Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Tears Wave    14/04/2015    1 recensioni
Matt Wolfram è un ragazzino dal carattere altalenante e ambizioso.
Non ha tempo di pensare al suo tredicesimo compleanno, poiché c'è un anniversario ben più significativo da ricordare: da due lustri ormai, un altissimo muro di fuoco divide in due parti la regione di Calvas, la sua casa.
Matt vive nella parte occidentale della regione, a pochi passi da quello spettacolo desolante che non accenna a spegnersi. E' stanco di aspettare.
Ha capito che non serve perdersi nelle illusioni. Per cambiare il suo mondo, sa perfettamente che c'è bisogno di una cosa sola. Il potere. Il potere di una Risorsa.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Matt uscì dal suo condominio veloce come il vento. Aprì in tutta fretta il portone che l'avrebbe condotto fuori, allo scoperto. Ma nulla gli importava, oramai non aveva più paura di nulla e di nessuno.
Si guardò intorno intimidito e preoccupato, aveva bisogno di un luogo dove avrebbe potuto facilmente rimanere da solo, ma dove? Era scappato così rapidamente che non aveva pensato nemmeno a dove rifugiarsi. Un viandante senza meta.
Come se non bastasse, il ragazzino aveva una pessima memoria. Almeno se si trattava di destreggiarsi tra le numerose, intricate vie di Calvas. Fuggire alla cieca equivaleva a smarrirsi nel giro di poco tempo.
Con tutta quell'agitazione nella mente e nel cuore, riflettere con lucidità era quasi impossibile.  Matt riuscì a pescare un idea da quelle onde impetuose che erano i suoi pensieri, ma la cosa non fu per niente facile, soprattutto per un bambino cresciuto come lui.
«L'unico posto che conosco come se fosse casa mia...l'unico posto che frequento tutti i giorni...é la scuola! Dovrò nascondermi lì per il momento.»
Matt s’incamminò verso il Viale del Diavolo, per poter raggiungere quel confine ardente che gli sbarrava la strada. Cominciò a correre, sempre più velocemente. La sua energia sembrava infinita, ma non era altro che la forza del panico. La suggestione gli continuava a fare dei brutti scherzi, facendogli credere di essere costantemente inseguito da qualcuno.
Matt riuscì a raggiungere per un pelo l’enorme ascensore che l’avrebbe portato sui tetti, ma solo allora si accorse di un dettaglio: durante la sera e per tutta la notte, le forse dell'Esercito di Gracalm pattugliavano costantemente i tetti dei palazzi adiacenti alla Via del Diavolo. Se Matt avesse attirato l'attenzione anche per un istante, i soldati, vedendolo tutto solo, si sarebbero insospettiti facilmente. L'unica cosa da fare era confondersi nel gregge.
Il ragazzino raggiunse il tetto davanti a lui, e poggiò le sue scarpe da ginnastica sopra le fredde tegole arancioni. Dopo aver fatto qualche passo, si rese subito conto di un altro errore di calcolo da lui commesso: a quell'ora il numero di persone che normalmente si spingevano  sui tetti per passare da una parte all'altra del muro di fuoco era veramente esiguo.
Matt si ritrovò da solo, immerso in quel mare di tegole arancioni, senza alcuna via di fuga apparente.
Il ragazzino guardò i soldati che facevano la guardia nella zona, e capì che la sua presenza sarebbe risultata bizzarra. Un buco nero sopra un lenzuolo bianco.
Sentendosi sempre più osservato, decise di escogitare un diversivo frettoloso.
Il ragazzino lasciò cadere la penna sulle tegole, e fece per dirigersi verso il ponte ignifugo non molto lontano da lui. Ovviamente due soldati non esitarono a bloccarlo, chiedendogli se qualcuno lo accompagnasse. A quel punto l'esca stava per abboccare.
Con un cenno impercettibile, Matt ordinò alla sua Risorsa di prendere luce all'improvviso, cosa che fece scattare i soldati quasi meccanicamente. Le due pedine, in piena allerta, puntarono le loro armi verso quella fonte di luce sconosciuta. I loro mirini laser si erano già adagiati sulla superficie della Risorsa. Il secondo comando arrivò puntualissimo.
Un altro lieve movimento di falangi, e la penna venne incitata a tornare verso il suo possessore. Un proiettile appena sparato, che si librò in aria e si proiettò verso Matt, passandogli a pochi centimetri dal viso. Anche questo era nel copione.
Il bambino e quella strana essenza stavano davvero diventando una cosa sola, e questo permise loro la buona riuscita del diversivo. Erano riusciti ad allertare i soldati, e a dare l'impressione che la Risorsa fosse una minaccia non collegata alla presenza del ragazzino.
La penna, simile ad una stella cadente, si scaraventò verso gli sconfinati tetti della Via del Diavolo, e la coppia di soldati la inseguì con prontezza. Intimando il ragazzino di non muoversi, i militari corsero verso la brillante luminescenza che sparì piano piano nell'orizzonte.
«Se questi fanno la guardia ogni giorno non siamo per niente al sicuro!» pensò il furbetto.
Non era stato molto difficile ingannarli. Forse la tensione che avevano accumulato durante i loro estenuanti turni di lavoro li avevi resi particolarmente suscettibili.
Non c'era tempo da perdere. Un soldato di pattuglia sarebbe potuto comparire da un momento all'altro, e oltretutto, stare con le mani in mano in quel luogo desolato l'avrebbe sicuramente turbato.
Il ragazzino raggiunse senza problemi il ponte ignifugo, dove decise di riposarsi per qualche attimo. La sua Risorsa non tardò a raggiungerlo sul posto, e il ragazzino se la mise velocemente nella tasca della felpa cercando di essere discreto. Aveva ancora tanta strada da fare.
Sfortunatamente, poco prima che riuscisse a poggiare piede sul ponte, un ufficiale lo prese per il cappuccio bianco, lo sollevo e lo voltò per parlare con lui a quattrocchi.
Matt si ritrovò faccia a faccia con un soldato davvero particolare: aveva un volto molto mascolino, con tanto di barba folta e nera, baffi compresi. Portava un orecchino d’acciaio circolare al lobo sinistro, mentre i suoi occhi erano neri e penetranti. Dal suo sguardo, il ragazzino capì che non sarebbe stato facile passarla liscia con un tipo del genere.
«Ehm...salve, signor soldato. Io in realtà mi ero...»
«Sei tu il ragazzino fuggito dall'area A1 vero?» lo interruppe «Non ti avevano detto di restare buono al tuo posto? Quanti anni hai?» gli chiese ridacchiando.
«Ehm...ne ho tredici signore. Appena compiuti.»  rispose intimidito.
«Tredici eh?» continuava a ridere sotto i baffi «Non sei più un bambino, dovresti sapere che agli ordini si deve obbedire. Per noi soldati è una regola basilare, un vero tabù da rispettare. Lo sai che non si disobbedisce ad un soldato?» mollò la presa dal cappuccio bianco, facendolo atterrare in piedi.
«Certo che lo so. Come ha detto, non sono più un bambino, per questo non prendo ordini da nessuno. E lo sa perché?» rispose Matt cercando di gonfiarsi timidamente.
«Ti ascolterò, ma solo se ti farai accompagnare in una zona sicura. Prometto che ti tratterò come un vero uomo! Dobbiamo andarcene, i tetti di questa zona di notte posso rivelarsi pericolosi.»
Matt accettò la proposta, non vedendo altre alternative, e pensando che la sua rapida fuga fosse già giunta al termine.
I due cominciarono ad allontanarsi dal ponte, e il soldato fu di parola. Disse a Matt di esprimere il suo pensiero, e tirar fuori tutto ciò che sentiva. Quando c'era da lamentarsi, Matt non si tirava mai indietro, per nessun motivo.
«Io non obbedisco sempre agli adulti, almeno senza prima pensare. Per me sarebbe come ricevere degli ordini che non hanno senso. I grandi spesso credono che il loro pensiero sia più importante del mio solo perché…sono adulti. Altre volte danno tante cose per scontate, e questo non lo sopporto!» il soldato spalancò gli occhi, non immaginandosi una risposta del genere da parte di un ragazzino dall'aria infantile «Non li sopporto soprattutto quando…danno per scontato che i Green Blood non potranno mai essere sconfitti. Oppure quando dicono che il muro di fuoco non si spegnerà mai!»
In quel momento, il soldato vide se stesso, con un salto all'indietro di ben sette anni, negli occhi lucenti e speranzosi di quel ragazzino dall'animo sincero ed ostinato. Ritrovò una parte di sé che forse aveva dimenticato, nelle parole spontanee di Matt, che risuonarono nella sua anima.
«Gli adulti non credono alla speranza. Per questo molte volte si abbattono alle più piccole avversità, gettando la spugna senza combattere. Beh, io voglio combattere. E non smetterò mai di farlo, anche quando tutto va storto. Arrendersi é da perdenti, in ogni caso.»
Il soldato rimase allibito. Quelle parole le aveva già sentite. Erano le stesse parole che aveva pronunciato ben sette anni prima, e che aveva abbandonato nella sua memoria passata.
Non si era mai sentito così prima d'ora.
Un semplice ragazzino, che sorridente, lo guardava con uno sguardo deciso, l'aveva fatto travolgere dalle sue stesse emozioni.
«Sono stato un po’ ripetitivo? Spero di non averla annoiata.» commentò Matt.
Il soldato non riuscì a rispondere. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma le parole gli si bloccarono in gola, un ingorgo di lettere confuse che non portarono altro che al silenzio. Era incredibile come un misero pizzico del suo perduto passato fosse stato in grado di sconvolgerlo in maniera così profonda.
Fu proprio durante quel bislacco momento, che il male decise di agire.

All'improvviso, uno stridio terrificante ed assordante venne udito da Matt e dal soldato. I due si tapparono le orecchie per il fastidio. Non c'era nulla lì intorno, eppure qualcosa stava per arrivare.
Il soldato riuscì a localizzare la minaccia, che proveniva dal cielo. Anche Matt si accorse che una malefica creatura stava volando proprio sopra di loro, e cominciò ad avere la tremarella:
un enorme pipistrello stava sorvolando la zona minaccioso. Il colore verdognolo del pelo, le dimensioni esagerate delle fauci e degli artigli, ed infine, le ali di un color giallo traslucido, suggerirono ai due che il mostro si trattava di un esemplare particolare di Green Blood.
«Una forma di Deep Green...ci mancava solo questa.» esclamò il soldato.


Deep Green. Una specie particolare di Green Blood, molto più temibile e minacciosa. Queste creature, non erano altro che il frutto delle stragi di massa accadute per incidente, oppure compiute dalle stesse entità mostruose, nelle più disparate occasioni.
In questi casi, la Green Soul era facilitata nell'impedire un trapasso regolare, e molto spesso erano le stesse vittime ad accorrere da lei.
Utilizzando le arti più oscure, generava degli esseri mostruosi dotati di poteri ben maggiori rispetto ai classici Green Blood. La loro forza distruttiva era proporzionata al numero di anime utilizzate e da ciò che queste provarono prima di trovare la morte.
Dato il profondo astio generale che spesso si accumulava durante la generazione dei Deep Green, il risultato finale era la creazione di veri e propri abomini, unicamente alimentati dalla sete di sangue.

La creatura continuò a svolazzare sopra i suoi due bersagli. Mentre il soldato tentò di prendere la sua ricetrasmittente per allertare i suoi compagni del pericolo, il Deep Green emise ancora quel verso agghiacciante, e questo non fu solo un gesto intimidatorio: le onde sonore che aveva emesso erano riuscite a mettere fuori uso l'unico mezzo di comunicazione che avrebbe potuto chiamare i rinforzi.
Come di consueto, Matt cominciò ad agitarsi quasi automaticamente, mentre il soldato afferrò il suo fucile d'assalto semi-automatico e lo puntò contro la creatura. Quest'ultima non sembrò intimidita dall’arma pesante, e scese a terra per poggiare le sue zampe sulle tegole, con grande altezzosità. Matt e l’ufficiale videro avvicinarsi un mostro alto quasi quattro metri, non c'era più tempo per tergiversare.
«Ora ci penso io a te, maledetta bestiaccia!» la mitragliatrice obbedì senza farsi troppe domande.
Nello stesso momento in cui il suo dito premette il grilletto, il Deep Green decise di passare all'offensiva. La bestia venne perforata da parecchi proiettili, ma nessuno di questi le fu fatale. Fu così che la creatura riuscì ad avvicinarsi a sufficienza, per scagliare una testata durissima a quella sfortunata uniforme. Il soldato venne scagliato a qualche metro di distanza. L'impatto con le tegole fu molto violento, e generò un grande polverone nella zona.
Nel buio della notte e in quell'atmosfera confusa, Matt scorse chiaramente due occhi bestiali, giallissimi e assassini, avvicinarsi sempre di più. Purtroppo, le sue gambe tremavano a tal punto che gli fu impossibile scappare. L'unico movimento che riuscì a compiere fu gattonare disperatamente, cercando di allontanarsi dalla bestia.
Era solo questione di tempo. Il Deep Green l'avrebbe sicuramente raggiunto. Quelle sfere impietose gialle l'avrebbero divorato, senza alcuna pietà. Sembrava tutto perduto, ma un'altra luce era pronta a brillare, tra l'oscurità e la polvere.
Il soldato si tolse il giaccone verde militare, poi gettò il mitra sulle tegole, ed afferrò dalla tasca un distintivo. Un cimelio che apparteneva alle forze di Polizia di Calvas, a forma di goccia, fatto di metallo dorato e luccicante.
Il soldato lo strinse con la mano, e guardò la scritta incisa su di esso. Erano passati dieci anni da quando suo fratello glielo aveva lasciato come pegno. Era la sua unica Risorsa.
Il distintivo dorato emano un forte bagliore della stessa cromia, e cominciò a plasmare se stesso in qualcosa di totalmente diverso: la Risorsa aumentò a dismisura la sua grandezza, fino a che non raggiunse la dimensione di un pallone da calcio. In seguito, il distintivo si forgiò ancora, fino a diventare la pesante testa di un dorato maglio, conservando però la forma a goccia dell'oggetto precedente. Al fine di completare l'opera, un possente manico nero di un metro fuoriuscì dalla testa dell'arma.
La Risorsa aveva completato la sua mutazione. Il grande maglio dorato, assieme al suo possessore, era pronto a distruggere qualsiasi cosa avrebbe tentato di ostacolarli.

Il polverone si diradò nella fresca brezza notturna.
Il Deep Green nel frattempo aveva raggiunto Matt, e stava per sferrare il suo attacco fatale.
Il soldato afferrò la sua Risorsa con entrambe le mani, facendo risaltare la sua forza muscolare. Con una forza devastante, colpì il muso della creatura.
La conformazione dei Green Blood non possedeva alcun tipo di struttura ossea. Nonostante ciò, il maglio dorato riuscì a spezzare la materia che formava le fauci della bestia. Con la mandibola martoriata, la creatura si accasciò sulle tegole, e si dissolse in nebbia verde, disperdendosi nella notte.
Matt aveva chiuso gli occhi per lo spavento, e quando li riaprì, scorse davanti a lui una persona totalmente diversa. Rimosso il casco da soldato, il ragazzo con la barba nera sfoggiava una capigliatura particolare: mentre sulla testa aveva una chioma riccioluta di color pece, ai lati e dietro il capo i suoi capelli erano rasati e corti.
Sotto l'uniforme, il ragazzo indossava una tunica medievale nera, abbellita con dei ricami di arabesque bianchi vicino alle maniche. Matt comprese subito che quel ragazzo in realtà non era un soldato appartenente alle Forze Armate, bensì un Guerriero Ardente.
Valorosi guerrieri, i Combattenti Ardenti erano un piccolo gruppetto di combattenti freelance, che venne istituito poco dopo la comparsa del muro di fuoco. Una timida organizzazione clandestina formata esclusivamente da ex-abitanti della Via del Diavolo.
Si occupavano dello sterminio dei Green Blood sui tetti adiacenti al muro di fuoco, tentando in ogni modo di vendicare i loro compagni caduti durante l’ardente disgrazia. Tuttavia questa organizzazione venne considerata fuorilegge, dato che alcuni dei suoi elementi erano stati capaci di atti delittuosi, pur di trovare un modo per estinguere le fiamme che opprimevano il loro paese.
Matt riuscì finalmente ad alzarsi. Nonostante avesse potuto combattere, la paura e lo sgomento, che gli impedirono quasi di respirare, non gli avevano permisero di trovare la forza necessaria.
«Sei...davvero formidabile!» affermò Matt esultante «L'hai fatto fuori con un sol colpo! Grazie per avermi salvato la vita.»
«Dovere.» rispose freddo il ragazzo con la barba nera, non capendo quale fosse l'opinione di Matt a suo riguardo.
«Non preoccuparti.» disse il ragazzino con un tono rilassato «Non rivelerò a nessuno la tua copertura, é il minimo che possa fare per ringraziarti.»
«Davvero?» rispose stranito «Non mi disprezzi nonostante tu sappia chi sono?»
«I pregiudizi sono un'altra cosa che non sopporto.» era ritornato il professore saccente di poco prima «Posso capire se una persona merita disprezzo solo dopo averla conosciuta, non in anticipo. E tu non appartieni a quella schiera.»
Il sorriso di Matt, quasi scontato alla fine della frase, diede una scarica di gioia a quel misterioso ragazzo.
«Sei uno sfrontato. Credi davvero di sapere tutto dalla vita...mi ricordi davvero qualcuno...» il Guerriero si avvicinò a Matt e gli porse la mano «Mi chiamo Angel, sono contento che esistano ancora dei ragazzini svegli come te.»
Matt gli strinse la mano, e nonostante il ragazzo con la barba portasse dei guanti neri di cuoio, riuscì comunque a percepire un certo senso di approvazione nei suoi confronti.
«Io mi chiamo Matt. Anche io vorrei che questa fosse una città migliore...»
D'un tratto, il fiato di Matt si fermò improvvisamente. La causa della sua reazione ansiosa fu quello che riuscì a scorgere a poca distanza dal ponte ignifugo.
Il Deep Green che avevano affrontato prima non era giunto da solo, ma si era fatto accompagnare da un esemplare di ancora più possenti dimensioni. Possedeva una criniera di pelo verde scuro attorno al muso, era sicuramente il pezzo grosso.
Angel si rese conto che entrambi erano stati imbrogliati.
«Non ci credo...il Deep Green di prima era solo un'insignificante esca! Si é fatto scortare da un esemplare molto più forte, solo per riuscire ad eliminare l'eventuale bersaglio individuato...» guardò Matt negli occhi «Il bersaglio siamo io e te...dei possessori di Risorse. Ho capito subito che eri un mio collega, in questo senso.»
«Non mi tirerò indietro stavolta.» esclamò Matt.
«Bene, ma sappi che potrebbero arrivare tardi per salvarci, dato che il simpatico mostro di prima mi ha distrutto la radio-trasmiettente. Non solo ci ha tagliati fuori, ma ci ha impedito di fuggire prima dell'arrivo della sua spalla, che ad occhio e croce sembra decisamente una creatura ben più pericolosa.» commentò Angel.
Il Deep Green, che si era appollaiato sopra il ponte ignifugo, aprì le fauci ed emise un grido di sfida. Si alzò in volo, dirigendosi a tutta velocità verso i due ragazzi. Si misero in guardia.
«Aspetta che giunga vicino, lo colpiremo assieme.» bisbigliò Angel, costatando che questa volta, Matt sembrava ammaestrare con successo i suoi nervi.
Il Deep Green si avvicinò rapidamente, fino a quando arrivò a pochi passi dai due ragazzi. In quell'istante, Angel ordinò a Matt di attaccare. Il primo scagliò poderoso gancio, il secondo brandì il suo maglio dorato, centrando in pieno il muso della bestia.
La bestia alata venne arrestata dai due assalti istantaneamente. Aveva poggiato le zampe sulle tegole dei tetti, e sembrava che avesse consumato le batterie, talmente risultò statica.
A breve, avrebbero scoperto il risultato dei loro gesti. Andò tutto contro pronostico.
«Sconfiggere questo Deep Green non sarà affatto facile. Non gli abbiamo fatto niente!» strillò Matt impietrito.
La creatura, come se avesse ricevuto il soffio di un venticello primaverile, scosse il muso, facendo muovere tutta la sua criniera. In qualche istante si ricompose, mettendosi sulle due zampe, per scrutare con sguardo omicida i due giovani ragazzi.
Nonostante gli sforzi di Matt ed Angel, la creatura riportò solamente un leggero graffio sulla parte interessata.
«Non sarà facile come prima.» confidò Angel a Matt con uno sguardo insicuro «Dovremo sfruttare al massimo le nostre Risorse, e tutte le potenzialità di cui disponiamo. Se non ci impegneremo al massimo ci rimetteremo la vita...e io non ci tengo ad essere ucciso da un essere disgustoso come questo. Sei pronto?»
«Ehm...si, ce la metterò tutta!» rispose poco convinto Matt «Se sapesse che possiedo la mia Risorsa solo da ieri gli verrebbe un colpo!» ripensò colpevole, ma ironico.
Era l’unico modo che aveva per sdrammatizzare il duello con la morte.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Tears Wave