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Autore: KikiShadow93    16/04/2015    10 recensioni
Durante una tranquilla giornata di navigazione, Barbabianca e la sua famiglia trovano qualcosa di incredibile in mare: una bambina, di cui però ignorano la vera natura.
Decidono di tenerla, di crescerla in mezzo a loro, ovviamente inconsapevoli delle complicazioni che questa scelta porterà, in particolar modo per l'arrogante Fenice.
Genere: Generale, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Marco, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un'allegra combriccola di mostri.'
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Ogni uomo, almeno una volta nella vita, ha sognato di svegliarsi circondato da due bellissime donne... e questo è proprio ciò che è successo a Marco.
Certo, una gli ha sommerso il viso con i propri capelli per tutta la notte e non c'è stato verso neanche di infilarle una mano sotto la canottiera, mentre l'altra ha neanche due mesi di vita, è alta un metro e quindici centimetri e scalcia come un mulo, oltre che sbavare come un cane davanti ad una bistecca bella condita.
Ok, forse non è esattamente la visione erotica che aveva sognato più di una volta, ma può accontentarsi: Akemi dorme placidamente al suo fianco, accucciata contro di lui, serena e indifesa proprio come piace a lui, e Angelica gli dorme in braccio, la testolina bionda sul petto e una manina impigliata tra i suoi capelli.
Guarda le due giovani donnine con orgoglio, carezzando la testa della più piccola e stringendo a sé la maggiore, fiero come non mai della famiglia che è riuscito a crearsi.
Filippo, le cui ali stanno cominciando a finalmente a svilupparsi, trotta goffamente sul grande letto che la piccola famiglia condivide e si accuccia sul petto di quello che, ormai ufficialmente, è suo padre, e si appisola velocemente su di lui, cullato dal battito calmo e ritmico del suo cuore.
Marco li guarda tutti e tre e si sente incredibilmente felice, come ormai accade ogni mattina da due mesi a questa parte.
Ma questo è decisamente un giorno speciale, un giorno da tutti atteso e programmato nei minimi dettagli, e sa bene che proprio loro, la nuova piccola famiglia Reale, non può far tardi a tale evento. In fondo hanno dormito fino a mezzogiorno e mezzo, quindi può anche azzardarsi a svegliarle.
Con delicatezza scuote per una spalla la non-compagna, sorridendole mentre apre lentamente le palpebre e si stiracchia come una gattina, e il suo cuore si scioglie quando la vede svegliare la loro bambina con un tenero bacio sulla fronte.
«Svegliati, amore mio...»
La piccola Angelica sbatte lentamente le lunghe ciglia, adattando gli occhioni chiari alla luce che filtra dalle tende. Abbraccia il suo papà, stringendosi a lui come se avesse paura di perderlo, per poi dargli un fugace bacio sulla guancia ispida e saltare giù dal letto, già pronta a correre da tutte le parti e giocare con i coetanei.
Sente, seppur ovattate, le urla dei due giovani zii che protestano contro la madre per i vestiti che sono stati scelti per loro e subito il suo visetto si illumina.
Salta di nuovo sul letto, un sorriso brillante in volto, afferra la madre per un braccio e la trascina giù, contenta ed eccitata.
«Dobbiamo farci belle, mamma!» urla con voce acuta, lasciando a Filippo il tempo di raggiungerla.
Marco, seppur controvoglia, si alza a sua volta dal letto e si avvicina alle donne della sua vita, passando una mano sulla testolina scompigliata della figlia e sorridendo ad Akemi.
«Non metteteci troppo.» si raccomanda con tono gentile, sapendo bene che quelle sono parole buttate al vento.
Prima che possa uscire per andare da un più che elettrizzato e terrorizzato Satch, Angelica lo afferra per un polso e, seppur a fatica, lo spinge tra le braccia della madre. Sa bene che non stanno insieme, che stanno vicini l'uno all'altra solo per lei, ma come ogni altra piccola principessina sogna un mondo fatato in cui la sua famiglia si ama e lo dimostra anche di fronte a lei.
«Bacino!» cinguetta contenta, facendo sbuffare i due genitori, ancora non del tutto pronti a riprendere una relazione stabile. Certo, qualche fugace bacio c'è stato, ma è sempre seguito un lieve imbarazzo. In fondo, hanno combinato un casino dall'inizio alla fine.
Akemi decide di accontentare in parte l'adorata figlia e bacia sulla guancia Marco, che le sorride grato. In realtà vorrebbe baciarlo sul serio, mostrargli quanto l'amore che prova per lui è ancora ardente e divampante, ma hanno saggiamente deciso di rispettare i tempi l'uno dell'altra e di ritrovarsi a metà strada. Solo allora potranno essere davvero una coppia.
Angelica, con la piccola boccuccia rosea piegata in una smorfia, scrolla le spalle e, costretta ad accontentarsi, solleva delicatamente Filippo, il suo adorato fratello maggiore, e corre nella stanza armadio, decisa ad indossare il bellissimo abito che nonna Astrid ha fatto preparare a posta per lei.
«Fai in modo che non compia sciocchezze, mi raccomando.» afferma seria in volto Akemi, lasciando che Marco le cinga la vita con un braccio.
«Sarà tutto perfetto, proprio come è stato programmato dalla dittatrice!» ridono entrambi a quella battuta e subito dopo Marco esce da quella caotica stanza, invasa da giocattoli e vestiti, pronto ad andare a cambiarsi a sua volta.
In fondo, per uno dei suoi migliori amici può anche fare l'immane sforzo di indossare un paio di pantaloni neri e una camicia. Magari anche la giacca e la cravatta, se Angelica sarà abbastanza convincente!

Sulla spiaggia di Helheimr, intanto, tutti sono profondamente indaffarati già dal sorgere del Sole. Vogliono che ogni cosa sia al proprio posto, che tutto sia perfetto, che la serenità regni sovrana sull'isola dopo i devastanti eventi recenti.
Fenrir, elegantissimo in un abito grigio scuro, aiuta chi può a sistemare fiori e altre decorazioni, mentre i figli, ormai forti giovani uomini pronti a spiccare il volo da un momento all'altro, si occupano della musica scelta da Silly, che si è dovuta spaccare la schiena per organizzare il tutto.
A ricevere gli ospiti, ovvero gli alleati di Barbabianca, ci penseranno il capitano stesso e Týr, entusiasta all'idea di conoscerli. All'inizio gli era stato negato categoricamente, ma gli sono bastati due discorsi decisamente convincenti e un paio di minacce per ottenere ciò che voleva, e adesso sta in piedi all'imboccatura del porto, fiero e magnifico in uno splendido abito di alta sartoria con pantaloni e giacca blu scuro, intonati ai suoi occhi glaciali, e una fresca camicia bianca lasciata un poco aperta.
Per motivi di sicurezza, Fenrir ha preferito recapitare l'invito solo ai capitani delle ciurme, così da evitare un sovraffollamento e un probabile scontro tra le due fazioni. In fondo dopo il calar del sole gli alcolici cominceranno a girare abbastanza copiosamente e una reazione violenta contro un estraneo non sarebbe una grande sorpresa. Meglio quindi limitare le possibili vittime, così da poterle tenere più facilmente sotto sorveglianza.
Barbabianca, seppur a malincuore, ha accettato questo compromesso e l'ha riferito agli uomini che ha mandato assieme ad un immortale per invitarli e adesso, sotto il tiepido sole del primo pomeriggio, aspetta impaziente di vedere arrivare le piccole imbarcazioni che sono state mandate a cercarli. I corvi sono già tornati da un paio d'ore, quindi manca davvero poco al loro incontro.
Con Týr si è accordato di non raccontare niente, di lasciare che vedano e si accontentino di poter immaginare, ma niente di più. È già un miracolo che abbiano accettato di farli entrare ad Helheimr, raccontare loro tutto sarebbe davvero troppo.
I due uomini rimangono fermi ad attendere, i corvi si riposano vicino a loro. Nel porto non c'è assolutamente nessuno: loro, i corvi e i tre cani di Týr.
«Sei emozionato?» domanda di punto in bianco l'antico vampiro, giusto per passare quegli ultimi istanti senza quel pesante silenzio a gravargli sulle spalle.
«Mio figlio si sposa. Tu che dici?» risponde ironico il pirata, senza neanche voltarsi. Vuole assicurarsi che i suoi alleati non abbiano riscontrato problemi durante il viaggio, che gli immortali che sono andati a prenderli non abbiano compiuto sciocchezze.
«Mimì è mia figlia, eppure non sono su di giri.» afferma con noncuranza il vampiro, facendo spallucce. Aguzzando lo sguardo vede le sagome delle piccole imbarcazioni spuntare all'orizzonte e un sorriso gli increspa le labbra: «Stanno arrivando.»
Tempo poco più di venti minuti e trentaquattro piccole imbarcazioni vengono ormeggiate al porto, precedentemente sgombrato dalle enormi navi che gli immortali hanno collezionato nei secoli.
Bay, Squardo, Doma, Lamba, i fratelli Decalvan e gli altri capitani sbarcano incerti, puntando quasi simultaneamente gli occhi sull'imponente capitano, fierissimo nel suo smoking, e sull'uomo al suo fianco, chiedendo silenziosamente una spiegazione. Agli uomini che erano stati mandati a chiamarli, infatti, era stato dato il categorico ordine di non dire per quale ragione dovessero accorrere così velocemente, solo che si trattava di una cosa molto importante.
«In perfetto orario!» urla contento Týr, carezzando distrattamente la testa di Frigga, che pare giovare particolarmente delle cure medicinali a cui viene sottoposta ogni giorno dal suo adorato padrone.
«Astrid ne sarà entusiasta.» aggiunge subito dopo, facendo saettare gli occhietti vispi su ogni pirata. Si sofferma in particolare su Bay, rivale di vecchia data di sua figlia, e non riesce a trattenere un ghigno divertito.
Si abbassa al livello di Bucefalo, carezzandogli il muso deforme con delicatezza «Sarà più divertente del previsto!» bisbiglia divertito, facendo latrare la bestia.
Newgate cerca di attirare la sua attenzione schiarendosi più volte la gola, finché questi si alza di nuovo e fa un cenno elegante con il braccio di proseguire.
«Illustri ospiti, sono lieto di darvi il mio benvenuto ad Helheimr» annuncia con voce ferma e potente, molto teatrale «Vi sarei grato se non vi scomponeste o faceste battute di cattivo gusto quando vedrete chi risiede su quest'isola, e vi sarei ancor più grato se non raccontaste niente a nessuno.»
I vari capitani, dopo un segno di assenso dall'Imperatore Bianco, lo seguono e si guardano attorno con aria circospetta, trovando un assai poco velata minaccia nelle parole dell'eccentrico uomo dagli occhi di ghiaccio. Anche se non lo ha detto a parole, a tutti loro è parso di capire dal tono che se oseranno aprire bocca ci saranno delle conseguenze. Dopo l'occhiata che hanno rivolto al padre, in cui hanno trovato la conferma alle loro supposizioni, non possono far altro che domandarsi dove diavolo siano stati condotti con tanta urgenza e perché.
Camminano in silenzio per quella candida spiaggia addobbata a festa: delicati fiori bianchi sono stati disseminati un po' ovunque, una soave melodia si propaga in aria, rilassandoli un poco.
Ad un tratto, è Doma a prendere la parola e a chiedere quello che tutti si stanno domandando: «Perché ci hai fatti venire qui?» domanda con voce ferma, bloccandosi in mezzo alla spiaggia.
Gli altri capitani fanno lo stesso, tenendo la guardia alta. Non hanno visto nessuno dei suoi, non hanno ricevuto alcuna informazione e hanno dovuto lasciare le proprie ciurme per un qualcosa che non riescono a capire.
Al fianco dell'imponente capitano fa il suo arrivo Astrid, fasciata in un abito crema con scollo profondo e maxi gonna plissettata, completato da una cintura a vita alta in pelle nera, i capelli elegantemente raccolti a corona con ispirazione rinascimentale. Regale, impeccabile, senza un ciuffo fuori posto. La bocca è esaltata da un rosso brillante steso ad arte, il viso è scolpito dal blush che sottolinea i suoi zigomi e lo sguardo è delineato da un tratto di eyeliner nero e illuminato da un ombretto caldo metallizzato.
I vari alleati di Barbabianca rimangono estasiati da tale visione, incantati da quel caldo sorriso che rivolge a tutti loro.
«Sono lieta che siate riusciti ad arrivare in tempo.» la bionda immortale punta gli occhi su Bay, scrutandola in ogni dettaglio, e giunge velocemente alla conclusione che dovrà tenerla sotto tiro per evitare che la figlia o Killian provino a decapitarla quando tutti saranno distratti.
Volta poi il capo verso Newgate, passandogli delicata una mano sull'ampio torace: «Stai veramente benissimo.»
Barbabianca ormai ha imparato a conoscere la donna che ha di fronte e non si lascia più abbindolare dai suoi complimenti, talvolta detti giusto per dar aria alla bocca. Le sorride cordiale giusto per educazione e sposta velocemente lo sguardo sulla neo-figlia adottiva che sta venendo verso di loro a testa china.
«Qualcosa non va, Silly?» domanda Astrid, pronta a spaccare la testa a chiunque abbia osato rovinare una qualsiasi cosa, anche la più insignificante.
La licantropa, fasciata in un abito verde e oro drappeggiato in seta con corpetto stretto, si sistema il grosso elastico ornato con un fiore chiaro sulla sommità della perfetta treccia a lisca di pesce, sbuffando innervosita.
«Mimì ha dovuto fare la stronza.» borbotta rattristata, voltando di scatto la testa quando Ace la sorprende alle spalle e le bacia una spalla, notando nei suoi occhi la stessa tristezza che la pervade.
«Sarebbe a dire?» domanda Astrid, non riuscendo a comprendere cosa possa deprimere quei due, generalmente sempre più che allegri.
«Ha trovato le riviste porno di Satch e le ha bruciate tutte quante.» spiega rammaricato Ace, mentre Silly annuisce lievemente. Le piacevano quelle riviste, aveva trovato cose interessanti e trovato pure degli spunti per sorprendere il focoso compagno. Ora è tutto ridotto ad un cumulo di cenere.
«Tranquilla, Silly: sulla nave ne troverai quante ne vuoi!»
Silly sorride felice nell'udire la voce allegra di Vista, e subito prende la rincorsa per saltargli in collo e abbracciarlo forte. Spera di poter entrare o nella sua divisione o in quella di Rakuyo, ma per quello dovrà aspettare la fine della cerimonia, quando tutto sarà ufficializzato.
I vari alleati di Barbabianca, nel frattempo, continuano a guardarsi attorno con aria confusa, non riuscendo davvero a capire perché si trovino su questa strana isola e per quale motivo quella donna dagli splendenti capelli biondi punti con tanta insistenza Bay. Non capiscono un sacco di cose, ma dall'occhiata glaciale che ricevono da Barbabianca pensano che, forse, forse, è bene tacere e scoprire una cosa per volta. In fondo si fidano ciecamente di lui, perché mai preoccuparsi?
Ace e Vista, notato l'imbarazzo e la difficoltà in cui si trovano gli amici, gli vanno volentieri incontro, accettando di buon cuore le prese in giro per i loro eccentrici e sin troppo eleganti abbigliamenti. In particolar modo si stupiscono di vedere la ribelle chioma corvina di Ace perfettamente pettinata all'indietro, cosa che gli conferisce un'aria molto più matura ed affascinante.
«Ragazzi: ho un problema.»
Tutti si voltano verso Marco, vestito di tutto punto come sono stati costretti a fare pure gli altri. Cammina veloce, guardandosi attorno con attenzione.
«Pie non si trova?» domanda apprensivo Newgate, consapevole di quanto filo da torcere sia in grado di dare la piccola e dolce Angelica. Týr, per sottolineare il suo lato dolce e anche per prendere in giro il suo appetito disumano quando si tratta di torte, l'ha soprannominata recentemente Pie, e a tutti, lei compresa, è piaciuto. Più breve, incisivo... più suo.
Marco non risponde neanche. Tiene gli occhi fissi su Akemi, elegantissima in un abito in satin grigio arricchito da perle e strass, con le spalle scoperte e una profonda scollatura sulla schiena. In testa ha una via di mezzo tra una banana spettinata e una cresta a prova di gravità, con base tiratissima; ha trasformato la classica treccia in un'inedita cresta punk.
«Sei una madre di merda!» le urla contro, reso furioso dal fatto che abbia perso tanto tempo a farsi quell'acconciatura piuttosto che stare dietro alla figlia.
Certo, è furioso, ma le salterebbe comunque addosso. E questo Akemi lo sa, lo sente dall'odore che emana, e proprio per questo gli si avvicina lenta, come un predatore che ha messo alle strette l'ambita preda. Gli passa lentamente le mani sul petto fasciato da una sottile camicia bianca, facendole scendere fino all'orlo dei pantaloni. Avvicina il viso malizioso al suo orecchio e, dopo averlo sfiorato con le labbra peccaminose, sussurra ironica: «Tu sapresti dirmi dov'è?»
Marco, in tutta risposta, l'afferra con forza per le spalle e la scuote con forza, facendola ridere forte, come se tutti i loro problemi non esistessero, come se fossero la solita dolce e bizzarra coppia di diversi mesi prima.
«Credo di sapere dov'è.» commenta Týr, voltando un poco il capo verso la florida vegetazione alle sue spalle. Sente chiaramente l'odore intenso e pungente di lupo e quello più delicato della pelle della piccola.
Da un secondo all'altro gli alleati di Barbabianca si vedono spuntare un enorme lupo nero, che trotta allegro sulla sabbia bianca emettendo versi per loro incomprensibili. Al suo seguito, veloce ed un poco goffa, Angelica gli corre in contro, saltando per potersi appendere al suo collo. Essendo troppo grosso per le sue braccia, però, si trova costretta ad afferrare la folta pelliccia del mannaro, che di conseguenza la sbalza lontano sulla sabbia.
«Floki!» tuona Astrid, puntando le mani sui fianchi «Dovresti essere già pronto da un pezzo! Vai immediatamente a cambiarti!»
Il principe rotea gli occhi al cielo, latrando nervoso, e in barba agli ordini della madre trotta verso la sorella, pavoneggiandosi della sua considerevole mole. Sia lui che il gemello, infatti, sono riusciti a mutare poco meno di un mese prima, dando subito prova di uno spiccato talento per la caccia e una forza considerevole, già pari, se non superiore, a quella di licantropi secolari.
Angelica, primadonna come poche, si alza fulminea da terra e si spolvera il vestitino color panna, correndo subito dopo verso la folla.
I vari capitani guardano la scena con gli occhi sgranati al massimo e la bocca dischiusa, non riuscendo né a capacitarsi del fatto che Akemi sia stata chiamata “madre” né del fatto che una bambina stesse giocando con una bestia di quelle dimensioni.
«Nonno!» corre veloce Angelica, stando ben attenta a non inciampare nei propri piedi, dirigendosi verso l'imponente Imperatore che, con un dolce sorriso in volto, si abbassa per poterla abbracciare. Pure questo dettaglio sconvolge non poco gli alleati, che però non osano chiedere spiegazioni tanto sono sconcertati.
Newgate si carica la bambina in braccio, lasciandosi baciare su una guancia e stringere dalle sue esili ma forti braccia.
«Ho fatto una cosa per te!»
Angelica sa bene come rigirarsi le persone, pure il grande Edward Newgate: le basta sfilare un foglio stropicciato dal corpetto del vestitino su cui ha rappresentato in modo confuso loro due che si abbracciano su uno sfondo di cuoricini rosa per farlo sciogliere come neve al sole.
L'anziano capitano la stringe ulteriormente a sé, intascandosi il disegno della nipotina per poterlo conservare come ha fatto con quelli di Akemi.
L'unico a non essere per niente commosso da questo dolce gesto è Týr, che osserva il tenero duo con astio. Già di per sé è una creatura egocentrica ed egoista oltre ogni limite, se poi sua nipote riempie di attenzioni il falso nonno anziché lui la situazione potrebbe davvero degenerare. Fortuna che Angelica è capace di rabbonire pure lui: si libera con grazia dalle braccia di Barbabianca per poter così scivolare tra quelle del vampiro, che stringe e sbaciucchia il più possibile.
«Ma come si venderà bene la mia nipotina?!»
L'attenzione dei presenti, anche quella degli shockatissimi capitani, si sposta su un'elegante Halta, che indossa un completo formato da bomber ricamato con motivi orientali e gonna al ginocchio, entrambi blu elettrico. Sorride raggiante alla piccola principessina che le fa la linguaccia e subito dopo le apre le braccia, pronta ad essere travolta.
«Týr, Mimì chiede di te.» lo informa con noncuranza, lasciando che la bambina le scompigli un poco i capelli legati in un'ordinato chignon.
Il vampiro, ancora offeso dall'atteggiamento della bimba, gira sui tacchi e si dirige con passo svelto verso il grande tendone dove si sta preparando la sposa, lasciando i presenti in un silenzio imbarazzante.
«Immagino che vi starete chiedendo un sacco di cose.» sentenzia con ovvietà Barbabianca, trattenendo un sorriso di scherno di fronte alle loro espressioni che vanno oltre lo sconcertato.
I capitani annuiscono piano, tenendo sempre gli occhi puntati sull'enorme bestia che si lascia accarezzare da Akemi e sulla bambina che si è liberata dalla presa di Halta per correre tra le braccia di Marco, che la tiene con delicatezza poggiata su un fianco.
«Siete stati convocati su questa particolare isola per un evento molto speciale: il matrimonio di vostro fratello Satch.»
Un “cosa?!” generale parte in automatico a tutti quanti, suscitando l'ilarità dei presenti.
«Già, il caro Satch ha deciso di mettersi la catena al collo!» scherza Ace, che in realtà è fiero del fratello e gli augura ogni bene. Ha dovuto faticare parecchio per restare serio quando l'ha visto alle prese con il completo che gli è stato fatto, ma alla fine è riuscito a rimanere serio e a fargli semplicemente le congratulazioni... e le condoglianze per le riviste andate perdute.
«Papà, chi sono queste persone?» domanda curiosa la piccola Angelica, osservando timidamente i vari pirati che adesso guardano con insistenza lei.
«“Papà”?» sottolinea scettico Doma, guardando ad intervalli il trio stretto in una specie di abbraccio. Per quanto ne sapeva la ragazza era davvero molto giovane, era single e poi era anche morta.
Alza le mani in segno di resa, scuotendo la testa: «Ok, non voglio sapere i dettagli. Sono sicuro che rimarrei traumatizzato a vita!» scherza subito dopo, avvicinandosi al piccolo nucleo familiare.
Bay è rimasta totalmente pietrificata: aveva sì capito che con Marco la questione era chiusa, che sicuramente c'era un'altra donna nella sua vita, ma non poteva proprio immaginare che sarebbe stata quella mocciosa dai modi violenti; tanto meno avrebbe immaginato che avrebbero messo su famiglia così velocemente!
«Credetemi, è una storia davvero lunga e a voi non interessa!» esclama Vista, giusto per evitare che facciano troppe domande. È già un miracolo che Fenrir abbia accordato loro lo sbarco, meglio non tirare troppo la corda.
Seppur controvoglia, annuiscono e si fanno andar bene le parole del Comandante, per poi cominciare a seguirli con passo calmo verso il fitto della vegetazione.
Di tanto in tanto continuano a lanciare occhiate curiose alla bambina che si è comodamente accoccolata tra le braccia della Fenice, ma ben presto la loro più completa attenzione viene magnetizzata da creature mostruose che passeggiano tranquille vicino a loro.
Bestie enormi, deformi, talvolta ricoperte di peluria, con brutti musi, zanne e artigli. Creature da incubo, i peggiori mostri di cui sentivano parlare da bambini quando gli adulti volevano spaventarli.
Creature da incubo, che però mostrano un atteggiamento incredibilmente tenero con la propria mostruosa prole. Un Wendigo, per esempio, si è seduto su una roccia per suonare il flauto ai propri piccoli. Un altro esempio, invece, lo dà un Beholder che intrattiene molti piccoli giocando con loro a nascondino.
I capitani vorrebbero chiedere spiegazioni, lo vorrebbero con tutto il cuore, ma l'occhiataccia di Ace e il suo segno di tacere li trattiene.
Per il resto del viaggio non ci sono eventi di rilievo, se non qualche mancato infarto di fronte a creature mastodontiche e dall'aspetto tutt'altro che amichevole.
«Dove siamo finiti?» gracchia Squardo, con la voce rauca per il freddo che ha dovuto subire durante il viaggio e dal disuso.
«Nel posto giusto.» gli risponde allegra Silly, ricominciando a trotterellare da una parte all'altra per intrattenere gli ospiti a lei già ben noti, oltremodo felici per i vari eventi di quella lunga giornata.
Dopo un lungo tragitto attraverso piccoli sentieri costruiti con piccoli sassi bianchi e lisci, appena illuminati dai flebili raggi di Sole che riescono a trapassare la cortina di foglie che li sovrasta, giungono finalmente nel fitto del bosco, dove è stata allestita l'intera cerimonia.
Il bosco è un luogo idilliaco che crea un'opportunità unica per sposarsi in mezzo alla natura. Sposarsi in un luogo del genere è come vivere il momento più bello della vita in un ambiente incantato, intimo ed in esclusiva. Sembra di essere il protagonista di una favola, di quelle che iniziano con la famosa frase “c'era una volta”.
Il tema delle nozze è stato pensato in stile fantasy, con fiori e trecce nei capelli, una damigella a piedi nudi, diversi chandelier appesi agli alberi, creature del bosco disegnate sugli inviti.
I tavoli dove banchetteranno sono in legno grezzo allestiti con tovaglie color verde muschio con applicazioni vegetali e ci sono tronchi che sorreggono dolci decorati con motivi floreali o diventano sottopiatti. I candelabri a forma di rami d’albero fanno da base ad altissime composizioni di viburno, giacinti, delfinie, felci e muschio. In mezzo alla tavolata c'è una torta nuziale di otto piani, con decorazioni composte da perle fondant e da fiori freschi sulle tonalità del bianco, verde acido e avorio.
Ciò che però mozza veramente il fiato è l’allestimento della navata: una nuvola di glicine bianco che ingentilisce un bosco che sembra quasi fatato, cascate di profumati fiori pendenti che fanno da fondale alla cerimonia, un tappeto di petali bianchi per l’incedere della sposa. In fondo alla navata c'è un enorme arco fiorito coperto di fiori bianchi tra cui delphinium e fiori di ciliegio.
Satch, magnifico in un completo verde petrolio, gli accessori in nero e oro, con il suo foulard giallo al collo, continua a camminare avanti e indietro, nervoso come non era mai stato in vita sua.
Gli ospiti sono estasiati dallo spettacolo che gli si apre davanti agli occhi e non sono pochi quelli che vorrebbero raggiungere Satch per fargli le congratulazioni e abbracciarlo, ma il grande Imperatore Bianco intima loro di prendere posto perché ormai sono agli sgoccioli.
Ace e Silly corrono al fianco di Satch, essendo loro i testimoni dell'unione assieme a Hidan, e subito il mannaro chiede loro come se la passa la futura sposa, venendo velocemente tranquillizzato dall'amica.
Barbabianca si porta con fierezza dietro al giovane e coraggioso figlio, poggiandogli una mano sulla spalla e guardandolo con orgoglio. Sarà proprio lui a sposarli, e non potrebbe esserne più felice.
Occorrono circa dieci minuti prima che tutti gli invitati, mostri e umani, prendano posto l'uno di fianco all'altra. La famiglia Reale sta in prima fila e Fenrir fatica abbastanza nel trattenere qualche lacrima di commozione di fronte all'espressione oltremodo felice del giovane pirata. Volta un poco la testa verso Astrid e di slancio la bacia, mentre nella sua mente ricorda il loro matrimonio.
«Ti sposerei altre mille volte.» sussurra sulle sue labbra, facendola sciogliere.
I figli, vicini a loro, si guardano reciprocamente negli occhi e si mettono un dito in gola, fingendo un conato di vomito.
Akemi dà a Floki una gomitata, zittendolo immediatamente. Niente e nessuno interferirà in alcun modo quel giorno, non con la felicità di suo fratello e dell'amica.
Di colpo parte una leggera e dolce melodia, e tutti si voltano per vedere la bella Mimì percorrere la navata a braccetto con Týr.
L’abito della vampira è semplice e ricco al tempo stesso, molto leggero, realizzato in satin in modo da aderire perfettamente alla linea della vampira, con una silhouette a sirena e lungo strascico. La schiena è nuda ed è coperta da una parte centrale in tulle, con cento bottoni a chiudere l’abito e ad arrivare fino in fondo allo strascico, e da un disegno circolare costituito da grandi motivi floreali in pizzo. Le maniche sono lunghe e terminano in preziosi polsini in pizzo. I capelli sono stati tinti di un tenue castano caramello e sono raccolti in modo ordinato, ornati da un piccolo fermaglio di diamanti sulla sommità.
C'è chi non riesce a trattenere le lacrime, chi sorride e chi resta senza parole. Vedere la sposa raggiungere l'altare vestita di bianco suscita sempre grandi reazioni, soprattutto negli sposi. Satch si porta le mani al volto per nascondere il sorriso raggiante e le lacrime di gioia che gli solcano le guance.
Ace, al suo fianco, fa l'occhiolino a Silly e poi dà una leggera gomitata all'amico per intimarlo a ricomporsi, sorridendogli felice.
Quando Týr raggiunge il pirata, affidandogli l'adorata figlia acquisita, lo tira leggermente verso di sé e, con un sorriso evidentemente falso, sussurra: «Tu falle del male e io ti sventro come una pecora.»
Satch gli sorride felice e aiuta la ragazza a mettersi al suo fianco, tenendole saldamente le mani. Dopo tutti i recenti avvenimenti, ha quasi paura che tutto quello che sta vivendo in questo momento sia solo un sogno. Ha paura di svegliarsi di nuovo in quell'umida e buia cella, alla mercé di Peter, e lì morire come pensava che sarebbe successo.
Mimì pare quasi capirlo e gli stringe piano le mani, sorridendogli timidamente. Vorrebbe baciarlo, stringersi a lui e poi scappare lontano, ma vuole che questa cosa così umana sia perfetta come sognava da ragazzina. Non pensava che avrebbe mai potuto trovare un uomo di cui fidarsi, qualcuno a cui concedersi anima e corpo, e invece adesso sta davanti a lei, fiero e fragile come solo Satch sa essere.
La voce tonante di Barbabianca riporta tutti con i piedi per terra, compresi i due sposi, che adesso ascoltano con attenzione le sue parole, pronti a dire il proprio giuramento al momento opportuno e scambiarsi quelle agognate fedi d'oro bianco che da mesi vorrebbero mettersi.
«Che palle...» commenta a mezza bocca Týr, che i matrimoni proprio non li ha mai potuti sopportare.
Wulfric, al suo fianco, gli tira una forte gomitata nel fianco e lo fulmina con lo sguardo.
«Taci, imbecille.» sibila minaccioso, senza però sortire l'effetto desiderato.
«Andiamo, tu vorresti tutto questo? Tutti questi fronzoli e frasi da smidollati?» insiste il vampiro, facendo roteare gli occhi verso il cielo all'amico.
Sul volto pallido di Wulfric si apre un sorriso malinconico, assai strano su di lui, e subito dopo sussurra: «Se avessi al mio fianco la metà della mia anima mancante, lo farei volentieri. Loro si completano, quindi ora tu stai zitto.»
Sbuffa sonoramente Týr, mettendo il broncio e incrociando le braccia al petto come un bambino capriccioso. Era convinto che almeno il suo migliore amico sarebbe stato d'accordo con lui che quella è solo una pagliacciata senza valore: un capitano pirata a tenere la cerimonia, recitando, tra l'altro, la fatidica frase “finché morte non vi separi”. A conti fatti Mimì è morta da secoli e sta in piedi per qualche maledizione compiuta da una strega più di settemila anni prima, niente di più, quindi è un matrimonio senza valore!
Astrid si sporge leggermente verso di lui, osservandolo con attenzione dritto negli occhi: «Spero con tutto il cuore che un giorno tu trovi qualcuna che ti faccia perdere così la testa, Týr.» sussurra appena, sorridendogli diabolica.
«Nessuno mi metterà una catena!» sibila innervosito dalla piega di quella conversazione, voltandosi di scatto giusto per vedere l'ultima parte di quella che, per lui, è una cerimonia inutile: la cerimonia della luce. In pratica i due sposi usano due candele sottili per accenderne una più grande, simbolo della nuova vita insieme. Solo a questo punto i due si scambiano il primo bacio da sposati, stringendosi l'uno all'altra come se ne valesse della loro stessa vita.
Tutti applaudono e lanciano il riso ai novelli sposi, urlando congratulazioni e auguri di vario genere. Tutti, tranne Angelica, stretta come una piovra dell'amatissimo padre.
«Babbo?»
Marco volta appena il capo, incrociando i suoi grandi e vispi occhioni verdognoli, leggendovi dentro una curiosità infinita.
«Tu e la mamma farete una cosa così?» pigola indecisa, abbassando lo sguardo. Si vergogna a chiedere di queste cose, ma è più forte di lei. E lo è in maniera particolare adesso che ha scoperto che la bella donna dai capelli turchesi era la sua ex “fidanzata”.
«Chissà...» risponde vago il padre, stringendola a sé e mettendole in mano una manciata di candido riso «Lo lanci tu?»
La piccola accetta, lanciando quei piccoli chicchini con forza esagerata proprio contro la donna che un tempo, almeno nella sua mente, aveva il cuore del suo papà.
«Vacci piano, Diabolica.» le sorride la Fenice, scompigliandole i capelli con la mano libera.
Sakura, fasciata in un abito in seta dalla profonda scollatura, con stampa animalier sui toni del turchese e con un'acconciatura raccolta adornata da due treccine, sale sul piccolo palco in legno di ciliegio, pronta a cantare la canzone che la sposa ha scelto.
Si schiarisce piano la voce, guarda con un certo imbarazzo Wulfric, e poi attacca, dolcemente, seguendo le note leggere che si levano in aria: «You're the light, you're the night
You're the color of my blood
You're the cure, you're the pain
You're the only thing I wanna touch
Never knew that it could mean so much, so much
»
I presenti sono come rapiti dalla voce melodica e dal dolce sorriso della vampira. Alcuni ballano, improvvisando coppie, altri preferiscono restare seduti al proprio posto a bere del vino di ottima annata, godendosi semplicemente lo spettacolo.
I due novelli sposi, felici come non erano mai stati, ballano lentamente al centro di quella pista improvvisata, sorridendosi dolcemente l'un l'altra.
La voce di Sakura è come un dolce balsamo per le orecchie e tutti quanti, nessun pirata o immortale escluso, riesce a resisterle, e si ritrovano tutti a guardarla stupiti e rapiti.
«You're the feel, I don't care
Cause I've never been so high
Follow me to the dark
Let me take you past our satellites
You can see the world you brought to life, to life
»
Dopo una brevissima pausa, parte il coro, composto da Arista e Momoko, strette l'una al fianco dell'altra: «So love me like you do, love me like you do
Love me like you do, love me like you do
Touch me like you do, touch me like you do
What are you waiting for?
» Sorride felice, la vampira, ricominciando a cantare quella che, da ora in poi, sarà la loro canzone: «Every inch of your skin is a holy gray I've got to find
Only you can set my heart on fire, on fire
Yeah, I'll let you set the pace
Cause I'm not thinking straight
My head spinning around I can't see clear no more
What are you waiting for?!
»
Arista e Momoko riattaccano a cantare, sorridendo al pubblico entusiasta. Si soffermano soprattutto sulla neo-coppia, felici per loro per aver trovato in questo mondo caotico la parte mancante della loro anima.
«Love me like you do, love me like you do
Love me like you do, love me like you do
Touch me like you do, touch me like you do
What are you waiting for?
»
Dopo la loro breve performance partono uno scroscio di applausi che sembrano non finire più. Sono state eccezionali, romantiche al punto giusto senza cadere nello smielato, riprendendo perfettamente i punti di unioni della bizzarra coppia.
Angelica osserva la folla che si agita sempre di più, euforica, per poi tirare una manica al padre per attirarne l'attenzione che subito riceve.
«Il mio matrimonio sarà più bello di questo!» cinguetta la bambina, mentre si lascia condurre verso la grande torta. Il banchetto verrà dopo per volere di Satch, così come verranno dopo altri dolci di ogni tipo.
«Hai già deciso di sposarti?» domanda ridacchiando Marco, venendo affiancato da Akemi, che gli cinge la vita con le braccia pallide. Gli deposita pure un vaporoso bacio sul collo, che gli fa salire una potente scarica elettrica lungo tutta la spina dorsale, su fino al cervello. Vorrebbe rigirarsi e baciarla con trasporto, ma sa che non è questo che lei vuole. Dopo undici mesi, ormai, ha imparato a conoscerla, a capire quando si sente pronta a fare qualcosa e quando invece qualcosa la mette a disagio, e vuole fare tutto ciò che è in suo potere per evitarle tali situazioni imbarazzanti o vagamente stressanti. Certo, questa protezione si limita soprattutto alla loro “relazione”, il resto sa bene che è capace di risolverselo anche da sola.
«Sì, con Hidan!» cinguetta felice la bambina, puntando i vivaci occhioni nella direzione dell'antico vampiro a cui è stata appena tirata in faccia una fetta di torta. Perché era ovvio che sarebbe finito tutto con una lotta col cibo, fatta di alleanze assurde, persone usate come scudi e quant'altro proprio come sta succedendo adesso. Rakuyo e Kakashi, come era prevedibile, sono in prima linea e brandiscono piatti come scudi e filoni di pane come spade.
Marco segue lo sguardo della figlia e comprende che può stare tranquillo, che Hidan è assolutamente innocuo, che non toccherà mai la sua bambina. Però comincia a prendere anche in considerazione che stanno a bighellonare da troppo tempo ormai, e che è quindi il caso di riprendere il mare prima che alla sua signorina si sviluppino tratti che, in cuor suo, spera non si sviluppino mai.
Adesso so come si sentiva il Babbo riguardo al Rosso, pensa sconsolato, allontanando la figlia dalla vista del vampiro. In fondo, meglio prevenire che curare!


La brezza sfiora leggera, morbida e avvolgente i corpi sopraeccitati dei presenti, incantati ad osservare il tappeto blu, immenso, infinito, dove luccicano, sospese, milioni di stelle. Sentono il rumore del mare, che onda dopo onda scivola verso la riva dolcemente, con lo stesso ritmo, lo stesso passo. Un richiamo irresistibile, per tutti loro.
Il mondo sembra tutto lì, in quel momento notturno di pace. Non ci sono pensieri, non ci sono “cose da fare”.
C’è la notte. E il mare. E il cielo.
Un tale senso di libertà che invade ogni cellula dei loro corpi provati dai vari ostacoli che li hanno intralciati pesantemente.
Non servono le parole, basta guardarsi negli occhi: c’è magia, elettricità, passione.
Astrid, che è riuscita ad evitare il bombardamento di cibo, adesso irrimediabilmente immangiabile, si lascia trascinare un piccolo ceppo d'albero, sulla quale sale fieramente in piedi.
Alcuni continuano a parlottare tra loro, felici e giustamente alticci, non badando a quella bellezza divina che sorride loro con dolcezza.
«Vorrei per un momento la vostra attenzione» annuncia seria, consapevole che presto il patto sarà concluso e che si invischieranno in una faccenda che, tutto sommato, non li riguarda.
«Tutti noi abbiamo passato un anno pieno di avvenimenti, momenti belli e momenti brutti... e tutto ci ha condotto qui, adesso, su questa spiaggia rischiarata dalla Dio Máni, che sempre rasserena il nostro cammino» continua, fiera e dolce al tempo stesso, incantandoli «Ed è qui, adesso, al suo cospetto, che noi vogliamo celebrare un altro evento, non meno importante dell'unione di questi due giovani innamorati.»
I novelli sposi, alticci, stanno seduti l'uno in braccio all'altra, con un espressione così dolce che rischia di farle venire il diabete, motivo per cui distoglie immediatamente lo sguardo.
Dopo averla malamente spinta di sotto, Týr prende il suo posto. Sorride allegro, le mani nelle tasche e il mento alto.
«Il Clan Lothbrook e la potente ciurma di Barbabianca si uniranno, da adesso fino alla fine dei tempi, in un'alleanza, un legame stretto col sangue.» annuncia sicuro, voltando un poco il capo verso il grosso carro che viene trascinato da Fenrir, Freki, Bjorn e Floki, ripieno di lanterne di carta.
Alza di nuovo lo sguardo al cielo, Týr, perdendosi nel pallore della Luna che li osserva sempre, che li protegge e dà loro forza.
«Che Máni ci sia testimone, adesso, e che gradisca il nostro pegno di unione.»
Delle piccole lanterne vengono distribuite a coppie: immortale-umano, immortale-umano, immortale-umano. Chi non è abituato alla vicinanza di tali creature si trova spaesato, ma alla fine accetta l'invito e afferra con mano incerta l'oggetto che gli viene posto.
La lanterna di carta utilizza lo stesso principio della mongolfiera e viene realizzata con un corpo di carta appoggiato su una struttura rigida al cui interno viene posta una fonte di calore in cera combustibile. Quando viene accesa la fiamma, il calore scalda l'aria all'interno diminuendone la densità. Di conseguenza l'oggetto si alza in volo e rimane in volo finché la fiamma rimane accesa, dopo di che plana lentamente al suolo.
Queste particolari lanterne sono state prodotte in seta colorata, di un pallido giallo papiro, su cui spiccano i due vessilli delle casate: lo stemma di Barbabianca al centro, circondato da due minacciose teste di drago rosse, che simboleggiano il Clan Lothbrook.
Fenrir prende la sua e la porge all'Imperatore pirata, fiero della propria scelta e, dopo quello che pare essere un eternità, finalmente le lasciano andare verso il cielo, così che anche i loro déi siano testimoni di quell'importante e preziosa unione eterna.
Marco e Akemi, in mezzo al gruppo, lasciando andare contemporaneamente la loro lanterna, sotto gli occhioni attenti della piccola e di Filippo.
Quando poi Marco abbassa lo sguardo si perde negli occhi di ghiaccio della non-compagna, sente il cuore battere all'impazzata nel petto. Sarà l'alcol, sarà che la trova bellissima, sarò che hanno una figlia e che vivranno l'eternità insieme per far sì che cresca sana e forte, non lo sa. Sa solo che la vede come la più incantevole creatura della terra, anche con i capelli così scompigliati e dei frammenti di torta spiaccicati contro il suo pregiato vestito.
Posso vedere dentro di te, posso ammirare le meraviglie che nascondi al mondo, quelle meraviglie fatte di scogli ricchi di fascino e armonia, quelle profondità ricche di dolcezza contornata da un'intelligenza sopraffina. Sei tu il mare che vorrei percorrere e navigare, e accarezzarti per tutta la vita.
La tregua è finita. Marco non ce la fa più: l'afferra rudemente per un fianco e la stringe a sé. Con un dito tocca il bordo della sua bocca, cominciando a disegnarla come se uscisse dalla sua mano, tracciando semplicemente i lineamenti delle labbra che da troppo desidera.
Lo guarda, Akemi. Lo guarda da vicino, sempre più da vicino e allora giocano a fare il ciclope, si guardiano tanto da vicino che i loro occhi si allargano, si attaccano tra di loro, si sovrappongono e i ciclopi si guardano, respirano confusi, le bocche s’incontrano e lottano nel tepore, si mordono con le labbra, appoggiano appena la lingua tra i denti, giocano nei loro recinti là dove un’aria pesante va e viene col suo profumo antico e il suo silenzio. Allora le mani di Marco cercano di immergersi nei suoi capelli mentre si baciamo come se avessero la bocca piena di fiori o di pesci, di movimenti vivi, di fragranze oscure. E se si addentano, il sapore è dolce. E c’è una sola saliva e un solo sapore di frutta matura, ed entrambi si sentono tremare come la Luna nell’acqua.
Le fiaccole volano alte, le due minacciose teste di drago a proteggere il vessillo del pirata, e sulla terraferma svariate coppie ritrovano, sotto a quel cielo illuminato, un equilibrio che credevano di aver perso per sempre.
Akemi prende in braccio la sua bambina. Marco prende in braccio Filippo. Tutti e quattro guardano la propria lanterna confondersi con le altre.
I due pirati si lanciano una fugace occhiata, sorridenti.
Andrà tutto bene, d'ora in poi.

 

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Angolo dell'autrice:
Sì, è finita. Mi ero ripromessa di dire tante di quelle cose in queste poche righe, mentre in questo
momento non mi viene in mente nulla.
Sento però di dover ringraziare alcune persone.

Grazie a per aver recensito lo scorso Nakurami, Monkey_D_Alyce, ankoku, KING KARUMA e Yellow Canadair capitolo; grazie a Vivi y, Chiaki Tanimura, Okami D Anima, Lucyvanplet93, iaele santin, Mistery_Lawliet, Portuguese D Ice, _Takkun_, LuxLuxis, Adeia Di Elferas, Redangel19, Law_Death, Portogas D SaRa, Aliaaara, Art_4ever, Keyra Hanako D Hono, rosy03, nemesis_inframe92, Chie_Haryka, Phoenix_Sarah, Aceko_san, Shot93, mariasole, LevyChan98 e Ashera_Hiden per aver recensito anche solo un capitolo; grazie a Aliaaara, Angel 69, Ariel9, Azzu___, Balalaika_, Chie_Haruka, dragon_queen, Ecatilla, evy88, filbea94, FireFistAce, girosolomina, giulik_93, God_of_Cat, GothicLolita96, iaki46, Ikki, irenecaccin_, KING KURAMA, Lady Claire, Lady_Light_Angel, LallaOrlando, Law_Death, leonedifuoco, Little Neko Baka, Lola298760, Lucyvanplet93, Lunaix, LuxLuxis, mileace99, Mizutsuki_Chan, Nakurami, namine92, OrderMade96, original_doll, Portuguese D Ice, Puffetta96, Redangel19, rosy03, Shirin17, Shot93, stayoungandinvincible, SunshineKiki, SuperfanShiho, TheLadyVampire97, Trafalgar Revy, Travel_dream_love, valepassion95, Vidalita, Yellow Canadair, Yuraa, Zefiria BlackIce, zorina98, _ K a r i n, _Lawliet, _miaoo_ e _RockEver_ per aver messo la storia tra le seguite; grazie a Bat27, Hinata Uchiha Arclight, Kasai_no_Aya, Law_Death, naikechan, Okami D Anima, Portuguese D Ice, Shenron87, Shot93, SunshineKiki e Yellow Canadair per averla messa tra le ricordate; grazie a AceDPortgas, Aceko_san, ankoku, Asiietta, Caren96, Carmen988, Cayley, Chie_Haruka, cicudina88, Dark_witch3, D_ann, erica0501, eve vane 90, FemPhoe, FireFistAce, giada1999, God_of_Cat, Incantatrice_Violeta, jess chan, Jollyna, Keyra Hanako D Hono, KING KURAMA, Kuro Neko, Law_Death, LevyChan98, Lysl_97, macchiolina20014, Malevolent, Mitsuni, Mizutsuki_Chan, Monkey_D_Alyce, nemesis_inframe92, Okami D Anima, Portuguese D Ice, ReddoDoragon, Rosa_Linda, Scarlet_D_Rose, Shirin17, Shot93, Skull, Stella cometa 94, SunshineKiki, Trafalgar Revy, TRAFALGAR_SARA, vampyria, Yellow Canadair, zomimanganana e Stupid Wise per averla messa tra le preferite. Grazie a per aver lasciato un segno. Grazie anche a tutti coloro che hanno anche solo letto silenziosamente.
Ebbene: Grazie a tutti per avermi seguita in questo lungo, lunghissimo viaggio. Ogni commento, ogni segno di vita che mi avete fornito, mi ha dato la piacevole certezza di non star scrivendo solo per me stessa, ma anche per voi.
Il fatto di avervi divertito, stupito, sconvolto o commosso è stato l’enorme guadagno che ho tratto da questa esperienza.

Adesso, ci tengo a ringraziare in modo particolare Yellow Canadair. Mi hai dato la possibilità di creare qualcosa di nuovo, di mettere in scena un personaggio non ideato da me, un qualcosa che abbiamo costruito insieme. E non solo! Mi hai aiutata nei momenti in cui dicevo “cazzo, e adesso come li muovo?”.
In realtà, poi, hai fatto anche più di questo. Mi hai ascoltata, hai riso con me, ci siamo raccontate tante cose che, per il nostro bene, il mondo non dovrà mai sapere... siamo diventate amiche. E io voglio davvero ringraziarti per avermi permesso di conoscerti :) Ti voglio bene!

Questa storia mi ha accompagnata per più di un anno (27/12/2013 – 16/04/2015) e ora è difficile separarsene.
Scrivere la parola fine a questo racconto mi dà una sensazione davvero strana... tristezza ed euforia al tempo stesso. Probabilmente è proprio in previdenza di ciò che ho cominciato a lavorare al sequel già qualche mese fa. Sequel che, tra l'altro, verrà pubblicato tra qualche mese, giusto il tempo di scrivere almeno i primi capitoli. Se per caso siete interessati a leggerlo, fatemelo sapere così vi manderò un messaggio privato il giorno della pubblicazione :) (sempre se volete eh!!!)

Bene, temo sia giunto il momento di salutarci e credo sia meglio farlo di colpo, come quando si toglie un cerotto da una ferita. Inoltre sto iniziando a prendermi troppo sul serio con tutte queste dediche e ringraziamenti: rischio di sentirmi una vera scrittrice (e partirono una sequenza infinita di prese in giro) e non mi pare proprio il caso.
Quindi…
Arrivederci, miei dolci pasticcini caramellosi. Vi lascio l'ultimo Special di questa storia, voluto e pensato da BlackFox909, ovvero il mio ragazzo, creatore di Tyrion. Speriamo che vi piaccia :)
Un bacione


KikiShadow93

 

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Esiste una piccola isola lungo la Rotta Maggiore, nel Mare Orientale. È piccola, circa diciotto metri quadri, e vi sorge solamente un minuscolo edificio. Quattro mura grige, spoglie, alte circa tre metri, con una piccola porta verde. C'è qualche albero intorno, che si erge fiero verso la Luna Piena che illumina il circondario.
Tyrion Bennington Bàthory rimane in piedi di fronte a quella piccola porta verde. La sua vita è stata totalmente rovinata quando è stato adottato – o per meglio dire, rapito – da Peter Lothbrook.
Non è più un vero essere umano, per colpa del virus con cui è stato contaminato. Non è più un Dragone, perché ormai è una creatura demoniaca. Non è più niente.
Si passa una mano sulla testa rasata a zero, gli occhi rosei puntati davanti a sé.
Vuole scappare dal bunker sotterraneo simile ad un enorme alveare in cui viene costantemente usato come cavia da laboratorio; vuole andarsene da quell'isola maledetta e tornare a vivere. Ma, più di ogni altra cosa, vuole vendetta. Vendetta contro quel dannato Clan che gli ha portato via ogni cosa.
«Tu non dovresti stare qui.»
Roxane, una delle seguaci di Peter, ora sua tutrice. Non lo lascia mai andare, non lo lascia respirare. Grazie a lei ha imparato a combattere con la stessa ferocia e brutalità di un licantropo, e sta imparando a mentire come fanno i vampiri, senza quelle fastidiose variazioni cardiache.
Il più grande problema con Roxane sta nel fatto che sia capace di leggergli dentro, di capire cosa stia pensando. È un problema, adesso, ma Tyrion sa bene che un giorno potrà sfruttare la cosa a suo vantaggio.
«I Lothbrook...» ridacchia beffarda la mannara, avvicinando cautamente quello che può essere definito come il più grande risultato della sperimentazione genetica degli ultimi secoli. Si avvicina, senza toccarlo.
«Combattono... insorgono!» continua, sentendo la rabbia crescente nell'organismo del giovane uomo al suo fianco. «Non possono essere governati.»
Tyrion abbassa lo sguardo e allunga una mano, poggiando il palmo aperto sulla corteggia di una grossa quercia secolare. Sente la sua energia vitale scorrere più velocemente grazie a lui, la sente affluire nella sua mano.
«Non voglio governarli.» asserisce tetro il giovane albino, ritraendo di scatto la mano.
La quercia, privata della sua energia vitale, si accartoccia su sé stessa, morente.

«Io voglio estinguerli!»

  
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