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Autore: Sam27    01/05/2015    2 recensioni
Ci sono alcune cose che ho imparato da brava fan girl:
1. “Asjdnbvfuhuj” riassume tutto. E con tutto intendo qualsiasi cosa talmente pucciosa da poter essere riassunta.
2. La nutella è la tua migliore amica. Nonché la soluzione a qualsiasi tuo problema.
3. Si può sopravvivere dormendo solo tre ore. E mangiando molta Nutella, mi sembra sottointeso.
4. Libri e computer sono l’ingresso per il paradiso. Potete anche sostituire il computer con uno Smartphone, un Iphone o un tablet. Ed ovviamente aggiungete la Nutella.
5. Quale marca di fazzoletti è più resistente. I fazzoletti Tempo sono eccezionali, me ne servono solo cinque pacchetti a libro.
6. I personaggi immaginari sono migliori di quelli reali. Infatti sembra che il mio ragazzo ideale non esista. Io vorrei solo che avesse la dolcezza di Peeta Mellark, l’umorismo di Fred Weasley, il coraggio di Peter Pevensie, la bellezza di Finnick Odair, il sarcasmo di Jace Shadowhunters e l’intelligenza di Caleb Prior. Forse chiedo troppo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Potremmo Volare'
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13. Il ballo del re e della regina
L’adolescente non vuole essere capito,
ed è per questo
 che si lamenta tutto il tempo
 di essere frainteso.
Stephen Fry
Ho deciso che ci proverò con Simone da quando l’ho visto. Dato che ciò avrà diversi risvolti positivi: potrei avere un ragazzo per la prima volta nella mia vita e Alessandro potrebbe accorgersi di essere geloso e di amarmi alla follia da sempre.
No, non credo molto in quest’ultimo punto ma avrei comunque un ragazzo bellissimo!
Anche se in questo momento ho dannatamente voglia di prendere a calci nel deretano chiunque abbia inventato il detto: “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, perché aveva dannatamente ragione.
In più sembra che quel cacchio di Analfabeta ce la metta tutta per farmi innamorare di lui e non di quell’angioletto adorabile che è Simone.
Stavamo giocando a carte a coppie e la mia gamba era appiccicata a Simone per il poco spazio, inducendomi a sudare il doppio del normale, io ed Alessandro avevamo deciso alcuni segni per riuscire a battere Rebecca e il mio angioletto, così quando mi era arrivato l’asso di briscola mi ero grattata il sopracciglio disinvolta e lui, in risposta, per indicare il suo carico, mi aveva fatto l’occhiolino. Così la parte di me che era intenta a pensare al calore che la gamba di Simone mi trasmetteva si era sciolta, di fronte ai suoi occhi da cerbiatto così maliziosi.
Così avevo proposto di andare a fare un bagno, siccome mi era venuto troppo caldo ed allora Simone mi aveva chiesto scusa con un timido sorriso, per poi prendermi e buttarmi in acqua con una forza sorprendente per le sue braccia magre ma, mentre mi arrabbiavo con lui puntando il dito sulla sua pelle bianca e perfetta, era intervenuto Alessandro facendomi il solletico e buttandomi nell’acqua a sua volta, correndo subito dopo a baciare la sua bella nell’oltremare.
Esauriti i piani per permettere a me e a Simone di innamorarci, sposarci, fare i figli e vivere per sempre felici e contenti alle Hawaii –a meno che lui non voglia per forza tornare in Germania, in quel caso verremo in Italia per le vacanze estive ed un po’ di sole- esco dall’acqua fradicia, con la pelle d’oca ed i polpastrelli a grinze, stavo quindi giusto mangiando un trancio di pizza come seconda merenda sotto lo sdraio quando Rebecca propone l’idea peggiore che le potesse venire in quella sua stupida e quadrata testolina: -Perché non giochiamo a racchettoni?-
Non se ne parla, assolutamente no! In modo che possa finire sedere all’aria davanti a Simone mentre tento di prendere quell’inutile pluffa gialla?
-Ottima idea, adoro quel gioco, che ne dici di fare squadra con me Eleonora?- domanda Simone sorridendomi dolcemente.
In effetti i racchettoni sono sempre stati anche il mio gioco preferito.
-Perché no?- domando sorridendo –Vai gentilmente a prendere il necessario al bar, Reby?-
-Ma certo- risponde con un sorriso tirato –Vieni con me Alessandro? Così passiamo qualche istante da soli per prepararci ad essere la squadra perfetta-
Gira sui tacchi, prendendo a braccetto il suo Alessandro che mi rivolge appena una smorfia prima di essere trascinato verso il bar.
Io guardo Simone, giocherellando con la sabbia sui miei piedi.
Da questa angolazione ha un’aria decisamente familiare.
-Non è che ci siamo già incontrati?- gli domando corrucciando la fronte.
Magari in Paradiso.
-Non credo- dice perplesso -Quella ragazza è un po’ ridicola vero?-
Io scoppio a  ridere, sorpresa. -Un po’-
-Un po’? Non ha fatto altro che baciare quel povero ragazzo e lanciare occhiate languide a me-
-E’ decisamente ridicola in effetti- dico scrollando le spalle e osservandolo.
-Però è proprio una gran gnocca, capisco perché Alessandro si sia innamorato di lei-
Mi rimangio tutto quello che ho detto sull’angioletto e, a conti fatti, non credo proprio che sia il mio tipo.
Il mio bellissimo Finnick con la dolcezza di Peeta, l’umorismo di Fred, il coraggio di Peter, la bellezza di Finnick, il sarcasmo di Jace e l’intelligenza di Caleb non sbaverebbe mai dietro ad una come Rebecca.
Simone fa per aggiungere qualcos’altro quando tornano Alessandro e Rebecca mano nella mano.
Lei gli dà un bacio dietro l’orecchio e gli mordicchia il lobo mentre lui le sussurra qualcosa.
Sono così dolci e perfetti da farmi salire la nausea e una fastidiosissima voglia di vomitare.
-Iniziamo?- domanda Rebecca che, senza aspettare la risposta, sculetta dietro la linea per tirare la palla.
Faccio per mettermi in posizione quando due grandi mani mi coprono gli occhi.
-Ivan?- domando titubante.
Nessuna risposta.
Mi mordicchio il labbro, perplessa, mentre il povero criceto a corto di nettare divino nel mio cervello si affatica, una fragranza al Bergamotto mi invade le narici: chi usa il Bergamotto?
La mia mente ricorda qualcosa su Milano ma non riesco ad afferrarlo fino in fondo.
-Eddai, Matteo, stavamo per iniziare una partita a racchettoni- sento dire a Simone a poca distanza da me.
Matteo?
Chi è Matteo?
Oh santissimo gatto unicorno arcobaleno, non sarà mica quel Matteo?
-Matteo?!- esclamo mentre la mia voce sale di un’ottava.
Lui fa scivolare le sue mani e lascia che io mi giri per salutarlo, un attimo dopo ho il viso ed il corpo contro la creazione più bella che madre natura avrebbe potuto concedere al mondo.
-Che ci fai qui?- gli chiedo con il sorriso più vero che io abbia mai fatto dall’inizio dell’estate.
-Siamo venuti a trovare nostro cugino- dice indicando sé stesso e Simone.
Ora capisco il viso d’angelo ed i capelli biondissimi.
-Non andatevene- sussurro avvampando.
-E perché dovrei?- mi domanda facendomi l’occhiolino.
Benissimo: se è un sogno, non svegliatemi.
-Loro sono Alessandro e Rebecca- dico indicandoli.
-Felicemente fidanzati, vero?- preciso osservando gli occhi a cuoricino di Rebecca.
-Ovviamente- mi risponde lei, gelida.
Alessandro si avvicina per stringergli la mano –sbaglio o lo fa anche con una stretta molto più forte e rigida del solito?-.
-Così siamo in minoranza però- osserva Rebecca.
-Non deve essere un gran problema per la coppia perfetta- dico con un sorriso perfetto.
-Hai ragione, vi stracceremo lo stesso- dice Alessandro con un sorriso ironico.
 
Odio ammettere che Alessandro aveva ragione ma abbiamo perso. Il fatto che sia stata solo colpa della mia goffaggine è del tutto irrilevante, Matteo non me l’ha fatto pesare per niente mentre Simone si è rivelato un ragazzino viziatello che non fa altro che lamentarsi. Credo che tutti in famiglia apprezzeranno il mio modello e poi, andiamo: cosa saranno mai tre anni di differenza?
-Santo Gargoyle! L’acqua è gelata!- esclamo saltando praticamente in braccio a Matteo.
-Santo Gargoyle?- mi fa eco Matteo, ridacchiando.
-“Santo Koala Marsupiano” non ti piaceva più?- mi domanda Alessandro ghignando.
-Quello è per gli eventi catastrofici, per esempio quando un ragazzo entra in bagno senza bussare-
-Per esempio- annuisce lui ridendo.
-Sai cos’è divertente?- mi domanda Matteo con un ghigno che non mi piace per niente.
-Cosa?- gli faccio eco, preoccupata.
-Che tu sia tutta bagnata-
Santo Koala Marsupiano fa che non stia intendendo quello che ho capito io!
Dall’occhiata che mi lancia Alessandro deduco che è anche ciò che è passato per la sua testolina malata.
-Ma lei non è bagnata- si intromette Rebecca.
Prima che io possa intervenire mi ritrovo sott’acqua e poi di nuovo fuori a sputacchiare anche le mie prime pappe, con gli occhi fuori dalle orbite.
Ora sì, Nora, che farai colpo su Alessandro! Quale metodo è migliore dello sputargli pezzi di tonsille e stelle marine addosso?
-Io ti avadakevrizzo Matteo!!- urlo tra uno sputacchio e l’altro.
Prima che possa riprendermi del tutto ed affogarlo –nel vano tentativo di far ingelosire la coppia perfetta oltre che di vendicarmi- Alessandro mi schizza riempiendo il mio campo visivo. Iniziamo così una lotta all’ultimo sangue, nella quale nessuno è escluso, persino Simone sporca le sue mani perfette.
Quando torniamo all’ombrellone, tremanti, zia Anna ci porge degli asciugamani ed io sono costretta a condividere il mio con Matteo.
Che gran peccato.
Proprio una grandissima disdetta.
-Chi sono questi bei ragazzi?- mi domanda zia con un occhiolino che ha ben poco di segreto.
-Lui è Matteo, il modello di Abercrombie che ho conosciuto a Milano e lui è suo fratello Simone-
-Siete i benvenuti- esclama zio Giorgio con tanto di inchino e sorriso a trentadue denti.
-Chi non muore si rivede!- esclama invece Ivan stringendo la mano a Matteo.
-Vuoi venire con noi a fare shopping, Rebecca?- le chiede Laura sorridendo.
-Volentieri! Tu non vieni con noi, Nora?- dice rivolgendosi a me con un sorriso più falso dei miei.
-Nora non ama queste cose- dice Ludovica sorridendomi e togliendomi dall’imbarazzo.
Rebecca regala un bacio ad Alessandro prima di andarsene –senza smettere di sculettare- con Ludovica e Laura.
-Potreste venire a cena da noi stasera- dice zia Anna sorridendo ai due fratelli.
-Zia…- sussurro io arrossendo.
-La ringrazio ma mio fratello ed i miei tornano a Milano ed io non vorrei creare disturbo-
-Quale disturbo?- domanda zia, che non vedevo sorridere così da quando zio gli regalò la vacanza alle terme
–Ci sarà anche la famiglia Sinistro, basterà stringersi un po’- aggiunge papà.
Credo di amare mio padre, potrei fargli una  statua: una cosa semplice, d’oro per esempio.
-Sono molto lieto di accettare allora-
Mentre zia gli dà l’indirizzo vedo Alessandro farmi un cenno con il capo, così lo seguo fin dietro le cabine, dove ci sediamo con le schiene appoggiate ad una di esse.
-Non abbiamo più avuto modo di parlare, come stai?- mi domanda osservandomi con i suoi grandi occhi color cioccolato.
Io giocherello con la sabbia, evitando i suoi occhi.
-Sto bene, stare qui mi aiuta a non pensarci ma mi sento… tradita-
-Lo vuoi un abbraccio?- mi domanda.
Io annuisco appena e mi godo le sue braccia, il calore del suo corpo, il suo profumo, che non è nulla di particolare ma è il semplice odore della sua pelle.
Socchiudo appena gli occhi poi un senso di colpa mi attorciglia lo stomaco e mi allontano da lui mentre decido che no, non sarò la causa della sua rottura con Rebecca.
-Credo che gli abbracci siano la cosa migliore che si possa dare ad un… amico- dico tentennando appena sull’ultima parola –Uno di questi giorni abbraccerò tutti, senza nessuna distinzione e senza alcun motivo-
-Verrò con te- dice lui sorridendo.
-Se tu avessi un amico- inizio titubante
-Mh…?-
Indugio un attimo mentre mi sporco sempre più le mani di sabbia.
Perché non ho un grillo parlante a consigliarmi?
-E se lui si chiamasse Alessandro, come lo chiameresti? Sandro o Ale?-
-Se lei si chiamasse Nora, lui sarebbe Sandro, non credi?-
Io annuisco, serissima.
Poi scoppiamo a ridere, nello stesso istante.
In questo momento non mi interessa se voliamo insieme come amici o come coppia, mi basta volare con lui.
 
Come avevo previsto tutti adorano Matteo ma, d'altronde, come potrebbe essere altrimenti?
E’ un ragazzo perfetto, sembra uscito da uno dei miei libri o da una serie tv. Tutti lo adorano, apparte Alessandro che sembra guardarlo dall’alto verso il basso –per quanto gli sia possibile, si intende- credo che sia perché è l’unico che riesce a superarlo in bellezza qua dentro.
Quanto può essere narcisista questo Analfabeta?
Rebecca ha ricominciato a fare la gatta morta, facendo succhiotti ad Alessandro e non smettendo per un attimo di sfruttare i suoi ormoni da adolescente in calore, ovviamente con successo dato il suo vestitino azzurro succinto. L’unica mia soddisfazione è il fatto che Matteo non degna di uno sguardo Rebecca peccato che Alessandro non rivolga la minima attenzione a me, ma questi sono futili dettagli.
E’ il quattordicesimo giorno di vacanza, ne mancano sei se non faccio innamorare Alessandro di me ora non succederà mai più, per questo stasera ho deciso di farlo ingelosire. Per questo ho chiesto aiuto a zia Anna che mi ha conciata in maniera a dir poco ridicola: innanzitutto mi ha lisciato i capelli, lasciandomi degli spaghetti voluminosi e di un colore spento, ha insistito così tanto per truccarmi che se potessi usare la magia fuori da Hogwarts l’avrei cruciata ma alla fine ho acconsentito a farmi mettere mascara,matita,ombretto, eye-liner e rossetto, mi ha anche infilato a forza un vestito rosa carne decisamente non nel mio stile, per coronare il tutto mi ha fatto indossare un paio di sandali con il tacco. Probabilmente se Ludovica, Rebecca o addirittura Elena fossero al posto mio sarebbero le reginette della serata, io sono più un pagliaccio.
Ma qualcuno ha detto che l’amore è cieco ed io spero tanto che sia vero.
Finita la cena –che non è stato altro che un interrogatorio a Matteo e uno sbaciucchiamento continuo da parte della coppia perfetta con l’aggiunta dello sbuffare annoiato da parte di  Simone- zia decide di mettere della musica e trasformare il salotto in una pista da ballo. Mi prende con sé –anche se credo che il termine corretto sia “rapisce”- e mi chiede di scegliere un cd.
-Zia- le dico amorevolmente –Credo che questa sia una pessima idea-
-E perché dovrebbe?-
Perché sono stanca di vedere baci ovunque!
-Perché non so ballare-
-Sciocchezze tesoro e poi Matteo è già cotto di te-
Arrossisco, apro e chiudo la bocca poi ci rinuncio constatando che, come sempre, la mia famiglia non capisce un boccino. Così mi limito a scegliere il cd meno mieloso che riesco a trovare e ad inserirlo nel vano apposito, poi prendo del gelato e mi siedo sul divano, imbronciata.
Le coppie iniziano a ballare ed io mi isolo da tutti loro, mangiando un po’ di gelato. E’ incredibile come la famiglia più insolita e bizzarra si possa trasformare in un tale scintillio d’amore e felicità: ci sono il nonno e la nonna che stanno fermi, abbracciati, come se il loro amore valesse più di mille parole, ci sono lo zio e la zia che non sanno ballare ma sono convinti del contrario, Laura e Paolo si limitano a muoversi a tempo, Simone balla da solo e Matteo è circondato dalle tre pesti e balla con tutte e tre, ridendo ed infine ci sono loro, avvinghiati, con Rebecca che si struscia addosso ad Alessandro in modo osceno.
Distolgo lo sguardo, prendendo un altro cucchiaio di gelato, lo sto per affondare nuovamente nella vaschetta quando Ivan si siede al mio fianco.
-Dove sono finiti i buoni propositi?- mi domanda sorridente.
-Quali buoni propositi?- gli faccio eco con lo stesso tono basso.
-Quelli sul fare innamorare Alessandro di te-
Io sgrano gli occhi.
-Oh andiamo! Te lo si legge in faccia-
Io arrossisco ed abbasso gli occhi.
-Vai a ballare con lui, io e Ludovica portiamo a dormire Aurora, Elena e Sofia-
-Un giorno mi sdebiterò!- esclamo con un sorriso smagliante.
-Ci conto- dice lui facendomi l’occhiolino.
Io raggiungo Matteo e gli rivolgo un sorriso sincero: -Balliamo?-
-Volentieri- mi risponde mettendomi le mani sui fianchi.
Io inizio a muovermi a tempo di musica, seguendo i suoi movimenti e smettendo di contare le volte in cui gli pesto i piedi dalla settima in poi.
Ad un certo punto parte un lento ed io lancio un’occhiataccia a zia che ricambia con i pollici alzati ed uno stupido sorrisetto, mi avvicino ancora di più a Matteo mentre osservo di sottecchi Alessandro e Rebecca che hanno ripreso a baciarsi.
-Perché non ti lasci andare?- mi domanda –Sei rigida-
-Non so ballare- dico scuotendo la testa.
-Nemmeno io- dice scuotendo la testa.
Io non ci credo ma smetto di essere così rigida e inizio a muovermi di più, mentre il mio corpo tenta invano di ballare senza causare al mio cavaliere menomazioni o dolori intercostali la mia testa continua a elaborare l’immagine della coppia felice.
-Devo confessarti una cosa, Nora- mi sussurra Matteo all’orecchio.
Io alzo lo sguardo verso di lui mentre mi tornano alla mente le parole di zia Anna: non aveva ragione, vero? Perché se così fosse mi sentirò una merda per il resto della mia vita, per aver usato il ragazzo perfetto per far ingelosire un idiota Analfabeta.
-Dimmi- dico con lo stomaco chiuso.
Lui fa per aprire bocca quando zio Giorgio urla: -Il ballo del re e della regina! Bisogna cambiare le coppie!-
Simone va verso Rebecca, facendole il bacia mano mentre io mi ritrovo davanti Alessandro che mi fa l’occhiolino.
-Chi ti ha detto che io voglia ballare con te?- gli domando.
Lui fa spallucce. –Chi è che non vorrebbe farlo?-
-Il solito modesto- ribatto sbuffando.
Parte “Let it be” dei Beatles e lui, vedendo la mia indecisione, si avvicina mettendomi le mani sui fianchi poi, siccome io sono immobile, mi afferra i polsi e mi porta le mani sul suo collo. Finalmente mi sblocco e, con il cuore in gola, inizio a muovermi a tempo di musica.
Sento il suo respiro scompigliarmi i capelli e questo mi provoca un formicolio alla nuca non indifferente, così come sui fianchi dove appoggia le sue mani calde ed io cerco di resistere all’irresistibile impulso di accarezzargli i capelli.
-Con Rebecca va tutto bene?- gli domando con il cuore in gola.
-Potrebbe andare meglio, tu e Matteo? C’è del tenero tra voi, o sbaglio?-
-Lui è il ragazzo perfetto- rispondo in un soffio.
La canzone finisce prima che io trovi il coraggio di dire altro e le parole non dette aleggiano su di noi mentre Rebecca torna a prendersi il suo re.
Spero solo che questo stupido re non sia monogamo.
  
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