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Autore: piccolo_uragano_    30/03/2015    1 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Ehilà :) siccome il capitolo precedente era piuttosto noioso, pubblico subito quello della notte di Capodanno, sperando che vi piaccia. :3 
Un paio di note da autrice: i vestiti  ... ho cercato di seguire le mode del tempo, cioè degli anni Settanta, ma, ehm, non credo di esserci troppo riuscita! Perdonatemi, sembrano più appartenenti ad un costesto vago.
La seconda canzone che compare è "Accidentally in love" (Counting Crows) che tutti voi conoscerete perchè colonna sonora di Shrek ... l'ho ritrovata tempo fa in questo bellissimo, come si dice, montaggio? Su James e Lily, insomma. Il mio stupidissimo computer non mi permette di incollare qui il link, scusatemi, però cercatelo, ne vale la pena.
Ah, altre due cose. Stavo ascoltando "amami" di Jovanotti quando l'ho scritto, quindi la frase "ti ringrazio per essere te" è tratta da quella canzone, e la frase "forse il segreto è non pensarci più e godersela fino in fondo" è del mio amore Luciano Ligabue. 
Detto questo, ringrazio le tredici persone che mi hanno inserito la storia tra le seguite e la dolce Draco394 (di nuovo) per aver passato una serata a chattare con me per programmare questo capitolo dandomi un sacco di buone idee. 
Detto questo, buona lettura! :)
(spero di non essermi dimenticata nulla)


 


I giorni passavano e la notte di Capodanno era sempre più vicina. Marie si trovava molto bene in compagnia di Charlus e Dorea, e vedere Martha, Lily e Rose ridere e scherzare con i Malandrini riempiva il cuore sia a lei che a Robert.
Intanto, James e Sirius stavano ancora combattendo contro il cubo di Rubik, giorno dopo giorno, per riuscire ad avvicinarsi al risultato finale. James era riuscito a completarlo quasi tutto, se non per una sola casella ben due volte, mentre Sirius era riuscito a completarlo tutto, una sola volta, però.
Nessuno di loro desiderava davvero uscire dalla taverna e scoprire che là fuori c’era ancora la guerra, così si rintanarono là sotto, decidendo di non uscire fino a quando Lily non fosse partita, dopo Capodanno. Ecco, Capodanno: i vestiti erano stati scelti (dopo un pomeriggio di urla isteriche delle sorelle di James con per poco non diede di matto) ma a nessuno era concesso sapere quali fossero. Il ventinove dicembre, James decise di mostrare a Marie il Quidditch, così si organizzarono in due squadre: James, Sirius e Charlus, contro Robert, Rose e Martha (che si rivelò piuttosto brava) mentre gli altri assistevano divertiti e Lily incitava tutti con insulti anche pesanti verso i suoi amici, e Marie sembrò innamorarsi del Quidditch e delle ‘scope volanti’. Tutto andava a meraviglia, se non fosse stato per l’urlo di Martha che riempiva gli incubi di Sirius, James, Lily e della stessa Martha, per Rose che non dormiva da giorni e stava in piedi a caffè (e Remus temeva che da un momento alla’altro sarebbe svenuta) e per i Babbani che continuavano a sparire nel nulla, attorno a loro.
Rose aveva passato il giorno prima di Capodanno a cercare ‘incantesimi per feste’, mentre Martha la implorava di non esagerare, lei fece l’esatto contrario.
 “ROOOOOSE!”la voce di Martha riecheggiò in tutta la taverna.
Remus cadde dal letto, Lily si piegò il cuscino sulle orecchie emettendo un grugnito, Peter tremò di paura stringendosi nelle coperte, mentre James e Sirius se la ridevano. Martha era in piedi in mezzo al salotto della taverna, che del salotto della taverna ormai non aveva più nulla: era stato evidentemente Allargato, i divani erano raddoppiati, c’era un impianto stereo Babbano da paura, luci da discoteca, un piano bar, e, soprattutto, un palcoscenico professionale.
“Non ti piace?” chiese Rose, al centro della stanza, con la bacchetta in mano e l’aria di una bambina felice.
“Non salirò su questo palco gigantesco.”
“Saranno tutti ubriachi.”
“Non ci salirò comunque, dannazione!”
“Che ha che non va?”
Erano solo le nove del mattino del trentun dicembre, ma Martha sembrava sull’orlo di una crisi isterica. “Guardalo!”
“Beh, si, mi è venuto bene. Il riflettore è Babbano, però. Credi che dovrei metterne altri? James ha detto che …”
Rose Elizabeth Redfort!”  sibilò Martha. “Un solo riflettore va più che bene. Visto che mi avevate detto che sarebbe stato grande la metà di questo e che ci sarebbe stato solo uno sgabello e un microfono!”
“Martha.” La richiamò James. “Dai, ti prego sgabello no e riflettore si. Sarà grandioso, Martha, grandioso!”
“Dannazione, James! Ho smesso di cantare dopo quel litigio con mio padre per via di Benjamin, e …”
“Chi è Benjamin?” chiese Remus, sbucando dalle scale con aria assonnata.
Rose rispose meccanicamente e senza guardarlo.“Il mio ex, quello che stava sulla London Eye a Natale.”
“Ex … diciamo che si lasciano e si riprendono come fosse un gioco.” Rise Martha.
“Possiamo dire così.”Rispose Rose, quasi vergognandosi.
“Oh. E verrà anche lui?” chiese Remus.
James guardò Rose, che guardò Martha, che guardò Sirius, che guardò James. Remus li guardò, temendo di avere detto qualcosa di sbagliato. Pochi secondi dopo, James sorrise, comunicando qualcosa a Sirius con uno sguardo malandrino.
“Sarebbe forte.” Rispose Sirius.
“Davvero!” esclamò James.
“Un Babbano ad una festa di maghi?” chiese Martha con aria esterrefatta. “Non credo sia sicuro. Anzi, è contro la legge!”
il fatto che Martha, ormai, fosse in grado di interpretare gli sguardi di Sirius e James, fece sorridere Rose e Remus.
Divertirsi è contro la legge?” le chiese James.
Lei incrociò le braccia sul petto e batté il piede sul pavimento. “La sezione tredici dello Statuto internazionale per la segretezza magica, vieta ai maghi di usare la magia in presenza di Babbani, a meno che questa non serva a salvare la vita del mago stesso!”
“Maledetta te e questa memoria fotografica.” Borbottò Sirius.
“È per questo che vostra madre sapeva pochissimo del nostro mondo?” chiese Remus.
Le sorelle Redfort annuirono.
“Nessuno ha detto che faremo incantesimi!” esclamò James.
Martha allargò le braccia, come a mostrare dove si trovavano. Lui si guardò attorno: i quadri, le finestre incantate, il camino per la polvere magica, i muri evidentemente Allargati … okay, okay, pensò James, forse non era esattamente a guardia dei diritti della segretezza e via dicendo.
“Ben è un idiota, non se ne accorgerebbe mai.” Rispose Rose, alzando le spalle.
Martha la guardò con l’aria di volerla rimproverare e lei rispose solo “Sai che è così, Martha!”
In effetti, Benjamin Robinson non era esattamente quel che si definisce un genio. Nemmeno da bambino. Forse era quello il motivo per cui era finito in un brutto giro, pensarono le sorelle, ma non fecero in tempo a trovare la risposta, perché i tre Malandrini stavano già parlando di andare a prendere Benjamin a Londra.
“Quindi avete deciso?” chiese Martha, alzando i toni.
“Avevamo dei dubbi?”
“Fottiti, James.”
Rose li fermò. “Lo devo chiamare, prima.”
“Con il feletono?”chiese James con aria allegra.
Telefono!”  lo corresse Remus.
“Beh, si. Magari ha altri impegni.”
“Siamo meglio noi!” esclamarono James e Sirius.
Rose rise e scosse la testa, Appellando una piccola scatolina nera che si portò all’orecchio, davanti agli occhi stupiti dei due Purosangue. “Ben, sono Rosie.” Disse, sorridendo, dopo un po’.
“Rosie?” sussurrò Remus con aria esterrefatta, mentre Sirius stringeva Martha (che si fingeva arrabbiata) e le baciava i capelli.
“No, a parte questo, volevo chiederti se hai impegni per stasera.”
Martha concesse a Felpato un semplice bacio a fior di labbra, seguito da due sorrisi a dir poco luminosi, mentre James tirava una gomitata all’amico borbottando qualcosa come ‘fate vomitare’ e Remus teneva lo sguardo fisso sulla ciocca di capelli che Rose si attorcigliava attorno al dito.
“Si, noi diamo una festa a casa di James con i nostri compagni di scuola, e mi chiedevo se ti andasse di unirti a noi … perfetto!”
“Lo passiamo a prendere?” chiese Sirius.
“Magari poco lontano da qui, così che non veda l’ingresso … e gli incantesimi.”
“E poi che fai? Lo bendi?”
“No, però Rose potrebbe Confonderlo sui dettagli magici … Confondere non è illegale.”
Rose annuì in direzione della sorella, dicendo “So che ci trovi strani, ma fidati, siamo simpatici! Alle nove ti passiamo …” e disse il nome di un incrocio poco distante da lì. Poi chiuse la telefonata. “Grazie, davvero!” esclamò, con un sorriso che, però, nascondeva una punta di tristezza.



Martha era in piedi al centro della stanza. In meno di un quarto d’ora sarebbero arrivati tutti, entrando dal collegamento che Rose aveva creato dal giardino, in  modo che non si dovesse passare dal pianoterra. Fissò tutti gli spartiti che, disordinati sul letto, sembravano voler dire la loro. Stupido James! Solo lui poteva costringerla a fare una cosa tanto idiota, solo James Potter.
Si infilò il vestito. Senza spalline (e il ciondolo dei Black brillava più che mai) , lungo, blu fino a metà coscia, poi iniziavano tutte le sfumature di azzurro, per arrivare al bianco. Era di Rose, naturalmente. Ma lei lo aveva ottenuto. Marie le aveva raccolto i capelli in un elegante treccia a lisca di pesce, e Dorea aveva procurato a ciascuna delle tre ragazze una molletta a forma di fiore, che Martha posò delicatamente poco sopra l’orecchio. Mentre si truccava leggermente, Rose entrò nella stanza. Il vestito era identico a quello della sorella, ma anziché essere blu era nero. E, dannazione, le stava d’incanto.
“Oh, addio autostima.” Borbottò Martha, guardandola.
“Stai benissimo.” Le rispose la sorella. Lei aveva usato la molletta di Dorea per raccogliere i capelli in una coda a metà, e, guardandola meglio, Martha notò che c’era qualcosa di nuovo in lei.
“La frangetta! Hai fatto la frangetta!” esclamò.
“Me l’ha fatta Dorea con un incantesimo, borbottando che è Auror e non parrucchiera, ma credo mi voglia bene, infondo.”
“Stai benissimo.” Sussurrò Martha, ripentendo le parole della stessa Rose poco prima.
“Oh, perché non hai visto Lily. È un incanto.”
“Smettila.” Borbottò Lily, comparendo sulla porta.
Martha spalancò la bocca.
Lily aveva per la prima volta raccolto i capelli, ma li aveva lasciati morbidi, con qualche boccolo che le accarezzava i capelli. La molletta di Dorea si appoggiava delicatamente accanto al cucù che i capelli avevano formato. Il vestito era molto particolare.  Lo scollo originale era a cuore, senza spalline, ma Rose aveva cucito sopra del pizzo a fiori nero, che rendeva lo scollo simile ad una maglietta mezze maniche. All’altezza della vita nasceva una gonna a palloncino, che finiva a metà delle sue cosce magre, scoprendo dell’altro pizzo. Le scarpe nere che aveva vinto tra le sorelle, la alzavano di dieci centimetri, facendola arrivare al metro e settanta, portandola all’altezza delle sorelle Redfort, le quali sotto al vestito indossavano le Converse Babbane.
“Dio, Lily. James impazzirà.” Le disse Martha.
“Non m’importa di Potter!” rispose secca lei.
“Come ti pare.” Ribatté Martha, finendo di truccarsi. “Però impazzirà comunque.”
“E a me non importa.”
“Come fa a non piacerti?” le chiese Rose.
“No, secondo me le piace, ma sai, non lo ammetterà mai.”
“Perché dovrebbe piacermi? È arrogante, presuntuoso, egocentrico, irresponsabile, infantile …”
“ … bellissimo, altruista, simpatico, comprensivo!!” le disse Rose.
“Non è che piace a te?” chiese Lily, ridendo.
Rose guardò Lily come una che ha appena urlato che c’è un Ufo in giardino, mentre Martha rideva.
“No, Lily, a Rose piace Remus.”
“Non è vero! Io sono inn ...” Tagliò corto Rose.
“Non dire che sei innamorata di Ben, sai che è solo un capriccio! Invece Remus ti piace, e ti piace perché è esattamente l’opposto di Ben!”
Lily, intanto, aveva la bocca spalancata. “Ti piace davvero Remus?”
“Ho detto di no!”
“E invece ti piace! Si che ti piace, e ti senti in colpa per questo!”
“Martha, tu straparli, lo sai?”
Martha scoppiò a ridere. “Stai tranquilla, non lo diremo a Remus.”
“Non c’è niente da dire!” esclamò Rose.
“Si, certo.” Tagliò corto Lily, poi sembrò rendersi conto di una cosa. “Oddio, oddio, Martha. È Remus che è andato a prendere Ben all’incrocio! Con Sirius!”
Martha scoppiò a ridere di gusto. “Davvero? Credevo sarebbe andato James!”
“James è andato in crisi per i capelli.” Lily alzò gli occhi al cielo con aria annoiata, mentre Martha rise di nuovo.
“DONNE!!” tuonò la voce di Sirius, dal piano di sopra. “È ORA DI MOSTRARVI AL MONDO, SONO ORE CHE SIETE CHIUSE LA’ SOTTO!”
“ARRIVIAMO!” urlarono loro, all’unisono, mentre uscivano dalla stanza. Salirono le scale ridendo tra loro, per poi trovarvi davanti ai quattro Malandrini nel vestito buono.
Sirius indossava la camicia da pirata che aveva indossato per la cena dai Redfort, che dei larghi pantaloni di velluto. James portava una giacca elegante sopra una t-shirt rossa e oro con jeans stretti, Remus portava una delle camicie che gli aveva regalato James (e Sirius aveva insistito perché arrotolasse le maniche fino al gomito e slacciasse i primi tre bottoni) con dei pantaloni blu scuri. E Peter, minuto e cicciottello con le sue orecchie a sventola ed il suo sorriso timido, era stretto in un maglione rosso sopra ad una camicia di cui so vedeva solo il colletto, anche lui con dei jeans.
In mezzo a loro, Benjamin Robinson sorrideva a Rose dall’alto dei suoi diciannove anni, in una camicia azzurra con dei pantaloni bianchi e un sorriso da modello.
Rose si avvicinò a lui con un sorriso da copertina, mentre lui la abbracciava sollevandola da terra. “Mia piccola Rosie! Sei uno splendore!” esclamò.
“Ciao, Ben.”gli disse lei in un soffio. “Come stai?”
“Beh … Sono pronto per questo Capodanno!”
Nel frattempo, Sirius sembrò essere colpito da una paralisi alla mascella alla vista di Martha, e lei sorrise in modo complice.
“Sirius?”  chiamò.
Ma lui rimase immobile.
“Felpato!” lo richiamò James, cercando di spingerlo con un braccio.
Lui non si mosse. “Per Godric, Martha. Sei meravigliosa.”
Lei allargò il sorriso. “Beh, anche tu.”
Lui sembrò tornare in sé. “Lo sono sempre stato.”
In quel momento, Rose richiamò la loro attenzione dal piano bar, sul quale otto bicchierini contenenti un liquido trasparente simile a dell’acqua sembravano aspettarli. James ne prese uno e lo annusò.
“Si chiama vodka.”  Gli disse Rose, interpretando il suo sguardo dubbioso.
“Non ci stai avvelenando, vero?”
Benjamin rise. Come poteva essere che non avessero mai bevuto?
“Può darsi, James, dipende da quanto la reggi.” Rispose Martha, sorridendo in modo malandrino. “Dovete tenere il bicchiere appoggiato al bancone e berlo in un solo sorso. Intesi?”
“Ma per chi ci hai preso?” la schernì Remus.
Lei scoppiò a ridere. Remus era l’unico immune al potere dell’alcol in quanto Lupo Mannaro.
“Bene.” Li richiamò Rose. “A noi, gente. Buon anno!”
Martha non smise un secondo di sorridere. “Uno, due …”
“Tre!” strillò Lily, e lei, Ben e le Redfort alzarono il bicchiere e ne bevvero il contenuto in un sorso con aria esperta, e i Malandrini ci misero mezzo secondo per imitarli. Quando ebbero finito, però, la loro faccia era come quella dei bambini che ingurgitano una medicina troppo aspra, mentre Peter tossì e Remus rideva.
“Non male.” Commentò Remus.
“È buona!” esclamò James. “Forte ma buona!”
“Ci sono vari gusti, se ti piace, ma non esagerare.” Lo riprese Martha.
“Okay, mamma.” Rispose Sirius, abbracciandola da dietro e baciandole i capelli.
“Ma non l’avevate mai bevuta?” Chiese Ben, ancora esterrefatto.
“Noi in Irlanda beviamo altre cose.” Rispose Martha. 
“Alla vostra, ragazzi.” Esclamò Lily.
“Alla prima di molte vacanze insieme!” urlò Martha, mentre Rose versava loro il secondo giro, e alcuni Tassorosso iniziarono ad entrare, salutando con la loro solita cordialità.
“Che la festa abbia inizio.” Sussurrò James, mentre il volume della musica aumentava con l’aumentare delle persone.
In meno di tre ore, James era brillo e aveva già chiesto a Martha di cantare tre volte, ma lei lo aveva spinto tra le braccia di spasimanti con cui lui era riuscito ad essere comunque tremendamente affascinante.
Rose, intanto, era rimasta al bancone degli alcolici con Benjamin, che era già troppo ubriaco per rendersi conto che lei stesse usando la magia, Lily rimase a conversare con Remus e Peter, mentre Martha e Sirius ballavano. Quando lei scelse di salire sul palco, lo fece di sua spontanea volontà, stupendo tutti.
“Ehm, ciao a tutti!” esclamò, mentre la musica dello stereo si abbassava. “Scusate l’interruzione, ma James Potter, quell’idiota, mi ha chiesto di cantare stasera, e, se lo conoscete minimamente, sapete che non accetta ‘no’ come risposta. Quindi eccomi qui.”
“Sei grandiosa, piccola!” urlò Sirius dal pubblicò e lei rispose con una linguaccia, prima di iniziare a suonare gli accordi della canzone che aveva scritto il giorno di Natale, e tutti presero a battere le mani a tempo e, i più coraggiosi, a ballare, mentre James canticchiava mentre teneva abbracciata una ragazza, ma Martha vedeva benissimo che cercava Lily con lo sguardo ogni dieci secondi. Si sentì fiera di sé stessa, quasi ripagata di ogni male e delle Cruciatus. Incrociò lo sguardo di Sirius, che non si era staccato da lei nemmeno per un secondo, e gli strizzò l’occhio sulle parole “we’ll forget those red eyes and silly alibies” e lui ricambiò con un sorriso che avrebbe fatto girare la testa a chiunque. Lily e Rose la guardavano orgogliose, e la rossa, quando si guardarono, alzò il bicchiere di Burrobirra come per brindare, mentre Remus sorrideva e si godeva tutto quel che aveva attorno, insieme a Peter, che con aria felice e le fece ciao con la mano libera dal sacchetto di patatine che stava mangiando con la velocità di … beh, di un topolino. Ben era rimasto con Rose, ma sembrava che stessero discutendo.
Quando ebbe finito, incrociò di nuovo lo sguardo orgoglioso di Sirius, prima di venire abbracciata da degli applausi calorosi e inaspettati dei ragazzi che stavano davanti a lei.
“Di nuovo!” urlò qualcuno.
“Si, ancora!” rispose qualcun altro.
Così, cantò di nuovo, mentre perse Benjamin di vista, così la sua voce si fece più tesa e liquidò quel nuovo, caloroso pubblico in pochi secondi, dirigendosi a grandi passi verso il bancone.
“Brava!” le disse Rose, con una voce irritata.
“Dov’è Ben?” le chiese di rimando Martha.
“Ha detto che c’erano ragazze più carine in giro! Lily ha visto come mi stava trattando, gli ha detto che dovevano parlare e sono andati via!” rispose Rose con voce ancora più irritata, trangugiando del Whisky Incendiario.
Fu un attimo: si girò per cercare Lily, perché lei sapeva che Benjamin Robinson da ubriaco era veramente poco simpatico, e quando non la vide accanto a Remus capì che qualcosa era successo, e che non era nulla di buono. In una frazione di secondo incrociò lo sguardo spaventato ed interrogativo di Sirius, che la stava raggiungendo a grandi passi.
Quando la raggiunse, lei ignorò le sue domande, limitandosi ad afferragli il braccio muscoloso, cercando la folta chioma di Ramoso tra le altre. Sarebbe dovuto essere abbastanza semplice, visto che James era davvero alto, ma non lo vide, e la cosa non le piacque per niente.
“Dov’è James?” chiese a Sirius.
Perché, se Lily aveva davvero cercato di far ragionare Benjamin, lui ci aveva tassativamente provato, e, probabilmente, James lo aveva ucciso. A James Lily piaceva troppo, Martha lo sapeva, non ne avevano più parlato esplicitamente dopo che lui aveva ammesso che lei gli piaceva, ma Martha lo sapeva, lo sapeva benissimo perché era dannatamente evidente. Non era preoccupata che James avesse voluto difendere Lily, ma di quello che avrebbe potuto fare a Benjamin, perché per lui perdere il controllo era dannatamente facile.
“Non lo so.” rispose Sirius, iniziando a capire cosa potesse essere successo.
“Cercalo. Subito. Anche Benjamin e Lily.” Rispose lei fredda.
“Ma Benjamin non stava con Rose?” chiese con aria confusa, mentre la seguiva verso le scale che portavano di sotto.
Lei alzò il vestito quel tanto che bastava per poter correre, mentre Sirius faceva segno a Rose di rimanere lì.
La scena che si trovarono davanti era troppo simile a quella che si erano immaginati: Lily urlava contro James, mentre lui teneva Benjamin per il colletto della camicia, mentre il Babbano sorrideva con l’aria di chi in realtà è da tutt’altra parte.
Non la devi toccare, verme! Non devi nemmeno permetterti di pensare di toccarla, mi hai capito?” ringhiò James, e la sua voce faceva davvero paura.
“Lascialo stare, Potter! Lascialo stare, razza di idiota!” urlò Lily, cerando di prendere a pugni la schiena possente di James, ma facendosi del male da sola, mentre Ramoso sembrava non sentire neanche che lei stesse mettendo tutta la sua forza in quei pugni.
“James, fermati.” Gli disse Martha con voce sicura, e tutti e tra si girarono a guardarla.
“Lascialo, fratello.” Sospirò Felpato.
Anche James aveva negli occhi la luce dell’alcol, mentre la sua stessa idea della festa gli si ritorceva contro. “Stava …”
“Non se ne rendeva conto, in ogni caso.” Tagliò corto Martha. “Lascialo andare.”
“Stava provando a baciarla mentre lei gli urlava di smetterla, che non voleva!”
Che cosa stava facendo?!” tuonò Rose, in cima alle scale. La sua voce sembrò risvegliare Ben.
“Ehiii, Rosie, vecchia mia …. Volevo darmi un po’ da fare con la Evans … tu … tu mi hai stancatoo!” ululò, con l’aria di chi non ha idea di quel che dice.
“Ti riporto a casa, brutto verme schifoso.” Gli disse Rose, guardandolo schifata. “Ti riporto a casa e poi puoi andartene a fanculo, per quel che mi riguarda.”
Si avvicinò a grandi passi, poi prese Benjamin per un orecchio con lo sguardo di una vipera, e con un POP si Smateriallizzò.
Loro quattro rimasero lì, ignorando che Rose avesse appena fatto Smaterializzare un Babbano, mentre Lily con sguardo spaventato ed arrabbiato fissava il pavimento, James con i pugni chiusi cercava di calmarsi respirando come se fosse un drago, mentre Sirius e Martha guardavano i loro amici senza sapere bene cosa dire.
“Porta James a prendere un po’ d’aria.” Sussurrò Martha a Sirius, e lui eseguì, mentre James non spiccicò parola. Solo quando loro furono usciti, Lily si concesse di guardare Martha.
“Io … volevo solo parlargli, Martha. Stava trattando malissimo Rose, ma … lui ha frainteso, e poi è arrivato James e … e mi ha …” si bloccò e guardò la sua amica con occhi quasi spaventati.
Ti ha salvata.” Le disse Martha con tono fermo. “James ti ha salvata. So che non è facile ammetterlo, credimi, ma è così. Stasera James Potter ti ha salvata da quell’idiota di Benjamin, pensaci bene, pensaci bene prima di parlare di nuovo male di lui dicendo che è presuntuoso egocentrico irresponsabile ed infantile, pensa bene a quanto James stasera sia stato altruista nei tuoi confronti, Lily Evans, e ricordati che ti è concesso cambiare idea su di lui. No, non mi stancherò di ripetertelo. E ti ricordo che stasera l’irresponsabile sei stata tu, appartandoti con un ragazzo ubriaco con l’intenzione di parlare.”
Lily la guardò, la guardò davvero, capendo che era con le spalle al muro. Era stata lei a sbagliare, quella volta, e James l’aveva davvero salvata, suo malgrado, questo gli faceva guadagnare punti e rispetto, per quanto questo la ferisse nell’orgoglio. Doveva ricredersi sul suo conto e doveva farlo in fretta.
“Tu hai la mania di sacrificarti per gli altri, Lily, e questo ti fa onore, ma ora è arrivato il momento di chiedere scusa a James Potter perché lo hai trattato come uno straccio quando lui ha agito per difenderti.”
“Non … riesco, non riesco a chiedere scusa, lo sai.” Sussurrò Lily.
“Digli che hai sbagliato. È già una grande cosa.”


“Idiota! È un idiota!” Rose trangugiò la vodka. “Un verme,un mostro, uno schifoso, un … idiota!”
Remus sorrise, seduto per terra accanto a lei, guardando quella gonna stesa a terra coprire le sue lunghe gambe e terminare in due strane scarpe Babbane grigie (che loro chiamavano Converse) che lui non aveva mai visto prima, ma, a quanto pareva, le due sorelle ne avevano di tutti i colori. “Bere non ti aiuterà.” Le disse con un flebile sorriso.
Peter, intanto, stava socializzando (strano ma vero) con due Corvonero del sesto anno.
“Dio, Remus, non fare la mamma anche con me. Sono grande e vaccinata.” Sbuffò Rose.
“Comunque, bere non ti aiuterà.” Le ripeté, portandole via il bicchiere e bevendo lui, con  la naturalezza con cui si beve un bicchier d’acqua.
“Perché tu si e io no?” protestò lei.
“Tu sei brilla, io no.”
“Eppure hai bevuto il doppio di me! Come fai?”
Lui scoppiò a ridere. Era un Lupo Mannaro, ecco il suo grande segreto, e la licantropia lo rendeva immune all’alcol e alle malattie. “Non te lo dirò mai, Rose Redfort.”
Anche se, per la prima volta, nascosti dalla festa e seduti in un angolo, sentì che a lei avrebbe potuto dirlo, a lei avrebbe potuto dire di essere un mostro, una creatura oscura. Sembrava sempre tanto dura e scontrosa, ma in quel momento, guardandola, capì che non era affatto così, che era più simile a Martha (buona, altruista e con un milione di punti deboli) di quanto volesse far vedere. La guardò mentre si torturava la stessa ciocca di capelli di quella mattina, con quel fiore che spuntava tra le ciocche castane. No, si disse, no, sei solo un mostro e lei scapperebbe spaventata se tu glielo dicessi. Però era bello sentire che a lei avrebbe potuto dirlo.
Lei alzò la testa e lo guardò, con gli occhi colmi di lacrime.
“Rose, puoi … Puoi piangere, se ti va.”
“No.” Rispose  in un sussurro.
Lui si portò la mano sul petto. “Giuro che non dirò a nessuno di averti vista piangere.”
“Intendevo, no, non mi va di piangere.” Rispose lei, tirando su col naso e alzandosi da terra. “Mi va di ballare, Remus Lupin. A te va di ballare?”
Alla fine, era colpa sua. Lui aveva chiesto se Ben fosse invitato alla festa, e lui lo era andato a prendere. Gli era sembrato un Babbano come tanti, e nel tragitto avevano parlato di macchine Babbane, mentre Sirius li aveva guardati stranito, e aveva chiesto sottovoce se le macchine Babbane non volassero.
Ed ora lei era lì,in piedi davanti a lui, mentre lui stava seduto per terra con un bicchiere vuoto in mano, lei gli tendeva la sua mano delicata e con quello smalto nero e tutti quei bracciali, i capelli raccolti solo a metà, nemmeno il vestito era di un colore intero, passava dal nero al bianco con aria naturale, come se fosse normale, e lei gli porgeva la mano come fosse normale, naturale, ballare la notte di Capodanno con un Lupo Mannaro. Forse erano le luci, i capelli, lo smalto, il vestito, il sorriso di chi un secondo prima stava per piangere, la mano tesa verso di lui, ma era davvero bella. Non la strega più bella della scuola, solo bella. E bastava.
Ed è per questo che le afferrò la mano, si alzò e lasciò che lei lo trascinasse in pista, che lo trascinasse in un vortice di emozioni nuove.

Quando Sirius la vide arrivare, a piccoli passi nel buio del giardino, fu costretto a lasciare la sua frase epica a mezz’aria davanti ad un James che si era ripreso dallo stato di ebbrezza fin troppo velocemente.
“Chiedilo a te stesso James, chiedi a te stesso quante cose, belle e brutte, comporti il fatto che tu ti stia innamorando di Lily Evans. Chieditelo.”
James lo guardò con quei grandi occhi castani, seguendo il suo sguardo per trovare una ragazza minuta e con dei riccioli rossi raccolti procedere a piccoli passi verso di loro, ed un'altra ragazza avvolta in un abito bianco e blu, guardali da lontano.
Quando Lily fu a pochi metri da loro si fermò. Rivolse un breve sguardo a Sirius, che diede una pacca sulla spalla al suo migliore amico e poi corse verso Martha, per baciarla tra i sorrisi.
James e Lily distolsero lo sguardo da quei due.
“Non sono in grado di dirti che mi dispiace, James, ma sappi che è così. Non chiedo mai scusa, sono troppo orgogliosa, quindi non ti chiederò nemmeno scusa. Però posso … posso ammettere di aver sbagliato, si, questo sono capace di farlo. Ho sbagliato e ti ringrazio per esserti accorto del mio errore, impedendo che il tutto si trasformasse in una colossale catastrofe, ecco, ti ringrazio, James Potter.”
Lui rimase con la bocca aperta e lo sguardo perso nelle sue iridi verdi, che brillavano anche al buio. “Mi dispiace, Lily Evans. Ecco, io lo so dire. Mi dispiace di essere intervenuto come un bambino iperattivo geloso e di aver minacciato Benjamin di tagliargli i genitali, mi dispiace davvero.  E io ringrazio te per essere … beh, ti ringrazio per essere te.”
Lily fece per dire qualcosa, ma dall’interno della taverna si udì un sonoro ‘dieci!’ seguito subito da un ‘nove!’ e quando tutti gridarono ‘otto!’ loro stavano ignorando l’interno della taverna, come se appartenesse ad un altro mondo.
‘sette!’ lui era lì davanti a lei e aveva appena detto una cosa bellissima, una cosa che non si sarebbe nemmeno mai sognata, ‘sei!’ lei era tutto ciò che lui aveva sempre desiderato, tutto ciò di quel che aveva bisogno, era solo stato tremendamente stupido a metterci quasi sei anni per rendersene conto, ‘cinque!’ Martha e Sirius dicevano sempre che l’amore non lo avevano cercato, si erano trovati e basta, non c’era stato più scampo per nessuno, perché l’amore non lascia scampo, ‘quattro!’ forse, forse James in fondo le piaceva, forse Martha aveva ragione, i capelli ed il vestito erano per lui, ma lei non era sua e questo lo aveva fatto arrabbiare, bere ed ingelosire ‘tre!’ aveva reagito come una primadonna isterica (forse in fondo lo era)  ma ne era valsa la pena perché lei ora era lì davanti a lui, nel freddo pungente della mezzanotte con gli occhi che trasmettevano mille emozioni diverse ‘due!’ lui era James Potter, dannazione, James Potter il Malandrino Cercatore egocentrico che credeva che nessuno al mondo potesse essere più bello e affascinante di lui, e con qualche parola detta a caso le aveva fatto battere il cuore all’impazzata e sentire lo stomaco contorcersi. ‘uno!’ forse, alla fine, quello era il loro destino. ‘buon annoooo!’ ma entrambi erano troppo confusi per capire che quel che sentivano in quel momento era l’inizio di ogni cosa.

“Buon anno, amore mio.” Sussurrò Martha, baciando Sirius freddamente mentre sorridevano. Lui riempì di nuovo i calici, questa volta di Whisky Incendiario.
“Buon anno, piccola.” Le rispose. “Ti amo.”
Lei sorrise. “Lo so!”
Sirius alzò il calice. “Direi … a James e Lily!”
Martha batté leggermente il bicchiere contro il suo. “Dovremo darci da fare.”
“Ne varrà la pena.” Poi, indicò con un cenno Remus e Rose, seduti su uno dei divani, che ridevano a crepapelle, e lui la guardava come se non ci fosse nulla di più bello.
Lei seguì il suo sguardo. “Anche a Remus e Rose, e al mio intuito quasi felino per le coppie!”
“No!” esclamò lui.
“No?”
Felino no!” rispose con voce schifata.
Lei rise e gli diede la spalle, mentre lui la abbracciava da dietro e le mordicchiava il collo, ridendo, mentre lei protestava invano.


“Grazie anche a te … per essere te. Perché siamo qui e ci siamo trovati tutti insieme qui, un po’ persi ma persi insieme. Grazie per essere così te, James.”
Lui annuì. Il giorno dopo lei sarebbe partita per passare i giorni che rimanevano delle vacanze con la sua famiglia Babbana, e lui si ripromise di torturare Martha per sapere ogni cosa di lei, anche in cuor suo sapeva già ogni cosa di lei. Sarebbe partita e si sarebbero messi in chiaro le idee, perché James non poteva essere così umano, insomma … lui era James, alla fine, no?
“Buon anno, Lily.” Sussurrò.
Lei si avvicinò senza nemmeno accorgersene. “Buon anno, James.”
Erano così vicini che avrebbe potuto contare le sue lentiggini, ma lei glielo impedì, perché lo teneva incatenato nel suo sguardo verdastro e pieno di pensieri che si attorcigliavano tra loro.
“Forse dovremmo rientrare, sai.” Gli disse. “Ho fatto il mio dovere e mi sono fatta perdonare, ma resto una strega migliore  di te, Potter.”
Ecco, erano tornati ad essere loro. “Questo è tutto da vedere, Evans.”




“Redfort, ora devi trovare una ragazza per Peter.” Le disse Sirius, porgendole un altro calice di Whisky, mentre entrambi erano brilli, ma ridevano indipendentemente dal resto del mondo.
“Non esistono ragazze che potrebbero andare bene per Peter, dai!” sbuffò lei.
Lui finse un’espressione seria. “Peter è un Malandrino esattamente quanto me!”
“Senti” tagliò corto lei “io ho una sorella e un’amica, e tu tre amici. Ci arrangiamo con quel che potiamo …”
“Potiamo?” chiese lui, divertito.
Lei incrociò le braccia. “Hai capito, insomma.”
Lily e James si avvicinarono con aria seria, ma sorrisero quando notarono che i loro due amici erano brilli. Lily portò via a Martha il bicchiere di Whisky, ignorando le proteste dell’amica quando lo trangugiò lei.
“Dannazione, James.”  Esclamò la piccola Redfort. “Non l’ho mai vista bere così.”
Lily si allontanò a grandi passi per andare a sedersi tra Rose e Remus, e la videro iniziare a borbottare qualcosa, interrompendo quei due.
“No, dai!”  protestò Sirius.
“Che le hai detto?” chiese Martha.
“Le ho detto … l’ho ringraziata, in realtà.”
“Ringraziata?” chiese Felpato con aria confusa.
“L’ho ringraziata per essere lei, e lei ha ringraziato me per essere me, perché ci siamo trovati, tutti noi, un po’ persi ma comunque persi insieme, e …”
“Che vuol dire persi insieme?”
“Sarà la sintesi di una delle sue solite paranoie.”
“ … e io sto impazzendo, ma impazzendo seriamente, dovrei farmi internare al San Mungo per colpa di quella ragazza, di quel maledetto vestito e quelle scarpe, Merlino, quelle scarpe …”
“Mi devi dieci falci e due zellini, Black, i tacchi faranno sempre impazzire questi idioti della tua specie.”
“No, lui è un cervo.”
“… non credo, cioè, insomma, forse sono già impazzito, forse sono già al San Mungo, o forse sono morto! Oddio, sono morto! Sono troppo bello per morire! Non ho fatto nemmeno in tempo a vincere la Coppa delle Case!”
“Non sei morto, fratello. Sei solo cotto.”
“Ed è una brutta cosa?”
“Bruttissima, guarda come sono finito io, insomma!”
Martha gli prese a pugni la schiena.
“Il problema è che tu non sei bello come me, James, e non … ahi!”
Anche James lo prese a pugni, ma in pochi minuti Martha si ritrovò ad avere dolore alle mani, perché la schiena di Sirius era una specie di corazza di muscoli.


“Io odio James Potter.” Esordì Lily, sedendosi tra Remus e Rose.
“Ecco a voi la prima bugia dell’anno!” esclamò Rose.
“Mezzanotte e due minuti!” rise Remus.
“Non è una bugia!” protestò Lily.
“Lily a te piace James, ti piace davvero.”
“Remus ha ragione, devi solo ammetterlo con te stessa.”
“No. Io lo odio.”
“Avanti, dicci perché.” Rose la scrutò con quegli occhi chiari.
“Perché lui è James Potter, ed è così … così James!”
“Lui ti fa bene.” Le disse Remus. “Lo hai detto anche tu.”
“Si, ma …”
“Se ti fa stare bene non lo odi! Semplice.”
“Rose, non …”
“Rose ha ragione. Lui ti piace.”
Lily si lasciò sprofondare in quel divano di pelle rossa, sperando che in qualche modo la risucchiasse, o le permettesse di sparire per un po’. Era dannatamente confusa, si, e la cosa non andava bene. Aveva sempre avuto le idee chiare su James Potter, un bullo infantile ed arrogante da cui stare alla larga, e ora, ora sembrava che avesse messo qualcosa negli ingranaggi del suo cervello in grado di confonderla fino al punto di farla impazzire. Lo guardava parlare gesticolando poco lontano da loro, in quella sua giacca che solo a lui poteva stare bene, con quella sua mania di passarsi la mano nei capelli, senza notare che gli occhiali si stortassero di continuo …
“Solo i sassi non cambiano idea.” Le sussurrò Rose, a pochi centimetri dal suo orecchio.
“Va al diavolo, Rose.” Le disse, alzandosi e allontanandosi.
“Che ha detto?” chiese Remus.
“Ha detto ‘va al diavolo, Rose’. Ma non fa niente.” Rispose lei con un sorriso, osservando le persone che ballavano accanto a loro. All’improvviso, la canzone cambiò.
“Oddio!” esclamò lei.
“Cosa c’è?”
“Questa è ‘accidentally in love’, ha presente? Io devo ballarla!”
Si alzò di scatto, afferrandogli la mano. “Non farmi ballare da sola.” Gli sussurrò all’orecchio, quando lui si alzò imbarazzato, e non poté fare a meno di pensare che Lily si fosse sbagliata. Avrebbe dovuto dire’va col Lupo’.


“Sirius! Sirius è ‘accidentally in love’!”
Sirius guardò Martha mentre la canzone partiva, senza capire. Martha alzò gli occhi al cielo e guardò James, che rispose con uno sguardo confuso.
Quando il cantante dei Counting Crows iniziò a cantare, i due Malandrini si portarono una mano sulla fronte.
“È la canzone che tu e Rose cantate sempre!” esclamò James.
Think about it every time!”  urlò Martha, mentre Sirius ballava con lei, che trascinò tutti al centro della pista.
Can’t stop think about it! How much longer will it take to cure this?” canticchiò James.
Just to cure it cause I can't ignore it if it's love!” canticchiava Rose, che li aveva raggiunti con Remus.
“Love!” ululò Martha.
Lily, guardandoli, non aveva potuto fare a meno di raggiungerli. In fondo, quelli erano i suoi amici. In pochi secondi, tutti stavano cantando.
“Makes me wanna turn around and face me but I don't know nothing 'bout love! Come on, come on, turn a little faster!” 
Remus fece ballare Lily, James Martha e Sirius Rose, mentre le tre ragazze ridevano.
“The world will follow after, come on, come on!”
Era la frase più giusta, in quel momento. Il mondo avrebbe atteso, perché non esisteva mondo senza di loro.
“Well baby I surrender, to the strawberry ice cream, ever ever end of all this love! Well I didn't mean to do it but there's no escaping your love!”
“Looove!”
strillarono le tre ragazze, guardandosi, mentre I tre Malandrini si guardarono senza capire. Probabilmente quella era una di quelle cose che era concesso sapere solo a loro. Anche il pezzo dopo era loro.  “These lines of lightning mean we're never alone, never alone, no, no!” e lo cantarono urlandolo al cielo come se ne andasse delle loro vite, mentre Sirius strizzava l’occhio a Martha, James rideva e Remus si sforzava di non fare altrettanto.
Come on, Come on! Move a little closer, come on, come on! I want to hear you whisper! Come on, come on! Settle down inside my love. We accidentally in love, accidentally in love, accidentally in love! Come on, come on! Jump a little higher come on, come on!If you feel a little lighter, come on, come on! We were once upon a time in love!” 
Quelle coppie scominate confusero gli invitati. Ma loro avevano imparato a lasciare che gli sguardi ed I sussurri altrui gli scivolassero addosso senza nemmeno sfiorarli, e questo bastava, bastava per ogni cosa. Erano confusi anche loro (cioè, quattro di loro lo erano) capendo che le loro anime ed i loro destini erano intrecciati, e che non c’era nulla da fare, che non fosse semplicemente non pensarci troppo e godersela fino in fondo.



 
   
 
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