A CHARMING VAMPIRE…SI…MI CHIAMO MATTEO, COME LO SAI? :D
GRAZIE PER LE TUE
SEMPRE GRADITE RECENSIONI, SOPRESO/A DAL COLPO DI SCENA?.
Lo schermo mostrava il capanno degli attrezzi chiuso.
Una voce esterna, quella di Kyoko sbiascicava qualcosa di
incomprensibile. La telecamera si volse verso di lei per riprenderla:
“Salve popolo amatore degli snuff, mi chiamo Kyoko
e io e il mio ragazzo Katsuya” non
sembrava affatto triste, ma anzi…era contenta e sorrideva “stiamo per uccidere
brutalmente il mio ex fidanzato Tomori”.
Proprio nel momento in cui nel video veniva aperta la porta del capanno, ecco che dietro Kyoko si trascinò un lungo sibilo. La ragazza mise il video in pausa e si voltò di scatto.
Il rumore stridulo continuò senza fermarsi, fino a che una mano non afferrò di colpo la spalla di Kyoko. Questa urlò di terrore e si buttò a terra, trascinandosi sino al muro di schiena, aiutandosi con i gomiti.
Gemeva nel vedere una figura avvicinarsi a lei. Non era molto chiara, ma era minacciosa e desiderava solo la sua morte.
I passi di quella strana forma spettrale scricchiolavano nell’oscurità ed erano lenti, ma pieni di angoscia. Kyoko si sentì svenire
“Tu…” sussurrò “Tu chi sei?”
“Amore mio” sussurrò quello “Sono il tuo Tomori…sono venuto a prenderti…per tornare via con te”
“No! No!” gridò Kyoko, correndo all’impazzata, sino alla cucina, dove si chiuse a chiave. Per sicurezza mise una sedia sotto la maniglia, che cominciò a tremare, come se fosse in preda a crisi epilettiche.
“Apri amore mio…il viaggio è lungo”
“Vattene! Tu sei morto! Tu…”
“Sai una cosa? Non avevo solo un fratello…ma anche una
sorella”
“Vattene via!”
“Una sorella che si chiamava Yoko e che si è suicidata quando ha scoperto della
mia morte…sei stata cattiva Kyoko, ma ora verrai punita…amavo tanto Yoko da
riportarla in vita per tornare ad ucciderti…è lì, con te…”
“C-c-c-che cosa?” Kyoko balbettò tra le lacrime,
mentre con incredibile inquietudine dietro di lei cadde una pentola che, a
contatto con il pavimento lanciò un rumore lancinante.
Kyoko si voltò e per un momento rabbrividì per il glaciale silenzio che si venne a creare, quando notò con riluttanza che dalla fessura della porta stava entrando del sangue, che si allargava sempre più fino a possedere tutte le piastrelle, raggiungendo con incredibile velocità anche le dita della ragazza “Vattene via! Vattene via!”.
Fu in quel momento che una delle ante in cucina si aprì lentamente, trascinandosi un assordante scricchiolio. Kyoko afferrò un cacciavite e si rannicchiò in un angolo, vedendo che due mani bianche e ossute apparvero da quella dispensa fino a scendere sino al lavandino, con rantoli improvvisi. Lunghi capelli neri penzolavano quasi danzando. Era una donna, forse il fantasma di Yoko, che si avvicinò sempre più alla povera Kyoko, spaventata in quell’angolo.