amici fossero convinti che lui non sapesse come divertirsi. Quanto impegno avrebbe richiesto trovare un film che non solo lui reputasse spiritoso? Davvero poco, eppure nessuno sembrava volersi fidare.
Il problema era che non appena Newt cercava di dimostrare loro quanto anche lui fosse simpatico, ogni sua frase, ogni suo tentativo sembravano diventare terribilmente forzati e la situazione si rivolgeva ancor di più contro di lui.
Sebbene gli fosse parso completamente assorto da qualcos’altro, o per meglio dire più interessato a trovarsi altrove piuttosto che a stare lì con lui, Thomas era stato in grado di salvarlo da una di quelle situazioni scomode che si sarebbe certamente andata a creare, se solo avesse finito la battuta che aveva cercato di proporre all’amico.
Newt non era un tipo permaloso, ma quel weekend sembrava essere capace di portarlo a essere ciò che non era mai. Certo, non che fosse riuscito a renderlo simpatico.
La sua momentanea irritabilità comunque si stava palesando mentre teneva le braccia incrociate al petto, seduto sul divano in attesa che Thomas inserisse il dvd nel lettore – già, non solo non gli aveva lasciato scegliere il film, ora nemmeno voleva che lo facesse partire.
Se c’era una cosa che però Newt non avrebbe nemmeno provato a fare, era tenere il broncio a Thomas; avrebbero dovuto privarlo della sua sanità mentale perché ci riuscisse.
Quando l’amico andò ad accomodarsi sul divano, il padrone di casa era già tornato più che sereno.
Non ci volle molto perché l’atmosfera si alleggerisse di nuovo e Thomas tornasse ad essere il solito Tommy di sempre, quello che pareva completamente assorbito da tutte le situazioni che viveva con Newt.
Nella mente di quest’ultimo balenò addirittura l’idea di rintracciare i registi del film per ringraziarli di aver permesso al loro sabato sera di smettere di essere tanto smorto quanto aveva promesso di essere fino a poco prima.
La prima metà del film continuò più o meno sempre allo stesso modo: una scena, Thomas rideva e la commentava, Newt rideva più per le sciocchezze che l’amico si inventava e poi i ruoli si invertivano. Newt era convinto che Thomas stesse ridendo per le scene, non tanto per ciò che diceva lui, ma la verità era che Thomas lo stava trovando più che simpatico.
Non evitarono di fare nemmeno una battuta, fino a una scena fatidica. Solo quella fece decidere a Newt che non avrebbe rintracciato i creatori del film per ringraziarli.
Decisamente l’imbarazzo era tornato, decisamente Newt lo sentiva troppo e temeva che le proprie guance stessero diventando rosse. Altrettanto decisamente, tutto ciò non sarebbe dovuto accadere.
Newt difendeva sempre la propria maturità, quindi non aveva senso che vedere i due protagonisti baciarsi per una scommessa suscitasse in lui chissà quale senso di imbarazzo.
« Quel ragazzo è coraggioso. » asserì soltanto, sperando che fosse nuovamente Thomas a fare in modo che l’atmosfera si alleggerisse.
« Già. Anche se non penso sia una cosa poi così impossibile. Trovare il coraggio per una cosa del genere, intendo. »
Newt capì in quell’istante che qualsiasi parola fosse uscita dalle labbra del suo migliore amico non sarebbe assolutamente servita ad alleggerire un bel niente. Perché? Perché il suo cervello si stava divertendo a fargli notare una cosa a cui aveva già fatto caso diverse volte, ma a cui non aveva dato peso riconoscendo che spiegarla si sarebbe potuto rivelare scomodo; quando Thomas parlava, Newt ne approfittava per guardargli le labbra.
Inizialmente aveva creduto che fosse una cosa insensata e involontaria, poi aveva cominciato a notare che quando si riprendeva da quella momentanea trance qualche pensiero poco consono si era fatto strada nella sua mente.
Il vero problema non era che le labbra che tanto gli piacevano fossero di un lui, quanto piuttosto che fossero di Thomas. Lo stesso Thomas che ormai era il suo migliore amico. Quel Thomas che era cotto senza probabili possibilità di recupero di Teresa Agnes.
Per questo continuava a dire a se stesso che forse quei pensieri non volevano dire che Tommy gli piaceva, e quel forse serviva solo a fargli credere di non trovarsi in una pessima situazione.
« Non che ci debba volere poi tutto questo coraggio, eh. Ci sono cose che ne richiedono decisamente di più. »
Newt si accorse che Thomas era ancora impegnato in quel soliloquio che stava confermando tutto fuorché il fatto che secondo lui ci volesse davvero poco fegato, per baciare un amico.
« Se ci vuole così poco coraggio, perché non lo fai anche tu? »
Newt si accorse solamente dopo aver parlato di ciò che aveva detto, ma quelle parole erano uscite dalle sue labbra con un tono tanto di sfida da non far sembrare che il suo vero desiderio fosse ricevere un bacio, quanto piuttosto mettere alla prova Thomas.
« Eh? »
Thomas sbatté gli occhi e Newt ebbe la sensazione di aver completamente sbagliato la propria mossa, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro: tanto valeva fingere che la cosa non lo toccasse.
« Dici che non ci vuole poi così tanta audacia, ma sono certo che tu non avresti le palle di farlo: troppa paura che Minho ti scopra e ti prenda in giro. »
Con quelle parole, che Newt aveva usato unicamente per difendersi, fece infuocare l’animo di Thomas. Un po’ per l’orgoglio, un po’ per un qualcosa che anche l’altro preferiva non spiegare.
« Scommettiamo? »
Il cuore di Newt perse un battito, ma il ragazzo non distolse lo sguardo.
«  Scommettiamo. »
Ebbe solo pochi secondi per rendersi conto che Thomas si stava avvicinando con troppa decisione perché potesse fermarsi.
Lo baciò, e Newt volle dimenticare che la loro era solamente una scommessa.
Mosse timidamente le labbra contro quelle di Thomas, che non si stava comportando come se quello fosse solamente un bacio che era stato costretto a dare.
Mentre ancora lo baciava, Newt ebbe la sensazione che quegli attimi fossero infiniti e la cosa non gli dispiacque. Quando il ragazzo si staccò, invece, gli parve che fosse durato tutto troppo poco.
«  Beh… wow. » mormorò Newt.
Entrambi si lasciarono sfuggire una risata impacciata, le guance di Thomas si imporporarono e si passò una mano tra i capelli corti, cercando di dissimulare l’imbarazzo.
Quando entrambi si resero conto che, date le motivazioni che li avevano portati a quel contatto, non si sarebbero dovuti comportare così, parvero tornare con i piedi per terra.
Thomas si schiarì la voce, Newt invece si alzò in piedi.
« Abbiamo… finito le patatine, vado a prenderne altre! »
Thomas annuì, fin troppo energicamente.
« Hai ragione, ti do una mano! » lo guardò, vagamente spaesato. « Anzi no, no è meglio che ti aspetti qui. »
Newt gli fece un leggero cenno e dopo aver abbozzato un vago sorriso si rintanò in cucina, dove aveva intenzione di rimanere per un po’.
Si sfiorò le labbra con due dita, per poi passarsi le mani sul volto.
Era una delle migliori scommesse che avesse mai proposto, ed era un po’ troppo felice di essersi accorto del fatto che, per Thomas, non sembrava essere stata una semplice sfida.


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Questo capitolo è decisamente meno ironico del solito e non fa poi così tanto ridere, ma considerando l'avvenimento intorno a cui ruota ho pensato che renderlo eccessivamente esilarante gli avrebbe fatto perdere molto.
Che dire? Finalmente sono arrivata a scrivere questa parte e insolitamente sono anche vagamete felice di come sono riuscita a renderla!
Come al solito, vi ringrazio tutti per aver commentato e messo la storia tra le seguite o le preferite. Come ci tengo a ribadire ogni volta che aggiorno non mi perdo niente di ciò che mi scrivete, ma ho pochissimo tempo per rispondere ;__;
Grazie a tutti <3
   
 
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