Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: _Giuls17_    15/04/2015    3 recensioni
Katniss e Peeta hanno vinto la guerra e adesso vivono al Dodici, stanno imparando di nuovo a conoscersi e ad amarsi, sanno che ci vorrà del tempo ma finalmente non dovranno più lottare, ma nello stesso tempo, in un luogo sconosciuto, ma in realtà vicino, Tobias scopre un'amara verità: Tris è morta, e tutto il suo mondo con lei.
Un nemico comune, una nuova guerra li faranno incontrare, poichè c'è un Mostro in ognuno di loro, ma solo Tris è stata messa davanti a quella triste realtà.
C2: -Chi sei tu?-
-Il mio nome è Tris. Ti prego non sparare.
C3: -Ti hanno detto il loro nome.-
-Sì, li hanno chiamati Hunger Games.-
C4: Cercò di reprimere l’orrore che provava per se stessa ma non ci riuscì, si odiava per come l’avevano fatta diventare: un mostro.
C6: Ricordo così bene il giorno che ci siamo visti la prima volta, [...], Io non ho dimenticato, Tris.
C8: -Quattro lasciami.-
C10: Scattò in avanti ma prima che potesse afferrarle il corpo sentì un altro ago perforarle la pelle.
C13: -Dove sei stata per tutto questo tempo?- domandò quasi sulla sua bocca.
-Stavo tornando da te.- rispose lei.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb Prior, Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

If I stay?
 
Katniss girò l’angolo successivo del corridoio, una freccia sempre pronta per essere scoccata e Peeta dietro di lei, la sua sola presenza le aveva dato la forza per non crollare, il coraggio di abbattere nemici e di tornare a combattere.
Peeta era la sua costante, senza di lui sarebbe stata persa anche se in quel momento il suo pensiero andò anche a lei.
A Tris.
Ripensò al giorno che l’aveva incontrata nel bosco, trafelata, ferita, spaventata ed era passato davvero poco tempo, non si era mai ripresa da quei due anni di torture che era stata, nuovamente, buttata dentro a un’altra guerra.
La sua anima provava pietà per quella ragazza, la cui sorte assomigliava molto alla sua, e in più di un’occasione aveva notato delle somiglianze, sarebbe piaciuta anche a Prim, ma in quel momento si ricordò che come lei stava affrontando la guerra anche Tris lo stava facendo e sperò che Gale si prendesse cura di lei, che le impedisse di morire.
 
-Proviamo qua dentro.- sussurrò Peeta, precedendola lungo il corridoio e avvicinandosi alla porta.
Katniss la osservò, era una porta di legno massiccio, ma nell’ombra del corridoio poco illuminato sembrava tinta di rosso sangue, ebbe un brivido leggero ma lo scacciò; annuì al suo ragazzo, che diede un calcio alla porta, la quale si aprì sbattendo contro il muro.
 
-Metti le mani in alto!- urlò al ragazzo, che trovò al suo interno.
Lui si voltò, alzò le mani e la guardò; era alto, con i capelli neri e il viso magro, indossava un camice da laboratorio anche se stava armeggiando con un computer non troppo distante da lui.
-Mi chiedevo quando sareste arrivati.- disse, guardando entrambi.
-Chi sei tu?-
-Mi chiamo Thomas, e come potete immaginare lavoro per David.-
 
Katniss continuò a puntargli la freccia contro il petto anche se con lo sguardo osservò la stanza, non era poi così grade, il tavolo al centro occupava quasi tutta la sua totalità, assieme a tutte le attrezzature mediche che vi erano sopra di esso.
 
-Se vi chiedete che cosa ci faccia io qui, potete anche chiederlo.-
-Risponderai alle nostre domande?- chiese Peeta, colpito da quella frase.
-Sì.-
-Perché?-
-Perché da quando Tris è scappata, non meno di qualche settimana fa, sapevo che sarebbe finita in questo modo.-
-Quale modo?- lo incalzò Katniss.
-Sapevo che avremo perso, l’ho letto nei suoi occhi quel giorno che mi ha colpito in testa per scappare via.- disse, toccandosela automaticamente, come per ricordare il dolore che aveva provato.
-Qual è il tuo compito?-
-Io e Nina studiavamo il DNA di Tris, lei si concentrava sulle costanti, ed io sulle variabili; non vi nascondo il fatto che io abbia fallito.-
-Cioè?-
-Le sue variabili non sono prevedibili, Tris non si comporta nello scenario della paure nello stesso modo tutte le volte e questo suo cambiamento determina la variabile, ma allo stesso tempo io non sono in grado prevederlo.
David era convinto che bastassero le costanti, che quelle inserite nel logaritmo ci dessero la soluzione al nostro problema; ci abbiamo provato.-
-Ma?-
-Abbiamo fallito, provammo il logaritmo sulla popolazione del Distretto Uno, due volte, la prima volta nessuno risultò essere un candidato mentre la seconda volta i due terzi della popolazione, rispondevano a tutti i requisiti e questo perché non avevamo certezza delle variabili.
Ecco quindi che dovevamo riprendere Tris, anche se io glielo avevo detto, sarebbe stato tutto inutile.-
-Perché?-
-Ai tempi neanche Jeanine riuscì a trovare un siero che potesse fermarla e io dissi la stessa cosa a David, lei non può essere controllata, è una Divergente che risponde a tre Fazioni, questa sua corrispondenza aumenta le variabili, a un tasso così vertiginoso che qualsiasi test sarebbe stato inutile.-
-Ci stai dicendo che lei è speciale.-
-Esattamente, se fosse stata una Divergente qualsiasi o meglio se il test l’avesse assegnata a solo due Fazioni, i risultati sarebbero stati diversi, più attendibili.-
-Ed allora perché sei qui?- chiese, nuovamente Katniss.
-Perché volevo che voi mi trovaste, volevo mettere fine a questo gioco, me ne sono pentito.-
-Eppure David lo hai seguito fino alla fine, nonostante tutto lui ti ha salvato quel giorno al Dipartimento.-
-No, io vengo da Panem, sono un sostenitore di Snow.- sussurrò, sapendo che era la cosa più sbagliata da dire all’ex Ghiandaia Imitatrice, -Credevo negli Hunger Games, credevo che riportandoli la popolazione avrebbe colto il valore della vita ma mi sono ritrovato coinvolto in un gioco più pericoloso.-
-Lo sai vero che sarai sottoposto a un processo?- ringhiò Katniss a denti stretti, cercando di scacciare via la rabbia che provava per Snow.
-Lo so, voglio che sia così. Devo pagare per i miei crimini, ma… Lei è viva? Vi prego, ditemi che David alla fine non l’ha fatto.-
-Cosa?-
-Uccidere Beatrice Prior.-
 
***
 
Gale la strinse tra le braccia e scese di corsa dall’hovercraft dirigendosi verso le scale del tetto dell’ospedale.
-Tris svegliati.-
La scosse leggermente ma non ottenne nessuna risposta, inveì contro se stesso, poiché era già da un po’ di tempo che era svenuta, se non si fosse mosso l’avrebbe persa, sarebbe morta e la colpa sarebbe stata anche sua.
 
Tobias non me lo perdonerà mai, io non me lo perdonerò mai e ci sarà un’altra persona a tenermi sveglio la notte.
 
Scese velocemente le scale per dirigersi all’ottavo piano, col tempo aveva imparato a memoria l’ubicazione di quei reparti e per la prima volta ne fu grato.
-Tris.-
Provò nuovamente a parlare, scansò varie persone lungo il suo tragitto ma lei non gli rispose neanche una volta.
Il sudore aveva ripreso a scendergli lungo la fronte e il suo cuore gli faceva male per via dei battiti troppo veloci, o almeno più del solito, i polmoni invece stavano implodendo per la corsa ma non si sarebbe fermato.
Arrivò al piano e corse verso l’area di accettazione.
-Un Dottore adesso, non mi faccia domande sappiate solo che se qualcuno non arriva entro pochi minuti chiamerò la Paylor in persona.- sibilò verso l’infermiera che lo stava guardando con occhi sbarrati.
Effettivamente sia lui che Tris indossavano ancora la tenuta da guerra, pantaloni neri, giubbotto nero ed armi al seguito.
-Lei è…?-
-Gale Hawthorne e sono uno dei piloti dei Presidente che non esiterò a chiamare se…-
-Forza l’appoggi qui.-
Un medico arrivò velocemente con una barella bianca, le cui lenzuola vennero sporcate velocemente dal sangue di Tris, la sentì mugugnare e una piccola speranza si accese nel cuore del ragazzo.
-In quale divisione eravate? Sono Conforti comunque.- disse, spingendola velocemente dal lato opposto dell’accettazione.
-Quella dell’Arena, ha due ferite di arma da fuoco: una in pancia e l’altra sul petto, contusioni e una ferita da coltello nelle scapole.-
-La porto in sala operatoria.- decretò, senza aggiungere altro.
Gale fece per seguirlo ma il medico lo bloccò, osservò il suo viso: serio e con delle leggere rughe per via dell’età.
-Non può entrare e se non mi muovo sarà tutto inutile, la ragazza morirà.-
-Io…-
 
-Quattro…-
-Tris!- Gale scansò il medico e si avvicinò al suo viso per sentire ancora la sua voce, che gli parve incredibilmente bella e splendida in quel momento così disperato.
-Mi disp… Quattro.- sussurrò, senza aprire gli occhi.
 
Gale sentì le lacrime pronte a uscire, e distolse lo sguardo dando la possibilità al dottore di portala via, non aggiunse altro ma sentì chiaramente il peso di quella situazione sulle spalle, se non l’avesse portata a casa Quattro avrebbe dato a lui la colpa, cosa che avrebbe fatto lo stesso e da solo, se non l’avesse riportata a Chicago non se lo sarebbe mai perdonato.
Istintivamente prese l’auricolare per comunicare con Katniss, premette il tasto di chiamata ma non ottenne nessuna risposta, lo staccò e lo lanciò contro il muro.
-Ho fallito, ancora.-
Si appoggiò contro quest ultimo e scivolò lungo di esso, sentendo il suo corpo così stanco da non riuscire neanche a reggerlo in piedi.
-Non potevi fare altro.-
Haymitch si avvicinò e si abbassò al suo livello, posò una mano sulla spalla del ragazzo e strinse piano.
-Tris doveva chiudere quel capitolo della sua vita, a qualsiasi costo, anche quello di morire.-
-Perché? Ha addirittura spento le sue emozioni! Credi che sia possibile, credi che lo abbia fatto veramente?-
-L’hai guardata negli occhi?- chiese l’uomo.
-Sì.-
-Cos’hai visto?-
-Niente, Haymitch. Io non ho visto niente nei suoi occhi.-
-Ed allora sì Gale, li ha spenti veramente.-
 
-Speriamo che non sia morta invano!- esclamò Johanna, avvicinandosi ai ragazzi.
-Perché sei qui?- domandò Gale, osservando la ragazza, decisamente cambiata da quando l’aveva vista l’ultima volta.
-Faccio le veci di Katniss, dato che lei è ancora in missione. Morirà?- domandò, guardando la porta della sala operatoria chiusa.
-Tris è forte, può farcela se vuole.-
-Cosa intendi con questo?-
-Bisogna vedere se lei vuole essere salvata o se… Preferisce essere distrutta.-
-Quindi dipenderà da lei se restare o meno?-
Haymitch non rispose.
 
***
 
-Le ferite sono due.- esclamò il dottore alla sua equipe, sistemò i guanti ed osservò la paziente.
-La pallottola che l’ha colpita alla pancia è uscita, quindi quella che occuperà la nostra totale attenzione sarà quella al petto.
Teresa voglio che inizi a suturare la pancia, la terza ferita è sulle scapole ma è da arma da taglio, dovremo girarla solo dopo.-
 
Guardò Tris ed osservò il buco sul suo petto, cercando di analizzare al meglio la situazione quando un bip improvviso, proveniente da una delle macchine lo mise in allarma.
-Il polmone.- sussurrò, corse a controllare la macchina in questione e notò il battito cardiaco in discesa.
-Ha il polmone perforato, dobbiamo intubarla e rimuovere la pallottola, vorrà dire aprila! Forza non abbiamo un momento da perdere!- urlò, senza alcun ritegno.
L’avrebbe salvata a qualsiasi costo.
 
***
 
Tobias guardò la luna ormai alta nel cielo ma non riuscì a scacciare quella terribile sensazione che ormai da ore provava sulla sua pelle, ed in fondo sapeva che riguardava Tris.
Tutta la sua vita riguardava lei, ormai.
Anche quando era solo un Abnegante succube di Marcus, l’aveva vista al funerale di sua madre eppure non ci aveva fatto caso, il dolore e l’odio in quel momento gli bastavano ma solo dopo che aveva scelto gli Intrepidi, si era reso conto che non erano sufficienti.
Negli appuntamenti aveva sempre fatto schifo, ma quando l’aveva vista saltare per prima, qualcosa era cambiato, come se tutta la sua vita si fosse incentrata in quel momento, sul suo arrivo.
E Tris non aveva chiesto il permesso, lei era entrata nella sua vita in modo silenzioso, senza preoccuparsi dei suoi sentimenti, senza rendersi conto che stava mettendo sotto sopra il poco ordine che era riuscito a darsi dopo anni di prigionia.
-Beatrice.-
Non l’aveva mai chiamata in quel modo, neanche dopo che lui gli aveva confidato il suo vero nome eppure in quel momento sentì in gola il sapore del rimpianto, aveva un bel nome la sua Tris e lui non l’aveva chiamata in quel modo neanche una volta, perché qualche piccola parte di lui gli stava urlando che non ne avrebbe più avuto l’occasione.
Ecco perché aveva provato quella sensazione, la stessa di due anni fa quando era tornato al Dipartimento e l’aveva trovata su un tavolo dell’obitorio morta, o meglio assopita.
Quel brivido freddo lungo la schiena che gli stava urlando che lei era in pericolo ma che lui non avrebbe potuto fare niente per aiutarla, di nuovo.
Cacciò indietro le lacrime e osservò di nuovo il tablet, poggiato sul letto.
Quelle parole di addio le aveva imparate a memoria ma sperò di sbagliarsi, sperò di poterla rivedere ancora, in quanto aveva deciso che per quella volta non si sarebbe arreso.
Avrebbe sperato.
-Torna.- sussurrò di nuovo e ci credette veramente.
 
***
 
Katniss scese dall’hovercraft e s’incamminò con Peeta e Thomas lungo il tetto dell’ex residenza di Snow, per trasportare il prigioniero direttamente dal Presidente.
Attraversano i corridoi e il viso preoccupato della Paylor gli apparve dopo poco tempo.
-Posso desumerne che l’attacco è andato bene.-
-Sì, la fabbrica è stata svuotata, i rivoluzionari catturati e le attrezzature confiscate. Questo qui, si chiama Thomas, si è consegnato e ha già risposto a molte delle nostre domande ma ho preferito portarlo qua da lei, invece che in carcere.-
-Abbiamo pensato che forse lei stessa avrebbe voluto ascoltare la sua storia.- disse Peeta, avanzando con il ragazzo.
-Avete fatto bene.-
-Presidente… L’Arena?- domandò la ragazza, torturandosi le mani.
Quello era stato il suo pensiero fisso da quando avevano preso Thomas ed ordinato al resto del gruppo di ripulire tutto, aveva atteso tre ore piene per essere informata.
-Katniss… L’Arena è stata distrutta, ovviamente prima sono stati catturati tutti i rivoluzionari che erano al suo interno…-
-Ma? Lo so che c’è un ma in tutto questo.- sussurrò, sentendo il cuore rallentare i suoi battiti in vista della brutta notizia.
-Gale ha fatto rapporto, Tris è corsa fuori dall’hovercraft senza aspettarlo, quando l’ha raggiunta stava lottando contro Nina, David le ha sparato alla pancia, e quando lui stava per intervenire, Tris lo ha messo fuori combattimento e…-
-E?- domandò Peeta, in attesa e in ansia quanto lei.
-Lei ha ucciso David ma prima lui le ha sparato al petto… Si trova ancora in sala operatoria.- concluse, abbassando lo sguardo.
 
La Ghiandaia Imitatrice sentì il cuore perdere un battito e poté anche immaginare il suo colorito scomparire lentamente, le parole della Paylor le si erano bloccate in testa, non sarebbe mai riuscita a scacciarle e provò anche lo stesso senso di colpa che aveva provato con Prim.
Non era riuscito a salvarla.
-Devo andare.- disse, guardò Peeta, il quale annuì.
Sapeva che l’avrebbe raggiunta appena Thomas fosse stato messo sotto chiave dalle guardie, ma in quel momento non l’avrebbe aspettato, Tris aveva la precedenza.
Così corse fuori dall’ufficio e si diresse verso l’ospedale, sperando con tutta se stessa che non fosse tardi, che ci fosse ancora speranza per lei.
Per quella ragazza che gli aveva cambiato la vita, per quell’intrepida che gli aveva insegnato a credere in se stessa e a debellare la paura, per quell’Abnegante che le aveva insegnato l’altruismo e a saper perdonare, per Tris che ancora non aveva vissuto la sua vita, per Beatrice che doveva ritardare assolutamente la visita ai suoi genitori, per un altro po’ di tempo.
 
***
“Tris?”

“Tris rispondimi.”

“Tris ci stanno salvando?”
O ci stanno distruggendo?
“Perché dici così? Il medico potrebbe curare le nostre ferite, potrebbe darci una seconda possibilità.
Potremmo restare.”
Una terza, coscienza. Noi siamo già morte, non credo di voler restare.
“Che ti prende? Non vuoi tornare da lui?”
Credevo di poter raggiungere la pace.
“La pace? Tris la fine di una guerra non deve essere per forza accompagnata a una morte. Non dobbiamo per forza morire.”
E tu che ne sai? Quella volta credevo di averla vista, mia madre, credevo di aver finito… Eppure sono tornata a concludere una seconda missione.
“Questa volta l’hai vista?”
No.
“Non riesci a capirlo, vero?”
Cosa dovrei capire?
“Non è il tuo momento, non devi morire per forza; non dobbiamo essere le martiri di ogni guerra: possiamo salvarci, possiamo ottenere la redenzione anche da vive.”
Non credo più in queste cose, la mia anima è distrutta, la nostra lo è, non dovresti illudermi.
“Quindi tu non ti vuoi svegliare? Non vuoi tornare a Chicago da Tobias e ricominciare? Non vuoi restare?”
Non so più cosa voglio.
“Se vuoi possiamo morire, lo sai vero? Possiamo decidere di non svegliarci più e di dire basta con la vita, possiamo dire addio a tutti, devi solo dirmelo ed io lo farò: ti strapperò dall’infelicità, una volta per sempre.”
Io… Io… Non…
“Puoi ancora aprire gli occhi e decidere di vivere di nuovo, però dovrai convivere col rimpianto delle tue azioni, dovrai convivere con la tua vecchia vita… Ne sarai capace Tris? Potrai sopportare il dolore, il rimpianto, la solitudine, la rabbia e le cinquanta sfumature?”
Io…



∞Angolo dell'Autrice: Buon pomeriggio a tutte, oggi qua a Messina c'è una giornata bellissima e finalmente mi è anche passata la gastrite, mi sento nuova di zecca insomma *_* Un pò come questo capitolo.
Tris si trova davanti a una scelta: restare o no.
Lei e la sua coscienza si trovano davanti a una biforcazione, dove ognuno vorrebbe prendere strade diverse, cosa decideranno di fare? Riusciranno a sopportare il peso del dolore ed andare avanti o verrebbero schiacciate?
Katniss e Gale si sentono in colpa per quello che è successo, sperano di poterla vedere, ma avremo maggiori chiarimenti nel capitolo di domenica.
Spero di risentire tutti, perchè è sempre grazie a voi che la storia va avanti, soprattutto è grazie a voi che è arrivata a questo punto.
Vi chiedevo delle drabble perchè ho un piccolo progetto per i nostri protagonisti post-conclusione ^^
Adesso vi lascio allo spoiler:



-Girati.- gli disse, senza aggiungere altro.
Tobias lo fece, ed appena i suoi occhi si posarono sulla navicella, il suo cuore iniziò a pompare sangue più velocemente, lo sentì battere forte quasi da fargli male.
-Tris.- sussurrò, e senza attendere oltre si alzò dalla sedia e corse fuori.

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: _Giuls17_