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Autore: Vicarious10    12/04/2015    1 recensioni
Durante il matrimonio dei suoi più cari amici, Sonic non avrebbe mai pensato che la minaccia più grande che avesse mai affrontato stava per incombere sulla sua vita. Lui e i suoi compagni di avventura si ritroveranno ad essere impotenti per la prima volta nella loro vita di fronte alla guerra più grande di tutte. L'unica speranza risiede nell'aiuto di un misterioso alleato, l'unico in grado di prevedere le mosse del nemico.
La battaglia per la sorte di Mobius sta per cominciare.
Uniti o divisi, niente sarà più come prima.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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6.
Dividersi
 
 
-Quindi.. è così che vogliono eliminarci..-
C’erano stati momenti nella vita di Sally Acorn che nessuno avrebbe potuto sopportare come lo aveva fatto lei. L’educazione impartitagli dai genitori, la mancanza di quei momenti di libertà che ogni adolescente cerca e, soprattutto, le volte in cui si era ritrovata sconfitta. Quelli erano stati i momenti più brutti per lei, situazioni in cui avrebbe voluto distruggere tutto ciò che la circondava per poi correre via verso un qualsiasi luogo lontano dagli occhi di tutti. Questo, però, era il passato. Era solo una parte la “vecchia” lei. Ora era diventata una ragazza matura e con la testa sulle spalle. Per questo, mentre avvisava personalmente in videoconferenza il Re della situazione attuale, non dava alcun segno che scaturisse in lei un forte senso di vergogna.
-Si. Cable dice che abbiamo venti ore di tempo prima che quei mostri si rifacciano vivi- continuò la principessa.
-Tu e Antoine state bene?-
Suo padre sembrava non aver ascoltato quell’ultimo dettaglio. Da quel modernissimo schermo nella stanza assegnata per la tragica occasione ad Harvey Who, la ragazza osservò Re Maximilian mentre si massaggiava la fronte con fare stanco.
-Si, papà.. ma se non ci muoviamo subito..-
-Sally, voglio che tu e tuo marito ritorniate immediatamente a palazzo-
Quando lo sentì impartire quell’ordine, Sally capì che la maschera del monarca aveva ceduto il posto a quella del genitore.
-Non puoi chiedermi una cosa simile. Antoine sta già preparando un piano con gli altri e..-
-Non mi interessa. Ti ho permesso di giocare a fare l’eroe mettendo a rischio la tua vita per troppo tempo, ora è finita. Tornate a casa, è un ordine-
La ragazza cominciò a provare un forte senso di disapprovazione mentre sentiva il tono irremovibile con cui il padre le ordinava di ritirarsi.
-Non ho mai evitato uno scontro anche quando tu me lo impedivi. Perché dovrei darti ascolto proprio ora?-
-Perché siete i futuri regnanti, Sally. Se vi accadesse qualcosa, qualsiasi cosa, la sorte del nostro popolo cadrebbe in disgrazia-
-Cadrà in disgrazia se non saremo tutti uniti per sconfiggere la minaccia!- protestò Sally cominciando ad alzare il tono della voce.
Suo padre rimase impassibile alle sue parole, lasciando alla figlia il pensiero che non fosse soltanto lei ad essere cambiata nel corso degli anni.
-Ho dato il via libera ad Harvey Who per qualsiasi decisione. Inoltre, sono sicuro che Sonic riuscirà a guidare il gruppo anche senza di voi-
La ragazza sospirò, distogliendo per un attimo lo sguardo dallo schermo. Era ancora sconvolta per tutto quello che era successo in un solo giorno e del fatto che non fosse presente quando i nemici avevano condannato Angel Island alla distruzione, ma l’idea che potesse perdere il controllo e sbraitare furiosa contro il proprio padre non osò passarle per la testa.
-Mi dispiace, ma io e Antoine rimarremo qui- annunciò dopo qualche secondo di riflessione.
-Cosa ti fa credere che non ti faccia venire a prendere con la forza dai miei soldati?- disse Re Maximilain con tono minaccioso.
-Non posso abbandonare i miei amici, papà. Siamo una squadra: vinciamo insieme e cadiamo insieme. Non posso scappare da tutto questo e tu dovresti saperlo più di chiunque altro-
Le abilità oratorie della principessa erano migliorate col tempo, dandole la forza di convincere persino il più duro degli avversari.
Sembrò rifletterci un’eternità prima ricevere una risposta, pensò.
-Voglio che tu sappia che questa sarà la vostra ultima missione come membri dei Freedom Fighters. Quando sarà tutto finito, tornerai qui e abbraccerai il tuo destino di monarca. Niente più cattivi, armi e macchine. La squadra continuerà a operare senza di voi-
Non gli diede nemmeno il tempo di rispondere che il sovrano più potente di Mobius chiuse la videochiamata. Sally provò un lieve senso di tristezza nel vedere suo padre così affranto e preoccupato, ma almeno aveva ottenuto ciò che voleva. Non importava se quella sarebbe stata l’ultima missione della sua vita, la cosa che contava di più era combattere in prima fila al fianco dei suoi compagni. Chiuse il collegamento e si avviò silenziosamente verso l’uscita. Percepì una sola lacrima scendergli sul volto mentre concentrava tutti i suoi pensieri su come vincere il prossimo scontro.
 
Cose così orribili non dovrebbero mai accadere secondo Amy Rose.
La guerra era ingiusta a priori, non c’era alcuna giustificazione che potesse renderla un atto nobile. Tutto ciò che portava era violenza e morte, due cose ingiuste che non giustificavano il fine. Quando percorse i corridoi dell’ospedale dovette tenere gli occhi fisse di fronte a lei per non soffermarsi sui feriti e sulle loro urla di dolore. Erano tutti echidna, ovviamente. Pochi erano i pazienti di altre razze, ma ciò non rendeva il tutto meno sconfortante d quanto non lo fosse già. Angel Island è caduta è una frase così brutta da essere impossibile da pronunciare per lei. Cercava di essere forte e di rimanere calma, ma come poteva essere indifferente di fronte a tutta quella disperazione? Poche ore prima, quando i suoi amici erano così impegnati nel dare soccorso alle vittime da non accorgersi della sua mancanza, Amy si rinchiuse nel bagno al secondo piano dell’edificio. Pianse così tanto da sentirsi prosciugata di tutte le sue forze, rannicchiandosi in un angolo dopo aver chiuso la porta a chiave. In quei momenti pensava di non essere così forte come sperava di essere, che si sentiva inutile in situazioni del genere. Soprattutto, si sentì impaurita quando ripensò agli artefici di quel disastro. Un gruppo di mostri senza alcuno scrupolo o sentimento, creati in laboratorio da un mostro ancora più cattivo. Le venne in mente il volto del più grosso di loro, Xanto, mentre lo colpiva senza sosta con il suo martello. Più andava avanti nel combattimento e più lui rideva, mostrando un sorriso così agghiacciante da metterle i brividi. Per non parlare di lei, Kadma, la echidna nera dotata di chissà quale assurdo potere. Aveva lasciato i suoi amici a discutere sul da farsi per avvertire gli unici due Freedom Fighters rimasti in disparte. Trovatasi di fronte la porta di una qualunque stanza d’ospedale, Amy fece un respiro profondo per placare le sue paure e per permetterle di essere chiara con le parole.
Julie-Su era seduta di fronte al letto dove Knuckels giaceva privo di sensi. Le dava le spalle, ma la ragazza riccio poteva tranquillamente immaginarsi lo stato in cui era ridotta. Non riusciva a sostenere la vista del ragazzo più forte che conosceva ridotto in quello stato. Il braccio sinistro era ingessato, mentre varie fasciature avvolgevano il petto e la testa. Dal braccio destro partiva un tubo collegato ad una flebo, mentre naso e bocca erano coperti da una maschera che lo aiutava a respirare.
-Kadma.. quindi è così che si chiama-
Mentre sentiva la sua migliore amica ripetere quel nome con tono perso e quasi impassibile, Amy immaginò quante lacrime avesse pianto chiusa lì dentro.
-Sonic è con gli altri nella hall dell’ospedale. Si stavano organizzando con Cable quando li ho lasciati per venire qui- concluse Amy.
Era stata attenta nel raccontare a Julie-Su la verità su cosa era successo quella mattina e sul perché di tanta disperazione.
-Datemi cinque minuti e scendo- disse l’echidna rosa.
La parte più difficile era arrivata per la ragazza riccio.
-Julie.. non sono venuta qui solo per avvisarti di tutto. Io e gli altri siamo d’accordo nel dire che.. ora come ora.. non dovresti venire con noi..-
Ci fu qualche secondo di silenzio prima che la voce di Julie-Su tornò a farsi sentire.
-Cosa?-
-Stai soffrendo più di tutti noi messi insieme. Pensiamo che dovresti rimanere qui a prenderti cura di Knuckels fino a quando non si riprenderà..-
Amy venne interrottà dal rumore del legno della sedia che strisciò violentemente contro il pavimento. La ragazza echidna era in piedi e, in un lampo, si avvicinò all’amica con gli occhi colmi d’odio.
-Come potete chiedermi questo!? Dopo tutto quello che è successo, pensate davvero di potermi scaricare qui e di andare a giocare a fare gli intrepidi eroi!? La mia gente sta soffrendo, parte della mia città è stata distrutta e il nostro orgoglio è stato calpestato da quattro idioti del futuro e tu mi chiedi di non fare niente!?-
-Julie.. sai che è meglio così. Per evitare di perdere abbiamo bisogno di rimanere a sangue freddo e tu ora non sei nella condizione di..-
-Me ne frego della mia condizione!-
Julie-Su urlava così forte da urtare l’udito di quella che, fino a poco fa, considerava la sua migliore amica.
-Ti prego, Julie, cerca di capire-
-Io non voglio capire niente, Amy! L’unica cosa che voglio ora è scagliarmi contro i mostri che hanno rovinato la vita al mio popolo e farli pentire di essere nati! Voglio mettergli le mani addosso e togliergli dalla faccia quel loro sorriso diabolico! Tu non puoi impedirmelo, nessuno può!-
Con occhi sgranati, Amy osservò l’echidna posseduta dal demone della rabbia e della vendetta. Niente di quello che avrebbe potuto dirgli poteva persuaderla dall’intraprendere la loro prossima missione. Abbassò lo sguardo mentre il respiro irregolare di Julie-Su tornava alla normalità.
-Ti aspettiamo giù, fai presto-
La riccia lasciò la stanza a testa bassa, mentre quella che per lei era come una sorella tornava in preda ad un pianto di rabbia.
 
-Qual è il piano, quindi?-
-Per ricaricarsi dei suoi poteri, Kadma ha bisogno di ore prima di poter tornare all’attacco. Teletrasportare lei e i suoi alleati insieme al Master Emerald gli è costato tutta la sua energia. Abbiamo poco più di venti ore, il ché è un tempo sufficiente per permetterci di preparare una controffensiva-
Riuniti nella hall, Sonic, Rob, Bunnie, Tails, Antoine e Cream continuavano a riflettere con i membri del G.U.N., il comandante Harvey Who e Cable sulla loro prossima mossa.
-Quindi, la macchina che cercano è stata creata da Eggman?- chiese Rouge.
-Esatto. Secondo le informazioni del mio tempo, si intrufoleranno nella prigione di Metropolis e lo costringeranno a dirgli dove si trova, Inutile dire che lo uccideranno..- rispose Cable.
-Questo spiega anche il perché Eggman ha sempre cercato di impadronirsi dello smeraldo gigante- aggiunse Tails.
-C’è solo un problema- aggiunse Shadow.
Si voltarono tutti verso di lui, trovandolo a braccia conserte e a testa bassa.
-Come faremo a convincerlo ad aiutarci? Ci odia più di qualsiasi altra cosa al mondo, oltre ad aver rovinato i suoi piani una miriade di volte. Penso che, conoscendolo, voglia vederci morire più dei nostri nuovi nemici- concluse rimanendo in disparte.
Sonic non poté dargli tutti i torti. Nonostante il suo inguaribile pessimismo, Shadow era l’unico che riusciva a quadrare la situazione in maniera obiettiva. Eggman viveva solo per odiarli, niente poteva convincerlo a passare dalla loro parte.
-Ci parlerò io- annunciò il riccio blu.
-Sonic, sei sicuro?- chiese Cream.
-Lo lusingherò al punto tale che non farà altro che aiutarci senza nemmeno accorgersene. Gli proporremo la libertà e, non appena tutto questo sarà finito, lo sbatteremo di nuovo in galera-
-Pensi che ci cascherà?- chiese Rob.
-Abbiamo alternative?-
Sally era appena entrata nell’ospedale, trovandosi nel momento in cui Sonic si era offerto volontario per portare il loro acerrimo nemico dalla loro parte. Antoine le andò in contro, prendendola per le mani non appena vide nel suo sguardo una sorta di rammarico.
-Cosa ha detto tuo padre?- chiese il ragazzo.
La principessa rifletté su ciò che suo padre, Re Maximilian, le aveva appena detto.
-Questa è la nostra ultima missione. Quando tutto sarà finito, torneremo a palazzo e non saremo più dei Freedom Fighters- annunciò Sally.
Inevitabilmente, quella notizia sconvolse il gruppo. Persino i membri del G.U.N. non riuscirono a rimanere impassibili.
-Era ora che tuo padre mettesse le cose in chiaro, signorina. Lo dico per te- disse Harvey Who.
L’occhiataccia dei futuri regnanti arrivò quasi subito, ma non poterono ammettere che l’anziano gufo aveva ragione per certi aspetti. In quel momento di silenzio, Amy Rose scese per le scale raggiungendo la hall.
-Come sta Julie?- chiese immediatamente Bunnie preoccupata.
La ragazza riccio distolse lo sguardo per un attimo, cercando le parole migliori per raccontare com’era andata poco prima.
-Mi dispiace, ma non vuole tirarsi indietro. Verrà con noi-
Nessuno protestò a quella notizia, ma un senso di impotenza attraversò le menti del gruppo. Da quel giorno in poi sarebbe stata dura per la razza echidna riprendersi da quell’inferno e sia Knuckels che Julie-Su ne avrebbero pagato le conseguenze. Avrebbero provato una rabbia tale da mettere in dubbio i loro veri sentimenti verso gli altri e tornare alla normalità sarebbe stato quasi impossibile.
-Perdonate l’intrusione, ma non possiamo stare più qui a parlare. Prima ci muoviamo e meglio è-
Fu Cable a riprendere in mano la situazione. C’era un gruppo di mostri nascosto chissà dove pronti a tornare a uccidere non appena avessero avuto l’occasione. Non era più tempo per abbattersi o per pensare alle conseguenze del loro fallimento. Dovevano cominciare ad agire o, come il gatto aveva detto, l’inferno si sarebbe abbattuto su di loro, trasformando tutto ciò che amano in cenere.
-D’accordo- cominciò Sonic -Ci divideremo in due gruppi. Cable, tu verrai con me insieme a Shadow, Rouge, Antoine e Sally alla prigione di Metropolis per convincere Eggman ad aiutarci. La tua testimonianza diretta sul futuro ci sarà d’aiuto. Gli altri torneranno con il Tornado alla nostra base a prendere tutto quello che gli serve, qualsiasi cosa. Armi, oggetti.. tutto quello che potrebbe esserci d’aiuto. Non appena sapremo le coordinate esatte del nascondiglio dove “Testa d’uovo” tiene la sua macchina, vi contatteremo e ci raggiungerete. Siamo d’accordo?-
Era incredibile come il riccio blu riusciva a dimostrare quella sua innata capacità da leader. Era solo l’inizio del piano, ma fu l’unico ad essere rimasto abbastanza lucido da poterlo formulare oltre al capo del G.U.N.
Questo rimase piacevolmente sorpreso dal modo in cui era cambiato nel corso degli anni.
-Però.. la testa calda alla fine ha messo un po’ di sale in zucca- commentò Harvey Who sorridendo.
Solo Sally era rimasta contrariata riguardo un solo dettaglio delle parole dell’amico.
-Ragazzi.. vorrei tornare alla base insieme a voi- disse rivolgendosi a Tails, Cream, Amy, Rob e Bunnie.
Trovatasi l’attenzione di tutti, la principessa giustificò la sua decisione.
-Julie ha bisogno di calmarsi ed è meglio se sia con voi quando cercherete di farlo. Il trovarsi insieme a tutte le sue amiche potrebbe aiutarla-
-Hai ragione..- disse Bunnie con rammarico.
La ragazza trovò l’appoggio dei suoi amici, ma non riuscì a capire cosa pensava invece suo marito.
-Mi dispiace..- cominciò temendo di averlo deluso.
-Non hai niente di cui dispiacerti, Sally. Vai con loro, Julie ha bisogno di tutte voi per tornare in sé- rispose Antoine cercando di sorridere.
-Muoviamoci allora. Verrete scortati a Metropolis con il mio aereo privato- disse Harvey Who.
Il gufo diede un’ultima sistemata alla sua cravatta prima di richiamare l’attenzione di due soldati per far eseguire i suoi ordini.
-Lei invece cosa farà, Comandante?- chiese Rouge.
-Rimarrò qui per continuare a coordinare i soccorsi. C’è ancora tanto lavoro da fare qui, ma me ne occuperò io. Cercate di non preoccuparvi e di fare il vostro lavoro- rispose il gufo tornando a rivolgersi ai suoi due agenti speciali.
Shadow si limitò ad un lieve cenno con la testa, mentre la ragazza pipistrello non riuscì a fare nulla se non un saluto con la mano.
-Dunque, ci chiamerai tu?- chiese Rob avvicinandosi a Sonic.
-Si. Non preoccupatevi di nulla- rispose il riccio blu.
-Non posso credere che dovremo chiedere aiuto a Eggman- disse Tails pensieroso.
-Incrociamo le dita..- aggiunse Cream.
Sonic vide i due agenti G.U.N. cominciare a incamminarsi insieme a due soldati semplici. Incrociò lo sguardo di Cable e di Antoine,entrambi rimasti al suo fianco in attesa. Sentiva di riporre nel suo nuovo alleato una grande fiducia, poiché le sue informazioni erano l’unica cosa che potesse rimetterli in carreggiata verso la vittoria.
-Ci vediamo-
Avrebbe voluto dire qualcosa di più prima di congedarsi, invece di pronunciare quella stupida frase già uscita dalla sua bocca un milione di volte. Vide Rob sorridere lievemente insieme a Tails, mentre Cream, Amy, Sally e Bunnie erano assorte nei loro pensieri relativi alla loro amica echidna. Per un attimo, Sonic avrebbe voluto soffermarsi di più sul volto della ragazza riccio. Non avevano più avuto tempo di continuare il discorso cominciato durante il matrimonio, purtroppo. Avrebbe voluto sapere di più oltre che a continuare a confidarsi. Nel frattempo, Antoine diede un ultimo saluto a Sally con un bacio, intenso seppur troppo breve. I tre mobiani raggiunsero i membri del G.U.N. fuori dall’edificio, accorgendosi solo in quel momento che la giornata era già arrivata alla sera. L’alba sarebbe stata dura da vedere, ma avrebbero lottato con tutte le loro forze per far sorgere di nuovo il sole sulle loro vite.
 
Nascondersi dentro una caverna era stata un’idea geniale. Con il buio a loro vantaggio, l’entrata di quella grotta sperduta tra le montagne era invisibile agli occhi di tutti. Chissà quanti soldati incompetenti gli stavano dando la caccia. Stupidi idioti che Scar avrebbe voluto massacrare con i suoi stessi artigli. Avvolto nelle sue pesanti vesti nere, il mobiano la cui razza era ancora sconosciuta a tutti stava seduto sull’uscio della grotta con lo sguardo rivolto verso l’orizzonte. Echidnapolis era lontana, ma poteva ancora vedere le fiamme e il fumo che avvolgevano la parte distrutta su cui era caduta l’immensa Angel Island. Che spettacolo meraviglioso, pensò.
-Vedere la morte a distanza non è così male, dopotutto-
Con lui, seduto dal lato opposto dell’entrata, vi era la mastodontica lince che era riuscita a mettere al tappeto Knuckels the Echidna. Si crogiolava di quella sua vittoria mentre, con fare annoiato, picchiettava il suolo roccioso con le dita.
-Abbiamo atteso a lungo ma alla fine gliel’abbiamo fatta pagare- concluse Xanto concedendosi una risata.
Si era curato da solo le numerose ferite inflittegli dai Freedom Fighters. Con qualche benda rubata tempo prima e un pezzo di legno ben affilato per estrarre i proiettili rimasti nel suo corpo. Non provava alcun dolore e le ferite sarebbero scomparse non appena avrebbero messo definitivamente la parola fine alla vita su Mobius.
-Non abbiamo ancora vinto. C’è ancora altro da fare- protestò Scar.
-Sempre il solito.. quando imparerai a rilassarti un po’?-
-Quando li vedrò tutti morti-
Come poteva essere definito il loro rapporto? Si odiavano a vicenda, per certi aspetti. Erano entrambi due individui dalle rotelle totalmente fuori posto, ma si trovavano d’accordo su due cose. La prima era che l’unica cosa che gli dava piacere era combattere e uccidere senza sosta chiunque gli si trovasse d’avanti. La seconda, la più importante, era la vendetta. Volevano distruggere Mobius e tutti gli ideali di giustizia e libertà che i mobiani avevano in mente. Erano due mostri, due reietti che sentivano di meritarsi la loro giustizia. In passato, ovvero nel futuro da cui provengono, Scar e Xanto si erano conosciuti in gabbia, nei laboratori di Eggman Nega. Entrambi si ricordavano solo di essere stati condannati a morte dal governo a causa dei loro numerosi ed efferati crimini. Si erano risvegliati in un’altra prigione con un carceriere più malvagio e senza alcuno scrupolo. Giorno dopo giorno, gli esperimenti a cui venivano sottoposti gli tolsero tutte le forze lasciandogli solo un dolore impossibile da sopportare. Gli iniettavano una sostanza scura sul finire di ogni trattamento prima di rimetterli dietro le sbarre. Scar fu il primo dei due a subire e ad accorgersi del cambiamento. La sua pelliccia cominciò a scolorirsi e, con il passare dei mesi, assunse un tono scuro prima di passare definitivamente al nero. Prese coscienza della sua supervelocità quando, durante uno degli esperimenti, riuscì a liberarsi e a scappare fuori dai laboratori. Corse così veloce da non accorgersi di essere quasi arrivato ad una probabile uscita, ma venne fermato, sedato e riportato alla sua orrenda prigionia. Poco dopo il manifestarsi dei suoi poteri vide qualcosa cambiare anche nel suo compagno di cella. All’inizio era solo una lince uguale a qualsiasi altra prima che, come per Scar, la sua pelliccia cominciò a scolorirsi. Nei giorni successivi, il suo fisico cominciò a mutare radicalmente finché, durante una notte, non divenne così forte e possente da abbattere le pareti circostanti. Venne fermato anche lui in tempo, per poi essere trasferito in una cella più adatta a contenere la sua furia. Così, Scar si ritrovò rannichiato da solo nel buio della sua prigione, manifestando i primi segni di una totale mancanza di autocontrollo. Non lo sottoposero più a nessun trattamento per giorni, forse mesi, finché non vide Eggman Nega in persona comparire da fuori la sua cella. Quando capì cosa volle fargli, Scar pensò che il malefico dottore dovesse aver letto il dossier che la polizia aveva sui suoi crimini. Ricoprì le sue braccia d’acciaio e aggiunse gli artigli alle sue dita, finendo il lavoro e trasformandolo in una macchina perfetta per uccidere. Poi, in un giorno diverso dal solito, vide qualcun’altro comparire nei laboratori, qualcuno che non aveva mai visto prima. Era un riccio bianco, accompagnato da numerosi soldati che mettevano a soqquadro l’intero edificio. Il nuovo arrivato fissava Scar impietosito mentre le urla di Xanto echeggiavano da lontano. È così che ebbe inizio, poiché venne rinchiuso in un’altra cella ancora più controllata e più solida della precedente. Questa volta, però, oltre ad essere di nuovo in compagnia di Xanto, vi erano altri due carcerati.
-Dov’è Kadma?- chiese all’improvviso.
Totalmente disinteressato alle sue parole, la lince fece un semplice gesto indicando il dentro della grotta.
-È con quel demente del fratello. Fossi in te, non la disturberei-
-Dovrebbe concentrarsi per ricaricare i suoi poteri, perché perde tempo?- disse Scar irritato.
Xanto rise di nuovo quando sentì le sue parole.
-Lo dovresti sapere ormai. Lei fa quello che le pare, per questo siamo qui-
 
Cominciò a riprendere coscienza quando dei sussurri arrivarono alle sue orecchie. Sentiva la testa così pesante da non riuscire a muoverla di un millimetro. Qualcosa poi cominciò ad accarezzargli la fronte mentre, lentamente, cercava di aprire gli occhi. Non vide nessuna luce intorno a sé all’inizio, si concentrava più che altro su dove potesse trovarsi al momento. Tastò con la punta delle dita il pavimento, sentendo delle piccole fosse e qualche solco leggermente appuntito.
-Sei al sicuro ora..-
La calda voce di lei arrivò alle sue orecchie come una melodia. Era steso a terra, con la testa poggiata sulle sue gambe. Avrebbe voluto chiedergli come fossero arrivati lì se ne avesse avuto la possibilità.
-Mi dispiace che ti abbiano fatto del male. Non credevo che sarebbero arrivati in tempo, sennò non ti avrei mai esposto a questo rischio. La prossima volta gliela farai pagare- sussurrò Kadma.
Deathstar sembrò avere un crollo nervoso in quel momento. Spinse via sua sorella, lasciandola contrariata alla sua reazione. Cercò di tirarsi in piedi, sentendo però un acuto dolore che lo rimise in ginocchio.
-Fermo!- esclamò l’inquietante ragazza.
Il riccio fece leva sulle braccia per non cascare di nuovo a terra. Solo in quel momento si accorse di una fonte luminosa lontana da lui, sul fondo della grotta. Era lì, il famoso Master Emerald, il primo trofeo della loro opera di distruzione. Riusciva quasi a sentire un strana energia sprigionarsi intorno all’oggetto.
-Sei ancora troppo debole per rimetterti in piedi. Devi riposarti-
Sua sorella si era di nuovo avvicinata a lui. Chinatasi, Kadma prese il suo volto per il mento, sfiorando leggermente il blocco metallico che impediva al suo unico parente di parlare.
-Tra poco sarà finita. È solo una questione di giorni, non devi preoccuparti. Presto, lui sarà qui e ci renderà immortali come è narrato nella leggenda. Non sentiremo più nessun dolore, niente che ci riporterà ai nostri giorni più bui. Avremo il potere necessario per distruggere tutto e tutti e, finalmente, avremo la nostra vendetta-
Quel discorso, pronunciato ad occhi lucidi dall’echidna, provocò un forte senso di disgusto nel cuore di Deathstar. La sua mente era sempre stata troppo confusa per poter capire cosa volesse davvero. L’unica cosa di cui era davvero certo era che amava sua sorella più di qualunque altra cosa. Lei si era sempre presa cura di lui fin dall’inizio, per questo avrebbe fatto tutto quello che gli avrebbe ordinato. Ripresosi, soppresse dentro di sé la vergogna che cominciava ad attanagliarlo, lasciandosi abbracciare affettuosamente da Kadma.
-Ti voglio bene anch’io, fratello- sussurrò dolcemente l’echidna nera.
Il rumore di passi distolse l’attenzione della ragazza dal fratello. Scar li guardava indifferenti mentre continuavano ad abbracciarsi, sentendo solo la rabbia farsi strada nella sua testa.
-Smettila di sprecare il tuo tempo. Devi ristabilire i tuoi poteri, te ne sei dimenticata?-
Nonostante quello che poteva sembrare un ordine, Kadma rimase abbracciata a Deathstar, rivolgendo all’altro un semplice sguardo impassibile.
-Che fretta c’è? Non devi preoccuparti per questo, so quello che faccio-
-Non è solo questo- disse Scar -Quel gatto che si sono portati dietro, quello che mi ha attaccato a Angel Island, sa tutto di noi. Se riuscisse a metterci i bastoni fra le ruote?-
-Non accadrà. Loro non hanno alcuna possibilità di vincere, così come non hanno nessuna di sopravvivere-
A Kadma sembrava non importare nulla di quello che il suo alleato gli disse, suscitando in quest’ultimo un forte senso di disapprovazione. Nonostante sapesse da tempo come era fatta, a Scar continuava non andargli giù questo suo comportamento menefreghista e troppo sicuro.
-E per quanto riguarda il contenitore? Hai già cominciato?-
Chiedere informazioni su quel dettaglio gli sembrò un grosso azzardo. L’echidna questa volta sembrò dargli tutto il suo interesse nel rispondergli.
-Manca poco prima che si accorga del suo destino. Sarà lui a distruggerli definitivamente-
 

 
  
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