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Autore: MissKiddo    09/04/2015    2 recensioni
Isabel Sanchez Torrès è la figlia del torero più famoso ed acclamato di Spagna. L'unico problema? Lei odia la corrida. Non capisce come possa piacere tale vigliaccheria. Per queste ragioni i rapporti con i suoi genitori sono difficili.
Ma dopo un terribile incidente riuscirà a sistemare le cose nella sua famiglia? E se il posto di suo padre venisse preso da un affascinante ragazzo dagli occhi blu? Lei potrà innamorarsi di un ragazzo che segue le orme di suo padre? Non vi resta che scoprirlo leggendo la storia, vi aspetto.
Tratto dalla storia:
Finalmente la corrida era giunta alla terza ed ultima parte: “Tercio de muleta”. Ruben stava sudando, aveva perso molte forze per tenera a bada il toro. Per fortuna le corse mattutine avevano aumentato la sua capacità polmonare. Il toro era sfinito, presto sarebbe arrivata la sua ora. Ruben prese la spada, fissava gli occhi del toro, provava rispetto per l'animale. Si era battuto con orgoglio e forza, ma doveva ucciderlo.
[CAPITOLO BONUS MATRIMONIO ALL'INTERNO!]
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 11

Andrà tutto bene

 

Isabel era a casa, se ne stava seduta in cucina. Dalì le sfiorò le gambe e lei lo accarezzò distrattamente, aveva fin troppi pensieri per la testa. Ruben l'aveva chiamata nel pomeriggio e le aveva detto di vestirsi in modo elegante, l'avrebbe portata in un ristorante speciale. Voleva essere felice per quella sorpresa ma non riusciva, pensava solo al fatto che dentro di lei stava crescendo una vita. La cosa che temeva di più era la reazione di Ruben, e se l'avesse lasciata? Non era da lui, ma non poteva esserne sicura, in fondo, stavano insieme da così poco tempo. Sbuffò nel silenzio della casa e si diresse verso la camera da letto, Dalì la seguì.
Indossò un tubino nero e si guardò allo specchio. Si mise di profilo per vedere se ci fossero delle differenze, per adesso non era aumentata di peso. Si accarezzò il ventre. «Mi rovinerai la vita?» sussurrò alla sua stessa pancia. Scosse la testa, si stava comportando da sciocca. Nel caso in cui Ruben avesse reagito in modo strano avrebbero pensato all'aborto. Ma proprio mentre stava riflettendo su quell'eventualità il suo cuore iniziò ad accelerare i battiti. Abortire doveva essere doloroso, sia fisicamente che mentalmente. Ne avrebbe mai avuto il coraggio? Non lo sapeva. Quell'esserino che, in quel momento si trovava dentro di lei, non doveva essere più grande di un fagiolo, ma era vivo. I suoi pensieri furono scacciati dal rumore della porta d'ingresso, Ruben doveva essere tornato a casa. «Tesoro? Sei in casa?» urlò lui dal piano inferiore. Isabel uscì dalla camera e andò sulle scale. «Sono di sopra!» esclamò. Ruben la raggiunse e le diede un bacio. «Non sei ancora pronta? Questo vestito ti sta da dio» disse lui sorridendo. Isabel osservò quel sorriso perfetto, lo stesso sorriso che l'aveva fatto innamorare. Il suo umore migliorò un poco. «Dici davvero? Ho messo la prima cosa che ho trovato nell'armadio»
«Sei perfetta. Adesso metti scarpe, finisci col trucco e i capelli. Io ti aspetterò di sotto» rispose lui. Ruben percorse il corridoio e si diresse verso le scale. Isabel sospirò e tornò in camera. Prese delle decollettè nere e poi si dedicò al makeup e ai capelli. Quando fu soddisfatta, prese il cappotto e raggiunse Ruben. «Sei bellissima» disse lui vedendola. Isabel aveva raccolto i capelli in uno chignon e aveva le labbra di un rosso scarlatto. Sentendo i complimenti di lui arrossì. «Ancora non sono abituata a tutti questi complimenti» cinguettò lei.
«Dovresti. E io dovrei stare attento, potrebbero portarti via da me»
«Non riuscirebbero mai. Io sono tua» si avvicinarono l'uno all'altra e si baciarono intensamente. Per poco Isabel si dimenticò del test, e della sua gravidanza. Ma ogni volta che cercava di scacciare quel pensiero, pensava al fagiolino nella sua pancia. «Avanti, andiamo» disse infine Ruben prendendola per mano.
Uscirono nel freddo della sera e presero la macchina.

 

Arrivati al ristorante, Isabel fu accolta da un signore che le porse delle rose rosse. «Da parte del suo compagno, signorina» disse l'uomo in smoking. Isabel sorrise, nessuno le aveva mai regalato delle rose. Si voltò verso di Ruben e lo baciò. «Grazie, sono bellissima!» esclamò emozionata. «Non c'è di che, piccola mia» rispose lui stringendola all'altezza della vita.
Il signore che li aveva accolti li accompagnò al loro tavolo. Era vicino alla finestra panoramica, vi era anche un separé per avere più privacy. Quel posto doveva essere molto caro. Ruben spostò la sedia ed Isabel si sedette incantata da tutto ciò che la circondava.
Quando entrambi furono seduti, Isabel prese la mano di lui e la strinse. «Questo posto è stupendo, ma costerà un occhio della testa!» disse sorridendo.
«Possiamo permettercelo, cara» rispose lui sicuro. Lei fece un cenno con la testa ed osservò la grande finestra, poteva vedere tutto da quel punto. Le luci delle case sembravano tante piccole lucciole che volteggiavano nell'aria.
Il cameriere arrivò dopo pochi minuti, Ruben volle ordinare dello champagne, aveva intenzione di festeggiare come si deve. Isabel, presa da tutti quegli eventi, si sentiva come in un sogno. Era così felice di aver incontrato l'uomo della sua vita, sognava di stare insieme a lui per sempre.

 

Quando ebbero finito di mangiare, Isabel si sentì pienamente soddisfatta. Il cibo era squisito e il personale era gentilissimo. Quella sensazione di trovarsi in un sogno perdurava, si era dimenticata anche della gravidanza. Poi Ruben si alzò dalla sedia e la prese per mano. «Vieni con me» sussurrò lui. Lei si alzò e lo seguì, lo avrebbe seguito ovunque.
Salirono delle scale e si ritrovarono su una terrazza coperta. Da quell'altezza si poteva vedere addirittura il mare. Isabel sgranò gli occhi per la sorpresa, era tutto perfetto. Si avvicinarono alla ringhiera ed osservarono il panorama. Poi, Isabel si voltò verso di lui, lo guardò dritto negli occhi. «Penso che tu sia l'uomo migliore del mondo» Ruben rise. Amava vederla felice, e dalla luce che vide negli occhi di lei capì che lo era. «Non so se sono il migliore, ma per te farei qualsiasi cosa. Ti amo, Isa» lei sentì il suo cuore colmo di gioia.
Stavano insieme da qualche mese ma ancora lui non le aveva mai detto quelle parole. Poi le tornò alla mente la gravidanza. Chissà se mi amerai anche dopo. Ma in quel momento non voleva pensare a niente. «Ti amo anch'io» si baciarono a lungo di fronte a quella spettacolare vista.
Quando si staccarono da quell'abbraccio, Ruben iniziò a cercare qualcosa nella tasca del suo completo. «Cosa cerchi?» chiese lei curiosa.
Lui non rispose, continuò a cercare e finalmente tolse dalla tasca una piccola scatola quadrata. Isabel iniziò a sudare, cos'era quella? No, non può essere.
«Cercavo questa, spero che ti piaccia» disse lui porgendole la scatolina. Isabel la prese con mani tremanti, non poteva credere a quello che stava vedendo. Dentro vi era un anello, un anello con un diamante. Alzò il viso e guardò Ruben, era perplesso. «Lo so, forse sto correndo troppo. Ma voglio fidarmi del mio istinto e del mio cuore...» Isabel lo interruppe.
«Cosa stai cercando di dirmi?» nella sua voce si poteva sentire del nervosismo.
«Sto cercando di dire che... insomma. Vuoi sposarmi?» Isabel rimase a bocca aperta, le aveva chiesto davvero di sposarla? All'improvviso un ronzio le catturò le orecchie, sentiva come se il mondo intorno a lei fosse ovattato. Non poteva essere vero, a meno che... Un pensiero le balenò in testa. Sua madre, sua madre aveva chiamato Ruben e le aveva detto della gravidanza e così lui voleva sposarla. Non c'era altra spiegazione, nessuno a quell'età chiede ad una ragazza si sposarlo. Mentre lei rifletteva, Ruben la fissava, stava aspettando una risposta. «Te l'ha detto mia madre?» chiese lei. Ruben parve sorpreso, non capiva. «Cosa? Cosa avrebbe dovuto dirmi tua madre?»
«Non fare il vago. Deve essere per forza così. Mi madre ti ha detto tutto...» Isabel iniziò a piangere. Il misto di emozioni e ormoni erano un cocktail micidiale. Ruben era confuso, l'abbracciò. «Isa, non capisco. Cosa doveva dirmi? E poi cosa c'entra adesso? Forse sono stato troppo affrettato con la mia proposta...» Isabel rimase in silenzio. Forse era diventata fin troppo paranoica. Sua madre aveva promesso di non dire niente. Forse Ruben, voleva sposarla sul serio, anche non sapendo della gravidanza. Si sentì in imbarazzo, aveva rovinato tutto, e lo avrebbe fatto ancora. «No, non è per questo. Ruben, io... io non so cosa mi succede» disse lei singhiozzando.
«Adesso calmati. Dimmi cosa c'è che non va» Isabel sospirò, ormai doveva dirglielo, avrebbe dovuto dirglielo in ogni caso.
«Sai che in questi giorni sono stata poco bene. I giramenti di testa, la nausea... stamattina sono passata da mia madre e ne abbiamo parlato. Entrambe sapevamo che quei sintomi potevano significare che stavo aspettando» Ruben stava ascoltando ma non riusciva a cogliere il significato di quelle parole. «Aspettando? Nel senso di una gravidanza?»
«Si, e quindi abbiamo deciso che era il caso di fare un test. Beh l'ho fatto, Ruben» Isabel lo guardò negli occhi. Vi lesse paura e stupore, era sicura che sarebbe scappato. Lui rimase in silenzio per alcuni secondi, guardava Isabel cercando di trovare una risposta. «Era positivo? È così?» chiese lui stringendo le spalle di lei. «Si, sono incinta. Ma tranquillo, possiamo porvi rimedio, possiamo...» iniziò a piangere di nuovo. Ruben era immobile, gli occhi spalancanti. Isabel era incinta, nel suo grembo stava crescendo suo figlio. Non era pronto, no non si sentiva affatto pronto. Ma vedendola in quello stato l'abbracciò, la strinse forte. Non osava immaginare cosa avesse passato una volta scoperto il risultato del test. «Dovevi dirmelo subito!» esclamò lui.
«Avevo paura della tua reazione... ho ancora paura» rispose lei evitando di guardarlo negli occhi. Lui le prese il viso tra le mani. «Isa, non devi. Pensi che io sia un uomo che non si prende le proprie responsabilità? Io ti amo, lo sai. Ti ho chiesto anche di sposarmi, pensi che un figlio mi renda triste o arrabbiato? È il frutto del nostro amore!» Isabel sentiva il cuore palpitare forte, aveva paura che le sarebbe uscito dal petto. Come aveva potuto dubitare di lui? Non avrebbe dovuto farlo neanche per un secondo. «Vorresti tenerlo? Credi che potremmo farlo?» chiese lei balbettando.
«Certo, non lascerei morire mio figlio solo perchè siamo egoisti» Ruben era sicuro di sé, non aveva il minimo dubbio.
«Non so se sono pronta per una cosa simile. Ci amiamo, ma un figlio è una cosa importante, e anche il matrimonio. Sono così confusa...» Ruben la baciò sulla fronte e la prese per mano. Voleva portarla a casa e farla risposare. Erano successe troppe cose e troppo in fretta. «Andiamo a casa» arrivarono alla macchina e il viaggio fu silenzioso, nessuno dei due aveva il coraggio di parlare.

 

Arrivati a casa, Isabel si diresse velocemente verso la loro camera. Ruben chiuse la porta e sospirò, quella doveva essere una serata speciale.
Isabel andò in bagno, si struccò velocemente e si cambiò. Aveva il viso gonfio di lacrime, si sentiva come se un camion l'avesse investita. Aveva rovinato la proposta di Ruben e non sapeva cosa fare con la gravidanza. «Posso entrare?» chiese gentilmente Ruben dall'altro lato della porta. «Si» rispose lei tristemente. Ruben entrò e si avvicinò a lei. «Isa, ascoltami. Non c'è bisogno di torturarsi in quel modo. Dovremmo essere felici, ci amiamo, stiamo bene insieme...»
«Ma io ho rovinato tutto!» urlò lei. «Non hai rovinato niente» disse lui abbracciandola. Isabel lo strinse, voleva sentire il suo profumo. «Perdonami, amore» sussurrò lei. Si baciarono, poi lei si allontanò un po' e lo fissò. «Fammi rivedere quell'anello» sorrideva. Ruben riprese la scatolina e ne estrasse l'anello, poi prese la mano di Isabel e lo infilò al dito indice. Lei lo avvicinò al viso e lo mirò con attenzione. «Ti piace?» chiese lui.
«Stupendo, ma ancora non ti ho dato una risposta» Ruben rimase in silenzio. Non aveva più niente da aggiungere, doveva decidere lei. «Si, Ruben Ruìz Lopez. Si, voglio sposarti» Ruben sorrise, non desiderava altro. Si baciarono di nuovo e questa volta più a lungo. Fecero l'amore, e non pensarono a niente, volevano solo amarsi.

 

Quando ebbero finito era notte fonda, stavano sdraiati sul loro letto stretti l'uno nell'altra. «Come faremo?» chiese Isabel accarezzando i capelli di lui. «Con il bambino? Lo cresceremo ovviamente»
«Sei così sicuro? E poi magari sarà una bambina...» Ruben sorrise. «Una bambina bellissima. Ci sposeremo, avremo un figlio e saremo felici, cosa c'è che non va?» Isabel guardò il soffitto pensierosa. Quello che diceva Ruben era vero, e sembrava tutto perfetto. Il vero problema è che lei aveva sempre avuto paura della perfezione, come aveva avuto paura di soffrire per colpa di Ruben. Le cose troppo perfette la spaventavano perchè potevano finire, e la sofferenza era assicurata. «Felici, saremo felici» disse lei a sé stessa.
«Lo saremo. E adesso dormi, piccola mia» Ruben si avvicinò alla pancia di lei e la baciò dolcemente. «E buona notte, piccolo mio» Isabel rise.

 

Il mattino seguente Isabel fu svegliata dal miagolio di Dalì che supplicava il cibo. Guardò il letto e Ruben non c'era. Scese al piano di sotto e un profumo delizioso le invase il naso, Ruben stava cucinando. Entrò in cucina e vide dei pancake sul tavolo e delle spremute d'arancia. «Buongiorno, tesoro. Ho preparato la colazione, da adesso dovrai mangiare per due!» esclamò Ruben sorridendo. Isabel si sfiorò istintivamente il ventre. Doveva ammettere che si stava affezionando a quell'esserino. «Ottimo, ho una fame tremenda!» Isabel baciò Ruben e poi diede da mangiare a Dalì, che l'aveva seguita.
Si sedettero entrambi a tavola, ed Isabel iniziò a divorare letteralmente i pancake. Ruben la guardò stupito. «Avevi proprio fame» risero entrambi. «La bambina ha fame» rispose lei masticando.
«O il bambino... ma comunque, ho chiamato mia madre e i tuoi genitori. Ho chiesto di aspettarci a casa dei tuoi, dobbiamo annunciare le novità» Isabel era d'accordo. Ma il pensiero di suo padre la spaventò. Cosa ne avrebbe pensato di tutto questo? Sicuramente si sarebbe infuriato, deglutì rumorosamente. «Spero che vada tutto bene» disse infine.
«Andrà tutto bene, puoi starne certa»

 

Quando arrivarono alla villa era quasi ora di pranzo, sarebbero sicuramente rimasti a mangiare, così avrebbero anche festeggiato, sempre se la notizia non avesse scaldato gli animi.
Amanda accolse i due ragazzi abbracciandoli, lei era l'unica che sapeva. «Mi raccomando ragazzi» sussurrò lei.
Si avviarono verso il salotto dove, seduti sul divano, vi erano Dolores e Diego, sembravano entrambi preoccupati. «Ragazzi, cosa succede?» chiese Diego appena li vide entrare.
Ruben rimase in piedi, mentre Isabel si sedette su una delle poltrone. «Avanti, parlate!» esclamò Dolores in attesa. Ruben rimase in silenzio fino a quando anche Amanda si sedette accanto agli altri. «Io ed Isabel volevamo parlarvi, sono successe delle cose... dei cambiamenti» Diego parve ancora più preoccupato, non riusciva a capire. «Parla chiaro, Ruben» disse infine cambiando posizione sul divano.
Isabel sospirò, e guardò i suoi genitori e Dolores. «Io e Ruben abbiamo deciso alcune cose sul nostro futuro, abbiamo pensato di sposarci» il viso di Dolores si illuminò, si alzò velocemente e abbracciò prima suo figlio e poi Isabel. «Ragazzi, è magnifico! Una notizia magnifica!» Amanda non si aspettava il matrimonio, sapeva della gravidanza ma non di quella novità. Ma non era dispiaciuta, anzi. Aveva sognato questo momento da tanto tempo, sua figlia sposata con un brav'uomo e dei nipoti. «Santo cielo! Dolores ha ragione, è una notizia fantastica! Dobbiamo iniziare subito ad organizzare...» Isabel la interruppe con un gesto della mano. «No, mamma. Niente cose pacchiane al nostro matrimonio» disse sorridendo.
L'unico che era rimasto seduto sul divano era Diego. Stava con le braccia conserte e lo sguardo perso nel vuoto. «Papà? Cosa ne pensi?» chiese lei timorosa. Diego alzò lo sguardo, prima su Ruben e poi verso sua figlia. Alzò un sopracciglio e poi sorrise. «Vi do la mia benedizione. Sono felice per entrambi» si alzò anche lui e baciò entrambi. Tutti ormai stavano parlando animatamente: Amanda stava già dicendo come avrebbe organizzato tutto, e Dolores parlava di quanto le piacesse ciò che pensava l'altra. Isabel osservò Ruben e le fece un cenno con la testa, ancora non avevano finito con le notizie. «Sedetevi di nuovo, per favore. Dobbiamo dirvi un'altra cosa» disse Ruben. Gli altri ubbidirono e si sedettero. «Cosa altro c'è? Spero sia una bella notizia» disse Dolores con un lieve tremolio nella voce.
«Decisamente. Isabel aspetta un bambino» disse infine buttando fuori le parole tutte d'un fiato. Dolores iniziò improvvisamente a piangere, e abbracciò Isabel tanto forte da farle mancare il fiato. «Diventerò nonna? Volete per caso farmi venire un infarto, oggi?» Ruben sorrise e baciò sua madre sulla guancia. «Spero che per voi non sia un problema, per noi non lo è» disse Isabel rivolta soprattutto a suo padre. «Ragazzi, l'avete fatta grossa! Posso accettare il matrimonio, ma un figlio! Non siete pronti per crescere un bambino» Diego aveva alzato la voce.

«Non dire assurdità, Diego!» lo rimproverò Amanda. «Non sono assurdità! Avere un figlio è una grossa responsabilità»
«Papà, anch'io era preoccupata per questo. Ma so di amare Ruben, e già sto amando il piccolo esserino che vive dentro di me. È arrivato per caso, o forse no, ma ormai è qui. È tuo nipote!» disse Isabel prendendo la mano di suo padre. Diego la fissò a lungo. Gli tornò alla mente il momento in cui era nata: era così piccola e rosea, era perfetta. Ma adesso era cresciuta, e lei stessa stava per diventare madre. Pensò che il tempo passa troppo in fretta. «Isa, ho stima per entrambi, lo sapete. Ma non pensate che sia troppo presto?» chiese lui. «Forse hai ragione. Ma ormai non possiamo farci niente. Non intendiamo optare per l'aborto» rispose Ruben avvicinandosi a Diego. «E poi sono dei ragazzi responsabili. Si amano e hanno intenzione di crearsi un futuro e una famiglia» disse Amanda con veemenza. «Quindi... diventerò nonno?» Diego era stupefatto. Isabel sorrise e lo abbracciò. «Esatto, lo sarai»
«Se è un maschio seguirà le orme di suo nonno e di suo padre» Isabel alzò un sopracciglio. «Papà, non sarai mai un torero. Potrai viziarlo, coccolarlo e portarlo dove vuoi, ma non farà mai il torero» Isabel era diventata così seria e non aveva capito che suo padre era ironico. Così gli altri che la stavano osservando risero di gusto. «Tranquilla, Isa. Sarà una femmina! E diventerà una dottoressa» esclamò Amanda alzandosi in piedi. Si alzarono tutti e la confusione prese di nuovo il sopravvento, non si parlava d'altro che del matrimonio e del futuro nipote.
Ruben si avvicinò ad Isabel a la strinse, era possibile che fosse più bella del solito? «Tesoro, credo che d'ora in poi esisterà solo nostro figlio per loro» disse Ruben indicando sua madre e i genitori di Isabel. «Penso proprio di si. Sarà il bambino più viziato del mondo!» sorrise dolcemente.
Pranzarono tutti insieme e non si parlava d'altro che del matrimonio e del futuro nipote. Amanda disse ad Isabel che avrebbe dovuto prendere appuntamento dal ginecologo il prima possibile, la prima visita era molto importante.
Quando, nel pomeriggio, tornarono a casa, Isabel chiamò la sua ginecologa e prese appuntamento per il giorno seguente. Ruben sarebbe andata con lei.
Per quella sera rimasero abbracciati sul divano per tutto il tempo, alla fine si addormentarono sereni, tutto era andato per il meglio.

 

Spazio autrice:
Ciao ragazze! Come va? Ecco a voi l'undicesimo capitolo, cosa ne pensate? Pare che vada tutto bene, ma non si sa mai u.u ( lo so, sono cattiva)
Recensite e fatami sapere i vostri pareri, ve ne sarò eternamente grata!
A presto,
MissKiddo

 

   
 
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