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Autore: ViciousAir    14/04/2015    7 recensioni
POSSIBILI SPOILER BOO
Una piccola raccolta senza pretese di One-Shots dedicate alla coppia Will Solace/Nico di Angelo, tutte rigorosamente AU, ispirate a vari prompit. Principalmente saranno fluff, ma non escludo un pizzico di angst ogni tanto.
10. "Stop throwing apples at me!.": Will Solace lanciò per la terza volta in quel giorno una mela a Nico di Angelo sotto gli occhi dubbiosi di Percy e sconvolto di Annabeth. Nico di Angelo non capiva perché Will Solace si fosse fissato con questa storia di lanciargli mele.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"You are so clichè."

Will Solace sapeva che Nico di Angelo non era il massimo quando si parlava di relazionarsi con le persone, dimostrare affetto, dolcezza, quel genere di cose, insomma.
Perché Nico di Angelo non era un sentimentale, questo lo sapevano tutti, però Will Solace era al corrente di quanto ci provasse a comportarsi da persona romantica.
__

“Perché siamo qui, Nico?”
“Sì, due, per favore.”
“Nico, dai, rispondimi! Mi tieni sulle spine da quando siamo usciti.”

Will Solace era stato bruscamente buttato da Nico di Angelo giù dal letto alle tre e trentadue del mattino.
Quella notte, lo doveva ammettere, non riusciva a prendere sonno, ma ad ogni modo preferiva rimanere al calduccio sotto le coperte piuttosto che in uno squallido fast-food.
Per di più, Nico non aveva fiatato da quando si era alzato dal letto, gli aveva lanciato la maglietta e si era vestito a sua volta.
Will temette che gli fosse successo qualcosa. O che fosse successo qualcosa tra loro due.

“Tenga il resto, grazie.”
“Non mi ignorare, in quanto mio fidanzato hai dei doveri! Uno di questi è non tenermi sulle spine.”
“Arrivederci.”
“Nico!”

Il moro gli lanciò una breve ed indecifrabile occhiata, poi andò verso uno dei tanti tavoli liberi facendogli cenno con il capo di seguirlo.
Si sedettero l’uno di fronte all’altro vicino alla finestra che dava sulla strada. Nico spinse con una mano il vassoio di Will verso di lui, distrattamente.
Will, dal canto suo, non poté fare a meno di pensare che quello fosse  classificabile come appuntamento. Cosa avrebbe raccontato a Lou Ellen il giorno dopo?

Sì, beh, ieri siamo andati al McDonald alle tre del mattino. Ha pagato Nico, ci siamo presi due Happy Meals con patatine fritte extra. Romantico, come al solito.

Poteva già sentire la risata di Lou Ellen nelle orecchie. Irritante.
Scosse la testa più e più volte cercando di concentrarsi su quello che stava succedendo: Nico di Angelo gli lanciava delle brevi occhiate fredde di tanto in tanto.
Era quasi meglio pensare alla sua amica..

“Ora puoi dirmi cosa c’è, Nico? Mi sto preoccupando.”
“Avevo… Voglia di parlare.”
“E non potevamo parlare a casa? Sono le tre del mattino.”
“Tu non dormivi e avevo voglia di mangiare qualcosa, ho unito le due cose.”

Due cose erano strane in tutta quella situazione: Nico di Angelo aveva voglia di parlare e di uscire di casa.
Will non aveva la più pallida idea di cosa aspettarsi, anzi, aveva una paura atroce di quello che sarebbe potuto succedere.
Nico era lì che lo guardava con i suoi soliti occhi al limite tra la serietà e la malinconia. Will giurò che quella sera fossero più verso la malinconia che verso la serietà.

“E di cosa volevi parlare, death boy?”

Nico non rispose subito.
Iniziò a mangiare in silenzio il suo mini cheeseburger con gli occhi fissi sul tavolo. Sembrava concentrato su una macchia accanto al suo vassoio.
Will non era sicuro se stesse riflettendo su qualcosa o se fosse semplicemente incantato, ma quando Nico appoggiò il suo panino e portò la mano al suo anello per girarselo attorno al dito ne fu completamente sicuro.
Nico di Angelo stava pensando a qualcosa e, dato l’orario e il luogo, non era qualcosa di positivo

“Che giorno è oggi, Will?”
“Bella domanda, allora… Dovrebbe essere il 4 agosto se non mi sbaglio.”
“Mh, già. Bel giorno, non trovi?”
“Non è ancora cominciato, ma per ora sta andando in modo decisamente strano.”

Will osservò Nico con aria interrogativa. Nico non sembrò apprezzarla, perché sbuffò seccato.
In quel momento, il biondo ebbe ancora più paura: Nico di Angelo si era stancato di lui?
Nico prese parola dopo qualche minuto di totale silenzio interrotto solo dai chiacchiericci delle cassiere.

“Will, ascoltami. Per prima cosa: mi spiace per averti trascinato fuori così presto.”
“No, no! Tranquillo! Tanto non riuscivo a dormire, lo hai visto anche tu. Ero lì che mi giravo nel letto con un sacco di pensieri che nemmeno immagini, è estate e penso ancora allo studio, è incredibile quanto l’università mi stia rovinando, lo so. Hai fatto bene a trascinarmi qui fuori.”

Will si rese conto di quanto velocemente avesse parlato in quel momento e di quanto agitato fosse risultato agli occhi del suo ragazzo.
Nico, in risposta, prese una patatina dal sacchetto e la inghiottì, poi mise da parte il vassoio con un gesto secco, eliminando ogni ostacolo tra i due.
Nico di Angelo aveva interrotto il suo pasto da McDonalds per parlare.
Non era positivo.

“Nico, mi sto davvero preoccupando.”
“Stai tranquillo. Da quanto tempo è che stiamo insieme?”
“Da… Un sacco di tempo vale come risposta?”

Nico alzò gli occhi al soffitto, poi alzò la mano e mostrò il numero di anni con le dita: due.
Erano dettagli che Will di solito si ricordava, ma il fatto che mancassero cinque minuti alle quattro del mattino non lo aiutava.
Nico guardò l’orologio e alzò il terzo dito quando la lancetta delle ore arrivò a toccare il quattro.
Will si sarebbe voluto uccidere in quel momento.

Will, l’uomo che si pensava facesse il bagno nel miele, si era dimenticato dell’anniversario
Nico, l’uomo che uccideva con lo sguardo, sapeva pure l’ora.

“Auguri, Solace.”
“… Potrei scoppiare a piangere ora per essermi dimenticato di tutto questo.”
“Tranquillo.”
“No, sul serio, mi spiace! È un periodo faticoso e ingestibile, anche se è estate. Con il lavoro al volontariato e lo studio estivo io-“
“Tranquillo, Will.”
“-non so nemmeno più dove sbattere la testa, sono il peggior fidanzato dell’universo e probabilmente ora mi vorrai lasciare, e lo capisco benissimo, perché anche io mi vorrei lasciare or-”
“Will. Stai. Tranquillo. Stai mettendo ansia anche a me.”

Will non aveva ancora finito di autoflagellarsi verbalmente ma Nico pareva abbastanza irritato da questo discorso, quindi si mise a tacere guardando la macchia sulla quale il suo fidanzato si era concentrato qualche minuto prima.
Quando rialzò gli occhi, Nico aveva in mano una scatoletta grande quanto il palmo di una mano. Non era una di quelle scatole porta anelli, era semplice, di legno, con un cuoricino decisamente artigianale disegnato sopra con un indelebile.
Nico glielo appoggiò sul vassoio.

“Osa commentare sul cuoricino e sei single.”
“È carino.”
“Will, non mettermi alla prova.”

Nico appoggiò il viso al palmo della mano per guardare la scena comodamente e Will cercò di ricordarsi un momento più imbarazzante di quello per smorzare un po’ la vergogna.
Nessun momento parve all’altezza del il mio ragazzo si è ricordato il giorno e l’ora dell’anniversario e mi ha fatto un regalo mentre io potrei solo parlargli di assistenza infermieristica in area critica.

“È per me?”
“No, per la cassiera, magari è più perspicace di te.”
“Sono le quattro del mattino, concedimi di non capire al volo certe cose.”

Will si lasciò andare in una risatina, poi aprì la scatoletta. Inizialmente non capì che cosa ci fosse al suo interno, insomma, sembrava un’altra scatoletta.
Poi vide la manopolina e non riuscì nascondere un sorriso intenerito.

“Un carillon?”
“Sono sempre più sconvolto dalla tua perspicacia, Solace. Comunque sì, ma non è nulla di che.”
“Posso suonarlo?”
“Se proprio devi.”

Will lo tirò fuori con cautela e lo esaminò attentamente alla ricerca della manovella che avrebbe dovuto farlo suonare.
Nico sbuffò con fare seccato per la seconda volta quella sera, aspettando che il biondo si decidesse a farlo suonare.
Bastarono tre note a Will prima di riconoscere la canzone e conseguentemente appoggiarsi allo schienale della schiena come se si fosse sciolto.

“Nico, sei così clichè.”
“Almeno io te l’ho fatto il regalo.”
“Questo è stato un colpo basso, Nico.”
“Te lo meriti, Will.”
“Hai ragione, me lo merito. Ma almeno gli auguri te li posso fare, giusto?”

Will si sporse un poco in avanti per arrivare al viso di Nico.

In un McDonald sperduto nelle periferie di Long Island alle quattro e quindici del mattino, due ragazzi si baciarono sulle note di You are my sunshine sotto gli occhi inteneriti di due cassiere.
__

Heeeey there! ViciousAir here! What’s up?
AAAH. Scusate, è uscito BoO e anche se io l’ho già tipo letto e consumato per una quindicina di volte, sono estremamente contento di potermelo godere anche in italiano. Ora è qui, vicino a me. Gli sto facendo le coccole e lo sto ingozzando di biscotti.
Come dite? Volete anche voi dei biscotti? Prego, sono tutti vostri.
Ma comunque: Nico che dedica canzoni cliché a Will. Ah, il fluff. Tutto così maledettamente fluffoso. Tutto così intriso di miele. Tutto così diabetico. Non è colpa mia, sono loro che sono nati per il fluff.
Come disse una mia amica: la Percico è per l’Angst, la Solanegelo è per il Fluff. E io sarò sempre schierato dalla parte del fluff. Anche se sono una brutta persona e apprezzo ogni tipo di pairing, crack e non. Ricordo ancora quando shippavo Jake Manson/Will Solace, ah, bei tempi ragazzi (tutto sommato li shippo ancora). Mia sorella shippa Solackson, volevo che voi lo sapeste.
Oggi nessuna comparsa, me ne rendo conto ma tranquilli, dopodomani ci sarà un fracco di gente. E dopodomani finisce anche questa raccolta con poche pretese, preparate i fazzoletti, il climax è a pochi passi. Annegherete nel fluff più totale.
E sto cominciando a betare quella maledetta Long Fic, quindi il 16/04/2015 non sarà l’ultima volta che ci vedremo. Sfortunatamente per voi.
Preach, babies!
ViciousAir
  
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