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Autore: Arya Tata Montrose    31/03/2015    2 recensioni
#2
Grugnì qualcosa, un suono indefinito anche per sé stesso ed ancora una volta, con fatica, tentò di sollevare le palpebre. Il suo successo fu ripagato dalla visione di Effie, seduta nella penombra accanto a lui, con le labbra increspate in un piccolo sorriso. Il panorama nella sua bolla fu inondato della luce che l’etilene faceva sprigionare dalla sua figura, focalizzandosi sugli occhi verdi e scintillanti di lei.

[441 words] [HayEffie, of course ❤]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#2
A quella matta di Nana, che mi ispira,
mi fa da beta e, soprattutto, 
mi sopporta. 
Grazie, Nanuccia.


 
Tu, bellissima. Io, ubriaco.


 
Haymitch udiva solamente il rimbombare ovattato che producevano un paio di tacchi sul pavimento e con enorme sforzo la sua mente collegò quei passi all’eccentrica figura di Effie.
Avvertiva tutto in modo distante, come se nulla di tutto quello che accadeva di fuori non avesse potuto toccarlo. Era come confinato in un’enorme bolla di sapone che vagava in uno spazio nero e buio; gli unici suoni che le sue orecchie captavano erano distorti e confusi dalla barriera d’etilene che lo circondava, che si era montato goccia dopo goccia.
Si sentì sprofondare e, dopo qualche momento, il suo cervello era riuscito ad identificare quel movimento come un peso che si posava sul materasso accanto a lui. Dopo qualche altro tentennamento da parte del criceto sbronzo nella ruota del suo cervello, riuscì a collegare quel peso accanto a lui alla precedente figura di Effie.
Grugnì qualcosa, un suono indefinito anche per sé stesso ed ancora una volta, con fatica, tentò di sollevare le palpebre. Il suo successo fu ripagato dalla visione di Effie, seduta nella penombra accanto a lui, con le labbra increspate in un piccolo sorriso. Il panorama nella sua bolla fu inondato della luce che l’etilene faceva sprigionare dalla sua figura, focalizzandosi sugli occhi verdi e scintillanti di lei.
Al criceto bastò un solo passettino in più, perché Haymitch realizzasse che Effie, nella sua eccentrica essenza e vitalità – e pure quella sua strana passione per il rosa –, gli appariva divina con o senza alcol. Effie era la sua Afrodite, perché per lui era la cosa più bella che esistesse, sempre.
Anche lui abbozzò un sorriso: «Sei bellissima.» biascicò.
Forse era la bolla, ma gli parve di vedere una sfumatura più colorata sulla pelle alabastro della donna. «Haymitch, sei ubriaco…» tentò sussurrando, mantenendo la lieve increspatura delle labbra colorate di rosso. Prese il lenzuolo, coprendolo.
«Sì, sono ubriaco.» ammise, strascicando le parole. «E tu sei bellissima. Domani sarò sobrio – si tenne per sé un “forse” e ripeté – domani sarò sobrio, ma tu sarai comunque bellissima.».
Poi abbassò le palpebre, sfinito dallo sforzo fisico e mentale – per il suo criceto ubriaco, due frasi erano decisamente troppo – mentre la bolla diventava sempre più densa, fino ad offuscargli completamente i sensi e facendolo sprofondare in un sonno senza sogni.
Effie gli sfiorò la guancia con la mano piccola e fredda. «Grazie.» sussurrò, poi si tolse le scarpe, premurosa, e se ne andò sorridendo sorniona.
 
Sul volto rilassato di Haymitch si dipinse un sorriso, un po’ più rozzo e abbozzato di quello precedente, mentre una nuvola di taffettà rosa gli passava allegramente davanti agli occhi.
Forse il suo non era esattamente un sonno senza sogni.

 
 [441 words]
L'angolino della demente autrice
Buona sera a tutti! Spero che questa mia piccola cosetta vi sia piaciuta, quanto è piaciuto a me scriverla durante l'ora di religione.
L'idea la devo ad una scena del film The Dreamers. Ringrazio tanto quella adorabile babbea matta che mi ha betato la storia e mi ha passato la citazione e tutti coloro che sono coraggiosamente giunti fino qui. Anche mia madre, che mi ha fornito il titolo alternativo Il criceto ubriaco :')
E niente, spero che vi sia piaciuta e che magari lasciate un commentino. Do un biscotto a chi lo fa.

Tata

 
   
 
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