Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: imunfjxable    06/04/2015    1 recensioni
Il tatuaggio vero e proprio racconta una storia. Mi piacciono le storie e i tatuaggi, non importa quanto ben fatti, se non raccontano una storia che ti coinvolge emotivamente, e sono lì solo per decorazione, allora non sono un vero tatuaggio.
E se Justin Bieber avesse così tanti tatuaggi solo perché è follemente innamorato della sua tatuatrice?
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. First tattoo.

 

                                                                                                                  

 

 

New York di mattina è un'altra città. Tutti la conoscono per la Statua della libertà o l'Empire State Building; ma avete mai provato a camminare per i vicoli stretti e freddi della grande mela? Con tanti negozi nuovi che non si notano? Oh, eccone uno nuovo.
Un negozio di tatuaggi. Mi avvicino, aggiustandomi il cappello. In realtà non è nuovo, è qui da un bel po' di mesi: strano, non l'avevo mai notato. Non che io sia un grande osservatore, eppure passavo spesso in questa strada.
"Sorry Mum Tattoo". Ridacchiai, bel nome per un negozio di tatuaggi. Sentii dei passi avvicinarsi e mi scostai dalla porta di ingresso giusto in tempo per non essere colpito da un trentenne urlante.
"E questa è l'ultima volta che vengo qui, non scegli tu cosa devo tatuarmi stronza. Fa il tuo lavoro e basta."
"Che hai da fissare tu eh?" continuò l'uomo rivolgendosi a me. Feci spallucce.
Chi sa cosa era successo. Avevo pensato da un po' di tatuarmi qualche altra cosa, perché non qui?
Entravo o no? E vabbe' dai entro, insomma: never try never know.
Spinsi la porta e ciò fece muovere un acchiappasogni con dei campanellini che al mio ingresso emisero un dolce tintinnio.
Vidi una ragazza di profilo intenta a pulire gli aghi. Indossava dei pantaloni che le fasciavano dolcemente la vita e le ricadevano larghi sulle gambe, un top che le lasciava la pancia scoperta, lasciando intravedere i numerosi tatuaggi sul corpo esile che le stavano alla perfezione. Portava una frangetta mora tirata indietro, inutilmente, da una bandana nera.
"Ciao" mi disse sorridendo avvicinandosi. Aveva una voce così sensuale. Mi sto lasciando trasportare troppo.
"Ciao. Vorrei farmi un tatuaggio"
"Certo. Solo una cosa, io non faccio i tatuaggi a tutti. Se il tuo tatuaggio ha un significato lo faccio, altrimenti cambia negozio. Tatuare è un'arte, non mi metto a scarabocchiarti addosso, nemmeno per tutti i soldi che vuoi."
Sorrisi. Era bello vedere qualcuno così amante del proprio lavoro.
"Allora cosa vuoi tatuarti?" Continuò mostrandomi un sorriso ancora più bello di quello di prima.
Cosa volevo tatuarmi? Bel problema. Lo ammetto; molti dei miei tatuaggi erano un po' alla cazzo. Ora dovevo pensare seriamente.
"Una scritta" risposi. Di cosa avevo bisogno? Pazienza. Ecco. In questo periodo così difficile devo essere paziente.
"Pazienza. Vorrei tatuarmi questa parola, perché al momento è quello di cui ho bisogno. Non riesco ad andare avanti, e devo calmarmi."
Lei annuì con il capo e si avvicinò a me. Il suo profumo di vaniglia e fumo mi penetrò nelle narici, provocandomi dei brividi.
"Dove vorresti farlo?"
"Sinceramente non lo so" dissi toccandomi il collo.
Rise.
"Andiamo dentro, e scegliamo assieme"
Mi fece sedere su una poltrona, prese una sedia e si accomodò accanto a me.
"Hai già altri tatuaggi? Posso vederli?"
Annuii e dopo essermi tolto il cappotto e la felpa le mostrai i miei numerosi tatuaggi sul braccio destro e sull'altro braccio.
Fece scorrere il suo dito su ognuno di questi, per poi fermarsi su uno dei più recenti: la bambina che lascia il palloncino.
"Perché questo?"
"Mi sono perso in questi ultimi tempi, sto combinando solo casini. Sono stanco. Tutti sono pronti a giudicarmi, i paparazzi sono ovunque..." mi interruppe curiosamente.
"Paparazzi? Sei famoso?"
"Non mi conosci?" Chiesi un po' sorpreso. Sapevo di non essere conosciuto da tutti, eppure lei era giovane, magari avrà avuto la mia stessa età.
"Uhm lunga storia, mi sono tagliata fuori dal mondo da un bel po'. Non so nemmeno se il nostro presidente è ancora Obama. Quindi se sei famoso, scusa ma non ti conosco" spiegò ridacchiando.
"Tranquilla. Comunque si è Obama haha" le sorrisi nel modo più dolce possibile.
"Sono Justin Bieber, e sono un cantante. Tornando al tatuaggio, dove credi che possa farlo?"
Si alzò e iniziò ad accarezzarmi la pelle, fino a quando indicò verticalmente una zona a partire dall'orecchio per tutto il mio collo.
"Ti andrebbe bene qui? Scritto in verticale verso il basso"
"Sarebbe perfetto. Che caratteri vuoi usare?"
Prese un quadernino e mi mostrò varie scritte, fino a quando ne scelsi una in corsivo minuscolo nero, molto semplice. Fece lo stencil in meno di 10 minuti e lo applicò sul collo.
"È il primo tatuaggio che fai sul collo?"
"Si"
"È una parte molto dolorosa, cerca di stare tranquillo e rilassato il più possibile"
"Possiamo fare una pausa mentre mi tatui?" Chiesi leggermente spaventato.
"No è peggio, aumenta solo il dolore se ti fermi. Sta calmo" disse accarezzandomi la mano.
"Parliamo così mentre io ti tatuo ti distrai e non ci pensi"
Prese l'ago, e dopo aver caricato l'inchiostro si sedette e si concentrò sul mio collo. Non appena l'ago perforò la mia pelle, soffocai un urlo i dolore. La ragazza se ne accorse immediatamente e mi accarezzò il viso preoccupata. Quasi quasi urlo di nuovo.
"Tutto bene? Da quanto tempo non fai un tatuaggio?"
"Circa 3 mesi. Prima ho visto un uomo che urlava uscendo. Posso sapere cosa è successo?"
"Ah quel coglione. È la 3 volta che viene chiedendomi tatuaggi diversi ma insignificanti. Vuole una spirale, e dei disegni tribali, ma alla cazzo, non perché centrino qualcosa con lui. E mi fanno incazzare queste persone, sminuiscono i tuatuaggi."
Prese la spugna e pulì l'inchiostro in eccesso, passando alla lettera successiva. Strinsi i pugni.
"E allora Justin Bieber, cosa canti?"
"Pop. Che genere di musica ti piace?"
"Heavy Metal, o musica classica"
"Sono due cose esattamente opposte" affermai straniato.
"Lo so" disse ridendo.
"Non so il tuo nome"
"Joy"
"Bel nom...cazzo"
Mi morsi il labbro per non urlare.
"Shh, abbiamo finito"
Si alzò e prese l'alcool e la spugnetta per pulirmi. Mi accarezzò il viso delicatamente sussurrandomi "però sei stato bravo"
Mi diede uno specchio e mi fece vedere il tatuaggio, era semplicemente perfetto. Sorrisi nel vedere quanto fosse bello quel tatuaggio, così semplice eppure così importante. Mi rimisi il giubbino e il cappello, aprii il portafoglio e cacciai una banconota per pagarla.
Mi diede il resto e sorrise.
"A che ore chiude il negozio?"chiesi. Dovevo assolutamente tornare li dentro. Dovevo vederla. Dovevo parlarle. Dovevo piacerle. Doveva essere mia.
"Alle 22.00" rispose gentilmente.
"Passerò sicuramente a fare altri tatuaggi, mi piace tantissimo questo."
"Grazie"
In quel momento mi regalò il sorriso più dolce del mondo, facendomi sciogliere letteralmente. Come se fosse riconoscente per il complimento che le avevo appena fatto.
Era così bella, con tutti quei tatuaggi.
Dovevo trovare un altro tatuaggio da fare il prima possibile.

 

   
 
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