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Autore: effe_95    11/04/2015    4 recensioni
Questa è la storia di diciannove ragazzi, i ragazzi della 5 A.
Questa è la storia di diciannove ragazzi e del loro ultimo anno di liceo, del loro affacciarsi a quello che verrà dopo, alla vita. Questa è la storia di Ivan con i suoi tatuaggi , è la storia di Giasone con le sue stelle da contare, è la storia di Italia con se stessa da trovare. E' la storia di Catena e dei fantasmi da affrontare, è la storia di Oscar con mani invisibili da afferrare. E' la storia di Fiorenza e della sua verità, è la storia di Telemaco alla ricerca di un perché, è la storia di Igor e dei suoi silenzi, è la storia di Cristiano e della sua violenza. E' la storia di Zoe, la storia di Zosimo e della sua magia, è la storia di Enea e della sua Roma da costruire. E' la storia di Sonia con la sua indifferenza, è la storia di Romeo, che non ama Giulietta. E' la storia di Aleksej, che non è perfetto, la storia di Miki che non sa ancora vedere, è la storia di Gabriele, la storia di Lisandro, è la storia di Beatrice che deve ancora imparare a conoscersi.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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I ragazzi della 5 A
 
4. Tradimenti, Segreti e Amici insistenti.
 
Settembre
 
Al suono della campanella di fine giornata, i ragazzi della 5 A erano già tutti pronti per lasciare l’aula. Non appena l’apparecchio prese a trillare, si riversarono fuori come un fiume in piena, desiderosi che quel primo giorno di scuola finisse.
Fiorenza d’Angelo fece i salti mortali per raggiungere Telemaco Villa.
Il ragazzo stava scendendo lentamente le scale con Igor Testa, parlavano allegramente e ogni tanto ridevano anche, Fiorenza si sentì immediatamente a disagio nell’interrompere quella conversazione, ma doveva farlo assolutamente.
Afferrò la cartella al volo, saluto frettolosamente Zoe Bassi, la sua migliore amica, e corse come un razzo per raggiungere i due. Aveva il fiatone quando afferrò il braccio di Telemaco e probabilmente strinse troppo la presa, perché il ragazzo fece una smorfia.
Si fermarono tutti e tre in mezzo alle scale, mentre gli altri scendevano.
<< Possiamo parlare? >> Fiorenza era rossa in volto, imbarazzata, i capelli tagliati a caso le coprivano alcuni punti del viso disordinatamente, scombinati a causa della corsa.
Telemaco la stava già guardando con disapprovazione, come faceva spesso quando litigavano prima di fidanzarsi. Igor invece, se ne stava un po’ in disparte con lo sguardo fisso sulla copertina del suo libro dell’Eneide che stringeva tra le braccia.
<< Mi sembra davvero superfluo che tu me lo chieda, dato il modo brusco in cui mi hai fermato! >> Al commento di Telemaco Fiorenza arrossì ancora di più, mollò la presa dal braccio del ragazzo e si strinse gli arti al petto, come faceva sempre quando era indifesa.
<< Quello che hai visto quest’estate … hai frainteso! >>
Fiorenza d’Angelo cominciò appena a parlare, che Telemaco Villa la stroncò sul momento sollevando una mano.
<< Non ricominciare con questa storia. Ne abbiamo già parlato, abbiamo discusso, abbiamo messo un punto alla cosa e non voglio saperne più nulla. >>
Fiorenza gemette con frustrazione, quell’estate, da quel maledetto giorno, non avevano fatto altro che discutere. Avevano entrambi idee diverse dell’accaduto e nessuno voleva cedere, entrambi erano convinti di dire la verità, ma nessuno avrebbe potuto provarlo … forse.
<< Ma come puoi esserne sicuro? Non lo ricordo nemmeno io! >>
Telemaco si fece minaccioso, pronto a troncare per sempre quella conversazione.
<< Basta Fiorenza! Ti ripeto per l’ultima volta che ti ho vista uscire dal bagno di quella maledetta discoteca con Cristiano Serra! Cosa diavolo stavi facendo nel bagno delle donne con Cristiano Serra?! Gliel’hai data. Fine del discorso! >>
Fiorenza arrossì talmente tanto che le lentiggini scomparirono completamente, Igor tossicchiò in imbarazzo, mentre alcuni ragazzi che scendevano le scale si voltavano a fissare il terzetto fermo sulle scale. Telemaco aveva alzato la voce senza volerlo ed era un po’ imbarazzato anche lui, ma era troppo arrabbiato per farci caso.
<< Ero ubriaca Telemaco! Non mi ricordo niente. Cristiano ti ha mentito, non siamo stati insieme >> Telemaco scosse la testa facendo ballare tutti i ricci biondi, gli occhi grigi erano in tempesta.
<< Non ho bisogno della conferma di Cristiano per saperlo. Ti ho vista, questo mi basta. Per quanto mi riguarda non abbiamo nulla da dire, mi hai tradito. La tua prima volta doveva essere con me, se proprio ci tenevi tanto! Invece ti sei comportata proprio come una sgualdrina! >>
Fiorenza lo guardò incredula con gli occhi spalancati, lucidi ed arrossati, era molto agitata.
<< Non c’è stata nessuna prima volta qui! Io sono vergine! >> Sbottò indignata, coprendosi il petto come se fosse stata nuda davanti a lui, le scale si stavano ormai svuotando completamente e c’era un silenzio irreale. Si percepiva solo il respiro affannoso di Fiorenza, che si era appena resa conto di aver detto quelle cose davanti ad Igor Testa.
<< Eri >> La corresse Telemaco risoluto, Fiorenza fece per replicare, ma non potette mai farlo perché si sentì afferrare per la gola da un braccio possente, che la rinchiuse nella morsa di un abbraccio forzato.
Cristiano Serra la teneva strettissima e sorrideva beffardo nei confronti di Telemaco. 
Era un ragazzo alto, magro e atletico. I capelli ricci e corvini gli cadevano davanti agli occhi disordinati, la mascella squadrata era ricoperta da un sottile strano di barba ben curata, gli occhi avevano il taglio leggermente orientale, a forma di cerbiatto , ed erano di un marrone che andava sul bronzeo. Le labbra carnose erano attraversate da un sorriso ironico e cattivo, Fiorenza si sentiva soffocare sotto la stretta del suo braccio, ma non riusciva a liberarsi, ancora schiacciata dalle parole dure di Telemaco.
<< Ma che bel terzetto! Di cosa parlavate con la mia ragazza preferita? >> Pronunciando quelle parole, Cristiano non la smise nemmeno per un secondo di guardare Telemaco negli occhi per sfidarlo. Il biondo scosse la testa e abbassò gli occhi disgustato.
<< Andiamo via Igor, questa situazione è davvero ridicola >>
<< Aspetta … >> Il debole lamento di Fiorenza fu del tutto inutile, Telemaco e Igor avevano quasi già sceso tutta la rampa di scale e si stavano allontanando.
Fiorenza sperò che lui si girasse almeno una volta per guardarla negli occhi.
Non lo fece.
 
<< Ok, adesso me lo dici cosa ti prende?! >>
Quando Gabriele Rossi afferrò Aleksej Ivanov per un braccio, lo fece così violentemente che il ragazzo andò a sbattere contro la portiera della macchina del cugino. Si fece tremendamente male ad una spalla, la cartella gli cadde a terra e i capelli gli finirono sugli occhi. << Che cazzo fai?! >> Sbottò Aleksej furioso << Non vuoi accompagnarmi a casa? Vado a piedi, nessun problema >> Si scrollò malamente la mano del cugino di dosso, si aggiustò la cartella sulla spalla e guardandolo in cagnesco spostò i capelli dagli occhi.
<< Questo cosa c’entra Alješa? Ti ho chiesto un’altra cosa, non ti ho affatto detto che non volevo darti un passaggio, cosa assurda tra l’altro! >> Gabriele incrociò le braccia al petto e si appoggiò alla macchina, Aleksej lo guardò per un po’ in cagnesco, scrutando i suoi occhi insistenti, poi sbuffò e decise di andarsene. Gli aveva già dato le spalle quando Gabriele lo afferrò sbattendolo di nuovo contro la macchina, Aleksej era così scioccato che reagì con uno spintone.
<< Oh, ma che hai Gabriele!? >> Il castano lo inchiodò ancora alla macchina.
<< Alješa, ti giuro che non ti lascio andare se non mi dici cosa sta succedendo! >>
<< A cosa ti riferisci !? >> Sbottò Aleksej Ivanov cercando di liberarsi dalla stretta del cugino più grande, inutilmente.
<< Al fatto che Miki Giorgi ha cercato di parlare con te all’uscita dall’aula e tu l’hai ignorata completamente! Cosa sta succedendo? Credi che io sia stupido? >>
Aleksej rimase così sorpreso da quelle parole che smise di lottare e guardò il cugino con gli occhi azzurri spalancati e le lentiggini illuminate dal sole di Settembre.
Gabriele lo lasciò andare e Aleksej si accasciò per terra nascondendo la faccia tra le ginocchia, il cugino sospirò pesantemente e si lasciò cadere accanto a lui.
<< Siete sempre stati amici, l’ho solo trovato strano >>
<< Mi sono comportato malissimo con lei Gab, non so nemmeno come faccia a voler parlare ancora con me >> Aleksej Ivanov aveva ancora la faccia nascosta tra le ginocchia, in quella posizione che a Gabriele ricordava tanto un carcerato prossimo al patibolo.
<< E’ successo qualcosa la settimana che sei rimasto solo a casa quest’estate? >>
Aleksej tacque, e Gabriele non ebbe bisogno di altre parole per capire già qualcosa, abbandonò la testa sulla portiera della macchina e alzò gli occhi al cielo, cercando le parole esatte da dire. << Ci sei andato a letto, vero? >> Aleksej cacciò la testa fuori, aveva gli occhi azzurri ricolmi di rimorso e senso di colpa, il ciuffo ribelle gli cadeva un po’ disordinato sul viso.
<< Si >> Mormorò con la bocca ancora nascosta tra le braccia sulle ginocchia, Gabriele si morse il labbro inferiore.
<< Scusami  Alješa, ma non era la prima volta per te? >>
Qualcuno passò chiassosamente davanti la macchina, senza far caso ai due cugini seduti per terra accanto alla portiera. Gabriele e Aleksej tacquero per un istante, approfittandone tutti e due per decidere se fosse il caso o no di continuare quella conversazione, ma si erano sempre confidati a vicenda, fin da quando avevano rispettivamente tre e quattro anni.
<< No >> La risposta di Aleksej arrivò dopo così tanto tempo di silenzio, che Gabriele sobbalzò come se fosse stato punto da un’ape.
<< Ma tu mi hai sempre detto che … >>
<< Ti ho detto una palla >>  Sbottò Aleksej, Gabriele lo guardava con la bocca spalancata e un’ espressione ferita e disgustata, da quando Alješa aveva smesso di dirgli le cose?
Aleksej si sentì così tanto in colpa, che si affretto a continuare prima che Gabriele potesse replicare. << Me ne vergogno da morire, è per questo che non te l’ho detto. >>
<< Con chi? >> Aleksej non si girò a guardarlo negli occhi, si limitò a fissare l’altra macchina dov’era riflesso un se stesso un po’ distorto.
<< Sonia Castelli >>
<< Cielo Alješa! E’ la migliore amica di Miki, è davvero di cattivo gusto! E poi perché lei? Hai sempre detto che volevi fosse qualcosa di speciale. Hai fatto la mia stessa cazzata. Non ti ho insegnato nulla? >> Gabriele si era leggermente alterato, Aleksej sospirò afflitto e continuò a non guardarlo, rimase in silenzio per qualche secondo, poi fece per alzarsi e troncare per sempre quella conversazione. << Aspetta >> Gabriele lo costrinse a sedere di nuovo.
<< Raccontami cos’è successo >> Aleksej lanciò uno sguardo veloce all’orologio da polso, ma sapeva benissimo che Gabriele non l’avrebbe lasciato andare se non avesse vuotato il sacco.
<< Quest’estate … ti ricordi il giorno che siamo andati tutti insieme in discoteca? Ero un po’ ubriaco, quella sera. Ho confessato a Miki di provare qualcosa per lei. Le ho messo le mani addosso e ovviamente lei mi ha respinto, ero così arrabbiato e sbronzo che non ci ho pensato due volte quando Sonia mi si è strusciata addosso. Non mi ricordo quasi niente Gab, che schifo! >> Aleksej Ivanov tornò a nascondere la faccia nelle ginocchia, Gabriele storse un po’ la bocca quando il cugino non fu più in grado di guardarlo, sembrava quasi che Aleksej avesse percorso i suoi stessi passi. Tossicchiò leggermente e si schiarì la voce.
<< Beh, provi ancora qualcosa per Miki Alješa? >> Il biondo non rispose mai a quella domanda, rimase in silenzio per così tanto che quella volta Gabriele non insistette più.
<< Vuoi almeno dirmi cos’è successo con lei? Come siete finiti insieme? >> Aleksej gemette, ma nonostante questo prese a parlare.
<< Due giorni dopo è venuta da me, proprio la settimana che sono rimasto a casa da solo. Lei aveva saputo tutto da Sonia, abbiamo litigato come due ossessi, ti giuro che lei ha urlato così tanto che le pareti di casa non sono cadute per miracolo! Mi ha detto che sono uno stronzo, che non potevo dire di amare lei e poi scoparmi un’altra. Ha detto proprio così. E poi … Non lo so cosa mi è preso, aveva quella faccia, mi guardava in un modo che … >>
Volevo togliermi di dosso l’odore di Sonia
Aleksej questo non lo disse, ma Gabriele lo capì lo stesso.
Il russo smise di parlare e Gabriele non gli disse più niente, rimasero in silenzio per un po’, il tempo necessario perché il castano potesse fumarsi la sua sigaretta, poi Aleksej ruppe il silenzio.
<< Andiamo a casa adesso? Ho fame >> Gabriele annuì e si alzò in piedi, Aleksej lo imitò, ma prima che il cugino aggirasse la macchina per andare allo sportello del guidatore, Aleksej lo immobilizzò per il polso.
<< Gab, non una parola di questa storia, chiaro? Soprattutto con mio fratello Ivan, nemmeno con Pasha, o Andrea. Non deve arrivare a mio padre >>
<< Per chi mi hai preso Alješa! Ok, forse a Ivan avrei potuto dirlo, ma a Pasha e Andrea? I tuoi fratelli hanno l’uno tredici l’altro undici anni! Lasciali vivere nella purezza >>
Aleksej lanciò un’occhiataccia al cugino e salì in macchina, quel primo giorno di scuola era stato molto stancante per entrambi.




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Effe_95

Buongiorno a tutti.
Lo so, nello scorso capitolo avevo detto che avevo finito la presentazione dei ragazzi e invece mi sono dimenticata di Cristiano Serra, ma vi assicuro che è l'ultimo, questa volta sono sicura a cento per cento. Scusatemi ancora. 
Spero che questa immersione repentina nella storia non vi abbia scioccati troppo, come aveva già accennato nel capitolo precedente, non potrò essere troppo prolissa, essendo così tanti i personaggi, spero solo che questa decisione non mi abbia penalizzata.
Detto questo, abbiamo finalmente capito cos'è successo tra Telemaco e Fiorenza e Aleksej e Miki.
Fatemi sapere cosa ne pensate, alla possima.
  
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