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Autore: small    14/04/2015    0 recensioni
I metalli simbolici della trasmutazione alchemica sono sette. Non so bene cosa facciano o a cosa servano, ma l'idea mi piaceva. Quindi, un metallo per ogni fratello (e sorella) Weasley. Uno per ogni capitolo.
Dalla storia:
"Una volta, quando era più piccolo, voleva essere come Bill, o forse anche migliore di lui."
A Sara e a Francesca.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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PERCY – PIOMBO
 
"E questo ti fia sempre piombo a' piedi,
per farti mover lento com' uom lasso
 ed al sì ed al no che tu non vedi"
(Dante Alighieri)
 




Percy non hai mai ponderato. Non davvero.
Eppure sembrava che lo facesse, lui così calmo, lui così riflessivo, lui così posato. Chiunque lo guardasse, chiunque gli parlasse, aveva sempre – sempre – l’impressione di avere davanti un ragazzo brillante, intelligente, capace di soppesare la vita come gli ingredienti di una pozione difficile – come un distillato della morte vivente.
Percy sente ora – proprio ora – tutte quelle voci, tutti quegli sguardi. Se li sente attaccati addosso, una seconda pelle tutto intorno. Lui non ha mai ponderato.
Non era quel tipo di persona, non davvero.
Non aveva pensato che ci fosse dell’altro - molto altro – quando sua sorella tentava di parlare con Ron, ogni mattina nella Sala Grande. Temeva solo che lei raccontasse di lui e Penelope, prima che fosse pronto – pronto per cosa poi? – che fosse il momento giusto. Non immaginava che potesse esserci dell’altro, che la Camera dei Segreti era la chiave, che Ginny era la chiave. Percy sente il terrore di perderla – ancora – dopo anni, attaccato lì, accanto agli altri sguardi.
Si disse – si promise – che avrebbe riflettuto di più, che tutte le decisioni le avrebbe prese cautamente.
Non lo aveva fatto, non quando il signor Crouch era sparito e lui poteva – finalmente – mostrare quanto valesse. Doveva informare qualcuno, lo sapeva, doveva avvertire il Ministero che il suo capo aveva la testa partita chissà dove, lo sapeva. Non importa, non lo ha fatto. Può vedere gli sguardi di biasimo, gli perforano le pupille. I suoi sogni e la brama di riconoscimenti erano più forti. Percy non lo ha mai davvero capito. Non lo ha ponderato.
Credeva – lo avrebbe giurato – di essere spacciato, licenziato.
Non lo era, invece. Non si era fermato a riflettere su cosa suo padre avesse davvero cercato di insegnargli, sacrificio dopo sacrificio, umiliazione dopo umiliazione. Lui non era suo padre, lui era diverso. Avrebbe avuto quello che voleva – o credeva di volere? -, lo sapeva da sempre. Lo sguardo fermo di suo padre, le lacrime di sua madre, le voci spezzate sono insieme a tutte le altre, nella sua corazza.
Percy non aveva ponderato neanche quel giorno, quello in cui aveva fatto le valigie e se n’era andato. Sentiva che era giusto, giusto come temere che Ginny raccontasse di lui e Penny, giusto come dimostrare al signor Crouch – a tutti – quanto fosse capace, giusto come quella promozione. In fondo, non aveva agito per il meglio, lui?
Percy non aveva ponderato, non ponderava mai. Eppure, da solo, nella sua stanza, con il buio silenzioso, a volte ha paura di aver sbagliato, ha paura di essersi dimenticato di valutare tutto, di ponderare qualcosa – l’amore dei suoi genitori? la fiducia dei suoi fratelli?.
Non importa, si ripete Percy, sono solo rare volte.
Ma le voci – e gli sguardi – sono ancora tutti lì.
































small's corner
in questo momento mi sento straordinariamente fiera di me per aver mantenuto la promessa di aggiornare presto xD Volevo scrivere di Percy "redento", invece ho scritto di Percy al buio, poco dopo aver abbandonato la sua famiglia etc. Non so da dove nasca, ma Dante ha fatto da apristrada alla mia fantasia. Spero che vi piaccia!
Un bacio
small...
...e tutto questo è scritto in verde, perchè il verde è il mio colore.

 
   
 
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