Stiamo cenando tutti insieme appena dopo la parata, sono incazzata nera. STUPIDO DISTRETTO 12. STUPIDE FIAMME. STUPIDO TUTTO. STUPIDO QUESTO CAZZO DI SILENZIO CHE MI CIRCONDA. –SIETE DIVENTANTI TUTTI MUTI?- urlo tirando il mio piatto. –EDUCAZIONE!- urla Keandy. –NON ME NE FOTTE UN CAZZO DELLA TUA EDUCAZIONE I CRETINI ABBRUSTOLITI MI HANNO RUBATO LA SCENA- pausa –Vado in camera mia.- corro nella mia stanza e inizio a tirare calci a tutto ciò che trovo, poi mi fermo, la rabbia inizia a scendermi e le lacrime a salire. Non voglio piangere, io non piango, non piango mai. Cerco di trattenere le lacrime, ma non ci riesco. –Clove?- mi giro e vedo Cato davanti alla porta, sembra preoccupato, sembra spaventato. Pensavo che non l’avrei mai detto di lui, ma io ero Clove, la ragazza dei coltelli, che stava piangendo,quindi non dissi nulla. Piango e piango come non mai sedendomi sul pavimento e avvicinandomi le gambe al petto.
-Clove?- ripete lui avvicinandosi a me
-Giuro che se non vai via io … io …- non sapendo cosa dire torno a piangere
-Clove perché stai piangendo?- la domanda mi atterrisce. Penso a una bugia, un qualcosa di sensato, ma alla fine mi arrendo e ammetto la pura verità.
-Perché non voglio essere una delusione-
-Clove- dice con tono di disapprovazione mentre di siede accanto a me –non sei una delusione-
-BUGIARDO!-urlo a pieni polmoni –Mio padre lo diceva sempre che ero una delusione,che ero debole e che nessuno mi avrebbe mai voluto e mi sa che aveva ragione dato che non riesco neanche a guadagnarmi un po’ di sponsor durante una parata-
-Tuo padre mentiva Clove, tu sei la persona più desiderabile e forte che io…-
-FORTE!? SONO QUI A PIANGERE DI FRONTE A TE! AVEVA RAGIONE LUI E RIUSCIVA SEMPRE A PROVARE DI AVERE RAGIONE!- i ricordi mi invadono la mente e piango più intensamente di quanto abbia mai atto prima
-Clove come lo provava?- dice amorevolmente lui spostandomi i capelli dalla faccia e accarezzandomi la guancia
-Lui.. lui…- non riesco a dirlo
-Clove, ha mai abusato di te?- io incapace di parlare annuisco e piango, lui mi abbraccia e a un certo non so come mi addormento.

Al mio risveglio sono sdraiata nel letto con la testa sul petto di Cato. Alzo lo sguardo per vedere i suoi bellissimi occhi blu chiusi, mi sposto lentamente sperando di non svegliarlo ma fallisco.
-Clove?-
-Scusa non volevo svegliarti-
Lui si gira e guarda la sveglia, poi mi dice –Sono le quattro di mattina, dovrei andare nella mia stanza-
Io lo lascio allontanare, ma quando arriva alla porta lo fermo –Cato- lui mi guarda e io continuo –Perché mi hai aiutato?-
-Clove, credo tu non abbia ancora capito quanto sei speciale-
-Speciale? Non sono bella, non sono forte, non sono dolce, non sono niente e mi odieranno sempre tutti-
-Sai mantenere un segreto?-
-Sì- rispondo insicura di quello che dico
-Ti infastidisce che io flirti con te ma ti sei mai chiesta perché lo faccio?-
-Per infastidirmi- dico come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-No- ride –Clove lo faccio perché facendo così ho sempre avuto tutte le ragazze ai miei piedi-
-E quindi?-
-E speravo funzionasse anche con te, ma mi ero dimenticato di quanto speciale sei, e non osare dire che non lo sei, perché lo sei ,sei fottutamente speciale e io sono completamente pazzo di te, ma sapevo che mi avresti rifiutato. Ti amo Clove, non dimenticarlo-
E così dicendo mi lascia sola nella mia stanza. Mi nascondo sotto le coperte cercando di dormire in vano.
“Forse non dovrei combattere una guerra inesistente”

Nota dell'Autrice:
Scusate se è molto corto, ma ci tenevo a iniziare nuovamente a scrivere e questo è quello che sono riuscita a combinare.