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Autore: destiel87    11/04/2015    1 recensioni
"All'improvviso Dean sobbalzò e si alzò con un scatto, ancora immerso nel suo incubo si scontrò contro il petto di Cas, e si aggrappò disperatamente a lui, stringendo forte la sua schiena, boccheggiando ad occhi chiusi.
Castiel rimase immobile, sorpreso da quel gesto, ma dentro di sè si sentiva stranamente felice di quel contatto tra di loro, felice che Dean si aggrappasse a lui, sentì istintivamente il desiderio di proteggerlo, così lo strinse a sua volta, passandogli le braccia sotto la schiena."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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Dean e Sam erano appena rientrati da una caccia, questa volta si era trattato di un gruppo di vampiri, le cui numerose vittime erano state trovate nello scantinato della casa, dentro dei frigoriferi dove i vampiri conservavano le loro provviste.
C'era stata una dura battaglia per sconfiggere la famiglia di vampiri, ed era stato versato molto sangue, troppo sangue.
Dean si lavò via il sangue dalle mani nel bagno del motel dove erano alloggiati, e quando finì il lavandino bianco era diventato rosso. Dean rimase per un po' a guardare quel sangue scorrere e raggrumarsi, sangue di carnefici, sangue di innocenti.
Il colore non cambia, pensò rassegnato, vittima o colpevole il risultato è lo stesso.
Ripulì il lavandino e cercando di cacciare quel pensiero fastidioso dalla mente si mise a dormire.
Ma il sangue non lo lasciava andare, anche nei sogni tornava a tormentarlo, a ricordargli chi era e che cosa aveva fatto. Era sempre stato presente nella sua vita, fin da quando ne aveva memoria.
Gli incubi ormai erano diventati una presenza fissa nella sua vita, e aveva imparato a conviverci, a controllarli, anche se a volte prendevano il sopravvento, e lui si svegliava urlando nella notte.
Castiel arrivò nel cuore della notte nella stanza dove i ragazzi dormivano, voleva vedere Dean, sapeva che era troppo tardi per svegliarlo, ma voleva lo stesso vederlo, gli mancava. Erano settimane che non si vedevano, così si sedette accanto a lui sul suo letto e lo guardò dormire, come aveva fatto tante volte in passato.
Dean dormì tranquillo per un paio d'ore, sotto lo sguardo vigile di Castiel, finchè iniziò ad agitarsi, a respirare con fatica, a ripetere frasi sconnesse.
"No... No fermati... Ti ucciderò... Vattene via... Non farlo.." Furono le parole che Cas riuscì a riconoscere tra tutte quelle che Dean sussurrava nel sonno.
Capì subito che si trattava di un incubo, e preoccupato si abbassò su di lui, avrebbe voluto calmarlo, ma non sapeva come fare senza svegliarlo.
Dean continuava a rigirarsi nel letto, sempre più freneticamente, mentre ripeteva "No, no, no!" Il suo petto si alzava e scendeva rapidamente, la sua fronte era sudata, sembrava che stesse soffrendo.
Cas si abbassò ancora di più su di lui, studiando le espressioni del suo viso, cercando un modo per tranquillizzarlo.
All'improvviso Dean sobbalzò e si alzò con un scatto, ancora immerso nel suo incubo si scontrò contro il petto di Cas, e si aggrappò disperatamente a lui, stringendo forte la sua schiena, boccheggiando ad occhi chiusi. 
Castiel rimase immobile, sorpreso da quel gesto, ma dentro di sè si sentiva stranamente felice di quel contatto tra di loro, felice che Dean si aggrappasse a lui, sentì istintivamente il desiderio di proteggerlo, così lo strinse a sua volta, passandogli le braccia sotto la schiena.
"E' tutto ok Dean... Ci sono io... Sei al sicuro." Gli disse piano.
Dean aprì gli occhi e iniziò a rendersi conto di quello che stava succendendo, incerto se fosse ancora nel suo sogno.
"Cas? sei davvero tu?" Disse senza lasciarlo.
"Si... Sono qui con te, stai tranquillo, era solo un incubo... Va tutto bene, torna a dormire." Disse, accarezzandogli delicatamente la schiena.
Quelle parole e quei gesti tranquillizzarono Dean, si sentiva un po' come un bambino spaventato che si aggrappava alla sua mamma, ma quando realizzò che non era un sogno e che Cas era davvero sdraiato su di lui, due emozioni si scontrarono con violenza nella sua mente, la voglia di staccarsi da quello strano abbraccio e quella di restare avvolto tra le sue braccia, al sicuro.
L'ansia stava diminuendo, il respiro si stava rilassando, e si sentiva bene. 
Lasciò andare i pensieri confusi nella sua mente, chiuse gli occhi e fece un profondo respiro, poi si lasciò andare fino a toccare dinuovo il cuscino, e lentamente si addormentò sotto il petto caldo di Cas. 
Quando Dean si svegliò la mattina dopo, avverti subito qualcosa di diverso rispetto ai suoi soliti risvegli, una sensazione di calore percorreva tutto il suo corpo, così si guardò confusamente il corpo, cercando di capire cosa ci fosse di diverso. Poi lo vide, il braccio di Cas che gli cingeva la vita, come a volerlo proteggere. L'angelo riposava sereno abbracciato dietro di lui, stretto alla sua schiena.
Aveva appoggiato la testa sul suo collo, e Dean poteva sentirlo respirare su di lui.
Davanti a lui Sam dormiva tranquillo, ignaro di tutto quello che stava succedendo.
"Ti sei svegliato Dean?" Disse a bassa voce Cas, senza muoversi.
Dean avvertì una fitta allo stomaco nel sentire la voce dell'amico, e di nuovo il respiro si fece affannoso.
"S-sì..."
"Hai dormito bene?"
"'Sì..." Avrebbe voluto chiedergli cosa ci facesse abbracciato a lui, e perchè la notte prima era nel suo letto, ma l'ansia e la vergogna glielo impedivano.
Sentiva solo il desiderio di scappare, scappare da quella confusione, da quel piacere, scappare da qualcosa che non riusciva a capire.
Sam iniziò a girarsi nel letto sbadigliando e strofinandosi gli occhi, si stava svegliando.
Dean non avrebbe mai permesso che suo fratello lo vedesse in un momento del genere, instintivamente si liberò dalla presa di Cas e corse in bagno, sperando che in qualche modo Cas non fosse stato li quando fosse tornato nella stanza.
Quando rientrò però lui era ancora li, seduto sul suo letto, lo guardava e sorrideva. Per un attimo i loro occhi si incontrarono, poi Dean distolse lo sguardo, era troppo imbarazzato per guardarlo negli occhi.
Si sentiva come uno appena svegliato da una sbronza, che inizia a ricordare gli avvenimenti della notte prima, e tra panico e confusione si chiedeva come aveva potuto farlo, e cosa più importante che cosa avrebbe fatto adesso.
  
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