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Autore: sihu    29/12/2008    5 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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questo capitolo non posso non dedicarlo a tonks17, che si è rivelata una grandissima fan della mia storia.
grazie, le tue parole mi hanno fatto tantissimo piacere!

CAPITOLO 29

TEMPO DI DECISIONI

Harry, Ron ed Hermione si trovavano ancora nell’ufficio del vecchio preside. Le sue parole avevano profondamente turbato i ragazzi che si fissavano sperduti senza sapere che fare. Il futuro si parava davanti a loro alla stregua di una macchia dai contorni indefiniti. Che ne sarebbe stato di loro e di tutti gli sforzi che avevano fatto?
“Ora sta a voi decidere cosa fare. In un certo senso siete fortunati, non è da tutti poter scegliere in che tempo vivere.”
Concluse Silente. La sua voce era calma e rassicurante. Detto lui sembrava così facile scegliere ma Harry, Ron ed Hermione sapevano bene che non era così. Scegliere di rimanere o scegliere di andarsene avrebbe in ogni caso significato perdere qualcosa. Sarebbe stato terribilmente doloroso comunque.
“Penso che dovremo rifletterci su.”
Disse Hermione, esprimendo ad alta voce quello che passava nella mente degli altri due ragazzi.
“Certamente, non mi aspettavo una risposta subito. Prendetevi tutto il tempo che vi serve e se avete qualche domanda non esitate a farla. Se posso vi risponderò sicuramente.”
Disse ancora il vecchio preside.
“Grazie Signore, allora arrivederci.”
Mormorò Ron, alzandosi dalla sedia seguito a ruota dai due compagni.
“Suvvia ragazzi, non affliggetevi troppo e gustatevi le vacanze di natale.”
Disse ancora Silente con l’intenzione di tirarli su di morale. L’ultima cosa che voleva era vederli cupi e pensierosi. Non era sua intenzione rovinare loro le feste natalizie con una decisione di tale portata senza contare che avrebbero avuto già abbastanza pensieri con l’improvvisa fuga di Peter Minus. Era sicuro che Sirius, Remus e James non l’avrebbero presa bene e che il loro malumore si sarebbe inevitabilmente riflesso su Harry, Ron ed Hermione. A volte stare dietro quella scrivania e prendere decisioni non era per niente facile, specie se le sue decisioni si potevano riflettere sul futuro dei suoi studenti.
“Possiamo provarci ma non sarà semplice. Questa decisione non è per niente facile.”
Disse Harry pensieroso. Nella sua mente si rincorrevano mille pensieri contradditori.  
“Non ci sono mai decisioni facili nella vita. Prima di andare devo parlarvi di un’altra cosa.”
Disse ancora loro Silente enigmatico.
“Certo Professore, di che si tratta?”
Chiese Hermione cercando di non fare trasparire la sua curiosità.
“Di Peter Minus. Ha lasciato la scuola qualche ora fa.”
Rispose loro Silente, fermandosi a guardare la loro reazione.
“Si, ci aveva detto stamattina che tornava a casa per Natale.”
Ricordò improvvisamente Harry. Era stato molto strano Peter quella mattina e ancora più strano era che Silente facesse parola con loro di quella storia. Era così importante che quel traditore tornasse a casa per Natale?
“Non mi riferivo a quello. Il signor Minus ha lasciato il castello. Riprenderà gli studi il Francia e poi si trasferirà in America.“
Spiegò meglio Silente, resosi conto di essere stato frainteso. Alle parole del preside seguirono lunghi istanti di silenzio.
“Cosa?”
Chiesero Hermione e Ron in coro. Harry invece rimase in silenzio, incapace di dire nulla. Non sapeva se essere felice o preoccupato dalla notizia.
“Dalle vostre reazioni deduco che questa non è successo nel vostro tempo.”
Disse Silente pensieroso. Nella sua mente cominciarono a vorticare mille domande che non avrebbero potuto trovare risposta.
“No, per niente.”
Rispose Ron ancora stranito dalla notizia. Cercò il suo migliore amico con lo sguardo, dopotutto quella era buona notizia.
“Bene, questo modificherà ulteriormente le cose. Solo il tempo potrà dirci se il meglio o in peggio.”
Sospirò Silente preoccupato. Le cose si stavano complicando sempre di più, il pericolo avanzava e lui non riusciva a trovare le rispose che cercava. Si chiese se quei tre ragazzi avessero potuto aiutarlo. Fin dalla prima volta che lo aveva visto Harry gli era parso strano, come se sapesse di più di quando desse a vedere. C’era molto di più di quello che l’apparenza mostrava in quel ragazzo, ne era certo. L’anziano preside intuiva che nella mente di quel ragazzo c’erano molti segreti e molte verità.
[nella sala comune dei grifondoro]
“Guarda un po’ chi c’è. La coppietta più chiaccherata del castello.”
Disse Remus divertito in direzione di due ragazzi seduti sul divano. Appena entrato nella sala comune aveva notato la testa rossa della caposcuola Lily Evans teneramente appoggiata sul torace del suo amico James. Remus dovette ammettere che erano davvero teneri insieme. Dopo anni di litigi e scherzi era decisamente ora che quei due si mettessero insieme.
“Di pure la più tormentata. Alice non mi ha lasciato stare nemmeno per un attimo. Meno male che doveva tornare a casa o non mi avrebbe lasciato chiudere occhio.”
Mormorò sconsolata Lily, senza accennarsi a spostarsi da dove si trovava. Era così bello essere accoccolata sul petto del proprio ragazzo. Sentiva il battito regolare del cuore di James e ne era affascinata, le dava sicurezza. Una certezza in un mare di incognite chiamato mondo. Fino a che sentiva quel battito incessante e sicuro il resto perdeva importanza, persino la guerra appariva come un qualcosa di lontano e sfuocato.
“Povero amore mio. Vedi il lato positivo..”
Rispose James giocando con una ciocca di capelli rossi di Lily. Non gli sembrava vero poter finalmente usare la parola amore riferita a Lily.
“Quale sarebbe?”
Chiese Lily alzando la testa. Gli occhi nocciola di James si persero nelle iridi smeraldine della ragazza. Ci mise qualche secondo a ritrovare le parole per rispondere alla sua ragazza.
“Il castello è nostro. Pensate, la casa di grifondoro nelle mani dei malandrini per tutte le vacanze.”
Urlò James, pregustando tutti gli scherzi e tutte le feste che avrebbero potuto fare. Lo spirito malandrino che albergava in lui si era improvvisamente svegliato. Avevano una torre intera a disposizione e tanto libero per divertirsi. Aveva già qualche idea interessante da proporre a Sirius. Come si suole dire, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
“Pensi davvero che vi lascerò fare tutto quello che volete?”
Chiese Lily mettendosi a sedere e passando lo sguardo da James a Remus con fare minaccioso.
“Non saresti il mio amore altrimenti..”
Rispose James con l’aria più dolce che riuscì ad assumere. Assomigliava tremendamente a un cerbiatto. Lily sorrise, non sarebbe mai stata capace di dire di no a quello sguardo così tenero. Sospirò rassegnata. Ormai James la teneva in pugno anche se doveva ammettere che l’idea di fare qualche scherzo e infrangere qualche regola la attirava. La minima cosa sembrava incredibile e divertente se fatta con il suo James.
“Guarda che tenero il nostro James. E Sirius? Non mi dire che ti ha lasciato dormire.. Non è decisamente da lui.”
Osservò Remus prendendo posto su una poltrona di fronte al divano su cui stavano Lily e James.
“In effetti è sembrato strano anche a me. È scappato via, penso sia andato da Peter. Sarei andato con lui anche io ma ero troppo stanco per seguirlo.”
Ammise James sorpreso e anche preoccupato per Peter.
“Come sarebbe a dire? Prima fai il play boy tutta notte e poi sei stanco?”
Chiese Remus con un tono decisamente canzonatorio. James sospirò. Doveva aspettarsi quelle battute da parte degli amici.
“Avevamo qualche anno di incomprensioni da dimenticare.”
Disse dolcemente Lily prendendo la mano di James e iniziando a giocherellare con le sue dita.
“Lily sei sicura di quello che hai fatto?”
Chiese Remus preoccupato.
“Remus!”
Lo richiamò James.
“Zitto James! Voglio dire, sai vero che James è un incorreggibile rompiscatole e non cambierà mai?”
Continuò Remus ignorando deliberatamente le proteste di James.
“Certo che lo so! Ti assicuro che me ne sono accorta in questi anni..”
Rispose Lily sorridendo. In un attimo le tornarono in mente alcune delle liti avute negli anni con il ragazzo. A volte si erano azzuffati per motivi banali, sembrava così strano ripensarci ora. Solo qualche settimana prima avrebbe voluto strozzarlo e ora stava li con lui mano nella mano.
“Antipatici!”
Borbottò James mettendo il broncio. Lily lo guardò sorridendo e continuò a parlare.
“È incorreggibile, infantile, dispettoso e a volte presuntuoso ma anche coraggioso e dolce. È James. Gli voglio bene sia per i suoi pregi che per i suoi difetti e ti prometto che non cercherò mai di cambiarlo.”
Concluse in tono rassicurante Lily. Sapeva dove voleva andare a parare Remus. Il ragazzo teneva molto a James, gli voleva bene per quello che era e non voleva che Lily cercasse di cambiarlo o lo facesse soffrire. Tuttavia queste erano due cose che la rossa non aveva intenzione di fare. Si era innamorata di James sia per i suoi pregi che per i suoi difetti, non avrebbe mai potuto volere un James diverso.
“Sono felice di sentirti parlare così. Io e Sirius vogliamo un bene dell’anima a James e vogliamo che lui sia felice con te ma non potremmo mai sopportare di vederlo cambiare. Un rompiscatole nel gruppo ci serve, no? Specie se è il leader di questa banda di malati di mente! Noi gli vogliamo bene esattamente per quello che è!”
Disse Remus, confermando quello che passava per la testa di Lily. La ragazza sorrise a Remus. Era orgogliosa di avere un ragazzo come James, che aveva degli amici che tenevano così tanto a lui. La loro non era una semplice amicizia, era un legame che niente al mondo sarebbe stato in grado di spezzare tanto facilmente.
“Sai, un discorso del genere me lo aspettavo. Solo, pensavo che a farmelo sarebbe stato Sirius o forse Steven.”
Disse ancora Lily, prendendo la mano di James tra le sue. Il ragazzo era il silenzio e passava il suo sguardo da Lily a Remus, incapace di aprire bocca.
“Già Sirius avrebbe detto qualcosa come -James è mio fratello se lo fai soffrire non ti perdonerò mai-”
Concordò Remus scoppiando in una risata che contagiò anche Lily.
“Scusate? Avete finito di parlare di me? Lo so che sono bello, intelligente e che nessuno è al mio livello ma tutto questo comincia a diventare imbarazzante.”
Borbottò James fissando intensamente un pezzo di legno che ardeva nel camino. Le parole di Remus e di Lily lo avevano commosso. Non si era mai reso conto di essere così importante per gli amici, o così speciale da essere accettato sia con i suoi pregi che con i suoi difetti. Non avrebbe mai pensato che qualcuno dicesse cose tanto belle su di lui. Infondo lui non aveva mai fatto nulla di speciale, aveva solo cercato di stare vicino agli amici e di essere un punto fermo che li aiutasse il caso di difficoltà. Sentì una lacrime bagnargli la guancia e fece del suo meglio per impedire ad altre di seguirla.
“Non ci credo, in fondo sei un timidone!”
Osservò Remus ridendo. James era unico, era in grado di fare grandi cose per gli amici senza rendersi conto di quel che stava facendo. Considerava normale passare notti in bianco a consolarli, diventare animagus per uno di loro o accogliere in casa come un fratello un amico scappato di casa e si stupiva e commuoveva quando veniva ringraziato.
“Non è vero!”
Disse James indispettito.
“Timidone!”
Fece eco Lily.
“Smettetela tutti e due!”
Urlò James cercando di colpire Remus con un cuscino. Il colpo andò a vuoto perché l’altro ragazzo si scansò all’ultimo momento.
“Eddai ormai ti sei fregato!“
Rispose Remus, per nulla intenzionato a smetterla tanto facilmente.
“Timidone!”
Ripetè Lily.
“Basta, piantatela. Sirius?”
Disse James vedendo entrare l’amico. Remus e Lily smisero immediatamente di scherzare non appena videro l’espressione di Sirius. Sembrava un fantasma o almeno che ne avesse appena visto uno. James andò verso di lui preoccupato, voleva accertarsi che l’amico stesse bene. Cosa poteva averlo sconvolto così?
“Eh?”
Rispose Sirius guardandosi intorno smarrito. I suoi occhi erano bagnati di lacrime.
[fuori dall’ufficio di Silente]
“Non è andata così male in fondo, no?”
Disse Hermione per smorzare la tensione che c’era nell’aria, palpabile.
“Non è andata così male? Devi essere impazzita, è una tragedia.”
Rispose Ron diventando paonazzo.
“Su Ron non esagerare, la situazione non è così grave. Grazie al cielo quello che è successo non ha danneggiato il nostro tempo.”
Disse Harry, cercando di evitare l’ennesima litigata tra Ron ed Hermione. Avevano bisogno di collaborare tra loro e battibeccare non li avrebbe portati a nulla.
“Ma chissà che piega farà prendere a questo!”
Rispose Ron acido. Decisamente non era in vena di collaborare. Harry sospirò, sarebbe stato molto più difficile del previsto.
“Una piega migliore visto che Peter se n’è andato!“
Disse Hermione perdendo la calma. Chi si credeva di essere Ron per trattarli in quel modo?
“Dai ragazzi, calmiamoci. Dobbiamo rimanere lucidi e pensare a che fare.”
Li richiamò Harry, cercando di non alzare la voce. Mancava solo che se la prendessero con lui.
“Dobbiamo tornare nel nostro tempo, ora.”
Disse Ron deciso.
“Sei impazzito? Che ne sarà dell’anno scolastico? Se vogliamo i mago dobbiamo rimanere fino alla fine!”
Rispose Hermione scandalizzata. Come poteva mandare in fumo tutta la fatica fatta per arriva in quel tempo e tutti i mesi che avevano passato li per chissà quale motivo?
“Cosa vuoi che me ne importi dei mago ora.”
Urlò Ron in risposta guardando gli amici come alieni. Non riusciva a capire perché non lo prendessero sul serio. Dovevano tornare, era la cosa migliore. Rimanere li avrebbe solo peggiorato le cose. Che ne sarebbe stato della sua famiglia?
“È per quello che siamo venuti qui! Non ricordi?”
Gli ricordò Hermione. Ormai aveva del tutto perso la calma e stava urlando in corridoio, incurante del fatto che praticamente chiunque fosse rimasto al castello poteva sentire i loro discorsi e farsi delle domande.
“Beh, quando siamo venuti qui tutto questo non era previsto.”
Disse Ron, calciando via un innocente pezzo di carta che era per terra.
“Si può sapere di che cosa stai parlando?”
Chiese ancora Hermione stranita. Non riusciva a capire Ron. Che gli stava passando per la testa? Era impazzito di colpo?
“Siamo venuti qui per studiare e per poter diventare auror e invece guardate come è finita. Siamo in balia di un preside mezzo matto. Se il passaggio si dovesse chiudere?”
Urlò Ron arrabbiato. Ce l’aveva con tutti. Con Silente che li aveva messi in quella situazione, con Hermione che si era messa a fare la stupida con Remus e persino con Harry che non capiva quanto fossero pericolosi quei due. Avrebbero rovinato tutto. Perché Harry non diceva nulla a Hermione? Era il suo migliore amico, doveva appoggiarlo.
“Preside mezzo matto? Che stai dicendo? È di Silente che stiamo parlando.”
Rispose Harry brusco. Era rimasto al di fuori dalla discussione ma questo non poteva fare finta di non averlo sentito. Silente aveva fatto tanto per lui, gli aveva insegnato molto. Certo, ogni tanto non era stato sincero e aveva fatto degli errori ma dopo tutto era umano. Ogni persona fa degli errori quando di mezzo ci sono i sentimenti e prende decisioni sbagliate.
“Appunto, Silente non è una persona affidabile! Ricordi l’anno scorso? Abbiamo passato un anno alla ricerca di cose che non sapevamo nemmeno che aspetto avessero. Non mi sorprenderei se avesse preso un granchio anche stavolta.”
Rispose Ron, rinfacciando ad Harry gli avvenimenti dell’anno prima. In un secondo ad Harry passarono di fronte tutti i momenti peggiori dell’anno passato. Le lunghe notti che aveva passato dandosi la colpa di avere trascinato Ron ed Hermione in un’impresa quasi impossibile, la fuga di Ron e i pianti di Hermione, le tombe dei suoi genitori. Un’infinita tristezza si appropriò di lui. Hermione sembrò accorgersene perché intervenne.
“Non ti fidi di lui?”
Chiese la ragazza, prendendo la parola al posto di Harry.
“Per niente, e nemmeno voi dovreste!”
Rispose Ron urlando, completamente paonazzo in volto.
“Ron stai esagerando.”
Cercò di calmarlo Harry. Si era sentito preso in causa per le frecciate di Ron sull’anno prima. Sembrava quasi che Ron provasse risentimento verso di lui per aver creduto in Silente tanto da iniziare quell’avventura. Era arrabbiato con Ron. Dopo tutto lui non aveva obbligato Ron a seguirlo, anzi. Era stato Ron stesso ad insistere per poi tornarsene a casa e poi tornare da loro con la coda tra le gambe.
“No, siete voi che non capite. Rischiamo di rimanere intrappolati qui. Volete davvero questo?”
Chiese Ron furibondo.
“Che ci sarebbe di male?”
Chiese Hermione in rimando. La sua era chiaramente una provocazione. Voleva vedere fino a che punto arrivava la rabbia del rosso. Di comportava come un bambino che fa i capricci.
“Parli così solo perché qui hai la tua storia con il professor Lupin. Mi fai schifo! Non provi nessuna vergogna verso Tonks?”
Urlò Ron, mettendo tutta la gelosia e l’odio verso Remus in quella frase.
“Che centra Tonks ora? In questo tempo nemmeno si conoscono!”
Chiese Hermione, punta sul vivo. Il senso di colpa che provava per quella situazione si fece più acuto. Come aveva potuto dire quelle parole? La sua intenzione era quella di ferire la ragazza, farla sentire in colpa. Che razza di amico era una persona del genere?
“Appunto, e forse mai si potranno conoscere per colpa tua!”
Gli rinfacciò Ron. Voleva ferirla, voleva farle male e così era sicuro di riuscire nel suo obiettivo.
“Ron sta calmo!”
Disse Harry per l’ennesima volta cercando invano di calmare l’amico.
“Ron sta calmo? Senti quello che sta dicendo? Come puoi chiedermi di stare calmo. Capisco che a lei non possa importare nulla e forse nemmeno a te ma io ho una vita. Si, ho una vita nel mio tempo e non butterò tutto all’aria per fare contento un bambino viziato che vuole passare del tempo con i genitori!”
Urlò Ron prendendo Harry per il colletto della camicia. Le parole gli erano uscite da sole, senza che potesse fare nulla per fermarle e ora non si poteva più tornare indietro.
“Bambino viziato? Come puoi considerarmi cosi? Pensavo fossi il mio migliore amico.”
Gli rispose Harry, senza nemmeno la forza di urlare. Cercò di aggiungere qualcosa ma Hermione fu più rapida di lui. Con uno schiaffo colpì la guancia destra di Ron con un sonoro ciaf.
“Hermione!”
Disse Harry stranito e confuso. Anche Ron era confuso, non si aspettava una reazione del genere dalla ragazza e ora si teneva stupito la guancia che era stata colpita dalla furia di Hermione.
“Stai zitto! Harry non ha mai chiesto nulla. Ha sempre sopportato in silenzio, ha sofferto per la morte dei genitori, di Sirius e di Remus in silenzio. Ha guardato me e te con i nostri genitori senza mai poter nemmeno ricordare i suoi. Come puoi dirgli una cosa del genere solo perché vuole rimanere fino alla fine?”
Urlò Hermione con tutto il fiato che aveva in gola. Per la rabbia ansimava. Harry guardava la scena come in trance, dicendosi che non poteva essere vero. Non potevano essere arrivati fino a quel punto. Ron era il suo migliore amico, come poteva non capire e rinfacciargli una cosa del genere? Hermione invece era schifata. Come aveva potuto ferire a quel modo Harry? Loro due sapevano bene quante ne avesse passate Harry. Ron stesso era stato in camera con Harry per molti anni e doveva per forza sapere dei terribili incubi che lo torturavano ogni notte, incubi che avevano come protagonisti il passato di Harry. Ron era stato davvero un essere vile e meschino.
“Beh se le cose stanno così me ne vado. Per quanto mi riguarda voglio lasciare questo tempo il prima possibile. Non sono disposto a rischiare la mia felicità e la mia famiglia per fare contento Harry!”
Rispose Ron semplicemente, avviandosi verso l’ufficio di Silente. Era deciso a tornare a casa sua al più presto. Voleva rivedere i suoi genitori, Ginny. Dirle che Harry era un bastardo. Voleva sfogarsi con qualcuno ed essere capito, fare in modo di smetterla di sentirsi l’ultimo degli uomini. Sapeva che stava sbagliando ma il suo orgoglio gli impediva di tornare sui suoi passi e chiedere scusa, era stato troppo cattivo.
“Ron, aspetta..”
Lo chiamò Harry, cercando di fermarlo. Non poteva accadere di nuovo. Non poteva farlo andare via una seconda volta.
“Harry..”
Lo chiamo Hermione cercando di trattenerlo.
“Dannazione, dobbiamo fermarlo.”
Urlò Harry, cercando di liberarsi dalla stretta dell’amica. Nel suo cuore albergava il terrore di non vederlo più tornare.
“Harry, non tornerà indietro.”
Disse Hermione triste, porgendo ad Harry una spalla su cui piangere. Il ragazzo a quelle parole chiuse gli occhi e si lasciò abbracciare dalla ragazza.
[nella sala comune dei grifondoro]
“Sirius, si può sapere che ti prende?”
Chiese James fissando con preoccupazione l’amico.
“È un casino!”
Rispose Sirius. Era di fronte a lui ma era come se fosse su un altro pianeta distante anni luce. Non era il solito Sirius, sembrava il fantasma di se stesso. Nemmeno quando era scappato di casa ed era andato dai Potter era ridotto in quello stato.
“Cosa è un casino? Dai, siediti e spiega con calma.”
Disse Remus trascinando Sirius verso una poltrona. Non era normale vedere Sirius in quelle condizioni. Era tempo che non si mostrava in lacrime di fronte a loro.
“Non dovevi andare a cercare Peter e chiedergli di stamattina?”
Disse James sedendosi vicino all’amico e passandogli un braccio intorno alla spalle. Voleva fargli sentire che lui c’era e che andava tutto bene.
“Ragazzi, vi lascio soli così parlate con calma.”
Disse Lily alzandosi. Non voleva essere invadente, era chiaro che i ragazzi avevano bisogno di calma e di stare da soli a parlare. Sirius sembrava sconvolto. Sirius la fermò prendendole un braccio.
“Non ti preoccupare Lily. Resta pure. Stamattina Peter era strano e ha detto che sarebbe andato via. Pensavo parlasse delle vacanze, però mi è sembrato strano lo stesso.”
Spiegò Sirius in modo che anche Lily potesse capire. Era la ragazza di James ed era anche una ragazza intelligente e sensibile, non vi era ragione di tenerla allo scuro. Era una di loro ormai.
“Ma non doveva rimanere al castello?”
Chiese Lily stupita. Erano settimane che Peter non faceva altro che ripetere che sarebbero rimasti tutti al castello e che avrebbero organizzato una festa di natale così spettacolare da restare negli annali.
“Appunto, per quello era strano. Così l’ho seguito.”
Continuò Sirius, cercando di calmarsi un poco.
“Me lo ha detto James prima.”
Disse Remus appoggiando anche lui una mano sulla spalla di Sirius.
“L’ho trovato nell’ufficio di Silente. Ho aspettato che uscisse e abbiamo parlato.”
Disse ancora il ragazzo sconvolto. La scena di poco prima continuava a passargli davanti.
“Che ti ha detto? Ti ha spiegato che gli sta succedendo?”
Chiese James impaziente. Si sentiva uno stupido. Era così preso dai suoi problemi da non rendersi conto che gli amici stavano male e il risultato era Sirius sconvolto e in lacrime. Non riusciva a darsi pace per questo.
“No, mi ha solo detto che vuole lasciare la scuola.”
Concluse Sirius con fare sconsolato. Lily era sconvolta, quello che aveva di fronte non era il solito Sirius. Sembrava un automa, una bambola di pezza. Era come se qualcuno gli avesse portato via di colpo la voglia di vivere e di scherzare.
“Cosa?”
Disse James incredulo, non poteva essere vero. Eppure Sirius era troppo sconvolto, non stava scherzando.
“Ma è impazzito?”
Chiese Lily, incredula.
“Non può andarsene. Lui fa parte dei Malandrini.”
Urlò Remus, perdendo la calma che lo contraddistingueva di solito.
“Dovevi fermarlo, dovevi parlargli.”
Disse Lily scuotendo Sirius per un braccio.
“Non mi ha ascoltava. Ho fatto tutto quello che poteva ma è stato irremovibile.“
Disse Sirius sconvolto. Si sentiva terribilmente in colpa. Era stata colpa sua, non era stato all’altezza. Non era riuscito ad essere per lui un buon amico, per questo Peter era andato via.
“Probabilmente aveva già deciso da un po’. Per questo ultimamente era strano.”
Concluse Remus cercando di calmarsi. Sirius era sconvolto e perdere le staffe a quel modo non gli avrebbe fatto bene.
“Se ne andato. Avete capito? Se ne andato. Ci ha lasciati soli. Quel dannato topo fifone!”
Urlò Sirius tra le lacrime.
“Sirius calmati, non è stata colpa tua.”
Gli disse James, lasciando che l’amico nascondesse il viso nella sua spalla.
“E invece si. Sono negato come amico. Se fossi riuscito a capirlo e comprenderlo non se ne sarebbe andato.”
Disse ancora Sirius mentre era scosso dai singhiozzi.
“Smettila di darti colpe che non hai. Sai benissimo che non è così.”
Rispose deciso Remus.
“Remus ma io..”
Cercò di iniziare Sirius ma fu prontamente bloccato da Remus.
“Basta ma. Le cose a volte prendono pieghe strane e noi non ci possiamo fare nulla. Se Peter tiene alla nostra amicizia prima o poi tornerà. Se così non fosse, beh andremo avanti senza di lui.”
Disse Remus. Le sue parole riuscirono a calmare i sensi di colpa di Sirius.
“Il destino a volte fa scherzi strani, vorrei solo sapere il motivo che lo ha spinto ad andarsene. Te lo ha detto Sirius?”
Chiese James non appena l’amico fu più calmo.
“No, ha detto solo che non era il posto per lui. Che era diventato tutto troppo difficile e soffocante.”
Disse Sirius prima di essere colto di nuovo da un infinita tristezza. Aveva mentito al suo migliore amico ma lo aveva fatto per il suo bene. Non poteva dirgli la verità, lo avrebbe fatto stare male e forse lo avrebbe spinto a fare scelte avventate. Finalmente lui e Lily si erano trovati e non voleva che niente al mondo interrompesse l’amore dei suoi amici.
“Mi spiace ragazzi. Dannazione, proprio sotto natale.”
Mormorò Lily dispiaciuta. Era brutto vedere i malandrini ridotti in quello stato, in particolare James. Gli mancava qualcosa, uno di loro non c’era più.
“Non ti preoccupare Lily. Passerà anche questa.”
Disse Sirius cercando di abbozzare un sorriso per non fare preoccupare la ragazza. Mentalmente ringrazio anche il destino di avere fatto in modo che fossero soli nella torre, chissà che avrebbe pensato tutta la loro casa vedendoli così giù di morale.
“Meno male che tu ci sei.”
Disse James stringendo forte Lily. Aveva pronunciato quelle parole piano, in modo che solo la ragazza potesse sentirle e poi si era appoggiato a lei chiudendo gli occhi.
“Oh James.”
Fu l’unica cosa che Lily riuscì a rispondere.
“Dai su, cerchiamo di essere ottimisti!”
Disse Remus guardando gli amici. Erano tutti ridotti a degli stracci ma dovevano reagire. Tra poco sarebbero tornati gli altri e avrebbero potuto organizzare qualcosa per distrarsi. Hermione mancava molto a Remus. Mai come in quel momento avrebbe voluto che lei fosse li per stringerla tra le sue braccia e convincersi che andava tutto bene. In un certo senso invidiava Lily e James. Lui amava lei e lei lo ricambiava. La loro storia invece era complicata, a dire il vero non sapeva nemmeno se c’era o meno una storia. Si erano baciati e basta, poi erano cominciati i problemi. Prima Ron che sembrava geloso, poi Peter e ora Hermione era sparita per tutto il pomeriggio con Ron e Steven. Si sentiva tremendamente solo, desiderava solo una presenza amica che lo abbracciasse in modo sincero donandogli tutto il suo affetto.
“È dura.”
Rispose James continuando a stringere Lily.
“Hermione, Steven! Finalmente.”
Disse Sirius guardando i due ragazzo entrare. Aveva proprio bisogno di qualcuno che gli tirasse su il morale e portasse una ventata di allegria. Sirius notò che Ron non era con loro, era molto strano. I due ragazzi sembravano molto strani, Hermione sul punto di mettersi a piangere e Stev sul punto di prendere a pugni qualcosa.
“Che fine ha fatto Ron?”
Chiese Remus notando l’assenza del ragazzo. Era convinto fosse andato con loro, come mai non era tornato?
“Non dire quel nome di fronte a me!”
Sibilò Harry prendendo le scale. Non aveva nessuna voglia di fermarsi a parlare, non aveva voglia di vedere nessuno. L’unica cosa che voleva veramente fare era prendere a calci Ron ma al momento non poteva farlo quindi preferiva rimanere solo. Tutti i presenti si girarono istantaneamente verso il ragazzo, Hermione esclusa. La ragazza non aveva bisogno di guardarlo per sapere come stava. Doveva essere a pezzi, Ron lo aveva fatto sentire in colpa e gli aveva detto cose orrende.
“Ma Steven, aspetta. Che è successo?”
Chiese James, preoccupato per il fratello. Era pallido quanto lo era Sirius poco prima e aveva gli occhi gonfi di chi ha smesso di piangere da poco. James sentì un groppo formarsi in gola. Prima Sirius e ora Stev, i suoi fratelli stavano male e lui non poteva fare nulla per loro. Si sentiva in colpa perché quello che li faceva stare male era successo mentre lui era con Lily, mentre lui era felice. Come poteva essere così egoista da essere felice mentre i suoi fratelli stavano male?
Lily lo strinse forte, le sue mani erano calde e attenuarono i sensi di colpa. Non era peccato essere felice ma non doveva trascurare Stev e Sirius.
“Non mi va di parlarne. Me ne vado di sopra!”
Replicò Harry prima di sparire su per le scale, lontano da occhi indiscreti. Era stanco di recitare una parte e voleva rimanere solo per essere se stesso. Ora che Ron era andato via era rimasta solo Hermione con cui non doveva fingere anche se ora lei aveva Remus. Ce l’avrebbe fatta a recitare la parte di Steven Potter con tutti? Fingere di essere qualcun altro con i suoi genitori e con Sirius era terribilmente difficile. La presenza di Ron lo aiutava, ma ora?
“Che bella giornata, vero?“
Disse Sirius ironico.
“Lasciamo perdere, è meglio.”
Rispose Hermione lasciandosi cadere sul divano e prendendo la testa tra le mani. Remus le fu subito accanto e passò un braccio intorno alle spalle della ragazza. Hermione si lasciò abbracciare lasciando che quel caldo abbraccio portasse via tutte le tristezze e i problemi.
“Hermione si può sapere che è successo? Ha litigato con Ron?”
Chiese Lily dopo un po’. Nessuno si decideva a parlare e lei aveva deciso di prendere l’iniziativa.
“Anche. È complicato.”
Rispose la ragazza con un tono triste. Non sapeva da che parte iniziare. Era terribilmente complicato, non poteva dire loro che Ron aveva rinfacciato ad Harry di voler stare con i suoi genitori.
“Non ne posso più di cose complicate! Prima Peter che se ne Va. Ora Stev che è fuori di sé e tu che sembra che ti sia passato sopra un treno. Che sta succedendo oggi al castello?”
Disse Sirius perdendo la pazienza. Era arrabbiato con il destino, con il fato che si era accanito contro di loro.  
“Vorrei proprio saperlo!”
Mormorò James a mezza voce sconsolato.
“Ron ha detto delle cose orrende a Stev. Gli ha rinfacciato storie assurde e poi ha lasciato il castello. Stev è a pezzi.”
Spiegò alla fine Hermione. I ragazzi sbiancarono a sentire quelle parole. Anche Ron se n’era andato. Dannazione, non bastava Peter? Stev non sembrava averla presa per niente bene. Sirius si chiese cosa avesse potuto dire Ron per ferire a quel modo Stev ma non trovò risposta. Si guardò intorno e intuì che tutti si stavano facendo la stessa domanda anche se nessuno osò pronunciarla. Hermione non sembrava essere in grado di dire di più. Remus ripensò alla conversazione che aveva avuto con la ragazza prima di baciarla. Era arrabbiata con Ron perché aveva trattato male qualcuno, anche quella volta sembrava molto scossa. Come poteva essere così viscido Ron da fare stare male a quel modo Hermione e Stev, i suoi migliori amici?
“Ci credo, povero. Dobbiamo stargli vicino.”
Disse James guardando preoccupato guardando la scala che portava alla loro stanza. Avrebbe voluto percorrerla in un baleno e andare dal fratello per assicurarsi stesse bene ma non era sicuro fosse la cosa migliore. Immaginava che Stev volesse stare solo. James ricordava troppo bene i giorni in cui aveva litigato con Sirius. Non voleva vedere nessuno ne sentire stupide parole vuote. Sirius gli appoggiò una mano sulla spalla e James capì che anche lui gli stava suggerendo di aspettare ad andare da lui e di lasciarlo sbollire almeno qualche ora.
“Penso che tutti abbiamo bisogno di affetto. Nemmeno sembra abbiate preso troppo bene la fuga di Peter.”
Osservò Lily guardando preoccupata i ragazzi. Il suo sguardo si fermò per quale istante su Sirius. Lui e Stev erano quelli per cui era maggiormente preoccupata. James aveva lei mentre Remus aveva Hermione, Sirius e Stev non avevano nessuno che potesse stare loro vicino senza pensare a quello che era accaduto.
“Sarà proprio un pessimo natale quest’anno!”
Osservò Remus sconsolato.
“Già.”
Concordò Hermione.
“Penso che dobbiamo organizzare una festa per tirarci tutti un po’ su di morale. Che ne dite ragazzi? Voi siete bravi in questo genere di cose, no?”
Propose Lily per cercare di fare tornare un po’ di allegria ai ragazzi.
“In questo momento penso che sarei parecchio bravo a organizzare una festa funebre.”
Rispose Sirius a metà tra il sarcastico e il lugubre.
“Se vuoi una mano chiedi pure..”
Rispose sconsolato James

ANGOLO DELL'AUTRICE:
grazie mille se nonostante tutto avete letto questo capitolo nonostante il ritardo allucinante con cui l'ho postato. mi merito tantissimi rimproveri ma purtroppo prima ho avuto un sacco di contrattempi poi finalmente sono riuscita a scrivere il capitolo e avrei dovuto postarlo la vigilia di natale ma ho preferito posticipare di qualche giorno vista la tristezza di questo capitolo. XD
vi avviso che è solamente un capitolo di transizione e che già dal prossimo capitolo cambieranno molte cose e ci saranno grandi rivelazioni quindi aspettate a linciarmi per avere allontanato Ron (alla fine sono sicura che apprezzerete! XD)
veniamo ora ai commenti sullo scorso capitolo. devo confessarvi che questi capitoli mi spaventano, ho sempre paura che facciano schifo quindi leggere le vostre parole mi tranquillizza e mi da la forza per continuare a postare. XD
SMEMO92: diciamo che Peter non si legherà con nessuno e che non avremo più sue notizie, tranne qualche cartolina per natale che verrà prontamente cestinata dal nostro Sirius. come ho già detto non sopporto Peter ed era dall'inizio che progettavo un uscita di scena radicale, grazie all'idea di Silente l'ho potuta fare! per quando riguarda Ron, al momento è confuso ma vedrai che nel prossimo capitolo verrà rimesso in riga! XD grazie per avere commentato!
LYRAPOTTER: beh, questa volta sono stata io a farmi attendere (perdono, perdono!) beh la reazione dei tre l'hai vista no? Ron torna nel suo tempo, Harry ed Hermione rimangono ed Hermione si sente terribilmente in colpa. se pensi che i colpi di scena siano finiti però mi sottovaluti XD (non perdere il prossimo capitolo!) l'unico di cui ti assicuro non sentirai più parlare è Peter (sihu sta ballando la conga insieme a te!) anche se comunque ho optato per un addio diciamo dignitoso (la morte del traditore non mi piaceva anche se mi sta abbastanza sulle scatole). grazie per il tuo commento!
TONKS17: innanzitutto GRAZIE MILLE, mi ha fatto piacere ricevere la tua mail! la separazione dei due tempi crea infinite possibilità, tutto è rimesso nelle mani dei nostri eroi. per quando riguarda Peter posso dirti che se n'è andato, che non si unirà ai mangiamorte e che non tradirà i suoi amici. il resto, beh.. non anticipo nulla che sennò rovino il prossimo capitolo! XD
PICCOLA_PUFFOLA: mi spiace tantissimo per non avere aggiornato per molto tempo, scusaaaa! spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo anche se è un po' triste. Peter innamorato di Remus sarebbe stato decisamente complicato, già c'è il triangolo Remus/Hermione/Ron. anche Peter sarebbe stato troppo Beautiful! XD
JAILY: grazie mille per il commento. visto che la tua Lily è tornata? XD
PRINCESSMARAUDERS: grazie per il commento! non ti preoccupare, a me rende felice anche solo sapere che la gente legge la mia storia. spero che questo capitolo non ti abbia delusa! XD


  
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