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Autore: nettie    03/04/2015    2 recensioni
« Boris, tutto questo è impossibile. »
« Lo so, ma non ti piaceva trasgredire le regole? »
« Ora non più, sta andando troppo oltre, non riesco più a distinguere il sogno dalla realtà. »
« Sto rischiando la vita per te, ti prego, lasciati amare. »
« Boris, tu non sei reale per la mia gente. Tu non dovresti esistere. »
« April, tu credi negli umani? »
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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** 2 **

 

⇛ April

 

Non dormo bene da giorni, non mangio più, e ho chiuso i contatti con quei pochi amici che mi ero guadagnata durante questi quattro anni di liceo. Ma stasera avrò la risposta a tutti i miei problemi. Fin da piccola sono sempre stata fermamente convinta dell’esistenza di entità paranormali. E ne ho anche le prove, ho un motivo per credere in cose che non possiamo percepire. Loro ci guardano, loro ci toccano, ci fanno dispetti, loro .. loro possono essere molto pericolosi. Noi per loro siamo i fantasmi.  

Ma stasera, finalmente, contatterò quel fottuto spirito che mi tormenta da tutta la vita. Voglio sapere cosa vuole da me, perché .. perché mi cerca?

In molti mi avevano detto di stare lontano dalla tavola Ouija, ma questa volta proprio non ce l’ho fatta. Ho organizzato tutto nei minimi dettagli, e ora mi ritrovo con una rudimentale tavola Ouija sul tavolo e un bicchierino da liquore rovesciato su di essa. Le luci sono soffuse, ho acceso qualche candela per far sì che l’atmosfera si scaldi al punto giusto. Sono agitata, nervosa, desiderosa di conoscere il mio persecutore, ma allo stesso tempo vorrei tirarmi indietro. Sono sospesa su di un filo, e sento un macigno pesantissimo sullo stomaco.

Sono sempre stata una persona molto suscettibile ed emotiva, proprio per questo motivo alcune calde lacrime scendono sul mio viso a seduta appena iniziata. E sono lacrime colme di paura e desiderio, che ardono ustionando il mio viso. Guardo il foglio su cui sono scritte le lettere, guardo il bicchiere, e seguendo regole, ci poggio sopra un dito. Ora, la mia vita dipende interamente da quello stupido bicchierino rovesciato. Mi faccio forza, prendo un bel respiro, e con voce calma e decida chiedo.

 

« Chi sei? »

 

E non ricevo neanche un piccolo segnale. Aspetto qualche minuto, qualche segnale, fino a quando non sento la mia mano addormentarsi e l’aria farsi improvvisamente fredda. Rabbrividisco e stringo i denti, non ho la più pallida idea di cosa stia succedendo.

 

“ s o n o B o r i s ”

 

La mia mano è gelata, sembra muoversi da sola, e io non posso far altro che spalancare gli occhi, quasi terrorizzata da quello che sta succedendo. Non posso crederci, no, mi sento tremare, è tutto così surreale che vorrei lanciare un urlo di stupore. Ma non posso, devo mantenere la calma più assoluta. Eppure l’ho visto, ho visto la planchette muoversi da sola, lettera dopo lettera, con una decisione mai vista prima. E’ la mia prima seduta spiritica, la sto facendo da sola con l’intenzione di conoscere uno spirito che mi perseguita da anni, e neanche so se ho beccato quello giusto. Sono una stupida, e vorrei anche fare un’altra domanda, ma la voce mi si spezza in gola.

 

“Avanti, devi farti coraggio, April!”

 

Penso io, e subito, socchiudendo appena gli occhi, riesco a fare una seconda domanda. Quasi non mi sembra vero, ma la mia voce, questa volta, risulta titubante ed esitante. Ho domandato praticamente la prima cosa che mi è venuta in testa, e che infondo è una delle uniche domande che mi porto dietro da quando ho iniziato ad essere tormentata da .. questo spirito che sembra chiamarsi Boris. E così, le mie peggiori paure e i miei maggiori interessi ora hanno anche un nome. Un nome particolare. Boris.

 

« Che cosa vuoi da me? »

 

Ed ho paura di cosa io abbia appena domandato. Ho paura della risposta, ho paura che possa essere qualcosa di molto, molto brutto. Tipo una di quelle cose che non vorresti mai sapere in tutta la tua vita, quel genere di cose che fanno tanto male. E forse dovrei anche smettere di farmi così tante paranoie.

Però, al contrario delle mie aspettative, rimango minuti e minuti interi in attesa di una sola parola. Sono quasi sul punto di chiudere la seduta, quando “la cosa” mi risponde.

 

“ S e i b e l l a ”

 

Ah, questa è forte!
Un’entità di cui non conosco le origini mi fa i complimenti. Ma le sue parole, immediatamente, iniziano a farmi sentire i brividi. Proprio così, scariche e scariche di brividi scendono giù lungo la mia schiena, e posso benissimo avvertire le mie mani tremare. Tremare di cosa, poi non saprei. Di certo, quella che sto avvertendo dentro di me è tutto tranne che paura.

E’ qualcosa di molto simile alla paura, ma non paura.

All’improvviso, sento una fitta di gelo attraversare il mio corpo, e tutto si fa più tetro. Il bicchierino di vetro che mi fa da planchette schizza come un razzo sulla tavola, e l’unica cosa che riesco a cogliere, oltre che unica cosa risultata ovvia ai miei occhi pieni di terrore, è un numero.

 

0025

 

Sembra quasi un orario, a dirla tutta. Probabilmente un orario da rispettare, e solo a quest’idea rabbrividisco. Mezzanotte e venticinque. Spero che sia l’ora del prossimo millennio, stanotte non voglio che accada nulla di brutto.
… Oh mio Dio, perché non ho dato ascolto a cosa voleva dirmi prima? Dovevo mantenere la calma, diamine!

Purtroppo, non posso neanche chiedere a “Boris” di ripetere qualunque cosa avesse detto, che la planchette schizza sulla scritta “arrivederci” della tavola, e ogni mia speranza si incenerisce alla velocità della luce, si carbonizza davanti i miei occhi.

I miei occhi si riempiono di una certa rabbia, e li riduco a due fessure. Non ce la posso fare, sento una costante tensione crescere in me, e so che esploderò di qui a poco. E di qui a poco, è adesso.

Sbatto le mani sul tavolo e mi mordo con forza un labbro, prima di urlare il nome del mio maledetto persecutore, quello che sto imparando ad odiare.

 

« Boris! Boris! Chi cazzo sei? »

 

La rabbia ha la meglio su di me, e urlo con tutta la sua forza il suo nome. Per una delle poche volte che riesco a mettermi in contatto con una fottuta cosa che mi perseguita da anni, quest’ultima che fa? Mi saluta dopo neanche esserci scambiati due parole. Ma faccio schifo anche ai fantasmi o cosa? E non so proprio cosa pensare, in questo momento milioni di sensazioni ed emozioni mi stanno divorando l’anima …

Ma dopo aver chiamato il mio odioso persecutore, sempre a patto che questo “Boris” sia davvero lui, non ricevo nessuna risposta. O meglio, non ricevo nessuna risposta seria.

Posso sentire solo la temperatura scendere, e una forte folata di vento avvolgermi, scuotere l’atmosfera fino a romperla del tutto. Le candele si spengono, lasciandomi al buio e senza speranze, sì, ancora più di prima. Non posso far altro che rassegnarmi, alzarmi dal posto e andare ad accendere la luce, accogliendo un’apparente serenità in casa.

 

Solo dopo che il dispettoso Boris ha chiuso i contatti in tutti i sensi, posso benissimo notare che il mio piccolo Kira sta abbaiando con una certa foga contro una semplicissima parete. Non è la prima volta che lo fa, certo, ormai in famiglia siamo quasi tutti abituati alle stranezze di quel cane, ma non l’ho mai visto abbaiare contro un muro con così tanta rabbia e decisione.

Quasi quasi mi fa tenerezza, motivo per cui, una volta accese le luci e spente le candele, vado ad accoglierlo fra le mie braccia. Così, quella piccola peste sembra tranquillizzarsi immediatamente, nonostante mi sembri scosso da qualcosa che proprio non riesco a capire.

Solo quando mi libero del foglio di carta che ho ingenuamente convertito in uno degli oggetti più infernali dell’ultimo millennio, inizio a farmi le domande più strane, domande a cui ovviamente non so dare risposta, e che non fanno altro che aumentare l’alto tasso di paranoia che è in me.

 
   
 
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