Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Astrea9993    14/04/2015    3 recensioni
Non c'era altra spiegazione: ero finita all'interno della mia stessa fanfiction ed ora non sapevo come uscirne e, a dirla tutta, non sapevo neppure se volessi farlo!
C'era solo un piccolo problema: prima di essere trasportata all'interno del mondo di Harry Potter non avevo avuto il tempo di concludere la mia storia ed ora questa era fuori controllo ed io non sapevo più cosa mi riservasse il futuro...
Ero appena giunta ad Hogwarts, non era ancora trascorso il primo giorno ed io ero già quasi riuscita a rompermi l'osso del collo e a portare James Potter all'altro mondo assieme a me...
Se questi erano i presupposti qualcosa mi diceva che d'ora in poi le mie giornate sarebbero state piuttosto movimentate...
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 17
 
Requiem per una amica
 
 
15 Febbraio, dormitorio di Serpeverde
 
Ansimai incapace di respirare.
Cercai di calmarmi mentre la stanza sembrava ruotare attorno a me.
Non volevo vedere ciò che mi circondava, non potevo sopportare anche questo.
Era troppo, tutto questo era troppo per me.
Non volevo, non potevo osservare il corpo di Cordelia che giaceva abbandonato sul mio letto.
Cercai di ripetermi che lei era viva, che lei non era morta, che c'era ancora speranza ma in fondo non riuscivo a crederci neppure io.
Mentre avanzavo verso il corpo pietrificato di quella che era una delle mie più care amiche non potevo fare a meno di pensare che tutto questo fosse tremendamente ingiusto, non potevo fare a meno di chiedermi perché.
Perché?
Quella domanda continuava a martellarmi incessantemente nella tesa dolorante.
Avrei voluto urlare, distruggere tutto quello che mi circondava, piangere.
Ma la voce sembrava essermi morta in gola e il mio corpo non sembrava essere in grado di rispondere alla mia mente.
Mi sentivo inerme ed impotente come accadeva nei miei incubi, ero inerme come Cordelia che giaceva accanto a me, intrappolata all'interno del suo stesso corpo.
Meccanicamente osservai la scritta che spiccava sulla parete alla mia destra:
 
"Tutti i traditori del loro sangue pagheranno."
 
Noi dovevamo pagare.
Io, Cordelia e persino Amelia, tutte noi dovevamo pagare perché eravamo andate avanti, perché la caduta di Voldemort non aveva comportato alla completa distruzione delle nostre famiglie, perché Theodor Nott, Blaise Zabini e Draco Malfoy erano riusciti a guadagnassi un posto nel mondo magico e noi dovevamo pagare per gli errori dei nostri padri.
Fu con calma glaciale e lentezza esasperante che afferrai lo specchio situato accanto al mio letto e lo scaraventai a terra fino a ridurlo in frantumi e, come se quel gesto fosse stato sufficiente a far scattare qualcosa dentro di me lanciai a terra i libri che giacevano abbandonati sulla scrivania, scaraventai a terra il mio baule come se tutto questo potesse alleviare il mio dolore.
E poi, sulla soglia della porta apparve Amelia.
"hai detto a qualcuno la parola d'ordine?!" esclamai adirata mentre la scaraventavo contro la parete.
"a quanti di quegli stupidi ragazzi da una botta e via hai dato la parola d'ordine per accedere alla sala comune di Serpeverde?!" sbraitai fuori di me.
Sapevo che forse da parte mia era ingiusto ma prendermela con qualcuno mi aiutava a sentirmi meglio.
"mi hai presa per deficiente?!" replicò lei altrettanto duramente "non consegnerei mai la parola d'ordine a nessuno!"
Fu solo a quel punto che riuscii a riacquistare parzialmente il controllo di me stessa e a calmarmi perché Amelia Zabini non mi era mai parsa più sincera perché, nonostante tutto, Cordelia era la sua unica amica ed io non ero la sola ad aver perso qualcosa.
Eppure, nonostante tutto, non potevo fare a meno di continuare a chiedermi che senso vi fosse dietro a tutto questo.
Era davvero valsa la pena di giungere ad Hogwarts?!
Era valsa la pena incontrare e affezionarmi a tutte queste persone per poi perderle ad una ad una?!
Mi ero illusa di poter cambiare le cose ma mi sbagliavo.
Non ero riuscita a fare niente da quando ero giunta ad Hogwarts, il sogno si era tramutato in un incubo e, attorno a me, c'era solo disperazione e sofferenza.
Rapidamente uscii dalla stanza e mi precipitai giù dalle scale fino a raggiungere la sala comune.
"non posso restare ancora qui." dissi con calma rassegnazione.
"non ti sei ancora stancata di fuggire?!"
"non sto fuggendo, sono solo stanca! Che senso ha restare qui per vedere ad una ad una sparire le persone che amo senza poter fare niente per aiutarle?!" sbottai nell'incrociare le braccia al petto.
"quindi, pur di non soffrire, sarebbe stato meglio non conoscere nessuno di loro?!" intervenne Piton dal suo ritratto regalandomi uno di quei rari sorrisi malinconici "quindi è meglio abbandonarli?! È meglio fuggire come sei fuggita da Melania Rossellini?! Mi dispiace deluderti ma, per quanto tu possa scappare, non puoi davvero fuggire da te stessa."
"voglio andarmene."
"davvero?! E cosa intendi dire a James?!"
Già, cosa avrei detto a Potter?! Sarei svanita nel nulla senza lasciare alcuna traccia come se non fossi mai esistita?!
Sarebbe stata la scelta più facile...
 
 
 
 
20 Febbraio, Sala Grande, Tavolo di Grifondoro
 
Non me ne ero ancora andata.
Avrei voluto farlo, sarebbe stato più saggio farlo, eppure ero ancora li.
 
"...Quando l'ho visto ho subito cercato di guadagnare la porta, lo so che è stato stupido ed infantile ma mi sentivo così in imbarazzo, non sapevo come comportarmi, come fronteggiarlo e nonostante volessi più di ogni altra cosa restare lì il mio corpo sembrava avere una volontà propria..."
 
Erano passati cinque giorni da quando Cordelia era stata pietrificata.
Erano passati cinque giorni da quando avevo cambiato stanza perché, ora che Cordelia non c'era più non avevo nulla per cui valesse la pena rimanere in quella camera.
Vedere ogni giorno i suoi effetti personali sparsi per la stanza sarebbe stata per me una tortura.
Non avrei più potuto dormire nel mio letto, il letto in cui avevo trovato il corpo pietrificato della mia amica.
 
"...Ma, ovviamente, la porta era sigillata. E poi lui mi ha raggiunta, mi ha guardata negli occhi e mi ha chiesto di smetterla di scappare, ad essere sinceri il suo è stato più un ordine che una richiesta..."
 
In passato mi sarei ripromessa di trovare il colpevole ma ora mi appariva tutto così futile.
La verità era che non avevo idea di come trovarlo, conoscere il "come" non mi aiutava a scoprire il "chi".
E poi c'era quella minaccia.
Cordelia era stata adagiata sul mio letto il che voleva dire che, molto probabilmente, la prossima sarei stata io ma, tutto sommato, questa notizia mi risollevava.
Forse ne sarei uscita vittoriosa o, molto probabilmente, sarei stata pietrificata pure io ma, per lo meno, tutto questo sarebbe finito molto presto.
 
"...Mi ha chiesto se fosse tanto orribile restare da sola con lui in una stanza e, in quell'istante, ho scorto nel suo sguardo una tale tristezza..."
 
Ovviamente James non la pensava come me.
Lui che mi era stato accanto più di chiunque altro, lui che mi amava più di chiunque altro non avrebbe mai permesso che mi trovassi ad affrontare da sola colui che aveva ormai aggredito così tanti studenti.
Ovviamente avevamo litigato, c'erano state le urla e gli strepiti, James mi aveva definita un'autolesionista ed io lo avevo definito un maschilista iperprotettivo.
E poi avevamo fatto pace perché quando non sai quanto tempo ancora ti resti è inutile perdere tempo a litigare.
 
"...poi si è allontanato da me di qualche passo e si è lasciato cadere su di una sedia. È stato allora che mi sono avvicinata lentamente, quasi con circospezione, e gli ho detto che non odiavo affatto restare da sola con lui..."
 
Avrei dovuto andarmene.
Sarebbe stato più saggio andarmene ma, da quando ero giunta ad Hogwarts, sembravo aver perso quella ragionevolezza e quell'istinto di sopravvivenza che mi avevano sempre caratterizzata.
Un tempo ero un'individualista, un individualista vagamente menefreghista ma, a quanto pareva, ora ero cambiata.
La mia vita era molto più facile quando pensavo solo a me stessa.
 
"....un sorriso malizioso è apparso sul suo viso prima che mi traesse a se e..."
 
"Starlight!" tuonò Albus facendomi trasalire e richiamandomi violente alla realtà "smettila di perderti nei tuoi pensieri, se devo ascoltare la storia di come mia cugina e il mio migliore amico hanno iniziato ad uscire assieme te la devi sorbire pure tu!" concluse nel rivolgermi un occhiata torva.
"stavo ascoltando."
"certo Starlight! Come no!" intervenne Roxanne ridendo.
"va bene!" mi arresi "ma risparmiatemi i particolari!"
"ma che dici! I particolari sono la parte più interessante!" protestò Dominique.
"alla fine di tutto questo vorrei essere ancora in grado di guardare in faccia mio cugino."
"mettiamola ai voti..." iniziò Roxanne.
"niente particolari." sentenziò Albus, un misto di decisione e terrore tale nel volto da porre fine ad ogni disquisizione.
 
La pietrificazione di Cordelia non cambiava le cose, la vita continuava ad andare avanti per tutti.
Ma, per quanto potessimo fingere che andasse tutto bene, la paura e il sospetto serpeggiavano per Hogwarts.
Tutti sospettavano di tutti e il dolore non lasciava più il volto di coloro che avevano perso i propri cari.
 
 
 
23 Febbraio, Sala Comune di Serpeverde
 
"State scherzando?!" Esclamai cercando di trattenere la rabbia.
"nessuno scherzo." precisò Scorpius, a giudicare dalla sua espressione sembrava essere consapevole del fatto che stessi per scatenare l'inferno in terra ma, sembrava essere anche consapevole del fatto che una menzogna mi avrebbe fatta adirare ancora di più.
"abbiamo bisogno di una nuova cacciatrice." rincarò la dose Albus.
"Cordelia è la nostra Cacciatrice ed io non intendo prendere il suo posto! Volete sostituirla?! Fate pure, ma non sarò di certo io a prendere il suo posto! Io sono una Battitrice!"
"sei una Battitrice che ha giocato per anni come Cacciatrice!" esclamò Scorpius, anche lui iniziava ad innervosirsi.
"la mia risposta definitiva è no. Insisti ed oltre che di una nuova Cacciatrice avrai bisogno di una nuova Battitrice."
"sei dannatamente testarda!"
"E tu sei uno stronzo!"
"Va bene, io sarò anche uno stronzo ma tu spiegami che cosa staresti cercando di dimostrare!"
"non voglio dimostrare niente!" sentenziai adirata, avvertivo un'improvvisa voglia di piangere ma non potevo piangere, non ora "semplicemente non voglio rubare a Cordelia ciò che più di ogni altra cosa ama."
Era infantile ma volevo aggrapparmi a quella stupida e labile speranza, volevo sperare che i medici del San Mungo che stavano lavorando ad un antidoto ormai da tempo trovassero il modo di risvegliare i ragazzi pietrificati.
Volevo rivedere Cordelia scendere nuovamente le scale del dormitorio con la sua solita aria calma e composta che contrastava così tanto con il suo look eccentrico.
Se solo lei si fosse risvegliata sarei stata un'amica migliore.
Non mi sarei lamentata più per i suoi eterni monologhi sul Quidditch, non avrei più occupato il bagno inutilmente per ore e non le avrei più chiesto di farmi copiare i suoi compiti di Storia della Magia.
Avrei fatto i suoi compiti per un mese, avrei fatto qualsiasi cosa ma rivolevo la mia amica.
"ciò che è più importante per Cordelia è vincere." intervenne Edward, la voce ferma e lo sguardo fiero "mia sorella ti ha sempre stimata molto e sarebbe felice se giocassi al suo posto." soggiunse poi.
"abbiamo bisogno di te Mel" disse Scorpius "non riusciremo mai a trovare un degno sostituto per Cordelia, tu sei l'unica che può farlo."
"inoltre Cordelia andrebbe su tutte le furie se permettessi ad un incompetente qualsiasi di prendere il suo posto." mi fece notare Albus ed io mi ritrovai mio malgrado a sorridere.
Si, indubbiamente Cordelia Nott si sarebbe infuriata come non mai se il suo rimpiazzo non fosse stato alla sua altezza e, per nostra sfortuna, nessuno era all'altezza di Cordelia, neppure io.
Nessuno era come Cordelia.
Nessuno sapeva volare con una tale forza e nel contempo con una tale grazia.
"va bene" mi arresi alla fine "lo farò, però dobbiamo vincere. Promettetemi che vinceremo. Dobbiamo farlo per lei." conclusi senza riuscire a nascondere il tremito della mia voce.
Ci eravamo spinti troppo oltre per poterci permettere di fallire, questo era era l'ultimo anno di Cordelia ad Hogwarts e noi avremmo vinto per lei.
 
Non potevo andarmene, non ancora, non prima di aver portato Serpeverde alla vittoria.
A Cordelia dovevo almeno questo.
 
28 Febbraio, Dormitorio di Grifondoro
 
Era strano.
Non avevo mai amato il contatto fisico e, soprattutto, non avevo mai amato dividere il letto con altri.
Non avevo mai dormito con un uomo.
Di sesso ovviamente ne avevo fatto tanto ma, dormire con un uomo era un altra cosa.
Forse rilassarmi e abbandonarmi al sonno accanto a qualcun altro mi appariva un atto ancora più intimo, si trattava di essere vulnerabile ed io odiavo essere vulnerabile.
Eppure ora, mentre giacevo accanto a James non mi ero mai sentita più al sicuro.
Dopo aver emesso un incomprensibile mugugno mi accoccolai maggiormente tra le braccia di James.
Si, indubbiamente, a dispetto di quanto pensassi, stare stretta tra le sue braccia era piuttosto piacevole.
Ora che ci pensavo erano molte le cose su cui mi ero dovuta ricredere, ad esempio non avrei mai pensato di finire col trascorrere così tanto tempo nella Torre di Grifondoro ma, ora come ora, passavo più tempo li che nei sotterranei di Serpeverde.
Era come se, da quando non c'era più Cordelia anche Serpeverde avesse perso il suo fascino.
Ora avevo un dormitorio tutto per me ma il silenzio della mia stessa stanza mi appariva insopportabile e così avevo finito per ripiegare su Grifondoro.
A volte mi fermavo a dormire da James ed altre venivo ospitata da Roxanne e Dominique.
E così le mie giornate si dividevano tra il campo da Quidditch e la Torre di Grifondoro.
Gli allenamenti a volte erano talmente duri da farmi temere che Scorpius stesse segretamente  cercando di uccidermi ma, nonostante questo, continuavo a perseverare con sorprendente stoicismo.
In fin dei conti essere una degna sostituta era tutto ciò che potevo fare per Cordelia.
Ad un tratto sentii la stretta di James farsi lievemente più decisa, segno che doveva essersi svegliato.
"Sei sveglia da molto?" Mi sussurrò ad un orecchio.
"Da un po'" risposi io.
"Hai fatto di nuovo un incubo?"
"Si, lo sai che faccio ogni notte lo stesso sogno." Risposi sbrigativamente nel tornare con la mente a quel sogno piuttosto vago fatto di luci abbagliati e suoni assordanti.
"Avresti potuto svegliarmi."
"Non ti sveglieresti neppure se un Ungarospinato entrasse nella stanza sputando fuoco."
"Io pensavo a qualcosa di più delicato, tipo ad un bacio, mi pare accada spesso nelle fiabe babbane."
"Come vuoi..." acconsentii nel voltarmi verso di lui e nel baciare le sue labbra, subito quello che doveva essere un bacio casto e delicato si trasformò in qualcosa di più mentre le mani di James vagavano sul mio corpo...
"ragazzi vi ricordo che non siete soli." si lamentò Jordan mentre faceva capolino tra le tende del baldacchino.
"grazie mille." replicò ironico James mentre nostro malgrado ci decidevamo a prepararci per andare a lezione.
Quella che mi attendeva era una giornata faticosa mi dissi nel ricordare che quella sera mi attendeva un nuovo allenamento di Quidditch...
"allenamento anche oggi?" domandò James che doveva aver colto qualcosa dalla mia espressione.
"noi giochiamo solo per vincere." replicai io sorridendo.
"cerca solo di evitare di farti male." disse lui nell'indicare un livido violaceo che spiccava sulla mia spalla.
"a quanto pare lanciare bolidi è più facile che schivarli ma non preoccuparti, imparo velocemente."
"ne sono consapevole ma tu fa ugualmente attenzione." rispose lui, entrambi sapevamo che non stavamo parlando solo di una partita di Quidditch ma di molto altro, di forze oscure che si aggiravano per Hogwarts pronte a braccarci.
"certamente." mormorai in un sussurro.
 
 
 
*****
 
 
 
3 Marzo, Campo da Quidditch
Il momento della verità era arrivato.
Respirai a fondo cercando di mantenere la calma.
Era l'ultima partita che Serpeverde avrebbe giocato all'interno del campionato ed io avrei ricoperto un ruolo che non sentivo come mio.
In preda al panico il mio pensiero andò istintivamente a Cordelia.
Dovevamo vincere anche per lei, perché tutto l'impegno e i sacrifici non fosse stati invano.
Mancava poco, solo un piccolo, ultimo sforzo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice
Ringrazio:
  • insegnamiavivere ed __Estella__ per aver aggiunto questa storia alle seguite.
  • __Estella__ che l'ha aggiunta alle ricordate.
  • Insegnamiavivere e Sid Draco che l'hanno aggiunta alle preferite.
  • Sid Draco ed emalwaysreal per aver recensito lo scorso capitolo.
 
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia! Grazia a tutti!
Astrea
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Astrea9993