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Autore: oro_e_zaffiri    25/04/2015    2 recensioni
Thranduil è un elfo millenario, ha visto e provato di tutto; è arrivato ad un punto della sua vita in cui si sente stanco di ogni cosa: stanco delle guerra, stanco della caducità della vita mortale, stanco perfino della sua immortalità.
Un giorno, preso da un impeto di voglia di confidenze decide di rivelare i suoi sentimenti e pensieri a dama Galadriel.
L'elfa in compenso gli propone una specie di gioco, una cosa che mai nella vita gli é capitato di fare..
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thranduil
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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02.Noia
 
Dama Galadriel era senza alcun dubbio la persona più bella che si fosse mai affacciata su questa nera terra; non era solamente piacevole da vedere, ma possedeva inoltre quella nobiltà d’animo tipica di ogni creatura gentile: sapeva vedere l’animo umano, capirne i problemi e, a volte, alleviarne le sofferenze. Per ciò le fu facile capire che Thranduil aveva qualcosa che non andava.
Durante tutta la riunione il Re degli Elfi, solitamente capriccioso e lamentoso aveva sempre qualcosa da ridire, qualche problema di cui discutere.. ma quel giorno la situazione era completamente mutata: Thranduil era taciturno, mogio e silenzioso.
Per tutta la durata della seduta della riunione era rimasto in disparte, il viso rivolto verso un punto imprecisato della sala appoggiato sul palmo della sua mano mentre tamburellava con le dita sul tavolo liscio di mogano.
La Dama era rimasta di stucco nel vedere come il Re fosse rimasto impassibile quando si era cominciato a parlare dell’avventura vissuta dalla Compagnia dell’Anello, svoltasi anni prima.
Non un cenno d’intesa, non una parola.. Thranduil era assente. Totalmente.
“Mio signore, Thranduil, la riunione è stata aggiornata.”
“Cosa?!”
La voce celestiale di Dama Galadriel arrivò all’orecchio di Thranduil come il soffio di una brezza calda e profumata.
“Sei distratto, Re degli Elfi.”
“Sono annoiato, tutto qui.” L’Elfo chiuse il discorso piuttosto bruscamente, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso l’uscita mentre notava solo in quel momento che i suoi compagni consiglieri avevano quasi tutti abbandonato la sala.
Dama Galadriel non si diede per vinta e seguì silenziosamente l’Elfo.
“Cosa turba il tuo cuore?”
“Mia signora nulla, semplicemente nulla.”
 
 
*
 
 
Thranduil era sfinito. Dama Galadriel era veramente cocciuta quando voleva: lo aveva seguito per tutto il giorno, sperando di carpire i suoi segreti.
Il re non aveva avuto un momento libero da quella creatura tanto bella quanto insistente ed infine, poco dopo il crepuscolo, finalmente, le rivelo ciò che lo affliggeva:
"D'accordo, va bene! Ti dirò ciò che vuoi sapere, basta che poi mi lasci in pace." Sbuffò Thranduil esausto.
Dama Galadriel sorrise debolmente ma dentro di sé esultò:
"Allora vai, re degli Elfi, dimmi cosa ti affligge."
Thranduil aspettò qualche secondo, ponderando l'idea di raccontare una bugia, ma, l'ipotesi di mentire a Galadriel venne subito scacciata dalla mente. Non aveva nulla da perdere, perché avrebbe dovuto mentirle?
Si accomodarono sotto le fronde di un albero secolare e si fecero portare un po’ di frutta dai servi di re Elrond ed infine, una volta rimasti soli Thranduil cominciò a raccontare della sua sofferenza, della sua tristezza e di quanto si sentisse voglioso di morte.
Non si interruppe mai, se non per masticare qualche acino d'uva di tanto in tanto.
Dama Galadriel nel frattempo assimilò avidamente ogni frammento di informazione, ascoltando, annuendo e studiando i movimenti del suo interlocutore.
Era triste, questo lo avrebbe capito anche un cieco, ma questo non era il problema principale: Thranduil stava morendo dentro.
Una volta concluso il racconto il re degli Elfi si sentì forse un po’ meglio, anche se questa sensazione durò poco più di un momento.
"Ti sembrerò uno stupido sentimentale.." Cominciò lui abbassando lo sguardo ed esaminando attentamente ciò che rimaneva del cibo; Galadriel sorrise nuovamente e, con la sua voce suadente e cristallina parlò:
"No, Thranduil, re degli Elfi. Non ti considero affatto uno stupido, tutt'altro. Sono molto contenta che tu mi abbia parlato e del fatto che tu ti sia aperto con me."
"Non mi hai dato molte alternative."
"Hai ragione, ma ora posso affermare con certezza che le mie azioni erano più che nobili."
La Dama tacque un istante ed infine decise di svelare a Thranduil il suo segreto.
"Ho una soluzione alla tua disperazione."
"Non esiste una soluzione. L'unica sarebbe la morte e nemmeno in quel caso sarei veramente felice. I demoni del mio passato e le mie angosce mi perseguiterebbero comunque."
"Non sto parlando di morte, sto parlando di un viaggio."
L'attenzione di Thranduil venne immediatamente catturata da quella semplice frase: il re alzò lo sguardo dalla frutta con la quale giocherellava distrattamente e fissò i suoi occhi azzurri in quelli profondi e misteriosi di Dama Galadriel che, di rimando, lo osservava quasi divertita.
"Cosa intendi?"
La Dama tacque ancora per un momento, soppesando le parole e cercando un modo semplice per spiegare la situazione.
"C'è un portale, qui a Gran Burrone, che ti conduce in un luogo per certi versi diverso dal nostro mondo.."
".. Nostro mondo? Esistono altri mondi?" La fermò Thranduil sorpreso.
"Certo che sì." Continuò lei, accigliata per essere stata interrotta.
"Dicevo, esiste un portale, un portale magico. Fu creato tantissimo tempo fa dai primi Elfi che abitarono la terra; questi desideravano viaggiare, scoprire, ma più di ogni al cosa desideravano la conoscenza. Così venne creato il portale che collega il nostro mondo con la Terra."
"La Terra. É questo l'altro mondo?"
"Esattamente. Io vorrei tanto portarti sulla Terra."
Thranduil rimase stupito per qualche secondo, osservando scettico la sua interlocutrice.
Si era fatto buio tutto intorno a loro, ma era una tenebra piacevole, come una piacevole sera estiva.
"Non guardarmi così Elfo, sono seria!"
"Non sto facendo nulla, mi sembra solo.. Una pagliacciata. Che cosa significa tutto ciò? É l'idea più stupida che io abbia mai sentito! Mi stupisce che sia stata proprio tu ad avermela detta."
Galadriel si accigliò maggiormente, aggrottando le sopracciglia fini fino a farle diventare una sola.
"Non ti permetto di parlarmi in questo modo! Io voglio solo aiutarti."
Thranduil sospirò, calmandosi un poco e, dopo un momento di esitazione, con un teatrale gesto della mano, esortò l'interlocutrice a continuare.
"Prego allora, parlami di questa tua idea." Rispose con una nota di scetticismo nella voce.
Dama Galadriel socchiuse gli occhi e quando li riaprì continuò il suo racconto:
"Dicevo che questo portale conduce sulla Terra, un luogo inizialmente uguale al nostro, ricco di vegetazione, animali, laghi e oceani meravigliosi, dei più belli che tu abbia mai visto. Ma poi vennero loro, gli Uomini. Queste persone sono le stesse che abitano il nostro mondo, gente come quella che vive ad Esgaroth o a Rohan; persone che hanno modificato nel corso dei millenni la loro Terra, rendendola un posto.. Diverso."
Galadriel si fermò un momento, persa per qualche secondo nei suoi pensieri e Thranduil non la interruppe.
"Comunque é ancora un posto meraviglioso, anche se forse la meraviglia di cui parlo è diversa da quella a cui siamo abituati noi. Ciò che ti propongo io è una sfida, un gioco se vogliamo così dire: ti propongo di attraversare quel portale, far visita ai Terrestri e imparare da loro.. O insegnare loro qualcosa."
Thranduil rimase pensieroso per un po’ di tempo, soppesando ciò che gli era appena stato proposto: un viaggio, lontano da tutto ciò che conosceva, lontano da tutta la desolazione di questa terra di cui ormai conosceva ogni filo d'erba e ogni creatura vivente.
La brezza fresca della sera lo riportò alla realtà, scompigliandogli leggermente i capelli.
"Ci sto. Partirò per questo viaggio." Annuì senza esitazione.
Dama Galadriel sorrise contenta e prese tra le sue due mani piccole e delicate le dita del re che, immobile, la lasciò fare.
"Non ti dirò che sarà un viaggio pericoloso, per lo meno, non é il tipo di pericolo che tu conosci ma ci saranno prove da superare, persone con cui parlare, mestieri da apprendere. Sarà come nascere nuovamente. Ti senti pronto a tutto ciò?"
Questo avrebbe potuto spaventare l'Elfo? Probabilmente sì, ma Thranduil non era uno che si faceva intimidire facilmente o, se anche lo era, non lo dava a vedere.
"Sono pronto." Disse in un soffio.
Dama Galadriel sorrise nuovamente e questa volta coinvolse anche gli occhi.
"Bene, però ci sono delle cose che dovresti sapere: prima di tutto il portale non viene usato da molto tempo, l'ultima volta che qualcuno ha intrapreso questo viaggio è stato forse cento anni fa, probabilmente le cose là saranno cambiate in questo lasso di tempo, probabilmente gli uomini si saranno evoluti. Ma non preoccuparti perché l'Uomo addetto a vigilare sul portale ti spiegherà tutto ciò di cui hai bisogno di sapere."
"D'accordo mi sta bene."
"Seconda cosa: la situazione è diversa sulla Terra; non esiste la magia e, di conseguenza nemmeno tu avrai dei poteri, e con poteri intendo una vista più acuta del nomale, la leggerezza di una piuma e il tuo contatto con la natura. Là tutto ti sarà ostile, nessuno riconoscerà il tuo grado, non sarai più il re di Bosco Atro, non avrai servitori e, specialmente, non avrai privilegi. Sarai un uomo qualunque: avrai bisogno di mangiare, bere, dormire e, soprattutto, potrai farti male."
Thranduil inclinò la testa non capendo ciò che quell'ultima frase significava.
"Vuol dire che soffrirai, non solo interiormente, ma anche fisicamente: potrai essere ferito o persino ucciso."
Thranduil alzò impercettibilmente il sopracciglio:
"Credevo che questo viaggio mi avrebbe fatto riscoprire la mia perduta voglia di vivere, non la sofferenza che, a parer mio, conosco fin troppo bene."
Dama Galadriel sorrise debolmente e, accarezzando con il pollice la mano dell'Elfo rispose:
"Mio caro amico, ma la vita é fatta di sofferenze. Non puoi sperare di non farti mai del male, che tu sia qui o che tu sia da un'altra parte soffrire fa parte della vita."

Il portale era una semplice porta di legno.
Sembrava conducesse in una stanza qualsiasi: non aveva intarsi particolarmente elaborati o una maniglia d'oro massiccio, era una porta semplice di legno di ciliegio, con qualche incisione riguardante storie dell'albero dal quale era stato ricavato l'ingresso.
"Quindi..il portale è questo."
"Sì, ti senti pronto?"
Thranduil deglutì silenziosamente: non era agitato, era forse solo curioso di sapere cosa lo aspettava al di là di quella porta.
"Sono pronto."
"Ricordati che la prima persona che incontrerai sarà il Vigilante, lui avrà il compito di spiegarti per filo e per segno i tuoi compiti, la vita sulla Terra, le condizioni del soggiorno e come potrai tornare qui, se lo vorrai. Ti auguro buona fortuna, mio caro amico."
Detto ciò Dama Galadriel si avvicinò all'Elfo e prendendogli il viso tra le mani gli baciò la fronte, rispettosa. Poi si allontanò di qualche passo e, abbassando la maniglia, schiuse la porta..

Una luce calda e rassicurante avvolse Thranduil che, dopo aver fatto un respiro profondo attraversò l'ingresso.
Una luce chiara, calda e soffice lo accolse: fu come camminare su di una nuvola, immerso nel biancore accecante di quello spazio apparentemente infinito.
Camminò per una decina di minuti e non incontrò nessuno: forse il portale era rotto dall'altra parte ed ora lui era incastrato tra due mondi.
Il panico cominciò ad attanagliargli la gola, un senso di soffocamento lo invase: era in trappola.
D'un tratto una leggera brezza gli carezzò il volto e i capelli: inizialmente era un vento piacevole che, però, presto si tramutò in una serie di ventate gelide, feroci e costanti.
Fu forse un impressione, ma gli parve che i suoi piedi si staccassero dal pavimento bianco e che cominciasse a fluttuare per quel luogo indefinito.
Faceva freddo, gli girava la testa, si sentiva stordito, come se avesse combattuto una guerra estenuante durata giorni e giorni.
Forse era la fine, forse era arrivato il momento per lui di morire. Non stava andando sulla terra, stava morendo.
Questo pensiero lo rese forse un po’ più felice, più contento. Finalmente era finita.
Sorrise pensando a Thorin che, probabilmente aveva anche lui attraversato questo limbo bianco prima di passare oltre.
Si muore così? Si domandò senza però avere una conferma o comunque una risposta.
Chiuse gli occhi: quel chiaro era accecante e, allargando le braccia come fosse crocifisso si lasciò trasportare dalla brezza.
Forse avrebbe rivisto sua moglie..
Si era spesso immaginato che cosa ci aspetta dopo la vita: il nulla più assoluto, una sensazione di beatitudine e di pace ineguagliabile..
Il dolore non era però un'ipotesi contemplata ma ad un certo punto qualcosa di freddo e duro, ma al contempo di morbido e caldo, lo colpì forte.
Aveva ancora gli occhi chiusi e, sebbene il vento si fosse calmato sentiva freddo.
Non è il paradiso? Non sono morto? Si domandò Thranduil.
Qualcosa sotto di lui, la parte morbida e tiepida, si mosse e una voce raggiunse il suo orecchio:
"Scusami, ti spiacerebbe toglierti?!"
 
 
 
 
 
NdA: Scusate il ritardo! Sono mega indietro D: perdonatemi!!
Spero abbia attirato la vostra attenzione questo secondo capitolo!!! =) Sono super di fretta quindi sarò breve!!!
Grazie mille a chiunque voglia leggere, commentare, aggiungere tra i preferiti7seguiti ecc..! Grazie infinite!! Buon weekend 

 
  
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