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Autore: zaynseyes_    02/04/2015    1 recensioni
Alexander Sullivan è ricco, ha un bell'aspetto, ha carisma, è astuto ed ha sempre un costante senso di noia. Quando l'aggressivo Neo Bartosz cattura la sua attenzione, decide di farlo diventare la sua principale fonte di divertimento. Ma Alexander non sa quanto Neo sia complicato, testardo e perspicace. Inoltre Neo trova l'occasione perfetta per vendicare un suo amico, che Alexander in passato aveva ferito, quando Alexander incomincia ad avvicinarsi sempre di più a lui.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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"Oh mio dio, stai cercando di persuadere il ragazzo" disse Scott nel momento in cui vidi lui e Bennett il giorno dopo, a scuola.

"E tu sei puntuale, per una volta" dissi sorpreso.

"L'ho dovuto andare a prendere io stamattina perchè la sua macchina è dal meccanico. L'ho letteralmente trascinato giù dal letto" rispose Bennett seccato.

"E comunque, i tuoi vestiti. Vuoi senza dubbio convincere Neo" affermò Scott.

"Esatto" dissi ghignando. Indossavo dei jeans che fasciavano alla perfezione il mio sedere e una maglietta che era abbastanza stretta da far intravedere il mio petto e i miei muscoli.

"Beh, quel pezzente certamente non sta provando ad impressionarti" disse Bennett, facendo un cenno con la testa.

Mi guardai intorno e vidi Neo insieme ai suoi amici. Indossava dei jeans che erano tirati su solo grazie ad una cintura, una maglietta larga e un cappello messo alla rinfusa in testa.

"È carino quando si veste in modo così trasandato" dissi facendo spallucce.

"Alexander, prima che ti cimenti in tutto questo, mi ascolti un attimo?" disse Bennett, incrociando le braccia al petto.

"No, so cosa hai intenzione di dirmi e non mi interessa saperlo. Risparmia il fiato" risposi.

"Vado in classe" disse lui, voltandosi e andandosene via, in tutta tranquillità.

Guardai Scott, che alzò le mani innocentemente "Non ho detto nulla. Non coinvolgere Scott. Scott non vuole essere coinvolto"

"Si, si, andiamo" dissi.

Mi seguì ed insieme ci dirigemmo in classe. Avevo un compito, oggi. Quando la campanella suonò per il pranzo, gemetti mentalmente. La professoressa alzò una mano per fermarci dal lasciare la classe.

"Voglio che tutti mi portiate il vostro compito, e poi potete anche uscire dalla classe" disse.

Ci alzammo e velocemente gli consegnammo i compiti. Dio, odiavo le persone che mi facevano fare tardi per le mie cose. Il mio tempo era prezioso e non avevo intenzione di sprecarlo con quelli che non sapevano come gestirlo. Beh, a parte Scott.

Percorsi il corridoio fino ad arrivare al mio armadietto, mettendo la combinazione, quando suonò l'ultima campanella. Gettai le mie cose dentro di esso e lo chiusi.

Mi girai per dirigermi verso la mensa ma mi bloccai, sentendo un rumore. Tornai indietro, allontanandomi dal corridoio e svoltando l'angolo.

Neo e un altro ragazzo che si chiamava Dan, che andava nella mia stessa classe, erano lì, in piedi. Neo lo stava fissando, il suo corpo era teso. Dan invece lo guardava arrabbiato e irritato.

"Rimangiatelo" stava dicendo Neo.

"Non me lo rimangerò." disse Dan, spintonando il ragazzo contro il muro "Penso che Donnie sia un fottuto frocio. Una piccola puttana succhia cazzi"

Si mosse per spingere di nuovo Neo, ma quest'ultimo riuscì a serrare i denti nella sua mano. Lui gridò di dolore e gli diede un pugno, con la sua mano libera, colpendo così forte la testa di Neo, che il suo cappello cadde giù.

Neo gemette, mordendo Dan più forte e colpendolo nelle costole. Dan afferrò i suoi capelli e gli tirò su la testa, liberando così la mano che Neo gli aveva morso.

Neo spinse con tutte le sue forze Dan contro il muto, mordendogli stavolta la spalla e colpendolo di nuovo nelle costole. Il ragazzo ansimò quando Dan lo colpì nella gola, dandogli poi un calcio alle ginocchia e gettandolo per terra. Sollevò i piedi per colpire nuovamente Neo e lui riuscì solo ad alzare le mani di fronte al viso per difendersi.

"Non lo farei, se fossi in te" dissi, avvicinandomi a loro tranquillamente.

"Alexander Sullivan" disse Dan, facendo cadere il suo piede per terra e fissandomi.

Tirai in piedi Neo. Lui si strofinò il collo, cercando di respirare regolarmente. Mi avvicinai a Dan, che mi guardava nervosamente.

"Non lasciarmi vedere di nuovo te fottere con Neo." dissi seccamente "E nemmeno con Donnie"

"Sei uscito con lui, non è vero? Esci con ogni frocio di questa scuola. Scommetto che te l'ha succhiato anche lui" disse Dan.

"Scommetto che l'ha fatto," dissi "e adesso vattene via"

"Te la fai con tutti. E ti nascondi dietro i soldi del tuo papino" disse, spintonando anche me.

Il mio pugno lo colpì, scontrandosi con il suo occhio e facendolo gemere dal dolore. Dan indietreggiò, mettendosi una mano sull'occhio.

"Mio padre è così intelligente da non lasciare il figlio inerme e indifeso. Non farmi incazzare di nuovo" dissi, afferrando il cappello dal pavimento e girandomi, prendendo la mano di Neo e trascinandolo con me.

"Non eri tu quello che diceva di essere contro la violenza?" borbottò Neo, districandosi dalla mia presa.

"Penso ancora che sia inutile, ma questo non significa che mio padre mi debba lasciare indifeso." dissi facendo spallucce "Non sono uno debole"

"Hai difeso non solo me, ma anche Donnie. Perché?" domandò, afferrandomi il braccio e costringendomi a fermarmi.

"Puoi pensare quanto vuoi che io sia uno stronzo, ma non sono di certo uno senza cuore" dissi scrollando le spalle.

"Non ti metterai nei casini per aver picchiato un ragazzo? Con l'immagine di ragazzo ricco e tutto il resto" chiese Neo.

"So gestire il tutto, non preoccuparti. Tu stai bene?" chiesi, controllando il nuovo livido che gli si stava formando. Sollevai la mano, toccando delicatamente il livido su un lato della sua testa. Lui gemette ma non scacciò via la mia mano.

"Sto bene" mormorò lui.

Sollevai il cappello e glielo misi in testa, assicurandomi che non cadesse per terra. Gli spostai alcune ciocche di capelli dal suo viso e lui in cambio mi sorrise.

"È carino il fatto che tu sia così protettivo nei confronti dei tuoi amici" dissi.

"Oh si, fottutamente adorabile." affermò "Questa è una cosa totalmente normale da dire ad un ragazzo che ha appena morso più volte un altro ragazzo"

"C'è certamente qualcosa di affascinante nei tuoi morsi" dissi.

"Allora mi assicurerò di morderti più spesso." disse e, come per rendere più credibile le sue parole, affondò i denti nella mia mano "E non mi toccare i capelli. Divento una prima donna quando si tratta di loro"

"Cosa ti ha detto tuo padre, la scorsa notte?" chiesi.

"Che non posso mordere le persone, quanto questo lo imbarazzi, che specialmente non potevo mordere nè te nè nessun altro a quell'evento, bla, bla, bla." rispose con un pò di interesse "Io mordo chi voglio"

"Torniamo in mensa," dissi infine "sto morendo dalla fame"

Camminammo in silenzio lungo il corridoio. Neo continuava a lanciarmi delle occhiate furtive, quasi come se non credesse a quello che era appena successo.

Entrammo in mensa e i suoi amici alzarono lo sguardo su Neo, sorpresi. Lanciai un'occhiata a Neo e sorrisi.

"Abbi cura di te stesso" dissi. Mi voltai per andarmene, ma Neo mi afferrò il polso.

"Grazie per avermi aiutato e aver preso le difese di Donnie" mormorò, sputando fuori quelle parole come se avessero un gusto amaro. Poi mi lasciò andare e corse verso i suoi amici, congedando così la nostra conversazione, e rubando una patatina dal vassoio del pranzo di Clifton.

Mi avvicinai al mio tavolo, sedendomi con i miei amici. Rivolsi la mia attenzione a Bennett.

"Dan Abel," incominciai "l'ho picchiato. Assicurati che non mi causi dei problemi"

Bennett si alzò, annuendo "Me ne occuperò adesso"

"Bennett è veramente infuriato che tu ancora corra dietro a quel ragazzo." disse Scott, dopo che il ragazzo in questione aveva lasciato la stanza "Personalmente, non potrebbe importarmi di meno con chi tu vada a letto, ma probabilmente questo qui ti causerà più problemi di quello che vale"

"Scott, sai perché continuo a tenerti con me?" chiesi.

"Perchè sono affascinante e puntuale?" tentò di indovinare.

"Perchè la maggior parte delle volte sei troppo pigro perfino per farmi incazzare. Non iniziare adesso" gli risposi.

"Era solo per dire. Bennett non è uno che tipicamente vuoi ignorare" disse, scrollando le spalle.

"Lo ignoro io, e così farai pure tu" affermai duramente.

"Non voglio essere coinvolto in questo. Sto solo flirtando con il ragazzo, non sto cercando di entrare nei suoi pantaloni" disse Scott sospirando.

"Tu sei troppo pigro persino per entrare nei pantaloni di qualcuno" dissi, scuotendo la testa.

"Non capisco la tua fissazione per il sesso" disse Scott, dando un morso alla sua mela.

"Non è mai noioso" dissi semplicemente, ghignando.

"Parla per te. Il sesso è noioso e poco interessante" disse.

Feci spallucce "Come hai detto pure tu: parla per te stesso"

Incominciammo a parlare del più e del meno fino a quando Bennett arrivò al nostro tavolo alla fine dell'ora. Si sedette e prese in mano il panino che ancora doveva finire di mangiare.

"Ho sistemato tutto, non preoccuparti" mi disse, dando un morso al suo pranzo.

"Grazie." dissi lanciando un'occhiata all'orologio e alzandomi, andando a gettare i rifiuti del mio vassoio "Sto andando al mio armadietto"

"No, stai andando da Neo" disse Bennett.

"No, sto andando al mio armadietto e probabilmente Neo mi seguirà fino a lì." lo corressi "O lui o Donnie"

Lasciai i miei due amici, rallentando il passo quando passai vicino al tavolo di Neo. Lui mi guardò, i suoi occhi mi seguirono fino a quando lasciai la mensa.

Mi diressi al mio armadietto, aprendolo e cercando il quaderno che avevo dimenticato di prendere. Sentendo dei passi, ghignai fra me e me. Veniva sempre qualcuno da me quando ero solo e lontano dai miei amici.

"Ancora non so perché l'hai fatto" iniziò Neo.

Mi alzai, chiudendo l'armadietto e mettendomi faccia a faccia con lui "Perchè non sono il ragazzo cattivo che tu pensi che io sia"

Sbuffò "Hai persuaso Donnie, gli hai chiesto di uscire, lo hai fatto innamorare di te, gli hai preso la verginità, lo hai irrimediabilmente avvolto intorno alle tue fottute dita e lo hai gettato via come se nulla fosse quando ti sei annoiato di lui. Ma comunque sono sicuro che tu sia un perfetto cittadino. Un vero modello di ispirazione per i bambini"

"Quello è stato l'anno scorso," dissi "e so quello che ho fatto. Ero annoiato di Donnie, non lo negherò, ma posso avere delle relazioni serie e posso essere carino con le persone"

"Come con Bennett e Steve?" chiese Neo "Li tratti come delle merde, loro sono solo le tue troiette per te"

"Bennett e Scott." lo corressi "Bennett non deve fare niente per me se non lo vuole e Scott non fa niente per nessuno"

"Perchè io? Perché sono io la tua nuova preda?" chiese Neo, frustrato.

Indietreggiò quando mi avvicinai a lui. Sollevai la mano, togliendogli delicatamente i capelli davanti agli occhi, ancora una volta.

"Perchè mi interessi, sei diverso da tutti quelli che ho conosciuto" dissi sinceramente.

"Non sono il tuo giocattolo. Non sono qui per intrattenerti" disse arrabbiato, senza però scacciare via o mordere la mia mano.

"Perchè non mi dai una possibilità? Solo una e se rovino tutto, puoi smettere di parlarmi ed io ti lascerò in pace" proposi.

"Cosa intendi con una 'possibilità'?" chiese sospettosamente.

"Una cena. Ti porterò fuori a cena, stasera, penserò io a tutto. Possiamo uscire insieme e potrai vedere tu stesso che non sono così male come pensi. E se non mi sopporterai, bene, ti lascerò in pace" dissi.

Lui esitò prima di sospirare "So che me ne pentirò, ma va bene. Una possibilità. Se dopo stasera ti dirò di lasciarmi in pace, tu lo farai." dissi severamente "E fidati, te lo dirò"

"Ti lascerò in pace solo dopo cena. Se ti stuferai, farai la tua decisione e ce ne andremo da lì" dissi, sorridendo un pò.

"Lo faccio solo per fare in modo che mi lasci in pace!" disse, prima di girarsi e andarsene infuriato "Non aspettarti niente di più!" disse oltre le sue spalle, prima di scomparire dietro l'angolo, alla fine del corridoio.

Ritornai in mensa, sedendomi al mio tavolo. Bennett mi lanciò un'occhiataccia.

"Di cosa avete parlato tu e Neo?" chiese.

"Lo sto portando fuori a cena, stasera" dissi.

"Alexander, sei uno stupido a farlo. Neo potrebbe facilmente usarti per vendicarsi di Donnie" disse Donnie.

"Se pensi onestamente che lui possa superarmi in astuzia, allora non mi conosci. Lui non lo sta facendo per la vendetta, lui vuole solo essere usato." dissi, sporgendomi un pò sul tavolo "Voi più di tutti dovreste saperlo. Lui. Vuole. Essere. Usato"

"Potrebbe usarti facilmente tanto quanto tu potresti usare lui. E chi l'ha detto che non vuoi essere tu quello ad essere usato?" chiese Bennett.

"Nessuno mi usa," dissi severamente "sono Alexander Sullivan e io non vengo usato"

"La tua situazione cambierà se non stai più attento con Neo" controbattè

"Probabilmente mi sta solo usando per raggiungere te. Che cattivo ragazzo. Ed io che pensavo fosse una relazione così forte" disse Scott

"Scott, sta zitto, a te neanche piacciono le relazioni, il sesso e tutto quello che li accomuna" dissi.

"Stai solo gettando odio sulla nostra relazione" affermò.

"Sei un dolore al culo" esclamai.

"Neo dovrebbe saperlo" disse lui, facendomi l'occhiolino.

"Griderà il mio nome, non il tuo" dissi divertito.

"Wow, non posso mangiare un pasto senza delle spiacevoli conversazioni, vero?" chiese ironicamente Scott, appoggiandosi contro la sedia.

La campanella suonò e ci alzammo dal tavolo. Bennett mi afferrò il braccio prima che potessi lasciare la mensa.

"Ti avverto per l'ultima volta, Alexander. Tu forse pensi che lui voglia essere usato, e probabilmente hai ragione, ma ultimamente ti stai comportando in modo diverso. Sei più avventato. Non ne rimarrei sorpreso se sapessi che stai sperando di essere usato" disse prima di lasciarmi e uscire fuori dalla mensa.

Fissai il punto in cui scomparve il mio amico. Non stavo cercando di essere usato. Togliendo Bennett fuori dalla mia testa, mi focalizzai sul pensiero di uscire con Neo stasera, e un piccolo sorriso sorse spontaneo sul mio viso.

 

 

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