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Autore: lady hawke    26/12/2008    10 recensioni
Sirius Black costretto, ancora una volta, a fare il babysitter alla piccola Tonks. Ma stavolta non sarà solo, e avrà un compito specifico: insegnare l'alfabeto...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Nimphadora Tonks, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Babysitteraggio'
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Note: ad Alektos, Bic, Freddy Mercury, Lady Black, Ranessa, Roby e Rowena



- Dai, dimmi che posso venire con te!
- Col cavolo, io non mi porto in giro una iena ridens, e poi Andromeda di certo non vorrebbe. – protestò Sirius, mettendo il muso.
- Balle, ti stai nascondendo dietro la finta del bravo ragazzo solo perché non vuoi che ti veda giocare con la tua piccola, tenera cuginetta. – malignò James, stravaccato sul letto della sua cameretta, sua ancora per poco.
- Senti, visto che tra un po’ ti sposi, che ne dici di fare l’adulto? Così, per provare un’emozione nuova. – sibilò Black, mentre Lily scoppiava a ridere. – Vero che non lo sposi perché è un uomo serio? Io avviso, non vorrei poi tu rimanessi delusa.
- Quello serio saresti tu, forse? – domandò la ragazza, ancora sghignazzando.
- Quello è Remus. Per contratto è obbligato ad essere il più serio di tutti. – spiegò James sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
- Comunque perché ci tieni tanto ad assistere Sirius alle prese con i suoi doveri da babysitter?
- Per fare esercizio. – malignò Black, con un ghigno.
- Ah, ah, spiritoso. – disse Potter, rosso come un peperone. – Ho un motivo migliore, voglio scattare la foto del secolo! – continuò alzandosi a sedere.
- Sarebbe? – domandarono Sirius e Lily, guardandosi interrogativamente.
- Immortalare il più grande sciupafemmine di tutta Hogwarts dei secoli presenti, passati e futuri con in braccio una bambina di sei anni! – esclamò Ramoso, preso da un’irrefrenabile attacco di ilarità.
Le parole di Lily soffocarono prontamente gli insulti di Sirius, furioso. – Non è il genere di cose che scoraggerebbe una ragazza, a meno che la bambina non sia sua… credo lo troverebbero molto tenero. – e ciò detto ridacchiò anche lei.
- Io. Non. Sono. Tenero. – sillabò Sirius, alzandosi in piedi. – E comunque, è ora che io vada, Andromeda mi aspetta.
- Oh, non vorrai far aspettare la tua piccola tenera bambina, vero? Non ti ho mai visto così premuroso per qualcuno, davvero.
Senza degnarsi di rispondere, Black scese precipitosamente le scale per salutare la signora Potter e darsi alla fuga.
- Se solo spera di farmela… - disse James andando ad agguantare la sua macchina fotomagica ultimo modello. – Vieni con me? Ti assicuro che sarà uno spettacolo degno di essere visto. - Vorrei, ma devo andare con mia madre a fare le prove dell’abito. – rispose lei, facendo partire un lievissimo attacco d’asma a James. Scesero insieme le scale, placcando Sirius mentre ancora stava salutando la signora Potter.
- Merlino, James, metti via quell’affare! – sbottò Black.
- Che stai facendo, caro?
- Niente mamma, devo immortalare Sirius che gioca con la sua cuginetta, voglio solo farlo arrabbiare un po’. – rise Potter – E Lily è scesa a salutarti perché deve andare…
e mentre Lily Evans sbrigava le ultime cortesie prima di tornare a casa, Sirius pensò ad una rapida fuga tramite Smaterializzazione. Non fu abbastanza rapido: James lo placcò lanciandosi addosso a lui con tutto il suo peso ed entrambi sparirono sotto il perplesso sguardo delle due streghe.
- Sei un idiota, James Potter. – lo spinse via Black, quando si trovarono davanti al famigliare portone rosso di casa Tonks. Per tutta risposta, Ramoso scattò un’istantanea.
- Più che una foto ricordo potrei fare un intero reportage, sai?
Con gli occhi ridotti a due fessure, Sirius bussò alla porta.
- Ciao Sirius, non vedevo l’ora che arrivassi! – trillò Ninfadora Tonks, il piccolo uragano che aveva aperto la porta tuffandosi a pesce sul cugino.
- Ciao Dora. – aveva balbettato Black, mentre supplicava James con lo sguardo, per la serie “ti prego, non infierire”.
- Non mi piace più Dora, Sirius, chiamami Tonks. – chiocciò la bambina. – E tu chi sei per Merlino e per Morgana? – chiese rivolta a Potter.
- Ninfadora, un po’ di educazione! – urlò sua madre, raggiungendo la soglia. – Ciao Sirius, fortuna che sei arrivato, io devo proprio scappare. E tu sei…
- James Potter, amico di Sirius. – si presentò, stringendole la mano.
- Oh, certo, Sirius mi ha tanto parlato di te, so che presto ti sposerai, congratulazioni! – sorrise Andromeda. – Entrate pure, non fate complimenti. Hai fatto bene a portarti della compagnia tua coetanea, ed è un sollievo sapere che non è una ragazza. – aggiunse con una risatina lievemente saccente.
- Ti conosce bene, eh? – disse James, assestando una gomitata all’amico.
- Bene, io dovrei sparire per un paio d’ore circa, spero di non lasciarti troppo in balia di questa peste. – spiegò Andromeda mentre si metteva il mantello e andava a recuperare la sua polvere volante. – Dora ha comunque dei compiti da fare, e i suoi quaderni sono in cucina, spero non vi dia troppi problemi.
- Sarò bravissima, mamma. – promise Ninfadora, avvicinandosi a baciare sua madre. – Torna presto, però.
- Fate i bravi, tutti voi! – salutò la strega, prima di sparire con la consueta fiammata verde.
- E così tu sei una Metamorfomaga, eh? – domandò James, interrompendo il silenzio che si era creato.
- Ti piacciono? – cinguettò la bambina, giuliva, mostrando la sua chioma raccolta in una treccia, che fece diventare di un bel blu elettrico, per il diletto del ragazzo.
- Splendidi! – commentò James.
- Ora, non per fare il guastafeste, ma tua madre ha detto che hai delle cose da fare…
- Via Sirius, un po’ di chiacchiere non ci faranno male, no?
- Andromeda è capace di trasfigurarmi in una mela ed aprirmi a spicchi, se non mi comporto in maniera diligente, non so se capisci… - tentò di dire, mentre la bambina scoppiava a ridere.
- La mamma non lo farebbe mai perché io ti voglio tanto bene, lo sai. – disse, facendo ridere James a crepapelle e facendo arrossire fino alla radice dei capelli il povero cugino.
- Credimi, ora capisco perché non mi volevi tra i piedi. – disse James, dandogli un paio di pacche sulla spalla – Ma devi anche vederla dal mio punto di vista. – e, messosi in posa, scattò l’ennesima istantanea ad entrambi.
Sirius sperò che il flash l’accecasse, invano.
- La mamma mi ha detto che mi devo esercitare con l’alfabeto, e che Sirius… be’, voi due, dovete aiutarmi. – disse compita la bambina, prima di marciare con passo deciso verso la cucina. Sirius spinse l’amico dentro la stanza con pochissima grazia.
La trovarono già seduta sulla sua sedia provvista di cuscino perché non arrivasse al tavolo solo col mento, e un quaderno sotto al naso. Matite e pennarelli erano sparsi ovunque senza alcuna valida ragione; a parte il genetico disordine targato Tonks.
Imbarazzato, Black agguantò una sedia e si sedette accanto alla bambina; Potter, deciso a non perdersi un fotogramma di quel momento, si appollaiò di fronte a loro.
- Da cosa cominciamo? – chiese Sirius, gentilmente.
- Dalla lettera A. – rispose Tonks.
- Ottima idea, piccola. Io ti approvo! – esclamò James, giulivo. I due cugini lo fissarono un attimo con sufficienza, prima di riprendere il loro lavoro. Ninfadora aprì il libro che aveva accanto a sé, lo sfogliò rapidamente, giungendo alla pagina che la interessava.
- A come Albero. – recitò, prima di cominciare a scrivere una serie di piccole ed incerte A sul suo quaderno.
- A come Allocco, anche. – suggerì James.
- A come Approfittatore, Arrogante e Avido. – corresse Sirius, ringhiando a bassa voce. Tonks, intanto, continuava con la sua fila di A, cancellando furiosamente quando non le venivano belle tonde.
- Odio la pancia delle A. – sbottò poi – Non viene mai bene come questa del libro. Sirius, mi fai vedere come si fa?
Mortificato dallo sguardo divertito di James, Sirius si esibì in una breve fila di A, nella sua bella calligrafia elegante. L’ennesimo flash rischiò di accecare lui, stavolta.
- Piantala dai… siamo facendo i compiti, qui.
- Posso vedere la foto? – chiese Tonks, fremente di curiosità.
- Tuo cugino ha ragione, prima i compiti, poi le foto.
- E visto che il nostro amico è così collaborativo, ora ci mostrerà come di scrivono una splendida fila di B come Babbione e C come Cornuto e mazziato.
- Ma mazziato inizia con la M, Sirius. – protestò la bambina.
- James è un maestro della lettera M, Dora, non temere. – trillò il ragazzo, porgendo quaderno e matita. Almeno, pensò Sirius entusiasta, se l’avesse messo a scrivere non avrebbe potuto fare altri scatti infamanti. Non contento di quel suo sprizzo geniale, agguantò la macchina fotomagica con un banale incantesimo d’Appello che fece brillare gli occhi di Tonks, e scattò a sua volta.
- Posso provarla, James? Ti giuro che poi faccio i miei compiti, promesso! – implorò la bambina.
- Ma certo. – borbottò Potter, incastrato in quel suo ricopiare lettere. Entusiasta, Ninfadora si arrampicò sulle ginocchia del cugino, che l’aiutò a reggere la macchina mentre scattava. Dopotutto, Sirius la conosceva bene. Sapeva anche che ora, comodamente stravaccata su di lui, la cuginetta non si sarebbe mai più levata di torno.
Infatti, quando James restituì il quaderno, la bambina si accoccolò appoggiando la schiena al torace del cugino.
- Dopo la C, viene la D di…
- Demente. – suggerì James, ammiccando.
- Parla di se stesso, sai? – disse Sirius, accarezzando la testa della bambina, che scoppiò a ridere. L’ennesima foto venne scattata in quel preciso istante.
Dopo la D, com’è consueto, seguirono diverse lettere, che spesso impensierivano Tonks più del dovuto.
- La E maiuscola non ti sembra un tavolo a tre gambe girato per il verso sbagliato? – chiese con aria corrucciata.
- Io faccio del tè. – propose James alzandosi per sviare la domanda. E dopo la lettera E, e un sorso di tè per calmare i nervi, Sirius e James dovettero spiegare a Tonks perché la I era così magra, in confronto ad una O decisamente soprappeso; cos’avesse in più una R, rispetto ad una banale P, e cosa avesse fatto di male la M per farsi capovolgere in W.
In breve, Sirius Black e James Potter ebbero una crisi di coscienza sull’alfabeto, che pensavano di saper controllare con una certa abilità.
- Z come… Zanzara non mi piace, trova una parola migliore, Sirius. – chiese Tonks, ormai stufa.
- Zotico, Zucca, Zozzone, Zuzzurellone…
- Cos’è uno zuzzurellone? – s’informò la bambina, interessata.
- E’ tuo cugino. – rispose James, pratico, mentre un rumore dall’altra stanza faceva supporre che Andromeda fosse tornata a casa.
- Ancora alle prese con l’alfabeto? Credevo ve la sareste sbrigata prima! – commentò la donna, sorpresa, mentre Ninfadora scendeva dalle ginocchia del cugino per correrle intorno.
- Tua figlia si pone strane domande sulle lettere. – borbottò Sirius, imbarazzato.
- Rispondere al “perché la M ha tre gambe” ci ha impegnato parecchio. – aggiunse James, altrettanto a disagio. – Però ho fatto delle foto fantastiche, voi Black siete fotogenici da paura! – chiocciò mostrando alla padrona di casa i suoi scatti migliori.
Sirius fece di tutto per non osservare nulla, ma il primo piano di lui e la piccola Dora sulle sue gambe era mostruosamente vistosa sul tavolo.
Se Sirius era stato in grado di sopravvivere ad una giornata di dileggio, il trauma vero giunse quando Andromeda, che si era avvicinata per abbracciarlo, chiese di averne una copia.
- Oh, siete tenerissimi. – esclamò Andromeda, estasiata, baciando il cugino con sadico divertimento.
- Non trova che sia la foto del secolo, signora Tonks? – Ghignò James, premurandosi di scattare anche quell’ultimo, adorabile quadretto.
  
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