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Autore: MissKiddo    30/03/2015    2 recensioni
Isabel Sanchez Torrès è la figlia del torero più famoso ed acclamato di Spagna. L'unico problema? Lei odia la corrida. Non capisce come possa piacere tale vigliaccheria. Per queste ragioni i rapporti con i suoi genitori sono difficili.
Ma dopo un terribile incidente riuscirà a sistemare le cose nella sua famiglia? E se il posto di suo padre venisse preso da un affascinante ragazzo dagli occhi blu? Lei potrà innamorarsi di un ragazzo che segue le orme di suo padre? Non vi resta che scoprirlo leggendo la storia, vi aspetto.
Tratto dalla storia:
Finalmente la corrida era giunta alla terza ed ultima parte: “Tercio de muleta”. Ruben stava sudando, aveva perso molte forze per tenera a bada il toro. Per fortuna le corse mattutine avevano aumentato la sua capacità polmonare. Il toro era sfinito, presto sarebbe arrivata la sua ora. Ruben prese la spada, fissava gli occhi del toro, provava rispetto per l'animale. Si era battuto con orgoglio e forza, ma doveva ucciderlo.
[CAPITOLO BONUS MATRIMONIO ALL'INTERNO!]
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 9

Io ci sono, e tu?


La giornata era fredda ma il cielo era limpido e privo di nuvole. Il sole era alto e scaldava debolmente il viso di Isabel. Lei e Ruben erano in viaggio da almeno un'ora. Si stava chiedendo dove la stesse portando, lui insisteva nel dire che sarebbe stata una sorpresa. Isabel guardava fuori dal finestrino distrattamente. Teneva il viso appoggiato alla mano e ogni tanto sbuffava per la noia. «Sei sicuro di non voler dire niente? Sono curiosa!» disse Isabel per l'ennesima volta. «Lo vedrai quando arriveremo» rispose Ruben sorridendo. «Sei odioso!» sbottò lei incrociando le braccia sul seno. Ruben rimase in silenzio e continuò a guidare, doveva ammettere che gli piaceva stuzzicarla in quel modo.
Si lasciarono alle spalle la città, intorno a loro, adesso, vi era solo vegetazione. Isabel osservava tutto con molta attenzione, il verde tutto attorno a lei la faceva tornare bambina. Suo padre la portava spesso nei boschi vicini per fare dei picnic. Ma Ruben non era intenzionato a fermarsi in quel punto. Viaggiarono per un'altra ora. La pazienza di Isabel stava per finire, voleva sapere dove la stava portando. «Allora siamo arrivati?» chiese lei impaziente. Ruben fermò di colpo la macchina, per poco non fece sbattere la testa ad Isabel. «Si, siamo arrivati» disse Ruben imitando la sua compagna di viaggio. Isabel si voltò verso di lui e lo guardò in malo modo. Poi si guardò intorno, i boschi avevano lasciato il posto al profumo del mare. Da quella distanza poteva sentire il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli. «Mi hai portato al mare?» chiese sbigottita. «È la giornata ideale. Forza, scendi e andiamo» Isabel ubbidì e seguì Ruben. Respirò a pieni polmoni quell'aria salmastra.
Camminarono per alcuni minuti e finalmente giunsero sulla spiaggia. Il mare era leggermente mosso, ma era di un verde smeraldo strepitoso. Alcuni gabbiani stavano volando nel cielo, le loro urla giunsero sino a loro, probabilmente stavano mangiando del pesce. «Che ne dici se ci sediamo qui?» chiese Ruben poggiando la cesta che stava portando da quando erano scesi dalla macchina. Isabel si sedette sulla sabbia calda ed osservò il mare. «Non dirmi che hai anche preparato il pranzo»
«Forse non lo sai, ma oltre ad essere bello ed intelligente, sono anche un ottimo cuoco»
«E modesto, giusto?» aggiunse Isabel sorridendo. Ruben iniziò a tirare fuori dal cesto dei tramezzini al tonno e qualche panino imbottito. I due mangiarono con gusto, l'aria di mare mette appetito.

 

Isabel continuava a guardare il mare, era affascinata da quel moto ondoso perpetuo. I capelli le ondeggiavano nella brezza leggera. L'acqua non sta mai ferma, è sempre in continuo movimento. Pensò ai cambiamenti della sua vita nell'ultimo periodo, poi si voltò verso Ruben, sorrisero entrambi. «Ti piace?» chiese lui avvicinandosi a lei.
«Molto, è rilassante. Potrei stare qui per ore» mentre parlava si guardò il polso, adesso era diventato di un giallo/verde poco gradevole. Ruben lo vide e sul viso gli si dipinse una smorfia. «Avrei dovuto prenderlo a pugni» disse infine sprezzante. Isabel appoggiò la testa sulla sua spalla, aveva estremamente bisogno di quel contatto. «Non prendertela, è passato» rispose lei quasi sottovoce. Rimasero in quella posizione per alcuni minuti. Di fronte a loro un pesce saltò dall'acqua, la pelle azzurra luccicò sotto il sole, e subito dopo scomparve di nuovo nelle profondità del mare. «Volevo parlare di quello che mi hai detto ieri...» esordì Ruben.
«Precisamente, riguardo cosa?» Isabel voleva rimanere sul vago. Non le andava di discutere nuovamente, ormai lei aveva preso la sua decisione. «Penso che tu stia sbagliando. Insomma... non credo che potremmo rimanere amici molto a lungo, non si possono reprimere certe emozioni» Ruben aveva una voce dolce ma parlò con fermezza. «Credo che non c'entri la storia di Marisol, o il fatto che mi hai mentito. Penso di avere paura, ho molta paura, Ruben. Non mi era mai capitato niente di simile»
«E preferiresti perderti tutto questo solo perchè hai paura? Devi rischiare se vuoi essere felice. E c'è anche un altra cosa... ieri sera, quando ti ho lasciato in camera, hai detto una cosa» Isabel ebbe un'illuminazione, aveva completamente dimenticato di aver detto quella cosa a Ruben, arrossì vistosamente. «Ricordo cosa ho detto» rispose timidamente. Ruben le prese il viso tra le mani, contemplò quegli occhi verdi che lo affascinavano tanto. Poi inaspettatamente baciò il piccolo naso di lei. «Io sono innamorato di te, Isa» lo disse con naturalezza. Per alcuni secondi Isabel rimase ammutolita, non aveva la forza di parlare. Quella dichiarazione le aveva tolto il fiato. Ruben continuò: «io ci sono, dimmi che ci sei anche tu. Perdonami e amami alla luce del sole. Non serve aver paura. Non puoi continuare a vivere con la paura di provare emozioni, lasciati andare, io cercherò di non deluderti» la sua voce era quasi un sussurro, le loro fronti si stava sfiorando. Isabel ascoltò ogni parola, assaporò ogni lettera di quelle frasi. Ruben aveva ragione, non poteva continuare a vivere senza emozioni. «Ci sono, Ruben. Ma promettimi che non soffrirò, che sarà tutto bellissimo...» una lacrima le cadde dall'occhio destro. Ruben l'asciugò con un gesto della mano. «Te lo prometto» disse infine. Si guardarono negli occhi, capirono che riuscivano a completarsi l'uno con l'altra. Lentamente, Ruben, si avvicinò alle labbra di lei. Si baciarono, fu un bacio intenso. Isabel sentì il cuore battere velocemente, pensò che sarebbe scoppiato, era colmo di felicità. Provò un senso di completezza, un senso di abbandono piacevole. Si pentì di non averlo fatto prima, quel gesto non era un semplice bacio ma un unione di due anime che si erano sfiorate per tanto tempo e che adesso si stringevano in un abbraccio che sarebbe durato per sempre.
Intanto intorno a loro il sole iniziò a scendere verso l'orizzonte. Il cielo era di un rosso vermiglio incandescente. Rimasero sulla spiaggia per ore, continuarono a baciarsi senza dire nulla, non c'era più niente da aggiungere, adesso era il momento di amarsi.

 

La spiaggia era ormai buia e iniziava a far freddo. Isabel e Ruben erano abbracciati, avevano osservato il sole scomparire centimetro dopo centimetro. «È meglio se andiamo prima che ti prendi un raffreddore» disse Ruben stringendola a se. Isabel si alzò di mala voglia, avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre. «Va bene, andiamo» si incamminarono verso la macchina e il cellulare di Isabel iniziò a suonare. «Non ho bevuto stavolta, sono con Ruben» disse immediatamente lei quando sentì sua madre.
«Bene, tornerai a casa?» la voce di Amanda era maliziosa.
Isabel rifletté su quelle parole e sorrise. «Credo di no» disse infine decisa. «Tuo padre è nervoso, Ruben ha saltato di nuovo l'allenamento» rispose Amanda. «Ci penserà domani, chiedi scusa a papà da parte nostra» sua madre sospirò e non aggiunse altro. Isabel chiuse la chiamata e guardò speranzosa Ruben che la stava osservando. «Ti porto a casa con me» rispose lui dandole un bacio leggero sulle labbra.

 

Quando arrivarono all'appartamento di Ruben era ormai notte. Isabel si sentiva a disagio, stava davvero facendo la cosa giusta? Ruben le si avvicinò, sembrò capire i pensieri che stavano passando nella testa di lei. «Andrà tutto bene» le sussurrò all'orecchio. Isabel sorrise e lo abbracciò. «Quindi... io e te siamo una coppia?» si sentì stupida nel momento stesso in cui pronunciò quelle parole, ma dopo la batosta di Marisol, voleva essere sicura di aver capito. Ruben la guardò serio. «Certo che no» Isabel si pentì di aver detto quelle cose, e si sentì un'idiota. Poi Ruben parlò di nuovo, stavolta stava ridendo. «Stavo scherzando! Non fare quella faccia» Isabel alzò un sopracciglio e subito dopo diede uno schiaffetto alla spalla di lui. «Vuoi per caso farmi venire un infarto?» disse lei sorridendo a sua volta.
«Non oserei mai, piccola mia» si baciarono. Ogni bacio sembrava il primo, il sapore delle labbra di Ruben era perfetto, non desiderava altro.
Continuarono a baciarsi fino a quando Ruben la prese in braccio, lei incrociò le sue gambe sul corpo sodo di lui. Fare il torero aveva reso i suoi muscoli potenti al tatto. Si spostarono in camera, dove lui l'adagiò dolcemente sul letto. «Sei sicura?» chiese Ruben per l'ultima volta. Isabel lo guardò negli occhi e stavolta era pienamente consapevole di quello che stava facendo, lo voleva con tutte le sue forze. «Sicurissima» rispose in un sussurrò. Fare l'amore per la prima volta con Ruben, fu come scoprire cosa davvero fosse il sesso e il piacere. Isabel pensò di non aver mai provato niente di simile, tutto era perfetto, non poteva chiedere di meglio.
Quando arrivarono al culmine di quel piacere mozza fiato, i due si guardarono negli occhi tremati di eccitazione. «Tienimi per sempre con te» sussurrò Isabel avvinghiandosi al corpo caldo di lui. «Non ti lascerei mai scappare»

 

Isabel era sdraiata sul letto, accanto a lei c'era Ruben. Stava ripercorrendo con la mente ogni singolo momento di piacere. Si crogiolò nel pensiero che quella non sarebbe di certo stata l'ultima volta, sorrise nel buio della stanza. «Sei ancora sveglia?» chiese Ruben con voce impastata per il sonno. «Si, stavo pensando» Isabel si avvicinò a lui e lo strinse da dietro, voleva sentire il contatto della pelle nuda sui seni. Alzò una mano e accarezzò i capelli morbidi di lui. Poi scese sulla guancia, dove vi era la cicatrice. Finalmente dopo tutto quel tempo posò il suo dito indice in quella piccola fossetta. «Erano mesi che volevo farlo» disse lei sorridendo. «Quindi questo era tutta una finta? In realtà volevi fare solo questo?»
«Smettila di prendermi in giro! Sei odioso!» ma Isabel continuò a sorridere e lo strinse ancora più forte a se. Ruben prese la mano di lei e la tenne stretta. «Buona notte, piccola» disse infine. Era molto stanco ma felice. «'Notte» si addormentarono abbracciati. I loro cuori battevano all'unisono, un suono perfetto che conciliò i loro sonni.

 

 

***

 


Dopo quella notte, Ruben ed Isabel, passarono ogni momento possibile insieme. Ruben era impegnato con gli allenamenti, ma ogni notte, si ritrovavano nell'appartamento di lui. Amanda e Diego approvarono la scelta della loro figlia e anche Dolores ne fu felice. Era passato circa un mese e la seconda corrida di Ruben sarebbe avvenuta entro pochi giorni. Si era allenato duramente, sapeva che non poteva deludere il pubblico. Con la sua prima corrida era riuscito ad avere successo e a mettere da parte un bel gruzzolo. Ma sarebbe stata la seconda prova a fornirgli la celebrità indiscussa. Sapeva che il re avrebbe partecipato, e questo lo emozionava ancora di più.
La sera precedente alla corrida lui ed Isabel passarono la notte insieme, come al solito avevano fatto l'amore, e si ritrovarono abbracciati nel letto. «Sei nervoso?» chiese Isabel stampandogli un bacio sulla guancia. «Direi di si. Non è da tutti avere il re allo spettacolo»
«Andrà tutto bene, io sarò con te» Ruben si voltò verso di lei e la squadrò. «Cosa? Pensavo non saresti venuta, non voglio obbligarti» Isabel sorrise debolmente. In quei giorni aveva riflettuto a lungo. Lei accettava ogni sfaccettatura del carattere di Ruben e questo significava accettare la sua professione. «Non condividerò mai ciò che fai. Ma adesso siamo una coppia e tu hai bisogno che io ti stia vicino» Ruben la prese tra le braccia e la baciò. Non si sbagliava su di lei, aveva scelto la donna migliore che avesse mai conosciuto. «Grazie, per me è molto importante. E sappi che rispetto ciò che pensi, lo farò sempre» Poi Isabel diventò seria. «Cerca di non farti uccidere...»
«E perdermi il resto della mia vita con te? Non lo permetterei mai» rispose Ruben accarezzando il piccolo viso ovale di lei. Isabel ritrovò il sorriso, e lo baciò sulla fossetta che lei amava tanto. «Sai magari potresti anche evitare di uccidere il toro, non credi? È possibile, giusto?» Ruben alzò gli occhi al cielo. Sapeva che lei stava cercando di sforzarsi ma i suoi ideali rimanevano sempre gli stessi. «Si, è possibile. Se il toro si comporterà bene e il pubblico decide di salvarlo, potrei. Ma non posso prometterti niente»
«Questo mi basta. Ma adesso che ne dici se facciamo un bis?» disse Isabel con tono malizioso. Si sporse in avanti e salì sopra di lui. «E me lo chiedi?»

 


Isabel si svegliò all'alba, aveva ancora gli occhi chiusi e con la mano destra cercò Ruben, ma trovò solo le lenzuola. Era già andato via. Sospirò e guardò il cuscino, sopra di esso vi era un biglietto.

 

“Ti ho già detto che sei la cosa più bella che mi sia mai capitata? Ci vediamo all'arena, se sei con me tutto andrò bene”

 

Leggendo quelle parole, Isabel sorrise. Era innamorata, pazzamente innamorata di lui. Ormai non ne poteva più fare a meno.
Si alzò dal letto e si vestì. Voleva tornare alla villa così sarebbe stata con sua madre e poi sarebbero andate insieme all'arena. Ancora le sembrava strano pensare quelle cose, pensare che sarebbe andata ad una corrida in tranquillità, ma in fondo, per amore si fanno molte cose.
Quando arrivò alla villa, Amanda la strinse forte a se. Da quando stava con Ruben sua madre sembrava più felice che mai. «Ecco la mia piccolina!»
«Mamma, così mi soffochi» disse Isabel sorridendo. Amanda la lasciò andare e la zittì con un gesto della mano. «Sei sempre la solita. Ma dimmi... come vanno le cose con Ruben?»
«Molto bene. Non potrei chiedere di meglio» Amanda scorse negli occhi di sua figlia una luce che non aveva mai visto prima di allora. Era felice per lei. «Dovreste cercavi una casa più grande e magari pensare al matrimonio e poi...»
«Mamma! Santo cielo, stiamo insieme da un mese. Non farti strane idee» Amanda sospirò e alzò gli occhi al cielo. «Lasciami sognare, Isa!»

 

Diego era seduto in camerino, Ruben stava finendo di vestirsi. Indossò lo stesso abito della sua prima corrida. I due si guardarono, entrambi erano molto nervosi. Questa volta c'era in ballo qualcosa di molto più importante. Fare bella figura con il re significava assicurarsi un futuro e Ruben, voleva assolutamente prendersi quel futuro che aveva sognato da quando era piccolo. «Ruben, non ti agitare. Sappiamo entrambi che è una cosa molto importante, ma non ne fare un dramma. Andrà tutto bene» disse Diego. «Farò tutto il possibile, voglio stupire il pubblico come la prima volta»
«Ci riuscirai, mi fido di te.» Diego strinse forte le spalle dell'altro e poi si congedò. Doveva raggiungere le tribune.

 

Isabel e Amanda erano giunte fuori dall'arena, si erano date appuntamento con Dolores. Quando si incontrarono si abbracciarono e condivisero il loro nervosismo, ma anche la loro eccitazione. Salire sugli spalti dedicati alle persone più importanti. L'arena era gremita nuovamente, forse vi erano ancora più persone dell'ultima volta. Alcune persone avevano preparato degli striscioni dedicati a Ruben. Isabel, vedendoli sorrise. Quando furono sedute tutte e tre, si guardarono intorno. «Quando arriverà il re?» chiese Isabel, il suo tono era alto, doveva sovrastare il frastuono che producevano gli altri. «Arriverà tra poco» rispose Amanda. Poco dopo, Diego le raggiunse. Salutò tutte e si sedette accanto a sua moglie, la prese per mano e le diede un bacio sulla guancia. «È una mia impressione, o stavolta ci sono molte più persone?» chiese lui stupito.
«Cosa ti aspettavi, ci sarà il re!» rispose Amanda stringendo la mano di suo marito. Proprio mentre finiva la frase, il pubblico si ammutolì. Un altoparlante annunciò l'arrivò del re. Tutti si alzarono in piedi, Isabel e gli altri fecero lo stesso. Il re apparve sugli spalti e raggiunse il posto d'onore che era stato riservato per lui. Quando si accomodò, fece un gesto con la mano, come per far sapere agli altri che potevano sedersi. La folla ubbidì a quel gesto e tornarono a sedere. Il rumore tornò poco alla volta, le urla iniziarono dopo pochi minuti.


Ruben era dietro alla porta che portava dentro l'arena. Chiuse gli occhi e pensò a sua padre, subito dopo ad Isabel. Poi sospirando, fece un po' di riscaldamento. Dopo pochi minuti un uomo gli disse che erano pronti, poteva entrare.
Le porte si aprirono e Ruben entrò nell'arena a passo lento. La folla era impazzita, le ovazioni lo raggiunsero con una potenza inaudita. Salutò tutti e fece un inchino. Si guardò attorno e cercò Isabel con lo sguardo. Quando la vide le fece un segno impercettibile con la testa che lei capì al volo. Dopo aver salutato gli spettatori, andò vicino al posto del re e lo salutò con un nuovo inchino. Il re ricambiò con un gesto della mano.
Ruben si portò al centro dell'arena e prese il cappello, doveva svolgere il solito rito propiziatorio. Tutti rimasero con il fiato sospeso, ma anche stavolta, il capello cadde dalla parte giusta. La corrida sarebbe andata bene.


Finalmente il toro uscì all'aperto, inizialmente non capì dove si trovasse e cercò una via di fuga. Isabel guardò quella scena con rabbia, quel toro voleva solo scappare. «Mi sto già pentendo di essere venuta» disse quasi sottovoce. Dolores la sentì e le sfiorò una mano. «Neanche a me piace. Ma lo facciamo per Ruben, giusto?» Isabel annuì con il capo.
Quando il toro capì che non vi erano vie di fuga, iniziò ad attaccare il torero. Ruben lo schivò con destrezza e velocità. Il re iniziò ad applaudire e tutto il pubblicò schiamazzò a gran voce.
Isabel lo osservò con attenzione, vedeva le piccole gocce di sudore che gli scendevano dalla fronte, i capelli che gli cadevano sugli occhi. Provò tenerezza per lui e sperò che tutto andasse bene. Se si fosse ferito sarebbe morta di paura.

 

La corrida prevede di uccidere il toro entro i primi dieci minuti, ne erano già passati cinque e Ruben doveva sbrigarsi. Prese la spada ed aspettò che il toro gli si avvicinasse. Aveva detto ad Isabel che avrebbe cercato di non ucciderlo, ma sapeva che se lo avesse fatto il pubblico non avrebbe apprezzato fino in fondo. Il toro corse verso di lui, stava proprio per prenderlo quando Ruben balzò in alto e conficcò la spada dritta in mezzo alle spalle dell'animale. L'altro sbuffò e cadde a terra inerme, era morto. Il boato del pubblico fece sobbalzare Isabel che guardava impietrita la scena.
Ruben ce l'aveva fatta, il re era soddisfatto e anche il pubblico. Il suo futuro ne avrebbe sicuramente giovato. Era diventato ufficialmente uno dei toreri migliori della Spagna.

 

Spazio autrice:
Ciao a tutti! Cosa ve ne pare di questo capitolo? Siete felici per Isabel e Ruben? Io si u.u
Come al solito ringrazio tutti quelli che hanno recensito i precedenti capitoli e anche chi ha messo la mia storia tra le seguite/ricordate/preferite. Anzi, mi rivolgo proprio a chi segue la storia ma non ha mai recensito. Fatelo anche voi, voglio sapere i vostri pareri!

A presto,
MissKiddo

 

   
 
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