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Autore: Dian87    30/03/2015    0 recensioni
Alla veglia del giorno della battaglia finale, un assassinio sconvolge gli equilibri e qualcuno dovrà fare chiarezza nel proprio cuore.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il respiro di Daire si fece più regolare e l’uomo strinse gli occhi. In bocca aveva un gusto amaro, quasi metallico, e nelle orecchie sentiva rimbombare il proprio sangue. Sentiva lo stomaco stringersi in una morsa d’acciaio. Mosse una mano, sentendo la pelle della propria gamba sotto le proprie dita, e la spostò un attimo, sentendo della pelle nuda sotto ai polpastrelli.
«Sei sveglio?»
La voce di Bleuenn lo colse di sprovvista e aprì gli occhi, osservando stralci di cielo nell’oscurità. La udì fare un sospiro e cercò di mettersi seduto, con una mano che stringeva la sommaria fasciatura al fianco. Ricordava a malapena che avevano attraversato il fiume e le boccate d’acqua, ma non ricordava di esserne mai uscito. Forse era morto…
«Quanto… tempo è passato?» chiese, portando l’altra mano alla tempia.
«Il pomeriggio… credo.» rispose lei, con un po’ d’incertezza che trapelava dalla sua voce. «Quando mi sono svegliata era già buio.»
Bleuenn era seduta vicino a lui e Daire poté vedere senza problemi che l’unica cosa che aveva addosso era la cintura con le armi. Si soffermò un po’ troppo sul suo corpo prima di distogliere lo sguardo, ringraziando le tenebre che nascondevano il suo viso imbarazzato. Sulla pelle, sentiva il calore degli abiti asciutti e si chiese quando fosse riuscito a rimetterseli.
«Rimettiti almeno i pantaloni, ti ammalerai.» la rimproverò, pur continuando a non guardarla.
Non riuscì a vedere il sorriso amaro di lei né il suo scuotere la testa.
«Sono stati persi nella traversata.» rispose lei. «Almeno, se li trovano, possono pensare che siamo annegati nella traversata. Riesci ad alzarti?»
Bleuenn si alzò, anche se una volta in piedi si dovette fermare allargando un po’ le braccia. Il digiuno forzato stava causando le prime debolezze e lei non era in grado di distinguere una pianta commestibile da una velenosa.
Aiutò Daire ad alzarsi in piedi e passò il suo braccio sopra le proprie spalle, iniziando a guidarlo verso una precisa direzione. Mentre l’uomo riposava, la donna aveva studiato il cielo per mettere a frutto quelle poche conoscenze che aveva per orientarsi e lo stava portando verso nord, dove sapeva attraversava la strada che andava ad Aeggdun.
Daire si appoggiò pesantemente a lei. Stare vicino all’acqua era pericoloso in quella situazione, dove chiunque li stesse cercando li avrebbe trovati facilmente, in questo concordava con lei, ma non sapeva a quanto distavano ancora dalla strada.

Bleuenn incespicò, riuscendo a mantenere l’equilibrio per puro miracolo.
Ma chi gliel’aveva fatto fare ad iniziare quella ribellione? Alla frusta ci aveva fatto l’abitudine e bastava evitare i soldati imperiali per scansare qualsiasi attenzione poco gradita, ma avrebbe avuto un tetto sopra alla testa e degli abiti caldi.
Scosse la testa, tendendo lo sguardo in avanti e cercando di udire eventuali suoni. Un ululato era lontano, con buone speranze troppo affinché si accorgesse di loro. Lanciò un’occhiata a Daire, che avanzava strascicando i piedi, e cercò di tirarlo più dritto, causandogli un lieve gemito di dolore.
Già, avrebbe dovuto restarsene nel suo forno…
«Non sarebbe… stato da te…» Sospirò Daire.
Bleuenn si fermò, portando lo sguardo indagatore su di lui.
«Come? Non dirmi che hai iniziato a leggere nella mente.» Commentò, con tono lievemente acido.
«Stavi parlando a voce alta…» Fu il commento di lui.
Ripresero il cammino e passò ancora mezza nottata prima che riuscissero ad intravedere delle luci in lontananza. Bleuenn vide dei movimenti davanti a lei e battè la mano sul fianco sano di Daire. Avanzò ancora e vide delle figure venire incontro a loro. Le armature e gli elmi splendevano di rosso alla luce delle torce e le armi tintinnavano ai loro fianchi, un dolce suono, mentre la donna iniziava a distinguere la barra chiara sulle cotte d’armi degli uomini.
«Dama Bleuenn?» chiese uno degli uomini, raggiungendola e sorreggendola come se la donna fosse una torcia accesa. «Il comandante Mael ci ha separati per cercarvi.»
Bleuenn fece un cenno col capo all’uomo, mentre lasciava Daire più incosciente che sveglio nelle mani di un altro.
«Vi prego… salvatelo…» Mormorò, perdendo a propria volta i sensi tra le braccia del soldato.

Quando Bleuenn si svegliò, era stata coperta da un lieve lenzuolo e sopra di sé la tela chiara di una tenda bloccava i raggi del sole.
Spostò lo sguardo di lato e vide una persona seduta accanto al letto, soffermandosi sull’armatura di piastre. I capelli mori lunghi fino alle spalle incorniciavano il viso preoccupato e gli occhi scuri erano fissi su di lei.
«Mael…» sussurrò, rendendosi conto che le stava tenendo la mano.
«Avevo paura di non vederti più…» rispose lui, con lo stesso sussurro.
«Anch’io…» commentò lei, poi abbassò lo sguardo. «Quell’uomo… è sopravvissuto?»
Lo sguardo di Mael si accigliò, ma annuì.
«Sì, per poco, ma è vivo.» le rispose, cercando di fare un lieve sorriso in volto. «Ora riposa, ci sono molte cose che entrambi dobbiamo conoscere…»
Si chinò a baciarla sulle labbra, prima di alzarsi e dirigersi all’esterno. Spostò lo sguardo al soffitto della tenda, pensierosa. I mesi che aveva appena passato erano stati piacevoli, una sorta di parentesi di riposo tra le lotte. Presto avrebbe dovuto riprendere a combattere e guidare i propri uomini, li avrebbe condotti alla morte o alla vittoria.
Ma prima di tutto avrebbe dovuto fare chiarezza in se stessa. Daire aveva cominciato a piacerle in quei giorni, Mael l’aveva sempre amata e Glen era morto da tempo.
Il suo cuore rimaneva un dilemma, diviso fra l’amore per tre diversi uomini e la necessità di combattere.
  
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