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Autore: _Rainy_    10/04/2015    5 recensioni
Un regno diviso in quattro terre. Un governo sbagliato. Non un tiranno assetato di potere contro cui combattere, ma una malattia pericolosa. L'11a cacciatrice di taglie della Terra del Fuoco che torna al mestiere per cui è nata con un'ultima, pericolosa missione, che le cambierà la vita.
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Un regno diviso in quattro terre. Un governo sbagliato, con a capo la propria madre. Una fragile principessa dovrà scontrarsi con una realtà che le è sempre stata nascosta fin da bambina : il suo regno sta morendo. E solo lei realizza che il nemico contro cui combattere è molto più vicino di quanto sembra.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Duncan, Gwen, Scott | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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EPILOGO

 

Gwen crollò a terra urlando per il dolore mentre il suo sangue colava copiosamente dalla ferita e imbrattava il tappeto.

- Tsk, stupida. Avresti potuto venire con me senza tante storie, io ti avrei rubato tutta l’energia vitale e sarebbe tutto finito: rapido e indolore. Invece guarda cosa mi tocca fare… - Alzò la spada puntandola al petto della ragazza che lo fissava negli occhi con odio e si preparò a colpire. – Io sono Ftio, reincarnazione dell’uomo che lanciò il morbo su queste terre e sono venuto a reclamare il mio trono. Tu sei solo la mia prima vittima. Non ti senti leggermente strana? – Ghignò.

Duncan corse da Gwen e si inginocchiò vicino a lei, supplicandola di non morire:
- Ti prego, no…
- Che scena commovente! – Rise malvagiamente Ftio. – Ripeto: non ti senti strana?
- Oh, no! Guarda! – Dawn alzò il braccio per indicare con orrore alcune macchie scure che stavano rapidamente comparendo sulla pelle lattea della cacciatrice. – E’ il morbo. – Concluse con un’espressione di puro terrore.
- Ebbene si. Io sono causa di quella malattia. – Sghignazzò Ftio. – Il pugnale è avvelenato. Addio. – Scaraventò Duncan lontano con un gesto distratto del polso, poi alzò la spada per infliggere il colpo mortale a Gwen, ma un’espressione di stupore e acuto dolore gli si dipinse sul volto mentre la sua testa lentamente si staccava dal colpo, recisa di netto da un colpo di Scott.

- Scott… - Sussurrò Gwen.
- Shh. – Duncan le mise un dito sulle labbra prima di fare a brandelli quello che restava del corpo di Ftio. – Ora guarirai: Ftio è morto.

Gwen però chiuse gli occhi e il suo corpo venne scosso da terribili convulsioni, la pelle le si fece giallastra e cominciò a sudare copiosamente mentre il sangue sgorgava ininterrottamente dal braccio reciso.

- No, Gwen… Che succede?! Perché non guarisce?! – Urlò Duncan disperato.
- Non era Ftio la causa. – Urlò Jerith dall’altra parte della stanza, poi prese la regina per il colletto dell’abito e le sibilò a pochi centimetri dal volto: - Come facciamo a farla guarire?!
- Non lo dirò certo a te, lurido pezzente! – Sibilò di rimando Courtney.
- Lasciala. – Ordinò Dawn avvicinandosi rapidamente alla madre.

Jerith la guardò perplesso e fece per protestare mentre la regina esultava trionfante, ma Dawn non appena fu sufficientemente vicino alla regina le tirò un forte schiaffo sulla guancia che la fece cadere a terra.

- Figlia mia, cosa fai?! – Urlò Courtney per lo stupore e per il dolore.
- Questo era per tutte le vite che hai spezzato e per tutta la sofferenza che hai causato. Ora, madre, hai la tua occasione di redimerti. Come facciamo a far guarire Gwen? – Chiese Dawn glaciale.
- Traditrice. – Courtney sputò per terra.
- Madre… - Dawn si inginocchiò accanto al corpo della donna e la fissò dritto negli occhi. - … Non hai mai desiderato una vita migliore, con qualcuno che ti ami? Quella vita può iniziare oggi, con la tua prima buona azione.
- Non pensare di convincermi con queste belle parole, ingrata.
- Si, forse sarò un’ingrata, ma tu non hai portato altro che male al tuo stato: è davvero questo il governo che volevi condurre quando sei salita al trono?! – La regina non rispose. – Se non vuoi fare un favore a me fallo al tuo regno con un atto che segni il tuo cambiamento e forse ti verrà risparmiata la vita come ringraziamento per averne salvata un’altra. Una vita per una vita. Se muore lei sicuramente morirai anche tu. Non capisci che hai l’opportunità, oltre che di sopravvivere, anche di riscoprire quel tuo lato buono che sono sicura ci fosse tempo fa?
- Hai detto bene: c’era.
- No. Io so che c’è ancora. Riflettici. Faresti davvero morire una creatura innocente e condanneresti te stessa solo perché sei troppo egoista per ammettere di aver fallito? Ormai è finita… 

Courtney esitò, valutando le opzioni e meditò sulla richiesta della figlia: cambiare in meglio o condannarsi a una morte coerente con la sua linea di governo?

- Dawn, figlia mia, devi sapere che… Ftio era impotente. Non era né concentrato né sufficientemente potente quando ha lanciato l’incantesimo, per cui… Non funzionò. Il morbo è causato da… Un Amanita, nelle fondamenta.

Non sappiamo se quella risposta spontanea fosse venuta dal cuore di Courtney o piuttosto dal suo senso di sopravvivenza e opportunismo, ma in quel momento i suoi occhi erano velati di sincere lacrime e scrutava la figlia con una punta di primordiale e vero amore.

Duncan non aspettò altro e si alzò dal corpo inerme di Gwen dopo averla velocemente baciata sulla fronte per correre verso l’entrata della cantine che le era stata indicata velocemente da Dawn.

Corse per le scale e uccise senza pietà tutte le guardie che incontrava, perché il suo obiettivo era più importante di tutto il resto.

La profezia dei monaci del Crepuscolo si stava dunque per avverare? Gwen sarebbe morta quel giorno? Non conosceva la risposta, l’unica cosa che sapeva era che avrebbe fatto di tutto per impedirlo, perché nel caso lei fosse morta non gli sarebbe rimasto più nulla per cui vivere.

- Io ti salverò… - Sussurrò a se stesso mentre i suoi occhi luccicavano di lacrime dovute alla disperazione.

Arrivò nelle fondamenta e con un deciso colpo di spada e il favore dell’attacco a sorpresa tranciò di netto la testa della guardia di nero vestita che controllava una porta di legno massiccio. La spalancò e superò una stretta scala a chiocciola per poi fermarsi improvvisamente avvertendo un pericolo nelle ossa.

- Bene bene: carne fresca… E carne magica direi! – Rise perfidamente qualcuno nell’ombra.

Duncan non riusciva a vederlo e quando la figura si mosse trasalì: un monaco notturno.

- Lasciami passare, con te farò i conti dopo! – Ringhiò Duncan.
- E perché mai? – Rise sguaiatamente. – Solo perché la tua amica sta morendo? – Duncan si irrigidì. – Vuoi sapere la verità? Non mi interessa minimamente. E’ troppo tempo che non combatto con un mago, quindi…

Il monaco oscuro si aprì il mantello sul davanti rivelando una tonaca della stessa tonalità violacea e si mise in posizione d’attacco.

- Non ho tempo per te! – Urlò rabbiosamente Duncan.
- Lo vedremo… - Ghignò il monaco prima di lanciarsi verso il ragazzo.

Dalle mani del monaco scaturivano scintille nerastre che si infrangevano contro la parete, incidendo profonde crepe nelle pietre murali. Duncan scartava e evitava tutti i suoi colpi provando ad avvicinarsi alla porta protetta dal monaco, ma egli glielo impediva.

Impugnò il bordone magico e sferrò degli incantesimi in rapida successione, ma neanche uno arrivò a centrare il bersaglio, quindi tramutò il bastone in mazza ferrata e passò al contrattacco.

Si lanciò sul monaco con micidiali e rapidissimi affondi, ma egli era troppo veloce per lui e ogni volta che pensava di averlo in pugno se lo ritrovava poche braccia dietro di sé e doveva buttarsi a terra per evitare altrimenti un raggio mortale.

- Sei bravo, non c’è che dire. – Ghignò il monaco. – Ma fino ho solo giocato e voglio farti l’onore di combattere contro tutta la mia potenza.

Congiunse le mani davanti a sé e rimase per pochi istanti immobile mentre Duncan ne approfittava per recuperare le forze. Quando il monaco sollevò la testa velata dal cappuccio il ragazzo poteva chiaramente vedere due occhi rossi scintillare sospesi nel buio e un lungo brivido di terrore gli scese giù per la schiena.

Strinse una mano sudata sul manico della sua arma e attaccò per primo, ma il monaco parò facilmente i suoi colpi a mani nude e poi lo scaraventò in aria con un secco gesto della mano.

Si avvicinò ridacchiando malvagiamente e gli tolse di mano l’arma per poi scagliarla lontano:
- Tutto qui? – Ghignò.

Duncan era accasciato contro la parete con un profondo taglio sulla fronte per il colpo subito e ansimava di fatica.

Il monaco si preparò ad infiggergli il colpo di grazia facendo brevemente roteare le mani e creando una sfera di oscurità che pareva liquida per poi scagliarla contro il ragazzo. Duncan alzò la mano per produrre, a sua volta, una sfera di luce verdastra che si scontrò con quella nera del monaco.

Le due sfere spingevano l’una contro l’altra e nessuna delle due pareva prevalere.

Buio contro luce. Male contro bene.

Il ragazzo era affaticato e gocce di sudore presero a scorrere sul suo volto, mentre il monaco era impassibile e sembrava non avvertire la benché minima ombra di fatica.

Con un ghigno fulmineo il monaco spinse più in avanti la mano e la sfera di luce di Duncan venne annientata.

Il ragazzo vide la sfera nera giungere verso di sé e comprese che era giunta la sua ora, che non sarebbe mai sopravvissuto ad un colpo del genere.

Mentre osservava la sfera avvicinarsi ripercorse mentalmente tutti i momenti significativi, sia positivi sia negativi, della sua vita che gli scorsero davanti agli occhi spontaneamente: il primo incantesimo, lo sguardo terrorizzato dei suoi genitori, la consapevolezza di essere stato abbandonato, l’incontro con Valkar, le lezioni di magia, Gwen… Già, Gwen: decisamente annoverata tra i momenti migliori della sua vita, ogni istante che avevano passato insieme era impresso e custodito dalla sua memoria.

Lei ora probabilmente era in fin di vita se non già morta: almeno sarebbe morto insieme a lei. Il rimorso per non averla salvata era bruciante, ma non avrebbe dovuto soffrire la sua mancanza nel caso avesse ucciso l’Amanita e lei non fosse guarita.

Ormai la sfera era a pochi centimetri dal suo volto e il monaco sorrideva trionfante. Si impresse nella mente la sensazione dei baci di Gwen e il suo sorriso, perché con essi voleva morire e chiuse gli occhi, aspettando la morte.

Morte che, però, non arrivò.

Quando li riaprì, esitante, vide che Scott stava pochi passi dietro il monaco e l’aveva pugnalato esattamente al cuore di tenebra che aveva nel petto.
La sfera mortale era scomparsa e il compare gli stava sorridendo:
- Va’. – Gli ordinò con un sorriso indicando con un cenno del capo la porta misteriosa.

Duncan annuì e si rialzò combattendo la stanchezza e il dolore. Si appoggiò alla porta e spinse con tutto il suo corpo. L’anta girò sui cardini e si aprì cigolando, rivelando la cripta in cui era rinchiuso l’Amanita, ormai ridotto allo stremo delle forze.

- Chi è? – Sussurrò debolmente la creatura con quella sua caratteristica voce sibilante.
- Mi chiamo Duncan, sei tu la causa del morbo che affligge queste terre? – Chiese il ragazzo trascinandosi fino davanti all’Amanita, appoggiandosi all’altare, per guardarlo negli occhi.
- Si.
- Cosa devo fare per interrompere questo processo? – Chiese seccamente Duncan alludendo al rituale magico.
- Ah. – L’Amanita sorrise. – Vedo una ragazza ferita… Tu l’ami vero?
- Si. – Annuì Duncan senza ombra di imbarazzo.
- Saresti disposto a morire per lei, vedo… Sai cosa devi fare.

Duncan annuì: doveva ucciderlo.

Alzò la mazza ferrata, ma esitò e l’Amanita sorrise di nuovo:
- Sei un puro di cuore e se le tue motivazioni sono pure non sarò morto invano, ma per raggiungere una vita migliore sapendo di lasciare una terra che senza di me crescerà e tornerà fertile e pacifica. Uccidimi. – L’ultima parola suonò quasi come una supplica dalle membra stanche della creatura.

Duncan annuì e gli sorrise a sua volta per poi calare con violenza la mazza ferrata sulla sua fragile testa.

-

DUE ANNI DOPO

Duncan prese fiato e si voltò verso l’altare sorridendo a Scott che gli stava affianco, nel suo impeccabile completo chiaro.

- Allora, sei pronto? – Gli chiese il rosso dandogli una pacca sulla spalla.
- Per niente. – Ammise Duncan sorridendo.

La folla radunata lì intorno si alzò all’unisono e i due ragazzi si voltarono appena in tempo per vedere l’entrata trionfale di Gwen e Dawn.

Le ragazze avevano abiti gemelli di tulle di diverse tonalità di bianco impreziositi da ricami oro per Dawn e argento per Gwen. Il velo, che partiva da una corona di fiori freschi dai mille colori posti sui loro capi, cingeva le loro teste e sembrava impalpabile e fatto di luce pura. Entrambe sorridevano felici mentre avanzavano nella navata principale della chiesa.

Scott e Duncan erano preparati a una vista meravigliosa, ma non poterono trattenersi dallo spalancare gli occhi e la bocca di stupore e commozione.

- Siamo qui riuniti oggi, miei cari… - Iniziò Cameron con gli occhi scintillanti di felicità. – … Per celebrare il felice di matrimonio della Regina Dawn con il signor Scott Tyson e della Guardia reale Gwen con il signor Duncan Sheperd.

Gwen e Dawn raggiunsero i loro sposi e ognuna strinse la mano al suo amato.

- Promettimi che non piangerai. – Ghignò Duncan rivolgendosi a Gwen.
- Ho i fazzoletti nella giarrettiera, nel caso ti servissero. – Rispose di rimando lei.
- Insomma, siamo a un matrimonio! Riserva queste allusioni per stasera… - Ammiccò lui sorridendole, complice.

Cameron guardò gli sposi regalando a ognuno occhiate di apprezzamento e recitò il cerimoniale:
- Signori, quest’oggi non si festeggia solo l’unione di due, be’ quattro in realtà, anime innamorate, ma anche la vittoria del bene che, ancora una volta, ha trionfato sul male. Nel caso non lo sapeste, ma dubito che ci sia qualcuno che non ne sia a conoscenza, questi quattro giovani eroi insieme a un drappello di altri valorosi uomini alcuni dei quali sono oggi in mezzo a noi… - Lanciò un’occhiata complice alla folla. - … Hanno sconfitto la terribile piaga del morbo eliminandola definitivamente dalle nostre terre: dopo l’uccisione dell’Amanita che controllava la malattia perché obbligato dalla precedente regina del regno, Courtney, esso si è risolto in pochi mesi perché è stato abbattuto dal frutto dell’amore più puro che oggi celebriamo con questa cerimonia. – Sorrise riconoscente a Duncan e Scott. – Dunque invoco la protezione delle Dee su questi giovani a cui noi tutti, oggi, dobbiamo la vita. – Inchinò brevemente la testa e come una massa indistinta la folla lo seguì chiudendosi in brevi attimi di silenzio carichi di gratitudine mentre ognuno seduto su quelle panche chinava il capo davanti ai quattro ragazzi.

- E ora… Vuoi tu, Scott Tyson prendere la Regina come tua legittima sposa?
- Si, lo voglio. – Sorrise raggiante Scott.
- E vuoi tu, mia Regina, prendere Scott Tyson come tuo legittimo sposo?
- Si, lo voglio. – Annuì con forza Dawn.
- Riguardo a te, Duncan Sheperd, vuoi tu prendere la Guardia reale Gwen come tua legittima sposa?
- Eccome! – Rispose sorridendo Duncan e facendo ridacchiare la sua sposa.
- E, Comandante delle Guardie reali, Gwen, vuoi tu prendere Duncan Sheperd come tuo legittimo sposo?
- Si, lo voglio. – Sorrise amabilmente la ragazza.
- Allora, finalmente, con l’autorità concessami dal Supremo Consiglio Religioso delle Dee di questo regno vi dichiaro marito e moglie. Potete, per vostra somma gioia, baciare le spose.

Mentre Duncan e Scott sollevavano con delicatezza i veli dal volto delle ragazze e le baciavano con amore dalla folla riunita si sollevò uno scrosciante applauso.

- Miei cari sudditi.. – Prese la parola Dawn quando si fu separata da Scott. - … Vi invito a dirigervi nei giardini reali per i festeggiamenti di questo doppio matrimonio. Che sia un giorno felice per tutti e grazie ancora per essere qui. – Concluse raggiante per poi prendere per mano il suo novello sposo e fare strada verso i giardini imitati da Gwen e Duncan, raggianti più che mai.

 

 

- CIAMBELLANGOLO -
Eeeed eccoci qui :3
Dopo un anno e mezzo – quasi due – questa storia è finalmente finita per davvero.
Vi ringrazio tantissimo per tutto quello che avete fatto per me in questi anni: non solo siete stati dei meravigliosi compagni di viaggio silenziosi o meno, ma avete perseverato nel leggere questa storia che è cresciuta nel tempo incasinandosi sempre di più :3
Spero che questa conclusione sia degna di tale nome (?) e vi rinnovo i miei più sentiti ringraziamenti <3
Ve se ama ‘na cifra, grazie ancora a tutti,
_Rainy_

   
 
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